Il Sistema di Welfare nella Regione Friuli Venezia Giulia. Miriam Totis Bari 7 aprile 2011
|
|
- Diana Castelli
- 8 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 Il Sistema di Welfare nella Regione Friuli Venezia Giulia Miriam Totis Bari 7 aprile 2011
2 L.R. 33/1988 Piano socioassistenziale della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia L.R. 6/2006 "Sistema integrato di interventi e servizi per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza sociale"
3 L.R. 6/2006 "Sistema integrato di interventi e servizi per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza sociale"
4 L.R. 6/2006 Con questa legge la Regione Friuli Venezia Giulia ha inteso potenziare il proprio sistema di protezione sociale, in armonia con quanto stabilito dalla L 328/2000 con le previsioni della riforma del capo V della Costituzione, in un ottica di innovazione delle norme regionali degli anni di raccordo con le più recenti norme regionali di settore e di sistema con un attenzione anche a quanto si veniva profilando relativamente alla legislazione in materia di famiglia,sostanziatosi poi nella LR 11/06 ed in materia di cooperazione sociale (LR 20/06)
5 L.R. 6/2006 Si parte dalla consapevolezza che le profonde trasformazioni sociali fanno sorgere: NUOVI PROFILI DI RISCHIO NUOVE DOMANDE SOCIALI Vanno considerate variabili quali: Le dinamiche demografiche (progressivo invecchiamento della popolazione,allungamento della vita media,tendenza a non fare figli e conseguente denatalità, immigrazioni) I cambiamenti nelle forme di convivenza (diminuzione dei matrimoni, aumento dei divorzi e delle separazioni, pluralità delle forme familiari) Le trasformazioni del sistema produttivo (flessibilità,precarietà) L inadeguatezza del sistema d offerta dei servizi
6 L.R. 6/2006 Si parla di BEN ESSERE sviluppo e conservazione delle capacità fisiche crescita di sapere e conoscenza capacità di affrontare positivamente le responsabilità quotidiane capacità di conoscere e coltivare le risorse personali e di essere membri attivi della società capacità di svolgere un lavoro qualificato e di poter contare su di una soddisfacente vita di relazione.
7 L.R. 6/2006 Si parla di persone che non sono più soggetti passivi cui garantire il completo benessere fisico, psichico e sociale, bensì attori alla continua ricerca del loro miglior equilibrio possibile (individualizzazione) e di una nuova lettura dei bisogni che consideri la promozione dell agio, dando risposta ai bisogni diffusi delle persone, delle famiglie e delle comunità la prevenzione delle cadute di normalità e il contrasto del disagio, dando risposta ai bisogni speciali delle persone, delle famiglie e delle comunità
8 L.R. 6/2006 TARGET DELL INTERVENTO DI PROTEZIONE SOCIALE ESCLUSIONE CONCLAMATA: ASSISTENZA TUTELA...aiutare chi è in difficoltà... DISAGIO DIFFUSO A RISCHIO DI ESCLUSIONE: PREVENZIONE...prevenire il disagio e l esclusione... DISAGIO NELLA NORMALITÀ: PROMOZIONE, AZIONI POSITIVE...migliorare la qualità della vita di tutti tutelando il diritto al ben-essere sociale singoli individui/famiglie con patologie sociali o psicosociali in atto, con fenomeni di disadattamento, devianza, emarginazione, abusi, maltrattamenti etc. gruppi di popolazione a rischio di esclusione quali anziani soli e famiglie mononucleari senza riferimenti protettivi, adolescenti e giovani senza progettualità, persone isolate in difficoltà psico-relazionali, nuclei familiari con gravi carichi assistenziali (disabilità, patologie) fasce di popolazione in relazione ai cicli vitali dell individuo e delle famiglie in risposta ai bisogni di vita quotidiana e nei diversi momenti dell esistenza, in relazione all età, alla presenza di responsabilità familiari o all esigenza di conciliare queste ultime con quelle lavorative I. D Eliso
9 L.R. 6/2006 La LR 6/2006 disciplina sia il riordino del settore di protezione sociale, sia l avvio di un processo finalizzato all integrazione complessiva delle politiche di Welfare. La norma si compone di 4 Titoli e di 67 articoli. IL TITOLO I definisce le Finalità e i Principi generali ; in particolare, all art. 1 (Finalità), si affida alla Regione Friuli Venezia Giulia il compito di rendere effettivi i diritti di cittadinanza sociale attraverso la realizzazione di un sistema organico ed integrato di interventi e di servizi. Si garantisce inoltre l integrazione delle politiche di Welfare, in senso ampio, considerando tutte quelle politiche spalmate per competenza in diversi segmenti dell amministrazione regionale quali ad esempio le politiche abitative, dei trasporti, della formazione e del lavoro,dell istruzione e dell immigrazione
10 L.R. 6/2006 IL TITOLO II, ridisegna il sistema integrato dei servizi sociali in Regione e, pur assumendo un ottica di continuità con la precedente normativa, si pone l obiettivo di innovare, attraverso politiche propulsive, un impianto per alcuni aspetti superato e di rilanciare un sistema di servizi e prestazioni capace di garantire un ampia gamma di servizi ai cittadini. In questo Titolo si affrontano i temi dei destinatari e dell accesso al sistema integrato dei servizi e delle prestazioni, dell organizzazione territoriale, dei metodi di programmazione, concertazione e partecipazione, dell autorizzazione, accreditamento e dell affidamento dei servizi, delle risorse umane e degli strumenti di finanziamento del sistema.
11 L.R. 6/2006 Nel TITOLO III sono descritte in dettaglio le aree di intervento del sistema ed è affrontato il tema dell integrazione sociosanitaria. La nuova legge assume un ottica di raccordo con le norme regionali, che già regolano specifici settori d intervento piuttosto che le modalità di integrazione sociosanitaria: essa si prefigge quindi l obiettivo di contemperare le politiche nei diversi settori con la legge di sistema onde evitare sovrapposizioni.
12 L.R. 6/2006 Aree di intervento del sistema integrato: famiglie infanzia e adolescenza persone anziane persone con disabilità immigrati contrasto alle dipendenze tutela della salute mentale persone a rischio di esclusione sociale persone detenute ed ex detenute persone senza fissa dimora tempi di cura, tempi di lavoro e tempi delle città Nel titolo III sono inseriti anche i programmi speciali di sostegno al reddito. Il TITOLO IV, infine definisce le norme transitorie e finanziarie.
13 IL MODELLO DI WELFARE PER IL FRIULI VENEZIA GIULIA Welfare universalistico selettivo: universalità nell accesso ai servizi, con priorità di risposta a favore delle fasce deboli Integrazione delle politiche Associazionismo, sussidiarietà, responsabilità e autoorganizzazione come circuito per l uscita dal bisogno Salvaguardia del principio di libera scelta accompagnamento attraverso una regia pubblica di accesso alla rete dei servizi e degli interventi sociali
14
15 Qualcosa cambia Nel 2008, con il cambio di legislatura, sono avvenuti importanti cambiamenti nel sistema di welfare che hanno introdotto e/o modificato alcune delle norme vigenti. Diverse norme regionali hanno di fatto ristretto il diritto di accesso (V. es. LR. n. 18/2008 Norme per la valorizzazione della residenza e dell attività lavorativa in Italia e in regione nell accesso ai servizi dello stato sociale o regolamento per il fondo regionale di solidarietà) introducendo il concetto di residenzialità nella Regione FVG.
