Progetto Rosarno e poi? Intervento volto a sostenere l uscita da situazioni di sfruttamento lavorativo e a favorire l integrazione delle vittime

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1 Progetto Rosarno e poi? Intervento volto a sostenere l uscita da situazioni di sfruttamento lavorativo e a favorire l integrazione delle vittime Il progetto Rosarno e poi? - Intervento volto a sostenere l uscita da situazioni di sfruttamento lavorativo e a favorire l integrazione delle vittime è finanziato dalla Fondazione con il Sud e implementato dal Consiglio Italiano per i Rifugiati - Onlus in partenariato con il Comitato per il Centro Sociale, la Comunità Rut Suore Orsoline e la Caritas diocesana a Caserta, l Associazione Futura ente gestore dello Sportello Immigrati e Richiedenti Asilo presso la Provincia a Salerno, il Dipartimento di Giurisprudenza dell Università Federico II di Napoli. Avviato nel mese di aprile 2013, il progetto ha una durata di due anni e un impatto territoriale nella Regione Campania (Province di Caserta, Salerno, Napoli). L obiettivo è quello di favorire l accesso a misure di tutela e l avvio di percorsi di integrazione per stranieri vittime di sfruttamento lavorativo, attraverso azioni dirette che vanno dall informazione sui territori d intervento, specialmente laddove è più diffuso il fenomeno dello sfruttamento lavorativo (Casal di Principe e Castel Volturno, Piana del Sele e Capaccio), ad attività di orientamento socio/legale, assistenza legale, mediazione culturale, accoglienza e predisposizione di specifici percorsi di integrazione socio culturale e sanitaria presso gli sportelli di progetto (città di Caserta e Salerno). Tra le attività sono previste sia azioni di comunicazione, lobby e networking e sia servizi diretti alla persona: Attività di informazione e rafforzamento della rete di associazioni, sindacati ed enti pubblici che si occupano della tutela dei diritti dei migranti e dei rifugiati nel territorio casertano e salernitano. Comunicazione e sensibilizzazione, sia attraverso la diffusione capillare del materiale di comunicazione prodotto, informazioni puntuali sui canali comunicativi del CIR (sito, periodico CIRNotizie) sia grazie alla collaborazione con il Dipartimento di Giurisprudenza dell Università Federico II di Napoli nell organizzazione di 3 incontri-dibattito sul tema. Verranno, inoltre, realizzate attività di lobby e promozione per la definizione di politiche eque nel settore della lotta allo sfruttamento 23

2 della manodopera straniera, della riabilitazione e integrazione delle vittime e alla introduzione di strumenti legislativi in linea con la normativa europea e internazionale di riferimento. Per quanto riguarda i servizi diretti ai beneficiari, sono previste attività di orientamento e accompagnamento socio/legale presso gli Sportelli di Caserta (c/o la sede del Comitato per il Centro Sociale Ex Canapificio) e Salerno (c/o Ufficio Immigrazione e Asilo della Provincia di Salerno). Potranno essere, inoltre, avviate cause giudiziarie contro eventuali datori di lavoro che impiegano illegalmente cittadini stranieri che, per rappresentatività della situazione, possano fungere da casi pilota. Sono, inoltre, previste attività di integrazione sociale negli ambiti del lavoro, della casa e sanitario; per un numero determinato di utenti sono disponibili contributi diretti negli ambiti del lavoro, della casa e sanitario nonché garanzia di alcuni posti in accoglienza per i casi più delicati presso le strutture dei partner Caritas e Casa Ruth; RIFERIMENTI OPERATIVI: Consiglio italiano per i Rifugiati - Onlus (CIR) Via del Velabro 5/A, Roma Tel fidone@cir-onlus.org (coordinamento nazionale); campania@cir-onlus.org (sportello operativo presso Comitato per il Centro Sociale) Comitato per il Centro Sociale Viale Ellittico 27, Caserta, Tel csaexcanapificio@libero.it (sportello di Caserta) Associazione FUTURA e CIR c/o Ufficio Immigrazione e Asilo della Provincia di Salerno, presso Palazzo S. Agostino Via Roma 104, Salerno Tel immigrazione@provincia.salerno.it (sportello di Salerno) (Yasmine Mittendorff) 24

