Festa del Corpus Domini

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1 SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO ANNO XXVII N Giugno Abbonamento annuo 30,00 - Abbonamento semestrale 15,00 Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno Associato all USPI Nella giornata del Corpus Domini il Vescovo ci ricorda che l Eucaristia è memoria, dono e impegno Tanti fedeli c erano domenica sera in Cattedrale per partecipare alla Santa Messa, presieduta dal nostro Vescovo con la partecipazione di tutti parroci della città. Alla processione che è seguita se ne sono aggiunti tanti altri a formare una folla. Vi ho letto un risveglio religioso che ci fa ben sperare, quasi una risposta a quanti non perdono occasione nello sciorinare percentuali di magra cattolica. Se c è una diminuzione nei numeri, si avverte una maggiore consapevolezza; si è passati dall abitudinario alla conoscenza. E il porci domande è un corroborare la fede con l aiuto della ragione. Proprio con le domande sull Eucaristia che il Vescovo ha iniziato l omelia: Perché celebrare l Eucaristia? Perché partecipare alla santa Messa? Perché fare la Comunione? Sono domande semplici, un poco provocatorie, ma fondamentali. La risposta a queste domande, ha continuato Mons. Gestori: Ci è stata consegnata da Gesù poco prima di iniziare la Passione, che l avrebbe portato alla morte di croce, e quindi va considerata come il suo testamento ufficiale. Pertanto l Eucaristia è memoria. Questo è importante perché la memoria è cosa misteriosa e grandiosa dello spirito umano, è lo scrigno di tanti momenti della nostra vita e dei nostri affetti, è la fonte della nostra identità. Inoltre l Eucaristia è dono con il quale Gesù non ha voluto abbandonarci. E le persone volute da Gesù per consegnarci questo dono sono i Sacerdoti. Questo dono arriva a noi attraverso il ministero dei sacerdoti, le uniche persone al mondo deputate a compiere il rito di rendere presente il Signore. Dobbiamo essere grati ai nostri sacerdoti. Il servizio più grande che essi compiono è quello di donarci Gesù ogni volta che celebrano la santa Messa, accanto e dopo la loro dedizione nel ministero delle nostre parrocchie, per le famiglie, i malati, i nostri ragazzi. Il Vescovo allora ricorda che sta per terminare l Anno Sacerdotale indetto dal Santo Padre in ricordo dei 150 anni dalla morte del Curato d Ars, patrono dei parroci. Venerdì prossimo 11 giugno, solennità del Sacro Cuore di Gesù, mi recherò pellegrino a Roma con un buon numero dei nostri preti per celebrare la santa Messa insieme al Papa in Piazza S. Pietro e per concludere solennemente questo anno insieme a migliaia di sacerdoti provenienti da tutto il mondo. Ed aggiunge: Vi invito a rendere grazie al Signore per il dono dei sacerdoti e per il ministero dei nostri preti. Vi invito anche a continuare nella preghiera per ottenere il dono di numerose e serene vocazioni a questo ministero. In conclusione Mons. Gestori ricorda che la santa Comunione richiede quella fede viva, che sa annunciare la morte del Signore, proclamare la sua risurrezione ed attendere il suo ritorno, anche oltre il momento rituale ed al di là del sentimento interiore Quindi l Eucaristia è un impegno, quello cioè di trasformare la nostra fede in condivisione verso chi ha bisogno e l accoglienza di Gesù con gesti di carità concreta e solidarietà vera. E non poteva non ricordare le tante famiglie senza un lavoro, i giovani in attesa di una occupazione, chi deve subire uno sfratto. Infine ha espresso l auspicio che questa tradizionale e popolare giornata del Corpus Domini risusciti in noi il vero senso dell Eucaristia, come memoria, dono ed impegno. Festa del Corpus Domini da tutti i nostri paesi, un inno all Eucaristia Andare in processione significa dire pubblicamente che il messaggio cristiano è il fondamento della propria vita Corpus Domini: alimento della nostra fede Domenica 6 giugno a San Benedetto, dopo la Messa delle 18,30 presso la cattedrale Madonna della Marina, c è stata la solenne processione del Corpus Domini. Ma qual è il senso di una processione oggi? E ciò che mi sono chiesta mentre vi partecipavo perché invitata da una amica. Una frase, risuonata più volte, mi ha colpito subito: Chi mangia questo pane, sarà saziato e non avrà più fame e le sue parole mi sono apparse illuminanti. Chi guarda le vicende della propria vita con gli occhi della fede non si farà turbare da esse o, meglio, proverà emozioni forti, di dolore o di gioia, ma avrà sempre la consapevolezza della loro relatività e quindi fonderà la sua vita su quei buoni sentimenti che da soli possono dare veramente un senso all esistenza. Mi riferisco alla solidarietà, alla sincerità, all onestà, alla coerenza che non sono virtù datate o antiquate ma che sono i valori fondanti della persona, della famiglia e della famiglia allargata qual è la società. Ma tutto questo che c entra con la processione del Corpus Domini? C entra perché tali valori trovano la loro radice in Cristo che dà ad essi una dimensione non solo umana ma anche trascendente e manifestare pubblicamente la propria fede in Cristo in un mondo sempre più secolarizzato ed allergico a manifestazioni quali, appunto, le processioni, significa dire pubblicamente che il messaggio cristiano è il fondamento della propria vita. Questo è ciò che ho visto in coloro che partecipavano, in silenzioso raccoglimento, alla processione. In essa ho scorto le varie anime dei fedeli che formavano un popolo numeroso e variegato nel quale si sono trovati fianco a fianco l intellettuale ed il pescatore, l anziano ed il bambino, la massaia e l impiegata, la nonna ed il nipote, il bambino con la tunica bianca della prima comunione e lo studente universitario con i jeans stracciati, ognuno con una fede diversa, ma tutti accorsi lì alla ricerca di qualcosa. Qualcuno di conferme, qualcun altro di risposte, chi di sollievo, chi del sapore della tradizione, ed ogni motivazione mi è apparsa sacra in quell atmosfera impregnata di silenziosa preghiera. Anche in coloro che si sono imbattuti casualmente nel corteo orante c era un misto di stupore, rispetto e commozione; in nessuno ho avvertito derisione, scherno o provocazione anzi, alcuni di essi hanno partecipato, magari solo per pochi minuti, alle preghiere o ai canti che venivano intonati. E così ho visto riaffiorare in molti dei loro occhi il ricordo di un qualcosa di antico che si credeva dimenticato ma che invece è solo nascosto dalla patina degli anni e sommerso dallo scetticismo ma che di certo non è morto né sepolto e che, quando riaffiora, ha il retrogusto amaro del rimpianto e della nostalgia. E così mi sono di nuovo chiesta quale fosse il senso della mia presenza lì. Ed ho capito questo: io ero una dei tanti, con la mia storia e le mie domande, con la mia fede e la mia ragione in eterno confitto, con le mie richieste da presentare al Signore e con le mie piccolezze per le quali scusarmi, ed il vedermi uguale agli altri, confusa tra gli altri, mi ha fatto sentire bene. A quel punto la commozione è divenuta più intensa perchè ho avvertito che il Signore era lì per il suo popolo, sorrideva delle nostre miserie, capiva le nostre incertezze e dall alto ci benediceva perché noi eravamo il suo popolo in cammino. Anna Amelia Breccia

2 2 PAG Anno XXVII 13 Giugno 2010 MANOVRA ECONOMICA. TAGLI SI, MA CON EQUITA Lettera aperta del Forum delle associazioni familiari a Silvio Berlusconi, Giulio Tremonti, Carlo Giovanardi La manovra economica discussa in questi giorni è tutta incentrata sul contenimento della spesa e sulla ricerca di modalità con cui reperire i fondi necessari al riequilibrio del deficit pubblico; essa è necessaria, urgente, forse anche un po in ritardo. Su questo sembrano d accordo quasi tutti gli osservatori, e anche il Forum delle associazioni familiari si associa con convinzione al grande sforzo di solidarietà nazionale e di coesione sociale che viene richiesto oggi a ciascuno di noi. Dispiace non poter esprimere direttamente questa condivisione di obbiettivi in quanto il Forum, dallo scorso anno, non viene incluso tra le altre forze sociali consultate sulle scelte economiche del governo e questo priva l esecutivo di un punto di vista essenziale come quello delle famiglie. Se convocati, avremmo ricordato al presidente Berlusconi ed al ministro Tremonti che la qualità di qualsiasi manovra economica, anche di un intervento così restrittivo, come si prospetta in questi giorni, dipende almeno da due criteri fondamentali, su cui le famiglie hanno molto da dire: 1) l equità dei sacrifici: sul tema i riflettori sono giustamente accesi, e condividiamo l idea ampiamente dibattuta che si debba curare l equità verticale (chiedere di più ai redditi più alti), senza dimenticare il grande dramma nazionale che è l evasione fiscale, dannosa non solo perché sottrae risorse agli obiettivi di bene comune, ma soprattutto perché aumenta le disparità e le iniquità tra chi paga tutto (come è giusto) e chi invece non paga. Ma sull equità vogliamo ricordare con forza che il nostro sistema fiscale è pesantemente iniquo nei confronti delle famiglie con figli, che vengono penalizzate gravemente da un prelievo che non riconosce i carichi familiari. Quindi chiediamo che venga riconosciuto, tra gli obiettivi di equità, anche il sostegno e il supporto alle famiglie con figli: è inaccettabile che l arrivo del terzo figlio porti oltre il 40% delle famiglie sotto la linea di povertà. Questo, oltre che ingiusto per le singole famiglie, è anche dannoso per lo sviluppo economico del Paese. Se vogliamo far ripartire i consumi, restituiamo alle famiglie potere di acquisto, in particolare a quelle con figli, che oggi sono costrette a comprimere spesso drammaticamente i propri consumi. 