16 I destinatari Norme integrative in materia di diritto alla studio Fondo diretto all'abbattimento delle rette a carico delle famiglie per l'accesso ai servizi per la prima infanzia Riordino degli interventi regionali in materia di edilizia residenziale pubblica Regolamento Fondo di solidarietà Sono ammessi le persone nel cui nucleo familiare almeno uno dei genitori risieda o presti attività lavorativa da almeno cinque anni, anche non continuativi, sul territorio nazionale, di cui uno in regione Sono ammessi i nuclei familiari in cui almeno un genitore risieda o presti attività lavorativa da almeno un anno in regione I beneficiari degli interventi di edilizia convenzionata, agevolata e sostegno alle locazioni risiedono o svolgono attività lavorativa da almeno dieci anni, anche non continuativi, sul territorio nazionale, di cui uno in regione Destinatari dell intervento sono i cittadini comunitari residenti in Regione da almeno trentasei mesi, che presentano una situazione reddituale, determinata con ISEE, di valore pari o inferiore a 7.764,65 euro e si trovino in condizioni di disagio, di rischio sociale e di emarginazione, nonché quelle dei nuclei familiari con presenza di minori o dei nuclei monoparentali.
17 LR 24/2009 Hanno diritto ad accedere agli interventi e ai servizi del sistema integrato tutti i cittadini comunitari residenti in regione da almeno trentasei mesi Il comma 2 relativo al diritto delle prestazioni da parte degli stranieri e degli apolidi viene abrogato Il comma 3 è sostituito come segue: Tutte le persone comunque presenti sul territorio regionale hanno diritto agli Lo stesso governo ha presentato ricorso alla corte costituzionale per una pronuncia sull anticostituzionalità della norma interventi di assistenza previsti dalla normativa statale e comunitaria vigente Il comma 4 viene così modificato Gli interventi e i servizi di cui al comma 1 sono garantiti dal Comune di residenza. Per l'assistenza ai cittadini italiani temporaneamente presenti spetta il diritto di rivalsa nei confronti del Comune di residenza Al comma 5 viene aggiunto che il limite dei 36 mesi non opera per i benefici previsti dall'articolo 6, relativamente al sostegno dei minori.
18 L.R.12/2010 Hanno diritto agli interventi e ai servizi del sistema integrato le persone residenti in regione indicate di seguito: a) i cittadini italiani b) i cittadini di Stati appartenenti all U.E. regolarmente soggiornanti in Italia ai sensi del D. Lgs. 30/2007, a eccezione dei casi previsti dall art.19, comma 3, del medesimo decreto legislativo c) gli stranieri individuati dall art.41 del D. Lgs. 41/1998 d) i titolari dello status di rifugiato e dello status di protezione sussidiaria di cui all art. 27 del D.Lgs n. 251/2007 Ai profughi, agli stranieri e agli apolidi sono garantite le prestazioni previste dall' art2, comma 1 della L.328/2000.
19 L.R.12/2010 Con sentenza della Corte costituzionale Hanno diritto ad accedere agli interventi e ai servizi del sistema integrato, anche n. se 40 non del 7 in febbraio possesso 2011, del requisito della residenza, è stata i minori dichiarata stranieri l'illegittimità nonché costituzionale donne straniere in stato di gravidanza e le donne nei sei mesi successivi alla dell articolo 4 sull accesso ai servizi, nascita del figlio cui provvedono. nella versione derivante dalle modifiche Le persone comunque presenti sul territorio regionale possono accedere apportate agli dall'art. interventi 9, commi e ai 51, servizi 52 e del 53, sistema L.R. 24/2009, integrato allorché si trovino in situazioni tali da esigere interventi non differibili destinata e non sia a possibile discriminare indirizzarli fra i fruitori ai corrispondenti servizi della regione o dello Stato di appartenenza. in quanto introduce inequivocabilmente una preclusione el sistema integrato dei servizi concernenti L'assistenza provvidenze alle persone sociali per le fornite quali dalla si renda Regione necessario il ricovero stabile presso strutture residenziali rimane di i cittadini extracomunitari in quanto tali, competenza del Comune nel quale esse hanno la residenza prima del ricovero. nonché i cittadini europei non residenti da almeno 36 mesi. Per gli interventi e i servizi di cui al presente articolo spetta il diritto di rivalsa nei confronti del Comune di residenza.
20 Accesso al sistema Per quanto riguarda l accesso al sistema le persone usufruiscono delle prestazioni e dei servizi del sistema integrato in relazione alla valutazione professionale del bisogno e alla stesura di un progetto assistenziale individualizzato, definito d'intesa con la persona destinataria degli interventi ovvero con i suoi familiari, rappresentanti, tutori o amministratori di sostegno.
21 Accesso al sistema Il Servizio sociale dei Comuni in raccordo con i distretti sanitari, attua forme di accesso unitario ai servizi del sistema integrato, al fine di assicurare: a) l'informazione e l'orientamento rispetto all'offerta di interventi e servizi; b) la valutazione multidimensionale del bisogno, eventualmente in forma integrata; c) la presa in carico delle persone; d) l'integrazione degli interventi; e) l'erogazione delle prestazioni; f) la continuita' assistenziale.
22 Accesso al sistema Le persone possono essere chiamate a compartecipare alla spesa di prestazioni e servizi o ad accedere a determinati benefici di legge a seconda del valore dell ISEE in possesso. Prestazione Limite accesso ISEE Fondo per l autonomia possibile e l assistenza a lungo termine ,00 Fondo diretto all abbattimento delle rette a ,00 carico delle famiglie per l accesso ai nidi d infanzia Fondo di solidarietà regionale 7.764,65 Fondo finalizzato al sostegno a domicilio di persone in situazioni di bisogno assistenziale a elevatissima intensità, ,00 Assegno di natalità ,00
23 Le attuali scelte privilegiano le prestazioni monetarie, alcune delle quali vengono vincolate ad un progetto personalizzato, mentre altre sono concesse in base a criteri oggettivi individuati dai regolamenti regionali. Muta anche il ruolo del professionista assistente sociale. Rilevanza delle prestazioni monetarie Da un Fondo sociale regionale unico a sempre più fondi vincolati per assistere a domicilio sostenere le famiglie affrontare il bisogno economico
24 Organizzazione generale La Regione esercita le funzioni di programmazione, coordinamento e indirizzo in materia di interventi e servizi sociali. Le Province partecipano alla definizione e attuazione dei Piani di zona, collaborano al Sistema Informativo dei Servizi Sociali I Comuni sono titolari della funzione di programmazione locale del sistema integrato, delle funzioni amministrative concernenti la realizzazione del sistema locale di interventi e servizi sociali, nonche' delle altre funzioni e compiti loro attribuiti dalla vigente normativa statale e regionale
25 Il Servizio sociale dei Comuni L esercizio associato delle funzioni e dei servizi assume la denominazione di Servizio sociale dei Comuni (SSC) e costituisce requisito per accedere agli incentivi regionali. La convenzione, che disciplina il Servizio Sociale dei Comuni è promossa dall Assemblea dei Sindaci di ambito distrettuale e approvata con deliberazioni conformi dei consigli comunali. Individua la forma di collaborazione tra gli enti locali per la realizzazione del Servizio sociale dei Comuni, scegliendola tra la delega a un Comune capofila individuato nella medesima convenzione, la delega all Azienda per i servizi sanitari, la delega a un Azienda pubblica di servizi alla persona con sede legale e strutture sul territorio di ambito distrettuale o altra tra le forme associative di cui alla normativa vigente, di seguito denominati enti gestori.
