C È ANCORA DA ASPETTARE TUTTO IL MESE DI SETTEMBRE PER CAPIRE CHE COSA FINALMENTE ACCADRÀ A DESTRA: A PARTIRE DA ATREJU

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1 Anno IV - Numero Martedì 8 settembre 2015 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 Economia Made in Italy a forte rischio A pag 4 Roma Campo Testaccio nell'abbandono A pag 7 Cronaca Meredith: colpa delle indagini Fruch a pag 9 di Francesco Storace C È ANCORA DA ASPETTARE TUTTO IL MESE DI SETTEMBRE PER CAPIRE CHE COSA FINALMENTE ACCADRÀ A DESTRA: A PARTIRE DA ATREJU Settembre è arrivato e il partito non è partito. Perdonate il gioco di parole, ma c è ancora da aspettare un po per capire che diamine sta succedendo a destra (e forse abbiamo fatto proprio bene, a meno di fatti nuovi che sempre possono accadere, anche a dispetto delle volontà dichiarate, a spostare al 31 ottobre il termine ultimo per il tesseramento al nostro movimento politico). Un dato appare comunque in lenta, ma costante emersione: in Fratelli d Italia si è aperta la partita definitiva e Giorgia Meloni ha deciso di prendere l iniziativa nei riguardi di chi - all interno del suo partito - pensa ad altro. Solo così è possibile leggere il sondaggio tra circa ventimila iscritti e simpatizzanti che la direzione di Fdi ha effettuato in questi giorni. Oggi se ne dovrebbero conoscere i risultati. Ma già le domande sono indicative di un percorso politico. Fdi ritiene di avere le carte in regola per non mutare d abito, tanto meno per la festa della fondazione AN, in calendario il 3 ottobre con l assemblea degli iscritti. Significativa la richiesta di parere: Se nascesse un nuovo soggetto politico di destra dopo l assemblea della Fondazione AN alle prossime elezioni, chi sceglieresti?. Bene, evidentemente si pensa che quello potrebbe essere l approdo ALLA FINESTRA In Fratelli d Italia arriva un sondaggio per dire no ad un nuovo soggetto politico della fondazione AN con Fini, Alemanno e Scopelliti dell assemblea. Le opzioni per la risposta sono due, a parte l ovvia altro : 1) nuovo soggetto a destra 2) Fdi Giorgia Meloni. Sostanzialmente un affermazione, onesta va detto, di incompatibilità tra i due progetti. In questi mesi deve essere maturata una presa di distanza rispetto alla proposta che inizialmente aveva affascinato anche Fratelli d Italia al punto da dichiararsene erede. Ora, eredi ma non continuatori. Se ci pensiamo bene, è una svolta. Anche perché non piacciono i compagni di viaggio, a giudicare dalla domanda precedente. Fdi deve continuare il proprio percorso aggregando nuove energie o convergere sulla proposta di Alemanno con Fini, Scopelliti e altri ex AN fondando con loro un nuovo soggetto politico sviluppatosi nell ambito della fondazione Alleanza nazionale? Il questionario si completa chiedendo di valutare la compatibilità di una dozzina di nomi con un rilancio della destra. Il tutto in ambito ex Pdl, con l aggiunta di Salvini, che poi è quello che ha più voti di tutti, assieme a personalità che non hanno mai militato nella destra italiana come Berlusconi, Crosetto, Fitto e lo stesso ex-leghista Tosi. Poi, chi resta in Forza Italia come Gasparri, chi in Ncd come appunto Scopelliti. E ovviamente figure forti di AN, a partire da Meloni, La Russa e Rampelli; più Fini e Alemanno. Attorno a questa dozzina di persone si fa ruotare il sondaggione sul rilancio della destra italiana. Noi che facciamo notoriamente parte di un altra epoca siamo curiosi di conoscere il risultato della consultazione. Se i magnifici dodici faranno il miracolo, con umiltà saremo pronti a dare una mano. Ma siccome il miracolo non ci sarà, immaginiamo un nuovo periodo di conflitto a destra, per fortuna non a causa nostra. Auspichiamo solo che il rilancio vero si annunci a fine settembre, alla manifestazione di Atreju, senza attendere ancora liti in fondazione. EMERGENZA PROFUGHI, CHE CAOS QUOTATA AL RIBASSO Vignola a pag 2 IL CONDUTTORE CHIEDE 10 MILIONI DI RISARCIMENTO PER LE MANCATE CURE DOPO L ICTUS Tra Sposini e la Rai il divorzio è d oro Nel marzo scorso, il suo annuncio che si sarebbe ritirato dalla vita pubblica fu a malapena trattato dai giornali. Eppure quello di Lamberto Sposini è un volto impresso nella memoria degli italiani. E anche della Rai, che rischia di dover versare nel suo conto in banca qualcosa come dieci milioni di euro. A tanto ammonta infatti la richiesta del popolare giornalista, colpito da ictus il 29 aprile del Per la verità, il primo round giudiziario gli è andato male. Il giudice Maria Pia Magaldi, il 26 febbraio scorso, aveva stabilito che né la Rai né i primi soccorritori potevano essere giudicati responsabili di errori nelle cure. Sia che si trattasse di infarto sia che si trattasse di ictus ischemico o emorragico - scrive il giudice nelle motivazioni di primo grado - certamente presso uno studio televisivo non potevano essere presenti le sofisticate attrezzature necessarie a stabilizzare il paziente e ciò è tanto più vero ove si consideri che lo stesso ospedale Santo Spirito non era attrezzato per quel tipo di intervento, al punto che il ricorrente, una volta effettuata una tac diagnostica, è stato trasferito presso altro nosocomio. Poi venne marzo, con quella caduta, che convinse Sposini a dedicarsi esclusivamente al lungo percorso della riabilitazione e lasciar stare la fama televisiva. Ma non la battaglia legale, tanto che ora ha presentato ricorso in appello contro la Rai, sempre accusando errori e negligenze nelle primissime cure del malore avvenuto poco prima che andasse in onda con il La vita in diretta. Il processo è stato fissato al 5 luglio del 2016 davanti alla Corte d Appello di Roma in funzione di tribunale del lavoro. Nel giudizio saranno presenti come ricorrenti anche la figlia di Sposini, Francesca, e Sabina Donadio, moglie del giornalista in rappresentanza dell altra figlia minorenne. In giudizio sono citate anche tre compagnie di assicurazioni già chiamate in causa nel processo di primo grado.

2 2 ATTUALITA EUROPA IMPREPARATA ALL ESODO LUNGO LA ROTTA DEI BALCANI: RICOLLOCAMENTI SOLO PER UN TERZO DI QUANTI SONO GIÀ ARRIVATI Immigrazione: gestione all italiana Accoglienza in Baviera già al collasso, la Merkel parla di ospitalità ma nei fatti si rimangia l appello dei giorni scorsi. Tornano i controlli alla frontiera tra Austria e Ungheria. La Commissione intanto moltiplica le quote di Robert Vignola Quant è italiana, quest Europa. Che la crisi dei migranti ne abbia messo a nudo non solo l atavica incapacità di produrre una politica estera comune, ma persino quella interna, è un dato di fatto. Ma che il clima emergenziale abbia finito per favorire una serie di decisioni rigorosamente provvisorie, tanto da far cadere in contraddizione i più stimati e presi ad esempio tra i governi del vecchio continente, era un risultato sul quale nessuno avrebbe scommesso. Invece è proprio così: persino Angela Merkel, teutonica fermezza nell imporre agli altri le proprie convinzioni economiche eppure armata delle migliori intenzioni in fatto di accoglienza, è scivolata malamente sullo sdrucciolevole terreno dell immigrazione. Monaco di Baviera ha infatti provato sulla sua pelle cosa significa chiamarsi Lampedusa. Ventimila in due giorni: tanti i profughi siriani giunti da Budapest. L accoglienza per i primi è stata trionfale, poi man mano che le ore passavano e i treni scaricavano sulla ricca stazione Hauptbahnhof il loro carico di umanità, s è capito che il problema già vissuto nelle strutture di Italia e Grecia si sarebbe presentato. Il ministro bavarese ha tradotto la fatidica frase tante volte pronunciata dai governatori di regioni italiane ( i centro sono al collasso ) e la Cancelliera ha dovuto rispolverare l amore per le regole: ricordando che chi non ha diritto, dev essere rispedito indietro. Tant è che, insieme ai controlli del Brennero invocati qualche giorno fa, tornano pure quelli al confine tra Austria e Ungheria. Dov è accaduto esattamente quanto visto in Baviera: caroselli di gente che accoglie i primi migranti, poi la palla è tornata velocemente nelle mani di polizia e zelantissime guardie di frontiera. Corto circuito? Sì. E dire che comunque le ricche casse della repubblica federale hanno potuto stanziare fino a sei miliardi di euro per far fronte all emergenza. Come è vero che la Commissione Europea, sull onda emotiva della foto del bimbo morto sulla spiaggia turca, ha moltiplicato le quote, come qualcun altro fece con pani e pesci. In Germania , in Francia , in Spagna e via dicendo. Solo che il miracolo andrà fatto digerire ai singoli Stati. E tra tanti sì e qualche ni, già si stagliano all orizzonte i no. Quelli dei quattro di Visegrad, al secolo Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia. Per la verità al governo di Budapest, con quell Orbàn da dipingere il più possibile come un