3 Foto: un momento del Convegno di Napoli I L C O N V E G N O D I P R E S E N T A Z I O N E D I N A P O L I Si è tenuto a Napoli presso l Università Federico II, il 12 settembre scorso, il convegno di presentazione del progetto Rosarno e poi?, rivolto al contrasto dello sfruttamento lavorativo di migranti e rifugiati e alla loro protezione e integrazione. Un progetto finanziato dalla Fondazione con il Sud della durata di due anni, che vede il CIR come capofila insieme ad una serie di associazioni e realtà a Caserta (Caritas Diocesana, Centro Sociale Ex Canapificio e Casa Rut) e a Salerno (Associazione Futura) che in qualità di agenti territoriali di un articolato progetto potranno intercettare e quindi informare e assistere alcune vittime di questo ampio fenomeno, attraverso sportelli operativi dislocati nei 2 territori. Un azione che secondo i relatori dovrebbe privilegiare la capacità di intercettare le vittime sui luoghi dell intermediazione lavorativa. Per diffondere la conoscenza del fenomeno è attiva una rete informativa al fine di sensibilizzare enti, associazioni, istituzioni presenti sul territorio. Attraverso i mediatori culturali coinvolti è possibile raggiungere i migranti nelle rotonde, sugli autobus (coinvolta la Sita di Salerno per diffondere volantini con numeri utili sulle linee più frequentate) e negli altri luoghi di incontro. E attiva una linea di cellulare ( ) per contattare un operatore di Caserta e Salerno. La prospettiva è anche quella di definire dei protocolli di collaborazione con le Istituzioni preposte e puntare ad un sostegno complessivo delle vittime per costruire un modello pilota di percorsi di fuoriuscita dallo sfruttamento e dalla subalternità sociale. Il progetto finanzia infatti la presa in carico di alcune decine di casi in ogni provincia per un supporto che non si limita all assistenza legale ma va dai percorsi di formazione-lavoro, all alloggio, all inserimento lavorativo e all assistenza psicologica. Dopo i saluti del professore Francesco Romeo dell Università degli studi di Napoli Federico II si è entrati nel vivo della conferenza, che si è 25

4 strutturata soprattutto sull analisi della realtà del lavoro nero in Italia e nel Sud e sugli strumenti legislativi per affrontarla. Il primo intervento, curato da Maria Giovanna Fidone, responsabile di progetto del Consiglio Italiano per i Rifugiati, è stato volto a delineare obiettivi e azioni previste. L obiettivo spiega è quello di favorire l accesso a misure di tutela e l avvio di percorsi di integrazione per stranieri vittime di sfruttamento lavorativo, attraverso azioni dirette che vanno dall informazione sul territorio delle Province di Caserta e Salerno, ad attività di orientamento e assistenza legale, mediazione culturale, accoglienza e predisposizione di specifici percorsi di integrazione socio culturale e sanitaria presso gli sportelli di progetto (a Caserta e a Salerno). Il progetto vuole avvalersi di una rete di attori a livello locale e nazionale, che coinvolga le forze di polizia, le Procure per le indagini penali, le strutture di volontariato per la presa in carico con un approccio multiagenzia. Le norme esistono e se applicate garantiscono una tutela più ampia ma spesso la non collaborazione tra enti rende più lenti gli interventi. Come CIR saremo i collettori di questi servizi, valutando di caso in caso l opportunità di indirizzare i migranti secondo i loro bisogni, aggiunge Fidone. Il progetto prevede anche borse lavoro per la re-immissione nei circuiti professionali. Secondo Stefania Perez, dell Università degli Studi di Cassino, il tema migranti è ostico per gli internazionalisti poiché la ricognizione delle fonti non è semplicissima e perché molte volte gli atti non sono vincolanti e gli Stati non sono obbligati a dare seguito alle raccomandazioni che giungono dalla comunità internazionale - aggiunge Maria Giovanna Fidone. Un punto di svolta è quello della Corte di Giustizia dell Unione Europea che sta sempre di più applicando gli strumenti internazionali a tutela e per il riconoscimento dei diritti umani dei migranti. Particolarmente importante la Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie del 1990 che purtroppo non è stata ancora ratificata negli stati europei e in Italia. Ci si augura che l Unione Europea spinga gli stati membri a dare seguito alle raccomandazioni per una tutela più vincolante per gli Stati d accoglienza. Nel diritto internazionale il soggetto migrante è una costruzione giuridica di nuova generazione. La Convenzione di Ginevra sullo status di rifugiato del 1951 è la pietra miliare di questo cammino nel quale occorre tenere conto della persona, delle motivazioni che lo spingono a lasciare il proprio Paese Secondo il professore di Diritto del Lavoro Pasquale Passalacqua, la normativa è ancora molto inadeguata e sconta la mancanza di una politica armonica a livello comunitario. Basti pensare, che la Direttiva comunitaria 2009/52 che introduce norme minime relative a sanzioni e a provvedimenti nei confronti di datori di lavoro che impiegano cittadini di Paesi terzi il cui soggiorno è irregolare la più importante sul tema, ha incontrato grande difficoltà di recepimento dagli Stati membri. Sebbene sia stata evidentemente approvata a maggioranza, la Comissione Europea ha dovuto avviare ben 20 proce- 26

