ANNALI SCUOLA NORMALE SUPERIORE DI PISA DBLLA CLASSE DI LETTERE E FILOSOFIA

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1 ANNALI DBLLA SCUOLA NORMALE SUPERIORE DI PISA CLASSE DI LETTERE E FILOSOFIA SERIE III VOL. XVIII,,4 PISA 1988

2 SOMMARIO A. QUATTORDIO MORESCHINI AiKABAI: e AiKABUTTOI:: un esempio di rapporti greco-anatolici. P. ANREITER Griech. TUA iretoi:. Ein etymologischer Problemfall M. I. GULLETTA Per un lessico dei vasi: storia degli studi e dei contributi dal 1829 al 1987 G. B. D'ALESSIO Pindaro, Peana l (fr. 52a Sn.-M.), vv A. M. PRESTIANNI GIALLOMBARDO EMlOKOM10N ~IKJ\APON. Una inter-" pretazione di IG XIV, 352, col. I, Il G. BEJOR, M. G. CANZANELLA, A. CORRETTI, P. FABBRI, I. GENNUSA, R. GUGLIEL MINO, C. MICHELINI, G. NENCI, M. C. PARRA Entella. Ricognizioni tepografiche e scavi 1987 c. FRUGONI Altri luoghi cercando il Paradiso (Il ciclo di Buffalmacco nel Camposanto di Pisa e la committenza domenicana) M. LUZZATI Simone Saltarelli arcivescovo di Pisa ( ) e gli affreschi del Maestro del Trionfo della Morte M. RONZANI Il «Cimitero della Chiesa Maggiore Pisana»: gli aspetti istituzionali prima e dopo la nascita del Camposanto A. E. QUAGLIO Fortuna-donna nel Principe NOTIZIARIO DELLA SCUOLA NORMALE SUPERIORE INDICE DELLE TAVOLE INDICE DELL' ANNATA p p.1419 p p p p p p p p p p p. 1791

3 ENTELLA. RICOGNIZIONI TOPOGRAFICHE E SCAVI C. GEMMELLARO, Breve descrizione geognostica dei contorni di Contessa e una porzione della Valle di Mazara, Atti Acc. Gioenia Sco Nat. Catania, I, 1827, 169. P. MADONIA, M. PANZICA LA MANNA, Fenomeni carsici ipogei nelle evaporiti in Sici lia, Le Grotte d'italia, XIII, 4, 1986, G.H. MASCLE e K.O. HEIMANN, Geological observations from Messinian and lower Pliocene outcrops in Sicily, Mem. Soc. Geo!. 11., XVI, 1976, G.H. MASCLE, Etude géologique des Monts Sicani, Riv. It. Paleont. Stratigr., Memoria XVI, S. MOTTURA, Sulla formazione terziaria della zona solfi/era della Sicilia, Appendice II ed., Caltanissetta 1910, L L. OGNIBEN, Petrografia della serie Solfifera Siciliana e considerazioni relative, Mem. descr. Carta Geo!. d'il., XXXIII, G. RUGGIERI e G. TORRE, Geologia delle zone investite dal terremoto del Belice. Tav. Gibellina, Riv. Min. Sic., XXIV, , 1973, A. SCHERILLO, l basalti di Giuliana e di Contessa Entellina e la loro alterazione. Studio petrografico, Periodico di Mineralogia, VI, 1935, RICOGNIZIONI NELLA REGIONE DI ENTELLA, RAPPORTO PRELIMINARE Gli scavi archeologici di Rocca d'entella attualmente in corso sotto la direzione del Prof. G. Nenci I e l'esigenza di arricchire le nostre conoscenze sull'occupazione antica del territorio 2, hanno offerto lo spunto per un progetto di ricognizioni e di ricerca storico-topografica nella regione circostante la città antica. Desidero qui ringraziare il Prof. G. Nenci per avermi offerto l'opportunità di intraprendere questo studio, le autorità e gli amici di Contessa Entellina ai quali devo suggerimenti e collaborazione, e quanti, professori e colleghi, mi hanno aiutata nel lavoro di campagna e nella riflessione sui dati raccolti. I Cf. AA. VV., E nte lla. Ricognizioni topografiche e scavi , ASNP, S.III, XVI, 1986, Solo il sito urbano con le due necropoli di Contrada Roccella e Contrada Petraro è stato oggetto di interventi significativi; ma fatta eccezione per la visita di Wotschitzky sulla Rocca nel 1953 (A. WOTSCHITZKY, l. Kundfahrt nach En te Ila. Il. Zwei 'phalloi' aus Entella, Innsbrucker Beitriige zur Kulturwissenschaften, XI, 1965, ), e per un intervento d'urgenza effettuato dalla Soprintendenza alle Antichità della Sicilia Occidentale nella necropoli A (G. FALSONE, Per salvare Entella, SicA, XIII, 43, 1980, 21-26), la zona non è mai stata interessata da indagini sistematiche, prima delle campagne di scavo della Scuola Normale Superiore di Pisa, iniziate nel Sono noti, tuttavia, numerosi rinvenimenti ai margini della regione presa in esame in questa sede, i quali, oltre ad offrire spunti di ricerca e