2) La destinazione delle risorse: non è il tema di oggi, oggi è il tempo delle forbici, della riduzione dei costi, della individuazione dei sacrifici, che speriamo equi e per tutti, senza privilegi (in primis da chi governa, da cui l intero Paese si aspetta un tangibile segnale di sobrietà e solidarietà: altro che manovrina sulle auto blu!). Ma la correttezza della manovra di giugno sarà poi misurata sull adeguatezza delle scelte in Finanziaria. Oggi chiediamo che quando si discuterà su come impegnare le risorse di spesa pubblica il governo scelga di avviare finalmente interventi strutturali e non episodici di equità fiscale per le famiglie, con un sensibile sostegno per ogni figlio a carico. Conseguenza di questi criteri sono due proposte concrete: come spendere Il Forum sta lavorando oggi ad una proposta organica di riforma del sistema fiscale a misura di famiglia, su cui chiameremo al confronto tutte le forze sociali, politiche ed economiche del Paese. Ma ci permettiamo di suggerire un intervento circoscritto e attivabile da subito. Per dare respiro immediato alle famiglie con figli, senza modificare l attuale sistema di intervento, chiediamo di aumentare la detrazione di imposta di almeno 200 per figlio a carico; chiediamo inoltre di agire immediatamente sulle fasce deboli, introducendo un credito di imposta, esigibile anche parzialmente, qualora non possano usufruire per intero delle detrazioni di imposta previste quando queste superano l imposta stessa (incapienza). Secondo i calcoli dei nostri esperti, un aumento di 200 della detrazione per figlio a carico ed un intervento sull incapienza con un credito di imposta indicativamente del 20% sulle detrazioni non godute, porterebbe minori entrate per lo Stato per poco più di 2 miliardi di euro. Si tratta di un vero e proprio investimento sociale ed economico sulle famiglie con figli, per riavviare l economia e per rispondere alle necessità vitali di tante famiglie, altrimenti destinate alla povertà con conseguenti altri costi sociali. Padre Lombardi sul viaggio del Papa a Cipro: un bilancio oltre le attese Risorgimento e cattolicesimo liberale Il primato degli italiani E una valutazione estremamente positiva, che viene ad aggiungersi anche ai due viaggi precedenti. Una cosa che colpisce è che nel giro di poco più di un mese e mezzo abbiamo avuto tre viaggi all estero del Papa, tutti e tre coronati direi da grandissimo successo, rispetto agli obiettivi che si potevano attendere e anche al di là di essi. Mi pare che i grandi risultati si possano notare nel campo ecumenico. Proprio questo abbraccio di pace durante la Messa, questa mattina, tra il Papa e Chrysostomos, è il simbolo di questo incontro che segna un passo ulteriore sulla lunga strada dell ecumenismo, ma con una Chiesa, come quella di Cipro, che pur essendo piccola numericamente è molto significativa nel movimento ecumenico, soprattutto nell ambito ortodosso, e molto ricca di iniziative, e che quindi si è sentita certamente incoraggiata e onorata dalla presenza, dall attenzione del Papa con questa visita specifica, proprio nella sua dignità di Chiesa che cammina alla ricerca dell unità, pure nella fedeltà alle radici, che per questa Chiesa sono antichissime e risalgono a Barnaba e Paolo e al loro primo viaggio apostolico. Quindi, questo incontro con la Chiesa ortodossa è certamente positivo. Le contestazioni di cui si è parlato qualche volta sono rimaste assolutamente marginali, direi insignificanti in un bilancio globale. Pubblichiamo ampi stralci dell editoriale del numero in uscita della rivista dei gesuiti italiani La Civiltà Cattolica. L articolo approfondisce alcuni aspetti del dibattito storico in corso in occasione del centocinquantesimo anniversario dell unità d Italia. Parte della storiografia moderna, soprattutto quella di matrice laicista, spesso dimentica, o tende a misconoscere, che il Risorgimento, inteso come movimento di idee, è nato e cresciuto all interno del pensiero politico cattolico e da questo ha ricevuto il suo primo programma di azione. Insomma, accanto a Mazzini e prima ancora di Cavour - politico intelligente, ma mosso da ideali e da intenti politici diversi da quelli fatti propri dai cattolici - ci sono stati Antonio Rosmini e Vincenzo Gioberti, che pensarono al nuovo assetto politico e sociale della penisola in termini italiani, e che videro nel confluire di culture e tradizioni locali diverse, amalgamate dallo stesso cemento della fede cattolica, le condizioni per la nascita di uno Stato confederale. Alle radici del cattolicesimo risorgimentale, è stato giustamente notato, stavano impulsi culturali e religiosi di natura alquanto varia, ma in certa misura confluenti nell alveo del cosiddetto cattolicesimo liberale, così definito polemicamente dai cattolici integrali e senza aggettivi. Il cattolicesimo liberale, nonostante le censure dell autorità ecclesiastica, lasciò nella trama della storia italiana una traccia considerevole e duratura in almeno due direzioni: in primo luogo, per avere affrontato il tema improrogabile delle condizioni religiose di un nuovo ordine politico; in secondo luogo per aver collocato il rapporto tra cattolicesimo e nazione nella cornice di una separazione istituzionale tra Chiesa e Stato. Pur adottando tale punto di vista, i cattolici liberali italiani non intendevano separare lo Stato moderno (o meglio liberale) dalla religione cattolica, in quanto consideravano quest ultima come connotato essenziale dell identità nazionale. Lo stesso Rosmini - mentre si dichiarava contrario alla norma contenuta nello Statuto Albertino che dichiarava la religione cattolica come religione di Stato - chiedeva che lo Statuto riconoscesse l Italia per una nazione cattolica, facendo discendere da tale principio necessarie garanzie di libertà per la religione della nazione e, conseguentemente, restrizioni per il diritto dei cittadini. Per altro verso il cattolicesimo liberale prendeva atto che lo spazio politico, in uno Stato moderno e pluralista, era per sua natura aperto alla competizione sul terreno dei valori e degli interessi da tutelare e che, quindi, era improrogabile compito della Chiesa e delle sue associazioni attrezzarsi per far valere i propri valori e il suo particolare punto di vista sulle questioni di sua pertinenza sollevate all interno dello spazio pubblico. In ogni caso la cultura cattolica liberale di quegli anni era pervasa dall idea che lo Stato nazionale e liberale potesse continuare a essere permeato dai valori cristiani, e che nello spazio pubblico i cattolici avrebbero potuto avere un ruolo importante. Cosa che anni dopo avvenne con la nascita del cattolicesimo politico. Il doppio obiettivo che i cattolici liberali intendevano cogliere era di impedire una radicalizzazione ideologica della classe politica in senso anticlericale e di scongiurarne in tutti i modi gli effetti, giudicati dannosi sul piano religioso, di una permanente ostilità o conflittualità della Chiesa nei confronti dello Stato unitario. Il sacerdote piemontese Vincenzo Gioberti fu uno dei primi a pensare la nazione italiana una di lingua, di lettere, di religione, di genio nazionale, di pensiero scientifico, di costume cittadino, di accordo pubblico e privato tra i vari Stati e abitanti che la compongono (Del primato morale e civile degli italiani). E questo, secondo Gioberti, sarebbe stato possibile soltanto attraverso un alleanza stabile e perpetua dei vari Stati della penisola, con il Papa come presidente naturale e perpetuo di questa confederazione di prìncipi e di popoli italiani. O meglio, continua il sacerdote piemontese, come doge e gonfalone della confederazione italiana, arbitro paterno e pacificatore di Europa, institutore e incivilitore del mondo, padre spirituale del genere umano. Tale raggiunta unità tra le genti italiche avrebbe così restituito all Italia il primato morale e civile che essa in passato aveva avuto su tutte le nazioni e civiltà dell Occidente cristiano. Italiani - scriveva Gioberti - voi avete il dominio spirituale del mondo e sta in vostra mano il recuperarlo. Tale primato degli italiani, scrive Giorgio Rumi, era per Gioberti un fatto soprattutto culturale, anzi spirituale, prima ancora che politico (cfr. Gioberti, Bologna, il Mulino, 1999). Il vero pericolo per l Italia, secondo Gioberti, stava infatti non tanto nell egemonia austriaca o nell impotenza degli antichi Stati regionali, quanto nello snaturamento dell italianità, vale a dire di un Italia imbelle, schiava e scimmia degli altri Paesi e delle altre culture nazionali, in particolare della cultura francese e della filosofia tedesca. Essa invece, in quanto erede di Roma, avrebbe dovuto avere un ruolo direttivo nella formazione di una confederazione europea di Stati. Tali teorie, sebbene piuttosto astratte e un poco fantasiose, in quegli anni di intensa trasformazione politica e sociale riscaldarono la mente e il cuore di molti italiani sinceramente interessati al riscatto della nazione, e ciò prima ancora che i Savoia sposassero pienamente la causa unitaria, indirizzandola secondo i propri interessi particolari. L unificazione, come sappiamo, avvenne poi in altro modo e secondo altri ideali, e ciò condusse a forti lacerazioni nel Paese reale, che pesarono molto sulla formazione di uno Stato nazionale realmente unitario, e che furono definitivamente sanate soltanto quando i cattolici - dopo la lunga e travagliata vicenda del Non expedit - rientrarono a pieno titolo nella vita politica nazionale. ( L Osservatore Romano - 6 giugno 2010)