5 dure d infrazione causa scadenza dei termini ai danni anche di paesi centrali come Svezia, Germania e Italia. Questo a evidenziare le resistenze e gli interessi in gioco. In Italia il percorso che ha portato al D.Lgs 109/2012 di recepimento della suddetta Direttiva è stato particolarmente controverso e i risultati non troppo incoraggianti. La legge inasprisce le sanzioni verso i caporali e in parte i datori di lavoro in nero, ma accoglie ben poco delle misure in sostegno delle vittime, in particolare le garanzie in termini di protezione e risarcimento. Occorre avviare spiega l Avvocato Michela Manente dell Associazione On The Road una seria riflessione sull applicazione dell articolo 18 del D. Lgs. N 286/98, Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell immigrazione e norme sulla condizione dello straniero che ancora oggi è di difficile applicazione, spesso o troppo rigida o rivolta solo alla tratta per sfruttamento sessuale delle donne. L applicazione dell articolo 18 del Testo Unico che permette la concessione di un permesso di soggiorno a chi è vittima di sfruttamento si limita ancora a casi molto specifici e limitati, come quando sia rintracciabile il legame tra datore di lavoro e un organizzazione criminale o quando la riduzione in schiavitù del migrante sia accertabile nel corso di operazioni di polizia ovvero nel corso di interventi assistenziali dei servizi sociali. In pratica, secondo l avvocato Michela Manente, rimane il problema di dimostrare che si tratta di vittime di tratta, nel qual caso il procedimento passa però alla procura distrettuale antimafia con ulteriore dilazione dei tempi. L avvocato ha citato l esempio di un gruppo di lavoratori indiani introdotti in Italia tramite un caporale e schiavizzati da una nota ditta di stucchi, il cui processo in sede penale dopo 4 anni, è ancora nella fase preliminare. Tutte queste condizioni fanno sì che l esercizio dei propri diritti da parte delle vittime, sia in sede civile che penale, sia molto difficile e richieda il supporto di reti sociali di scopo. La tavola rotonda ha raccolto interessanti spunti da parte di avvocati e associazioni che operano sul territorio a difesa delle vittime dello sfruttamento lavorativo. Tra le maggiori raccomandazioni emerse dal confronto, quella di informare e formare le forze dell ordine e gli attori istituzionali, la necessità di una revisione profonda della legge sul caporalato che non è in grado né di leggere il fenomeno né di fornire risposte adeguate. Giovanni Paolo Mosca, del Centro Sociale Ex Canapificio partner di progetto, ha sottolineato come senza il riconoscimento di un permesso di soggiorno per la vittima che decide di denunciare il suo sfruttatore, il meccanismo di denuncia di fatto si blocca. Lo sfruttamento lavorativo non è solo la coercizione fisica ha dichiarato Gianluca Castaldi della Caritas Diocesana di Caserta partner di progetto, e ha poi riportato alcuni casi emblematici. Schiacciate dalla psicologia della povertà, queste persone denunciano solo se la situazione è irreversibile, spesso dopo un incidente sul lavoro. Perché il corpo è tutto. E l unica risorsa. Purtroppo non sempre questi incidenti sul lavoro vengono registrati come tali. E il caso 27