orco, non ne vorrebbero mandare. Ma a quello di Varsavia sì. Peccato che questa Lega dell Est abbia già detto che non intende abbassare la testa. Comunque sia, sarebbe la soluzione per un solo terzo del complessivo problema attuale. Secondo i calcoli della Commissione, l ammontare di 120mila migranti da ricollocare rappresenta appena il 36% degli ingressi che si sono registrati in Italia, Grecia e Ungheria. E gli altri? Resteranno dove sono, Italia compresa. Magari in attesa degli altri quattro milioni che l Onu ha già previsto in arrivo nei prossimi anni. E dei nuovi piani da approvare sotto il dito accusatore dell Onu, senza che nessuno vada a ricordare a Palazzo di Vetro che la causa di questo esodo è la vergognosa e sistematica opera di destabilizzazione di alcuni Paesi chiave perpetrata dalle grandi potenze, atlantiche ed arabe, negli ultimi anni. MARINE LE PEN AFFONDA IL COLPO VERSO BERLINO Altra scusa per abbassare i salari in Germania Che la Germania si sia rivelata la campionessa assoluta dell accoglienza ci sono pochi dubbi. Già da prima che la rotta dei Balcani raggiungesse il terminale di Budapest, il primo dentro le barriere di Schengen, Angela Merkel si era distinta per l impegno a ospitare profughi, più di ogni altro, anche in percentuale. È pur vero che l euro, disegnato a immagine e somiglianza del fu marco tedesco, glielo consente. E che la guerra commerciale imposta dal cambio fisso (senza possibilità di svalutare la moneta, l unica possibilità di abbassare il costo del lavoro è colpire gli stipendi) ha visto la locomotiva d Europa cimentarsi con teutonica convinzione nel perfezionamento dell arma giusta per centrare l obiettivo del surplus commerciale: la compressione dei salari. C è quindi chi, e non lo manda a dire, vede nell emergenza una opportunità in più per i soliti noti: Marine Le Pen. La Germania apre le porte ai migranti perché recluta schiavi per la sua economia. Il governo di Berlino probabilmente pensa che la sua popolazione sia moribonda e di poter continuare ad abbassare i salari reclutando schiavi attraverso l immigrazione di massa. Ma la realtà è che non possiamo accogliere tutti, non abbiamo i mezzi per essere i più generosi del mondo. È tragico che ci siano persone che versano in uno stato di miseria ma non è egoista pensare al tuo popolo quando sei un leader nel tuo Paese. Semmai è la prima missione che ci si deve prefiggere, ha dichiarato la leader del Front National. Che in Francia, infatti, ormai vola nei sondaggi. R.V. IL RETROSCENA Il Sunday Express: già entrati 4mila combattenti dell Isis Sicuri che siano tutti migranti? C è il Sunday Express a lanciare l allarme, solo l ultimo di una lunga serie. Secondo la testata britannica, più di 4mila militanti dello "Stato Islamico" sono entrati nell'unione Europea nei panni dei profughi. La fonte citata è interna ai fondamentalisti. Secondo la quale i combattenti dell Isis si sono infiltrati nel flusso di profughi nelle città portuali turche di Smirne e Mersin, da cui attraverso il Mediterraneo si dirigono verso l Italia. Il nostro Paese, di nuovo, avrebbe comunque un ruolo di crocevia: perché i membri dello Stato Islamico puntano ad altre nazioni, in particolare Svezia e Germania. Anche uno scafista, citato dal giornale, ha confermato: aiutando almeno 10 terroristi ad entrare in Europa. Alcuni hanno detto che vogliono visitare le loro famiglie, altri per essere pronti, ha raccontato. Nei giorni scorsi quattro presunti appartenenti a gruppi terroristici, trovati con immagini di barbare esecuzioni e simboli dell Isis sui propri cellulari, erano stati bloccati al confine tra Bulgaria e Macedonia. R.V. RIVOLTA DEI CLANDESTINI DETENUTI A VALENCIA, LA POLIZIA SPAGNOLA SPARA PROIETTILI DI GOMMA Botte da orbi nel centro d identificazione Ci sono le marce a piedi verso le anacronistiche frontiere, da percorrere in favor di telecamere e con grande clamore internazionale. E ci sono poi le rivolte, con mazzate vere, che guadagnano a malapena trafiletti. Come quella avvenuta in Spagna, dove la polizia è intervenuta con la forza nella notte tra domenica e lunedì per soffocare la ribellione di più di 50 immigrati clandestini in attesa di espulsione in un Centro di detenzione stranieri a Valencia, usando anche proiettili di gomma. Gli incidenti al "Centro de Internamiento de Extranjeros" (Cie) di Zapadores, a Valencia, sono scattati poco prima della mezzanotte di lunedì. Secondo la polizia si è trattato di un tentativo di fuga "pianificato". Prima hanno aggredito e colpito al volto e alle gambe due agenti di sicurezza, portando loro via chiavi e manganelli. Poi hanno svuotato gli estintori del centro e cercato di dare fuoco ai materassi, mentre alcuni di loro salivano sul tetto e lanciavano pietre contro gli agenti all'esterno.nel centro sono trattenuti 75 immigranti clandestini, per lo più maghrebini, che attendono di essere espulsi verso i rispettivi paesi di origine. Le misure di sicurezza nei vari Cie spagnoli sono state rafforzate dopo che il mese scorso 35 clandestini sono riusciti a fuggire, approfittando di un ammutinamento, dal centro di Algeciras, vicino a Cadice. Il pugno duro contro il tentativo di ammutinamento - e anche di fuga, secondo la polizia spagnola - è stato usato mentre il governo del premier Mariano Rajoy si dichiara pronto, sotto la pressione dell'opinione pubblica, ad accogliere un maggior numero di rifugiati in fuga dalla Siria. Madrid rimane però ferma sull'esigenza di rinviare in patria gli immigrati clandestini "economici" che non presentano i requisiti per chiedere uno statuto di rifugiati. R.V. SULLO SFONDO DELL EMERGENZA MIGRANTI, HOLLANDE E CAMERON ANNUNCIANO OPERAZIONI MILITARI Francia e Gb, riecco l avventurismo in Siria Abombe umanitarie rispondere con bombe vere? Tentazione che accarezza il poco ispirato capo di un paio di leader europei. Perché se è chiaro, vista l insistenza della narrativa dell accoglienza, che chi assalta le frontiere europee scappa proprio dalle bombe, è meno chiaro come le bombe dovrebbero fermare l origine di queste migrazioni di massa. Occhio allora a Francia e Gran Bretagna: su Calais hanno fatto a testate, ma in politica estera pare vogliano ricominciare a marciare, magari separate, ma nella stessa direzione. Pericolosa. Perché non occorre fare uno sforzo di memoria particolarmente intenso per ricordare che appena due anni fa, nel settembre 2013, si discuteva insistentemente di un intervento armato contro Assad. Tentativo che fu sventato da una grande operazione diplomatica di Vladimir Putin e dalla forte mobilitazione della Chiesa cattolica, con Papa Francesco in testa a dedicare sabati di digiuno alla pace. È curioso che, senza fare mea culpa, oggi Hollande da una parte della Manica e Cameron dall altra discutano di come risolvere il problema in Siria. In entrambe le lingue, il nuovo nemico ora è l Isis. Ma Assad resta sostanzialmente un appestato, un paria da eliminare comunque dal orizzonte. Magari con quella opposizione moderata che però al suo interno conta pure il fronte Al Nusra, sequestratore di donzelle italiane e referente per Al Qaeda (Al Qaeda!) nell area. Al momento, Cameron ha rivelato che le forze del Regno unito hanno lanciato già a fine agosto un primo attacco in Siria contro lo Stato islamico: omicidi mirati, peraltro di due cittadini con nazionalità britannica. E di pari passo, ha annunciato che il Regno Unito accoglierà fino a 20mila rifugiati siriani entro il 2020, ma comunque profughi che arrivano dai campi profughi dell Onu in Medio Oriente e non dall Europa invasa. Questo per evitare, nell'intenzione del governo di Londra, l aggravarsi delle crisi umanitarie spingendo altri a compiere i pericolosi viaggi via mare e terra. E Hollande? La Francia è pronta a fare la sua parte. La Commissione Europea propone, o sta per farlo, di condividere 120mila migranti fa i paesi europei. Questo vuol dire 24mila per la Francia. Lo faremo, ha detto, sciorinando una notevole in grandeur in salsa accoglientista. Ha poi annunciato, per sapere davvero cosa accede in Siria, che le forze armate repubblicane effettuino voli di ricognizione per preparare operazioni contro lo Stato Islamico, sempre nel quadro di una nostra autonomia decisionale. Chissà se chiederanno il permesso di sorvolo a Damasco: forse non sanno che Putin ha inviato ad Assad sei nuovissimi caccia intercettori? R.V. Via Giovanni Paisiello n Roma Tel Fax redazione@ilgiornaleditalia.org Direttore responsabile Francesco Storace Amministratore Roberto Buonasorte Capo Redattore Igor Traboni Progetto grafico Raffaele Di Cintio Società editrice Amici del Giornale d Italia Sito web Per la pubblicità Responsabile Marketing Daniele Belli tel mail: daniele.belli@hotmail.it Autorizzazione del Tribunale di Roma n 286 del