3 Anno XXVII 13 Giugno 2010 PAG (Rubo una vampata di ottimismo dall interessante articolo di don Gianni Croci, trovato su Cammino ) Solo i sogni lasciano il segno Ho letto ultimamente un bellissimo romanzo di Alessandro D Avenia dal titolo Bianca come il latte rossa come il sangue. Ad un certo punto si narra di un professore che legge ai suoi alunni un passo di un libro che lo ha colpito: Roma, Alessandria e Bisanzio. Tre città zeppe di tesori, di bellezza, di arte. Tre città con biblioteche piene di libri che custodivano segreti di secoli e secoli di letteratura. Edifici affollati da rotoli e codici ricoperti dei sogni di tutti gli uomini, che potevano servire per i sogni di altrettanti e più uomini a venire. Ma quei sogni sono andati in fumo sotto i colpi fiammeggianti dei barbari, degli arabi, dei turchi. Cancellavano in un gesto infuocato piani e piani di carte contenenti i segreti della vita. Bruciavano lo spirito e le sue ali. Alla fine della lettura l insegnante chiede perché hanno fatto questo e, di fronte al silenzio della classe, invita gli alunni a pensarci su e a scriverci un compito per casa. Leo, il personaggio principale del romanzo, disperatamente cerca soluzioni sul computer, che però non sa dare risposte e, dopo una notte insonne, finalmente trova la sua soluzione: Incenerire i sogni. Bruciare i sogni è il segreto per abbattere definitivamente i propri nemici, perché non trovino più la forza di rialzarsi e ricominciare. Non sognino le cose belle delle loro città, delle vite altrui, non sognino i racconti di altri, così pieni di libertà e di amore. Non sognino più nulla. Se non permetti alle persone di sognare le rendi schiave.questa è la distruzione più crudele: rubare i sogni alla gente (p.66). Non so se capita anche a voi, ma a volte è forte la tentazione di rassegnarsi, di soffocare l entusiasmo che pure si fa sentire, di fronte all indifferenza e all apatia, di cedere a quell ospite inquietante, come lo chiama Galimberti, che è il nichilismo, la negazione di ogni valore. Siamo nel mondo della tecnica, ma la tecnica non tende a uno scopo, non produce senso, non svela verità, non lascia spazio ai sogni. Fa solo una cosa: funziona. Finiscono sullo sfondo, corrosi dal nichilismo, i concetti di individuo, identità, libertà, sen - so, ma anche quelli di natura, etica, politica, religione, storia. Chi più sconta la sostanziale assenza di futuro che modella l età della tecnica so no i giovani, contagiati da una progressiva e sempre più profonda insicurezza, condannati a una deriva dell esistere che coincide con il loro assistere allo scorrere della vita in terza persona. La via d uscita è sicuramente l adesione alla pienezza della vita, la passione, l utopia giovanile che non è necessariamente una fuga nel sogno, ma comunque un lasciare spazio ai sogni, un pensare con il cuore oltre che con la testa. Sono certo che se deponiamo i nostri sogni nel grembiule della Vergine Maria arriveranno fino in cielo per tornare sulla terra trasformati in realtà! Don Gianni 3 Il prete di Solidarnosc proclamato beato Padre Jerzy Popieluszko «La giustizia deve andare di pari passo con l amore». Così la sua ultima predica prima del martirio Le ultime parole prima del marti rio. Sono quelle dell omelia che pa dre Jerzy Popieluszko pronunciò a Bydgoszcz il 19 ottobre Bisogna vivere con dignità la nostra vita perché ne ab biamo una sola. Oggi biso gna parlare molto della dignità dell uomo per capire che l uomo supera tutto quanto può esistere al mondo, ad eccezione di Dio; l uo mo supera la sapienza del mondo intero. Occorre preservare la di - gnità per poter rendere più gran de il bene e vincere il male con il bene. Preservare la dignità per ren dere più grande il bene e vincere il male, cioè improntare la vita al la giustizia. La giustizia è frutto della verità e dell amore. Quanto più la verità e l amore albergheranno nel cuore dell uomo, tanto maggiore sarà la sua giustizia. La giustizia deve an dare di pari passo con l amore, perché senza amore non è possi bile essere veramente giusti. Do ve mancano l amore e il bene su bentrano l odio e la violenza, e se ci si lascia guidare dall odio e dal la violenza non è possibile parla re di giustizia. Vincere il male con il bene signifi ca quindi rimanere fedeli alla ve rità. La verità è una caratteristica molto delicata della nostra intelli genza. Il desiderio della verità è stato instillato nell uomo da Dio stesso, perciò l uomo per natura desidera la verità e rifiuta la men - zogna. La verità, proprio come la giustizia, è legata all amore, e l a more costa caro. Un amore vero è capace di sacrificio e quindi an che la verità deve costare. La verità unisce sempre gli uomini. Ma per vincere il male con il bene bisogna armarsi della virtù del co raggio. La virtù del coraggio rap presenta la vittoria sulla debolez za umana, in particolare sulla pau ra. Il cristiano non deve dimenti care che si deve aver paura solo di tradire Cristo per i trenta denari di una meschina tranquillità. Il cri stiano non può accontentarsi so lo di respingere il male, la menzo gna, la viltà, la violenza, l odio, la prevaricazione, ma deve egli stes so essere un vero testimone, un portavoce e un difensore della giu stizia, del bene, della verità, della libertà e dell amore. Deve rivendi care con coraggio questi valori, per sé e per gli altri. Una parola alla volta L inizio dei segni quale segno? (archè ton seméion ti semèion?) In Gv. II,11 e II, 18 ricorre il termine segno, in greco semèion in due diversi contesti; nel primo, a conclusione del primo miracolo di Gesù, la trasformazione dell acqua in vino alle nozze di Cana, Giovanni scrive: Questo fu il primo dei segni di Gesù a Cana di Galilea ; nel secondo, dopo la cacciata dei mercanti dal tempio di Gerusalemme, in risposta ai suoi detrattori che chiedevano un segno (ti semèion deiknyeis = quale segno ci dai?), Gesù rispose che, se avessero distrutto il tempio, in tre giorni lo avrebbe riedificato. E noi sappiamo a quale tempio si riferisse: un segno, questo, ben più grande di quello che fece a Cana, ovvero la sua resurrezione tre giorni dopo la morte. Come si vede, sia il nostro segno o anche miracolo è ben poco a fronte del semèion greco. Chiunque legge e traduce questo termine dovrebbe conoscere il suo esteso e complesso significato nella lingua originale. Ben a ragione G.Ravasi, a proposito del miracolo di Cana, scrive: Giovanni vuole che abbiamo a dimenticare il miracolo in sé; per questo lo chiama con un altro nome: semèion. E tale termine ha molti significati che ogni scrittore greco usa attribuendogli un senso non univoco: emblema, simbolo, sigillo, segnale, indizio, prova, ecc. Nel significato di miracolo è unicamente (!) nell Antico e Nuovo Testamento, come è registrato in un normale dizionario greco: da questo nuovo significato, attraverso gli scritti dei Padri della Chiesa, giunge fino a noi. Ma chi non s accorge che miracolo è limitativo? La stessa collocazione di semèion, prima per affidare alla storia della Chiesa il primo evento prodigioso di Gesù, la trasformazione dell acqua in vino, subito dopo per affermare la più grande manifestazione della storia, la resurrezione, non è certo casuale nel vangelo di Giovanni. I due segni sono diversi per chiunque voglia interpretarli; non possono essere messi sullo stesso piano. Assumono distintamente due significati perché ìn quella lingua è possibile che lo stesso termine passi dal concreto all astratto, dal reale al metaforico più che in qualunque altra lingua. E Giovanni lo sa e definisce, nel breve giro dello stesso capitolo, due fatti che dimostrano la complessità della nuova religione che da essi nasce, il miracolo di Cana come il primo di tanti miracoli, il preannuncio della morte e della resurrezione di Gesù prima che incominci la sua predicazione, lasciando increduli tutti, discepoli e frequentatori del tempio. Occorre aggiungere che con questo termine costantemente Giovanni indica i miracoli di Gesù; al discepolo evangelista, testimone per eccellenza, importa soprattutto dimostrare che questi segni rivelano la vera personalità, la missione autentica e la gloria di colui da lui stesso definito Logos. Nella lingua greca due parole. thàuma e tèras indicano i fatti prodigiosi; nell Antico Testamento e anche nel Nuovo si trovano semèia kai térata, due voci, che unite indicano un unico concetto, le straordinarie manifestazione della divinità o quelle che si attribuiscono ai poteri divini. Anche Giovanni vi ricorre (4,48), ma la formula è diventata generica, usuale. Basti pensare al contesto in cui Giovanni la usa: davanti alla folla che vuole vedere più i miracoli che ascoltare le sue parole e apprendere la nuova dottrina. Gesù la rimprovera aspramente: Se voi non vedete i segni e i prodigi, appunto semèia kai tèrata, non credete. Tito Pasqualetti Laboratorio sinodale n. 7 (parte seconda) Temi sviluppati: 1. La povertà del sacerdozio Il sacerdote nel momento della sua consacrazione, fa la promessa di essere povero. Questo gli permette di stare vicino agli ultimi della sua comunità, di farsi prossimo. E una scelta di campo. La Povertà come effige del dolore. Se sceglie la povertà, il sacerdote sceglie la via più difficile, che non è lontana dal dolore, dal distacco, ma è vicinissima alla figura di Cristo. Questa povertà si affida a Dio, ti fa appartenere solo a Lui e tu, ti affidi alla divina Provvidenza. Essa emerge nella Chiesa che media con le proprie fragilità, Chiesa che, se si fa povera, si fa credibile. 