4 1480 AUTORI VARI Durante le campagne di ricognizione 3 condotte nei mesi di settembre 1986, maggio 1987 e settembre-ottobre 1987, sono state esplorate alcune aree nella regione compresa fra le pendici N della Rocca, che dominano il Belice sinistro, e la zona di Calatamauro - Bagnitelle 4. Questo territorio, caratterizzato da un rilievo collinare marnoso-arenaceo sormontato localmente da emergenze gessose come quelle della Rocca stessa e del M. Carrubba, è solcato dagli affluenti di sinistra del Belice e dai più piccoli corsi d'acqua che li alimentano. Il torrente del Vallone Petraro separa a NE la Rocca dal M. Bruca, mentre quello del Vallone Vaccarizzo, a S, determina un'ampia conca a S della quale si elevano il M. possibilità di confronti, consentono di inquadrare i nuovi dati in un panora ma insediativo che, riflettendo lo stato attuale della ricerca più che una 'realtà' dell'occupazione umana del territorio, va, però, letto con ogni caute la. Limitandoci ad una zona a corto raggio intorno alla Rocca, e solo menzionando i centri antichi di M. Castellazzo di Poggioreale, Monte Adranone, Montagna Vecchia di Corleone e M. Maranfusa, che la circondano, si ricor da la zona del M. Cautalì, che domina la confluenza fra i due rami del Belice, e che appare interessata da piccoli insediamenti dell'eneolitico e dell'età del Bronzo (G. FALSONE, Ricerche archeologiche nella valle del Belice, Kokalos, XXII-XXIII, , ; V. TUSA, L'attività della Soprintendenza alle Antichità della Sicilia Occidentale nel quadriennio maggio aprile 1976, Kokalos, XXII-XXIII, , 657; G. FALSONE et alii, Quattro campagne di scavo a Castellazzo di Poggioreale, Kokalos, XXVI-XXVII, , 931) e da un «modesto insediamento rurale di età ellenistica» (FALSONE, Ricerche archeologiche cit., 797). Poco a valle della confluenza, in località Mandra di Mezzo, sulla riva destra del Belice, è stata rinvenuta la nota iscrizione arcaica in dialetto dorico selinuntino con dedica a Eracle (M.T. MANNIPIRAINO, Iscrizione inedita da Poggioreale, Kokalos, V, 1959, ). Nella stessa zona sono stati individuati anche i resti di una fatto ria romana del V-VI sec. d.c., ma dove i materiali più antichi sono rappresentati da ceramica a vernice nera di età ellenistica e ceramica aretina (G. FALSONE, La fattoria romana di Cusumano, SicA, IX, 31, 1976, 28 n. 5). Poco più a S, presso la riva destra del fiume, in Contrada Cusumano, è stata scavata una villa rustica romana sorta durante la tarda età ellenistica e fiorita nella tarda età imperiale (FALSONE, La fattoria cit., 27 38). Nel territorio del comune di Contessa Entellina sono noti gli insediamenti romani di Casale Bianco (FALSONE, Quattro campagne cit., 931) e Scirotta (A. SCHIRÒ, L'antico castello di Calatamauro, ASS, XII, 1887, 174; V. GruSTOLISl, Nakone ed Entella, Palermo 1985, 142). 3 Per una prima identificazione dei materiali più largamente attestati, sono state adottate le seguenti abbreviazioni bibliografiche: ATLANTE I == AA.VV., Atlante delle forme ceramiche I. Ceramica fine romana del bacino mediterraneo (medio e tardo impero), Roma 1981; ATLANTE II == AA. VV., Atlante delle forme ceramiche II. Ceramica fine romana del bacino mediterraneo (tardo ellenismo e primo impero), Roma 1985; GOUDINEAU == C. GOUDI NEAU, La céramique arétine lisse, Paris 1968; HAYES == J.W. HAYES, Late Roman Pottery, London 1972; MOREL == J.P. MOREL, Céramique campanienne: les formes, Roma Fogli IGM 1: II NO, III NE-SE.

5 ENTELLA. RICOGNIZIONI TOPOGRAFICHE E SCAVI Carrubba e la cresta di Piano Cavaliere, le cui pendici S sono bagnate dal torrente Senore. Nelle immediate adiacenze della Rocca, è stata esplorata una necropoli che viene ad aggiungersi a quelle già note pertinenti al centro urbano (necropoli A, in Contrada Roccella S, a valle della parete meridionale della Rocca; necropoli B, in Contrada Petraro 6, sul versante N-NO). La necropoli C si estende in Contrada Colletti, ai piedi della parete O, sul forte pendio a N delle Case Colletti, per circa 200 m in senso N-S e circa 150 m in senso E-O. La zona, in parte coltivata a frumento, in parte interessata da recenti lavori di costruzione, ha restituito materiale fittile ascrivibile per la maggior parte solo a sepolture, e solo in misura minore a slittamento dal sito urbano che la sovrasta. Accanto a numerosi frammenti di tegole, anfore e pithoi, è apparsa dominante la ceramica a decorazione geometrica dipinta 7, che, insieme ad alcuni frammenti di ceramica incisa 8, trova precisi riscontri in quella del sito urbano, attualmente in corso di studio. Fra i materiali pertinenti alla necropoli, si segnalano ancora un frammento di cratere corinzio, ceramica a figure rosse, fondi di skyphoi a vernice nera 9 assimilabile alle forme 4341 e 4383 Morel lo, ceramica di tipo Gnathia; mentre i rarissimi frammenti di sigillata africana e di ceramica medievale invetriata, che esulano completamente da questo contesto, sono da attribuire all'area della città, da 5 FALSONE, Per salvare Entella cit.; AA. VV., Entella cit., Nota da tempo agli scavatori clandestini e non ancora sistematicamente indagata, sembra occupare una zona assai vasta - oltre che impervia - del versante N della Rocca. Vi sono state notate tombe scavate nella roccia e materiale che va dalla ceramica a decorazione geometrica incisa e dipinta alla ceramica a vernice nera. 7 Tav. CCLXV, fig. 1, 4-12 (inv. RdENC 30, 26, 25, 20, 4, 12, 23, 2, l). Benché nota in più siti della Sicilia occidentale, non si dispone attualmente per questa classe ceramica di una cronologia fondata su contesti stratigrafici precisi, fatta eccezione per l'adyton del tempio di Afrodite a M. Iato dove è datata, per associazione con altri materiali, intorno al 500 a.c. (Studia letina, II, Ziirich 1984, 85). Per gli ultimi rinvenimenti nella regione del Belice, cf. F. SPATAFORA - A.M.G. CALASCIBETTA, Monte Maranfusa. Un insediamento nella media valle del Belice, SicA, XIX, 42, 1986, Tav. CC LXV, fig. 1, 1-3 (inv. RdENC 31, 32, 33). 9 Tav. CCLXV, fig. 1, 14 (inv. RdENC 27). 10 MOREL, 307 e 313, tavv. 128 e 133. La forma 4341 è datata alla metà o seconda metà del IV sec. a.c.; la forma 4383 fra la metà del IV e la metà del III sec. a.c.

