Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione
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- Tiziano Calabrese
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1 ALBERGHI E RISTORANTI Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione Nel primo grafico viene rappresentata la crescita del settore del commercio; come misura dell attività si utilizza il valore aggiunto a valori concatenati, ovvero espresso in termini reali (depurato cioè dall inflazione specifica del settore). 1 Il settore degli alberghi e dei pubblici esercizi rappresenta una quota non trascurabile dell economia italiana: nell ultimo decennio il settore ha prodotto in media circa il 3.7 per cento del Pil. La dinamica del valore aggiunto nell ultimo ventennio ha mostrato un trend decisamente crescente. Il settore degli alberghi e ristoranti, fortemente legato al turismo, ha conosciuto un forte sviluppo; ma l espansione del settore riflette anche il cambiamento delle abitudini di consumo delle famiglie italiane, che in modo crescente hanno spostato parte dei consumi alimentari verso i pasti consumati fuori casa. La crescita nella seconda metà degli anni novanta era stata piuttosto vivace, a tassi di incremento medio annuo del 3.8 per cento; nel periodo successivo, tra il 2001 ed il 2005, si è osservata l unica fase di debolezza dell attività dell ultimo ventennio: il valore aggiunto del settore si è infatti ridotto, ad un tasso dell 1 per cento in media all anno. La contrazione è stata particolarmente intensa nella prima parte del periodo, riflettendo anche la battuta d arresto del turismo internazionale all indomani dell 11 settembre, oltre ad una fase di stagnazione dei consumi interni. A partire dal 2004 l attività produttiva del settore ha ricominciato a crescere: tra il 2006 ed il 2010 il valore aggiunto è aumentato mediamente dello 0.8 per cento all anno, recuperando la flessione precedente. La crisi non ha risparmiato il settore degli alberghi e dei ristoranti, ma la caduta registrata è stata contenuta, pari al 2.6 per cento nel Il valore aggiunto è definito, per ogni impresa, come la differenza tra il valore della sua produzione e il valore dei beni intermedi utilizzati. La somma dei valori aggiunti per le imprese operanti in un determinato comparto produttivo rappresenta il valore aggiunto settoriale. Mediante la tecnica del concatenamento, utilizzata nella contabilità nazionale a partire dal 2005, si è introdotta un indicatore delle variazioni di volume che non tenga conto solo dei valori assunti in due momenti precisi (l anno corrente e quello base), ma che sia in grado di incorporare l andamento complessivo del fenomeno nell intervallo di tempo considerato. 1
2 In prospettiva sembra di poter affermare che le tendenze mostrate negli ultimi decenni dal settore, al di là delle oscillazioni cicliche, verranno mantenute nel medio periodo. Nel periodo tra il 2011 ed il 2015 il valore aggiunto del settore è previsto crescere dell 1.7 per cento all anno. Valore Aggiunto (*) Variazioni % annue 10,0 8,0 6,0 4,0 2,0 0,0-2,0-4,0-6, (*) A prezzi costanti La produttività del lavoro è un altra variabile di rilievo al fine di cogliere le tendenze di ciascun settore dell economia. La produttività 2 del settore ha mostrato una dinamica sostanzialmente in crescita per tutti gli anni novanta, per effetto di una razionalizzazione. Con il nuovo decennio, invece, si è evidenziata un inversione di tendenza; nel periodo tra il 2001 ed il 2005 la produttività si è ridotta mediamente del 3.3 per cento all anno. La flessione da una parte rifletteva la contrazione dell attività (si è verificato pertanto labour hoarding, dato che i livelli occupazionali non sono stati interessati dalla recessione settoriale, che ha avuto effetti solo sull utilizzo della manodopera); dall altra non si può trascurare che la peculiare crescita degli occupati, contestualmente alla flessione del valore aggiunto, potrebbe probabilmente nascondere fenomeni legati all emersione e alla regolarizzazione. Il settore è infatti uno ad elevata incidenza di lavoro immigrato. La produttività del settore degli alberghi e dei ristoranti ha ripreso a migliorare in occasione della ripresa della seconda metà degli anni duemila; tra il 2006 ed il La produttività del lavoro è misurata dal valore aggiunto per unità di lavoro. Incrementi di produttività permettono di conseguire determinati livelli produttivi con un minor fabbisogno di lavoro. In altre parole, la produttività aumenta se l occupazione cresce a ritmi inferiori a quelli del prodotto. 2