2. Il diaconato permanente Partendo dall esperienza delle origini, la Chiesa, durante il Concilio Ecumenico Vaticano Il, ha aperto di nuovo le porte all ordinazione dei Diaconi Permanenti, i quali dovrebbero avere oggi gli stessi compiti riservati loro dagli Apostoli: il servizio alle mense (Atti 6,2). Essi sono persone radicate nel mondo e conoscono il mondo. Hanno opportunità in più per fare un buon servizio ai poveri, avvalendosi sia della formazione religiosa loro propria, sia della loro esperienza di uomini che conoscono la famiglia, il lavoro, i problemi. Essi sono una vera risorsa per la Chiesa se camminano con l uomo, piuttosto che accontentarsi di servire all altare. Si sottolinea che essi hanno bisogno di completare il loro percorso formativo ulteriormente, per renderlo più attinente al servizio della carità. Proposte. Si suggerisce, sia per il futuro Sacerdote, che per il Diacono Permanente, particolare attenzione alla loro formazione umana (apertura, accoglienza,...) e a quella professionale riguardo l ascolto, osservazione e discernimento al servizio ai poveri. Durante il periodo formativo si auspica che sia data loro l opportunità di fare esperienze concrete negli ambiti in cui la carità è operativa a sostegno dei più poveri, malati, bisognosi, di ogni età e provenienza. Essi avranno l opportunità di incontrare l uomo, la donna, nelle povertà e nei limiti umani, spirituali, psicologici, che darà spessore alla loro formazione umana, alla loro capacità di accoglienza e di ascolto dell altro. Numerose sono le Associazioni ed i Gruppi Caritativi che si mettono a disposizione per permettere esperienze qualificate. (continua sul prossimo numero)

4 4 Anno XXVII PAG 13 Giugno 2010 La pneumatologia paolina 38. LO SPIRITO E L ANNUNCIO DELLA PAROLA DI DIO La 1 Tessalonicesi (= 1 Ts), lettera deliziosa da tanti punti di vista, è il primo scritto del Nuovo Testamento, redatta verso l anno 50, anteriore di circa 20 anni al primo vangelo canonico, che è quello di Marco. Stando a Corinto, e nell impossibilità materiale di poterli raggiungere di persona, Paolo scrive ai Tessalonicesi questa lettera. Ad essa ne fa seguire un altra a breve distanza, che molti studiosi considerano opera di un discepolo dell Apostolo. 1. L annuncio della parola evangelica è sotto l azione dello Spirito. Nella prima parte di 1 Ts Paolo si muove sull onda del ricordo e vede nelle vicende che hanno accompagnato la nascita e lo sviluppo della comunità l opera di Dio e l azione dello Spirito Santo. In stile lapidario egli qualifica i Tessalonicesi come fratelli amati da Dio (1,4). Individua questo atteggiamento di Dio nel fatto che i tessalonicesi si caratterizzano nella pratica delle tre virtù teologali: l operosità della vostra fede, la fatica della vostra carità e la fermezza della vostra speranza (1,3). Ora è Dio che suscita il volere e l operare secondo il suo disegno d amore (Fil 2,13); di conseguenza, il loro comportamento è frutto dell azione divina, anche se i tessalonicesi la stanno accogliendo con tanta diligenza. Sempre nell intento di chiarire questo amati da Dio, Paolo si porta all inizio della sua predicazione a Tessalonica e la vede già fecondata dall azione dello Spirito Santo. Il nostro vangelo, infatti, non si diffuse fra voi soltanto per mezzo della parola, ma anche con la potenza dello Spirito Santo e con profonda convinzione: ben sapete come ci siamo comportati in mezzo a voi per il vostro bene (1,5). C è stata sì la parola umana, che faceva risuonare il messaggio evangelico; in più c è stata la potenza dello Spirito Santo che ha agito nel profondo del cuore di chi parlava e che si è manifestata anche con segni esterni straordinari; c è stata, infine, la manifesta convinzione che accompagnava i predicatori e il loro stile di vita. Ecco un piccolo trattato sulla predicazione. 2. L accoglienza della parola con la gioia dello Spirito Santo. Subito dopo Paolo dice che l azione dello Spirito si è esercitata anche sugli ascoltatori. e voi avete seguito il nostro esempio e quello del Signore, avendo accolto la Parola in mezzo a grandi prove, con la gioia dello Spirito Santo (1,6). Come sappiamo dagli Atti 17,1-10, vi fu un forte tumulto suscitato dai giudei in città contro Paolo e Sila, tanto forte che i due furono costretti a fuggire. Si immagini in che situazione difficile si stavano trovando anche i tessalonicesi convertiti! Ebbene, nonostante le grandi prove a cui erano sottoposti, i tessalonicesi accolsero con la gioia dello Spirito Santo l annuncio cristiano. L azione dello Spirito li ha fatti entrare nella beatitudine per i perseguitati e li ha messi in grado di gioire per la fede abbracciata, nonostante la situazione difficile in cui erano venuto a trovarsi. Così sono diventati modello per tutti i credenti della Macedonia e dell Acaia (1,7) e di altrove. 3. Dio dà il suo Spirito per la vostra santificazione. Nella parte morale della lettera Paolo esorta i tessalonicesi sul modo cristiano di comportarvi e di piacere a Dio (4,1). Duplice è la via alla santità: la prima è che vi amiate l un l altro; la seconda è che vi asteniate dall impurità (4,3): e su questa seconda Paolo si dilunga. Poi conclude: Dio non ci ha chiamati all impurità, ma alla santificazione. Perciò chi disprezza queste cose non disprezza un uomo, ma Dio stesso, che vi dona il suo santo Spirito (4,7-8). In un altro contesto, quello del ringraziamento, Paolo riprende il pensiero nella 2 Ts 2,13: Noi però dobbiamo sempre rendere grazie a Dio per voi, fratelli amati dal Signore, perché Dio vi ha scelti come primizia per la salvezza, per mezzo dello Spirito santificatore e della fede nella verità. Lo Spirito che ha portato i tessalonicesi ad accogliere le verità rivelate, ora vuole portarli alla santità. 4. Vagliate ogni cosa. Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie. vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono (5,19-20). La Prima Giovanni chiede che c è da distinguere: lo spirito della verità e lo spirito dell errore (1 Gv 4,6). La prudenza vuole che si eserciti il discernimento degli spiriti; è quanto Paolo ripeterà parlando dei carismi (1 Cor 12,10). Crocettigiuseppe@yahoo.it A quattro mesi dalla morte vogliamo ricordare il nostro Direttore Nel quarto mese dalla morte di don Andrea Marozzi, proprio mentre si celebra l anniversario della venuta delle Suore Battistine nella nostra città, il ricordo va al nostro Direttore che in quell Istituto ha trascorso gli anni del pensionamento, trovando nel mondo della scuola la possibilità di continuare ad esplicare le sue capacità organizzative dopo tanti anni di esperienza acquisita come preside di vari istituti statali. La sua più grande aspirazione era quella di porre le basi, nella nostra città, di un Istituto Cattolico capace di soddisfare tutte le richieste che vengono dalle famiglie preoccupate non solo dell istruzione dei propri figli, ma anche della formazione. L Istituto delle Suore Battistine sia per ampiezza di locali sia per la posizione strategica, rientrava in questo disegno e incominciò ad adoperarsi in questo senso ottenendo l istituzione della Scuola Media. Tutto questo non può essere dimenticato. Il suo carattere schivo potrebbe farcelo dimenticare, anche se la sua cultura e in particolare la sua competenza in materia scolastica erano conosciute ben oltre i confini della Diocesi ed erano molti a chiedere consigli. Come sempre sarà la storia a giudicare e a farci sapere la validità delle sue intuizioni. Per noi dell Ancora restano il ricordo e l affetto. La redazione PAROLA DEL SIGNORE XI DOMENICA ORDINARIA - ANNO C Dal VANGELO secondo LUCA Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato; e stando dietro, presso i suoi piedi, piangendo cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato. A quella vista il fariseo che l aveva invitato pensò tra sé. Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice. Gesù allora gli disse: Simone, ho una cosa da dirti. Ed egli: Maestro, dì pure. Un creditore aveva due debitori: l`uno gli doveva cinquecento denari, l`altro cinquanta. Non avendo essi da restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi dunque di loro lo amerà di più?. Simone rispose: Suppongo quello a cui ha condonato di più. Gli disse Gesù: Hai giudicato bene. E volgendosi verso la donna, disse a Simone: Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m`hai dato l acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco. Poi disse a lei: Ti sono perdonati i tuoi peccati. Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: Chi è quest`uomo che perdona anche i peccati?. Ma egli disse alla donna: La tua fede ti ha salvata; và in pace!. DAL vangelo DI LUCA 7,36-50 Incontri Pastorali del Vescovo d u r A n t e l A s e t t i m A n A Giugno 2010 Domenica 13 giugno Ore S. Benedetto Tr. - S. Antonio: S. Messa, con la partecipazione degli edili Ore Ripatransone - Duomo: S. Messa con S. Cresima Lunedì 14 giugno Ore S. Benedetto Tr. - Curia: Commissione Sinodale Giovedì 17 giugno Ore Paolantonio S. Messa per gli anziani Il fariseo si mostra aperto verso Gesù, tanto da invitarlo nella sua casa, ma il suo cuore rimane chiuso all insegnamento del Maestro, alle ragioni del cuore e dell amore. Egli rimane legato alla Sua Legge, alla impurità legale in cui incorre Gesù facendosi toccare dalla peccatrice. Non riesce a superare la sua mentalità e il suo pregiudizio, = è una peccatrice=. Gesù gli mostra con una parabola il valore della penitenza, il dolore dei peccati; e soprattutto Gesù mostra con la frase: Ti sono perdonati i tuoi peccati, che il Figlio dell Uomo è venuto perdonare i peccati, a concedere la remissione dei peccati a tutti quelli che riconoscono la propria condizione di peccatori. Purtroppo molto spesso noi siamo portati a giudicare gli altri senza pietà, mentre siamo verso noi stessi molto ma molto indulgenti, rifiutando di vedere la quantità e la gravità dei nostri peccati. In questo senso siamo tutti simili al fariseo, che si arroga il diritto di giudicare quale specie di don - na fosse la peccatrice, senza minimamente guardare a se stesso e al suo comportamento, cosa che Gesù gli fa notare prontamente: Sono entrato nella tua casa e tu non m hai dato l acqua per i piedi. Il fariseo compie una grave mancanza di ospitalità, secondo la Sua stessa Legge; ma egli non se ne cura, sorvola, limitandosi a guardare i peccati degli altri. Gesù in questo brano vuole insegnare a tutti noi che solo l amore può aprirci gli occhi verso noi stessi e verso gli altri, e che l amore donato è indispensabile per poterci mettere nella condizione di ricevere il perdono che il Signore è sempre pronto a donarci. Riccardo PILLOLE DI SAGGEZZA: Il Padre celeste non si stanca mai di usarci misericordia, a noi il compito di essere disponibili a riceverla con un cuore penitente e fedele. (Anonimo) Venerdì 18 giugno Ore S. Benedetto Tr. - S. Filippo Neri: Consegna del Salterio ad una Comunità del Cammino Neocatecumenale Sabato 19 giugno Ore Monteprandone S. Messa con S. Cresime Domenica 20 giugno Ore Montalto S. Messa, con Battesimo e Cresime. Processione nella festa patronale di S. Vito Ore S. Benedetto Tr. - S. Pio X: S. Messa con S. Cresime Proprietà: confraternita SS.mo Sacramento e cristo Morto Via Forte - S. Benedetto del Tr. (AP) SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO REGISTRAZIONE TRIBU NALE DI AScOLI PIcENO N. 211 del 24/5/1984 DIR. RESPONSABILE: Pietro Pompei - pompei.pietro@tiscali.it DIREZIONE REDAZIONE E AMMINISTRA ZIONE S. Benedetto Tr. (AP) Via Forte 16 - Tel Fax lancorasettimanale@tin.it c.c.p.n intestato a L Ancora S. Benedetto Tr. (AP) Via Forte Impaginazione e stampa: Linea Grafica Tel centobuchi (AP) Il sito della Diocesi

5 Anno XXVII 13 Giugno 2010 PAG 5 Da Paolantonio: IN CAMMINO CON MARIA Potrebbe sembrare banale e scontato raccontare come una comunità parrocchiale vive e anima il mese di Maggio. Beh, questa volta non è così! Grazie all invito ricevuto dal nostro parroco Don Marco, all inizio del mese mariano, tutti noi parrocchiani di Paolantonio, guidati dallo Spirito Santo, abbiamo formato dei gruppi di preghiera per recitare il Santo Rosario ogni sera. Incredibile come molte persone si sono incontrate per lodare e ringraziare Maria, Madre di Dio e Madre nostra, creando non solo dei gruppi nei vari quartieri della parrocchia ma, spinti dal desiderio di pregare, molte famiglie, molti anziani e malati, all interno delle mura domestiche, si sono uniti per contemplare il volto di Cristo con gli occhi del cuore di Maria. Ma c è di più in ogni settimana di Maggio, attraverso il Santo Rosario, la preghiera è stata dedicata ai bambini, ai giovani, alle famiglie agli anziani. Il Rosario, infatti, batte il ritmo della vita ed è aperto ai problemi del mondo perciò abbiamo affidato all efficacia di questa preghiera la formazione spirituale dei bambini e dei giovani, l unità e la comunione delle famiglie, l accettazione delle sofferenze e della vecchia degli anziani. Comunque le varie realtà formatesi, oltre a vivere nella comunione spirituale, hanno avuto il dono d incontrarsi concretamente in tutti i giovedì del mese per vivere insieme la recita del Rosario e la Santa Messa. Don Marco ha celebrato l Eucarestia nei quattro quartieri di Paolantonio accompagnato dalla Vergine Maria; la statua della Madonna, infatti, è uscita dalla Chiesa per andare nelle varie zone, ma ognuno di noi ha avuto la certezza spirituale che Maria è venuta a visitare i nostri cuori, e, attraverso il Suo esempio, ci ha invitato a dire sempre si al Signore. Infine, per terminare in pienezza questo mese di preghiera mariana, Don Marco ha invitato Don Tiziano Napoletani a celebrare in Chiesa la messa di chiusura. Come sempre il Signore fa bene tutte le cose perché ci ha accompagnati, attraverso l amore di Sua Madre, in questo cammino di preghiera e ci ha donato di vivere una messa novella in quanto Don Tiziano da poco più di un mese è diventato sacerdote, ma soprattutto donandoci di conoscere l umiltà di questo presbitero ci ha ricordato la grande umiltà di Sua Madre. Dio è entrato nella vita di Maria con il Suo progetto speciale, e Lei, come umile serva, gli ha generosamente aperto le porte del Suo cuore. Questo Suo esempio e questo vivere nella preghiera nel mese di Maggio, dunque, ci spronano a volgere il nostro sguardo verso il Signore per dirgli di entrare nella nostra vita e per aiutarci a compiere sempre la Sua volontà. Grazie Maria perché ci hai condotto e ci conduci ogni giorno verso Tuo figlio Gesù! TeSTARDI DONATeLLA Dal 25 al 27 giugno si svolge alle Tremiti l evento SPOSI IN MARE Raduno nazionale di sposi e fidanzati sub sott acqua Decine di coppie si ritroveranno per un SI con velo, maschera e pinne davanti alla statua di Padre Pio per pregare insieme e ricevere la benedizione di Dio Il 26 giugno, per la prima volta in Italia e forse nel mondo, alle Isole Tremiti, si incontreranno sposi e fidanzati sub per rinnovare il matrimonio o promettere di sposarsi. L avvenimento non avverrà in una chiesa di mattoni ma in una chiesa naturale e speciale quale il fondale dell isola di Caprera alle Tremiti davanti alla meravigliosa statua di Padre Pio su idea di un sacerdote della diocesi di San Benedetto del Tronto dopo l esperienza di matrimoni sub. L evento si chiama Sposi in mare e si terrà alla fine del mese, organizzato da varie associazioni di settore tra cui la Tridacne Sub, L Anima nel Blu, La fede sotto il mare, Merlino Sub, Blu Tremiti, l Orsa minore, Up and Down e Diving Tour. «Questa iniziativa ha spiegato Don Francesco Ciabattoni Presidente dell associazione l Anima nel Blu e parroco a Monteprandone (AP) nasce innanzitutto per promuovere la spiritualità in un settore, quello subacqueo, in forte espansione negli ultimi anni. Da qui l idea: una festa-raduno per valorizzare la statua di padre Pio (la più grande statua sommersa del mondo) festeggiare le coppie sposate, per rinnovare le promesse di matrimonio con la benedizione e accompagnare i fidanzati che desiderano sposarsi nei prossimi anni. Non manca il sostegno solidale alle missioni aderendo alla costruzione di un centro di accoglienza per ragazze in Amazzonia». Tutti possono partecipare, sub e non. Per uno o più giorni. La festa è un incontro non profit di grande richiamo per vivere la subacquea ricreativa con una apertura alla solidarietà e alla spiritualità. Il gruppo che è di Grottammare ha scelto il sito delle isole Tremiti per svolgere l iniziativa per due motivi. Il primo: davanti all isola di Caprara nel 1998 vi è stata posta la più grande statua di Padre Pio mai realizzata, opera dello scultore foggiano Domenico Norcia. La statua e davvero imponente: 3 metri di altezza, per un peso di 12,25 quintali più 110 quintali di basamento! Il secondo, come ha spiegato, alla presentazione ufficiale dell evento, il Sindaco di Grottammare Luigi Merli «c è una unione tra questi due luoghi: il mare adriatico e le due realtà del parco marino, quello del Gargano già funzionante e quello del Piceno in realizzazione e con idee di sviluppo comuni». «Abbiamo avuto diversi importanti riconoscimenti racconta la Presidente della Tridacne Sub BIANCAZZURRO Inaugurato un percorso per ipovedenti e non vedenti Domenica 23 maggio è stato benedetto ed inaugurato, presso il Centro Biancazzurro il percorso tattile per ipovedenti e non vedenti alla presenza del Vescovo Mons. Gervasio Gestori, del Governatore del Rotary 2090 Ferruccio Squarcia, del presidente del ROTARY Club San Benedetto NORD Angelo Camaioni e dell Assessore alla Cultura Margherita Sorge. Il Biancazzurro da anni ormai offre servizi alle persone con difficoltà e organizza attività educative, riabilitative e di inserimento sociale ha affermato il presidente Angelo Camaioni e ancora una volta il Club si è impegnato al fine di implementare un offerta ormai ricca realizzando all interno della struttura un percorso tattile per non vedenti e ipovedenti. L occasione per l inaugurazione è stata la conclusione di un corso di informatica rivolto a persone adulte e bambini affetti da minorazione visiva che il Rotary ha finanziato su indicazione dell associazione ciechi di Ascoli Piceno e che si è svolto proprio al Biancazzurro vista la collaborazione che si è creata fra la cooperativa e l associazione dei non vedenti. Con la diffusione di una cultura più attenta alla fruibilità degli spazi anche da parte di cittadini con bisogni speciali e con una legislazione che contempla queste nuove necessità sociali, nell ultimo anno il Biancazzurro ha sentito il bisogno di sviluppare il progetto di favorire l