Le azioni di prevenzione dei rischi naturali attuate nella Pubblica Amministrazione: contesto normativo e competenze
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- Filippa Benedetti
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1 Le azioni di prevenzione dei rischi naturali attuate nella Pubblica Amministrazione: contesto normativo e competenze Public Administration's natural risk prevention actions: laws and competencies REGIONE UMBRIA - SERVIZIO PROTEZIONE CIVILE ING. SANDRO COSTANTINI scostantini@regione.umbria.it
2 Il Rischio Sismico GIT Geology and Information Technology I numeri per tipologie di rischio in Italia 200 terremoti distruttivi a partire dall anno 1000 Oltre vittime nell ultimo secolo: Belice 1968 Friuli 1976 Irpinia 1980 Il Rischio Incendi Boschivi 300 vittime 970 vittime vittime Il Rischio Idrogeologico alluvioni negli ultimi 80 anni frane negli ultimi 80 anni Oltre 100 vittime negli ultimi tre anni incendi negli ultimi 20 anni: - Superficie boscata percorsa dal fuoco: ha Superficie non boscata percorsa dal fuoco: ha Il Rischio Vulcanico 2 milioni di persone vivono in aree a rischio: Vesuvio : Campi Flegrei: Vulcano: Etna: intere città a rischio
3 Il Paese delle catastrofi C è una geografia dell Italia disegnata dalle disgrazie: straripa il Po e scopriamo il Polesine; un altra alluvione mette in mostra i dolori della Calabria o di Salerno; sussulta la terra, impariamo i nomi sconosciuti: Gibellina o Folgaria. Non sono dei retori quelli che affermano che noi viviamo sugli slanci, sulla fantasia e, quando è possibile, sulla buona sorte: ci mostriamo smarriti e sprovveduti davanti all inflazione, al disordine della società e alle forze della natura ( Biagi (Enzo
4 : Marche, sisma, 30 morti 1944: Basilicata Balvano, disastro ferroviario 600 morti 1944: Vesuvio, eruzione vulcanica, 26 morti 1948: Piemonte, alluvione, 49 morti 1949: Campania, alluvione, 27 morti D. Lgs 1010/ : Gera Lario (CO), alluvione, 18 morti 1951: Sicilia Orientale, alluvione/frane, 35 morti 1951: Calabria (RC-CZ), alluvione, 77 morti 1951: Polesine, alluvione, 100 morti 1951: Tavernerio (CO), alluvione/frana, 16 morti 1953: Marone (BS), alluvione, 10 morti 1953: Reggio Calabria, alluvione, 100 morti 1954: Salerno, alluvione, 297 morti Legge 3136/52
5 : Loveno (BS), frana, 12 morti 1962: Irpinia, sisma, 16 morti 1963: Vajont, frana, 1917 morti 1966: Bolzano, alluvione, 13 morti 1966: Trento, alluvione, 22 morti 1966: Belluno, alluvione/frana, 24 morti 1966: Udine, alluvione, 12 morti 1966: Firenze, alluvione, 39 morti 1968: Belice, rischio sismico, 296 morti 1968: Genova, frana, 19 morti 1968: Piemonte, alluvione/frana, 72 morti 1970: Genova, alluvione, 25 morti Legge 469/61
6 : Viterbo, sisma, 21 morti 1973: Mitigliano (NA), frana, 10 morti 1976: Friuli, sisma, 977 morti 1976: Friuli, sisma, 12 morti 1976: Seveso, incidente industriale 1976: Trapani, alluvione, 16 morti 1978: Bologna, frana/trasporti, 47 morti 1978: Val D Ossola (VB), alluvione/frana, 18 morti 1979: Umbria, sisma, 5 morti 1980: Irpinia, sisma, 2734 morti
7 : Pozzuoli, bradisisma 1985: Tesero (TN), frana, 269 morti 1985: Senise (PZ), frana, 8 morti 1986: Palma Campania (NA), frana, 8 morti 1987: Valtellina, frana, 40 morti 1990: Sicilia, sisma, 13 morti DPR 66/81 Legge 938/82 Legge 662/85 Legge 349/86 Legge 120/87 Legge 400/88 Legge 183/89 Legge 142/90