26 Il Servizio sociale dei Comuni La convenzione disciplina: a) la durata della gestione associata; b) le funzioni e i servizi da svolgere in forma associata, nonché i criteri generali relativi alle modalità di esercizio; c) i criteri e le procedure di nomina del Responsabile del Servizio sociale dei Comuni, nonché la costituzione, le competenze e le modalità di funzionamento dell'ufficio di direzione e programmazione di ambito distrettuale; d) i rapporti finanziari; e) le modalità di informazione ai consigli comunali sull'andamento annuale della gestione del Servizio sociale dei Comuni. Presso l'ente delegato e' costituita una pianta organica aggiuntiva nella quale e' inserito il personale che nei Comuni associati svolge compiti relativi alle funzioni e ai servizi esercitati in forma associata, nonché quello di eventuale nuova assunzione.
27 Il Servizio sociale dei Comuni Il Servizio sociale dei Comuni è dotato di un responsabile e di un ufficio di direzione e programmazione di ambito distrettuale e articola la propria organizzazione in modo da garantire i servizi, gli interventi e le attività previste. L ufficio di direzione e programmazione è struttura tecnica di supporto all Assemblea dei Sindaci di ambito distrettuale per la realizzazione del sistema locale degli interventi e servizi sociali Social worker
28 Il Servizio sociale dei Comuni Il Responsabile del Servizio sociale dei Comuni e' individuato dall'ente gestore tra il personale a sua disposizione, tra il personale dei Comuni associati ovvero tra personale esterno ed e' nominato in base ai criteri e alle procedure individuati nella convenzione istitutiva del SSC. I requisiti per la nomina del Responsabile del Servizio sociale dei Comuni sono il possesso del diploma di laurea almeno quadriennale o l'iscrizione alla sezione A dell'albo professionale dell'ordine degli assistenti sociali, nonché l'aver svolto attività direttiva o di coordinamento per un periodo non inferiore a cinque anni nel settore socioassistenziale. Il Responsabile del Servizio sociale dei Comuni: a) assume le funzioni di direzione del servizio; b) pianifica e gestisce il personale assegnato al servizio; c) pianifica e gestisce le risorse finanziarie assegnate; d) pianifica e gestisce le risorse strumentali assegnate; e) e' responsabile dell'ufficio di direzione Social worker
29 L integrazione sociosanitaria Sviluppo dell integrazione istituzionale (delega,programmazione PAT/PDZ,intese) integrata Potenziamento del ruolo, della capacità di governo del sistema complessivo dei servizi e dei percorsi assistenziali,degli assetti organizzativi del Distretto e del Servizio Sociale dei Comuni, in un ottica di compatibilità ; ridefinizione degli ambiti dell integrazione: - dall integrazione sociosanitaria all integrazione delle politiche di welfare, - delimitazione del target di utenza
30 L integrazione sociosanitaria Ridefinizione organica dei processi e degli strumenti della presa in carico integrata sia a livello gestionale che a livello professionale: I nuovi strumenti di valutazione multidimensionale del bisogno a partire dalla popolazione anziana Il Punto Unico d Accesso Il consenso alla presa in carico integrata l Unità multiprofessionale di progetto Il Progetto personalizzato Il Budget di cura Il case manager
31 L integrazione sociosanitaria Libro verde La vita sana nella società responsabile Introduzione dell ICF Definizione del Piano della disabilità Sistemi informativi che dialogano, cartella informatizzata sociosanitaria Ridefinizione delle strutture residenziali per gli anziani non autosufficienti Inserimento con maggior efficacia delle strutture nella rete dei servizi sociosanitari territoriali a partire dalla popolazione anziana e minorile
32 L integrazione sociosanitaria Alcuni pensieri: Rischio di sanitarizzazione del modello sociale Delega: l organizzazione sanitaria aziendale è migliore di quella del sociale? Fondo sociosanitario: chi gestirà il budget e con quali fondi? Livelli essenziali
33 Criticità Stiamo navigando a vista o stiamo seguendo una rotta ben precisa? Come affrontiamo le incongruenze tra mandato sociale, istituzionale e professionale?
34 Criticità Come stiamo di fronte a Il tramonto dei rabbini (le fonti di verità). L assenza dei timonieri. La quotidianità fatta di incertezza e imprevedibilità? Dio è morto, Marx è morto, e anch io mi sento poco bene (Woody Allen)
35 Alcune parole chiave: relazione Il nostro lavoro è sempre meno un prodotto erogabile tende invece a diventare un bene comune costruito interattivamente per la maggiore capacità di azione libera delle persone e la minore differenza di potere tra chi eroga e chi riceve assistenza (trasformazione ruolo cittadino/utente utente, comunità più informata, importanza maggiore degli stakeholder).
36 Alcune parole chiave: responsabilità Il lavoro sociale è l atto morale di farsi carico dell inestirpabile responsabilità che abbiamo per la sorte e il benessere dell Altro; e che quanto più l altro è debole e incapace di far valere i propri diritti, tanto più grande è la nostra responsabilità (Zygmunt Bauman)
37 Alcune parole chiave: professionalità Promuovere una conoscenza capace di cogliere i problemi globali e fondamentali, cogliendo il legame tra le parti e la totalità. Essere capaci di affrontare l incertezza e conoscere i principi di strategia che permettano di affrontare i rischi, l inatteso e l incerto e di modificarne l evoluzione grazie alle informazioni acquisite nel corso dell azione. Sviluppare la comprensione, che è nel contempo il mezzo e il fine della comunicazione umana. Lavorare secondo principi e valori etici, significa riconoscere il carattere ternario della condizione umana, che consiste nell essere contemporaneamente: individuo, specie e società. ( ) ogni sviluppo veramente umano deve comportare il potenziamento congiunto delle autonomie individuali, delle partecipazioni comunitarie e della coscienza di appartenere alla specie umana. Edgar Morin
38
LEGGE REGIONALE N. 30 DEL 09-09-1998 REGIONE LIGURIA
LEGGE REGIONALE N. 30 DEL 09-09-1998 REGIONE LIGURIA RIORDINO E PROGRAMMAZIONE DEI SERVIZI SOCIALI DELLA REGIONE E MODIFICHE ALLA LEGGE REGIONALE 8 AGOSTO 1994 N. 42 IN MATERIA DI ORGANIZZAZIONE E FUNZIONAMENTO
DettagliLegge Regionale 23 Novembre 2006, n. 20. Istituzione del fondo regionale per la non autosufficienza. (BUR N. 34 del 9 dicembre 2006)
Legge Regionale 23 Novembre 2006, n. 20. Istituzione del fondo regionale per la non autosufficienza. (BUR N. 34 del 9 dicembre 2006) Art.1 (Oggetto e finalità) 1. La Regione con la presente legge, in armonia
DettagliCOMUNE DI PACIANO PROVINCIA DI PERUGIA
COMUNE DI PACIANO PROVINCIA DI PERUGIA Cap 06060 P.zza della Repubblica n. 4 P.IVA 00436320543 Tel. 075.830186 e-mail: info@comune.paciano.pg.it fax. 075.830447 REGOLAMENTO COMUNALE DEL SERVIZIO DI AFFIDAMENTO
DettagliREGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 69/ 23 DEL 10.12.2008
REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 69/ 23 Oggetto: LR 20/ 97, art. 3. Finanziamento di progetti d intervento a favore di persone con disturbo mentale e di persone con disabilità intellettive.