6 1482 AUTORI VARI dove sarebbero caduti Il. Non sono state individuate tombe scavate nella roccia, note, invece, nelle necropoli A e B; ma un'indagine lungo la trazzera che dalle Case Colletti si dirige verso la Casa Vaccara ha rivelato, in più punti della scarpata a monte, oltre a varie tracce di fosse terragne, resti di sepolture umane sporgenti dal terreno e, nelle adiacenze, ossa sparse in condizioni molto frammentarie. Il dotto F. Fabbri, che qui ringrazio per le utili osservazioni, ha attribuito questi resti a sepolture con il defunto disteso sul fianco destro, del tutto analoghe, per la posizione, a quelle rinvenute nella necropoli A 12. Nel territorio circostante la Rocca, alcuni siti sono stati individuati nella conca di Vaccarizzo, generalmente su terrazzi fluviali o su collinette che dominano il torrente. Nella zona di Badessa 13, su una superficie totale di 4,5 ha., su un largo sperone del versante S del Vallone Vaccarizzo, delimitato dal torrente omonimo e dal Fosso della Badessa, sono state rilevate in più punti diverse aree di dispersione di materiale fittile che presenta nell'insieme una cronologia assai vasta. Una prima area, che è ancora la più estesa, ha restituito ceramica a decorazione geometrica incisa e dipinta 14, pochi frammenti a vernice nera 15, una grande quantità di ceramica comune e di frammenti di pithoi ed anfore, fra le quali un orlo di anfora corinzia 16. Vi si è registrata, inoltre, una labilissima presenza di sigillata africana, insieme a tegole solcate 17. In una seconda zona di dispersione sono stati rinvenuti pochi materiali non anteriori al II sec. a.c., mentre appare meglio rappresentata la ceramica africana. Altre due aree, assai vicine, ma fra loro distinte, hanno restituito solo ceramica della tarda età imperiale. In 11 Una situazione analoga è stata riscontrata nella necropoli A, cf. AA.VV., Entella cit., 1081, Cf. infra, 1523 sgg. 13 IGM 258 III NE; tav. CCLXIII, Tav. CCLXV, fig. 2, 1-7 (inv. BDS 30, 22, 21, 12, 27, 4, 25, 31). Cf. supra, n Tav. CCLXV, fig. 2, 9-12 (inv. BDS 44, 45, 41, 42). 16 Il frammento di Badessa è riferibile al tipo Al definito da C.G. KOEHLER, Corinthian developements in the study of trade in the fifth century, Hesperia, L, 1981, R.J.A. WILSON, Brick and Ti/es in Roman Sici/y, in Roman Brick and Ti/e, ed. A.M. Whire, BAR Intern. Series 68, Oxford, 1979, 11-43, 23 individua e descrive questo tipo di tegole, datandole a partire dal V sec. d.c.

