AZIENDA ULSS 20 DI VERONA

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1 C.F. e P.I DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE - SERVIZIO IGIENE E SANITÀ PUBBLICA Via S. D Acquisto, 7 - C.A.P. 722 Verona - tel 45/8759, fax 45/875 Oggetto: Osservatorio provinciale sulle intossicazioni domestiche da monossido di carbonio -Anno 2 Al Dirigente Medico dell'ospedale Policlinico di Borgo Roma Azienda Ospedaliera di Verona Al Dirigente Medico dell'ospedale Civile Maggiore di Borgo Trento Azienda Ospedaliera di Verona Al Dirigente Medico dei Presidi Ospedalieri ULSS 2 c/o Presidio Ospedaliero S.Bonifacio Al Dirigente del Servizio di Urgenza ed Emergenza Medica SUEM Ospedale Policlinico di Borgo Roma Al Dirigente Medico dei Presidi Ospedalieri ULSS 2 c/o Presidio Ospedaliero di Legnago Via Pasubio 745 Legnago Al Direttore Sanitario Ospedale di 724 Negrar (VR) Al Direttore Sanitario Ospedale di 79 Peschiera del Garda (VR) Al Direttore Sanitario dell'azienda ULSS Bussolengo (VR) Al Dirigente del Presidio Ospedaliero area Nord dell'ulss n Bussolengo (VR) Al Dirigente del Presidio Ospedaliero area Sud dell'ulss n Bussolengo (VR) Al Direttore dell'istituto Iperbarico Via Maggio 769 Villafranca (VR) Ai Medici di Medicina Generale ULSS 2

2 e p.c. All'ARPAV Dipartimento Provinciale di Verona Ufficio Impiantistica Via Dominutti 8 75 Verona Al Direttore del Dipartimento di Prevenzione ULSS 2 Via Frattini Legnago Al Direttore del Dipartimento di Prevenzione ULSS 22 Via Ospedale Villafranca L'intossicazione acuta da monossido di carbonio (CO) è, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, un avvelenamento piuttosto comune nei paesi industrializzati. Ad esempio in Inghilterra si verificano circa 5 decessi e 2 intossicazioni gravi all'anno. I dati raccolti nell'ambito dell'osservatorio provinciale, cui partecipano i Servizi Igiene e Sanità Pubblica delle tre ULSS della provincia, confermano che il fenomeno è tuttora presente e che ogni anno in provincia di Verona un numero non trascurabile di persone deve ricorrere a cure ospedaliere per le conseguenze degli avvelenamenti da CO. Questa attività di sorveglianza è stata resa possibile dalla collaborazione del Pronto Soccorso di codesti Ospedali che tempestivamente segnala ai Servizi di Igiene e Sanità Pubblica (SISP) i casi di intossicazione diagnosticati. Alle segnalazioni segue l'intervento dei tecnici dell'arpav (Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione Ambientale) che verificano le caratteristiche dell'impianto termico causa dell'incidente e individuano le misure necessarie per eliminare le eventuali situazioni di rischio riscontrate. I SISP delle ULSS acquisiscono i dati epidemiologici e promuovono interventi di informazione sul rischio sanitario da CO nei confronti della popolazione o di alcune categorie più esposte. Si ritiene pertanto opportuno fornire alle SSLL alcune notizie in merito ai fattori di rischio riscontrati nella casistica raccolta dall'osservatorio che possono contribuire ad identificare precocemente le situazioni critiche e quindi a porre in atto gli interventi preventivi, diagnostici e terapeutici necessari. Nel 2 in provincia di Verona si sono verificati 56 avvelenamenti, uno dei quali mortale (graf.). Grafico n.. Provincia di Verona - Intossicazioni da monossido di carbonio anni vivi morti

