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1 NIS Network Italiano Silice Coordinamento Regioni ISPESL - ISS - INAIL

2 NIS - Network Italiano Silice / Coordinamento Regioni ISPESL ISS INAIL Linee guida nell esposizione professionale a silice libera cristallina documenti preparatori a cura Regione Toscana Giunta regionale Direzione generale Diritto alla salute e politiche di solidarietà Direzione generale della presidenza Lavoro e salute Network Italiano Silice Coordinamento Regioni ISPESL ISS INAIL I documenti preparatori sono predisposti dai Gruppi di lavoro operanti nel NIS (Network italiano silice): 1. normativa 2. epidemiologia 3. repertorio rischio silice nei comparti 4. igiene industriale 5. sorveglianza sanitaria Catalogazione nella pubblicazione (CIP) a cura della Biblioteca della Giunta regionale toscana Linee guida nell'esposizione professionale a silice libera cristallina: documenti preparatori I. Toscana. Direzione generale diritto alla salute e politiche di solidarietà II. Toscana. Direzione generale della presidenza III. Lavoro e salute IV. Network italiano silice V. Coordinamento regioni - ISPESL - ISS - INAIL 1. Lavoratori - Malattie professionali : Silicosi - Monitoraggio e prevenzione - Toscana - Guide Edizioni Regione Toscana Redazione grafica e stampa P.O. Produzioni editoriali, grafiche e multimediali del Centro stampa Giunta regionale Via di Novoli 73/a Firenze Dicembre 2005 tiratura copie 2000 Distribuzione gratuita 2

3 Linee guida nell esposizione professionale a silice libera cristallina - documenti preparatori INDICE 4 5 Prefazioni Enrico Rossi Regione Toscana Fulvio Cavariani Rossana D Arrigo Lavoro e Salute Sommario introduttivo Angelo Giovanazzi I documenti CONSIDERAZIONI IN TEMA DI NORMATIVA 2. VALUTAZIONI EPIDEMIOLOGICHE 3. REALIZZAZIONE DI UN SISTEMA INFORMATIVO PER LA RACCOLTA E L ELABORAZIONE DEI DATI DI CAMPIONAMENTO E ANALISI 4. VALUTAZIONE DEL RISCHIO 5. SORVEGLIANZA SANITARIA ED ACCERTAMENTI DIAGNOSTICI SUGLI ESPOSTI A SILICE 3

4 NIS - Network Italiano Silice / Coordinamento Regioni ISPESL ISS INAIL Prefazioni Enrico Rossi Assessore al Diritto alla Salute Regione Toscana Presidente Commissione Salute delle Regioni e Province Autonome I documenti preparatori del Convegno tenutosi a Firenze nel settembre 2005 sono stati elaborati dal Network Italiano Silice alla fine di un biennio di lavoro intenso e partecipato da parte di molti tecnici appartenenti a varie istituzioni quali i Sistemi Sanitari delle Regioni, ISPESL, ISS, INAIL, Università ed Istituti a carattere scientifico. La produzione tecnico-scientifica si è accompagnata con la puntuale e dovuta consultazione con le parti sociali e le associazioni scientifiche interessate. Il convegno, partecipato e ricco di stimoli, è riuscito a collocare gli elaborati in una prospettiva di applicazione estesa e tale da salvaguardare nel miglior modo possibile la salute dei lavoratori. Tutti conoscono la complessità del problema relativo alla cancerogenicità della silice libera cristallina e la complessità dell'approccio preventivo. In questo campo il dibattito deve essere più ampio possibile, ma anche trasparente e su questo piano bisogna che continui ad esprimersi l'impegno di tutti: organizzazioni dei datori di lavoro, dei lavoratori, delle istituzioni scientifiche e degli istituti centrali. Da parte mia assicuro l'interessamento affinchè anche la Commissione Salute del Coordinamento delle Regioni Italiane assuma un ruolo attivo e propositivo, coerente con gli indirizzi scientifici prevalenti. Ringrazio personalmente tutti i membri e il coordinatore del Network Italiano Silice, che vede la partecipazione di esperti del Coordinamento delle Regioni, per il lavoro e gli approfondimenti svolti, che stimoleranno sicuramente spunti e riflessioni sulla delicata materia. Infine, un ringraziamento a quanti hanno reso possibile il convegno di Firenze, organizzato con competenza e con passione e che rappresenta un'ulteriore iniziativa a sostegno di un principio fondamentale, quello cioè del diritto alla salute nei nostri luoghi di lavoro. Fulvio Cavariani, Rossana D Arrigo Lavoro e Salute Lavoro e Salute prosegue nella pubblicazione di documentazione prodotta dagli operatori della prevenzione per diffondere con la massima ampiezza i materiali utili e utilizzabili per la promozione della salute nei luoghi di vita e di lavoro. La pubblicazione delle elaborazioni dei gruppi di lavoro del Network italiano silice ha comportato un notevole impegno editoriale per la nostra agenzia notizie, ma l occasione della produzione di questi materiali, realizzata con il contributo di enti, servizi ed istituzioni, rappresenta una particolare opportunità di divulgare contenuti che hanno visto la partecipazione appassionata di numerosi ricercatori e tecnici della prevenzione che, vogliamo sottolineare, non ha avuto analoghi precedenti e che auspichiamo possa rappresentare una strada ed un modello di intervento integrato e coordinato su i tanti gravi problemi ancora presenti in Italia, soprattutto negli ambienti di lavoro. I documenti pubblicati offrono, pertanto, la possibilità di un confronto pubblico, non solo con gli addetti ai lavori, ma con i soggetti interessati ed in particolare con le associazioni scientifiche e le parti sociali. Come evidenziato nei testi, tali documenti costituiscono infatti una fase preparatoria in progress per la successiva stesura di Linee guida dedicate all esposizione professionale di silice libera cristallina. Sui loro contenuti si propone e si apre, quindi, un confronto che sarà necessario mettere in "rete" e diffondere nel suo svilupparsi, sino a condividere le conoscenze consolidate necessarie ad aggredire quello che continua ad essere una grave problema di sanità pubblica. Si auspica quindi che nei prossimi mesi vengano attivate le risorse, sulla base di quanto già emerso, per poter finalmente avviare un efficace e progressivo processo di "dismissione" degli effetti di questo rischio lavorativo ancora troppo diffuso in Italia. 4

5 Linee guida nell esposizione professionale a silice libera cristallina - Sommario introduttivo Sommario introduttivo Angelo Giovanazzi Coordinatore Network Italiano Silice Nel 1997 la International Agency for Research on Cancer (IARC) addiviene alla decisione di valutare la silice libera cristallina (SLC), inalata in forme di quarzo e cristobalite da fonti occupazionale, come cancerogeno per l uomo (gruppo 1). E l anno che segna un nuovo inizio di interesse scientifico e di riqualificazione delle responsabilità di prevenzione verso la SLC, pur in presenza di un generale miglioramento delle condizioni lavorative occorso negli ultimi decenni. L interesse si giustifica anche col fatto che la silice, SiO2, è una delle più comuni sostanze chimiche presenti nella natura. La sua forma più comune, il quarzo, costituisce circa il 12% del volume delle rocce sulla crosta terrestre. Da tempo è noto che l inalazione di tali polveri contenente silice cristallina può causare silicosi, malattie respiratorie croniche ostruttive, mentre anche malattie renali ed autoimmuni sono considerate associate all esposizione a tale polvere. La silicosi è la più conosciuta delle conseguenze di reazione del tessuto polmonare con le particelle di silice depositate nei polmoni.. Dal 1997 appunto, si è andata accentuando l attenzione scientifica, con le implicazioni a vari livelli, per il rischio di cancerogenesi nell esposizione professionale a SLC. In occasione del successivo 13 simposio Internazionale Silica, Silicosis, Cancer and Other Diseases di S. Margherita Ligure (ottobre 2002), fu proposto di attivare il Network Italiano Silice (N.I.S.). A tale Network aderirono istituzioni come Coordinamento tecnico delle Regioni e Province Autonome, INAIL, ISPESL, ISS, nonché diverse ASL e centri di ricerca scientifica. Gli obiettivi di lavoro definiti furono quelli di mettere a frutto comune le esperienze acquisite dai soggetti coinvolti, confrontare i metodi di lavoro, omogeneizzare i criteri di intervento al fine di realizzare un repertorio del rischio silice nei principali comparti produttivi, censire gli esposti a rischio, formulare linee guida condivise in tema di sorveglianza sanitaria, metodiche di campionamento ed analisi, misure di prevenzione e protezione ed intraprendere iniziative di studio e valutazione del rischio sulla base di indagini epidemiologiche. L attività del network italiano silice I partecipanti al NIS, appartenenti alle istituzioni che lo hanno promosso ed a vari istituti scientifici, sono stati: Santo Alfonzo (ASL Cuneo), Piero Altarocca (INAIL), Giulio Arcangeli (Ist. Med. del Lav. Firenze), Claudio Arcari (USL Piacenza), Pietro Barbieri (ASL Brescia), Rosanna Braglia (ARPA Reggio Emilia), Maria Cabona (ASL4 Chiavari GE), Claudio Calabresi (INAIL), Roberto Calisti (USL Civitanova Marche MC), Antonella Campopiano (ISPESL), Enrico Cardona (ASL Viterbo), Francesco Carnevale (ASL Firenze), Stefano Casciardi (ISPESL), Giuseppe Castellet y Ballarà (INAIL), Franco Cavalli (ASL Chiavari GE), Fulvio Cavariani (ASL Viterbo), Marta Clemente (INAIL), Paolo Clerici (INAIL), Pietro Comba (ISS), Cinzia Delucis (USL 2 Lucca), Marcello De Rossi (ASL Viterbo), Paola Di Prospero (ISS), Gianluigi Discalzi (Univer.Torino), Carla Fanizza (ISPESL), Marcello Ferdinandi (ISS), Francesco Forastiere (ASL Roma),Gabriele Fornaciai (ARPAT), Bice Fubini (Univer. Torino), Walter Gaiani (ASL Modena), Angelo Giovanazzi (APSS Trento, coordinatore NIS), Emma Incocciati (INAIL), Andrea Innocenti (ASL Pistoia), Luigi Iori (ARPA R. Emilia), Pietro La Pegna (INAIL), Lamberto Lastrucci (USL 12 Versilia), Rita Leonori (ASL Viterbo), Anna Maria Loi (USL 6 Livorno), Massimo Magnani (AUSL R. Emilia), Achille Marconi (ISS), Teresa Marras (Med. del Lav. Sassari), Stefano Massera (INAIL), Antonio Massola (Fondaz. Maugeri), Massimo Menegozzo (Ist. Med. del Lav. Napoli), Franco Merlo (IST Genova), Massimo Nesti (ISPESL), Adriano Ossicini (INAIL), Giuseppe Pecchini (ARPA ER), Augusto Quercia (ASL Viterbo), Paolo Ravalli (USL 7 Ragusa), Oriana Rossi (USL 6 Livorno), Diego Rughi (INAIL), Carlo Sala (ARPA Milano), Giuseppina Scancarello (USL 7 Siena), Stefano Silvestri (CSPO Firenze), Giuseppe Spagnoli (ISPESL), Donatella Talini (USL Pisa), Benedetto Terracini (Univer. Torino), Pieralberto Trentini (APSS Trento), Lucia Turini (USL 5 Pisa), Uberto Verdel (INAIL), Marco Vincentini (Lab. San. Pub. Toscana Nord), Franco Zanin (ASSL 6 Vicenza), Giovanni Alfredo Zapponi (ISS), Carlo Zecchi (INAIL). Essi hanno individuato cinque aree tematiche prioritarie e costituito quindi altrettanti gruppi di lavoro. 1. Gruppo normativa La valutazione della SLC da parte della IARC per i suoi effetti cancerogeni sull uomo ha sollevato una serie di interrogativi sull applicazione delle normative europee e nazionali sia nel settore commerciale che nel settore degli ambienti di lavoro. L obiettivo di questo gruppo è stato quindi quello di analizzare le norme che regolano i settori di produzione uso e smaltimento delle sostanze pericolose e dei prodotti che le contengono. In assenza di una classificazione ufficiale armonizzata in ambito europeo, innanzitutto si è ritenuto che la classificazione provvisoria da adottare, da parte dei responsabili dell immissione sul mercato, per i materiali contenenti frazioni di silice cristallina libera respirabile debba riflettere, almeno per quelli commercializzati sotto forma di polveri, quanto meno i rischi per la salute relativi al potere silicotigeno come pure quelli relativi al potere cancerogeno. La conseguente etichettatura di pericolo comporta l`apposizione del simbolo di Tossico con il teschio e le tibie incrociate e le frasi di rischio R 48/23 e R 49 con i relativi consigli di prudenza (frasi S). E emersa inoltre l`opportunità di segnalare la necessità di inserimento delle lavorazioni che possono esporre a silice cristallina libera nell`elenco di cui all`allegato VIII di cui all art. 72, comma 2, lettera a) del D.Lgs. 626/94, mediante Decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e del Ministero della Salute. Si sono quindi definite le proposte di linee guida per la compilazione della scheda di sicurezza (SDS) per la silice libera cristallina ed i preparati che la contengono.(1) 2. Gruppo epidemiologia Il gruppo si è posto la finalità di rivedere criticamente l associazione tra esposizione a polveri di silice e insorgenza di patologie avverse. Ha quindi esaminato la letteratura scientifica epidemiologica alla base delle decisioni della IARC del 1987 e alla base della successiva definizione del Ha quindi preso in esame gli studi più recenti successivi alla decisione dello IARC in merito alla cancerogenicità per l uomo contenuti nella propria monografia n. 68. Ha quindi dedotto le conclusioni aggiornate in tema di cancerogenesi professionale per gli esposti a SLC. Il gruppo di lavoro ha quindi fornito indicazioni in tema di sorveglianza epidemiologica di lavoratori esposti ed ex esposti a SLC, prospettando in particolare la necessità di promuovere una ricerca attiva dei casi di patologie correlate a livello nazionale.(2) 3. Gruppo repertorio rischio silice nei comparti Il lavoro del gruppo ha avuto il compito di proporre una ricerca a livello nazionale delle situazioni e dei livelli di rischio occupazionale tramite la definizione di un sistema informativo per la 5