3 3 ATTUALITA RENZI SENZA DECENZA: ACCOMUNA LA DESTRA AGLI ANIMALI SULLA QUESTIONE IMMIGRATI La brutta politica e la bestia Duro Salvini: Fai campagna elettorale con un bambino morto, sei un verme di Igor Traboni Stavolta, e per l ennesima volta, l ha fatta davvero grossa Matteo Renzi: l altra sera, dopo una domenica trascorsa tra gran premio a Monza ed ennesima passerella all Expo (stavolta con il cantante Bono) dal palco della Festa dell Unità il premiersegretario ha cercato di recuperare un po di consenso tra i suoi, ma in modo a dir poco indecente: dopo aver mostrato la foto di Aylan, il piccolo siriano morto su una spiaggia turca, Renzi infatti se n è uscito in questo modo: Davanti alle immagini del corpo del bambino, davanti alle dichiarazioni di chi dice che è un problema di questo governo, io dico che non serve il Pd contro la destra, ci sono gli umani contro le bestie. Ma non ci rendiamo conto cosa comporta essere umani?", ha esclamato Renzi, con un attacco senza precedenti verso una buona metà degli italiani suoi connazionali e di cui dovrebbe essere il presidente del Consiglio, anche se non eletto definendoli per l appunto bestie. A stretto giro di tweet Matteo Salvini aveva replicato: "L incapace chiacchierone ha paura, è nervoso, insulta milioni di italiani. Sono una bestia perché difendo gli italiani? Allora sì, sono una bestia. Renzi clandestino". Ma ieri, intervenendo ad una trasmissione a Canale 5, il leader della Lega ha rincarato la dose: "È squallido un presidente del Consiglio che insulta la maggioranza degli italiani che chiedono regole, rispetto, sicurezza, tranquillità, accoglienza per chi scappa veramente dalla guerra, ma l''espulsione per chi non scappa da nessuna guerra. Un presidente del Consiglio che usa un bambino di tre anni morto su una spiaggia per fare campagna elettorale, dal mio punto di vista è un verme. Se devo integrare preferisco accogliere chi è culturalmente e socialmente più vicino a me, cioè i cristiani; se devo accogliere un musulmano o un cristiano dò la precedenza a un cristiano". Il Pd si è schierato con il suo leader, ma a dire il vero nella difesa d ufficio si sono distinti più che altro gli alleati di governo, quasi a cercare di recuperare posizioni: "Salvini ha superato per l'ennesima volta il limite della decenza: un conto è il confronto politico, anche aspro, un altro è l'insulto e la volontà di gettare veleno in modo gratuito, ha detto ad esempio Gianni Sammarco (Ncd-Ap). Per Enrico Zanetti, segretario di Scelta Civica. Salvini e il leader del secondo partito di opposizione, nei sondaggi, e dice di volersi candidare a guidare il Paese: non esiste che uno con queste ambizioni politiche definisca ''verme'' il Presidente del Consiglio. Il discorso di Renzi sull''immigrazione è stato certamente a toni forti, ma non più delle decine di volte in cui altri hanno definito traditori del popolo italiano coloro che semplicemente si rifiutano di lasciare al loro destino le persone per mare. Per Forza Italia è invece intervenuta Mariastella Gelmini, vicecapogruppo alla Camera: "Vorrei rivolgere una preghiera a Renzi e a Salvini. Perché l'emergenza migranti è vera ma è figlia della guerra, della intolleranza e non ha bisogno di parole fuori posto, in particolare da parte di chi ha responsabilità di governo. E' vero, c è una bestia che si aggira sui campi di battaglia, in Africa e in Medio Oriente. E si nasconde dietro l'intolleranza, il fanatismo religioso e il terrorismo. La vera bestia è il terrorismo e almeno su questo dovremmo essere tutti uniti". NON SI PUÒ CANCELLARE IL PROPRIO DNA Napolitano non cambia spartito tra vecchio Pci e cattocomunismo Non solo non ha mai rinnegato il comunismo, ma adesso ne sente una mancanza perfino nella versione italiana del Pci e in quella variante, pure questa tipicamente italiana e altrettanto deleteria, del cattocomunismo. Parliamo di Giorgio Napolitano, presidente emerito della Repubblica, che ieri a Bologna, ricordando la figura dello storico sindaco Renato Zangheri, ha detto: "Anche se si sono attraversati periodi di evoluzione e trasformazione profonda non si può cancellare il proprio Dna o conservarne una traccia sbiadita, anche si tratta di un partito che ha più radici come ha più radici il Pd, che evidentemente ha un suo nuovo Dna nel quale c è però l'eredità sia del riformismo cattolico che del Pci". L ex inquilino del Colle è poi andato oltre: "Credo che la necessità di tenere vive le tracce di quelle esperienze, le loro lezioni e la loro per certi aspetti persistente validità, sia giusto ed e'' quello che ha affermato il non più vivente con noi Pietro Scoppola, grande intellettuale cattolico, democristiano di sinistra, quando si è lavorato per creare il Pd. E' necessario arrivare davvero ad una elaborazione ed assimilazione culturale di quelle diverse eredità, ha poi chiosato Napolitano, prima di tornare alla figura d Zangheri, ma intrecciando anche questo ricordo con quello del Pci di allora e di una certa componente cattolica, tipicamente di sinistra. Ig. Tr. OGGI QUELLI PER LE FACOLTÀ A NUMERO CHIUSO, CHE AUMENTANO SOLAMENTE IN ITALIA Test universitari, è già polemica Associazioni degli studenti all erta per evitare errori e violazioni delle norme LE ATTESE NOVITÀ DI BERGOGLIO Nullità matrimoniali: arriva la riforma papale Con due lettere "motu proprio" che verranno rese note oggi, Papa Francesco ha deciso di riformare il processo canonico per le cause di dichiarazione di nullità del matrimonio, sia nel codice di diritto canonico che nel codice dei canoni delle Chiese orientali. C'è dunque molta attesta per le indicazioni di Bergoglio contenute in queste due lettere, di cui per ora si conosce solo il titolo: "Mitis Iudex Dominus Iesus", per quella riguardante il codice di diritto canonico, e "Mitis et misericors Iesus", per quella riguardante invece il codice dei canoni delle Chiese orientali. I testi verranno entrambi presentati in una conferenza stampa che si terrà sempre oggi in Vaticano, da parte di 6 ecclesiastici, il primo dei quali è il decano della Rota romana e presidente della Commissione speciale per la riforma del processo matrimoniale canonico, mons. Pio Vito Pinto. Secondo un anticipazione fornita dal sito Vatican Insider, una delle principali ipotesi in campo prevede la possibilità di eliminare il secondo grado di giudizio per rendere definitiva la sentenza, nel caso non vi siano opposizioni dalle parti. Attualmente, per ottenere il riconoscimento della nullità, è comunque necessaria una doppia sentenza conforme. Le università perdono iscritti, ma i corsi a numero chiuso continuano a crescere. E questa la denuncia che arriva, alla vigilia dei test, dall'unione degli Universitari. Secondo un'indagine condotta dall'organizzazione, i corsi a numero programmato nell'anno accademico 2015/2016 sarebbero il 43,5% del totale, il 4,5% in più rispetto all''anno scorso. "Un paradosso tutto italiano" lo definisce il coordinatore Gianluca Scuccimarra, che non risponderebbe agli "obiettivi europei di aumentare il numero dei giovani laureati fino al 40%". E oggi, come detto quasi diecimila studenti parteciperanno al test di medicina, mentre UDU e Rete degli studenti medi chiedono una "seria strutturazione dell''orientamento universitario. Torneremo a mobilitarci". Dal canto suo, il Codacons fa sapere: "Speriamo che i test di ingresso alle facoltà a numero chiuso si svolgano nella piena regolarità e nel rispetto degli studenti, senza errori e violazioni delle norme. In caso contrario saranno inevitabili, come nel passato, ricorsi collettivi a tutela dei candidati". "Ci mettiamo fin da ora a disposizione di quanti sosterranno i test e intendano segnalare eventuali irregolarità durante le prove - afferma il presidente Carlo Rienzi - Se emergeranno violazioni ci rivolgeremo al Tar attraverso ricorsi collettivi volti a sospendere gli esami e ottenere l''accesso alle facoltà in favore di tutti i candidati che hanno sostenuto le prove". Intanto, sempre a proposito di istruzione, il sottosegretario Davide Faraone prova a gettare acqua sul fuoco delle recenti polemiche e afferma che "Non esiste alcuna ''teoria gender''. Non esiste ne #labuonascuola. Ma vi diro'' di piu'': non esiste proprio. Quindi basta falsita'', allarmismi e strumentalizzazioni. Se ne facciano una ragione quanti stanno diffondendo informazioni distorte da nord a sud, ai docenti e alle famiglie. Si chiama terrorismo psicologico, si chiama calunnia, adesso basta. La scuola non trasmette nessuna pratica demoniaca e nessuna imposizione di orientamenti sessuali. Non possiamo permettere che simili fandonie possano essere diffuse tra le famiglie generando panico ingiustificato scrive Faraone sulla sua pagina facebook, anche se sembra solo un gioco di parole, laddove conclude: Siamo tutti diversi ma uguali nei diritti. È questo che insegniamo a scuola #GenderNoDirittiSi''".