7 ENTELLA. RICOGNIZIONI TOPOGRAFICHE E SCAVI africana 29 e la ceramica da cucina 30, che mostrano un'occupazione del sito dall'età repubblicana fino a tutto il V sec. d.c. Nella zona delle colline che separano la conca del Vallone Vaccarizzo dal Vallone Petraro sono note le tracce di altri insediamenti antichi. Sul sito di Quattrocase 31, su un dosso coltivato a vigneto misto a ulivi, è stato rinvenuto materiale fittile che documenta un'occupazione dall'età ellenistica alla seconda metàfine del V sec. d.c. L'area di dispersione dei materiali ha restituito ceramica a vernice nera 32, poca sigillata italica 33, e in quantità predominante, sigillata africana 34 e ceramica 29 Ricorrono anche qui le forme più antiche ATLANTE I, 24, tav. XIII, 12, e ATLANTE I, 24, tav. XIII, 13-14, prodotte dalla seconda metà del I a tutta la seconda metà del II sec. d.c. (tav. CCLXVII, fig. 1, 3, inv. VCZ 2. 13). Si segnalano ancora alcuni frammenti di coppe ATLANTE I, 26, tav. XIV, 3-5, 26; e ATLANTE I, 26, tav. XIV, 6, (tav. CCLXVII, fig. 1, 4-5, inv. VCZ 2. 15, 14); orli di coppe ATLANTE I, 27, tav. XIV, 9-10, (tav. CCLXVII, fig. 1, 6-7, inv. VCZ 2. 17, 16); un orlo di scodella ATLANTE I, 88, tav. XXXVII, 11, datato fra il 360 e il 440 (tav. CCLXVII, fig. 1, 8, inv. VCZ 2. lo); un fondo di piatto decorato a stampo con una fascia a trifogli stilizzati (ATLANTE I, 129, tav. LVIII b, 47, stampo nr. 169, datato alla prima metà del V sec.) delimitata da una serie di solchi concentrici (tav. CCLXVII, fig. 1, lo, inv. VCZ 2. 19); un orlo di coppa ATLANTE I, 104, tav. XLVIII, 5, (HAYES, 126), forma posta da Hayes nella seconda metà del V sec., ma nota a Cartagine fra il 360 e il 440 (tav. CC LXVII, fig. 1, 9, inv, VCZ 2. 12). 30 Piatti-coperchi con orlo annerito ATLANTE I, 212, tav. CIV, 1 e 3; casseruole ATLANTE I, 217, tav. CVI, lo, e ATLANTE I, 218, tav. CVII, IGM 258 III SE; tav. CCLXIII, Fra i pezzi più significativi si segnalano un frammento di coppa o patera riconducibile alla forma MOREL 1312 e 1, 103, tav. 11, datata verso il a.c., qui alla tav. CCLXVII, fig. 2, 1 (inv. QTC lo); un orlo di patera forse assimilabile alla forma MOREL 1312 b 1, 103, tav. 11, posta nel II sec. a.c. (tav. CCLXVII, fig. 2, 2, inv. QTC 15); un orlo di patera riferibile alla forma MOREL 1315 c 1, 105 tav. 13, (tav. CCLXVII, fig. 2, 3, inv. QTC 14); due fondi di piatti in campana A con decorazione a rotellature e palmette (tav. CCLXVII, fig. 2, 4-5, inv. QTC 13, 12). 33 È presente la classica coppa tipo GOUDINEAU 38, cf. ATLANTE II, 369, tav. CXXXI, 12, datata al I sec. d.c., qui alla tav. CCLXVII, fig. 2, 6 (inv. QTC 35). 34 Oltre alle forme più antiche di piatti con orlo decorato a foglie d'acqua ATLANTE I, 24, tav. XIII, 13 e 14, sono bene attestate le coppe con orlo a lobo centrale decorato a rotella ATLANTE I, 26, tav. XIV, 3, datate dalla fine del I alla metà del II sec., e ATLANTE I, 26, tav. XIV, 4, datate dal 150 agli inizi del III sec., qui alla tav. CCLXVII, fig. 2, 7-8 (inv. QTC 28, 29). Fra i pezzi più recenti si segnalano dei bordi di coppe ATLANTE I, 104, tav. XLVIII, 5, qui alla tav. CCLXVII, fig. 2, 9 (inv. QTC 30); ed un frammento recante una decorazione a stampo a ramo di palma a mezza losanga, per la quale cf. ATLANTE I, 128, tav. LVIII a, 7, stampo nr. 134, datata agli anni , qui alla tav. CCLXVII, fig. 2, lo (inv. QTC 31).

8 1486 AUTORI VARI africana da cucina 35. Importante anche la presenza di anfore, dalle greco-italiche a quelle tardo-antiche di produzione africana. Sul terreno sono stati notati anche alcuni blocchi di pietra squadrati, del pietrame da costruzione di piccole e medie dimensioni e dei frammenti di cocciopesto. L'insediamento di Pizzillo 36 può essere considerato, dal punto di vista topografico, nell'ambito delle colline dove ha origine il torrente del Vallone Petraro. Le ricognizioni in questa zona sono appena all'inizio, e il sito stesso è stato per ora solo parzialmente indagato. In località relativamente lontane fra loro e dalla Rocca d'entella (dai 5 ai 7 km in linea d'aria) sono stati individuati altri siti, fra i quali si ricordano quelli di Scirotta, Bagnitelle - S. Antonino e Realbate. Il sito di Sci rotta 37 è alle estreme pendi ci settentrionali del M. Genuardo, in una valletta dominata a N dall'altura di Calatamauro e ricca di acque che alimentano il Torrente Senore. Già noto ad A. Schirò, studioso locale della fine del secolo scorso 38, le cui segnalazioni benché di difficile lettura ai fini della cronologia, fanno pensare molto in generale a materiali del V sec. a.c., è stato rivisitato recentemente da Giustolisi 39, che riconduce genericamente la ceramica affiorante all' età bizantina. Dalle ultime ricognizioni, il materiale di superficie mostra, come già altrove, una labile presenza di ceramica a vernice nera e di sigillata italica 40, mentre dominano la sigillata africana 41 e la ceramica africana da 35 Accanto alla forma ATLANTE I, 217, tav. CVI, lo, è bene attestata la casseruola ATLANTE I, 218, tav. CVII, 6-7, (tav. CCLXVII, fig. 2, li, inv. QTC 40). 361GM 258 III NE; tav. CCLXIII, IGM 258 III SE; tav. CC LXIV, Da SCHIRÒ, art. C., sappiamo che a Sci rotta «si sono trovati dei sepolcreti in mura tura, monete, lucerne e vasi di terra cotta inverniciati con leggiadre ed eleganti figurine, uno dei quali a forma di piccolo fiasco di una vernice lucentissima a color rosso fulvo con figurine». 39 GruSTOLISI, D.C., 142 n Tav. CCLXVIII, fig. l, 2 (inv. SCR 18): coppa del tipo GOUDINEAU 38, cf. ATLANTE II, 369, tav. CXXXI, 13, datata alla seconda metà del I sec. d.c., forse fino agli inizi del II sec. 41 Ricorrono anche qui le forme già note negli altri siti, cf. tav. CCLXVIII, fig. l, 3-6 (inv. SCR 3, 4, S, 6). Il frammento al nr. 7 (inv. SCR 7, cf. ATLANTE I, 101, tav. XLVII, 2) è datato alla prima metà del VI sec., con una cronologia iniziale risalente forse già al