6 NIS - Network Italiano Silice / Coordinamento Regioni ISPESL ISS INAIL raccolta e la elaborazione dei dati di campionamento e di analisi. Per questo il gruppo ha proposto un metodo di rilevazione, di inquadramento e di classificazione delle mansioni, dei settori produttivi e delle fasi lavorative al fine di gestire un archivio dati a livello nazionale. Ora si tratterebbe di dare attuazione a livello interregionale della raccolta delle informazioni proposte per la rilevazione delle situazioni di rischio occupazionale.(4) 4. Gruppo igiene industriale Il gruppo si è proposto di riesaminare i principali aspetti tecnici e d igiene industriale (conoscenza del rischio, valutazione dell esposizione, metodiche di prelievo e di analisi). In considerazione delle numerose problematiche ancora presenti (tra cui le carenze di standardizzazione concordemente praticata nella misura del rischio ambientale, la mancata distribuzione di una rete di strutture tecniche esperte nella valutazione del rischio e di un circuito di laboratori affidabili), si è inteso formulare proposte di linee guida condivise sulle metodiche di campionamento, che tengano conto della necessità di un adeguato controllo di qualità. (3) Si è quindi definita la procedura per eseguire il campionamento, nonché quella per l analisi di determinazione della SLC su filtro. Si sono definiti i metodi di valutazione dei risultati e quelli di determinazione della SLC dei materiali in massa. Si è manifestato quindi l interesse ad una continuità dell attività del NIS anche dopo l elaborazione delle Linee guida per la sperimentazione delle metodologia qui proposte all interno della rete di laboratori e delle strutture interessate. 5. Gruppo sorveglianza sanitaria Il gruppo di lavoro ha elaborato un documento in tema di problemi e prospettive inerenti gli accertamenti diagnostici e i criteri di sorveglianza sanitaria sugli esposti a silice. Ha esaminato i presupposti normativi e le relative criticità da superare, ha valutato le nuove acquisizioni scientifiche sui rischi e i danni legati alla SLC, ha approfondito il tema delle nuove possibilità diagnostiche, ha studiato i protocolli di sorveglianza sanitaria dei vari quadri patologici possibili, ha valutato le peculiarità del riconoscimento assicurativo, nonché gli strumenti di raccolta dei dati per un sistema informativo sugli esposti ed ex esposti a silice libera cristallina. La fase che ora si apre è quella di una sperimentazione delle linee d indirizzo proposte.(5) Considerazioni Si è partiti quindi dalla considerazione che nel 1997 la IARC, sulla base dell evidenza scientifica resasi disponibile, successivamente alla pubblicazione della monografia del 1987, concludeva che la silice cristallina inalata nella forma di quarzo o cristobalite in ambienti occupazionali è cancerogena per l uomo. Specificatamente la IARC rilevava che gli studi condotti su popolazioni di lavoratori negli Stati Uniti (Steenland, 1995, Costello, 1995, 1988; Checkoway, 1993, 1996), in Italia (Puntoni, 1988; Merlo, 1991), nel Regno Unito (Cherry, 1995, 1997; McDonald, 1995, 1997; Burgess, 1997) ed in Cina (Dong, 1995, McLaughlin, 1992) ed in coorti di silicotici identificate negli USA (Amandus, 1991, 1992) ed in Finlandia (Kurppa, 1986; Partanen, 1994) contribuivano a fornire, al di là di possibili effetti attribuibili a fattori di confondimento, un evidenza dell associazione tra silice cristallina e cancro polmonare. Gli studi condotti sui lavoratori esposti riportavano un rischio di cancro polmonare che tendeva ad aumentare con l esposizione cumulativa a silice cristallina (Checkoway, 1993, 1996), la durata cumulativa dell esposizione (Costello, 1988; Merlo, ; Partanen, 1994; Costello, 1995; Dong, 1995), con picchi di intensità di esposizione (Burges, 1997; Cherry, 1995; McDonald, 1997), mentre quelli condotti in coorti di silicotici mostravano incrementi di rischio in presenza di silicosi definita radiograficamente (Amandus, 1992; Dong, 1995) e con l aumentare della durata del floow-up dalla diagnosi di silicosi (Partanen, 1994). La conclusione dell Agenzia riflette il fatto che le associazioni osservate nei numerosi studi considerati (nonostante gli studi negativi) e le evidenti relazioni di tipo dose-risposta sono difficilmente attribuibili a fattori confondenti o ad altri intrinseci agli studi e che quindi, nel loro complesso, gli studi pubblicati forniscono un evidenza scientifica che è a favore del nesso di causalità tra esposizione a silice cristallina (quarzo e cristobalite) e l incremento del rischio di cancro polmonare.(2) La IARC concludeva quindi: la silice cristallina inalata nelle forme quarzo o cristobalite da fonti occupazionali è cancerogena per l uomo (Gruppo 1) pur specificando che la cancerogenicità non è stata rilevata in tutte le realtà industriali esaminate. Nei paragrafi precedenti infatti precisa che la storia meccanica, termica e chimica delle particelle di silice determina le sue proprietà superficiali e la presenza e l abbondanza di varie funzionalità della superficie. La reattività di superficie varia tra i campioni aventi provenienze diverse. Il riscaldamento trasforma le superfici idrofile in idrofobe. In particolare superfici fratturate di fresco sono più reattive di quelle attempate. La IARC basa le sue conclusioni sull esame dei dati epidemiologici occupazionali e degli studi su animali. Nel primo caso sostiene che i risultati delle indagini epidemiologiche giustificano la stima di rischio incrementato di tumore polmonare in conseguenza dell inalazione di quarzo e cristobalite in conseguenza dell esposizione occupazionale. Le prove su animali sono state eseguite in vivo ed in vitro, utilizzando la frazione respirabile di campioni di quarzo ed anche di cristobalite. La cancerogenesi polmonare nei ratti è attribuita a marcate persistenti infiammazioni e proliferazione cellulare, piuttosto che a meccanismo genotossici o all azione degli ossidanti della superficie generata di silice cristallina libera; tali meccanismi, sostiene la IARC, anche se non possono essere esclusi, hanno un evidenza non convincente. E importante notare che l evidenza sufficiente della cancerogenicità del quarzo e della cristobalite negli animali sperimentali, come indicata dalla IARC, si riferisce a questi agenti come tali, indipendentemente dalla sorgente o altre condizioni, e quindi è in termini di proprietà intrinseca. La valutazione degli esperimenti su animali è: sufficiente evidenza di carcinogenicità per il quarzo e la cristobalite limitata evidenza di carcinogenicità per la tridimite. Nel giudizio sintetico finale la IARC sottolinea nettamente l origine occupazionale del rischio, questo approccio sembra appropriato sia per il peso di tali dati sia per il fatto che generalmente nell esposizione occupazionale la frazione respirabile della silice cristallina libera ha maggiore incidenza, per la presenza di macchine e attrezzi atti a generarla, per le quantità importanti e le fratture recenti, sia per la persistenza della frazione stessa (microdimensioni, vicinanza delle sorgenti, ambienti spesso chiusi, movimento di macchine e veicoli), sia per la durata ed il livello dell esposizione. La IARC tuttavia notava che la cancerogenicità della silice cristallina non veniva rilevata in tutte le condizioni di esposizione industriale studiate e che ciò poteva dipendere dalle caratteristiche fisiche specifiche di una data polvere di silice e/o fattori esterni che possono determinare la sua attività biologica o la distribuzione dei suoi polimorfi.