4 4 ATTUALITA IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA INDICA AL GOVERNO LA STRADA DA SEGUIRE PER USCIRE DALLA CRISI Squinzi: Chi investe in Italia è un eroe Altro che tagliare le tasse sulla casa, per ripartire occorre ridurre quelle sulle imprese di Marco Zappa Il presidente di Confindustria, Squinzi, torna ad attaccare le politiche economiche del governo Renzi. E dal palco dell assemblea generale di Unindustria a Bologna, ammette: Chi investe in Italia è un eroe. Altro che tagliare le tasse sulle case, come Imu e Tasi. Per uscire dalla crisi occorre ridurre quelle sulle imprese. Anche per dare più spinta all economia. Noi non chiediamo incentivi o aiuti, ma semplicemente che questo paese faccia le riforme e i provvedimenti che peraltro il primo ministro sembra aver individuato e sui quali possiamo essere d accordo. Il numero uno di Viale Astronomia, ai cronisti che gli chiedevano quali fossero ai suoi occhi le priorità che dovrebbe avere il governo in vista delle misure di bilancio, risponde senza battere ciglio. Con l esecutivo chiamato a importanti riduzioni delle imposte da finanziare attraverso la spending review, di cui in questo momento non vediamo traccia. Secondo Squinzi, i dati reali sbugiardano clamorosamente chi sostiene che le imprese non investano e innovino abbastanza. C è dell eroismo a continuare a puntare sul nostro Paese. Ma con questi atti non si va lontano. Servono politiche adeguate agli investimenti e alla ricerca, analoghe a quelle adottate negli altri maggiori stati avanzati. Saranno queste avverte senza ombra di dubbio, le priorità di Confindustria per la legge di Stabilità. Pur spendendo (anche) parole di stima nei confronti del premier ( Alcuni risultati dell azione governativa iniziano a concretizzarsi ), il dominus degli industriali sottolinea come i cambiamenti messi in campo dall esecutivo vanno sì nella direzione giusta, ma la cultura anti-impresa ogni tanto mette manine birichine nell attività parlamentare e introduce norme che fanno gravi danni. Come quella sugli eco-reati. Il Pil positivo per due trimestri dopo tredici segni (consecutivi) negativi? Per Squinzi si tratta certamente di un inversione di tendenza, ma per AUMENTA IL GETTITO PER IRPEF E IRES Fisco sempre più vorace: altri milioni di euro Nei primi sette mesi del 2015 le entrate tributarie erariali, accertate in base al criterio della competenza giuridica, ammontano a milioni di euro, in crescita rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso ( milioni di euro, pari a +0,6%). Lo comunica il ministero dell'economia. Ai fini del confronto omogeneo tra i due periodi, è necessario considerare il venir meno del gettito dell'imposta sostitutiva sui maggiori valori delle quote di partecipazione al capitale della Banca d'italia, il cui versamento nel 2014 è ammontato a milioni di euro ed era previsto per un solo anno. Al netto di questa entrata straordinaria del 2014, le entrate tributarie erariali presentano una crescita tendenziale dell'1,3% ( milioni di euro). Per quanto riguarda le imposte dirette, l introito Irpef cresce dello 0,8% (+779 milioni di euro) principalmente per effetto delle ritenute sui redditi dei dipendenti del settore privato (+4,1%) e di quelle dei lavoratori autonomi (+1,2%). L'Ires presenta un gettito di milioni di euro (+209 milioni, pari al + 1,5%). Il risultato e'' ancora piu'' significativo se si tiene conto del venir meno, nel 2015, dei maggiori versamenti a saldo effettuati lo scorso anno a titolo di addizionale. Tra le altre imposte dirette, aumenta dell''84,6% (+818 milioni di euro) il gettito dell''imposta sostitutiva sui redditi da capitale e sulle plusvalenze e del 92,5% (+531 milioni di euro), quello dell''imposta sostitutiva sul valore dell''attivo dei fondi pensione. dire che c è una ripartenza bisogna ancora percorrere molta strada. Urge approvare le riforme, da quelle istituzionali a quelle della Pubblica Amministrazione e del fisco. La cosa certa è che l Italia non è mai stata il problema dell Europa. Tra carezze (poche) all esecutivo e stoccate dritte a colpire il bersaglio, Squinzi indica la via al governo. Per invertire una tendenza a dir poco negativa, serve abbassare le tasse sulle imprese. Che soffocate dalle imposte, pur con volontà da vendere e entusiasmo alle stelle, pagano praticamente di più di quello che guadagnano e sono costrette a chiudere i battenti. E a morire, lentamente: strangolate dalle tasse. LA COLDIRETTI INVADE IL BRENNERO PER DIFENDERE L ECONOMIA DAI TRAFFICI DI SCHIFEZZE STRANIERE Falso Made in Italy, monta la protesta Fermati camion con prodotti sospetti: latte, cagliate e pancette estere spacciate come nostre eccellenze Una protesta, l ennesima, in difesa del Made in Italy sul fronte agroalimentare. Il valico del Brennero è così tornato a tingersi di giallo e verde, i colori della Coldiretti. Migliaia di manifestanti hanno invaso la frontiera per tutelare l economia e il lavoro delle campagne dai traffici di schifezze di bassa qualità che varcano il confine per essere spacciate come italiane. E così trattori, camper e pullman carichi di agricoltori hanno bloccato l autostrada del Brennero (direzione sud Austria-Italia) e hanno cominciato a fermare diversi camion austriaci. E all interno di uno di questi hanno scoperto un carico di quasi cinque tonnellate di pancetta con etichetta illeggibile e destinato a una ditta di trasformazione veronese. Il salume di suino così trasportato e la documentazione allegata, non hanno convinto neppure i Nas, che ne hanno disposto il vincolo sanitario. Ma non è tutto. Nell ambito della mobilitazione al valico, i produttori di Coldiretti, affiancati dalle forze dell ordine, hanno verificato decine di tir portando a galla quanto ampiamente sospettato: prodotti esteri fatti passare per eccellenze italiane. Dal latte austriaco diretto a La Spezia alle cagliate (con i colori della nostra bandiera) provenienti dalla Germania e dirette in Puglia. Ma anche porri e verdure sbarcate addirittura dalla Svezia e destinate ad una cooperativa in provincia di Bergamo. Vere e proprie schifezze alla straniera, che nulla hanno a che vedere con le nostre eccellenze, che come tali vengono invece fatte passare. Ad ogni apertura di portellone, gli agricoltori hanno sollevato cartelli per chiedere l etichettatura obbligatoria per tutti i prodotti. Il presidio ha fatto da preludio a un dossier, realizzato proprio dalla Coldiretti, che presto verrà presentato al governo per illustrare gli effetti drammatici che questo business continua ad avere sull economia e la sicurezza alimentare. Oggi sono meno di 750 mila si legge nel documento le aziende agricole sopravvissute in Italia. Ma se l abbandono continuerà a questo ritmo, in 33 anni non ci sarà più agricoltura lungo la Penisola. Con conseguenze devastanti pure sull occupazione e sull immagine del Made in Italy nel mondo. Dall inizio della crisi (2008) secondo quanto emerso dall incartamento - sono state chiuse oltre stalle e fattorie, ad un ritmo di 60 al giorno. Dati sconvolgenti che dovrebbero invitare a riflettere e a invertire una tendenza ormai consolidata. Con effetti drammatici sulla nostra economia, col Paese che mette in commercio cibo proveniente da chissà quale parte del mondo che viene fatto passare come italiano. Gli effetti di quel piano straordinario per il made in Italy nel settore agroalimentare , svelato lo scorso giugno dal vice ministro per lo Sviluppo Economico, Carlo Calenda, per ora sono nulli. E la speranza è che finalmente, dopo le ultime scoperte, le intenzioni (a parole) possano tramutarsi in fatti concreti. Marcello Calvo FABBRICHE UMBRE IN CRISI Perugina e Colussi: trema il dolciario Da da ieri un gazebo della Rsu Perugina è in corso Vannucci a Perugia per sensibilizzare la cittadinanza del capoluogo umbro rispetto alla preoccupante situazione della storica fabbrica di cioccolata, "dove da tempo sindacato e rsu denunciano il rischio di un declino produttivo e occupazionale che avrebbe conseguenze drammatiche per l'intera regione". In una nota stampa si sottolinea inoltre come "l''obiettivo della presenza nel centro storico cittadino è quello di creare un contatto diretto con la popolazione e presentare le proposte concrete che da tempo la Rsu ha avanzato, in quello che è stato definito il piano industriale degli operai". Hanno annunciato la loro presenza al gazebo (alle ore 12.00) il sindaco di Perugia, Andrea Romizi, e la presidente della Regione, Catiuscia Marini. Problemi anche alla Colussi di Petrignano di Assisi "Il calo repentino dei turni di lavoro, i continui tentativi di ridimensionamento degli addetti sulle linee, una estemporanea programmazione degli organici, sono il segno di una navigazione a vista che scarica tutti i sacrifici sui lavoratori si legge in un comunicato congiunto Rsu Colussi, Flai Cgil - Fai Cisl - Uila Uil dell'umbria- un anno di solidarietà è ormai trascorso e i sacrifici salariali dei lavoratori e delle lavoratrici non sono stati riversati su investimenti, volumi e produzioni. Entro settembre riteniamo indispensabile confrontarci con il management del gruppo per entrare nel merito delle loro scelte.

