Le imprese della produzione dell olio d oliva nei confronti di certificazioni, marchi collettivi e denominazioni protette

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1 Panel agroalimentare Indagini monografiche Panel Agroalimentare Ismea Le imprese della produzione dell olio d oliva nei confronti di certificazioni, marchi collettivi e denominazioni protette Settembre 2006 Introduzione Attraverso le 60 aziende del Panel Agroalimentare Ismea afferenti al settore della produzione dell olio è stata condotta un indagine sull atteggiamento delle imprese di questo segmento nei confronti delle certificazioni, dei marchi collettivi, delle denominazioni protette e del biologico (per maggiori approfondimenti sul Panel Ismea si rimanda alla Nota metodologica, mentre per una breve descrizione delle certificazioni e dei marchi si rimanda alla fine di questo rapporto). Risultati dell indagine I principali risultati dell indagine campionaria, condotta nel mese di gennaio 2006, possono essere sinteticamente individuati nel grafico 1 e nei punti che seguono: Grafico 1 Incidenza delle aziende con almeno un riconoscimento/certificazione Certificazioni (ISO, EMAS, ECOLABEL, ecc.) 16,7% Marchi collettivi 3,3% Denominazioni protette (DOP, IGP, AS) 38,3% Biologico 35,0% Base di riferimento: tutte le aziende del campione (60 casi) Rispetto ai sistemi di certificazione, solo il 17% delle aziende della produzione dell olio ha dichiarato di aderire ad almeno uno di quelli considerati nell indagine, mostrando un interesse piuttosto scarso e quasi esclusivamente orientato verso il sistema ISO , cui aderiscono 9 aziende su 60 del Panel (15%). Per il futuro si intravede qualche possibilità di cambiamento, poiché il 38% degli intervistati ha dichiarato l intenzione (certa o probabile) di aderire ad un sistema di certificazione. I marchi collettivi (diversi dal biologico e dalle denominazioni protette) non sono frequenti nella realtà produttiva del comparto (solo il 3% delle aziende del Panel) e si presume che tale tendenza resterà immutata anche per i prossimi anni, visto che la maggioranza delle aziende attualmente non aderenti (oltre il 67%) ha dichiarato l intenzione di non partecipare ad iniziative collettive di questo tipo in futuro. Le denominazioni d origine rappresentano la certificazione più diffusa tra le 1

2 Caratteristiche del Panel I sistemi di certificazione aziende della produzione dell olio d oliva: ben il 38% delle imprese del campione ha, infatti, dichiarato di aderire al disciplinare di produzione previsto da almeno una certificazione di prodotto. Il riconoscimento maggiormente diffuso è la DOP, cui hanno dichiarato di aderire 20 aziende su un collettivo di 60 unità. Il biologico presenta un buon livello di diffusione tra le aziende del comparto oleario, poiché ben il 35% delle aziende del Panel ha dichiarato di aderire a questo disciplinare. La scelta di aderire ad una certificazione bio risulta una condizione cui le aziende si orientano spontaneamente nella maggior parte dei casi, traendo vantaggi in misura più o meno consistente. Il campione utilizzato per l indagine è composto da 60 frantoi, ripartiti territorialmente sulle due aree geografiche del Paese in cui si realizza la maggior produzione di olio, con l 80% nel Sud e nelle Isole ed il restante 20% nel Centro (tabella 1). Per quanto concerne la stratificazione del campione per dimensione aziendale si specifica che, ai fini dell indagine, è stata utilizzata una classificazione diversa da quella prevista dal decreto MAP del 18/04/2005 e, pertanto, si considerano piccole le imprese fino a 9 addetti, intermedie quelle con addetti e grandi le imprese con 30 e più addetti. Il Panel dell industria olearia risulta quasi esclusivamente costituito da imprese di piccole dimensioni; infatti, solo il 3% del campione (2 aziende) risulta compreso nella classe di addetti intermedia, mentre non sono presenti aziende di grandi dimensioni. Tale distribuzione è determinata dalla peculiarità dell attività produttiva, che concentrandosi tra fine ottobre e fine febbraio (a seconda delle annate e delle zone), fa sì che esista un elevata percentuale di lavoratori stagionali. Tabella 1 - Composizione del campione (numero aziende) Area Dimensione (n. addetti) Totale Nord Ovest Nord Est Centro Sud e isole Totale Il 17% delle aziende intervistate, ovvero 10 casi su 60, ha dichiarato di aderire ad almeno uno dei sistemi di certificazione considerati. Sotto il profilo territoriale, si riscontra una maggiore sensibilità ai sistemi di certificazione da parte delle aziende del Sud e Isole (19% del totale corrispondente), mentre per le aree centrali risulta che solo l 8% delle aziende intervistate possiede almeno una certificazione (grafico 2). Il 15% delle aziende del Panel (9 imprese) dichiara di possedere la certificazione ISO (1) ed appena il 5% (3 aziende) quella ISO (2). Le altre certificazioni considerate nell indagine (EMAS (3), ECOLABEL (4), SA 8000 (5) e RSI (6) ) non sono utilizzate da nessuna delle aziende del Panel. Tutte le aziende certificate appartengono alla classe di addetti inferiore, tuttavia tenendo presente la composizione del Panel, tale risultato è da considerare apprezzabile (tabella 2). Tra le aziende che hanno aderito alle certificazioni, la metà, ossia 6 casi su 12, ha dichiarato di non aver ottenuto vantaggi da questi sistemi di gestione (tabella 3). Complessivamente il 38% del campione prevede di aderire a qualche certificazione nei prossimi anni, ma soltanto il 18% si esprime al riguardo con certezza. Il 43% non intende effettuare (certamente o probabilmente) una decisione in tal senso, mentre il 18% degli intervistati non ha saputo esprimere un opinione (tabella 4). 2