7 Linee guida nell esposizione professionale a silice libera cristallina - Sommario introduttivo A questo giudizio fecero seguito lavori sperimentali programmati per indagare quali fossero le cause della variabilità della patogenicità delle silici (Donaldson, 1998; Elias, 2000; Fubini, 1998, 2003; Cakmak, 2003; Bruch, 2003; Seiler, 2004). L insieme degli studi successivi alla valutazione IARC del 1997, conferma la valutazione espressa dall Agenzia Internazionale per la ricerca sul Cancro. In particolare, il peso dell evidenza di effetti di tipo dose-risposta riportati dagli studi condotti tra gli addetti alla produzione di sabbie silicee in USA (Hughes et al, 2001, Steenland & Sanderson, 2001), tra i lavoratori delle fonderie in Germania (Westberg, 2003) e dalle analisi sistematiche della letteratura epidemiologica (Rice, 2001; Steenland, 2001) e l evidenza del marginale ruolo del fumo di sigaretta (Bruske-Hohlfeld, 2000, Steenland, 2000, Steenland, 2004) quale confondente delle associazioni osservate aggiungono evidenza scientifica al nesso di causalità riconosciuto dalla IARC nel Le evidenze epidemiologiche accumulatesi a tutt oggi non permettono peraltro di identificare le tipologie professionali/settori industriali dove, in base alle caratteristiche fisiche specifiche delle polveri di silice cristallina, la distribuzione dei suoi polimorfi e/o fattori esterni che possono influenzarne l attività biologica, si verificherebbero condizioni di esposizione a silice cristallina che non rappresentano un rischio cancerogeno per i lavoratori esposti. Va qui ricordato anche che la CCTN (Commissione consultiva tossicologica nazionale) ha approvato la classificazione della silice cristallina libera in Lista cancerogeni nella seduta del 5 giugno 2001 con le allocazioni di cancerogenesi 1 e mutagenesi 3, sostenendo che l esposizione alla silice cristallina libera sia cancerogena per l uomo. Questa valutazione, è principalmente basata sui numerosi studi epidemiologici disponibili al momento attuale (ed in particolare su quelli con confronti interni basati su indici quantitativi di esposizione che dimostrano una chiara relazione dose-risposta). Sono stati inoltre considerati nel loro insieme anche i dati sperimentali, che dimostrano una evidenza sufficiente di cancerogenesi (nel ratto con bersaglio polmone) ed una evidenza di mutagenicità in vivo. Tale classificazione, approvata all unanimità, è presente nel verbale della seduta del 5 giugno 2001 ed è contenuta nel verbale della seduta Resoconto dell attività svolta dalla commissione Consultiva Tossicologica Nazionale nel Vanno considerate inoltre valutazioni di altri autorevoli Enti/Agenzie/Comitati internazionali, quali: - L American Thoracic Society (ATS), nel 1997, descrive, tra gli effetti avversi della silice cristallina, il tumore polmonare. - L Ente Tedesco competente per la normazione dell esposizione, il Deutsche Forshungsgemeinschaft (DFG) (1999) classifica quarzo, cristobalite e trimidite nella categoria 1 di cancerogenicità ( substances that have been shown to produce cancer in humans ). - Il Concise International Chemical Assessment Document (CICAD) n. 24, Crystalline silica,quartz, sotto l egida della OMS 1 (WHO), del Programma Ambientale delle Nazioni Unite (UNEP) 2 e dell ILO 3, Ginevra 2000; esegue una accurata Revew critica degli studi di cancerogenicità del quarzo, riportando anche la ICSC 0808 di seguito menzionata. - In relazione ai criteri per la definizione delle esposizioni tollerabili e dei valori guida per il quarzo, l OMS (WHO, 2000) specifica che non si può assumere che vi sia una soglia di effetto, ovvero una concentrazione tollerabile ( Tolerable Concentration TC ), alla quale l esposizione non comporti l insorgenza di silicosi e/o di tumori polmonari e che pertanto l esposizione debba essere ridotta al minimo possibile (OMS-WHO, 2000, Paragrafo : Criteria for setting tolerable intakes or guidance values for quartz ). Può essere utile osservare che in modo del tutto analogo l OMS, nelle Linee Guida per la Qualità dell Aria (WHO, 2000a), esclude la possibilità di indicare Valori di Linea Guida (equivalenti a concentrazioni tollerabili, TC) per varie sostanze cancerogene esaminate e per il particolato fine (PM10, PM2.5), nel quale ultimo rientra peraltro anche la frazione respirabile della silice cristallina. La Scheda Internazionale di Sicurezza Chimica (International Chemical Safety Card -ICSC 0808) curata da ILO e CIS 4 riporta la dizione: Effetti dell esposizione a lungo-termine o ripetuta: La sostanza può avere effetti sui polmoni, esitando in fibrosi (silicosi). Questa sostanza è cancerogena per l uomo. - Il National Toxicology Program (NTP USA, 2002), classifica la silice cristallina (frazione respirabile) come noto per essere cancerogeno per l uomo. - Il NIOSH statunitense che nel Report dell aprile 2002 concorda con le conclusioni della IARC e ricorda di aver raccomandato già nel 1989 (54 Fed. Reg. 2521) all OSHA di etichettare la silice cristallina come un potenziale cancerogeno. Conclusioni Tutto ciò considerato, il Network Italiano Silice, preso atto del fatto che il peso dell evidenza di effetti dose - risposta, in base dai dati recenti della letteratura, hanno aggiunto evidenza scientifica alle decisioni dello IARC nel 1997, tenuto conto delle espressioni di pareri, in coerente analogia con lo IARC, emanati da altri autorevoli Agenzie ed istituzioni nazionali ed internazionali, valuta come cancerogene le lavorazioni che possono esporre alla inalazione, nella frazione respirabile, di silice libera cristallina. Ciò comporta la necessità di: - un coerente adeguamento in sede di classificazione provvisoria per i materiali contenenti frazioni di SLC (come descritto nell allegato documento in tema di normativa); - una proposta d inserimento delle lavorazioni che possono esporre all inalazione di SLC respirabile nell allegato 8 di cui all art. 72, comma 2, lettera a) del D.Lgs. 626/94; - una applicazione per tali lavorazioni del titolo VII del D.Lgs. 626/94, in primis per le finalità connesse con gli obiettivi di prevenzione primaria, con i dettati normativi di valutazione dei rischi e con l obbligatorietà della sorveglianza sanitaria. Ciò valutato i cinque gruppi di lavoro del N.I.S. hanno quindi assunto queste conclusioni come premessa per i propri elaborati. 1 Organisation mondiale de la santé 2 United Nations Environment Programme 3 International labour organisation 4 International Occupational Safety and Health Information Centre 7

8 NIS - Network Italiano Silice / Coordinamento Regioni ISPESL ISS INAIL Allegati In allegato vengono posti i documenti preparatori delle successive Linee guida per l esposizione professionale a SLC. Tali elaborati, resi pubblici al fine di raccogliere osservazioni e valutazioni da parte degli interessati, sono opera dei seguenti gruppi di lavoro del NIS: 1. Normativa 2. Epidemiologia 3. Repertorio 4. Igiene industriale 5. Sorveglianza sanitaria. Bibliografia International Agency for Research on Cancer IARC (1997): Silica, some silicates, coal dust and para-aramid Fibrils, IARC Monograph Vol. 68, IARC, Lyon. American thoracic society (ats) Adverse effects of crystalline silica exposure, American journal of respiratory and critical care medicine, (July 1997) 155: , American Thoracic Society Committee of the Scientific Assembly on Environmental and Occupational Health. International labour organization (ilo) Quartz, International Chemical Safety Cards (ICSC) 0808, (October 1997), International Occupational Safety and Health Information Centre (CIS). Deutsche Forschungsgemeinshaft DFG, Press Release No. 34, 13 July OMS WHO (2000): Crystalline silica, quartz Concise International Chemical Assessment Document n.24, WHO, Geneva. WHO, World Health Organization (WHO a, 2000): Air Quality Guidelines for Europe, WHO, Geneva. National toxicology program (ntp) Silica, Crystalline (Respirable Size), (2000). Report on Carcinogens, Ninth Edition; U.S. Department of Health and Human Services, Public Health Service. International programme on chemical safety (ipcs ) Crystalline silica, Quartz (CICAD 24, 2000), Concise international chemical assessment documents (CICADs). Commissione Consultiva Tossicologica Nazionale CCTN (2001): Verbale. Resoconto dell attività svolta dalla Commissione Consultiva Tossicologica Nazionale nel 2001, Disponibile presso l Istituto Superiore di Sanità. National Institute for Occupational Safety and Health US NIOSH (2002): Health effects of occupational exposure to respirable crystalline silica, DHHS (NIOSH) Publication No , National Toxicology Program US NTP, US Dept. of Health and Human Services (Dec. 2002): Carcinogens listed in the Tenth Report, Part A, Known to be human carcinogens, 8

9 1 CONSIDERAZIONI IN TEMA DI NORMATIVA Gruppo di lavoro NIS Normativa Componenti Paola di Prospero, Anna Balletta, Francesco Carnevale, Giuseppe Castellet y Ballarà, Walter Gaiani, Rita Leonori, Achille Marconi, Angelo Giovanazzi 9

