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4 2008 edizioni goliardiche sede legale: trieste, italy, via Fabio Severo 147, tel sede editoriale: bagnaria arsa, ud, italy, via Aquileia 64a, tel ISBN coordinamento organizzativo con la collaborazione di: Facoltà di Scienze della Formazione - Università di Trieste Associazione "Una chiave per la mente" Istituto per lo Sviluppo e l'integrazione copertina Energia e Serenità Collage di disegni emozionali eseguiti dagli allievi della I C del Liceo Pedagogico "Giosué Carducci" di Trieste impaginazione e stampa l informa _ italy _ informa@ .it finito di stampare nel mese di settembre 2008, proprietà letteraria riservata. irsses.indd 2 08/09/

5 INDICE irsses.indd 3 08/09/

6 Prefazione....7 Premessa Anna Rosa Stalio, Dirigente Scolastico, Moderatore...12 Gianfranco Hofer, Dirigente Scolastico, Moderatore...14 Relazione introduttiva Adele Pino, Assessore alle Politiche Educative Interventi istituzionali...25 Roberto Antonaz, Assessore all Istruzione della Regione FVG...26 Ugo Panetta, Direttore Generale dell Uff. Scolastico Regionale FVG Giuseppe Battelli, Preside della Facoltà di Scienze della Formazione - Università degli Studi di Trieste...33 Relazioni programmate...37 Paolo Sorzio, Docente della Facoltà di Scienze della Formazione - Università degli Studi di Trieste: Azioni didattiche per combattere la dispersione scolastica...38 Francesca Pedron, Ricercatrice IRSSeS: Le motivazioni delle scelte scolastiche- Risultati di una ricerca nelle scuole superiori della Provincia di Trieste...46 Natalizia Callipo, Responsabile del Progetto 2007 Prevenzione, disorientamento e dispersione scolastica degli adolescenti : Le buone prassi : i risultati di una ricerca-azione nella provincia di Trieste...54 Interventi programmati...59 Jael Kopciowski, Presidente di Una chiave per la mente Ass. Feuerstein...60 Franco De Marchi, Ufficio Scolastico Provinciale di Trieste...67 Piero Vattovani, Coordinatore dei servizi per l Orientamento della Regione FVG...75 Daniela Cellie, Ufficio Scolastico Regionale F.V.G Maria Vittoria Sola, Responsabile U.O.B.A. Distretto 3-ASS Mario di Mauro, Docente dell Università Cà Foscari, Direttore del Centro Studi Feuerstein - Venezia irsses.indd 4 08/09/

7 Esperienze e Testimonianze Donella Niccoli, Counselor Artistico: Il Laboratorio di Counseling Artistico Valentina Mariola, Dottoressa in Scienze Motorie: Consapevolezza corporea ed emozioni. 117 Felicitas Kresimon, Referente Progetto Ist. Comprensivo Roli-COOP 2001 Agenzia Sociale: Progetto n.1 contro l abbandono scolastico del Piano di Zona del Comune di Trieste Conclusioni Maria Teresa Bassa Poropat, Presidente della Provincia di Trieste Anna Rosa Stalio, Dirigente Scolastico, Moderatore Allegati Documentazione integrativa alle relazioni di: A Paolo Sorzio B Jael Kopciowski C Piero Vattovani D Daniela Cellie E Donella Niccoli F Estratto tabelle TuttoScuola irsses.indd 5 08/09/

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9 PREFAZIONE irsses.indd 7 08/09/