DettagliCRITERI PER L ACCESSO AI PRESTITI SULL ONORE
42 CRITERI PER L ACCESSO AI PRESTITI SULL ONORE ADOTTATO DAL CONSIGLIO COMUNALE CON DELIBERAZIONE N. 220/I0093427 P.G. NELLA SEDUTA DEL 20/12/2004 A RIFERIMENTI NORMATIVI L. 285/1997, art. 4 La L. 285/1997
DettagliCRITERI DI RIFERIMENTO PER L ACCESSO AL BUONO SOCIALE 2015 PER PERSONE CON DISABILITÀ GRAVE O NON AUTOSUFFICIENTI
CRITERI DI RIFERIMENTO PER L ACCESSO AL BUONO SOCIALE 2015 PER PERSONE CON DISABILITÀ GRAVE O NON AUTOSUFFICIENTI 1. PRINCIPI GENERALI I seguenti criteri disciplinano, all interno di un sistema integrato
Dettagli17 MARZO 2014/ 15 APRILE 2014 CRITERI PER L EROGAZIONE DI BUONI SOCIALI A FAVORE DI PERSONE CON DISABILITA GRAVE E PER ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI
17 MARZO 2014/ 15 APRILE 2014 CRITERI PER L EROGAZIONE DI BUONI SOCIALI A FAVORE DI PERSONE CON DISABILITA GRAVE E PER ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI ART. 1 OGGETTO e FINALITA Il presente documento disciplina
DettagliIl nuovo Isee (DPCM 159/2013) e la non autosufficienza
Il nuovo Isee (DPCM 159/2013) e la non autosufficienza Raffaele Fabrizio Direzione generale Sanità e politiche sociali Regione ER Bologna 3 aprile 2014 Cosa prevede il DPCM 159/2013 per le prestazioni
DettagliREGOLAMENTO PER L EROGAZIONE DEL BUONO SOCIALE ANZIANI
SETTEMBRE 2008 REGOLAMENTO PER L EROGAZIONE DEL BUONO SOCIALE ANZIANI Relazione tecnica Il presente regolamento è lo strumento di cui si sono dotati i Comuni del Distretto 5, secondo quanto previsto dalla
DettagliLINEE GUIDA PER I PIANI DI ZONA
Milano Milano LINEE GUIDA PER I PIANI DI ZONA La legge 328/00 attribuisce agli enti locali, alle regioni ed allo Stato il compito di realizzare la programmazione degli interventi e delle risorse del sistema
DettagliDETERMINAZIONE DIRIGENZIALE
DETERMINAZIONE DIRIGENZIALE PROPONENTE Settore Politiche Sociali DIRETTORE GROSSI dott.ssa EUGENIA Numero di registro Data dell'atto 114 05/02/2015 Oggetto : Approvazione della prima tranche di spesa,
DettagliLEGGE REGIONALE N. 20 DEL 06-11-2002 REGIONE MARCHE
LEGGE REGIONALE N. 20 DEL 06-11-2002 REGIONE MARCHE DISCIPLINA IN MATERIA DI AUTORIZZAZIONE E ACCREDITAMENTO DELLE STRUTTURE E DEI SERVIZI SOCIALI A CICLO RESIDENZIALE E SEMIRESIDENZIALE Fonte: BOLLETTINO
Dettagli********** IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE. - VISTA la L. n. 184 del 04/05/83 Disciplina dell adozione e dell affidamento dei minori ;
Consiglio di Amministrazione Deliberazione n. del OGGETTO: RECEPIMENTO DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE N. 79 11035 DEL 17/11/03 Approvazione linee d indirizzo per lo sviluppo di una rete di servizi
DettagliDETERMINAZIONE DIRIGENZIALE
DETERMINAZIONE DIRIGENZIALE PROPONENTE Settore Politiche Sociali DIRETTORE GROSSI dott.ssa EUGENIA Numero di registro Data dell'atto 676 06/05/2015 Oggetto : Approvazione della seconda tranche di spesa,
DettagliCOMUNI DI Almè, Paladina, Ponteranica, Sorisole, Valbrembo, Villa d Almè. Criteri per l erogazione dei Voucher per Servizi Formazione Autonomia
COMUNI DI Almè, Paladina, Ponteranica, Sorisole, Valbrembo, Villa d Almè Criteri per l erogazione dei Voucher per Servizi Formazione Autonomia 1. Principi generali I seguenti criteri disciplinano, all
DettagliL. 162/98 2000 353 123 230 1.337.964,89 2001 688 580 108 4.155.265,27 2002 1.648 1.524 124 10.516.445,00 2003 2.618 2.344 274 13.463.
L. 162/98 Anno di presentazione Piani presentati Piani finanziati Piani esclusi Costo annuale 2000 353 123 230 1.337.964,89 2001 688 580 108 4.155.265,27 2002 1.648 1.524 124 10.516.445,00 2003 2.618 2.344
DettagliCONSIGLIO REGIONALE DELLA CALABRIA III^ Commissione Permanente Attività Sociali - Sanitarie - Culturali - Formative
Disegno di legge n. 41/9^ Norme per il sostegno delle persone non autosufficienti. Fondo per la non autosufficienza Proponente: Giunta regionale Depositato presso la Segreteria Assemblea del Consiglio
DettagliCOMUNE DI CASTELFRANCO VENETO
COMUNE DI CASTELFRANCO VENETO ********** Allegato sub A alla deliberazione C.C. n. 70 del 26 maggio 2003 REGOLAMENTO COMUNALE PER L EROGAZIONE DEGLI INTERVENTI ECONOMICI NEL CAMPO DEI SERVIZI SOCIALI Premessa
DettagliDeliberazione legislativa n. 87/2014 2. Art. 1 Finalità
Deliberazione legislativa n. 87/2014 2 Art. 1 Finalità 1. La Regione Emilia-Romagna riconosce e promuove, nell ambito delle politiche del welfare, la cura familiare e la solidarietà come beni sociali,
DettagliLA GIUNTA REGIONALE. VISTA la legge regionale 7 dicembre 2001, n. 32 concernente Interventi a sostegno della famiglia ;
DELIBERAZIONE N.1177 DEL 23/12/2005 Oggetto: L.r. 7 dicembre 2001, n. 32 Interventi a sostegno della famiglia. Individuazione degli interventi prioritari, nonché delle modalità e dei criteri di riparto
DettagliEntrata in vigore. Art. 2
Regolamento per la determinazione dei criteri di riparto, della misura, delle modalità e dei criteri per la concessione dei benefici da destinare al sostegno delle famiglie per adozioni e affidamento familiare
DettagliREGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI. Art. 1 Finalità
REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI Art. 1 Finalità La Provincia di Genova, in attuazione di quanto previsto dal proprio Statuto, promuove la cultura della
DettagliLEGGE REGIONALE N. 10 DEL 18-02-2010 REGIONE PIEMONTE
LEGGE REGIONALE N. 10 DEL 18-02-2010 REGIONE PIEMONTE Servizi domiciliari per persone non autosufficienti. Fonte: BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE PIEMONTE N. 8 del 25 febbraio 2010 Il Consiglio regionale
DettagliDGR 399 DD. 20.2.2004 LA GIUNTA REGIONALE
DGR 399 DD. 20.2.2004 LA GIUNTA REGIONALE VISTA la legge regionale 27 marzo 1996, n. 18 e successive modificazioni ed integrazioni ed in particolare l articolo 6, comma 1 della stessa; VISTA la legge 8
DettagliComune di OLGIATE OLONA SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE
Comune di OLGIATE OLONA SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE 1. INTRODUZIONE La legge-delega 4 marzo 2009, n. 15, ed il decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, di seguito Decreto,
Dettagli1. La disciplina di cui al presente regolamento si informa ai seguenti principi generali: - 1 -
Regolamento di disciplina dei profili formativi dell apprendistato per la qualifica e per il diploma professionale, ai sensi degli articoli 4, comma 1, lettera c) e 53 della legge regionale 16 novembre
DettagliRegolamento. Funzionamento del Servizio Sociale Professionale. Ambito S9
Regolamento Funzionamento del Servizio Sociale Professionale Ambito S9 1 Art.1 OGGETTO DEL REGOLAMENTO In conformità del quadro normativo definito dalla legge 328/2000, della legge regionale 11/2007 (art.