5 5 ESTERI PUTIN CHIEDE UNA NUOVA COALIZIONE INTERNAZIONALE E OBAMA PRENDE TEMPO Asse Russia-Siria: i dubbi a stelle e strisce Intanto Mosca invia aiuti a Damasco e si prepara a impiegare le sue forze armate contro l Isis di Tatiana Ovidi Ormai non è più un segreto, né una strategia da tenere nascosta: Putin è sceso direttamente in campo in sostegno dell'alleato Assad contro l Isis. Da Vladivostock, parlando con la stampa ai margini di un incontro sull economia, il Premier russo ha infatti per la prima volta confermato il coinvolgimento della Russia al fianco di Damasco, rendendo noto che truppe russe sono state dispiegate sul territorio siriano. Non si tratta ancora di una partecipazione diretta, ma non è escluso che in futuro magari nemmeno troppo lontano -possa diventarlo. Anche perché già negli ultimi mesi l impegno di Mosca in Siria era aumentato non poco, sia con l invio di armi, attrezzature militari, sia con l addestramento di soldati governativi. Ufficialmente l'obiettivo di Putin è quello di creare una nuova coalizione internazionale per combattere il terrorismo islamico, sulla quale ha cercato di coinvolgere anche il presidente statunitense Barack Obama. Un alleanza mondiale a proposito della quale dalla Casa Bianca non sono arrivate, ad oggi, né conferme né smentite. Anche perché, questione Ucraina a parte, potrebbe risultare piuttosto difficile conciliare una discesa in campo al fianco di Assad con le precedenti prese di posizione della politica estera statunitense, fino a non molto tempo fa orientate a considerare il presidente siriano più come uno dei vari leader arabi (magari da abbattere) che come un alleato. C è infatti più di qualcuno che ritiene che se non fosse stato per Putin in Siria sarebbe successo quello che è accaduto in Iraq e in Libia. Con conseguenze tanto drastiche quanto prevedibili. E se fino a ieri la Russia pubblicamente si era mossa solo dal punto di vista diplomatico, oggi Mosca chiede invece di schierarsi direttamente al fianco della Siria, che resiste alla furia dell Isis. Se i Paesi dell alleanza atlantica decideranno di seguire questa linea, dovrebbero però fare i conti con non pochi fallimenti della loro precedete politica estera, primo fra tutti quello relativo all appoggio alle cosiddette primavere arabe. A riprova che la situazione è tutt altro che lineare, ci sono le notizie che arrivano da Atene. Secondo quanto rivelato da una fonte diplomatica locale, la Grecia si è rifiutata di adempiere alla richiesta Usa di chiudere il proprio spazio aereo ai velivoli russi con a bordo aiuti umanitari per la Siria. Sabato l ambasciata degli Stati Uniti aveva chiesto al governo greco in carica di vietare il passaggio degli aerei russi. Atene si legge sull'agenzia di stampa russa Ria Novosti si è rifiutata per non peggiorare i rapporti con la Russia. Tra il 1 e il 24 settembre (ma non c è conferma ufficiale su questa informazione) Mosca ha chiesto e ottenuto il permesso da Atene per il sorvolo del proprio spazio aereo. Russia e Stati Uniti dunque, ancora una volta uno di fronte all altro. In tutto questo, colpisce non poco l assenza ingiustificata dell Europa, schiacciata dalle conseguenze di una politica che non ha contribuito a determinare e, sembra, incapace di mutare rotta. BRUXELLES: ALLEVATORI E AGRICOLTORI BLOCCANO LA CITTÀ Trattori contro la crisi I manifestanti hanno chiesto alle istituzioni europee di prendere provvedimenti a sostegno della produzione Agricoltori e allevatori di tutta Europa hanno invaso Bruxelles a bordo dei loro trattori. La protesta, organizzata in occasione del Consiglio straordinario dei ministri dell agricoltura, ha quasi completamente paralizzato il traffico, nella capitale belga e non solo. L ingresso al quartiere europeo (quello in cui hanno sede le istituzioni comunitarie) è stato bloccato dalla polizia con cavalli di Frisia e agenti schierati in tenuta antisommossa e secondo le agenzie locali alle 8 del mattino c erano già complessivamente 200 chilometri di coda sulle strade del Paese, causati dai millecinquecento trattori in marcia da tutte le direzioni verso Bruxelles. I manifestanti, che hanno messo in atto un sit in davanti ai palazzi della Commissione e del Consiglio, hanno chiesto all Europa di fare qualcosa per risolvere la crisi del settore, in particolare con provvedimenti a sostegno della produzione. I prezzi del latte ha dichiarato un produttore tedesco a Euronews sono scesi tantissimo a causa della rimozione delle quote. Non si può andare avanti così. A pochi passi dal presidio, i ministri dell agricoltura dei vari Paesi hanno discusso le nuove linee guida su allevamenti e comparto lattiero caseario. Non si sa ancora quasi nulla sul risultato della discussione, anche se la Commissione aveva già in precedenza annunciato che non sono previste revisioni delle quote latte (sospese a marzo per aprire la produzione europea al mercato internazionale) ma che probabilmente saranno prese misure alternative. Quanto all Italia, la Coldiretti ha manifestato al Passo del Brennero per denunciare l assenza di regole europee sulla provenienza e sulle caratteristiche dei prodotti alimentari importati e per essere in prima linea per fermare i traffici di un Europa che chiude le frontiere ai profughi e le spalanca alle schifezze. Cristina Di Giorgi DAL MONDO YEMEN IL QATAR SCHIERA MILLE SOLDATI Mille soldati, duecento veicoli blindati e trenta elicotteri da combattimento: è questa la consistenza del contingente militare che il Qatar ha schierato nello Yemen per combattere all interno dell alleanza guidata dall Arabia Saudita contro i ribelli Houthi. Lo ha reso noto l emittente tv Al Jazeera, secondo cui la notizia arriva dopo che durante il finesettimana le forze della coalizione hanno bombardato la capitale yemenita per reazione ad un precedente attacco missilistico dei ribelli, che era costato la vita ad una sessantina di militari. GUATEMALA, PRESIDENZIALI: IN TESTA UN ATTORE Risultato a sorpresa al primo turno delle elezioni presidenziali in Guatemala: in testa c è Jimmy Morales, attore comico, teologo ed economista. L outsider ha infatti ottenuto il 26% dei voti. In un Paese ancora sotto l influenza della rivoluzione civica anti corruzione che ha portato in carcere l ex capo di Stato Perez Molina, Morales e i suoi discorsi anti-politica hanno beneficiato del vento di cambiamento che si respira nel Paese scrive il quotidiano El Pais e di una partecipazione al voto che ha sfiorato l 80%. Il rivale di Jimmy Morales al secondo turno del 25 ottobre sarà molto probabilmente il miliardario Manuel Baldizon, che ha ottenuto il 17% delle preferenze. MESSICO: GOVERNO SMENTITO SUI FATTI DI IGUALA Dopo sei mesi di indagini, la Commissione interamericana per i diritti umani ha smentito la ricostruzione del governo messicano sulla scomparse dei 43 studenti di Iguala il 26 settembre dello scorso anno. L inchiesta indipendente è infatti giunta alla conclusione che è scientificamente impossibile che la responsabilità di quanto avvenuto sia da attribuire ai narcotrafficanti, come sostenuto dalle autorità (secondo cui i giovani sono stati rapiti e uccisi in quanto scambiati per membri di una gang dedita al traffico di droga). Il rapporto della Commissione, come ha dichiarato il direttore della stessa, fornisce un atto di accusa assolutamente schiacciate sul comportamento del Messico che, anche avendo operato sotto gli occhi del mondo e con notevoli risorse a disposizione, le autorità si sono dimostrate non in grado di condurre un indagine seria. TURCHIA, ATTENTATO PKK: UCCISI SOLDATI Due bombe sono esplose durante il passaggio di mezzi militari dell esercito turco a Dagalica, nel sudest del Paese, hanno provocato la morte di diversi soldati turchi. L attentato è stato rivendicato dal Pkk, che ha dichiarato di aver ucciso quindici persone. Nessuna conferma ufficiale da Ankara sul numero delle vittime. Il presidente Recep Erdogan si è dichiarato addolorato per quanto avvenuto e, come riportato dalla Bbc, ha promesso una risposta decisiva. Nella serata di domenica inoltre si è tenuta una riunione di emergenza presieduta dal primo ministro Ahmet Davutoglu, al termine della quale non è stata però diffusa alcuna dichiarazione.

6 6 DA ROMA E DAL LAZIO APERTO IL CANTIERE PER IL RESTYLING DI TERMINI, IL SINDACO MARINO PREOCCUPATO PER LA SICUREZZA Giubileo: via ai lavori con i soldi contati di Robert Vignola Arrivi nelle principali stazioni europee e subito hai una finestra di dove ti trovi: shopping, grado d informazione degli utenti, finestre sulle principali attrazioni del luogo e sulle sue peculiarità. Si tocca Termini e, chissà perché, il nodo della microcriminalità viene subito al pettine. Persino Ignazio Marino, cui l apertura ieri del cantiere da quattro milioni di euro serviva come il pane per distogliere l attenzione pubblica dai disastri con i quali viene ormai automaticamente associato il suo cognome, ha dovuto riconoscerlo. La questione sicurezza è estremamente importante. Ne ho parlato con il prefetto in maniera seria perché un anno fa a luglio chiesi una convocazione del Comitato ordine e sicurezza qui a Termini per inserire le barriere, ed è passato quasi un anno per avere le barriere mobili.in immersione anche gli altri? Chissà. Ma a puntare il dito accusatorio il sindaco è un fenomeno Credo che, siccome la Polizia ferroviaria e la Prefettura hanno il compito di garantire la sicurezza nelle stazioni, sia prioritaria l attenzione a una stazione così importante come Termini. Un altra delega, quindi. Tant è: la buona notizia è che i lavori alla stazione sono partiti in vista del Giubileo. La speranza è quella che il volto dell ingresso nella città eterna cambi, soprattutto vista la pessima immagine che dà di sé. Ho avuto assicurazioni dal prefetto che con il termine dell Expo anche molti uomini e donne delle forze dell ordine distribuite ora sul territorio di Milano verranno trasferiti a Roma per garantire la sicurezza nell Anno Santo, il primo dopo la distruzione delle Torri Gemelle e sotto la minaccia grave, di cui dobbiamo responsabilmente tener conto, dell Isis. Uno sguardo è stato dato anche alla fase di esecuzione. È evidente che durante i lavori ci saranno dei disagi perché alcune aree saranno chiuse al traffico, ma saranno lavori che avranno una durata molto breve. Lavoreremo in alcuni casi anche nelle ore notturne in modo da ridurre i disagi al minimo. Ma i pendolari, anche se questo Marino non lo sa dandosi da fare prevalentemente sui pedali e sotto scorta, ai disagi sono praticamente abituati. Che siano dettati dai cantieri a loro importa poco, vogliono solo che finiscano. Sia via Marsala che via Giolitti avranno il manto stradale completamente rinnovato e, insieme alle Ferrovie dello Stato, l intera stazione verrà rinnovata, ristrutturata e resa più bella, assicura il sindaco dimezzato. In merito al termine dei cantieri, ha aggiunto Marino, sono sicurissimo e confido nell assessore Pucci che rispetto alle date annunciate (novembre, ndr), se accadrà qualcosa di diverso significherà che arriveremo prima delle date annunciate. Lui ci spera. Intanto, a confermare che dopo le immersioni e i rimpasti compulsivi la linea dell amministrazione non sia proprio mutata, ecco proprio le dichiarazioni dell assessore capitolino ai Lavori pubblici con delega al Giubileo, Maurizio Pucci. I cantieri sono eseguiti con risorse del Comune, approvate dall Assemblea capitolina