3 Grafico 2 Incidenza delle aziende con almeno una certificazione, per area geografica Centro 8,3% Sud e Isole 18,8% Totale 16,7% Base di riferimento: aziende con almeno una certificazione (10 casi) Tabella 2 - Tipologia di certificazione posseduta, per dimensione ed oltre Totale num. % num. % num. % num. % ISO ,5 0 0, ,0 ISO ,2 0 0, ,0 EMAS 0 0,0 0 0, ,0 ECOLABEL 0 0,0 0 0, ,0 SA ,0 0 0, ,0 RSI 0 0,0 0 0, ,0 Totale Base di riferimento: tutte le aziende del campione (60 casi) Tabella 3 - Riscontro di vantaggi derivanti dall'adesione ai sistemi di certificazione Certificazione Sì Pochi No N.r. Totale ISO casi % 33,3 22,2 44,4 0,0 100,0 ISO casi % 0,0 33,3 66,7 0,0 100,0 Totale casi % 25,0 25,0 50,0 0,0 100,0 Base di riferimento: numero di certificazioni sottoscritte dalle aziende (12 casi) Tabella 4 - Aziende che intendono aderire a sistemi di certificazione nei prossimi anni num. % Certamente sì 11 18,3 Probabilmente sì 12 20,0 Probabilmente no 16 26,7 Certamente no 10 16,7 Non so 11 18,3 Totale ,0 Base di riferimento: tutte le aziende del campione (60 casi) 3

4 Rispetto ai 23 casi di adesione futura certa o probabile, il 96% (ovvero 22 aziende) prevede di adottare ISO , mentre il 9% (2 aziende) aderirà, certamente o probabilmente, a ISO 14001; nessuna altra certificazione riceve consensi. Coloro che prevedono di non aderire a certificazioni nei prossimi anni, indicano come motivazioni prevalenti la convinzione di non ottenere vantaggi (58%), i costi di gestione troppo elevati (42%) e la non conoscenza (15%) (grafico 3). Grafico 3 - Motivazioni relative alla non adesione futura a sistemi di certificazione Non vediamo vantaggi 57,7% Costi troppo elevati 42,3% Non le conosciamo 15,4% Eccessivi oneri burocratici 3,8% Altro 3,8% N.r. 7,7% ISO Risposta multipla Base di riferimento: aziende non intenzionate ad aderire alle certificazioni in futuro (26 casi) Tutti coloro che sono certificati ISO hanno dichiarato che l adesione al sistema è stata spontanea, cioè non vincolata o indotta da fattori esterni. Il 44% ritiene di non avere ottenuto alcun vantaggio dall adesione, il 22% di averne ottenuti pochi e soltanto il 33% di averne ottenuti in misura apprezzabile (grafico 4). I vantaggi (molti o pochi) percepiti si riferiscono, in particolare, alla possibilità di entrare in nuovi mercati, così come indicato da 3 aziende, e all adozione di migliori metodi operativi, cui hanno fatto riferimento 2 imprese del settore oleario. Grafico 4- Riscontro di vantaggi dall'adesione a ISO No 4 aziende 44,5% Sì 3 aziende 33,3% Pochi 2 aziende 22,2% Base di riferimento: aziende certificate Iso (9 casi) 4