10 NIS - Network Italiano Silice / Coordinamento Regioni ISPESL ISS INAIL SOMMARIO 1. La silice cristallina libera 2. Il profilo di rischio 2.1. Classificazione di quarzo e tridimite immesse sul mercato 2.2. Proposta di classificazione di pericolo della silice cristallina libera 2.3. Proposta di inserimento in Allegato VIII al D.Lgs. 626/94 e succ. mod. delle lavorazioni che espongono a silice cristallina libera 3. Applicazione delle misure di tutela sul lavoro del D.Lgs. 626/ La valutazione dei rischi 4. Linea guida per la compilazione della SDS (scheda informativa in materia di sicurezza) per la silice cristallina libera e i preparati che la contengono - scheda di sicurezza - Allegato A silice libera nei materiali naturali ed artificiali 5. Riferimenti normativi e scientifici 10

11 Linee guida nell esposizione professionale a silice libera cristallina - 1. Normativa 1. La silice cristallina libera La silice cristallina libera di origine inorganica è largamente presente nella crosta terrestre, dei vari polimorfi quarzo, cristobalite, tridimite sono i tre solitamente considerati. Il quarzo è senza dubbio la varietà di gran lunga più diffusa, la cristobalite e la tridimite si possono trovare nelle rocce di origine vulcanica, di queste ultime due la tridimite è il minerale meno diffuso. La silice amorfa si trova naturalmente nei sedimenti di origine organica (terre di diatomee) o può essere prodotta artificialmente. Consultando il diagramma di stato P/T della silice cristallina si nota che a pressione ambiente alle basse temperature è stabile il quarzo che si trasforma nelle altre forme secondo la sequenza: quarzo α (573 C) quarzo β (870 C) tridimite (1470 C) cristobalite. La trasformazione da quarzo a cristobalite avviene a temperatura di poco inferiore agli 800 C. per le terre di diatomee. Sia per le varietà cristalline sia per quelle amorfe sono stati stabiliti dalla A.C.G.I.H. dei valori limite di esposizione professionale; ciò significa che esiste un rischio professionale nell impiego di tutte queste sostanze, per le varietà cristalline in particolare sono segnalati i rischi maggiori. 2. Il profilo di rischio 2.1. Classificazione di quarzo e tridimite immesse sul mercato Il settore dell imballaggio, classificazione ed etichettatura delle sostanze pericolose è regolamentato dal D. Lgs n. 52 del 3 febbraio 1997 e relativi aggiornamenti e rettifiche. Le sostanze immesse sul mercato devono risultare imballate, classificate ed etichettate secondo quanto riportato dalla lista ufficiale delle sostanze classificate come pericolose, cioè l allegato I alla direttiva di base 67/548/CE nella forma più aggiornata che tiene conto dei successivi adeguamenti al progresso tecnico, così come risultano dai relativi decreti di recepimento nell ordinamento legislativo nazionale. La silice cristallina libera non è presente nell allegato I, e ricade quindi attualmente in regime di autoclassificazione all atto della commercializzazione. Il D.Lgs 52/97 prevede all art 6 l obbligo di ricerca: I fabbricanti, gli importatori e i distributori di sostanze pericolose che non figurano ancora nell allegato I, ma sono incluse nell EINECS sono obbligati ad effettuare idonee ricerche per conoscere i dati pertinenti ed accessibili esistenti per quanto riguarda le proprietà di tali sostanze. Ci si riferisce in questo caso a ricerche non sperimentali, bensì ai dati di letteratura e in questa ottica non si possono certo ignorare le valutazioni effettuate da gruppi di lavoro e organismi internazionali quali la IARC (International Agency for Research on Cancer) e la CCTN (Commissione Consultiva Tossicologica nazionale), che si basano sui numerosi studi epidemiologici oltre a dati di cancerogenesi e mutagenesi derivanti dalla sperimentazione animale disponibili per questa sostanza. La CCTN ha approvato la classificazione della silice cristallina libera in Lista cancerogeni nella seduta del 5 giugno 2001 con la allocazione di cancerogenesi 1 e mutagenesi 3a, sostenendo che l esposizione alla silice cristallina libera sia cancerogena per l uomo. Questa valutazione, è principalmente basata sui numerosi studi epidemiologici disponibili al momento attuale (ed in particolare su quelli con confronti interni basati su indici quantitativi di esposizione che dimostrano una chiara relazione doserisposta). Sono stati inoltre considerati nel loro insieme anche i dati sperimentali, che dimostrano una evidenza sufficiente di cancerogenesi (nel ratto con bersaglio polmone) ed una evidenza di mutagenicità in vivo. Tale classificazione, approvata all unanimità, è presente nel verbale della seduta del 5 giugno 2001 anche se il Documento, contenente il verbale della seduta Resoconto dell attività svolta dalla commissione Consultiva Tossicologica Nazionale nel 2001, non è stato ancora stampato. Nella Overall Evaluation della propria monografia, vol. 68 (1997), lo IARC conclude: la silice cristallina inalata nelle forme quarzo o cristobalite da fonti occupazionali è carcinogena per l uomo (Gruppo 1) pur specificando che la cancerogenicità non è stata rilevata in tutte le realtà industriali esaminate. Nei paragrafi precedenti infatti precisa che la storia meccanica, termica e chimica delle particelle di silice determina le sue proprietà superficiali e la presenza e l abbondanza di varie funzionalità della superficie. La reattività di superficie varia tra i campioni aventi provenienze diverse. Il riscaldamento trasforma le superfici idrofile in idrofobe. In particolare superfici fratturate di fresco sono più reattive di quelle attempate. Lo IARC basa le sue conclusioni sull esame dei dati epidemiologici occupazionali e degli studi su animali. Nel primo caso sostiene che i risultati delle indagine epidemiologica giustificano la stima di rischio incrementato di tumore polmonare in conseguenza dell inalazione di quarzo e cristobalite in conseguenza dell esposizione occupazionale. Le prove su animali sono state eseguite in vivo ed in vitro, utilizzando la frazione respirabile di campioni di quarzo ed anche di cristobalite. La cancerogenesi polmonare nei ratti è attribuita a marcate persistenti infiammazione e proliferazione cellulare, piuttosto che a meccanismi genotossici o all azione degli ossidanti della superficie generata di silice cristallina libera; tali meccanismi, sostiene lo IARC, anche se non possono essere esclusi, hanno un evidenza non convincente. La valutazione degli esperimenti su animali è: sufficiente evidenza di carcinogenicità per il quarzo e la cristobalite ; limitata evidenza di carcinogenicità per la tridimite. Nel giudizio sintetico finale lo IARC sottolinea nettamente l origine occupazionale del rischio, questo approccio sembra appropriato sia per il peso di tali dati sia per il fatto che generalmente nell esposizione occupazionale la frazione respirabile della silice cristallina libera ha maggiore incidenza, per la presenza di macchine e attrezzi atti a generarla, per le quantità importanti e le fratture recenti, per la persistenza della frazione stessa (microdimensioni, vicinanza delle sorgenti, ambienti spesso chiusi, movimento di macchine e veicoli), per la durata ed il livello dell esposizione. Queste considerazioni ulteriormente inducono a considerare prioritaria l associazione meccanismo cancerogeno attività industriale. Vi sono inoltre valutazioni di altri Enti/Agenzie/Comitati, quali: Il Concise International Chemical Assessment Document (CICAD) n. 24, Crystalline silica, quartz, sotto l egida della OMS 5 (WHO), del Programma Ambientale delle Nazioni Unite (UNEP) 6 e dell ILO 7, Ginevra 2000; esegue una accurata Revew critica degli studi di cancerogenicità del quarzo, riportando anche la ICSC 0808 di seguito menzionata. la Scheda Internazionale di Sicurezza Chimica (International Chemical Safety Card -ICSC 0808) curata da ILO e CIS 8 5 Organisation mondiale de la santé 6 United Nations Environment Programme 7 International labour organisation 8 International Occupational Safety and Health Information Centre 11