10 Il termine dispersione scolastica nel recente passato è stato utilizzato per indicare l evasione dell obbligo. Oggi in realtà si riferisce ad una pluralità di fenomeni cui più istituzioni sono chiamate a dare delle risposte, da quelle europee a quelle locali, in collaborazione con i soggetti coinvolti nelle relazioni educative, siano essi genitori o insegnanti. Il testo che vi proponiamo è il risultato della raccolta di varie esperienze realizzate nel territorio della provincia di Trieste e presentate nel Convegno La scuola che vorrei promosso dall Assessorato alle Politiche Educative della Provincia di Trieste. La presentazione riguarda sia le iniziative promosse direttamente dalla Provincia di Trieste in collaborazione con l IRSSeS e con la Facoltà di Scienze della Formazione dell Università agli Studi di Trieste, sia quelle che le stesse Istituzioni scolastiche hanno attivato anche all interno dei Piani di zona. Nessuna pretesa o presunzione da parte nostra di essere esaustivi nell affrontare una tematica così complessa, ma semplicemente l idea di poter aprire un dibattito ed un confronto per analizzare alcune buone pratiche, frutto di esperienze territoriali, utilizzate per prevenire e contrastare un fenomeno fortemente presente che rischia di segnare i percorsi di vita e lavorativi dei ragazzi di oggi. Disagio giovanile e dispersione scolastica costituiscono un binomio spesso inscindibile. Abbiamo da un lato tentato di darne una lettura, per alcuni aspetti, attraverso l indagine condotta con il contributo e la collaborazione della Consulta provinciale degli studenti, dall altra abbiamo sviluppato su tre scuole cittadine un progetto di ricerca-azione che ha visto il prezioso coinvolgimento dell associazione Una chiave per la mente e della Facoltà di Scienze della Formazione che ha svolto l importante ruolo di supervisore oltre che di formatore dei formatori per i docenti coinvolti nel progetto. Nel corso del Convegno, oltre alla presentazione delle due iniziative e di altre buone pratiche nelle quali era evidente un lavoro di rete con il coinvolgimento delle istituzioni locali, il volume raccoglie una serie di contributi documentali, operativi e spunti teorici che arricchiscono un dibattito che ha guadagnato un posto di primo piano all interno delle emergenti riflessioni sui profondi cambiamenti delle società occidentali e sul ruolo che debbono assumere le istituzioni scolastiche nell era della conoscenza. 8 irsses.indd 8 08/09/

11 Desidero ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a realizzare questa pubblicazione che mi auguro possa essere un utile strumento per chi: genitore, educatore o rappresentante istituzionale, ha il compito di cooperare nell educazione degli adolescenti di oggi che saranno gli attori e i fautori della società civile prossima. Adele Pino Assessore alle Politiche Educative della Provincia di Trieste 9 irsses.indd 9 08/09/

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13 PREMESSA irsses.indd 11 08/09/

14 Anna Rosa Stalio Moderatore - Dirigente Scolastico Il Convegno si pone con due aspetti principali: 1. propositivo 2. informativo Dal primo punto di vista esso è stato ideato per proporre, appunto, un modo sinergico di interventi da parte di tutti i soggetti interessati al problema della formazione e dell educazione dei giovani. Per la seconda prospettiva intende far conoscere alcune esperienze significative che si sono attuate nelle scuole della provincia di Trieste senza ovviamente supporre di presentare così un quadro esaustivo di tutte le attività svolte. Senza proporre ricette magiche, l auspicio è perlomeno quello di uscire dal convegno con qualche idea più chiara e con la convinzione che il concetto una rete per vincere, come proposto dall assessore Adele Pino, debba essere attualizzato con urgenza per contrastare la dispersione scolastica. Il problema principale sorge, però, quando si cerca di definire cosa sia la dispersione scolastica1 e ciò perché ci troviamo di fronte a: un fenomeno complesso cha ha diverse cause e diversi aspetti un intreccio di variabili soggettive e di variabili macro-sociali La prima difficoltà nasce già dalla conoscenza statistica che deve intersecare i mondi della scuola, della formazione professionale e del lavoro. Limitandoci all ambito scolastico, la dispersione non significa solo abbandono, implica al contrario anche frequenza irregolare, ritardi, ripetenze, interruzioni, cioè tutte quelle dinamiche che portano all uscita dalla scuola prima della conclusione di un percorso significativo. 1 Può non essere inutile ricordare che il termine dispersione non deriva da disperdere ma da dispargere 12 irsses.indd 12 08/09/

15 Occorre però sottolineare che la dispersione si determina per l effetto combinato dei comportamenti dei ragazzi in un sistema scolastico che, da solo, non può rispondere ai nuovi bisogni proposti da una società in continuo cambiamento e con grandi disuguaglianze sociali. All interno di una rete di interventi da parte di tutti gli enti e di tutti i soggetti interessati, le istituzioni scolastiche - consapevoli che la società vera è quella della conoscenza ricercano oggi nuovi modi di essere e di operare per realizzare una scuola che produca apprendimento e formi competenze. 13 irsses.indd 13 08/09/