6 di un giovane immigrato che si presenta in ospedale accompagnato dal datore di lavoro e si vede archiviata la sua ferita grave come conseguenza di un incidente stradale. Quando un migrante esasperato chiama le forze dell ordine perché non riceve la sua paga da una, due settimane o più, le forze dell ordine arrivate sul posto accolgono invece la denuncia del datore di lavoro, che accusa il migrante di estorsione. Alessandra Napolitano, dell Ufficio Immigrazione e Asilo, Provincia di Salerno, partner del progetto, ha rilasciato un importante testimonianza sulla situazione delle vittime di sfruttamento lavorativo nelle zone particolarmente colpite del territorio salernitano, quali la Piana del Sele, l Agro-nocerino sarnese e il Cilento, dove è particolarmente diffuso il fenomeno della intermediazione illecita di manodopera agricola e la presenza dei c.d. caporali. Elemento allarmante, da rilevare in questi ultimi tempi, è la presenza di numerose donne, spesso vittime, a volte carnefici nelle vesti di caporali al femminile. Donne che gestiscono altre donne. Lavorano per lo stesso datore di lavoro delle sfruttate. Nel suo intervento la Napolitano ha anche evidenziato alcuni segnali positivi: nel luglio 2013 è stato presentato ad Eboli (SA)- primo comune in Italia a procedere nei termini seguenti un Protocollo d Intesa per l Istituzione di un Collocamento Pubblico in Agricoltura. Tale Protocollo, firmato dal Comune di Eboli, dal Centro per l Impiego di Eboli e dalle più importanti associazioni sindacali e datoriali del territorio, prevede l apertura di uno Sportello denominato Collocamento pubblico contro l illegalità, destinato a ricevere le richieste di lavoro presentate dai datori di lavoro del settore agricolo e le richieste dei lavoratori. Si tratta, quindi, di sottrarre ai c.d. caporali la gestione illegale del mercato del lavoro, per ripristinare i principi di legalità a partire dall instaurazione di corrette relazioni civili, democratiche ed economiche. Il Direttore del CIR Christopher Hein ha sottolineato che da anni si procede a inasprire sulla carta sanzioni verso i datori di lavoro e i caporali che rimangono in gran parte inapplicate. E molto più urgente ampliare i diritti e le garanzie per le vittime in modo da favorire la loro tutela e la loro emancipazione civile. (Yasmine Mittendorff) 28

7 U N A S T O R I A A C A S E R T A E I L C A S O D E L L A L O C R I D E A.F, ragazzo ghanese di 29 anni giunto in Italia in cerca di protezione nel 2008 si è rivolto allo sportello del progetto Rosarno e poi?, gestito a Caserta del Centro Sociale Ex-Canapificio, dalla Caritas Diocesana di Caserta e dal CIR, insieme ad altri due connazionali (B.J. e A.Y.) e ad un cittadino liberiano (J.B.). I quattro ragazzi hanno raccontano di un grave episodio di violenza commesso dal proprio datore di lavoro e delle gravissime condizioni di sfruttamento lavorativo in cui versavano da tempo e hanno chiesto di essere supportati nella denuncia presentata ai carabinieri di Brancaleone (RC), luogo di lavoro, il giorno dell accaduto. Dal racconto emergeva una situazione lavorativa di estremo disagio. A.F., B.J., A.Y. e J.B. lavoravano irregolarmente come braccianti nella raccolta di ortaggi alle dipendenze dei Sig.ri Pasquale e Saverio Palumbo che li costringevano ad orari di lavoro massa- 29