accessibilità di non vedenti e ipovedenti ed ha realizzato i percorsi Loges, un sistema di percorsi tattili così denominato (Linea di Orientamento, Guida e Sicurezza) che rappresenta sicuramente un valido aiuto per garantire tale mobilità sia in spazi aperti che all interno di edifici. Il sistema Loges è costituito da particolari superfici caratterizzate da codici standard e posate sul piano di calpestio che permettono al disabile visivo, una volta avvertita la loro presenza, di muoversi in piena sicurezza. Questi codici, di facile comprensione, consentono di essere utilizzati per realizzare veri e propri itinerari guidati o per segnalare la presenza di punti di interesse. Dove gli spazi già offrono naturalmente quelle informazioni indispensabili per muoversi (guide naturali) non sarà necessario utilizzare il sistema Loges se non come integrazione ai riferimenti naturali esistenti, ma nel caso in cui questi siano carenti le informazioni fornite dal sistema Loges vengono percepite mediante il senso tattile plantare, il senso tattile manuale (attraverso il bastone bianco) ed un contrasto cromatico tra il percorso guida e la pavimentazione adiacente (per gli ipovedenti). Per essere più efficaci è necessario quindi che i codici posti sul piano di calpestio siano percepibili, intuitivi, di significato univoco e disposti in modo corretto. Speciali mappe tattili poste a lato delle porte offrono ulteriori informazioni sia sui percorsi che sulla distribuzione degli ambienti e la loro denominazione. Infatti il concetto di accessibilità degli spazi costruiti spesso viene identificato con il termine barriera architettonica, cioè qualsiasi ostacolo che limita o impedisce l uso in sicurezza e in modo autonomo degli spazi all interno e all esterno di edifici e strutture. Spesso nell immaginario collettivo questo si traduce esclusivamente con l impossibilità per una persona in carrozzina di superare autonomamente un ostacolo, un gradino o una rampa di scale, senza pensare che per alcuni tipi di utenza, quali persone con disabilità sensoriali, la mobilità autonoma non è limitata dalla presenza di veri e propri ostacoli fisici ma quanto dalla impossibilità di poterli percepire. Se il disabile motorio è capace di orientarsi e di evitare gli ostacoli, ma manca della motricità, al contrario un non vedente non ha problemi di motricità ma può incontrare gravi difficoltà nell orientamento e nella percezione di ostacoli e pericoli. In questo caso si parla di barriere percettive per superare le quali. già da alcuni anni sono stati messi a punto diversi sistemi che favoriscono la mobilità autonoma per persone con disturbi della vista. Inoltre il Biancazzurro, sempre attento e sensibile alle necessità dei più deboli, ha risposto immediatamente alla richiesta di collaborazione da parte dell I.RI.FO.R. e del Comune di San Benedetto del Tronto e ha messo a disposizione uno spazio attrezzato al suo interno che accoglie un ragazzo ipovedente in situazione di pluriminorazione, il quale viene prelevato quotidianamente dal suo domicilio e viene impegnato in attività occupazionali di carattere, motorio, plastico-manipolativo, musicale, sotto la guida stimolante di un gruppo di operatori dotati delle necessarie competenze professionali. Lo spazio è stato opportunamente attrezzato dal punto di vista strutturale, fornito di ausili ed accessori necessari per lo svolgimento di attività di stimolazione sensoriale e basale, educativa, riabilitativa ed occupazionale. L accoglienza di questo ragazzo all interno del centro è stata un offerta e una risposta concreta ed efficace alle esigenze di una persona che ha superato l età scolastica e che ha bisogno di una serie di opportunità ed attività varie personalizzate al di fuori dell ambiente familiare. Questa nuova esperienza, se mai ce ne fosse stato bisogno, ci ha ulteriormente arricchiti e siamo felici della possibilità che ci è stata offerta di essere partecipi di un progetto commisurato e corrispondente alla particolari esigenze e potenzialità di un ragazzo che in presenza di minorazioni plurime ha potuto avere programmata e realizzata una completa e razionale attività di supporto. Alberta Palma Caterina Gregori di Grottammare- segno dell importanza che l iniziativa riveste a livello italiano. Per esempio oltre al patrocinio del Comune delle Isole Tremiti e di Grottammare abbiamo avuto anche quello del Parco marino del Gargano, del Csen (Centro Sportivo educativo Nazionale) e soprattutto - un fatto quasi raro il patrocinio dell ADISUB che è la più grande associazione di didattiche subacquee nazionali». Tutti i giovani sposi interessati a rinnovare le promesse sott acqua o i giovani fidanzati che desiderano unirsi in matrimonio nei prossimi anni, possono partecipare all evento anche se non hanno mai fatto immersioni. Don Francesco Ciabattoni assicura che è semplicissimo e che in 2 o 3 ore si può prendere il brevetto, in maniera del tutto gratuita. «e semplice realizzare sott acqua un evento simile - spiega Patrizio Scartozzi, responsabile provinciale dello CSEN settore sub - infatti nel 2007 abbiamo sperimentato in piccolo l iniziativa celebrando il matrimonio di Giancarlo e Raffaella, due nostri amici sub, il sacerdote don Francesco ha presieduto il rito e circa 30 partecipanti sub hanno assistito: c erano i chierichetti, i testimoni, abbiamo pregato e vissuto anche se in modo originale il matrimonio. Questo è il motivo che ci ha spinto ad estendere l iniziativa a ivello nazionale, anche ai fidanzati e semplici amici». Deve essere una esperienza veramente bella ed unica scendere sott acqua insieme come gruppo, come coppie di sposi o fidanzati e se questo è possibile lo dobbiamo agli organizzatori dell evento SPOSI IN MARE Per iscrizioni e informazioni contattare lo o Oppure consultare il sito internet o mandare una mail all indirizzo info@tridacnesub.com Domenico Marocchi

6 6 Anno XXVII PAG 13 Giugno 2010 «Mons. Padovese ha servito il Vangelo della pace» Il cordoglio della Chiesa per la morte del presidente dei vescovi turchi, 63 anni, milanese, ucciso a Iskenderun. L omicida è il suo autista Nato a Milano il 31 marzo 1947, originario della parrocchia della Trinità, il 4 ottobre 1965 monsignor Padovese fece la prima professione nei frati cappuccini e tre anni dopo quella solenne. Il 16 giugno 1973 fu ordinato sacerdote. Professore titolare della cattedra di Patristica alla Pontificia Università dell Antonianum, prima di essere ordinato vescovo fu per 16 anni direttore dell Istituto di Spiritualità nella medesima università. Professore invitato alla Pontificia Università Gregoriana e alla Pontificia Accademia Alfonsiana, per 10 anni fu visitatore del Collegio Orientale di Roma per la Congregazione delle Chiese Orientali. Consulente della Congregazione per le Cause dei Santi, l 11 ottobre 2004 venne nominato Vicario apostolico dell Anatolia e vescovo titolare di Monteverde. Venne consacrato a Iskenderun il 7 novembre dello stesso anno. In Turchia i cristiani sono lo 0,6% della popolazione; i cattolici sono circa 30mila. Il vicariato dell Anatolia ha 4550 cattolici, 7 parrocchie, 3 sacerdoti diocesani, 14 religiosi e 12 religiose. Negli anni scorsi aveva anche portato la sua testimonianza sul tema È bello vivere oggi la fede dove è nata la Chiesa, con lo slancio missionario verso le altre religioni in un incontro al Decanato di Magenta Le sue parole «Non è mai giusto sopprimere una vita per affermare una idea. Non è mai giusto ritenere che chi non la pensa come noi è nel torto e va annientato. Questo è fondamentalismo che distrugge la società perché distrugge la convivenza. Questo fondamentalismo, a qualsiasi religione o partito politico appartenga, potrà forse vincere qualche battaglia, ma è destinato a perdere la guerra. Ed è la storia che ce l insegna». Sono parole di monsignor Padovese, pronunciate il 5 febbraio scorso in occasione della messa in suffragio di don Andrea Santoro, a quattro anni dalla sua uccisione nella chiesa di Santa Maria a Trabzon. San Benedetto del Tronto: 75 anni di storia e di preziosa presenza delle Suore Battistine a San Benedetto. Il clima che si respirava nel pomeriggio del 28 maggio alle ore 18,00, presso l auditorium del Comune di San Benedetto del Tronto, senza alcuna enfasi retorica, era a tutti gli effetti quello delle grandi occasioni. Le suore di San Giovanni Battista, arcinote con la denominazione popolare, suore battistine, hanno celebrato, come, giustamente, si conviene, due anniversari davvero importanti sia per la loro comunità religiosa, sia per l intera città rivierasca: il settantacinquesimo anno di presenza a San Benedetto del Tronto e il centenario della nascita al cielo del Beato Alfonso Maria Fusco, illuminato e lungimirante fondatore della Con gre ga zione di San Giovanni Battista cui appartengono tutte le suore battistine attive nel mondo. La manifestazione organizzata dall Istituto San Giovanni Battista si è realizzata nella presentazione del bellissimo volume, curato e redatto dal prof. Leopoldo Saraceni, che professionalmente ha saputo ben raccontare settantacinque anni di intensa storia delle battistine a San Benedetto del Tronto interconnessa con la vita sociale e culturale della cittadina sanbenedettese. La presentazione dell evento è stata condotta dal prof. Tito Pasqualetti, ex preside ed ex insegnate dell istituto San Giovanni Battista. E stato presente anche un altro personaggio storico della vita sanbenedettese, il prof. Ugo