9 ENTELLA. RICOGNIZIONI TOPOGRAFICHE E SCAVI cucina 42. A giudicare dai materiali rinvenuti si può considerare, quindi, un'occupazione del sito dall'età repubblicana al tardo-antico, rivedendo la cronologia dell'insediamento proposta da Giustolisi e rialzandone forse la datazione iniziale dell'attività se si tiene conto, ma con le dovute precauzioni, della segnalazione di Schirò. Più complesso e più vasto de,i precedenti appare l'insediamento di Bagnitelle - S. Antonino 43. I materiali fittili si estendono principalmente su uno sperone di collina che dal terrazzo dove sorge la cappella di S. Antonino scende verso la valle del Seno re, ma sono anche presenti nei campi a monte della cappella e lungo la trazzera che da qui conduce verso le Case Bagnitelle. Fra i materiali rinvenuti sono rarissimi i frammenti di ceramica e vernice nera 44 e di sigillata italica, mentre, come si è notato altrove, la grande quantità di sigillata africana 45 e di ceramica africana da cucina mostra un'evidente fioritura dell'insediamento a cominciare dalla prima età imperiale e fino almeno a tutta la prima metà del VI sec. d.c. A differenza degli altri siti indagati, questo di Bagnitelle - S. Antonino ha restituito delle tessere di mosaico. Un pavimento a mosaico sembra sia stato rinvenuto in una sezione di sbancamento per il nuovo assetto della trazzera S. Antonino - Case Bagnitelle. Altre tracce di strut- 42 Tav. CCLXVIII, fig. 1, 8-9 (inv. SCR lo, Il). 43 IGM 258 III SE; tav. CCLXIV, lo. 44 Un frammento di skyphos collocabile fra la seconda metà del IV e gli inizi del III sec. a.c. (cf. MOREL 4373, 311, tav. 131; 4383 a 1, 313 tav. 133), qui alla tav. CCLXVIII, fig. 2, 1 (inv. BGN 6); ed un frammento di patera o coppa il cui piede appare riconducibile al tipo MOREL 321 b 4-5, ma nel nostro caso è più alto e più slanciato (tav. CCLXVIII, fig. 2, 2, inv. BGN 5). 45 Si segnalano, in particolare, un frammento di scodella ATLANTE I, 25 tav. XIII, 18, della seconda metà del II sec. d.c. (tav. CCLXVIII, fig. 2, 4, inv. BGN 14); due fondi di scodelle o piatti con decorazione a stampo, cf. ATLANTE I, 129, tav. LVIII b, 65, stampo nr. 183, datato fra il 325 e il 375 circa (tav. CCLXVIII, fig. 2, 5, inv. BGN 9) e ATLANTE I, 125, tav. LVI a, 38, stampo nr. 23, datato fra il 400 e il 475 circa (tav. CCLXVIII, fig. 2, 7, inv. BGN 13); un orlo di coppa con tesa orizzontale ATLANTE I, 72, tav. XXXI, l, datato fra il 420 e il 475 (tav. CCLXVIII, fig. 2, 8, inv. BGN 15). Sono bene attestate, inoltre, le forme ATLANTE I, 92, tav. XL, lo, degli inizi del VI sec. (tav. CCLXVIII, fig. 2, 9, inv. BGN lo); ATLANTE I, 94, tav. XLI, 9, datata fra il 500 e il 580 (tav. CCLXVIII, fig. 2, lo, inv. BGN 16); ATLANTE I, 109, tav. L, Il, del circa (tav. CCLXVIII, fig. 2, Il, inv. BGN 17).

10 1488 AUTORI VARI ture abitative sono state notate nella sezione della scarpata a monte della trazzera 46. Grazie anche alle segnalazioni raccolte sul luogo, sul terreno è stata individuata un'area di necropoli, dove, in occasione di lavori agricoli, sono state messe alla luce delle sepolture a fossa, terragne o rivestite di blocchetti di pietra. Erano comunque evidenti, al momento del sopralluogo, dei cumuli di pietra, tegole e pezzi di lastre di copertura ai limiti dei campi interessati dalla dispersione del materiale archeologico. Altra particolarità di questo sito si è rivelata la presenza di ceramica medievale, che sarà studiata tenendo conto della vicinanza di altri interessanti resti medievali nella zona. Presso le Case Nuove di Realbate 47 è stato individuato un altro insediamento rurale. Le Case Nuove sorgono su un ampio terrazzo che domina ad E il Torrente di Realbate ed è delimitato a N dal Fosso di Realbate. A cominciare dagli orti e dai vigneti immediatamente adiacenti alle Case e lungo quasi tutto il pendio che da qui scende verso il Torrente (seminativo e uliveto), i materiali fittili appaiono dispersi su una superficie piuttosto vasta. Circa la tipologia e la cronologia della ceramica rinvenuta, si è riscontrata a Realbate una situazione del tutto analoga a quella degf altri insediamenti esaminati, con una sporadica presenza di ceramica a vernice nera 48 e di sigillata italica 49, ed una più ampia attestazione di sigillata africana 50 e di ceramica africana da cucina 5 1. Anche qui, come a Bagnitelle - S. Antonino, è stata rinvenuta della ceramica medievale, presente soprattutto nei campi più prossimi alle Case. Le ultime indagini (maggio 1988) svolte nel territorio 46 Tav. CCLXIX, fig IGM 258 III NO; tav. CC LXIII, Tav. CCLXIX, fig. 2, 1 (inv. RLB 8): frammento di base di patera assimilabile al tipo di piede MOREL 321 b S, 467, tav. 235, da tato alla prima metà del III sec. a.c. 49 Cf., per esempio, il frammento di piatto riconducibile alla forma ATLANTE /I, 381, tav. CXVI, 9, (datata fino al d.c.) o ad altra forma con piede analogo, qui a lla tav. CCLXIX, fig. 2, 2 (inv. RLB lo). 50 Sono presenti anche qui le scodelle con orlo a lobo centrale decorato a rotella, cf. ATLANTE J, 26, tav. XIV, 3-4, qui alla tav. CCLXIX, fig. 2, 3-4 (inv. RLB 13, 14); fra le forme più tarde, compaiono le coppe ATLANTE J, 104, tav. XLVIII, S, qui alla tav. CCLXIX fig. 2, 7 (inv. RLB 15). 51 Cf. gli orli di casseruole ATLANTE l, 218, lavo CVII, 6-7, qui alla tav. CCLXIX, fig. 2, 9-10 (inv. RLB 17, 18).