16 Gianfranco Hofer Moderatore - Dirigente scolastico Non è raro, nel discorso sulla scuola, rilevare una contrapposizione tra chi sostiene una scuola che si deve spendere e aprire al massimo, tesa ad evitare abbandoni recuperando studenti indubbiamente numerosi, ancor oggi il 20% in Italia, da noi al momento 14%, comunque sopra gli obiettivi di Lisbona del 10% e invece chi si dichiara per una scuola di eccellenza, che al contrario dovrebbe essere selettiva, curando e favorendo chi è maggiormente dotato o comunque chi dimostra maggiori capacità; magari, specie tra i sostenitori della seconda posizione, auspicando impossibili ritorni ai tempi andati, circondati dall alone del mito che si crea attorno al passato quanto ad efficienza, severità, risultati, o semplicemente riandando a ricordi della lontana infanzia, in base ai quali non pochi che dall esterno si occupano di istruzione, talora anche con responsabilità a livello politico, sembrano interpretare le vicende di una scuola che invece è molto cambiata, come lo è del resto la società. È mia ferma convinzione, maturata dall esperienza di anni di docente e preside nelle scuole superiori, ove è più forte la dispersione, e dalla riflessione sulla storia della didattica, che una scuola veramente di eccellenza, cui si deve tendere e non solo nei licei, dove di fatto viene effettuata attualmente da famiglie e studenti una scelta di impegno con aspettative, è quella capace di migliorare continuamente la sua qualità e la sua incidenza, trovando le vie per aumentare la sua efficacia didattica e formativa, sia facendo progredire i cosiddetti migliori offrendo un insegnamento stimolante, sia sapendo offrire motivazioni all interesse della conoscenza al maggior numero di persone trovando le modalità per individuare e far maturare capacità ed interessi. Non è senza un motivo che le migliori e più innovative esperienze pedagogiche e didattiche, che hanno arricchito nella storia la didattica tutta, siano venute da faticosi tentativi, non sempre adeguatamente apprezzati e dall impegno generoso e lungimirante di qualcuno nell affrontare situazioni estreme, favorendo preziose riflessioni teoriche ed avviando esperienze capaci 14 irsses.indd 14 08/09/

17 di offrire elementi validi alla scuola a tutto campo; si pensi, solo per fare uno dei tanti esempi, alla Montessori, per rimanere nel nostro paese. Il dover insegnare in modo da risultare estremamente chiari, facili, motivanti, comunicativi per essere capiti e seguiti, tende a chiarire maggiormente le idee anche ai docenti, costringendoli ad un forte lavoro di revisione didattica e disciplinare con opportune scelte. Il mito del docente geniale e profondo, ma oscuro, abbastanza presente nella scuola centroeuropea e italiana, da noi incoraggiato dal disprezzo gentiliano per la didattica a favore di una discutibile creatività dello spirito, non ha certamente giovato alla nostra scuola. Meglio forse sotto questo aspetto è andata ai Paesi anglosassoni, ove la chiarezza delle esposizioni non è mai stata vista come una diminuzione del rigore e della dignità dell oggetto della comunicazione scientifica; anzi è ritenuta ovvia per una maggiore diffusione del sapere con i molti ritorni, anche quando può riguardare l interesse e la motivazione di chi si accosta al sapere. Risolto meglio il non facile problema di una buona comunicazione, ci si può concentrare veramente sulle effettive difficoltà alla conoscenza che non sono poche e rimarranno sempre numerose, anzi prevalenti nell incessante cammino del sapere. Molto rimane da risolvere nella scuola, nella quale avviene il contatto vivo e insostituibile con lo studente che cresce. La scuola e chi opera in essa hanno e mantengono la loro centralità, a cui assolutamente non rinunciano e richiedono competenza ed impegno professionale; in questo campo non poco deve e può essere fatto, con un'azione che solleciti e sostenga docenti e dirigenti in un impegno di coinvolgimento ampio all interno degli istituti. Ma la scuola non è un isola, per ricordare il celebre saggio mertoniano, come spesso si ha l impressione sia o come per molti sembra dover rimanere. Il Convegno La scuola che vorrei, promosso dalla Provincia, vede la presenza di una pluralità di soggetti; una rete per vincere, recita il sottotitolo. La dispersione, fatto che rivela un malessere sul piano personale dello studente, è anche e in modo prevalente il segnale di un disagio sociale. Una società che non riesce a sostenere uno dei suoi settori fondamentali, in un mondo che va verso una globalizzazione da controllare e nel quale cresce la richiesta di competenze e di sviluppo per una migliore qualità della vita, si trova 15 irsses.indd 15 08/09/