DettagliIl sistema integrato di interventi e servizi sociali ed il piano di zona. www.ulss.tv.it
Il sistema integrato di interventi e servizi sociali ed il piano di zona www.ulss.tv.it Principi costituzionali Art. 2. La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo
DettagliREGOLAMENTO PER LE PROCEDURE DI ACCESSO ALLE PRESTAZIONI SOCIALI AGEVOLATE TITOLO I DISPOSIZIONI GENERALI
REGOLAMENTO PER LE PROCEDURE DI ACCESSO ALLE PRESTAZIONI SOCIALI AGEVOLATE TITOLO I DISPOSIZIONI GENERALI Articolo 1- Oggetto Oggetto del presente regolamento sono le modalità di accesso e i criteri di
DettagliREGOLAMENTO PER L ACCOGLIMENTO DI ANZIANI E INABILI IN STRUTTURE RESIDENZIALI.
REGOLAMENTO PER L ACCOGLIMENTO DI ANZIANI E INABILI IN STRUTTURE RESIDENZIALI. 1. OGGETTO DEL REGOLAMENTO Il presente regolamento disciplina l inserimento di anziani non autosufficienti in strutture protette
DettagliCapitolo I Principi generali
CONSORZIO SERVIZI SOCIALI DELL OLGIATESE CRITERI E MODALITÀ PER L EROGAZIONE DEL BUONO SOCIALE A CITTADINI NON AUTOSUFFICIENTI ANNO 2015 Indice: Capitolo I Principi generali. 1. Principi generali e finalità
DettagliINDIRIZZI ATTUATIVI DEL PROGETTO IMMIGRAZIONE BUONE PRASSI PER L AREA FIORENTINA, MODULO IMMIGRATI E LAVORO DI CURA ) PREMESSA
INDIRIZZI ATTUATIVI DEL PROGETTO IMMIGRAZIONE BUONE PRASSI PER L AREA FIORENTINA, MODULO IMMIGRATI E LAVORO DI CURA (in attuazione di quanto stabilito dalla Delibera della Giunta della Società della Salute
Dettaglibeneficiario per cui si ritiene che la somma posta in liquidazione con il presente provvedimento costituisce credito certo, esigibile e liquidabile
8605 beneficiario per cui si ritiene che la somma posta in liquidazione con il presente provvedimento costituisce credito certo, esigibile e liquidabile DETERMINA 1. di approvare, ai sensi dell art. 8
DettagliL.R. 11/2006, art. 8 bis, c. 3 B.U.R. 1/7/2009, n. 26. DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE 4 giugno 2009, n. 0149/Pres.
L.R. 11/2006, art. 8 bis, c. 3 B.U.R. 1/7/2009, n. 26 DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE 4 giugno 2009, n. 0149/Pres. Regolamento per la concessione degli assegni una tantum correlati alle nascite e
DettagliNorme per la sorveglianza e la prevenzione degli incidenti domestici
Legge Regionale 28 aprile 2009, n. 15 Norme per la sorveglianza e la prevenzione degli incidenti domestici ( B.U. REGIONE BASILICATA N.22 del 2 maggio 2009 Articolo 1 Finalità 1. La presente legge, in
DettagliRegione del Veneto Deliberazione della Giunta (7^ legislatura)
Regione del Veneto Deliberazione della Giunta (7^ legislatura) Presidente V. Presidente Assessori Giancarlo Fabio Renato Giancarlo Marialuisa Marino Massimo Raffaele Floriano Ermanno Raffaele Galan Gava
DettagliBANDO DAL 15.03.2014 AL 30.06.2014
INTERVENTI PREVISTI DALLA DGR 740 DEL 27/09/2013 APPROVAZIONE DEL PROGRAMMA OPERATIVO REGIONALE IN MATERIA DI GRAVI E GRAVISSIME DISABILITA DI CUI AL FONDO NAZIONALE PER LE NON AUTOSUFFICIENZE ANNO 2013
DettagliCorso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani. Marta Berni AA. 2006-2007
Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani AA. 2006-2007 PIANO e PIANIFICAZIONE 3 Pianificazione È il Processo con il quale un individuo, una impresa, una istituzione, una collettività territoriale
DettagliREGOLAMENTO PER L EROGAZIONE DEL BUONO SOCIALE DISABILI
SETTEMBRE 2008 AMBITO TERRITORIALE DISTRETTO 5 REGOLAMENTO PER L EROGAZIONE DEL BUONO SOCIALE DISABILI Relazione tecnica Il presente regolamento è lo strumento realizzato dai Comuni del Distretto 5 per
DettagliComune di Lecco. DETERMINAZIONE DIRIGENZIALE Numero 571 Data: 06-09-2013 SETTORE : POLITICHE SOCIALI E DI SOSTEGNO ALLA FAMIGLIA
Comune di Lecco Piazza Diaz, 1-23900 Lecco (LC) - Tel. 0341/ 481111 - Fax 286874 - C.F. 00623530136 N. 571-2013 Reg. DETERMINAZIONE DIRIGENZIALE Numero 571 Data: 06-09-2013 SETTORE : POLITICHE SOCIALI
DettagliIl sistema di governo della programmazione. Ruoli, compiti, responsabilità e funzioni dei soggetti coinvolti nel processo programmatorio
Il sistema di governo della programmazione Ruoli, compiti, responsabilità e funzioni dei soggetti coinvolti nel processo programmatorio Gli organismi coinvolti nel processo programmatorio Assemblea Distrettuale
DettagliDisposizioni attuative e relativi criteri per l istruttoria da parte dei Comuni (L.R. n. 29/2012)
giunta regionale 9^ legislatura ALLEGATOA alla Dgr n. 1804 del 03 ottobre 2013 pag. 1/5 Disposizioni attuative e relativi criteri per l istruttoria da parte dei Comuni (L.R. n. 29/2012) Si espongono di
DettagliCONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE
CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE REGOLAMENTO DI DISCIPLINA DELLE ATTIVITA' DI PROMOZIONE E SOSTEGNO DELLA RICERCA DEL CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE Approvato dal Consiglio direttivo nella seduta
DettagliLa multidisciplinarietà delle cure a casa: quali competenze. F. Saverio Proia Ministero della Salute
III GIORNATA NAZIONALE DELLE CURE A CASA Qualità, tecnologie e sostenibilità nelle cure domiciliari Ospedale S. Giovanni Calibita Fatebenefratelli, Sala Assunta Isola Tiberina, Roma 12 settembre 2011 -
DettagliNORME IN MATERIA DI SOSTEGNO ALLA INNOVAZIONE DELLE ATTIVITÀ PROFESSIONALI INTELLETTUALI