5 ISO Sono appena 3 le aziende certificate ISO Per 2 delle 3 aziende certificate, l adesione al sistema di gestione ambientale è stata una scelta spontanea. Nessuna azienda ritiene di avere ottenuto vantaggi sostanziali aderendo a ISO 14001: precisamente, 1 azienda di averne ottenuti pochi e 2 di non averne ottenuto alcuno. I marchi collettivi Soltanto il 3% degli intervistati aderisce a marchi collettivi diversi dalle denominazioni protette e dal biologico (grafico 5). Si tratta di due aziende di area Sud Isole e della classe addetti inferiore. Grafico 5 - Adesione a marchi collettivi diversi dal biologico e dalle denominazioni protette Si 2 aziende 3,3% No 58 aziende 96,7% Base di riferimento: tutte le aziende del campione (60 casi) Tabella 5 - Aziende che intendono aderire a marchi collettivi nei prossimi anni num. % Certamente sì 1 1,7 Probabilmente sì 4 6,9 Probabilmente no 23 39,7 Certamente no 16 27,6 Non so 14 24,1 Totale ,0 Base di riferimento: aziende attualmente non aderenti a marchi collettivi diversi dal biologico e dalle denominazioni protette (58 casi) L interesse per i marchi collettivi pare non entusiasmare gli intervistati, infatti una sola azienda tra le non aderenti si dichiara certa di aderire ad un marchio collettivo nei prossimi anni, mentre oltre il 90% non aderirà o non sa come si comporterà (tabella 5). Le ragioni di questo atteggiamento si ritrovano sostanzialmente nel fatto che questi marchi non sono conosciuti (45%) e che le aziende non vedono i vantaggi (41%) che l utilizzo può comportare, a fronte dei rischi che, invece, possono derivare dal rispetto di vincoli produttivi e normativi. 5

6 Grafico 6 - Motivazioni della non adesione futura a marchi collettivi Non li conosciamo 44,8% Non vediamo vantaggi 41,4% Costi di gestione troppo elevati 1,7% Marchio aziendale già noto 1,7% Troppe difficoltà, complessità 1,7% Altro 5,2% Le denominazioni d origine Risposta multipla Base di riferimento: aziende non intenzionate ad aderire a marchi collettivi nei prossimi anni (58 casi) Il 33% delle aziende del Panel afferenti al settore dell olio dichiara di aderire ad una Denominazione di Origine Protetta (8) per la certificazione della propria produzione; il 5% (3 aziende) ha, invece, aderito ad un disciplinare di Indicazione Geografica Protetta (9). Tali percentuali presentano delle oscillazioni a livello territoriale, dipendenti quasi esclusivamente dalla presenza di riconoscimenti nelle rispettive aree di produzione: nel settore della produzione dell olio d oliva esistono, infatti, ben 36 DOP ed 1 sola IGP (Toscano IGP); non esistono, invece, Attestazioni di Specificità (10). Di conseguenza, l indagine campionaria, conferma che la DOP è particolarmente diffusa nel Sud e nelle Isole, come indicato dal 38% degli intervistati, mentre la IGP è presente solo nelle aziende del Centro (25% del totale corrispondente) (tabella 6). Dal punto di vista dimensionale sono quasi esclusivamente le aziende di piccole dimensioni ad aderire alle denominazioni d origine (tabella 7). Tabella 6 Presenza di denominazioni d origine, per tipologia di certificazione e area geografica Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole Totale num. % num. % num. % num. % num. % DOP , , ,3 IGP ,0 0 0,0 3 5,0 AS ,0 0 0,0 0 0,0 Totale Risposta multipla - Base di riferimento: tutte le aziende del campione (60 casi) Tabella 7 Presenza di denominazioni d origine, per tipologia di certificazione e per dimensione aziendale 1-9 addetti addetti 30 addetti Totale num. % num. % num. % num. % DOP 19 32,8 1 50, ,3 IGP 3 5,2 0 0, ,0 AS 0 0,0 0 0, ,0 Totale Risposta multipla - Base di riferimento: tutte le aziende del campione (60 casi) 6