18 invece a sprecare apporti ed energie, non favorendone la crescita e il ritorno in contributi, indispensabili ad un evoluzione sensata. Tutti sono diversamente interessati in modo convergente alla scuola: Stato, Regione, Enti locali, Università, Ricerca, Scuole, genitori, studenti; le comunicazioni previste in questo Convegno testimoniano una interazione e un confronto già in atto. Non sono mancate infatti e non mancano oggi iniziative che mettono insieme la scuola e le diverse realtà presenti al Convegno, di cui la Provincia di Trieste è stata promotrice sensibile. L allargamento dei soggetti in questo incontro rappresenta un primo risultato e va in una direzione da sviluppare con incontri periodici nel futuro. È questo l orizzonte in cui ci si può e ci si deve muovere proprio come società, in un rapporto continuo con la scuola, evitando per quanto è possibile quella che normalmente anche a tutt oggi viene vissuta dallo studente come un esperienza personale, con punte traumatiche e talora anche tragiche. Situazione questa che comporta una evidente perdita di possibilità, di opportunità, di energie, in una società che è sempre più una società della conoscenza, con le sue conseguenze anche nell impegno lavorativo. L incontro può essere un contributo di grande interesse per far crescere la scuola e la società stessa, che ha sempre bisogno di maturare una consapevolezza nei riguardi di una scuola, della quale troppo spesso si afferma verbalmente l importanza, senza poi un seguito nelle scelte quanto a priorità operative a livello politico ed economico. È una falsa contrapposizione mettere in alternativa la scuola del recupero e quella d eccellenza. Quanto più la scuola sarà capace di individuare e curare le capacità degli studenti, ampliando i suoi risultati come numero e qualità, mettendo in circolo nuove energie e apporti culturali, si porrà effettivamente come scuola d eccellenza. E quanto più la società saprà favorire la scuola in contatto vivo con essa, suo aspetto di punta, delicato e di grande importanza, sarà in grado di affrontare il presente e il futuro che si annuncia, individuando e risolvendo non pochi dei problemi che si pongono nel suo cammino, non sempre positivo, specie quando non adeguatamente preparato. 16 irsses.indd 16 08/09/

19 RELAZIONE INTRODUTTIVA irsses.indd 17 08/09/

20 Adele Pino Assessore alle Politiche Educative Seguo da qualche mese con attenzione i numerosi interventi che appaiono sulla stampa locale relativi ai fenomeni di devianza giovanile che avvengono nella zona di piazza Oberdan: le proteste dei residenti, le denunce di commercianti ed esercenti, il racconto delle bravate e da ultimo la richiesta d aiuto di alcune mamme, attori impotenti delle vicende che coinvolgono i loro figli, la loro frustrazione ed il bisogno di capire. Sarebbe troppo semplicistico limitarsi a ricercare le responsabilità solo all interno della famiglia: La famiglia si è fatta fragile, esattamente come il mondo che la circonda (Paolo Crepet); ma il sostegno alla famiglia non si risolve esclusivamente con gli interventi di natura economica, è necessario avere una capacità progettuale in grado di costruirle attorno una rete fatta di servizi migliori ma anche di luoghi ed occasioni di confronto. I nuovi modelli di famiglia sono diversi e articolati: ci sono quelli in cui, spesso in assenza della rete di supporto dei nonni, entrambi i genitori lavorano, ci sono quelli monogenitoriali, quelli delle famiglie fratturate e quelli delle famiglie che si ricompongono. La legittima declinazione dei diritti individuali di entrambi i coniugi all interno delle coppie spesso finisce con l incrementare nei genitori i sensi di colpa riducendo conseguentemente la capacità di educare con autorevolezza. Questo cambiamento si riflette inevitabilmente nel rapporto con la scuola. E di scuola oggi si parla spesso! Ma come? Purtroppo non sembra che l attenzione sia collegata al recupero di un ruolo importante per la scuola, quale agenzia di formazione delle nuove generazioni, semmai l impennata di attenzione dell opinione pubblica e degli organi di stampa è dovuta piuttosto ad alcuni episodi che creano allarme sociale e discredito nelle istituzioni. Episodi che hanno visto il verificarsi di casi di violenza di ragazzi contro altri ragazzi, di studenti contro docenti, di genitori contro dirigenti scolastici ed insegnanti e perfino di insegnanti contro alunni. Ma la violenza non nasce dentro la scuola, è espressione della società nella sua complessità! 18 irsses.indd 18 08/09/