3 è infatti aumentata in media dell 1 per cento all anno. Una lieve flessione, che però non ha modificato le tendenze di fondo, si è rilevata nel 2009, in occasione della crisi, quando la produttività si è ridotta dell 1.3 per cento. In prospettiva, dato anche il contributo favorevole derivante dal progresso (organizzativo e garantito dalle nuove tecnologie), la dinamica della produttività del settore dovrebbe continuare a muoversi lungo un trend crescente. Tra il 2011 e il 2015 la produttività è prevista crescere a tassi medi annui dell 1 per cento. Produttività del lavoro Livello, 1980=1 1,1 1,0 1,0 0,9 0,9 0,8 0,8 0,7 0,7 0, Nel terzo grafico si confronta l andamento dell occupazione con quello degli equivalenti a tempo pieno, ovvero le unità di lavoro 3. Le unità di lavoro impiegate nel settore degli alberghi e ristoranti hanno mostrato una dinamica crescente fino al Anche durante la fase di recessione dell attività del settore, ad inizio degli anni duemila, la domanda di lavoro aveva infatti continuato a crescere, ad un tasso medio annuo del 2.3 per cento, sostanzialmente simile a quanto osservato nel periodo L unità di lavoro rappresenta la quantità di lavoro prestata da un occupato a tempo pieno, oppure la quantità di lavoro equivalente prestata da lavoratori a tempo parziale o che svolgono un doppio lavoro, al netto della Cassa Integrazione. Le unità di lavoro sono dunque utilizzate come unità di misura del volume di lavoro impiegato nella produzione dei beni e servizi; con tale misura si tiene conto delle variazioni dell orario di lavoro. 3
4 L andamento è andato invece moderandosi nella seconda parte del decennio; gli incrementi nella produzione sono stati effettuati utilizzando in maniera più intensiva l input di lavoro (ovvero, aumentando la produttività). Le unità di lavoro sono rimaste pressoché stagnanti; nel periodo tra il 2006 ed il 2010 il tasso di variazione media annua è stato del 0.2 per cento. La crisi ha comportato una riduzione complessiva del 1.9 per cento della domanda di lavoro nel biennio Nel 2010 si è invece osservato un modesto recupero. La dinamica occupazionale è apparsa più vivace di quella delle unità di lavoro, anche nelle fasi più recenti, probabilmente grazie alla crescente diffusione del lavoro a tempo parziale. Durante la crisi, però l occupazione è caduta più di quanto sia ridotta la domanda di lavoro. In prospettiva, la ripresa dell attività dovrebbe trainare la domanda di lavoro, nonostante i recuperi di produttività: il tasso medio annuo di variazione nel periodo è dello 0.7 per cento. Nello stesso periodo l occupazione è prevista crescere ad un tasso lievemente superiore, dell 1.2 per cento in media all anno. Nel 2015, nel settore degli alberghi e ristoranti saranno stati creati circa 73 mila posti di lavoro in più rispetto al Occupati totali - Unità di lavoro Livello, migliaia 1700 Unità di lavoro Occupati totali
5 L andamento degli aggregati professionali al 2015 La tabella che segue distribuisce la previsione dell occupazione al 2015 per i Grandi Gruppi professionali della Classificazione delle Professioni ISTAT CP L'occupazione al 2010 e le previsioni al 2015 GRANDI GRUPPI PROFESSIONALI*** Legislatori, dirigenti e imprenditori Professioni intellettuali ad elevata specializzazione Tecnici Professioni amministrative e di ufficio Professioni relative alle vendite ed ai servizi alle famiglie Artigiani, agricoltori e operai specializzati Conduttori di macchinari e impianti Professioni non qualificate Numero occupati Variazione 2010* 2015** ** Totale occupazione *Dati riproporzionati sui valori di Contabilità Nazionale **Previsioni ISFOL-IRS basate su proiezioni metodo dei coefficienti fissi e metodo delle variazioni sempice (media ponderata ***Si riportano i grandi gruppi professionali rlevanti per il settore Fonte: elaborazioni ISFOL-IRS su microdati Istat Forze di Lavoro e previsioni ISFOL-REF 5
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