3 Gli incidenti sono stati causati generalmente dal cattivo funzionamento degli impianti termici domestici (caldaie e/o scaldacqua alimentati a gas, stufe a legna, caminetti, ) installati in maniera irregolare, in locali non idonei (camere da letto, bagni) o manomessi da interventi "fai da te" degli occupanti l'alloggio. Le verifiche tecniche effettuate dall'arpav sugli impianti termici ed apparecchi causa degli incidenti hanno evidenziato alcune situazioni di rischio. Particolarmente pericolosa si è rivelata la presenza dello scaldacqua nel bagno (il decesso verificatosi durante l'anno è avvenuto in questo locale) e lo scarso o assente tiraggio delle canne fumarie che non consente l'allontanamento dei fumi di combustione dagli ambienti. In quasi tutti gli incidenti è stata riscontrata una carenza di ventilazione dei locali di installazione degli impianti, per insufficiente dimensione o assenza dei fori di aerazione necessari per garantire un costante rinnovo dell'aria consumata nel processo di combustione. Tale accorgimento è reso ancor più necessario dalle volumetrie sempre più ridotte delle abitazioni e dall'utilizzo di serramenti a tenuta che hanno drasticamente ridotto gli scambi di aria con l'esterno dei locali di abitazione. Non sempre viene compresa la funzione essenziale di queste aperture: in alcuni incidenti, infatti, i fori erano stati ostruiti dagli occupanti per evitare fastidiosi "spifferi" di aria fredda all'interno dei locali di abitazione. Particolare attenzione deve essere posta alle situazioni in cui coesistono nello stesso locale o in locali comunicanti (anche se su piani diversi) più impianti termici. In particolare una situazione critica, più volte verificatasi, è rappresentata dal funzionamento contemporaneo di impianti alimentati a gas (es. fornelli, caldaie) e di un caminetto a legna che può influenzare notevolmente il tiraggio del condotto di evacuazione dei fumi dell'impianto a gas, creando un'accentuata condizione di reflusso dei prodotti di combustione nell'ambiente interno. Non rari sono stati gli incidenti nelle seconde case, nelle quali spesso gli impianti termici vengono installati in ambienti angusti o vi può essere la coesistenza in uno stesso locale di caldaie e stufe o caminetti. Canne fumarie, inattive per lunghi periodi, possono, inoltre, essere ostruite da foglie secche, nidi di animali ecc. Si sono verificate anche intossicazioni "insolite" causate da sorgenti diverse da quelle abitualmente osservate. Si ricordano un incidente causato da una "griglia-fornetto" appoggiata direttamente sulla fiamma del fornello a gas e due incidenti provocati da piani di cottura in vetro-ceramica ad incasso installati senza prevedere il necessario afflusso d'aria per la combustione. Un caso del tutto particolare è stata l'intossicazione provocata dal funzionamento di un di un generatore con motore a scoppio attivatosi automaticamente per una prolungata interruzione della corrente elettrica: il generatore si trovava nello scantinato della casa senza alcun sistema di captazione ed espulsione dei fumi che erano pertanto risaliti ai piani superiori dell'edificio intossicando gli occupanti. Come si osserva già da qualche anno, una buona quota degli intossicati è costituita da persone extracomunitarie (Asiatici, Africani, Est Europa)(Graf.n.2), a fronte di una loro presenza nella popolazione della Provincia di Verona pari a circa il 4-5%. Grafico.n.2: Provincia di Verona Intossicazioni da monossido di carbonio 2: indigeni 66% extracomunitari 4% gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic indigeni extracomunitari

4 Ben cinque degli otto incidenti verificatisi tra gli immigrati sono stati causati dall'uso di bracieri in locali chiusi a scopo di riscaldamento o cottura di cibi. Tutte le persone coinvolte in detti incidenti erano di nazionalità marocchina. In conclusione, si ritiene che l'attività di sorveglianza e di informazione di questi anni abbia contribuito insieme ad altre azioni preventive (controlli obbligatori degli impianti, campagne informative sulla sicurezza degli impianti, ) a diffondere nella popolazione una cultura della sicurezza, a facilitare da parte di utenti e tecnici l'individuazione delle situazioni più a rischio ed il riconoscimento delle manifestazioni cliniche dell'intossicazione. Nel confidare pertanto nella prosecuzione della collaborazione da parte di codesti Presidi ospedalieri e dei colleghi Medici di Medicina generale, si ringrazia per la disponibilità dimostrata e si porgono distinti saluti. Il Direttore del Dipartimento di Prevenzione ULSS 2 (dott. M.Valsecchi) Si trascrivono per brevità i numeri di fax dei Servizi Igiene e Sanità Pubblica delle tre ULSS della Provincia di Verona cui inviare le segnalazioni: ULSS 2 - Verona FAX 45/875 ULSS 2 - Legnago FAX 442/6248 ULSS 22 - Villafranca FAX 45/684

5 Oggetto: Intossicazioni domestiche da monossido di carbonio (CO) 2 Al Sig.Comandante dei VVFF Via Polveriera Vecchia 2 7 Verona Al Sig. Questore di Verona Lungadige Galtarossa 7 Verona Al Sig. Comandante dei Carabinieri Via S.D'Acquisto Verona Non di rado accade che il personale di codesti Uffici intervenga in occasione del verificarsi di intossicazioni domestiche da CO, soprattutto nei casi più gravi. Si riportano pertanto alcuni dati relativi all'attività di sorveglianza epidemiologica sulle intossicazioni da CO svolta dalle ULSS della provincia di Verona, ritenendo che possano fornire elementi utili per detta attività. I dati raccolti nell'ambito dell'osservatorio provinciale, che fa capo al Servizio Igiene e Sanità Pubblica dell'ulss 2, confermano che il fenomeno è tuttora presente e che ogni anno in provincia di Verona un numero non trascurabile di persone deve ricorrere a cure ospedaliere per le conseguenze degli avvelenamenti da CO. Nel 2 in provincia di Verona si sono verificati 56 avvelenamenti, uno dei quali mortale (graf.) Grafico n.. Provincia di Verona - Intossicazioni da monossido di carbonio anni vivi morti Gli incidenti conseguono in genere al cattivo funzionamento degli impianti termici domestici (caldaie e/o scaldacqua alimentati a gas, stufe a legna, caminetti, ) installati in maniera irregolare, in locali non idonei (camere da letto, bagni) o manomessi da interventi "fai da te" degli occupanti l'alloggio. Le verifiche tecniche effettuate dall'arpav sugli impianti termici ed apparecchi che hanno causato gli incidenti hanno evidenziato alcune situazioni di rischio. Particolarmente pericolosa è la presenza dello scaldacqua nel bagno (il decesso verificatosi durante l'anno è avvenuto in questo locale) e lo scarso o assente tiraggio delle canne fumarie che non consente l'allontanamento dei fumi di combustione dagli ambienti.