21 Se pensiamo che la scuola sia il luogo in cui devono avvenire l educazione e la formazione di cittadini responsabili, è necessario che le due principali agenzie educative, la scuola e la famiglia, trovino le necessarie intese per definire concordemente gli obiettivi educativi e determinare le regole, anche comportamentali, che disciplinano la convivenza dentro la comunità scolastica. Non più difesa aprioristica dei comportamenti dei figli, non più attenzione esclusiva al conseguimento di un titolo di studio a prescindere dalle competenze acquisite. Una scuola senza scorciatoie dove si valorizza il merito e non la furbizia. Basandoci su queste motivazioni abbiamo ritenuto opportuno attivare nel corso dell anno scolastico un progetto di ricerca-azione sviluppato in collaborazione con l Associazione Una chiave per la mente e con la Facoltà di Scienze della Formazione dell Università di Trieste che avesse lo scopo di contribuire a creare una relazione interpersonale costruita sulla fiducia reciproca nel rapporto tra alunni-docenti, docenti-genitori, genitori-figli. Avevo avuto modo di sperimentare una positiva esperienza in questo senso collaborando alla predisposizione di un progetto che il Centro di Educazione degli Adulti dell Istituto Comprensivo S. Giovanni aveva attuato a sostegno della genitorialità per i padri e le madri degli alunni frequentanti le scuole dell istituto. Non c era stato solo un risultato positivo in termini di frequenza, ma anche di coinvolgimento emotivo, consentendo ai genitori di condividere esperienze, preoccupazioni ma anche la socializzazione dei vissuti positivi. I risultati di una collaborazione che ho ritenuto di mettere a frutto nel momento in cui l attuale Amministrazione che governa la Provincia di Trieste ha iniziato a costruire il proprio programma di governo definendone obiettivi, valori e azioni. Lo scenario in cui siamo chiamati a muoverci è in divenire sia sul versante nazionale, per gli interventi di modifica al modello Moratti che si stanno attuando in particolare con le nuove disposizioni sull elevazione dell obbligo scolastico, che sul versante regionale in quanto la Regione ha avviato l iter legislativo di un importante ddl che detta Norme per l accesso al sapere, il diritto allo studio, il nuovo ordinamento della formazione professionale e lo sviluppo formativo del Friuli Venezia Giulia. Il ddl regionale è un importante snodo per costruire la cornice entro la quale, in attuazione del Titolo V della Costituzione, ridefinire le funzioni della Regione relative alla programmazione dell offerta di istruzione e formazione e della rete 19 irsses.indd 19 08/09/