8 : Zafferana Etnea, eruzione vulcanica 1994: Piemonte, alluvione, 69 morti 1996: Versilia, alluvione, 13 morti 1996: Correggio (RE), terremoto 1996: Crotone, alluvione, 4 morti 1997: Umbria-Marche, sisma, 11 morti 1998: Sarno (SA), colate di fango, 160 morti 1999: Campania, colate di fango, 5 morti 2000: Soverato (CZ), alluvione, 12 morti 2000: Nord Italia, alluvioni/frane, 25 morti Legge 225/92 Leggi 59/97 61/98 Legge 267/98 D. Lgs 112/98 D. Lgs 381/99 D. Lgs 267/00
9 GIT Geology and Information Technology 2001: Catania, eruzione Etna 2002: Macugnaga (VCO), lago epiglaciale 2002: Catania, eruzione Etna 2002: Santa Venerina (CT), sisma 2002: Molise, sisma, 29 morti 2002: Nord Italia, alluvioni 2002: Stromboli (ME), eruzione vulcanica e tsunami 2003: Termoli (CB), alluvione 2003: SARS e terrorismo 2003: alluvioni in provincia di Taranto, Udine e Siracusa 2003: siccità 2003: interruzione energia elettrica della rete nazionale 2004: neve in autostrada 2004: eventi alluvionali in Basilicata, Puglia e Calabria 2004: terremoto di Salò (BS) 2004: maltempo nelle province di Cagliari, Nuoro e Sassari 2004: terremoto in Sud Est Asiatico 2005: frana Nocera Inferiore (SA), 3 morti 2005: frana Cerzeto (CS) 2005: Funerali Papa Giovanni Paolo II 2009: L Aquila terremoto 304 morti 2009: Marsciano - terremoto Legge 401/01 Legge Costituzionale n.3/2001 Legge 286/02 D. Lgs 152/06
10 Very recent italian extreme flood events 1 st October 2009 Flood and mud flow at Giampilieri (Sicily), 36 casualties; 4 th October 2010 Flood at Sestri Ponente (Liguria), 1 casualty; 5 th October 2010 Flood at Prato (Tuscany), 3 casualties; 25 th October 2011 Flood at 5Terre/Lunigiana (Liguria/Tuscany), 12 casualties; 4 th November 2011 Flood at Genova (Liguria), 6 casualties; 22 th November 2011 Flood at Messina(Sicily), 3 casualties; 11 th November 2012 Flood at Massa-Carrara (Tuscany), 1 casualty; 12 th November 2012 Tuscany, Umbria, Lazio flood, 5 casualties; 28 th November 2012 Storm at Taranto, 1 casualty.
11 PREVISIONE: Attività dirette alla determinazione delle cause dei fenomeni calamitosi, alla individuazione dei rischi e alla individuazione delle zone soggette a rischio. PREVENZIONE: Attività volte ad evitare o ridurre al minimo la possibilità che si verifichino danni a seguito di un evento. SOCCORSO: Tutti gli interventi diretti ad assicurare alle popolazioni colpite ogni forma di prima assistenza. SUPERAMENTO EMERGENZA: Tutte le attività volte a rimuovere gli ostacoli alla ripresa delle normali condizioni di vita Legge 225/
12 Quadro delle competenze nel settore Difesa del Suolo Nascita di una cultura ambientale dopo la tragedia del Vajont (1963) e le grandi alluvioni di Polesine (1951), Venezia e Firenze (1966). Dagli anni 60 inizio ricerche su previsione e prevenzione rischio alluvionale (GNDCI-CNR). Alla fine degli anni 80, necessità della difesa idraulica che assume valore costituzionale primario con la storica (per gli standard europei) Legge 183/89: conquista culturale basata su risultati di lavoro di 20 anni della Commissione De Marchi, concetti di bacino idrografico come ambito fisico ottimale per la gestione integrata del territorio, ecc.. Quadro compromesso e formalmente superato (con grandi contrasti e polemiche) dal D.Lgs. 152/2006 (esigenza di recepimento ed attuazione della Direttiva 2000/60/CE sulle acque) con nuovo centralismo azioni vs stato-regioni.