12 NIS - Network Italiano Silice / Coordinamento Regioni ISPESL ISS INAIL riporta la dizione: Effetti dell esposizione a lungo-termine o ripetuta: La sostanza può avere effetti sui polmoni, esitando in fibrosi (silicosi). Questa sostanza è cancerogena per l uomo. Il National Toxicology Program (NTP -USA), nel9 Rapporto del sottocomitato per i cancerogeni (2000) si riporta la dizione noto per essere cancerogeno per l uomo. Peraltro, come evidenziato nell elaborato del gruppo epidemiologia del NIS, l insieme degli studi successivi alla valutazione IARC del 1997, conferma la valutazione espressa dall Agenzia Internazionale per la ricerca sul Cancro. In particolare, il peso dell evidenza di effetti di tipo dose-risposta riportati dagli studi condotti tra gli addetti alla produzione di sabbie silicee in USA (Hughes et al, 2001, Steenland & Sanderson, 2001), tra i lavoratori delle fonderie in Germania (Westberg, 2003) e dalle analisi sistematiche della letteratura epidemiologica (Rice, 2001; Steenland, 2001) e l evidenza del marginale ruolo del fumo di sigaretta (Bruske-Hohlfeld, 2000, Steenland, 2000, Steenland, 2004) quale confondente delle associazioni osservate aggiungono evidenza scientifica al nesso di causalità riconosciuto dalla IARC nel In base a tutte queste valutazioni l esposizione per via inalatoria a silice cristallina libera dovrebbe essere ritenuta cancerogena per l uomo nelle realtà lavorative. 2.2 Proposta di classificazione di pericolo della silice cristallina libera Emerge la necessità che il gruppo di esperti europeo valuti la silice cristallina libera al fine di stabilire una classificazione comunitaria armonizzata per la sostanza quando viene immessa sul mercato, tenendo conto delle particolari caratteristiche intrinseche della silice suddetta. Le tematiche relative alla classificazione di sostanze solide inalabili sotto forma di polveri o di sostanze liquide inalabili sotto forma di aerosol, che agiscono con effetti localizzati sul tratto respiratorio, sono oggetto di discussione già da tempo presso il gruppo di esperti europeo. Quando la frazione respirabile, toracica o inalabile delle particelle risulta rilevante dal punto di vista tossicologico, é importante considerare la correlazione fra la grandezza delle particelle nelle normali condizioni di manipolazione ed uso e le condizioni in cui sono stati prodotti i dati di tossicità provenienti dai saggi sugli animali di laboratorio come pure i dati epidemiologici relativi all uomo. La classificazione, ai fini dell immissione sul mercato, dovrebbe essere correlata a valori dimensionali delle particelle tossicologicamente discriminanti, prevedendo criteri ad hoc per applicare e modulare la normativa di classificazione dei preparati contenenti silice cristallina libera prevedendo, quando ritenuto necessario, anche l esenzione dalla classificazione e/o dalla etichettatura. In assenza di una classificazione ufficiale armonizzata in ambito europeo, si ritiene che la classificazione provvisoria da adottare, da parte dei responsabili dell immissione sul mercato, per i materiali contenenti frazioni di silice cristallina libera respirabile debba esprimere, almeno per quelli commercializzati sotto forma di polveri, quanto meno i rischi per la salute relativi alle proprietà silicotigene e a quelle cancerogene. La conseguente etichettatura di pericolo comporta l apposizione del simbolo di Tossico con il teschio e le tibie incrociate e le frasi di rischio R48/23 e R49 con i relativi consigli di prudenza (frasi S) 2.3 Proposta di inserimento in Allegato VIII al Decreto 626/94 e succ. mod. delle lavorazioni che espongono a silice cristallina libera La prevenzione e protezione da agenti chimici pericolosi prevede l applicazione agli agenti cancerogeni e mutageni del D.Lgs. 626/94 Titolo VII, così come modificato dal D.Lgs. 66/00 e, per quanto ivi non specificato, del Titolo VII-bis, come strutturato dal D.Lgs 25/02, il quale si applica a tutti gli agenti chimici. All art 3 del D.Lgs 66/00 un agente cancerogeno è così definito: 1) una sostanza che risponde ai criteri relativi alla classificazione quali categorie cancerogene 1 o 2, stabiliti ai sensi del decreto legislativo 3 febbraio 1997, n. 52, e successive modificazioni; 2) un preparato contenente una o più sostanze di cui al punto 1), quando la concentrazione di una o più delle singole sostanze risponde ai requisiti relativi ai limiti di concentrazione per la classificazione di un preparato nelle categorie cancerogene 1 o 2 in base ai criteri stabiliti dai decreti legislativi 3 febbraio 1997, n.52, e 16 luglio 1998, n. 285 (sostituito dal D.Lgs 65 del 14 marzo 2003) 3) una sostanza, un preparato o un processo di cui all allegato VIII, nonché una sostanza od un preparato emessi durante un processo previsto dall allegato VIII. Secondo le indicazioni del NIS la definizione di agente cancerogeno si applica alle lavorazioni che possono comportare esposizione a silice cristallina libera nella frazione respirabile. Un elenco non esaustivo di materiali che possono comportare tale esposizione è riportato nell allegato A. Emerge inoltre come opportuno e necessario l inserimento delle lavorazioni che possono esporre a silice cristallina libera nell elenco di cui all allegato VIII al D. Lgs 66/00 mediante Decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e del Ministero della Salute. Frasi di rischio Simbolo R 48/23 R49 Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione. Può provocare il cancro per inalazione S 22 S 38 S 53 Consigli di prudenza Non respirare le polveri. In caso di ventilazione insufficiente, usare un apparecchio respiratorio adatto. Evitare l esposizione - procurarsi speciali istruzioni prima dell uso Tossico 12

13 Linee guida nell esposizione professionale a silice libera cristallina - 1. Normativa 3. Applicazione delle misure di tutela sul lavoro del D.lgs. 626/94 Questo argomento afferisce essenzialmente al D.Lgs. 626/94 e al Testo Unico in materia di sicurezza ed igiene sul lavoro attualmente in gestazione, tuttavia l applicazione degli obblighi relativi trova strumenti fondamentali negli elaborati dei Gruppi del NIS. Da sottolineare inoltre il fatto che le soluzioni tecniche collettive ed anche in parte quelle individuali sono ampiamente condizionate dalle caratteristiche delle diverse lavorazioni. Oltre alle specifiche misure del Titolo VII occorre applicare anche le novità introdotte dal D.Lgs. 25/02 (Titolo VII-bis, Allegati: VIII-ter, VIII-quater, VIII-quinquies, VIII sexties), il cui campo d'applicazione risulta comunque molto ampio perché considera gli agenti chimici presenti durante il lavoro a qualunque titolo (nell impiego, nel deposito, nel trasporto, ecc ) o, per qualunque motivo, tanto volontario quanto indesiderato, derivanti da un attività lavorativa. Secondo l art. 72-ter del D.Lgs. 626/94 le proprietà chimico-fisiche o tossicologiche non definiscono da sole i rischi associati alla presenza di un agente chimico sul luogo di lavoro, ma esse devono essere considerate insieme alle modalità di utilizzo e alla presenza sul luogo di lavoro dell agente stesso. Per individuare la presenza di silice cristallina libera quando essa non è impiegata direttamente come materia prima, ma si sviluppa durante un processo lavorativo, è necessaria una analisi approfondita dei cicli lavorativi, delle macchine e attrezzature che possono implicare emissioni di polveri respirabili di silice cristallina libera, dei preparati impiegati e dei materiali lavorati. Possono risultare utili a tale riguardo le informazioni contenute nelle SDS delle sostanze e dei preparati, impiegati nelle lavorazioni considerate. La SDS è infatti uno strumento fondamentale per l utilizzatore nella valutazione del rischio richiesta dalla applicazione del D.Lgs. 25/02. Vale infatti per tutte le sostanze e i preparati quanto previsto dal comma 4. dell art. 72-quater del D.Lgs. 25/02: fatti salvi gli obblighi di fornire la SDS il fornitore od il produttore di agenti chimici pericolosi è tenuto a fornire al datore di lavoro acquirente tutte le ulteriori informazioni necessarie per la completa valutazione del rischio. Si pone cioè l accento sulla responsabilità delle informazioni, contenute nelle schede di sicurezza che accompagnano i prodotti chimici, diffuse dai responsabili dell immissione sul mercato (fabbricante, importatore, distributore o fornitore), i quali devono essere in grado di stabilire se una sostanza o un preparato debba essere classificato cancerogeno e/o mutageno, inoltre devono informare l utilizzatore anche dei rischi che si possono generare durante le fasi della lavorazione cui il prodotto è destinato. Gli stessi responsabili hanno l obbligo di diffondere nella maniera più chiara possibile tale informazione. 3.1 La valutazione dei rischi 1. Nella valutazione il datore di lavoro deve tener conto di diversi fattori relativi alla silice cristallina libera, in particolare di: la presenza sia come materia prima deliberatamente impiegata o contenuta nelle materie impiegate, sia come sostanza prodotta dalle lavorazioni come intermedio, prodotto finito o scarto. A questo fine, oltre alle informazioni dei fabbricanti e dei fornitori potrebbero essere molto utili le liste: - delle lavorazioni a rischio silice cristallina libera - delle materie prime contenenti silice cristallina libera le proprietà pericolose, desunte dalle informazioni rilasciate dal fabbricante o dal fornitore principalmente tramite la SDS e dalle altre fonti disponibili, come gli elaborarti dei Gruppi di lavoro del N.I.S. e le liste delle malattie di origine lavorativa presenti nel Decreto 27/4/04 del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, che elenca le malattie per cui è obbligatoria la denuncia ai sen dell art. 139 del D.P.R. 30/6/65 n e succ. mod. il livello, il tipo e la durata dell esposizione, tenendo conto se necessario anche dell esposizione cutanea e delle mucose. In questo caso sono molto utili le liste che riportano i dati disponibili, relativi all esposizione nelle diverse lavorazioni le circostanze in cui viene svolto il lavoro, con riferimento all ambiente e ai locali di lavoro, al ciclo tecnologico, al trasporto e allo stoccaggio, le quantità coinvolte e le concentrazioni, la necessità di separazione delle lavorazioni. E particolarmente interessante avere informazioni sulla distribuzione granulometrica, frazione respirabile compresa, dei materiali acquistati e degli intermedi di produzione 9 il valore limite di esposizione professionale, inteso come media ponderata nel tempo, nella zona di respirazione del lavoratore, in relazione al tempo di riferimento fissato. Non sono attualmente in vigore valori limite per la silice cristallina libera nei Decreti nazionali e nelle Direttive europee, sono disponibili tuttavia i valori stabiliti da Istituti di risonanza mondiale, particolarmente autorevoli ed esperti sullo specifico argomento: N.I.O.S.H., O.S.H.A., A.C.G.I.H. (*) hanno espresso un TLV-TWA di 0,050 mg/m 3 per la frazione respirabile. Anche lo S.C.O.E.L., comitato scientifico europeo che elabora i valori limite di esposizione occupazionale ha indicato tale valore nella Raccomandazione per la silice cristallina libera (polvere respirabile) del Giugno 2002.(SCOEL/SUM 194 final) gli effetti delle misure preventive adottate o adottabili le conclusioni tratte dalla sorveglianza sanitaria effettuata. 2. Devono essere puntualmente valutate anche le operazioni di manutenzione, che possono comportare esposizioni significative anche dopo l adozione delle misure specifiche. 3. Le misure di natura collettiva, generali e specifiche, ed i D.P.I. (dispositivi di protezione individuale) valutati come necessari sulla base dei criteri indicati devono essere riportati nel documento di valutazione dei rischi. 4. Nelle lavorazioni della silice indicate come cancerogene il documento che riporta i risultati della valutazione è completato dalle seguenti informazioni: i motivi per cui si impiega la silice cristallina libera le indagini svolte per trovare dei sostituti e l identificazione dei sostituti individuati la quantità di silice cristallina libera impiegata o prodotta il numero dei lavoratori esposti alla silice cristallina libera i risultati del monitoraggio relativo all esposizione alla silice cristallina libera tutte le misure preventive e protettive applicate. 5. Il datore di lavoro aggiorna la valutazione: in occasione di cambiamenti significativi quando i risultati del monitoraggio ambientale lo rendono necessario quando i risultati della sorveglianza sanitaria ne indicano la necessità (*) Nelle proposte di modifica della ACGIH per il 2005 si indica il TLV-TWA di mg/m3 per quarzo e cristobalite (per la frazione respirabile). 9 Gli aerosol della frazione inalabile della silice cristallina sono molto persistenti, particolarmente al chiuso, dove possono diffondersi tra ambienti che comunicano anche in misura limitata. La concentrazione della suddetta frazione non è percepita dai sensi neppure in modo approssimato, Pertanto è particolarmente utile, sia per fissare le condizioni al momento della valutazione, sia per apprezzare in seguito i risultati di cambiamenti impiantistici o di composizione, acquisire i dati di distribuzione granulometrica (ed altri ritenuti necessari per ciascuna lavorazione) delle materie prime, della silice cristallina libera e dei semilavorati, per quanto tecnicamente possibile. Queste informazioni, opportunamente correlate alle composizioni, alle attrezzature impiegate, agli indicatori di efficienza dei controlli ingegneristici ed ai risultati del monitoraggio ambientale possono permettere di valutare più compiutamente ed anche rapidamente i risultati dei cambiamenti apportati conseguiti. 13