7 Viste queste alte quote di adesione è abbastanza comprensibile che non più del 10% preveda (certamente o probabilmente) di inserire in futuro prodotti con queste denominazioni nel proprio portafoglio e chi prevede di inserirli, è orientato esclusivamente alle DOP. Coloro che non prevedono (probabilmente o certamente) di inserire prodotti con queste denominazioni nel loro portafoglio motivano la scelta essenzialmente con il fatto che non ne vedono vantaggi e che l adesione comporta costi di gestione troppo elevati L adesione alla DOP è una scelta spontanea per il 95% delle aziende aderenti e soltanto il 5% dichiara, invece, che si è trattata di una decisione influenzata da fattori esterni, principalmente rappresentati dalle richieste dei clienti. Quanto alla percezione dei vantaggi apportati dalla DOP, le aziende hanno opinioni abbastanza differenti: per il 45% delle aziende aderenti (9 casi su 20) i vantaggi sono stati concreti, per il 15% (3 casi) sono stati pochi, mentre il 35% non ha riscontrato vantaggi (grafico 7). I vantaggi percepiti dalle aziende con prodotti certificati DOP sono ricondotti principalmente all apprezzamento da parte dei clienti (59% dei rispondenti) e alla possibilità di accedere a nuovi sbocchi di mercato (67%). Grafico 7- Riscontro di vantaggi dall'adesione al marchio DOP No 7 aziende 35,0% N.r. 1 azienda 5,0% Sì 9 aziende 45,0% Pochi 3 aziende 15,0% Le produzioni biologiche Base di riferimento: aziende con prodotti DOP (20 casi) Le aziende del Panel con certificazione di produzione biologica (11) sono 21, pari al 35% del campione complessivo (tabella 8). Tale percentuale risulta più elevata nel Sud e nelle Isole (40%), mentre per la classe di addetti minore (1-9 addetti) è lievemente inferiore al dato medio (34%). Tabella 8 - Aziende con certificazione di produzione biologica, per area e dimensione Area num % Nord Ovest - - Nord Est - - Centro 2 16,7 Sud e Isole 19 39,6 Dimensione (addetti) , ,0 30 ed oltre - - Totale 21 35,0 Base di riferimento: aziende del Panel (60 casi) 7