13 Quadro delle competenze Tempo differito Tempo reale GIT Geology and Information Technology MINISTERO DELL AMBIENTE / AUTORITA DI BACINO D.Lgs.152/2006 Codice dell Ambiente R1: Low Risk (low social and economic damages). DIP. NAZIONALE PROTEZIONE CIVILE / REGIONI Dir.P.C.M. 27/02/2004 R2: Medium Risk (low damage to buildings, infrastructures and cultural heritage without the involvement of persons). R3: High Risk (Possible damage to persons, buildings and infrastuctures with interruption of social-economic activities and relevant damages to the environment). R4: Very High Risk (Possible loss of human lives, serious damages to buildinds, infrustructure, environment and destruction of social-econimic activities). Rete Nazionale dei CENTRI FUNZIONALI Ordinary Criticity (flooding of basements, temporary and punctual traffic problems near small watershed due to surface runoff phenomena, accidental loss of life) Moderate Criticity (temporary and punctual traffic problems, damages to individual buildings or to small towns affected by slopes instability, damages to agricultural activities, industrial and residential areas situated in floodplains, accidental loss of life and possible widespread damage to people) High Criticity (damages to agricultural activities, industrial and residential areas situated near rivers and streams, damage or destruction of towns, possible loss of life or serious injury to people)
14 Quadro delle competenze nel settore Sistemi di Allerta nazionali di Protezione Civile Legge 267/98 esuccessivo Programmadipotenziamentodellaretemeteo- :( 15/12/1998 DPCM ) nazionale idropluviometrica realizzazione di una copertura omogenea delle reti di monitoraggio in tempo reale e collegamento/interconnessione di tutte le componenti dei vari sistemi di allertamento esistenti; Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 27 febbraio 2004 Indirizzioperativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento nazionale e regionale per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di protezione civile : ideato un Sistema di Allerta Nazionale articolato in un polo centrale (Centro Funzionale Centrale - CFC) presso il Dipartimento Nazionale di Protezione Civile (DPCN) e una serie di Centri Funzionali Decentrati (CFD) individuati presso ogni regione e provincia autonoma compito principale quello di predisporre e diffondere allarmi di natura idrogeologica ed idraulica (frane e alluvioni), nonché fornire supporto alle decisioni in tempo reale alle sale operative di protezione civile durante le fasi emergenziali.
15 17 maggio Entra in vigore il Decreto legge n.59 del 15 maggio 2012 Disposizioni urgenti per il riordino della Protezione Civile. Il testo, consta di un articolo che apporta una serie di modifiche alle disposizioni della Legge 24 febbraio 1992 n. 225 "Istituzione del Servizio nazionale della Protezione Civile". Il provvedimento viene successivamente convertito con Legge 12 luglio 2012, n.100. Il modello consolidatosi negli anni, che prevedeva la disponibilità di risorse straordinarie senza limitazioni sia quantitative, che delle tipologie degli interventi urgenti e di durata temporale. Nuova fase, in cui è necessario fare i conti con la limitatezza dei fondi e la drastica riduzione della tipologia di opere ammissibili nella prima fase dell'intervento in emergenza, oltre che tempistica ristretta definita. 20 maggio 2012 SISMA EMILIA-ROMAGNA LOMBARDIA VENETO 29 maggio 2012
16 La legge 100/2012, e non è una novità, ribadisce una volta per tutte un concetto fondamentale: la pianificazione di protezione civile (Piani comunali, piani regionali, linee guida, ecc ) è SOVRAORDINATA a qualsiasi strumento di pianificazione territoriale. Art 3. comma 6 legge 225/1992 I piani e i programmi di gestione, tutela e risanamento del territorio devono essere coordinati con i piani di emergenza di protezione civile, con particolare riferimento a quelli previsti all'articolo 15, comma 3-bis, e a quelli deliberati dalle regioni mediante il piano regionale di protezione civile.
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