14 NIS - Network Italiano Silice / Coordinamento Regioni ISPESL ISS INAIL 6. Quando sono presenti altri agenti chimici pericolosi la valutazione si effettua in base ai rischi conseguenti alla combinazione di tutti gli agenti stessi. 7. Nel caso di un attività che presente esposizione ad agenti chimici pericolosi la stessa può iniziare dopo aver effettuato la valutazione dei rischi ed avere adottato le misure di prevenzione conseguenti. 4. Linea guida per la compilazione della SDS (scheda informativa in materia di sicurezza) per la silice cristallina libera e i preparati che la contengono. In base all articolo 25 del Decreto Legislativo 3 febbraio 1997 n.52 il responsabile della immissione sul mercato una sostanza pericolosa o di un preparato pericoloso deve fornire gratuitamente, su supporto cartaceo o per via elettronica, al destinatario, una scheda informativa in materia di sicurezza in occasione o anteriormente alla prima fornitura; egli è tenuto altresì a trasmettere, ove sia venuto a conoscenza di ogni nuova informazione al riguardo una scheda aggiornata. Una analisi di un certo numero di schede di sicurezza associate a prodotti presenti attualmente sul mercato ha evidenziato una notevole disomogeneità delle informazioni riportate dalle SDS allegate alla silice cristallina libera, e ai preparati che la contengono, qualora presenti. Si ritiene quindi utile fornire suggerimenti per la loro compilazione ai sensi del Decreto del Ministro della Salute del 07/09/2002 come rettificato dal D.M. 12/12/2002. Indicazioni per la compilazione della SDS delle sostanze/preparati contenenti silice cristallina libera in forma polverulenta. Le presenti indicazioni sono state elaborate alla luce e nel rispetto della Guida alla redazione della scheda informativa in materia di sicurezza allegata al D.M. 7 settembre 2002 Recepimento della direttiva 2001/58/CE riguardante le modalità della informazione su sostanze e preparati pericolosi immessi in commercio, alla quale si rimanda per quanto non specificamente trattato. Si ricorda che nella compilazione della scheda di sicurezza per i preparati contenenti, si devono fornire le informazioni previste e le caratteristiche di pericolosità anche per tutte le altre sostanze che lo compongono. Ai fini della classificazione finale del preparato si applicano i Metodi di valutazione dei pericoli per la salute riportati nell Allegato I del D.Lgs 14 marzo 2003 n SCHEDA DI SICUREZZA data compilazione xx-xx-xxxx, revisione n Y Sezione 1) - Identificazione della sostanza/preparato e della società/impresa 1.1. Identificazione della sostanza o preparato Il termine usato per l identificazione deve essere identico a quello riportato sull etichetta ai sensi dell allegato VI del decreto del Ministro della sanità 28 aprile 1997 e successivi aggiornamenti. Possono essere anche indicati, se disponibili, altri sistemi di identificazione. Nel caso delle sostanze è opportuno che già il nome specifichi il più possibile il tipo di materiale, es. sabbia di quarzo, quarzo ventilato 1.2 Utilizzazione della sostanza/preparato Indicare gli usi previsti o raccomandati della sostanza o preparato nella misura in cui sono noti. Quando gli usi possibili sono molti, è sufficiente indicare quelli più importanti o più comuni o che riguardano un settore industriale quando il preparato è ad esso esclusivamente destinato. Indicare brevemente l effettiva funzione del materiale, ad es: - componente di impasti e smalti ceramici, mattoni e fibre refrattarie, per azione del calore reagisce chimicamente con gli altri componenti per la formazione di silicati - come carica o smagrante in smalti a freddo - come rifinitura ceramizzante su pareti 1.3. Identificazione della società/impresa Identificare il responsabile dell immissione sul mercato nella Comunità della sostanza o preparato, sia che si tratti del fabbricante o dell importatore, sia del distributore. Indicare l indirizzo completo e il numero telefonico. Quando il responsabile comunitario non risiede nello Stato membro in cui la sostanza o il preparato viene immesso sul mercato, indicare possibilmente l indirizzo e il numero telefonico del responsabile nello Stato membro interessato Telefono di emergenza Indicare il numero telefonico di emergenza dell impresa e/o del competente organo ufficiale che non è l I.S.S., pur essendo tale Ente depositario dell archivio dei preparati pericolosi, bensì il CAV (Centro Antiveleno), operante sul territorio nazionale, più vicino all area territoriale in cui ha sede l Azienda Sanitaria Locale. Sezione 2) - Composizione/informazione sugli ingredienti Le informazioni devono permettere al destinatario di identificare facilmente i pericoli connessi ai componenti del preparato, mentre i pericoli connessi al preparato nel suo complesso sono indicati nella sezione Non è necessario fornire la composizione completa (natura degli ingredienti e loro concentrazione) benché sia utile una descrizione generale dei componenti e delle loro concentrazioni. In natura la silice cristallina nelle sue varie forme si trova associata, in varia misura, con altri minerali compresi altri composti del silicio. E rilevante distinguere tra silice cristallina e non cristallina e tra la silice cristallina libera (quella di interesse) e la silice costituente i cristalli dei silicati, che non è libera. Sono molto utili anche i dati che descrivono la distribuzione granulometrica dei materiali e della silice cristallina libera, specialmente se significativi in confronto alle caratteristiche dimensionali tipiche delle frazioni inalabile, toracica, respirabile. Può risultare opportuno, da parte dei produttori, citare la regione e le caratteristiche del bacino mineralogico di provenienza, nonché il tipo di estrazione e coltivazione della cava e descrivere sinteticamente gli eventuali processi industriali di frantumazione e macinazione In base al D.Lgs 65/03, per i preparati classificati come pericolosi contenenti silice cristallina libera respirabile, che

15 Linee guida nell esposizione professionale a silice libera cristallina - 1. Normativa risulta classificabile come cancerogena e tossica per inalazione, in relazione agli effetti a lungo termine, si deve citare la sostanza quando la concentrazione raggiunge o supera il limite di concentrazione inferiore: lo 0,1% in peso Si riporta sinteticamente la classificazione della sostanza o delle sostanze contenute nel preparato. Nel caso della silice cristallina libera respirabile, per le forme mineralogiche quarzo e cristobalite, in base a quanto desunto dalla letteratura corrente, la classificazione risultante è: T R48/23- R 49, cioè Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione. Può provocare il cancro per inalazione Il nome e il numero CE (Einecs o Elincs) delle sostanze citate, assieme alle altre varietà cristalline, deve essere riportato conformemente al decreto legislativo 3 febbraio 1997, n. 5). Anche il numero CAS e la denominazione IUPAC (se disponibile) possono essere utili. SILICE CRISTALLINA LIBERA N CE N. di Chemical Abstract Service Nome di Chemical Abstract Service CAS N.: quarzo CAS N.: cristobalite Sezione 3) - Identificazione dei pericoli Riportare in questa sezione la classificazione della sostanza o del preparato derivante dall applicazione delle norme di classificazione di cui al decreto legislativo 3 febbraio 1997, n. 52 o D.Lgs 65/03. Classificazione ed etichettatura: a) Nel caso della silice cristallina libera respirabile, o di un preparato che la contenga in conc 10% Simbolo T R 48/23 Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione. R49 Può provocare il cancro per inalazione. S 22 Non respirare le polveri. S 38 In caso di ventilazione insufficiente, usare un apparecchio respiratorio adatto. S 53 Evitare l esposizione - procurarsi speciali istruzioni prima dell uso. b) Per un preparato contenente silice cristallina libera respirabile in quantità: 1% conc.<10% Simbolo T R 48/20: Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione. R49 Può provocare il cancro per inalazione. S 22 Non respirare le polveri. S 53 Evitare l esposizione - procurarsi speciali istruzioni prima dell uso. c) Per un preparato contenente silice cristallina libera respirabile in quantità: 0.1% conc.<1% Simbolo T R49 Può provocare il cancro per inalazione. S 22 Non respirare le polveri. S 53 Evitare l esposizione - procurarsi speciali istruzioni prima dell uso. Indicare in modo chiaro e conciso i pericoli che la sostanza o il preparato presentano per l uomo o per l ambiente. Specificare che la silice cristallina libera non è presente in All. I alla dir. 67/548/CEE e successivi decreti italiani di recepimento, pertanto la classificazione è a cura del responsabile dell immissione sul mercato. Descrivere i più importanti pericoli di tipo fisico-chimico, gli effetti negativi per la salute e per l ambiente e i sintomi connessi all uso e agli eventuali usi impropri della sostanza o del preparato che possono essere ragionevolmente previsti. Es.: Elevate concentrazioni di polveri causano secchezza ed irritazione degli occhi e del tratto superiore dell apparato respiratorio. L inalazione prolungata delle polveri può causare patologie ostruttive dell apparato respiratorio. L esposizione ripetuta e/o prolungata a polveri respirabili può provocare fibrosi polmonare, silicosi. In alcune condizioni, specialmente durante certi tipi di lavorazioni, l esposizione a quarzo o cristobalite può provocare il cancro polmonare. In generale si ritiene che il rispetto del valore limite di esposizione professionale sia una garanzia importante per la salute degli esposti. Benché i principali effetti sulla salute siano dovuti all esposizione prolungata esiste la possibilità di danni di natura acuta o sub acuta, specialmente per esposizioni molto elevate, in luoghi confinati e in assenza di protezione delle vie respiratorie. Fornire indicazioni sui pericoli per l ambiente ricordando che, in ogni caso, i residui delle lavorazioni industriali devono essere riutilizzati o correttamente smaltiti secondo le norme vigenti; in ogni caso non devono essere abbandonati nell ambiente Sezione 4) - Interventi di primo soccorso Descrivere i corretti provvedimenti di primo soccorso, in caso di contatto con gli occhi e di inalazione di polveri respirabili contenenti silice libera cristallina. Segnalare eventuali esposizioni professionali eccessive e/o incontrollate al medico competente. Sezione 5) - Misure antincendio Nonostante che i materiali silicei siano incombustibili, le sabbie sono anzi utilizzate come materiali estinguenti, occorre rammentare che nel caso si possa sviluppare un incendio, specie se di vaste proporzioni, e siano coinvolte particelle fini, i moti convettivi dell aria possono generare aerosol pericolosi. Sezione 6) - Provvedimenti in caso di dispersione accidentale Per le sostanze o preparati contenenti particelle fini di silice cristallina libera sono necessarie informazioni riguardanti le precauzioni per le persone, come: disponibilità di sufficiente protezione respiratoria, di ventilazione, di controllo delle polveri, prevenzione del contatto con la pelle e con gli occhi; e le eventuali precauzioni ambientali, come: non disperdere nelle acque di superficie o in profondità, non disperdere sul terreno. Per provvedere al recupero in caso di dispersione accidentale indicare se/quando è necessario utilizzare mezzi aspiranti proteggendo le vie respiratorie con opportuni DPI (dispositivi individuali di protezione), comprese le tute usa e getta, per non contaminare gli abiti da lavoro e provocare successivamente inalazione indebita. Fornire all utilizzatore ogni indicazione, riguardante il materiale versato, utile a favorire il riutilizzo produttivo in luogo dello smaltimento come rifiuto. Sezione 7) - Manipolazione e magazzinaggio 7.1. Manipolazione Specificare le tecniche da utilizzare per ridurre l emissione di polveri durante la manipolazione e le misure di controllo per mantenere i livelli al di sotto dei limiti di esposizione consentiti Immagazzinamento Le polveri devono essere conservate in contenitori con chiusura a tenuta, il materiale dell imballaggio deve essere impermeabile alle polveri. Fornire indicazioni per evitare dispersioni durante le operazioni di scarico del materiale (es. svuotamento pneumatico dalle cisterne). 7.3 Impieghi particolari Per prodotti destinati a impieghi particolari, le raccomandazioni dovrebbero vertere in maniera dettagliata e pratica sull impiego o gli impieghi previsti. Se appropriato, indicare norme specificamente approvate a livello di industria o di settore. 15