con l assestamento di bilancio. D altra parte anche le risorse approvate dal Governo sono comunque fondi di Roma Capitale. Confidiamo nella possibilità che vi siano ulteriori risorse dal Governo, altrimenti con quello che si ha si fa quel che si può. Insomma, tanto per cambiare bussano a soldi. E male che va vorrà dire che finiranno presto i lavori per mancanza di fondi. REGIONE LAZIO, LA DESTRA ATTACCA: PURA OPERAZIONE DI PROPAGANDA Sanità: se le riforme sono solo un comunicato Sulla sanità la Regione si sta giocando la faccia. Ma non bastano i comunicati per cambiare la realtà. E Francesco Storace, vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio e segretario nazionale de La Destra, mette a nudo le operazioni messe in campo. Imbroglio capitale alla regione Lazio: chi vuole prendere in giro Nicola Zingaretti? Ci annuncia da tempo immemorabile il risanamento dei conti sanità, poi si scopre che col giochetto del debito ci ha inflitto la tassazione più alta d'italia e secondo i dati di governo stiamo sempre lì con i conti da saldare; negli ospedali si continua a morire ma lui non fiata; si ruba e tace. E i giornali romani annunciano la rivoluzione in sanità, come se non sapessero che la principale specialità di Nicola Zingaretti sono le chiacchiere. Nemmeno la fatica di una conferenza stampa, basta un comunicato di domenica per ingannare il mondo... Un inganno che non può perdurare. E ci si casca con un semplice comunicato stampa del presidente della regione sulla riforma delle Asl - se vuole può ridurle ad una sola, ma non può farlo - o con l'affollato corteo dei suoi plauditores ad incensarlo attraverso le agenzie di stampa. Sulla giunta regionale restano ombre pesantissime visto il coinvolgimento in Mafia capitale; e qualunque tentazione riformatrice deve essere portata in consiglio col massimo della trasparenza. Zingaretti sta facendo esattamente il contrario. Se ne accorga anche la stampa. L'opposizione non starà certo a guardare. Anche perché il governatore non si è ancora scusato per la penosa fuga notturna d'agosto, conclude Storace. R.V. Mafia CUPitale Mi chiamo Roberta e sono impiegata per la CAMUS Srl presso i CUP della ASL ROMA D. La mia vita raccontata in sintesi può sembrare semplicemente uno spaccato dell'italia del 2015 in piena crisi economica, la differenza sostanziale, però, sta nel fatto che io il lavoro lo ho, non lo sto cercando, semmai, sto tentando di conservarlo. Apparentemente leggendo le mie parole verrebbe spontaneo esclamare:"chi mai vuole perderlo il lavoro?" Ma la risposta è più complessa di ciò che si possa pensare: ho un compagno ultra quarantenne disoccupato, ha perso il lavoro quando il mio unico e adorato bimbo aveva sei mesi (ora ha quasi 5 anni!) viviamo in una casa popolare presso il quartiere Garbatella e "sopravviviamo" in tre con il mio solo stipendio che non arriva a 800 mensili, se ciò che ho sinora elencato non fosse abbastanza mio figlio non è stato preso alla scuola materna in quanto secondo lo Stato italiano è evidente che il mio compagno, non avendo un lavoro, possa badare a nostro figlio, lo Stato però non tiene conto della necessaria socializzazione di mio figlio con i suoi coetanei, dell'importanza del gioco e della comunicazione, io, quindi, mi trovo costretta a pagargli una scuola privata che NON MI POSSO PERMETTERE. L'unico aiuto economico ci arriva da mia madre che, essendo vedova e pensionata (non pensione d'oro purtroppo!), non può ovviamente aiutarci in modo risolutivo per noi, ma solo dandoci una mano ad arrivare a fine mese. Questo è il riassunto della mia vita, una vita difficile, una vita che i politici che guadagnano stipendi d'oro non possono capire, e sostanzialmente neanche si sforzano di farlo, sono qui a raccontarmi inserendo nella storia dettagli difficili da accettare anche per me, solo per aiutare chi leggerà queste righe a capire che la mia famiglia non chiede nulla, non elemosina un posto di lavoro per il mio compagno, non chiede sovvenzioni per pagare la scuola di mio figlio, no! La mia famiglia chiede la dignità che merita e chiede almeno di conservare un posto di lavoro onesto e retribuito, un lavoro che svolgo da anni con professionalità e attaccamento all'azienda, sono qui a chiedere a chi muove i fili della politica una clausola sociale che mi consenta di tenermi il lavoro che nessun altro mi offrirebbe, perché sopra i 40 anni si sa che si è giovani per la pensione ma vecchi per lavorare. Chiedo di continuare la mia vita com'è ora, chiedo di essere ascoltata e capita, che è ciò che ogni essere umano merita, chiedo dignità! Se un consigliere regionale presenta una interrogazione per chiedere i motivi per cui una Asl non pubblichi e renda visibili gli atti che delibera e la Giunta risponde La Direzione regionale del servizio sanitario ha invitato il Direttore generale ad accelerare tale procedura entro pochi giorni sarebbe lecito attendersi che al massimo nel giro di un mese il problema venga risolto. Non è così, però, quando si ha a che fare con la ANCORA SENZA RISPOSTA IL DOCUMENTO DI STORACE SUI GRAVI PROBLEMI DI TRASPARENZA RISCONTRATI Asl Frosinone: interrogazione e silenzi Asl di Frosinone e la maggioranza di centrosinistra della Pisana. A fine febbraio presentai una interrogazione per chiedere per quale motivo sul sito web della Asl ciociara non sia possibile consultare gli atti deliberati e sapere per quale ragione la tanto sbandierata trasparenza della Giunta regionale sia colpevolmente sconosciuta presso la Azienda Sanitaria di Frosinone, racconta Francesco Storace. Il 4 marzo scorso questa interrogazione venne inserita all ordine del giorno nelle question time e l assessore Ciminiello (spedita alla Pisana per rispondere al posto del Presidente della Giunta, Zingaretti) dichiarò che: l accessibilità degli atti amministrativi è garantita dalla legge n. 241 del 1990, sia in copia che in visione. L accesso, che come giustamente ha detto lei non è avvenuto, sarà disponibile a breve, perché il processo di informatizzazione è avvenuto solo il 9 febbraio. Poi promise che il problema si sarebbe risolto entro pochi giorni. Di giorni ne sono passati circa 200 e nulla è cambiato rispetto a marzo scorso. Soltanto la presa d atto, da parte dell intero Consiglio regionale e dei cittadini, che quanto discusso e promesso in Aula dalla maggioranza di Zingaretti non è stato mantenuto. Per questo oggi ho presentato una nuova interrogazione per sapere se le question time discusse nell Aula del Consiglio regionale hanno un valore di obbligo/dovere che la Giunta prende nei confronti di tutti i consiglieri regionali e dell intera cittadinanza oppure se le promesse vengono fatte soltanto per dare una risposta di circostanza. Inoltre, al duo Zingaretti-Mastrobuono, toccherà rispondere anche ad un esposto del sindacato Fials presentato all'autorità anticorruzione nazionale (Anac). La speranza, infine, è che questa ennesima interrogazione non scateni le ire del Responsabile della Trasparenza della Asl che mesi fa si permise di minacciare il sottoscritto colpevole soltanto di aver chiesto quella Trasparenza che lui stesso avrebbe dovuto garantire, conclude il leader de La Destra.

7 7 ROMA LA STORICA STRUTTURA, DOVE PER OLTRE DIECI ANNI GIOCÒ LA ROMA, VERSA IN STATO DI COMPLETO ABBANDONO Riprendiamoci il Campo Testaccio L omonima associazione è decisa a fare di tutto per restituire ai giovani questo spazio, ora ridotto a ricovero per barboni e a discarica a cielo aperto. Ma dal Comune tutto tace La storica struttura sportiva del Campo Testaccio in via Nicola Zabaglia, così legata alla memoria dei romani e non solo a quelli di fede calcistica giallorossa, è ridotta ad una discarica a cielo aperto e a ricovero per senzatetto e malintenzionati, tanto che negli ultimi tempi si sono verificati diversi episodi di aggressioni nella zona, da parte degli "occupanti" del campo. Un abbandono che non è cosa recente, per cui una cronistoria si rende necessaria Nel 2000 la struttura sportiva, inutilizzata da anni, viene ripristinata, anche grazie all'intervento di privati, e restituita alla cittadinanza. Sul campo del Testaccio sono state quindi disputate partite di calcio tra squadre di categorie minori fino al 2006, quando la giunta di centro sinistra decise inopinatamente e scriteriatamente di far rientrare l'area nel cosiddetto. PUP (Piano Urbano Parcheggi), concedendo ad un impresa privata la possibilità di scavare per costruire circa 70 posti auto interrati. UN PARCHEGGIO MAI REALIZZATO I lavori, che dovevano durare pochi mesi, si sono protratti per molti anni con diverse interruzioni dovute al ritrovamento di reperti archeologici nel sottosuolo (e non poteva essere altrimenti visto che il campo sorge a poche decine di metri dal "Monte dei Cocci" e dalle Mura Aureliane). Nel 2012, vista la perdurante inerzia dell impresa edile, la giunta Alemanno ha revocato la concessione edilizia; provvedimento di revoca che è stato impugnato davanti al Tar. Nel 2014, il Tribunale amministrativo regionale ha confermato la revoca della concessione e restituito il campo al Comune. Ma ad oggi è ancora pendente il giudizio di secondo grado innanzi al Consiglio di Stato. Nonostante i ripetuti proclami dell'assessore di riferimento, nessuna attività di ripristino e/o di recupero della struttura è stata programmata da Roma Capitale. E niente di niente c è nell ultimo bilancio per le strutture sportive. É doveroso ricordare, vista anche la scarsa considerazione che l impianto sportivo ha ricevuto nel corso degli ultimi anni, che Campo Testaccio è un vero e proprio monumento per lo sport capitolino e nazionale. Infatti, in questo stadio vi ha giocato per oltre 10 anni (dal 1929 al 1941 per la precisione) la AS Roma, scrivendo alcune pagine epiche della storia del calcio. E da qui nasce anche il termine Roma testaccina riferito al fatto che difficilmente la squadra veniva battuta dalle avversarie quando giocava sul proprio campo. Al pari di altre strutture, forse meno affascinanti e storiche ma che tuttavia oggi ricevono maggiori attenzioni tramite l'interessamento di qualche ministro o di autorità del mondo politico e dello spettacolo (si veda ad esempio il "caso" del Cinema America), Campo Testaccio merita maggior rispetto e sicuramente maggiore attenzione da parte