Marinageli. Data l importanza della circostanza il Sindaco di È morto Peppe Spazzafumo, il poeta dei sentimenti familiari San Benedetto del Tronto, Giovanni Gaspari, ha porto un cordiale indirizzo di saluto ringraziando tutte le suore per la loro preziosa opera educativa in favore delle giovani generazioni di un tempo e di quelle di oggi. Gratitudine ed encomi sono stati esternati anche dai vertici dell Amministrazione Provinviale, Presidente e Vice- Presidente e da Don Armando Moriconi, Parroco della cattedrale Madonna della marina in rappresentanza del Vescovo diocesano impegnato all assemblea ordinaria della CEI. A conferire l imprimatur dell ufficialità alla manifestazione è stata la presenza della Madre Provinciale delle Suore di San Giovanni Battista, Suor Lina Pantano unitamente alla Superiora della comunità battistina di San Benedetto del Tronto, Suor Marta Sartori e della preside dell istituto battistino sanbenedettese, Suor Alfonsa Fusco. Il pomeriggio culturale, oltre alla puntuale esposizione del prof. Leopoldo Saraceni, autore dell interessantissima pubblicazione storica cor reda ta da un ampia ed esauriente documentazione fotografica, ha avuto un significato intermezzo musicale canoro che ha avuto la per protagonisti gli alunni del liceo dell istituto battistino sanbenedettese alla presenza, di ex alunni, genitori ed insegnanti: un auditorium davvero con tanta gente interessata e partecipe. Fernando Ciarrocchi Te ne sei andato in punta di piedi, una tiepida sera di giugno, sorprendendo tutti. Parenti e amici. Le persone che tu hai amato e dalle quali sei stato riamato fino alla fine. Tuo nipote Vincenzo, nel momento della preghiera dei fedeli del rito funebre, ha ricordato la tua bontà, la tua disponibilità, la tua generosità e la tua religiosità. E anche quella vena poetica che ogni tanto ti rendeva libero dalle inquietudini della vita quotidiana. Riposa in pace Peppe, amico fraterno sin dai tempi della giovinezza, ora che sei nel regno della luce puoi finalmente sorridere dei tuoi dubbi, delle tue insicurezze, delle tue paure. A noi resta la gioia di averti conosciuto e apprezzato per quello che eri. Un uomo buono che non ha mai fatto male a nessuno. e.tì. Da Ripatransone: Sacerdoti benefattori della Biblioteca Comunale I nipoti di Don Ugo Angelo Capriotti ( ) di Ripatransone, città dove per 45 anni è stato parroco di San Nicolò, figli del fratello Prof. Dino (residente a Porto San Giorgio), sabato 29 Maggio 2010 hanno ceduto 40 libri alla Biblioteca Comunale Aldo Gabrielli (terza della Provincia dopo quelle di Ascoli Piceno e di San Benedetto del Tronto) di proprietà per l ottanta per cento dello zio prete e per il venti per cento del proprio genitore. Quelli del parroco riguardano prevalentemente le discipline: agiografia, esegesi biblica, mariologia, omiletica, storia locale; quelli di professore: storia, critica ed opere di letteratura italiana (fra cui quelle di Giovanni Papini edite da Vallecchi di Firenze) ed opere di classici latini. Tra i libri di Don Ugo, è pervenuta alla Biblioteca Civica, quasi completa, la raccolta personale del Bollettino Ufficiale Ecclesiastico per le Diocesi di Montalto e Ricordo di Piergiorgio Bamonti Ripatransone del lungo episcopato (l ) del vescovo Mons. Vincenzo Radicioni: raccolta questa preziosa per i ricercatori di storia locale; la Biblioteca ne era priva poiché l emeroteca vi è stata istituita nel Negli anni precedenti altri sacerdoti si erano resi benemeriti della Biblioteca Civica Ripana e precisamente: il canonico Don Pietro Tannini (Ripatransone, ), tramite l erede delle sorelle del sacerdote, Ins. Bruna D Angelo, nel 1996; il parroco Don Enrico Cerolini (Cupra Marittima, ), nel 1997; il cancelliere vescovile Mons. Mariano Giannetti (Ripatransone, ), tramite il nipote - erede Ennio Bagalini, nel 2002; l archivista e storico della Diocesi Mons. Vincenzo Catani (parroco a San Pio X in San Benedetto del Tronto), nel A.G. di Bruna Mistichelli In una giornata di fine maggio Piergiorgio Bamonti ci ha lasciato nel dolore e nello sconforto per aver perso un amico, un collega. Da tanto tempo sapevamo che era malato di un male inesorabile, ma all annuncio della sua fine tanti pensieri e ricordi si sono affollati alla mente e hanno riportato alla memoria squarci di vita di un passato lontano, ma che sembra quanto mai presente. L incontrarsi nei corridoi dell Istituto Tecnico Commerciale A. Capriotti, dove abbiamo operato per tanti anni, lo scambio veloce di un saluto, di qualche parola durante il cambio dell ora, i consigli di classe, i vivaci collegi dei professori e via dicendo. Sempre calmo, sempre col sorriso sulle labbra, mai un alterazione della voce, sempre pronto ad andare incontro agli altri, sempre disponibile a pacare i toni nelle inevitabili discussioni durante i consigli di classe e gli scrutini finali. Era molto amato il professor Bamonti dai suoi alunni, perché sapevano di poter contare sulla sua disponibilità, sulla sua preparazione, sulla sua professionalità. Penso che durante tutto il periodo della sua docenza non abbia mai avuto una contestazione da parte dei suoi studenti. Dialogava molto con loro, li rispettava, li difendeva nei loro diritti, ma li spronava a non venir meno ai loro doveri, e da loro era rispettato ed amato. Il giorno del suo funerale la chiesa era gremita da tanta gente, tra cui molti colleghi che lo avevano apprezzato e amato e che erano rimasti in contatto con lui e tanti alunni ormai maturi professionisti, padri di famiglia che erano venuti a salutare il loro professore per l ultima volta. Piergiorgio Bamonti ancora giovane era stato colpito da un male perfido che lo aveva fiaccato nel corpo ma non vinto nell animo. Ha lottato con forza sovrumana per quasi vent anni, sostenuto da una Fede straordinaria e dall amore per il bello, per la natura, per l arte, per la vita. Dipingeva riproducendo aspetti delle cose di cui svelava misteri nascosti, invisibili agli occhi degli uomini comuni. Lo ricorderanno i posteri anche per queste opere che ha lasciato e che parlano di lui, della sua visione del mondo, dell uomo e dell ambiente circostante. Per anni ha partecipato attivamente alla vita politica e sociale della sua città, Grottammare, come amministratore comunale, mettendosi al servizio della comunità. Addio caro Piergiorgio, che il Signore ti accolga nei sentieri eterni del Paradiso a godere della Sua Luce che non ha tramonto. Il poeta Antonio Capriotti, collega e amico del professor Bamonti, apprendendo la notizia della sua scomparsa ha scritto dei versi molto toccanti che ha letto all obitorio davanti all amico immobile nel sonno della morte e che ha lasciato nella bara come viatico poetico per l ultimo viaggio. Riportiamo di seguito i versi di Antonio Capriotti: A Piergiorgio. Te ne sei andato infine/ come un antico eroe cedendo/ soltanto all inesorabilità/ del male eppure da te lungamente/ combattuto e vinto arma irrinunciabile/ la Fede, unita all amore/ per il bello delle cose che coglievi/ rivelandone gli incanti segreti/ di Creature. Sì, hai lottato/ fino all ultimo da eroe della vita: / ascendendo infine atteso/ - dopo un lampo di buio - / all eternità della Luce. EdilMora srl ditta specializzata NellA ristrutturazione e pittura esterna di edifici, demolizioni e rifacimento di ImpermeAbIlIzzAzIONe e pavimentazione terrazzi, bonifica, rimozione e smaltimento AmIANtO VIA MANARA, S. BENEDETTO DEL TR. (A.P.) TEL. E FAX 0735/ CELL. 335/ AV V I S O Il Cinema Margherita di Cupra Marittima resta chiuso durante tutto il mese di giugno. La stagione che si è conclusa con la proiezione di Draquila è stata davvero bella e di questo vogliamo ringraziare tutte le persone che seguono le nostre iniziative. L appuntamento a questo punto è per la fine di giugno quando ripartirà il Cinema all aperto. Grazie di tutto e a presto Centro Culturale Jacques Maritain

7 Anno XXVII 13 Giugno 2010 PAG 7 Da Grottammare: GLI ANTICHI GIARDINI PRIMA PARTE- Gli antichi giardini della marina di Grottammare non erano eleganti e raffinati come i pochi moderni. Ancora la società non era stata invasa dalla cultura florovivaistica olandese, diffusasi anche tramite cataloghi di corrispondenza postale. Tale industria - peraltro eccellente sotto tutti gli aspetti, sia qualitativi, che quantitativi - però è responsabile di aver fatto diminuire notevolmente le specie floreali tradizionalmente coltivate da secoli nei nostri borghi, tramandate di generazione in generazione, soprattutto grazie alle donne gentili di ogni tempo, che se ne circondavano. Quando ancora il tempo aveva tempo. Una volta esistevano delle differenze che oggi ci fanno sorridere: per esempio a Grottammare un conto erano i Giardini della marina e un altro quelli del Vecchio Incasato Ma ecco come si presentava un tipico giardinetto della marina. I GIARDINI DELLA MARINA Era spazioso e rustico, aveva dei vialetti di ghiaia e anche aiuole calpestabili. Tra i fiori primaverili erano sempre le immancabili Calle bianche, i Rosai a cespuglio o le roselline rampicanti di solito color bianco-giallino. Le Margherite bianche o gialle i Bocca di Leone o Bocca di Lupo, gli imponenti cespugli di Violacciocche colorate (viola, bianche, azzurre, ma soprattutto gialle. Delle violacciocche bisogna dire che era una specie indigena comune sui muri e sulle rupi, tipica degli anfratti tra i mattoni, delle vecchie muraglie di cinta dei borghi. Il suo colore più tipico era il porporino-violetto o il giallo, caratteristico