16 NIS - Network Italiano Silice / Coordinamento Regioni ISPESL ISS INAIL Sezione 8) - Protezione personale / controllo dell esposizione 8.1. Valori limite per l esposizione. Indicare sempre i valori limite di esposizione lavorativa per tutte le sostanze costituenti i preparati, stabiliti dalla normativa nazionale, o in assenza da Associazioni e Organismi internazionalmente accreditati e citando sempre la fonte e l anno dell ultimo aggiornamento. Attualmente non sono stabiliti valori limite comunitari o nazionali per l esposizione professionale a silice cristallina in ambiente di lavoro (VLEP). In loro assenza viene generalmente adottato in Italia il TLV-TWA, sviluppato dalla American Conference of Industrial Hygienists (ACGIH), pari a 0, mg/m3 per la frazione respirabile, sia per il quarzo sia per la cristobalite e la tridimite (anno 2004). Da segnalare che nelle proposte di modifica per la cristobalite è ipotizzato un valore di a 0,025 mg/m 3 Nella colonna degli effetti critici l A.C.G.I.H. segnala per il quarzo i seguenti rischi: silicosi, affezioni polmonari, fibrosi polmonare, cancro; per la cristobalite segnala attualmente i rischi di silicosi, fibrosi polmonare e, nelle proposte di modifica, la stessa categoria di cancerogenicità del quarzo.(**) Fornire informazioni sulle procedure di monitoraggio attualmente raccomandate, segnalando le norme riportate in All. VIIIsexties al D.Lgs. 626/94 (UNI EN 481:1994; UNI EN 482:1998, UNI EN 689:1997, ) e i metodi di campionamento indoor più sperimentati ed accreditati (UNICHIM N. 285; NIS - Linee Guida di Igiene Industriale) Controllo dell esposizione Individuare la gamma completa dei provvedimenti specifici di protezione e di prevenzione che servono a ridurre al minimo l esposizione del personale e dell ambiente Controllo dell esposizione professionale Occorre fornire informazioni idonee e adeguate sui provvedimenti adottati per il controllo dell esposizione anche per consentire che la valutazione del rischio per la salute e la sicurezza dei lavoratori da parte del datore di lavoro sia corretta, esaustiva, efficace; per esempio: luogo di lavoro idoneo per dimensioni, aerazione naturale, separazione delle lavorazioni con diversa esposizione, attrezzature efficaci per il contenimento delle polveri durante le lavorazioni, manutenzione e pulizia degli impianti con mezzi aspiranti, composizioni col massimo tenore di umidità possibile, attrezzature a ciclo chiuso, dispositivi di ventilazione localizzata, dispositivi di protezione individuale (DPI) efficaci in relazione agli organi/apparati corporei esposti ed appropriati per i livelli di esposizione. Queste informazioni devono completare quelle già riportate alla sezione 7.1. In ogni caso i DPI devono essere progettati, fabbricati e marcati in modo conforme al D.Lgs. 475/92, scelti, utilizzati e conservati seguendo quanto stabilito dal D.Lgs. 626/94 al Titolo IV e ai Titoli VII e VII-bis (articoli specifici). Per il rilevante aiuto nella scelta si segnala il D.M.02/05/01 Criteri per l individuazione e l uso dei dispositivi di protezione individuale Protezione respiratoria. L area di lavoro richiede idonei sistemi di ventilazione e la formazione di polvere dovrebbe essere minimizzata e controllata. Se la formazione della polvere non può essere adeguatamente controllata è necessario indossare i dispositivi di protezione quali facciali filtranti, semimaschere filtranti o apparati autonomi di respirazione. Il Decreto Ministeriale 2 maggio 2001, che recepisce la Norma UNI 10720, fornisce le indicazioni per la scelta e l uso degli apparecchi di protezione delle vie respiratorie (APVR). In questa norma vengono fornite indicazioni per graduare la protezione del DPI in funzione della concentrazione ambientale degli agenti chimici e della durata dell esposizione Protezione delle mani. Specificare chiaramente il tipo di guanti da utilizzare per la manipolazione della sostanza o del preparato, e in particolare: il tipo del materiale; la durata limite del materiale costitutivo, tenuto conto dell entità e della durata dell esposizione. Se necessario, indicare qualsiasi altra misura di protezione per le mani, es: in caso di manipolazione diretta frequente è opportuno utilizzare guanti, utilizzando quelli impermeabili per le occasioni strettamente necessarie, privilegiando, per quanto possibile, quelli fatti di materiali che garantiscano una buona traspirazione del sudore, es. tele di cotone. Quanto meno il guanto deve essere conforme alla norma CEN 420: In caso di polverosità elevata, di lunghi periodi di esposizione o di suscettibilità individuali può essere necessario proteggere con opportuni DPI gli occhi (es. maschera intera). Questo DPI deve essere conforme almeno alla norma CEN 136: Protezione della pelle. Qualora sia necessario proteggere altre parti del corpo, oltre alle mani, specificare il tipo e la qualità dell equipaggiamento di protezione richiesto (grembiuli, stivali, indumenti protettivi completi). Se necessario, indicare qualsiasi altra misura per la protezione della pelle nonché specifiche misure a carattere igienico. per es: in caso di esposizioni rilevanti, tenendo conto del comfort termico, occorre proteggere il corpo contro la penetrazione della polvere con tute che ricoprono gli abiti di lavoro ed eventualmente il capo, anche per evitare che essi si impregnino di polvere che viene poi rilasciata ed inalata. Per questo motivo è necessario che questi DPI, gli abiti da lavoro e gli abiti civili siano puliti e custoditi separatamente. Gli indumenti non a tenuta efficaci contro la penetrazione della polvere sono definiti di Tipo Nel caso sia necessario privilegiare il comfort termico a scapito della tenuta al passaggio delle particelle è possibile utilizzare tessuti permeabili all aria 12. Sezione 9) - Proprietà chimiche e fisiche Per consentire l adozione delle corrette misure di controllo, fornire tutte le informazioni pertinenti sulla sostanza o preparato, in particolare quelle di cui alla sezione Informazioni generali Aspetto: Indicare lo stato fisico (solido, liquido, gassoso) ed il colore della sostanza o del preparato così come viene fornito. Odore:Qualora sia percepibile, descrivere brevemente l odore Importanti informazioni, sulla salute umana, la sicurezza e l ambiente PH: indicare il ph della sostanza o del preparato come fornito, o in soluzione acquosa; in quest ultimo caso, indicare la concentrazione. (**) Nel libretto della ACGIH del 2005, per quarzo e cristobalite, è adotatto il TLV-TWA di 0,050 mg/m 3 (con la notazione A2) per la frazione respirabile; nelle proposte di modifica è indicato il valore di mg/m 3 per entrambe le specie. 10 Questo valore limite è ulteriormente accreditato dalla proposta contenuta nella Raccomandazione finale dallo SCOEL, datata Giugno 2003, di un OEL analogo 11 norma tecnica di riferimento EN ISO :2004. Ratified 11/12/2004. Protective clothing for use against solid particulates - Part 1: Performance requirements for chemical protective clothing providing protection to the full body against airborne solid particulates (type 5 clothing) 12 DM 01/05/2001 Criteri per l individuazione e l uso dei dispositivi individuali di protezione (DPI) ; UNI 9609:1990 numero