8 cranti, dalle 6,30 del mattino sino alle 20,30 di sera, senza alcun giorno di riposo per un guadagno di 5 euro all ora, peraltro mai percepito; vivevano in un casolare fatiscente e subivano atti discriminatori ed insulti da parte dei titolari dell azienda. I ragazzi raccontavano inoltre un grave episodio che li ha infine indotti a denunciare i due datori di lavoro: alla richiesta di pagamento avanzata da uno di loro, J.B, il Sig. Palumbo e suo figlio reagirono colpendolo violentemente con un bastone provocandogli una ferita al volto. Spinti dal bisogno di difendersi e di soccorrere il compagno sanguinante, si rivolgevano ai carabinieri di Brancaleone, dove potevano finalmente denunciare le gravi condizioni di sfruttamento lavorativo di cui erano vittime. Gli operatori del progetto si sono subito attivati prendendo contatto con i carabinieri di Brancaleone e presentando alla Procura Ordinaria di Locri istanza di rilascio di Pds ex art. 18 T.U sull Immigrazione. Grazie all intervento del progetto e alla testimonianza in particolare di A.F., il Sig. Palumbo e suo figlio sono stati condannati per estorsione e violenza alla pena di un anno di reclusione e al pagamento del risarcimento del danno di 4.000,00 oltre alle spese legali. La testimonianza di A.F ha permesso per la prima volta nella Locride la prosecuzione e la conclusione positiva di un procedimento penale a carico di un datore di lavoro e l emersione delle gravissime condizioni di sottomissione fisica e psicologica nelle quali erano stati ridotti i quattro lavoratori stranieri che il Sig. Palumbo soleva chiamare cavalli. Dal punto di vista della tutela legale, il Progetto Rosarno e poi? ha messo a disposizione i fondi necessari a coprire le spese legali e gli operatori dello sportello hanno ottenuto per A.F. e A.Y. il rinnovo del Pds ex art. 18 oltre i 18 mesi già trascorsi, in considerazione del ruolo chiave che A.F. e i suoi compagni hanno svolto nel procedimento penale. Durante il procedimento giudiziario, A.F e A.Y sono stati accolti nella struttura del Progetto Work Out gestito dalla Caritas di Caserta, partner di progetto. Dal punto di vista dell integrazione socio-economica, sono stati attivati per lavoratori tirocini formativi retribuiti presso tre cooperative sociali del casertano che fanno agricoltura biologica su terreni confiscati alla camorra. I tirocini, la cui copertura economica è stata garantita dal progetto, intendono anche valorizzare l esperienza acquisita dai braccianti nella semina e nella raccolta degli ortaggi. Novella Ricciuti - CIR e Mimma D Amico Centro Sociale ex Canapificio 30

9 S A L E R N O, I L C A S O D I N. K. N.K.,trentaseienne marocchino, è arrivato in Italia con passaporto e regolare visto per lavoro subordinato, nel mese di agosto Gli operatori dell Ufficio Immigrazione e Asilo della Provincia di Salerno lo hanno incontrato per la prima volta nel mese di giugno In questo primo colloquio, N.K. ha raccontato di essere stato sfruttato, segregato e picchiato. In particolare, ha riferito di aver subito un aggressione da parte di un noto caporale della Piana del Sele (SA) qualche settimana prima, portando a testimonianza di ciò la documentazione medica (referto Pronto Soccorso) da cui si evincevano le avvenute percosse e il conseguente trauma cranico. In colloqui successivi gli operatori hanno avuto modo di constatare la veridicità delle sue dichiarazioni e di verificare la fattibilità della sua presa in carico nell ambito del progetto Rosarno e poi?. E emerso, infatti che N.K. stato, da subito, vittima di sfruttamento, in quanto al suo arrivo (agosto 2012) gli è stato impedito di presentarsi in Questura per regolarizzare la sua posizione, gli sono stati sequestrati i documenti, è stato minacciato dai suoi stessi 31

10 connazionali che avrebbe perso il lavoro, per il quale peraltro non veniva pagato. Il datore di lavoro e il caporale gli fornivano soltanto l alloggio e da mangiare. A questo punto N.K. è stato accompagnato dal legale dello Sportello e da una mediatrice linguistico culturale in Questura per presentare denuncia. Il giovane immigrato non ha mai avuto un permesso di soggiorno, nonostante fosse entrato in Italia con un regolare visto per lavoro subordinato (mai trasformato in contratto di lavoro). In queste condizioni, N.K. ha cercato più volte di ribellarsi, ma ogni volta veniva rinchiuso in una stanza e minacciato. Solo dopo aver comunicato al suo caporale la sua intenzione di ritornare in Marocco, il giovane ha riavuto i suoi documenti. In effetti questo è stato l unico modo per fuggire e chiedere aiuto, lontano dall area in cui viveva e lavorava Gli agenti dell Ufficio Stranieri della Questura che hanno accolto la denuncia, hanno anche avviato una procedura di indagine volta a sgominare una più ampia organizzazione criminale, che vede coinvolti diversi Paesi, quali Francia, Egitto e Italia. Per i motivi di cui sopra, è stato offerto a N.K. un alloggio protetto. Dal punto di vista legale, il progetto si adopererà per ottenere il rilascio del permesso di soggiorno (motivi umanitari o ex. Art. 18 del T.U.) Grazie al Progetto Rosarno e poi?, verranno inoltre attivati percorsi di integrazione sociale e sanitario. In particolare, il progetto potrà coprire le spese mediche specialistiche e la partecipazione a corsi di formazione per garantire il reintegro in attività lavorative. Alessandra Napolitano 32

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