11 ENTELLA. RICOGNIZIONI TOPOGRAFICHE E SCAVI attesa che lo studio dei materiali permetta di mettere in evidenza le varie fasi di occupazione della zona, sembra per ora possibile individuare almeno due insediamenti, distinti non solo dai materiali che li caratterizzano, ma anche nella localizzazione. Il primo, corrispondente alla prima area di materiali, sorge a Badessa verisimilmente già in età arcaica (ma si tratta di un'ipotesi da confermare, dal momento che non si può essere sicuri per la datazione della ceramica più antica: sia la ceramica a decorazione geometrica dipinta che l'orlo di anfora corinzia potrebbero scendere fino al V a.c.) e sembra durare fino all'età repubblicana, per poi essere rioccupato nella tarda età imperiale. Un secondo, al quale si possono riferire le altre piccole superfici interessate dai cocci, è attivo esclusivamente in età romana imperiale. A valle della Badessa, verso N, in un punto abbastanza incassato del Vallone Vaccarizzo, presso la riva del torrente 18, un sito di piccola superficie ha restituito ceramica che ne documenta l'occupazione dal III-II sec. a.c. all'età imperiale. Accanto a pochi frammenti di vernice nera 19 e di sigillata italica 20, appare meglio documentata la ceramica africana, soprattutto da cucina 21. Su un masso di roccia emergente dal terreno sul limite del campo dove è stato individuato il sito, e che domina il torrente, è stata rilevata una cavità rettangolare scavata nella pietra gessosa, con risega per la posa di una copertura, del tutto analoga alle tombe scavate nella roccia delle necropoli A e B. In Contrada Caravedda 22, a SO dell'attuale Borgo Roccella, su un terrazzo in leggero pendio presso la riva del Torrente Vaccarizzo e limitato a O dal Fosso Roccella e ad E da 18 IGM 258 III NE; tav. CCLXIII, Un fondo di patera in pessimo stato di conservazione è assimilabile al tipo di piede MOREL 235, 465, tav. 234, datato al III-II sec. a.c. (tav. CCLXVI, fig. l, l, inv. VCZ 1. l). 20 Si segnalano una parete di scodella ATLANTE II, 385, tav. CXXII, 3, (tav. CCLXVI, fig. 1, 2, inv. VCZ 1. 2); un fondo di piatto con decorazione a rotella ATLANTE II, 385, tav. CXXI, 13, datato dall'età augustea al II sec. d.c. (tav. CCLXVI, fig. l, 3, inv. VCZ 1. 3). 2 1 Per esempio i comunissimi orli di casseruole ATLANTE I, 218, tav. CVII, 6 7, (nr. 197, 208 HAYES), posti da Hayes fra la fine del II e la metà del III sec., ma documentati ad Ostia dalla prima metà del II alla fine del IV. inizi del V sec. (tav. CCLXVI, fig. l, 4, inv. VCZ 1. 8). 22 IGM 258 III NE; tav. CCLXIII, 5.

12 1484 AUTORI VARI un avvallamento, è stato individuato un altro insediamento. Sul terreno, coltivato a vigneto, il materiale fittile, densissimo, copre una superficie di circa 2,5 ha. La ceramica più antica è a vernice nera 23, scarsamente rappresentata accanto a pochi frammenti di sigillata italica 24. Domina invece, in modo assoluto, la sigillata africana 25, che, insieme con una grande quantità di ceramica da cucina 26, indica un'occupazione fino alla piena età imperiale. Numerosissimi i frammenti di anfore, mentre altri indizi di attività del sito sono i pesi da telaio e dei frammenti di strumenti agricoli in ferro. Una piccola superficie all'interno dell'area del sito ha restituito ceramica mal cotta e pezzi di argilla grezza bruciata, che lasciano pensare all'esistenza di una fornace. L'insediamento, a carattere manifestamente rurale, doveva avere la sua necropoli, come testimoniano vari frammenti di unguentari. Sempre nel Vallone Vaccarizzo, su una collinetta che domina un'ansa del torrente, presso la Casa Grimaldi 27, sono visibili i resti di un altro insediamento rurale, di modeste dimensioni, ma di cronologia assai estesa. Vi è scarsamente rappresentata la ceramica a vernice nera, mentre, a cominciare dalla sigillata italica 28, appare ben documentata la ceramica romana di età imperiale, soprattutto la sigillata 23 Tav. CCLXVI, fig. 2, 1-3 (inv. CRV 31, 36, 34). 24 Tav. CCLXVI, fig. 2, 4 (inv. CRV 51). 25 Sono ben rappresentate le forme più antiche ATLANTE l, 24, tav. XIII, 13, della seconda metà del I sec. d.c. (tav. CCLXVI, fig. 2, 5-6, inv. CRV 57, 58); le coppe con orlo a lobo centrale con decorazione a rotella ATLANTE l, 26, tav. XIV, 3-5, datate fra 1'80-90 d.c. e la metà del II sec. se non fino agli inizi del III sec. (tav. CCLXVI, fig. 2, 7-8, inv. CRV 55, 50) e ATLANTE l, 26, tav. XIV, 6, della seconda metà del II - III sec. (tav. CCLXVI, fig. 2, 9, inv. CRV 56). Sono presenti le forme ATLANTE l, 27, tav. XIV, 9-10, datate al d.c., se non anche alla seconda metà del II sec. (tav. CCLXVI, fig. 2, 10-11, inv. CRV 54, 47). 26 Molto frequenti gli orli di casseruole A TLANTE l, 217, tav. CVI, lo, datate da Hayes (HAYES, 146) FRA LA SECONDA METÀ DEL II E GLI INIZI DEL III SEC., MA NOTE AD OSTIA DALLA PRIMA METÀ DEL II ALLA FINE DEL IV - INIZI DEL V SEC. (TAV. CCLXVI, FIG. 2, 14, INV. CRV 16); I PIATTI-COPERCHI CON ORLO ANNERITO ATLANTE l, 212, tav. CIV, 1 e3, che vanno dalla fine del I sec. a.c. o inizi del I sec. d.c. alla seconda metà del II sec. d.c., e le casseruole ATLANTE l, 218, tav. CVII, 6-7, (tav. CCLXVI fig. 2, 13, inv. CRV 15). 27 IGM 258 III NE, tav. CCLXIII, Si segnalano un orlo di coppa ATLANTE /1, 388, tav. CXXVII, 17, e vari frammenti di coppe del tipo GO UDINEAU 38, cf. ATLANTE Il, 369, tav. CXXXI, 9, qui alla tav. CCLXVII, fig. 1, 1-2 (inv. VCZ 2. 22, 23).