22 scolastica e formativa attribuendo nella prospettiva della sussidiarietà alcuni compiti di gestione ai livelli territoriali più prossimi all utenza, nel rispetto e nella valorizzazione dell autonomia delle Istituzioni scolastiche. Noi già dal trascorso anno scolastico abbiamo iniziato a porre le basi per costruire quella rete di alleanze istituzionali tra Regione, Enti locali, Ufficio scolastico, Azienda sanitaria, Università, Istituzioni scolastiche che è indispensabile per conseguire un obiettivo che è prioritario: contribuire ad elevare l istruzione e la formazione per tutti prevenendo l abbandono precoce degli studi, contrastando il disagio giovanile, agevolando l integrazione scolastica degli alunni in difficoltà. Numerose sono le iniziative che abbiamo messo in campo con le risorse rese disponibili dall Assessorato regionale all istruzione, destinate alla creazione di un Centro Territoriale Servizi provinciale. È stato costituito l Osservatorio sulla scolarità che, partendo dall analisi dei bisogni del territorio, prevede il coinvolgimento di tutti gli attori utili alla costruzione della rete, essenziale per la creazione di un sistema formativo integrato che abbia la capacità di unire le forze e di legare la scuola alla società realizzando azioni di sistema a sostegno delle fasce deboli. Dagli incontri dell Osservatorio è nata la prima ricerca che viene presentata nel corso del nostro Convegno rivolta agli studenti delle scuole superiori che abbiamo effettuato in collaborazione con la Consulta degli Studenti con lo scopo prevalente di capire le motivazioni delle scelte dei percorsi scolastici e comprendere la correlazione esistente tra queste e i rischi di dispersione scolastica, valutando inoltre gli altri fattori che possono costituire delle concause in un fenomeno definito dagli esperti a sua volta come un complesso di fenomenologie che coinvolge scuola e società e che per questo richiede un approccio sinergico di tutte le Istituzioni che insistono sul territorio con l obiettivo di costruire una strategia di sistema. Sicuramente le statistiche ci dicono che si registra una percentuale maggiore di abbandoni nelle aree economicamente più depresse del nostro Paese, come le regioni del Sud, e che la cultura familiare, il titolo di studio posseduto dai genitori ed una grave situazione di precarietà economica hanno una maggior incidenza negativa sul raggiungimento del successo scolastico. 20 irsses.indd 20 08/09/

23 Non possiamo però ignorare che anche in contesti a sviluppo economico elevato, e ne è un esempio il ricco Nord-Est, il fenomeno risulta radicato anche se percentualmente meno grave. I rioni periferici, sprovvisti di servizi adeguati, e le zone a forte concentrazione migratoria risultano essere maggiormente a rischio, come pure i nuclei rientranti nella definizione di nuove povertà tra le quali sono annoverati a pieno titolo le famiglie mononucleari che possono cadere in una situazione di precarietà economica in conseguenza di separazioni o divorzi. Gli studi sul fenomeno effettuati a livello nazionale evidenziano una minor incidenza rispetto al passato della difficoltà economica del nucleo familiare sul rischio abbandono. Lo stesso rapporto di sintesi della Commissione ministeriale sulla dispersione sco la stica nella Premessa afferma l esistenza di un collegamento inscindibile tra la pro blematica della dispersione e il concetto e la prassi di legalità, tra demotivazione alla scuo la e cittadinanza mancata, tra abbandono scolastico e sfiducia nelle istituzioni. Certamente in questo quadro, così delineato, che coinvolge una pluralità di attori, va salvaguardata la centralità della scuola creando sinergie ed evitando sovrapposizioni, aprendosi anche al contributo dei soggetti non istituzionali, fondamentali nel mondo dei giovani, tra i quali vanno annoverate tutte le espressioni associative che possono svolgere un ruolo significativo su tematiche quali la legalità, il disagio e l esclusione. In primo luogo, ma questo è un po anche il senso dell iniziativa odierna, è importante amplificare la conoscenza di tutte le iniziative già esistenti, quelle sostenute dalle Istituzioni scolastiche e quelle già attivate in collaborazione con i servizi sociali dei Comuni e del mondo dell associazionismo con lo scopo di far conoscere le possibili pluralità di approcci metodologici utilizzabili per individuare le azioni più efficaci e quelle più facilmente praticabili dalle scuole. La costruzione dell anagrafe degli alunni consentirà di avere dei parametri oggettivi per una più puntuale quantificazione del fenomeno e sulla base di questi dati sarà possibile definire degli obiettivi strategici quantificabili per attuare degli interventi rivolti a tutta la popolazione scolastica. Una strategia di intervento incentrata sul territorio, individuato come livello operativo ottimale per la predisposizione di programmi esecutivi di interventi formativi integrati, può consentire l individuazione delle situazioni a più alto indice di disagio e rischio per attivare azioni perequative finalizzate al riequilibrio. 21 irsses.indd 21 08/09/