NORME IN MATERIA DI SOSTEGNO ALLA INNOVAZIONE DELLE ATTIVITÀ PROFESSIONALI INTELLETTUALI Art. 1 (Finalità e oggetto della legge) 1. La presente legge, nel rispetto del decreto legislativo 2 febbraio 2006,
DettagliIl nuovo Isee (DPCM 159/2013) e la non autosufficienza
Il nuovo Isee (DPCM 159/2013) e la non autosufficienza Raffaele Fabrizio Direzione generale Sanità e politiche sociali Regione ER Seminari territoriali Piacenza, Reggio Emilia, Bologna, Cesena Cosa prevede
DettagliDGR 2889 DD. 26.9.2003
DGR 2889 DD. 26.9.2003 VISTO il documento di indirizzo programmatico per l anno 2003 predisposto, ai sensi dell art. 6 della L.R. 27 marzo 1996, n. 18 e successive modificazioni ed integrazioni, dalla
DettagliMODALITA DI COMPARTECIPAZIONE AL COSTO DELLE PRESTAZIONI DA PARTE DELL UTENTE PER I SERVIZI DOMICILIARI, SEMIRESIDENZIALI E RESIDENZIALI
MODALITA DI COMPARTECIPAZIONE AL COSTO DELLE PRESTAZIONI DA PARTE DELL UTENTE PER I SERVIZI DOMICILIARI, SEMIRESIDENZIALI E RESIDENZIALI La L.R. 41/2005 all art. 2 sancisce il carattere di universalità
DettagliDELIBERAZIONE N X / 3612 Seduta del 21/05/2015
DELIBERAZIONE N X / 3612 Seduta del 21/05/2015 Presidente ROBERTO MARONI Assessori regionali MARIO MANTOVANI Vice Presidente VALENTINA APREA VIVIANA BECCALOSSI SIMONA BORDONALI MARIA CRISTINA CANTU' CRISTINA
DettagliCAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE LAFFRANCO, BIANCONI
Atti Parlamentari 1 Camera dei Deputati CAMERA DEI DEPUTATI N. 572 PROPOSTA DI LEGGE D INIZIATIVA DEI DEPUTATI LAFFRANCO, BIANCONI Disciplina della professione di educatore di asilo nido e istituzione
DettagliL ASSEMBLEA CONSORTILE
Il Presidente dell Assemblea Sig. Claudio Scaglia chiede al Direttore del Consorzio Dott.ssa Luciana negri di illustrare la proposta di deliberazione. La Dott.ssa Negri fa presente che l adeguamento dei
DettagliALLEGATO 1 BANDO DI GARA PER LACREAZIONE DI UNA SHORT LIST DI FORNITORI DI SERVIZI DI CONCILIAZIONE DEI TEMPI DI VITA E DI LAVORO DELLE DONNE
ALLEGATO 1 BANDO DI GARA PER LACREAZIONE DI UNA SHORT LIST DI FORNITORI DI SERVIZI DI CONCILIAZIONE DEI TEMPI DI VITA E DI LAVORO DELLE DONNE SERVIZI RIPARTITI PER TARGET DI RIFERIMENTO Centro diurno per
DettagliArea Persone Anziane. Servizio di assistenza domiciliare sociale per anziani LIVEAS
Area Persone Anziane Num. Scheda 1 TITOLO AZIONE o o Servizio di assistenza domiciliare sociale per anziani LIVEAS OBIETTIVI Scopo del servizio è permettere agli anziani, parzialmente o totalmente non
DettagliPROTOCOLLO DI INTESA TRA REGIONE LAZIO- DIREZIONE RAGIONALE POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA E L UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO
PROTOCOLLO DI INTESA TRA REGIONE LAZIO- DIREZIONE RAGIONALE POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA E L UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO La Regione Lazio - Direzione Ragionale Politiche Sociali e Famiglia
Dettagliproposta di legge n. 460
REGIONE MARCHE 1 ASSEMBLEA LEGISLATIVA proposta di legge n. 460 a iniziativa dei Consiglieri Zinni, Natali, Romagnoli, Zaffini presentata in data 18 novembre 2014 ISTITUZIONE IN VIA SPERIMENTALE DEL SOSTEGNO
DettagliMIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015
MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015 Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca IL DIRETTORE GENERALE VISTA la legge 18 dicembre 1997, n. 440, recante istituzione
DettagliREGIONE VENETO - Prevenzione e contrasto dei fenomeni di mobbing e tutela della salute psico-sociale della persona sul luogo del lavoro
REGIONE VENETO - Prevenzione e contrasto dei fenomeni di mobbing e tutela della salute psico-sociale della persona sul luogo del lavoro Art. 1 - Inviolabilità della dignità umana. 1. La Regione del Veneto
DettagliComune di Monchio delle Corti
Comune di Monchio delle Corti PROVINCIA DI PARMA C.A.P. 43010 Tel. 0521.896521 Fax 0521.896714 Cod. Fisc. e Part. IVA 00341170348 REGOLAMENTO DI ASSISTENZA DOMICILIARE ARTICOLO 1 Il Servizio di Assistenza
DettagliPROTOCOLLO D INTESA. Tra. Provincia di Potenza. Ufficio Scolastico Provinciale
PROTOCOLLO D INTESA Tra Provincia di Potenza Ufficio Scolastico Provinciale Unione Italiana dei Ciechi e degli ipovedenti (sede Provinciale di Potenza) Per promuovere e attuare - progetto di assistenza
DettagliI Contratti di servizio come strumento di governance delle politiche di welfare locale
I Contratti di servizio come strumento di governance delle politiche di welfare locale Raffaele Tomba Ponzano Veneto, 20 maggio 2011 Agenzia sanitaria e sociale regionale Area innovazione sociale 1 Fasi
DettagliREGOLAMENTO DEI CENTRI DI VACANZA PER MINORI DI CUI ALL ARTICOLO 7, COMMA 2 DELLA LEGGE REGIONALE 3 LUGLIO 2000, N. 13 CAPO I
REGOLAMENTO DEI CENTRI DI VACANZA PER MINORI DI CUI ALL ARTICOLO 7, COMMA 2 DELLA LEGGE REGIONALE 3 LUGLIO 2000, N. 13 CAPO I NORME DI CARATTERE GENERALE Art. 1 (Oggetto) 1. Il presente regolamento, emanato
DettagliAmbito Distrettuale 6.1
Ambito Distrettuale 6.1 Piano di Zona 2013-2015 AREE DI INTERVENTO: OBIETTIVI STRATEGICI, PRIORITA DEL PDZ, AZIONI, TEMPI E RISORSE 4.2 AREA DISABILITA PREMESSA. Negli ultimi anni l azione progettuale
Dettagli1. Il minore ha diritto di crescere ed essere educato nell ambito della propria famiglia.