13 ENTELLA. RICOGNIZIONI TOPOGRAFICHE E SCAVI hanno, infine, portato alla localizzazione dei siti di Carrubba Vecchia 52, Chiappetta 53 e Garra 54, ancora suscettibili di esplorazioni sistematiche, in attesa che le condizioni della vegetazione lo consentano. Lo stato attuale della ricerca nel territorio circostante la Rocca d'entella consente per il momento di formulare solo delle considerazioni generali sui dati presentati in questa sede. Gli insediamenti appaiono tutti riferibili a fattorie, di natura e superficie relativamente modeste, benché la morfologia del suolo e gli intensi lavori agricoli abbiano contribuito alla formazione di aree di dispersione di materiali assai vaste. Per quanto riguarda la cronologia dei siti, si è riscontrata l'assenza di attestazioni per il pericolo arcaico e classico, fatta eccezione per il sito di Badessa, dove però, per ora, non si può fare affidamento sulla datazione della ceramica a decorazione geometrica dipinta. Le fattorie finora individuate nella regione sembrano apparire tutte non prima del IV III sec. a.c., ma la ceramica a vernice nera riferibile a questo periodo, pur presente su quasi tutti i siti, vi è documentata in quantità piuttosto scarse. Analogamente avviene per la sigillata italica, attestata generalmente in proporzioni ancora minori. Le fattorie fioriscono, invece, a partire dal I sec. d.c. e sembrano tutte attive fino a tutto il V sec., come testimonia la ceramica di produzione africana, largamente importata nella regione. Per la tipologia e la cronologia dei materiali i confronti più vicini sono offerti dagli insediamenti rurali scavati o noti da ricognizioni al suolo nel territorio di Eraclea Minoa 55; nella valle del Belice, in contrada 52 IGM 258 III NE; tav. CCLXIII, 4. Vi è stata individuata una necropoli con tombe a fossa terragna o rivestite di lastre di pietra, tutte già violate dai clandestini e forse povere o prive di corredo, vista l'assenza, in superficie, di ogni traccia di materiale fittile. Poco distante, è stata rilevata un'area di dispersione di materiale ceramico. 53 IGM 258 III SE; tav. CCLXIV, 12 e 13. Si tratta presumibilmente di un altro insediamento rurale. 54 IGM 258 III SE; tav. CCLXIV, 14. Vi è noto un riparo sotto roccia che ha restituito ceramica dell'età del Bronzo, in corso di studio. Nelle adiacenze, su un vasto pianoro, è stata individuata un'altra area di dispero sione di materiale fittile. 55 R.J.A. WILSON, Eraclea Minoa. Ricerche nel territorio, Kokalos, XXVI-XXVII, ,

