INDICAZIONI PER LA PIANIFICAZIONE ASSISTENZIALE. Luglio 2008

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1 INDICAZIONI PER LA PIANIFICAZIONE ASSISTENZIALE Luglio 2008 A cura di: A.F.D. Manuela Nuvolari Dott.ssa Stefania Lasciandare Dott.ssa Monica Gazzola 1

2 PREMESSA: Il piano di Assistenza Infermieristica è il mezzo che permette all infermiere di progettare e realizzare la personalizzazione dell assistenza. Deve essere orientato dal Processo di Assistenza e dal modello concettuale preso a riferimento, in questo caso il Modello delle Prestazioni Infermieristiche. Consente di identificare le azioni infermieristiche correlate ai bisogni di assistenza infermieristica di quelle persone,in quel determinato ambiente,in quel determinato momento favorendone la partecipazione e promuovendone l autonomia. Rende, inoltre, visibile alle persone cosa fanno gli infermieri, promuove la collaborazione tra il gruppo di lavoro e riduce il rischio di errore. E nel Profilo Professionale dell infermiere(dm N 739 DEL 1994.) che viene sancita la responsabilità dell infermiere nell'assistenza generale infermieristica: l'infermiere partecipa all'identificazione dei bisogni di salute della persona e della collettività, identifica i bisogni di assistenza infermierìstica della persona e della collettività e formula i relativi obiettivi, pianifica, gestisce e valuta l'intervento assistenziale infermieristico, garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico terapeutiche. Il processo di Assistenza Infermieristica orientato dal Modello delle Prestazioni Infermieristiche di M. Cantarelli (Milano 1986)si compone di cinque fasi collegate tra loro da un rapporto circolare : 1) Raccolta ed identificazione dei dati 2) Identificazione del Bisogno Di Assistenza Infermieristica (B.A.I.) 3) Formulazione degli obiettivi 4) Scelta ed attuazione delle azioni infermieristiche 5) Valutazione Vengono riproposte,di seguito, le fasi del Processo Di Assistenza Infermieristica con alcune indicazioni ed esemplificazioni utili alla progettazione dell Assistenza Infermieristica. L elaborazione di queste indicazioni ha lo scopo di apportare alcuni approfondimenti utili a rendere più fluido e condiviso il percorso di pianificazione assistenziale a studenti, infermieri e tutors. 1.RACCOLTA DATI E CLASSIFICAZIONE DEI DATI 1 1a) La raccolta dei dati anamnestici della persona assistita viene effettuata al momento dell ingresso in struttura nella cartella infermieristica; sul diario infermieristico vengono inseriti i dati raccolti nel corso della degenza. 1b) Una raccolta dati non completa che non riporta almeno i dati prioritari, rispetto alla situazione clinica della persona assistita non consente l effettuazione della pianificazione assistenziale. 1c) Ai fini dell apprendimento lo studente discuterà con il tutor e la guida sulla motivazione del l eventuale l assenza di dati 1d) E importante l utilizzo di un linguaggio scientifico adeguato per favorire il passaggio informativo tra i membri dell équipe che si prendono in carico la persona assistita 2. PIANIFICAZIONE ASSISTENZIALE 2a)La pianificazione assistenziale effettuata nella sede didattica è prodotta in seguito alla raccolta dati, possibilmente al letto del malato o immediatamente dopo la raccolta dati. 1 le ferite chirugiche, le lesioni cutanee e i drenaggi: si classificano nel bisogno di mantenere la funzione cardiocircolatoria. I farmaci verranno enunciati utilizzando il principio attivo e non il nome commerciale 2