8 L adesione al sistema di produzione biologica è stata una scelta spontanea per l 86% delle aziende aderenti (che sale al 100% nell area Centro). Soltanto il 14% dichiara che la scelta è stata indotta da fattori esogeni, anche se nella maggior parte dei casi non viene indicata la tipologia di condizionamento prevalente. Il 24% delle aziende certificate (5 casi su 21) ha riscontrato sostanziali vantaggi derivanti dalla certificazione biologica, il 38% (8 casi) ne ha riscontrati pochi e il 33% (7 casi) nessuno (grafico 8). I due vantaggi più citati sono l apprezzamento da parte dei clienti (8 casi su 13) e la possibilità di entrare in nuovi mercati (7 casi). Grafico 8- Riscontro di vantaggi dall'adesione al marchio biologico No 7 aziende 33,3% N.r. 1 azienda 4,8% Sì 5 aziende 23,8% Pochi 8 aziende 38,1% Base di riferimento: aziende con certificazione bio (21 casi) Note 1) La certificazione ISO è una norma internazionale volontaria che specifica i requisiti che un sistema di gestione per la qualità di un azienda/organizzazione deve possedere per dimostrare la propria capacità di fornire prodotti conformi ai requisiti dei clienti ed alle prescrizioni regolamentari applicabili. 2) La certificazione ISO è una norma internazionale di carattere volontario, applicabile a tutte le tipologie di imprese, che definisce come deve essere sviluppato un efficace sistema di gestione ambientale. 3) Il sistema EMAS (Eco Management and Audit Scheme), istituito con Reg. (CEE) 1836/93 e successivamente modificato con Reg. (CE) 761/2001, è uno schema volontario applicabile, a livello UE ed European Environment Agency, a tutte quelle organizzazioni - pubbliche o private - che vogliono valutare, monitorare e migliorare le proprie prestazioni ambientali. Rispetto alla ISO 14001, il Regolamento EMAS pone una forte attenzione agli aspetti di comunicazione verso l'esterno, che si concretizzano principalmente con la diffusione della Dichiarazione Ambientale, convalidata da un Verificatore Accreditato a livello nazionale (per l'italia l'accreditamento viene rilasciato dall'apat - Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici). 4) La RSI (Responsabilità Sociale delle Imprese) è "l'integrazione su base volontaria, da parte delle imprese, delle preoccupazioni sociali e ambientali nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate" (Libro Verde della Commissione Europea, luglio 2001). La RSI riveste un'importanza strategica per il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che nel 2002 ha avviato un progetto volto alla diffusione della cultura sulla responsabilità sociale delle imprese e lo scambio di esperienze e buone pratiche. 5) SA 8000 è uno standard di certificazione a carattere volontario sviluppato dal Social Accountability International, al fine di migliorare le condizioni di lavoro e il rispetto della salute e della sicurezza dei lavoratori. 6) L Ecolabel, istituito con Reg. (CE) n. 1980/2000, è il marchio di qualità ecologica che viene conferito ai prodotti e ai servizi con il minor impatto ambientale. Il marchio, il cui logo è rappresentato da un fiore, è uno strumento volontario, selettivo e con diffusione a livello europeo. 8

9 7) Il marchio collettivo è un marchio ad adesione volontaria, concesso in uso a tutte le aziende produttrici che si assoggettano a regole prestabilite proprie del marchio. Risulta tutelato contro qualsiasi impiego commerciale, usurpazione, imitazione, o indicazione che possa indurre in errore il consumatore. Es: il marchio di un Consorzio. 8) La Denominazione di Origine Protetta (DOP - Reg. CE 2081/92) è un marchio riservato ai prodotti agricoli o alimentari, con esclusione dei prodotti vitivinicoli e delle bevande spiritose (es. il vino), le cui fasi del processo di produzione (materie prime impiegate, loro trasformazione ed elaborazione fino al prodotto finito) devono avvenire nell'area geografica delimitata di cui il prodotto porta il nome. Le particolari caratteristiche/qualità del prodotto devono essere legate essenzialmente o esclusivamente all ambiente geografico, comprensivo dei fattori naturali ed umani. 9) L Indicazione Geografica Protetta (IGP - Reg. CE 2081/92) è un marchio riservato ai prodotti agricoli o alimentari che siano originari di una regione, di un luogo o, in casi eccezionali, di un paese determinato. Per ottenere il marchio sono richieste due condizioni, ovvero che una determinata qualità, la reputazione o un altra caratteristica possa essere attribuita all origine geografica e che una delle fasi della produzione e/o trasformazione e/o elaborazione avvengano nell area geografica determinata. 10) L Attestazione di Specificità (AS) o Specialità Tradizionale Garantita (STG) è assegnata a prodotti che si differenziano da altri similari in quanto hanno un "elemento o insieme di elementi che distinguono nettamente un prodotto agricolo o alimentare da altri prodotti o alimenti analoghi appartenenti alla stessa categoria" (Reg. CE 2082/92). È richiesta la duplice condizione che il prodotto in questione si distingua da altri prodotti per la sua specificità e che il prodotto abbia carattere tradizionale, ossia sia ottenuto utilizzando materie prime tradizionali, ovvero abbia una composizione tradizionale, ovvero abbia subito un metodo di produzione e/o trasformazione di tipo tradizionale. 11) Produzione Biologica - Regg. (CE) n. 2092/91 e n. 1804/99 e successive modifiche ed integrazioni. Ismea Direzione Mercati e Risk Management Unità operativa Osservatori e Panel Maria Ronga (+39)

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