14 1490 AUTORI VARI Cusumano e a Mandra di Mezzo 56, poco lontano dalla regione qui presa in esame; nella provincia di Agrigento, a Poggio Campanaio presso Montallegro 57, a Castagna 58 e in contrada Saraceno 59. Dal momento che le ricognizioni hanno interessato solo alcune zone della regione di Entella, è prematura ogni considerazione sulla distribuzione degli insediamenti. Sono da notare, tuttavia, la posizione dei siti di Vaccarizzo, Badessa, Caravedda e Vaccarizzo - Casa Grimaldi lungo il vallone del torrente omonimo, che deve avere assicurato il collegamento fra le zone collinari agricole e la via della valle del Belice 60; la situazione topografica degli insediamenti di Scirotta, Chiappetta e Garra, interessante se considerata nell'ambito delle possibili comunicazioni fra Entella e Monte Adranone 61, attraverso il complesso rilievo delle pendici occidentali del M. Genuardo; la fattoria di Bagnitelle - S. Antonino, da mettere in relazione con la valle del Seno re, che 56 FALSONE, La fattoria cit., R.J.A. WILSON, Una villa romana a Montallegro (Agrigento), SicA, XV, 48, 1982, R.J.A. WILSON, Un insediamento agricolo romano a Castagna (Comune di Cattolica Eraclea, Agrigento), SicA, XVIII, 57-58, 1985, G. CASTELLANA - B.E. Mc CONNEL, Notizia preliminare sullo scavo della villa romana in contrada Saraceno nel territorio di Agrigento, SicA, XIX, 60-61, 1986, Q La via di comunicazione che, lungo la valle del Belice, collegava la costa meridionale dell'isola con l'interno è documentata da numerosi ritrovamenti che integrano le notizie in nostro possesso sulla percorribilità antica della regione. Per i rinvenimenti del M. Cautalì, l'iscrizione di Poggioreale e gli insediamenti rurali scoperti in questo tratto del Belice, cf. supra, n. 2. Sul problema storico, oltre che topografico, del ruolo avuto dalla valle del Belice per l'avanzata selinuntina verso la Sicilia occidentale interna e i travagliati rapporti fra la colonia megarese e Segesta, cf. J. DE LA GENIERE, Réflexions sur Sélinonte et l'ouest sicilien, CRAI, 1977, ; EAD., Ségeste et l'hellénisme, MEFRA, XC, 1978, Per un bilancio sulla viabilità lungo il corso del Belice anche in età romana, cf. G.P. VERBRUGGHE, ltinera romana 2. Sicilia, Bern 1976, passim; in particolare per gli eventi della prima guerra punica che hanno comportato spostamenti di truppe nella zona, cf. AA. VV., Materiali e contributi per lo studio degli otto decreti da ente Ila, ASNP, S. III, XII, 1982, passim, dove però si impone il problema dell'identificazione di Halikyai (cf. BTCGI, III, 1984, , s.v. Alicie, Bejor). 61 Sui rapporti fra Entella e Adranon - da dove provengono monete di zecche campane di Nakone, Neapolis ed Entella - nel IV sec. a.c., cf. E. DE MIRO, l Cartaginesi in Sicilia nell'epoca fra i due Dionisi, Kokalos, XXVIII-XXIX, , 179; G. FIORENTINI, Monte Adranone nell'età fra i due Dionisi, Kokalos, XXVIII-XXIX, , 184. Stando ad alcune segnalazioni di scoperte fortuite, un collegamento attraverso le zone di Pomo e Castagnola deve essere esistito fin dall'età preistorica.

15 ENTELLA. RICOGNIZIONI TOPOGRAFICHE E SCAVI consente il collegamento con il territorio di Santa Margherita Belice 62 e con la conca di Sambuca 63. MARIA GIOVANNA CANZANELLA 62 Per i rinvenimenti - riferibili principalmente ad età preprotostorica - del territorio di Santa Margherita Belice ed il ruolo avuto dalla valle fluvime già nell'eneolitico, cf. R. CAMERATA SCOVAZZO, Ricerche nel territorio di Santa Margherita Belice: materiali e documenti inediti, Kokalos, XXIV, 1978, Sulla via di comunicazione fra la regione di Sambuca e Sciacca, lungo la valle del Carbo, cf. G. BE30R, Ricerche di topografia e di archeologia romana nella Sicilia sud-occidentale, ASNP, S. III, V, 1975, RELAZIONE PRELIMINARE DELLA CAMPAGNA DI SCA VO Edificio medievale (SAS 1-2) 1. La campagna di scavo che nei mesi di settembre e ottobre 1987 ha interessato il complesso medievale di q 542 è stata rivolta, come la precedente, all'acquisizione di dati sull'andamento delle strutture murarie principali, questa volta nell'area del 'casale'. Al termine della campagna tale risultato poteva dirsi sostanzialmente acquisito, dato che siamo adesso in grado di 'leggere' sul terreno le tracce di un unitario complesso abitativo (tav. CCLXXIII). Per giungere a ciò si è ovviamente privilegiato lo scavo in estensione, asportando solamente lo strato superficiale, e lasciando in posto i livelli di crollo nei vari ambienti individuati. Questo metodo di ricerca ci impedisce d'altra parte di proporre, per il momento, una datazione del complesso, e delle singole fasi, più precisa di quella prospettata nei precedenti rapporti preliminari l. I G. BEJOR, Relazione preliminare della campagna di scavi 1985, in AA.VV., Entella. Ricognizione topografiche e scavi , ASNP, S. III, XVI,. 1986, , tavv. LXXVI-CIII, ; G. BEJOR - A. CORRETTI, Relazione preliminare della campagna di scavo Edificio medievale (SAS 2), in AA.VV., Entella cit.,

16 TAV. CCLXIII Regione di Rocca d' EnlClla, dalle tavo le tte 1: IGM 258 Il NO, III NE SE A. Necropoli A B. Nccropol i B C. Nccropu!i C 1. Vaccarizw 2-3 Badessa 4. Ca rrubba Vecchia 5. Caravcdda 6. Vaccariuo - Casa Grima ldi 7. PiZlill o 8. Quattrocasc 9. R~albatc

17 RegionI.: di Rocca d'entclla, dalla tavolctta 1 : IGM 258 III SE IO. Bagnitdle - S. Antonino II. Sci rotta 12. Chiappctl<l l 13. Chiappetta Gana TAV. CCLXIV

18 TAV. CCLXV ~~ \. Entella. Necropoli C. Materiali ceramici Entella. Località Badessa. Materiali ceramici.

19 TAV. CCLXVI I. Entella. Locali tà Va llo ne Vaccarizzo. Materia li ceramic i _ ~- 2. Ente lla. Loca lità Ca ravedda. Materiali cera mici.

20 TAV. CC LXVII I. Entella. Località Vaccarizzo - Casa Grimaldi. Materiali ceramici Entclla. Località Quattrocasc. Materiali ccramici.

21 TAV. CC LXVIII l. Entella. Località Sci rotta. Materiali ceramici =:_~ _... _.-... ~ 2. Entella. Località Bagnitelle - S. Antonino. Materiali ceramici.

22 TAV. CCLXIX l. Entella. Località Bagnitelle - S. Antonino. Sezione di casa lungo la trazzera Entell a. Local ità Realbate. Materiali ceramic i.

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