della Pubblica Amministrazione. A questo punto sarebbe opportuno chiedersi come sia stato possibile che le istituzioni comunali abbiano inserito una struttura di tale valore sportivo e storico nel Piano Parcheggi, di fatto, decretandone lo smantellamento. E, soprattutto, come sia stato possibile che le medesime istituzioni non abbiano valutato che la collocazione urbanistica di Campo Testaccio poteva far ben prevedere (come poi effettivamente si è verificato) che nel sottosuolo dell impianto si potessero trovare reperti archeologici di rilievo, che avrebbero potuto causare un arresto dei lavori con tutte le conseguenze del caso, come in effetti si è poi verificato. I SOLDI CHE NON CI SONO Per essere integralmente risanata e restituita ai cittadini, la struttura richiederebbe un intervento per circa due milioni di euro, soldi che il Comune non intende impiegare. Proprio per dar voce e risalto a queste problematiche, nel mese di aprile 2015 è nata, sulla spinta della volontà popolare, l'associazione "Riprendiamoci Campo Testaccio", la quale si è imposta quale principale scopo quello di sensibilizzare le istituzioni, fino ad ora poco attente, circa il penoso quanto pericoloso stato in cui versa la struttura sportiva comunale. L associazione ha già organizzato, unitamente al Roma Club Campo Testaccio, una manifestazione/festa di piazza davanti a ciò che resta del glorioso Campo Testaccio: si è provveduto a riprodurre sull'asfalto dei campi da calcio in scala sui quali per l'intera mattina si sono sfidati a pallone i giovanissimi ragazzi del rione. Alla manifestazione hanno, inoltre, partecipato, portando le loro testimonianze ed il loro supporto, il Presidente del Coni Lazio, dott. Riccardo Viola, il prof. Ernesto Alicicco, ex medico sociale della As Roma, gli ex calciatori della As Roma Giancarlo Picchio De Sisti, Fabio Petruzzi ed Odoacre Chierico, nonché il Maestro Giorgio Onorato, il Maestro Vittorio Lombardi e Carlo Zampa, voce storica delle telecronache giallorosse. Qualche settimana dopo, e in seguito all'ennesimo episodio vergognoso (il rinvenimento di un serpente di un grosso serpente all'interno dell'asilo "Paola Biocca" proveniente dal limitrofo cantiere abbandonato/campo Testaccio) gli appartenenti all'associazione si sono ritrovati, "armati" di scope e rastrelli, di fronte all'ormai ex centro sportivo di Via Nicola Zabaglia per ripulire - purtroppo solo simbolicamente, non avendo ricevuto le autorizzazioni necessarie per accedere al cantiere - l'area antistante l'impianto comunale. Presente anche in questa occasione il Presidente del Coni Lazio, dott. Riccardo Viola. ISTANZA PER OTTENERE L AREA Dopo questa simbolica protesta, l'associazione ha presentato al Gabinetto del Sindaco Di Roma, al Municipio I ed al Dipartimento dello Sport di Roma Capitale una istanza per l'assegnazione degli spazi coperti esistenti all'interno della struttura sportiva, allo scopo di sottrarli al degrado e per svolgervi attività socialmente utili, quali ludoteca con area giochi e didattica per bambini in età scolare ed adolescenti; raccolta del sangue gestita da competenti organizzazioni sanitarie; biblioteca e sala multimediale; sala musica e laboratorio teatrale; sala proiezioni cinematografiche; piccolo museo sulla storia di Campo Testaccio e le tradizioni del Rione; centro di ascolto e assistenza per persone economicamente e socialmente svantaggiate. Nel maggio scorso l'associazione ha incontrato l'allora Assessore allo Sport Paolo Masini, il quale si è mostrato attento alle proposte sottopostegli, garantendo una risoluzione in brevissimo tempo della indecorosa situazione. All Assessore è stato anche chiesto di farsi eventualmente tramite con la A.S. Roma per cercare di verificare se nella delibera riguardante lo Stadio di Tor di Valle (nuovo stadio privato della A.S. Roma) potesse essere inserita anche la riqualificazione del Testaccio. E indubbio che, a fronte di un piccolo investimento (rispetto al maggior esborso di circa 750 milioni di euro previsti per la costruzione del nuovo stadio) la società capitolina avrebbe potuto attuare un operazione di marketing non indifferente, vista anche l importanza storica della struttura sportiva di Via Zabaglia. Purtroppo, il cambio di Giunta nell amministrazione di Roma Capitale ha frenato questa proposta. Ora l associazione sta valutando ulteriori azioni per chiarire definitivamente con quale criterio si è potuto pensare di distruggere una struttura sportiva assolutamente funzionale per il bene pubblico, a tutto vantaggio dell interesse privato. E se questa scriteriata decisione possa configurare responsabilità giuridicamente rilevanti.

8 8 STORIA L ITALIA AVEVA CHIESTO PROTEZIONE AGLI ALLEATI PERCHÉ TEMEVA LA REAZIONE TEDESCA Otto settembre, viltà e disonore Data simbolo della capitolazione, è anche l inizio del periodo di incubazione della guerra civile di Emma Moriconi Otto settembre Una data simbolo, per l'italia, della quale abbiamo più volte trattato. La data in cui il nostro Paese venne a conoscenza di un armistizio senza decoro, una resa senza condizioni, una sconfitta senza l'onore delle armi. In questo 72esimo anniversario cominciamo la trattazione con una domanda: a cosa era servito il 25 luglio? A cosa era servito togliersi dai piedi Mussolini? L'Italia risolse i suoi problemi, che erano stati in un brevissimo lasso di tempo, improvvisamente, addossati, tutti, a Benito Mussolini e al Fascismo? No, e l'italia se ne accorse subito. Anzi, precipitò tutto. Accerchiati, da Nord e da Sud, stretti nella morsa di nemici ed ex alleati. E a cosa servì l'8 settembre? "Intorno a Hitler c'era tempesta - scrivono Rauti e Sermonti - Il cancelliere avrebbe voluto intervenire subito, fulmineamente e drasticamente, e già il 26 luglio avrebbe scagliato una divisione di paracadutisti - tratta dalla Francia - su Roma 'per arrestarvi il Re e Badoglio e tutti i traditori'; ma era trattenuto da tutti e da tutti portato a riflettere sulla complessità del 'caso Italia', mentre ancora in Sicilia reparti italiani e tedeschi combattevano frammischiati e navi e aerei italiani operavano nell'ambito di strutture militari comuni. Meglio prendere tempo, insistere per conoscere la sorte di Mussolini e intanto far 'calare' dal Brennero nuove forze tedesche; che infatti affluirono subito (la 44a divisione e la 136a brigata di montagna, appena apprese le notizie del 25 luglio), chiedendo, armi alla mano, di proseguire verso Bolzano, installandosi in Alto Adige come in terra nemica, con sugli elmi e sui vagoni scritte inneggianti a Mussolini e al Fascismo. La guerra non continuava? obiettavano; allora, venivano di rinforzo per continuarla". Del resto, il 19 luglio a Feltre era stato il generale Ambrosio a chiedere a Keitel l'invio di venti divisioni tedesche sul territorio nazionale... Già, "la guerra continua", aveva detto Badoglio all'indomani dell'arresto di Mussolini. Un arresto sul quale si potrebbe argomentare all'infinito: quale Re, quale Sovrano fa arrestare in suo Primo Ministro in casa sua? Suo ospite. Dante colloca i traditori degli ospiti nel nono cerchio dell'inferno. La Tolomea, così si chiama la zona riservata a costoro, perché Tolomeo venne assassinato dai sicari di Pompeo dopo essere stato ospite in casa sua. Vi colloca Alberigo dei Manfredi, assassino di due suoi parenti, che aveva fatto ammazzare dopo averli avuti suoi ospiti. Vi colloca Branca Doria, che uccise il suocero durante un banchetto in casa sua. E in questo caso il tradimento dell'ospite assomma in sé il tradimento del proprio benefattore. Doppia colpa, che normalmente si ritorce contro chi la commette. E infatti Vittorio Emanuele dovette fuggire, poi divenne un fantasma della storia, dimenticato, obliato da personaggi più grandi di lui, molto più grandi, e non solo in termini di altezza fisica. Il 25 luglio e l'8 settembre sono nettamente connessi. Mai Mussolini avrebbe consentito un disonore di questo genere: avrebbe trattato, con la fine diplomazia di cui era capace, e niente di peggio di ciò che è accaduto sarebbe potuto succedere. Trattarono la resa i generali fedeli a Badoglio, mentre sulla Penisola - lungi dal cessare il fuoco - continuavano e anzi si inasprivano i bombardamenti degli alleati. Vi sono numerose cose da dire sull'8 settembre, non basterebbe un intero libro e molti ne sono stati scritti nel tempo. Qui, come facciamo abitualmente, scegliamo di volta in volta un tema su cui focalizzare l'attenzione e in questo caso parliamo di un documento, che ci sembra interessante La firma dell Armistizio a Cassibile per l'analisi della vicenda: si tratta di un commento di Eisenhower che egli stesso riporta nel suo "Crociata in Europa". "Gli italiani - dice - desideravano ardentemente di arrendersi. Tuttavia volevano farlo solo dietro assicurazione che nel momento della resa una potente forza alleata sbarcasse sul continente in modo che il governo stesso e le città fossero protetti dalle forze tedesche. Di conseguenza cercarono di ottenere tutti i particolari sui nostri piani. Noi non li volevamo rivelare, poiché non era da escludere la possibilità di un tradimento. Inoltre l'invasione dell'italia con le forze che gli italiani ritenevano necessarie, era del tutto impossibile per la semplice ragione che non avevamo le truppe nella zona, e nemmeno le navi per trasportarle. Le autorità militari italiane non potevano immaginare che gli Alleati si lanciassero in questa impresa con meno di 15 divisioni in prima schiera. Secondo i nostri piani, invece, ne avremmo impiegate solo tre, con qualche unità di rinforzo, oltre alle due che dovevano sopraggiungere attraverso lo stretto di Messina". Insomma, l'italia chiedeva "protezione" alle forze armate alleate perché temeva i tedeschi. Ma davvero? Quindi, a conti fatti, il terrore che i tedeschi mettessero a ferro e fuoco la Penisola c'era. Quindi il rischio in tal senso era altissimo. Quindi Mussolini, liberato ai tedeschi il 12 settembre sul Gran Sasso, cosa avrebbe dovuto fare? Insomma non si può giocare con la storia come più aggrada. La Germania era una minaccia incombente, pesantissima, lo era da tempo, lo era anche quando l'italia entrò in guerra. Per questo nacque la RSI, per arginarne gli spasmi, per frenarne gli istinti, per proteggere il Paese. E a chi volesse