24 Da questo punto di vista è di estrema importanza l attivazione di sedi e di modalità di ascolto che deve avvenire attraverso l utilizzo di approcci sia formali che informali, all interno dei quali i giovani possono avere una maggior facilità di comunicazione. Riteniamo pertanto possibile operare attraverso l elaborazione di accordi territoriali tra tutti i soggetti coinvolti, anche all interno dei Piani di zona, con la messa a disposizione di risorse finanziarie, strumentali e professionali. Partendo da questa impostazione metodologica abbiamo ritenuto opportuno aderire al gruppo pluriprofessionale costituito dal Servizio di Orientamento regionale per la provincia di Trieste con lo scopo di collaborare, con la messa a disposizione di esperti, alle azioni di assistenza tecnica e di servizi alle scuole verificando la possibilità di proseguire il sostegno alle scuole utilizzando la metodologia della ricerca-azione che consente, attraverso l utilizzo di strumenti di verifica, di consolidare i risultati raggiunti e di diffondere le buone pratiche. Per poter condurre una lotta efficace contro la dispersione, che corrisponda a precisi criteri strategici, numerose sono le iniziative da mettere in campo, prevedendo: l implementazione delle azioni di accoglienza, orientamento/riorientamento, tutoraggio ed accompagnamento; la promozione di attività di raccordo, dialogo e scambio con le famiglie per sensibilizzarle e coinvolgerle nelle azioni positive; la sperimentazione di metodologie didattiche innovative di gruppo ed anche personalizzate; il ricorso ad un mix di approcci metodologici e didattici orientati all innovazione ed al cambiamento; l acquisizione e l attualizzazione delle competenze alfabetiche di base stimolando la prassi di un interazione forte tra i diversi segmenti scolastici promuovendo la consuetudine di una progettualità verticale che coinvolga più ordini di scuola; il potenziamento della lingua italiana per gli alunni stranieri; lo sviluppo di linguaggi espressivi molteplici per integrare le diversità culturali e favorire il benessere a scuola; la formazione del personale con particolare attenzione alla sperimen- 22 irsses.indd 22 08/09/

25 tazione dell innovazione didattica impostata sull acquisizione delle com pe tenze chiave per l apprendimento permanente previste dalla Raccomandazione del Parlamento europeo; il rafforzamento del ruolo del lavoro come fattore motivante attraverso i progetti di alternanza scuola-lavoro e di integrazione tra istruzione e formazione professionale; l attivazione di percorsi formativi che portino i giovani ad una maggior conoscenza di sé, approfondendo i temi legati al benessere, al rispetto degli altri, all affettività, al potenziamento delle capacità di decisione autonoma. Uno dei compiti principali di livello territoriale sarà quello di creare un forte raccordo tra le reti delle scuole di primo e secondo grado per attivare i percorsi di seconda occasione per gli inadempienti all obbligo e per favorire il rientro, anche da adulti, nel circuito scolastico e formativo. Ho iniziato questo mio intervento con una breve citazione di Paolo Crepet e vorrei chiudere ritornando ad uno dei tanti interessanti stimoli proposti nel suo ultimo libro che mi è capitato di leggere: I figli non crescono più e che in qualche modo si ricollega al titolo che abbiamo scelto per l iniziativa di oggi. Provando a chiedere a dei ragazzi di un liceo del Trentino come progetterebbero la loro scuola, il noto psichiatra e sociologo si è sentito proporre da uno di loro la creazione di uno spazio tipo una piazza, un suk arabo, in cui ciascuno possa esporre le proprie mercanzie, cioè le proprie fantasie, aspettative, progetti di vita, sogni, curiosità, passioni Quel ragazzo di Val di Non dice a tutti una cosa fondamentale: la crescita deve possedere un tempo proprio, ha bisogno di un luogo per rappresentarsi: il teatro della vita che si dipana e si arriccia. Il loro luogo, il loro tempo. I ragazzi ci chiedono di avere una scuola incentrata su se stessi, sul loro bisogno di farsi conoscere sapendo di essere ascoltati. Hanno bisogno di una quotidianità non imperniata sugli attuali frenetici e insulsi tempi di vita. 23 irsses.indd 23 08/09/

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