Nuovo testo della Legge n. 184 del 1983 Diritto del minore ad una famiglia come modificata dalla legge del 28/3/2001 n. 149 TITOLO I Principi generali Art. 1 1. Il minore ha diritto di crescere ed essere
DettagliComune di Montevecchia Provincia di Lecco REGOLAMENTO DELL ASILO NIDO DEL COMUNE DI MONTEVECCHIA
Comune di Montevecchia Provincia di Lecco REGOLAMENTO DELL ASILO NIDO DEL COMUNE DI MONTEVECCHIA APPROVATO CON DELIBERA DEL CONSIGLIO COMUNALE N.37 DEL 30/09/2011 ART. 1 - FINALITÀ DEL SERVIZIO Il Comune
DettagliAREE PRIORITARIE DI INTERVENTO
AREE PRIORITARIE DI INTERVENTO minori e famiglia anziani disabilità dipendenze e salute mentale disagio e marginalità sociale altro (ove la specificità territoriale lo richieda, possono essere individuate
DettagliDeliberazione consigliare n.2/2010
REGOLAMENTO PER L EROGAZIONE DI INTERVENTI SOCIO-ASSISTENZIALI IN FAVORE DI NUCLEI CON MINORI O GIOVANI STUDENTI RICONOSCIUTI DA UN SOLO GENITORE E DI GESTANTI NUBILI IN CONDIZIONE DI DISAGIO Deliberazione
DettagliPROGRAMMA N. 14: CITTÀ MULTIETNICA
PROGRAMMA N. 14: CITTÀ MULTIETNICA 14. CITTA MULTIETNICA SUPPORTARE INSERIMENTO IMMIGRATI Confermando il ruolo che il Centro Servizi per Stranieri ha assunto all interno delle politiche per l immigrazione,
DettagliAllegato alla deliberazione del Consiglio di Amministrazione n.67 del 14/12/2015
Allegato alla deliberazione del Consiglio di Amministrazione n.67 del 14/12/2015 CRITERI PER LA DETERMINAZIONE DELLA QUOTA DI COMPARTECIPAZIONE DEGLI UTENTI DISABILI, MINORI E ADULTI, AL COSTO DEI SERVIZI
DettagliCOMUNE DI INVERUNO Provincia di Milano
COMUNE DI INVERUNO Provincia di Milano REGOLAMENTO PER LA DETERMINAZIONE DI PROVVIDENZE ECONOMICHE IN MATERIA DI DIRITTO ALLO STUDIO. (Approvato dal Consiglio Comunale con Deliberazione C.C. n. 36 in data
DettagliDECRETO DEL DIRIGENTE DEL SERVIZIO POLITICHE SOCIALI E SPORT N. 144/SPO DEL 14/10/2014
1 DECRETO DEL DIRIGENTE DEL SERVIZIO POLITICHE SOCIALI E SPORT N. 144/SPO DEL 14/10/2014 Oggetto: DGR 1107/2014 Criteri e modalità per l assegnazione di contributi a favore degli Ambiti Territoriali Sociali
Dettagli154 31.3.2010 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 13 DELIBERAZIONE 22 marzo 2010, n. 363
154 31.3.2010 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 13 DELIBERAZIONE 22 marzo 2010, n. 363 Protocollo d intesa Costituzione di un Centro regio nale per la promozione e lo sviluppo dell auto
DettagliARTICOLO 1 OGGETTI E RIFERIMENTI ARTICOLO 2 DESTINATARI ARTICOLO 3 AMBITO DI APPLICAZIONE
I.S.E.E. Comune di Caselette ARTICOLO 1 OGGETTI E RIFERIMENTI Il presente regolamento è finalizzato all individuazione delle condizioni economiche richieste per l accesso alle prestazioni comunali agevolate,
DettagliPIEMONTE. D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005
PIEMONTE D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005 Oggetto: Programmazione della rete scolastica nella Regione Piemonte - anni scolastici 2005/06-2006/07 art. 138 del D.lgs 112/98. Indicazioni programmatiche inerenti
DettagliComune di Gradara Provincia di Pesaro e Urbino. Linee guida per il funzionamento del servizio di assistenza educativa domiciliare e scolastica
Comune di Gradara Provincia di Pesaro e Urbino Linee guida per il funzionamento del servizio di assistenza educativa domiciliare e scolastica A cura di Settore Servizi al Cittadino Assistente Sociale Dott.ssa
DettagliD.M. 21 maggio 2001, n. 308 Requisiti strutture a ciclo residenziale Preambolo, Art.1, Art.2, Art. 3, Art. 4, Art. 5, Art. 6, Art. 7, Art. 8, Art.
D.M. 21 maggio 2001, n. 308 Requisiti strutture a ciclo residenziale Preambolo, Art.1, Art.2, Art. 3, Art. 4, Art. 5, Art. 6, Art. 7, Art. 8, Art. 9, Preambolo IL MINISTRO PER LA SOLIDARIETA' SOCIALE Visto
DettagliREGOLAMENTO PER IL FUNZIONAMENTO DEL COMITATO UNICO DI GARANZIA DELL AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI RACCONIGI
REGOLAMENTO PER IL FUNZIONAMENTO DEL COMITATO UNICO DI GARANZIA DELL AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI RACCONIGI Art. 1 Oggetto del Regolamento Il presente regolamento disciplina l attività del Comitato Unico
DettagliS i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i
S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i P r o d o t t o d a A l b e r t o P a o l i n i G r o s s e t o P a r c h e g g i s r l V e n g o n o p
DettagliIL COMUNE IN MATERIA DI SERVIZI SOCIALI (legge regionale 2/2003) Funzioni di programmazione
IL COMUNE IN MATERIA DI SERVIZI SOCIALI (legge regionale 2/2003) Funzioni amministrative e i compiti di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete ed erogano
DettagliLE PRINCIPALI TAPPE LEGISLATIVE
LA RIFORMA DEL DIRITTO ALLO STUDIO ALLA LUCE DELLA L. 240/10 Università della Calabria 24/02/2010 LE PRINCIPALI TAPPE LEGISLATIVE 1948 Costituzione - art. 34 Sancisce il principio del diritto allo studio.