3 2b)Gli studenti possono utilizzare sia lo strumento di pianificazione assistenziale redatto dal CLI (Allegato 1a e 1b ) sia quello redatto dall azienda AUSL ( area riservata -intranet- qualità documentazione infermieristica pianificazione ).Se si utilizza lo strumento aziendale alla voce MANIFESTAZIONE/COMPROMISSIONE dovrà essere enunciato il Bisogno Di Assistenza Infermieristica(B.A.I.). 3. IDENTIFICAZIONE DEI B.A.I. 3a). Nella formulazione del B.A.I sono previste le seguenti parti: IL LIMITE DELLA PERSONA es. la persona non riesce a, la persona ha difficoltà a, la persona è incapace di L ORIGINE DEL BISOGNO intesa come la mancanza di capacità di agire, la mancanza di capacità di volere (volontà) e la mancanza conoscenze. 3b) Il B.A.I. viene formulato quando: Il segno clinico coincide con l origine del bisogno (l infermiere può pianificare quindi interventi in autonomia) es. bisogno di movimento alterato per il dolore o la cefalea es. bisogno di interazione nella comunicazione alterato per la tachicardia es. bisogno di funzione cardiocircolatoria (sudorazione profusa, mucose disidratate, cute secca) alterato per la febbre Rispetto al bisogno di Procedure Terapeutiche solo in caso di finalità di Guida. 3c) Il B.A.I. non viene formulato quando: Il segno clinico é l unico dato. es. cefalea è un dato che prevede l extrafinalità monitorare es. tachicardia è un dato che l extrafinalità monitorare es. febbre 38,5 C è un dato che prevede l extrafinalità monitorare Le medicazioni vengono prescritte dal medico e l infermiere eseguirà le prescrizioni. Gli interventi infermieristici riguardano l extrafinalità monitorare. 4c)Alcuni esempi di formulazione del B.A.I. non previste dal Modello Delle Prestazioni Infermieristiche riguardano: Bisogno di ambiente sicuro : la persona è a rischio di (infezioni, caduta) per. Bisogno di mantenere la funzione cardiocircolatoria: la persona è a rischio di lesioni da pressione per. 4. FORMULAZIONE DELL OBIETTIVO Sono previste due modalità per la formulazione dell obiettivo 3

4 4a) La prima modalità: prevede che l obiettivo sia costituito dalle seguenti parti: IL SOGGETTO IL / I CRITERIO/I DI VALUTAZIONE L IMPEGNO TEMPORALE PREVENTIVATO es. la persona riuscirà a camminare da sola, in piano, per 20 mt, entro. 4b) Si possono utilizzare le seguenti formule per indicare l impegno temporale preventivato: ENTRO E/O FIN DA SUBITO PER LA DURATA DI Se il problema è reale e la persona assistita aumenta il suo grado di autonomia è possibile usare nella formulazione dell impegno temporale preventivato: Entro / Fin da subito. Se il problema è potenziale : Es: la persona è a rischio di infezioni a causa della presenza di CVC: posso inserire la dizione per la durata di permanenza del presidio e/o di guarigione della ferita chirurgica Es. di Obiettivo: la persona non presenterà segni e sintomi di infezione.. per la durata di permanenza del CVC). 4c) Nell obiettivo non si inserisce la condizione intesa come mezzi e strumenti da utilizzare per il paziente: le eventuali risorse umane e materiali dovranno essere incluse negli atti specifici, come ulteriori elementi di personalizzazione dell atto. 4d) La seconda modalità di formulazione dell obiettivo viene utilizzata quando l obiettivo è della équipe assistenziale e le finalità sono compensare e sostituire. In questo caso si utilizza la seguente formula: ALLA PERSONA VERRÀ GARANTITO. L IMPEGNO TEMPORALE PREVENTIVATO Es. Alla persona verrà garantito il movimento/l igiene entro 8 ore. 4e)E possibile che per un unico B.A.I. ci siano più obiettivi. Es. BAI: La persona non riesce ad eseguire autonomamente l igiene del proprio corpo per mancanza di capacità (intervento chirurgico). Obiettivo 1: alla persona verrà garantita l igiene perineale entro 8 ore. Obiettivo 2: la persona riuscirà a svolgere autonomamente l igiene del viso e delle mani entro 8 ore. 5. SCELTA ED ATTUAZIONE DELLE AZIONI INFERMIERISTICHE Nella formulazione degli atti sono previsti i seguenti elementi: CHE COSA (l atto in sé) CHI EFFETTUA L ATTO COME (eventuali risorse utilizzate e attenzioni a cui attenersi) QUANDO (frequenza e per quante volte: es. ogni 3 ore per 3 giorni). 6. VALUTAZIONE Ogni pianificazione assistenziale prevede la valutazione del raggiungimento degli obiettivi assistenziali previsti. Si documenta la valutazione nello schema (allegato 1a e 1b). E sufficiente barrare la casella SÌ, se l obiettivo è raggiunto. 4

5 Nel caso di non raggiungimento dell obiettivo lo si segnala barrando la casella NO e illustrandone le ragioni. 7. Il progetto educativo verrà redatto utilizzando lo schema fornito dal CLI (//medtriennaliao. campusnet. unito.it- C.I Infermieristica Generale ed Educazione alla Salute docente L. Ronc_ educazione terapeutica materiale didattico- schema Programmazione. Educativa ) 8. E importante possedere le motivazioni scientifiche sottese agli atti per erogare sempre più un assistenza qualificata 5

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