6 In quasi tutti gli incidenti è stata riscontrata una carenza di ventilazione dei locali di installazione degli impianti, per insufficiente dimensione o assenza dei fori di aerazione necessari per garantire un costante rinnovo dell'aria consumata nel processo di combustione. Tale accorgimento è reso ancor più necessario dalle volumetrie sempre più ridotte delle abitazioni e dall'utilizzo di serramenti a tenuta che hanno drasticamente ridotto gli scambi di aria dei locali di abitazione con l'esterno. Non sempre viene compresa la funzione essenziale di queste aperture: in alcuni incidenti, infatti, i fori erano stati ostruiti dagli occupanti per evitare fastidiosi "spifferi" di aria fredda all'interno dei locali di abitazione. Particolare attenzione deve essere posta alle situazioni in cui coesistono nello stesso locale o in locali comunicanti (anche se su piani diversi) più impianti termici. In particolare una situazione critica, più volte verificatasi, è rappresentata dal funzionamento contemporaneo di impianti alimentati a gas (es. fornelli, caldaie) e di un caminetto a legna che può influenzare notevolmente il tiraggio del condotto di evacuazione dei fumi dell'impianto a gas, creando un'accentuata condizione di reflusso dei prodotti di combustione nell'ambiente interno. Non rari sono gli incidenti nelle seconde case, nelle quali spesso gli impianti termici vengono installati in ambienti angusti o vi può essere la coesistenza in uno stesso locale di caldaie e stufe o caminetti. Canne fumarie, inattive per lunghi periodi, possono, inoltre, essere ostruite da foglie secche, nidi di animali ecc. Si sono verificate anche intossicazioni "insolite" causate da sorgenti diverse da quelle abitualmente osservate. Si ricordano un incidente causato da una "griglia-fornetto" appoggiata direttamente sulla fiamma del fornello a gas e due incidenti provocati da piani di cottura in vetro-ceramica ad incasso installati senza prevedere il necessario afflusso d'aria per la combustione. Un caso del tutto particolare è stata l'intossicazione provocata dall'attivazione automatica di un generatore con motore a scoppio a causa di una prolungata interruzione della corrente elettrica: il generatore si trovava nello scantinato della casa senza alcun sistema di captazione ed espulsione dei fumi che erano pertanto risaliti ai piani superiori dell'edificio intossicando gli occupanti gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic indigeni extracomunitari Grafico.n.2: Provincia di Verona Intossicazioni da monossido di carbonio 2:indigeni 66% extracomunitari 4% Come si osserva già da qualche anno, una buona quota degli intossicati, è rappresentata da persone extracomunitarie (Asiatici, Africani, Est Europa), a fronte di una loro presenza nella popolazione della Provincia di Verona pari a circa il 4-5% (Graf.n.2) Ben cinque degli otto incidenti verificatisi tra gli immigrati sono stati causati dall'uso di bracieri in locali chiusi a scopo di riscaldamento o cottura di cibi. Tutte le persone coinvolte in detti incidenti erano di nazionalità marocchina. Non è sempre facile accorgersi di essere di fronte ad un caso di intossicazione perché, com'è noto, il monossido di carbonio è un gas inodore, incolore ed insapore e quindi la sua presenza non è percepibile dall'uomo. Inoltre i primi sintomi -cefalea, vertigini, nausea, vomito- non sono specifici e si possono confondere facilmente con una intossicazione alimentare o con l'inizio di una sindrome influenzale. Si ritiene utile pertanto riportare di seguito alcune situazioni che, in presenza dei sintomi sopradescritti, possono far sospettare un'intossicazione da monossido di carbonio: interessamento contemporaneo di più soggetti di uno stesso nucleo familiare o di uno stesso gruppo, anche se i quadri di presentazione possono essere multiformi nei vari soggetti miglioramento dei soggetti colpiti al di fuori della casa o di un determinato locale

7 insorgenza precoce della sintomatologia nei bambini, in coloro che trascorrono più tempo nei locali più a rischio (es. cucina) o nei piccoli animali domestici permanenza delle persone nei locali più a rischio (cucine, bagni, taverne, garages, ecc.) stagionalità (si tratta di un'intossicazione prevalentemente autunnale/invernale) presenza di possibili sorgenti di CO nel luogo in cui hanno soggiornato le persone indisposte (caldaie, camini, stufe a legna o a gas, scaldabagni, piani di cottura, ecc) specialmente se le stesse non sono state sottoposte ad un controllo recente: si ricorda che è obbligatorio un controllo annuale degli impianti comparsa dei sintomi in seconde case Nel restare a disposizione per ulteriori chiarimenti si porgono distinti saluti. Il Responsabile Servizio Igiene e Sanità Pubblica

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