quest ultimo del paese alto di Grottammare, che fioriva a Pasqua e veniva anche chiamato volgarmente Violacciocca Quarantina (o della Quaresima). Sul tappeto verde di prato rustico e nelle aiuole c erano sempre odorosissime Violette di sottobosco o mammole, forse ancora qualche Ciclamino invernale. Le eleganti Zinnie, le Petunie rustiche, le raggiate Dalie, le profumatissime fresie gialle occhieggiano qua e là, insieme ai calici dei gialli narcisi, dei tulipani variopinti e dei gigli di campo. Tra le piante rampicanti che coprivano le semplici reti di recinzione c era sempre il profumatissimo Gelsomino comune, la passiflora. Ai bimbi veniva narrato che questa pianta cresceva ai piedi della Croce di Cristo e venne bagnata dal suo sangue. Il suo grande fiore rappresenta infatti la corona di spine, i pistilli i quattro chiodi che trafissero Gesù e così via proseguendo con tutti gli altri simboli della passione (il martello, le tenaglie, la fune ecc.). Naturalmente questo racconto popolare contribuì senz altro ad avvolgere la passiflora di un alone di rispetto e mistero ed essa veniva considerata sacra e quasi un peccato cogliere i suoi fiori. Nella vecchia canonica di S.Agostino, al paese alto, vi era piantata un alta passiflora, come sovente accadeva in quasi tutte le case canoniche di un tempo. Susanna Faviani Da Ripatransone: Il progetto Io riciclo fino a Dicembre 2010 A Ripatransone la Giunta Municipale ha approvato l estensione del progetto Io riciclo a tutto l anno Con tale iniziativa l Amministrazione Comunale vuole continuare l opera di sensibilizzazione fra i cittadini in favore della raccolta differenziata ed il riciclaggio dei rifiuti, che già stanno dando risultati più che soddisfacenti. Il progetto Io riciclo, promosso dal consiglio comunale dei ragazzi (sindaco Elisabetta Piergallini) e finanziato dalla Regione Marche con l iniziativa Centri Commerciali Naturali III, vuole dare anche un significativo contributo AGeNzIA GeNerAle di s. benedetto del tronto Agente Generale cinzia Amabili Via F. crispi, Tel. e Fax alle attività commerciali del territorio dove ben ventisei negozi hanno sottoscritto la convenzione con il Comune, che li autorizza ad accettare per il pagamento della spesa i buoni - acquisto rilasciati nella ricicleria comunale di Contrada Capo di Termine, nella seguente misura: buono di due euro per ogni 10 kg di materiale di riciclo; buono di quattro euro per ogni 20 kg; buono di dieci euro per ogni cinquanta kg. I 26 esercizi convenzionati abbracciano tutte le tipologie merceologiche; vi sono comprese pure le due farmacie del capoluogo. La ricicleria comunale è aperta il martedì dalle ore 15 alle ore 19, ed il sabato dalle ore 8 alle ore 12. A.G. Da S. Benedetto del Tronto: San Benedetto capitale europea del pattinaggio a rotelle In città fervono i preparativi per la competizione europea, che torna tra noi dopo trentasei anni, mentre sono a buon punto i lavori per completare le infrastrutture che ospiteranno le gare. La manifestazione, fortemente voluta da Umberto Urbinati, Presidente Europeo Corse il cui mandato scadrà nel 2012, prenderà il via nel pomeriggio di mercoledì 28 Luglio 2010 con la cerimonia di apertura, per terminare nella serata di sabato 7 Agosto con la Maratona su un percorso ricavato tra il centro cittadino e il Lungomare. Le gare si svolgeranno sulla Pista Panfili dal 29 Luglio al 1 Agosto, mentre dal 3 al 6 sul nuovo circuito stradale presso la zona SS Annunziata a Porto D Ascoli, per concludersi con la Maratona del giorno dopo. Maratona che assegnerà il titolo della specialità. All evento sportivo parteciperanno ventisette rappresentative nazionali, tra cui Albania, Austria, Belgio, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Norvegia, Olanda, Polonia, Portogallo, Romania, San Marino, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Ungheria. Le nazionali straniere arriveranno a partire dal corrente mese per prendere visione delle strutture. Il 25 Giugno giungerà a San Benedetto la rappresentativa olandese, successivamente sarà la volta della Germania. Previsti arrivi anche da Svizzera, Austria, Belgio, Repubblica Ceca. La nazionale azzurra svolgerà un raduno collegiale dal 16 al 19 Luglio. Al termine verrà varata la formazione che parteciperà agli Europei. Sicure, sin d ora, le partecipazioni dei campioni mondiali Laura Lardani (Pattinatori Sambenedettesi), Matteo Amabili (della Riviera delle Palme Skating in Line) e l abruzzese Simona Di Eugenio. In questi giorni gli atleti cercheranno di testare i nuovi impianti e soprattutto la Pista Panfili, rimessa a nuova grazie all impegno della società rotellistica Pattinatori Sambenedettese e al contributo dell Amministrazione Comunale. Complessivamente saranno oltre settecento gli atleti iscritti alle gare, per non parlare degli staff tecnici e familiari al seguito. Una grande vetrina internazionale per gli atleti, un opportunità turistica, unica e irripetibile, per la città delle palme. A presentare la manifestazione, nel corso di una conferenza a bordo pista, l assessore Eldo Fanini, il Presidente del Comitato Europeo corse Umberto Urbinati, che non intende ripresentarsi per far largo ai giovani, e il Presidente della Società Pattinatori Sambenedettesi che gestisce l impianto il signor Bugari. Ad ogni nazione sarà donata una serigrafia realizzata dal maestro Vincenzo Carboni. Previste almeno tre riprese televisive in diretta su Rai Sport 2 sul digitale terrestre. e.tì. Urbinati, Fanini, Bugari San Benedetto e Alfortville rinnovano il patto di gemellaggio Firmato il protocollo di amicizia in sala consiliare dove si è anche esibito un gruppo misto di musicisti del vivaldi e dell Accademia di musica transalpina E stato siglato in sala consiliare il nuovo patto di amicizia tra San Benedetto e la città francese di Alfortville che così hanno festeggiato il ventennale del gemellaggio. Hanno sottoscritto il documento il sindaco di San Benedetto Giovanni Gaspari e, in rappresentanza del collega francese René Rouquet (che è dovuto rientrare in Francia per inderogabili impegni), il vicesindaco Roger Tisseyre. Negli interventi dei rappresentanti delle due municipalità, sono state ripercorse le tappe di questi venti anni di scambi ad ogni livello: da quello squisitamente istituzionale (con cinque sindaci di S. Benedetto che si sono succeduti Piero Ripani, Alberto Cameli, Paolo Perazzoli, Domenico Martinelli e Giovanni Gaspari - e il deputato René Rouquet sempre al vertice dell amministrazione comunale transalpina) a quelli associazionistici nei più disparati settori, dal sociale allo sportivo al didattico. Molto vivo, come ha sottolineato il sindaco Gaspari, il ricordo dell esperienza degli studenti sambenedettesi che parteciparono ad una seduta del Consiglio d Europa di Strasburgo di cui l on. Rouquet è membro. Una pergamena ricordo è stata consegnata anche a Lulù e Franco Biondi, la coppia italo francese (Franco, appartenente ad una nota famiglia di albergatori, è legatissimo a San Benedetto) che in questi anni ha operato per tenere sempre vivo il legame tra le due città. La cerimonia ha concluso la visita di alcuni giorni che la delegazione francese, contraccambiando quella svolta dalla comitiva sambenedettese nell autunno scorso, ha compiuto effettuando anche alcuni sopralluoghi in vista di possibili ulteriori iniziative comuni da sviluppare. Tra esse, l organizzazione di un festival sportivo: in questo senso, alcuni consiglieri della municipalità di Alfortville sono stati accompagnati stamane a visitare le strutture attive in città. Ma sono molti altri i campi in cui si sta sviluppando la collaborazione tra le due città: se n è avuto un esempio proprio nel corso della cerimonia odierna, quando una formazione di musicisti dell Istituto musicale Vivaldi e dell accademia di musica di Alfortville si è esibita in un concerto preparato in pochissime giornate di prove insieme. Applausi ed emozione in sala quando sono stati eseguiti gli inni di Mameli e la Marsigliese. In questi giorni di permanenza in città, inoltre, alcuni pittori dell associazione Amici dell arte di Alfortville, squisitamente accolti nella Pietraia dei poeti dell artista Marcello Sgattoni da Silvano Pizza, hanno realizzato alcuni quadri raffiguranti personaggi e paesaggi piceni che poi sono stati donati alla Municipalità sambenedettese. e.tì.

8 8 Anno XXVII PAG 13 Giugno 2010 Italia, sostentamento sacerdoti Piancastagnaio (Siena), restauro chiesa Uganda, St. Mary's Hospital Roma, aiuto ai senza fissa dimora CON L 8XMILLE ALLA CHIESA CATTOLICA AVETE FATTO MOLTO, PER TANTI. Con il tuo modello CUD puoi partecipare alla scelta dell 8xmille anche se non sei tenuto a presentare la dichiarazione dei redditi. Basta firmare due volte la scheda allegata al CUD: nella casella Chiesa cattolica e, sotto, nello spazio Firma. Poi chiudere solo la scheda in una busta bianca indicando sopra cognome, nome e codice fiscale e la dicitura Scelta per la destinazione dell otto e del cinque per mille dell Irpef e infine consegnarla alla posta. Per ulteriori informazioni puoi telefonare al Numero Verde Sulla tua dichiarazione dei redditi o sul modello CUD Il cinque per mille si affianca anche quest anno all 8xmille. Il contribuente può firmare per l 8xmille e per il cinque per mille in quanto uno non esclude l altro, ed entrambi non costano nulla in più al contribuente. C.E.I. Conferenza Episcopale Italiana

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