DettagliSCHEDA SOCIALE. DESTINATARIO DELL INTERVENTO Cognome Nome Nato a il / / Sesso
Allegato C alla Delib.G.R. n. 34/30 del 18.10.2010 SCHEDA SOCIALE (In base alla normativa vigente qualunque dichiarazione mendace comporta sanzioni penali, nonché l esclusione dal finanziamento del progetto
DettagliBUONO SOCIALE Dei Comuni dell Ambito n 5
BUONO SOCIALE Dei Comuni dell Ambito n 5 CRITERI PER L EROGAZIONE Finalità dell intervento L erogazione del Buono Sociale da parte dei Comuni del Distretto n. 5 si configura come servizio consolidato per
DettagliConsorzio Pubblico Servizio alla Persona Ambito Territoriale di Viadana
Consorzio Pubblico Servizio alla Persona Ambito Territoriale di Viadana Programma Operativo Regionale 2014-2020 Obiettivo Investimenti in favore della crescita e dell occupazione Cofinanziato con il Fondo
DettagliDott. Gaetano D Onofrio Direzione Sanitaria AOU Federico II
Il Budget di Salute quale strumento per l integrazione sociosanitaria. Quadro comparato della legislazione dei paesi membri UE (Francia, Spagna, Italia) e delle Regioni italiane (Toscana, Emilia Romagna,
DettagliREGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA AZIENDA SANITARIA LOCALE N. 2 OLBIA DELIBERAZIONE DEL COMMISSARIO STRAORDINARIO N. 466 DEL 22/04/2015
REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA AZIENDA SANITARIA LOCALE N. 2 OLBIA DELIBERAZIONE DEL COMMISSARIO STRAORDINARIO N. 466 DEL 22/04/2015 OGGETTO: Approvazione "Progetto di Sviluppo delle cure domiciliari
Dettagliproposta di legge n. 7
REGIONE MARCHE 1 ASSEMBLEA LEGISLATIVA proposta di legge n. 7 a iniziativa dei Consiglieri Bugaro, Foschi, Romagnoli, Acquaroli, Zinni, D Anna, Natali, Massi, Ciriaci, Carloni, Marinelli presentata in
DettagliPiano di Zona 2010-2013. La formazione per i volontari La rete sociale Servizi di Assistenza Domiciliare
Piano di Zona 2010-2013 La formazione per i volontari La rete sociale Servizi di Assistenza Domiciliare I servizi di assistenza domiciliare Servizio di assistenza domiciliare territoriale a totale carico
DettagliGent.le Dipendente. Cordiali saluti,
Gent.le Dipendente La cooperativa Tempo Libero aderisce al Progetto 8/18: progetto di assegnazione di un contributo a favore dei lavoratori delle imprese dell alleanza locale degli ambiti distrettuali
DettagliLEGGE PROVINCIALE N. 8 DEL 22-07-2009 REGIONE TRENTO (Prov.)
LEGGE PROVINCIALE N. 8 DEL 22-07-2009 REGIONE TRENTO (Prov.) Disposizioni per la prevenzione e la cura dell Alzheimer e di altre malattie neurodegenerative legate all invecchiamento e per il sostegno delle
DettagliLEGGE REGIONALE N. 36 DEL 27-11-2006 REGIONE PIEMONTE. Autorizzazione ed accreditamento dei soggetti operanti nel mercato del lavoro regionale.
LEGGE REGIONALE N. 36 DEL 27-11-2006 REGIONE PIEMONTE Autorizzazione ed accreditamento dei soggetti operanti nel mercato del lavoro regionale. Fonte: BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE PIEMONTE N. 48 del
Dettagli\\srvo2\servizisociali\marzanati\regolamento per le prestazioni,doc
\\srvo2\servizisociali\marzanati\regolamento per le prestazioni,doc ~I PREMESSA Nell'ambito territoriale del Distretto di Luino definito a norma dell' art. 8 c.3 lettera a) della L.328/00 e della d.g.r.l.
DettagliPROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE IL DIRITTO DELLE BAMBINE E DEI BAMBINI ALL EDUCAZIONE E ALL ISTRUZIONE DALLA NASCITA FINO A SEI ANNI
PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE IL DIRITTO DELLE BAMBINE E DEI BAMBINI ALL EDUCAZIONE E ALL ISTRUZIONE DALLA NASCITA FINO A SEI ANNI 1 IL DIRITTO DELLE BAMBINE E DEI BAMBINI ALL EDUCAZIONE E ALL
DettagliREGOLAMENTO DEI CRITERI DI COMPARTECIPAZIONE E DI ACCESSO ALLE PRESTAZIONI SOCIALI E SOCIOSANITARIE
REGOLAMENTO DEI CRITERI DI COMPARTECIPAZIONE E DI ACCESSO ALLE PRESTAZIONI SOCIALI E SOCIOSANITARIE I N D I C E Art. 1 Oggetto Art. 2 Ambito di applicazione Art. 3 Determinazione della quota di compartecipazione
DettagliLEGGE REGIONALE N. 16 DEL 3 AGOSTO 2001 REGIONE VENETO
LEGGE REGIONALE N. 16 DEL 3 AGOSTO 2001 REGIONE VENETO Norme per il diritto al lavoro delle persone disabili in attuazione della legge 12 marzo 1999, n. 68 e istituzione servizio integrazione lavorativa
DettagliDIVISIONE GESTIONE RISORSE UMANE LINEE GUIDA SULLA MOBILITA INTERNA DEL PERSONALE TECNICO - AMMINISTRATIVO
DIVISIONE GESTIONE RISORSE UMANE LINEE GUIDA SULLA MOBILITA INTERNA DEL PERSONALE TECNICO - AMMINISTRATIVO Testo emanato con D.D. n. 1905 del 26 marzo 2012 1 1. OGGETTO E FINALITA 1.1. Le presenti linee
DettagliAssemblea dei Sindaci dell Ambito. Deliberazione n. 10 del 6 maggio 2013
Assemblea dei Sindaci dell Ambito Deliberazione n. 10 del 6 maggio 2013 Oggetto: Ambito Distrettuale 6.1. Sistema di compartecipazione degli utenti ai servizi dell Ambito anno 2013 Approvazione. Il giorno
DettagliINTEGRAZIONE ALL ACCORDO DI PROGRAMMA DEL PIANO DI ZONA 2005-2007 PER L ADOZIONE DEL PROGRAMMA ATTUATIVO 2006 DEL DISTRETTO N. 1
INTEGRAZIONE ALL ACCORDO DI PROGRAMMA DEL PIANO DI ZONA 2005-2007 PER L ADOZIONE DEL PROGRAMMA ATTUATIVO 2006 DEL DISTRETTO N. 1 IN ATTUAZIONE DELLA LEGGE 8 NOVEMBRE 2000, N. 328 E DELLA LEGGE REGIONALE
DettagliIstituto di formazione politica PEDRO ARRUPE Centro Studi Sociali
Istituto di formazione politica PEDRO ARRUPE Centro Studi Sociali Palermo 31 maggio 2013 Rita Costanzo LIVEAS Il concetto di livelli essenziali di assistenza è stato introdotto dalla legge n. 328/2000,
DettagliIL RUOLO DELL ASSISTENTE SOCIALE NEL CONTESTO SOCIO-SANITARIO
IL RUOLO DELL ASSISTENTE SOCIALE NEL CONTESTO SOCIO-SANITARIO - da operatore a promotore sociale - Dott. Marcello Candotto L IDENTITÀ DELL ASSISTENTE SOCIALE L assistente sociale è un operatore sociale
DettagliInterventi a favore del lavoro di assistenza e cura svolto dagli assistenti familiari
Legge Regionale 25 maggio 2015, n. 15 Interventi a favore del lavoro di assistenza e cura svolto dagli assistenti familiari (BURL n. 22, suppl. del 28 Maggio 2015 ) urn:nir:regione.lombardia:legge:2015-05-25;15
DettagliErice è. con i diversamente abili: un percorso che continua PROGETTO DI INCLUSIONE SOCIO-LAVORATIVA PER I SOGGETTI DIVERSAMENTE ABILI
Erice è. con i diversamente abili: un percorso che continua PROGETTO DI INCLUSIONE SOCIO-LAVORATIVA PER I SOGGETTI DIVERSAMENTE ABILI PREMESSA L art. 3, II comma della Costituzione Italiana recita: è compito
Dettagli