17 Linee guida nell esposizione professionale a silice libera cristallina - 1. Normativa Punto/intervallo di ebollizione: 2230 C (quarzo) Punto di fusione: 1610 C (quarzo) Punto di infiammabilità: Infiammabilità (solidi, gas): Proprietà esplosive: Proprietà comburenti: Pressione vapore: Densità relativa: Solubilità: idrosolubilità: liposolubilità (solvente - grasso da specificare) : Coefficiente di ripartizione: n-ottanolo/acqua: Viscosità: Densità di vapore: Velocità di evaporazione. In molti casi le proprietà potrebbero non essere fisicamente determinabili, in tal caso deve essere segnalata la non applicabilità (n.a.) a fianco della proprietà Altre informazioni. Per la silice cristallina libera è sicuramente rilevante l informazione sulla distribuzione dimensionale delle particelle, ad es. si può fare riferimento, per quanto praticabile, alle percentuali di intervalli granulometrici che sia possibile confrontare con i valori significativi delle frazioni inalabile, toracica, respirabile, es.: fino a 100 micrometri, fino a 30 micrometri, fino a 10 e a 4 micrometri. Sezione 10) - Stabilità e reattività Descrivere la stabilità della sostanza o del preparato e la possibilità che in determinate condizioni si verifichino reazioni pericolose, anche in caso di dispersione nell ambiente. Nota - Considerare in particolare: Reagisce violentemente con ossidanti forti (es. trifluoruro di cloro) generando il pericolo di fiamme o esplosione. Si scioglie in acido fluoridrico liberando tetrafluoruro di silicio, gas molto tossico e corrosivo. Sezione 11) - Informazioni tossicologiche L esposizione a silice cristallina libera può provocare effetti sanitari negativi a carico dell apparato respiratorio, ma anche di altri organi. Tra gli effetti respiratori la silicosi è la patologia lavorativa più conosciuta. Altre gravi patologie sono state associate all esposizione a silice cristallina, come artrite reumatoide, scleroderma, lupus e malattie renali. La silice cristallina libera respirabile è stata classificata nel Gruppo 1 come cancerogeno per l uomo dall Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC, 1997). Sezione 12) - Informazioni ecologiche Descrivere i possibili effetti, comportamenti e trasformazioni nell ambiente della sostanza o del preparato, nell atmosfera, in acqua e/o nel terreno. Ove disponibile, indicare i risultati di eventuali test pertinenti. Sezione 13) - Osservazioni sullo smaltimento Indicare le eventuali disposizioni regionali, nazionali e/o comunitarie in vigore. Raccomandare e, se note, fornire le indicazioni per il riutilizzo dei materiali nella lavorazione di competenza o in altri comparti ed il riutilizzo/smaltimento degli imballaggi, previa efficace pulizia dei medesimi tramite attrezzature e procedure di lavoro compatibili con ridotti livelli di esposizione, e nel rispetto delle norme vigenti. In base alla classificazione del materiale contenente silice cristallina libera respirabile il rifiuto può risultare un rifiuto pericoloso e come tale deve essere smaltito in discariche speciali. Qualora non risultasse pericoloso il rifiuto potrebbe essere conferito a discariche autorizzate per lo smaltimento di rifiuti industriali. Specificare comunque i metodi idonei per lo smaltimento della sostanza o preparato nonché degli eventuali imballaggi contaminati avendo cura di ricordare che deve essere evitata la generazione degli aerosol e la dispersione (incenerimento, riciclaggio, discarica, ecc.). Ad esempio, se il materiale siliceo non è stato preventivamente bagnato o inertizzato in altro modo, il rifiuto polverulento dovrà essere smaltito in contenitori sigillati ed opportunamente etichettati. Sezione 14) - Informazioni sul trasporto Indicare tutte le precauzioni particolari di cui un utilizzatore deve essere consapevole e che deve applicare per quanto concerne il trasporto o il trasferimento all interno o all esterno dell azienda. In particolare segnalare che non sono idonei mezzi che provocano dispersione. Ove pertinenti, fornire informazioni sulla classificazione di trasporto per ciascuno dei regolamenti modali: IMDG (via mare), ADR (su strada, decreto del Ministro dei trasporti 4 novembre 1996, RID (per ferrovia, decreto legislativo del 13 gennaio 1999 n. 41, ICAO/IATA (via aria). Tali informazioni possono comprendere fra l altro: numero UN classe denominazione corretta per la spedizione gruppo di imballaggio inquinante marino altre informazioni applicabili. Sezione 15) - Informazioni sulla normativa 1) Riportare le informazioni in materia di salute, sicurezza e ambiente che figurano sull etichetta in applicazione del decreto legislativo 3 febbraio 1997, n. 52 e del D.Lgs 65/03 2) Citare ulteriori disposizioni nazionali pertinenti: - D.P.R. 303/56 - Norme generali per l igiene del lavoro - - D.P.R. 203/88 - Attuazione delle direttive CEE numeri 80/779, 82/884, 84/360 e 85/203 concernenti norme in materia di qualità dell aria, relativamente a specifici agenti inquinanti, e di inquinamento prodotto dagli impianti industriali, ai sensi dell art. 15 della legge 16 aprile 1987, n D.Lgs. 475/82 - Attuazione della direttiva 89/686/CEE del Consiglio del 21 dicembre 1989, in materia di ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative ai dispositivi di protezione individuale. - - D.M. 02/05/01 - Criteri per l individuazione e l uso dei dispositivi di protezione individuale (DPI) - D.Lgs. 626/94 - Attuazione delle direttive 89/391CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE e 90/679/CEE, 93/88/CEE, 97/42/CE e 1999/38/CE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori durante il lavoro. - - D.Lgs. 22/97- Attuazione delle direttive 91/156/CEE sui rifiuti, 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi e 94/62/CE sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio - D.M. 27/04/04 Elenco delle malattie professionali per cui è obbligatoria la denuncia ai sensi dell art. 139 del D.P.R. 1124/965 e succ.mod. Sezione16) - Altre informazioni Classificazione ed etichettatura: Indicare qualsiasi altra informazione di rilievo per la salute e la sicurezza degli utilizzatori e la protezione dell ambiente, ad esempio: elenco delle pertinenti frasi R). Riportare il testo integrale di eventuali frasi R) di cui alle sezioni 2 e 3 della scheda dati di sicurezza; 17

18 NIS - Network Italiano Silice / Coordinamento Regioni ISPESL ISS INAIL avvertenze di formazione professionale; eventuali restrizioni consigliate (ossia raccomandazioni non obbligatorie del fornitore); ulteriori informazioni (documentazione di riferimento e/o punti di contatto tecnico); fonte dei dati utilizzati per la compilazione della scheda dati di sicurezza; in caso di revisione di una scheda dati di sicurezza, indicare chiaramente le informazioni aggiunte, eliminate o modificate (a meno che queste informazioni non siano state fornite altrove). Il responsabile della immissione sul mercato è inoltre tenuto a fornire informazioni aggiuntive su richiesta pertinente dell utilizzatore qualora non contenute nella scheda di sicurezza, secondo quanto riportato dal D.Lgs. 626/94 titolo VII-bis art.72- quater comma 4: Fermo restando quanto previsto dai decreti legislativi 3 febbraio 1997, n. 52, e 16 luglio 1998, n. 285, e successive modifiche, il fornitore o il produttore di agenti chimici pericolosi è tenuto a fornire al datore di lavoro acquirente tutte le ulteriori informazioni necessarie per la completa valutazione del rischi. 18

19 Linee guida nell esposizione professionale a silice libera cristallina - 1. Normativa ALLEGATO A SILICE LIBERA NEI MATERIALI NATURALI ED ARTIFICIALI Di seguito, vengono riportati i dati raccolti dalla bibliografia (*), circa la presenza di silice libera cristallina nei materiali naturali ed artificiali. I simboli utilizzati sono: c med = concentrazione media c min = concentrazione minima σ = deviazione standard c max = concentrazione massima I valori tabellati si riferiscono alla silice libera cristallina, per solito sotto forma di quarzo. Note sono riservate all eventuale segnalazione di silice amorfa, calcedonio, cristobalite e tridimite, nonché ad alcuni inevitabili rimandi. Materiali Silice libera cristallina c med σ c min c max Note Abrasivi v. mole, nastri e tele, paste Alabastri ass. Andesiti 5 ass. 6 Andesiti basaltiche 2 ass. 3 Anfiboliti ass. Ardesie Arenarie 36,8 6, Argille 21,9 7, Argille per laterizi 27,5 5,23 Basalti ass. Bauxite ass. 10 Bentonite ass Cristobante con quarzo e forse a volte tridimite; presente anche opale Beole Besimauditi Brecce v. testo Calcari 0,2 0,2 ass. 17 v. anche tab. 20 Calcefiri ass. 8 Calcescisti ass. 8 Calci aeree 0,29 1,11 ass. Calci idrauliche Caolini per carta 0,96 1,06 ass. 3,4 Caolini per gomma 4,68 7,70 ass. 28 Carboni fossili ass. 4 Cementi 1,08 2,96 ass. 15 Ceramiche a pasta bianca impasto prodotto finito 6 25 Ceramiche a pasta colorata impasto 25 prodotto finito 22,5 8,9 Ciottolati v. testo Clinker di cemento ass. Cloritescisti ass. Conglomerati v. testo Coke da gas e metallurgico ass. 0,5 Coke di petrolio ass. Daciti Diabasi ass. Diaspri Calcedonio Diatomiti ass. 3 ed inoltre 80% opale Dioriti 5 ass. 6 Dolomie 0,2 0,2 ass. 8 (*) da la silice libera in natura e nei prodotti artificiali, G. Cascinai, G. Ripanucci, U. Verdel; Collana di Monografie Tecniche sulle malattie professionali, 1; edizioni INAIL pag

20 NIS - Network Italiano Silice / Coordinamento Regioni ISPESL ISS INAIL Materiali Silice libera cristallina c med σ c min c max Note Eclogiti ass. Elettrodi per saldatura (rivestimenti) tracce Eufotidi ass. Evaporiti v. gessi e sali alcalini Faenze v. ceramiche a pasta colorata Farine fossili ass. 3 ed inoltre 80% opale Farine fossili calcinate 60 cristobalite Filladi Fire clay v. ceramiche a pasta colorata Flussi per saldatura tracce Fosforiti 1,7 1,2 ass. 5 Ftaniti calcedonio Gabbri ass. Gabbrodioriti 2 ass. 3 Gessi naturali tracce ass. 1 Gessi cotti 0,24 0,70 ass. Ghiaie v. testo Ghiandoni Gneiss Grafiti 2 10 Graniti Granodioriti Grès v. ceramiche a pasta colorata Kinzigiti Labradoriti ass. Laterizi 28,8 5, Latiti ass. Lecititi ass. Lherzoliti ass. Lipariti Lolla di riso (ceneri) tridimite ed inoltre 20 30% SiO2 amorfa Maioliche v. ceramiche a pasta colorata Marmette v. testo Marmi Marne 8,3 8,2 ass. 34 Melafiri ass. Micascisti Miniere (rocce incassanti e mineralizzazioni) Mole abrasive 0,63 1,70 ass. 2,5 Monzoniti ass. Nastri e tele abrasive 0,16 1,38 ass. 1,5 Occhialini Ofioliti ass. Pantelleriti Paste abrasive ass. 65 I Famiglia (40%) ass. II Famiglia (20%) 7,1 5,0 III Famiglia (25%) 27,9 7,6 IV Famiglia (15%) 48,6 6,2 Peperini ass. Perliti ass. Pomici 2 ed inoltre 20% SiO2 vetrosa Porcellane v. ceramiche a pasta bianc Porfidi quarziferi

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