argomentare che la guerra civile si scatenò a causa della RSI basterà raccontare, per esempio, come i comunisti instaurarono sistematicamente il clima del terrore, a cominciare dagli assassinii di Ghisellini, di Resega, di Facchini, di Capanni. Uomini posti da Mussolini a capo delle rispettive Federazioni perché di comprovata moderazione, in grado di guidare i fascisti nelle rispettive zone di competenza tenendo a freno le teste calde e dunque impedendo le rappresaglie, che vennero ripetutamente e scientemente provocate dai partigiani comunisti per instaurare un clima di odio di cui addossare la colpa proprio ai fascisti. Colpo che poi invece riuscì, dopo l'eliminazione degli uomini che avevano, fino a quel momento, garantito la pace e l'ordine, nonostante il momento difficile e caldo. L'8 settembre inizia, come scrisse Giorgio Pisanò, il "periodo di incubazione" della guerra civile in Italia. La fuga del Re e di Badoglio Insieme alla dichiarazione di armistizio viene pubblicato il bollettino n. 1201, che riferisce le azioni dei nostri soldati contro gli Alleati Fu, quell'8 settembre, un giorno nero per la Patria: non solo la sconfitta, che fa parte del gioco quando si combatte una guerra. Ma il disonore. L'Italia diede il peggio di sé, sbeffeggiata dai vincitori, e non solo per aver perduto. Curioso il fatto, per esempio, che il 9 settembre venne diramato, insieme alla dichiarazione di armistizio, il bollettino di guerra n. 1201, che recitava così: "Sul fronte calabro reparti italiani e germanici ritardano, in combattimenti locali, l'avanzata delle truppe britanniche. L'aviazione italo-tedesca ha gravemente danneggiato nel porto di Biserta 5 navi da trasporto per complessive 28mila tonnellate; nei pressi dell'isola di Favignana un piroscafo di 15 mila tonnellate è stato colpito con siluro da un nostro aereo. Formazioni avversarie hanno bombardato Salerno, Benevento e alcune località delle provincie di Salerno e di Bari perdendo complessivamente 10 velivoli: 3 abbattuti dalla caccia italo-germanica e 7 dall'artiglieria contraerea". L'annuncio dell'armistizio era stato diramato il giorno precedente, ma il bollettino di guerra continuava a riportare le imprese "contro" gli Alleati, forse ancora in omaggio a quel "La guerra continua" di Badoglio di qualche settimana prima. Il quotidiano La Stampa, sempre il 9 settembre, titolava: "La guerra è finita. Badoglio annuncia alla Nazione che la richiesta di un armistizio è stata accolta dal gen. Eisenhower". Certo, "è stata accolta"... come se l'italia avesse elemosinato quel patto col diavolo, come se Eisenhower ci avesse, nella sua infinita bontà, "concesso" l'armistizio. Altro che "accolta": persino durante il Consiglio della Corona del pomeriggio dell'8 settembre le massime autorità del Paese avevano discusso perché in molti non volevano capitolare. Concesso? Imposto, piuttosto. E accettato, senza dignità. È sempre il 9 settembre quando le truppe del generale Carboni ingaggiano i primi combattimenti con i paracadutisti tedeschi. Mentre Badoglio, il Re, il principe Umberto e gli esponenti del Comando supremo abbandonano la Capitale diretti a Pescara, da dove si imbarcheranno per Brindisi. I soldati in strada a combattere contro quelli che fino a poche ore prima erano i loro alleati. Senza ordini. Senza guida. E loro via, al Sud, a dare vita all'occupazione americana. Si perderà, al Sud, ogni autonomia, persino finanziaria. Al Nord, di lì a poco, verranno formati i Ministeri, ci sarà la Banca d'italia. Certo i tedeschi saranno, al Nord, una presenza ingombrante, fastidiosa, della quale gli stessi fascisti - Mussolini per primo - avrebbero fatto volentieri a meno. Ma ci sarà uno Stato, italiano. Una Repubblica, italiana. Un Capo. Italiano. Qual è stata la vera "occupazione"? Quella tedesca al Nord o quella americana al Sud? emoriconi@ilgiornaleditalia.org

9 9 DALL ITALIA LA MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA DI ASSOLUZIONE PER AMANDA KNOX E RAFFAELE SOLLECITO Caso Meredith, la Cassazione accusa gli inquirenti Per gli Ermellini ci sono state clamorose amnesie investigative, senza le quali si sarebbe delineato un quadro se non di certezza, quanto meno di tranquillante affidabilità Erano stati assolti definitivamente lo scorso marzo. Motivo? Insufficienza di prove. Sono arrivate ieri le motivazioni della Corte di Cassazione sul processo per la morte di Meredith Kercher che vedeva imputati Amanda Knox e Raffaele Sollecito. La quinta sezione penale della Suprema Corte sottolinea nel documento (numero 36080, di 52 pagine) che alla base della decisione c è la mancanza di un insieme probatorio che presentasse evidenza oltre il ragionevole dubbio. Le motivazioni sono un lungo atto di accuso contro la Procura di Perugia e contro gli inquirenti che studiarono la scena del delitto e svolsero le indagini. Secondo i togati il processo Meredith ha avuto un iter ondivago, le cui oscillazioni sono, però, la risultante anche di clamorose defaillance o amnesie investigative. Se non ci fossero state tali defaillance investigative, e se le indagini non avessero risentito di tali colpevoli omissioni, si sarebbe con ogni probabilità, consentito, sin da subito, di delineare un quadro, se non di certezza, quanto meno di tranquillante affidabilità, nella prospettiva vuoi della colpevolezza vuoi dell estraneità di Knox e Sollecito rispetto all accusa di avere ucciso la studentessa inglese a Perugia il primo novembre Inoltre, sottolineano i Supremi giudici, è un dato di indubbia pregnanza a favore di Knox e Sollecito nel senso di escludere la loro partecipazione materiale all omicidio, pur nell ipotesi della loro presenza nella casa di via della Pergola - la assoluta mancanza di tracce biologiche a loro riferibili nella stanza dell omicidio o sul corpo della vittima. Ad avviso della Cassazione per discutibile scelta strategica dei genetisti della Polizia scientifica si ritenne di privilegiare l indagine volta all individuazione del profilo genetico nelle tracce repertate sul coltello, piuttosto che accertarne la natura biologica, dato che l esigua quantità dei campioni non consentiva un doppio accertamento. Una scelta definita assai discutibile, in quanto l individuazione di tracce ematiche, riferibili alla Kercher, avrebbe consegnato al processo un dato di formidabile rilievo probatorio, certificando incontrovertibilmente l'utilizzo dell arma per la consumazione dell omicidio. Ad avviso degli Ermellini, invece, la riscontrata imputabilità delle tracce a profili genetici della Knox si risolve in un dato non univoco ed anzi indifferente, dato che la giovane statunitense conviveva con il Sollecito, dividendosi tra la sua abitazione e quella di via della Pergola. Nella sentenza viene poi rilevato che sul luogo del delitto e sul corpo di Meredith sono invece state rinvenute numerose tracce riferibili a Rudy Guede, il giovane ivoriano condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione per l omicidio della Kercher in concorso, con il rito abbreviato. Per quanto riguarda il gancetto del reggiseno della vittima, i togati rilevano che la sola traccia biologica rinvenuta su tale gancetto non offre certezza alcuna in ordine alla sua riferibilità a Raffaele Sollecito giacché quella traccia - sottolinea la Cassazione - è insuscettibile di seconda amplificazione, stante la sua esiguità, di talché si tratta di elemento privo di valore indiziario. Sarebbe inutile processare nuovamente la Knox dato che è negativa la risposta sulla possibilità oggettiva di condurre ulteriori accertamenti che possano dipanare i profili di perplessità, offrendo risposte di certezza. I pc della Knox e della vittima che forse avrebbero potuto dare notizie utili, sono stati, incredibilmente, bruciati da improvvide manovre degli inquirenti e le tracce biologiche sono di esigua entità per essere rianalizzate. Nel percorso travagliato ed intrinsecamente contraddittorio, chiosa la Cassazione, c'è un solo dato di irrefutabile certezza: la colpevolezza di Amanda Knox in ordine alle calunniose accuse nei confronti di Patrick Lumumba. La sentenza rileva che la calunnia è stata confermata dalla stessa Knox in un contesto immune da anomale pressioni psicologiche. Raffaele Sollecito e Amanda Knox, si ricorda, erano stati condannati in appello a 25 anni di reclusione il primo e a 28 anni e sei mesi la seconda. Amanda era stata condannata inoltre a tre anni per calunnia, pena già scontata. Sotto accusa anche il clamore mediatico e i riflessi internazionali della stessa vicenda, si legge nella sentenza, che non hanno certamente giovato alla ricerca della verità provocando una improvvisa accelerazione delle indagini nella spasmodica ricerca di colpevoli da consegnare all'opinione pubblica internazionale. La studentessa inglese 22enne Meredith, Mez come la chiamavano gli amici, fu uccisa a Perugia il primo novembre del 2007 nel sul suo letto con una coltellata alla gola. Il giorno dopo il corpo fu scoperto. Si innescò un clamoroso caso mediatico e giudiziario con arresti (anche di chi poi è stato scagionato), processi finiti con una condanna (come nel caso di Rudy Guedè) e con eclatanti colpi di scena, con Amanda e Raffaele capaci di dividere gli italiani in innocentisti e colpevolisti. E il dubbio pare sia destinato a rimanere per sempre. Barbara Fruch ENNA - ENNESIMO CASO DI MALASANITÀ IN SICILIA? Ricoverato per influenza, muore un tredicenne La famiglia ha presentato denuncia alla Procura: in una settimana non gli è stata data nessuna diagnosi MILANO Dalla tele alle tele, Wanna ora è pittrice Condannata per associazione a delinquere finalizzata alla truffa la Marchi rispunta sui Navigli Èmorto dopo sei giorni di ricovero per malesseri attribuiti a una sospetta influenza. Giorni in cui non è stata data nessuna diagnosi. Per questo il caso ora è finito alla Procura. Vittima un tredicenne di Barrafranca (Enna), Calogero Tropea. Il ragazzino era stato ricoverato all ospedale Umberto I di Enna martedì scorso, dopo che da alcuni giorni accusava febbre e malessere, inizialmente attribuiti dal medico di famiglia ad una forma influenzale curata a casa. In realtà non solo la febbre non era scesa ma il giovane aveva iniziato anche ad avere convulsioni, per questo la famiglia aveva chiamato l ambulanza che lo aveva condotto al nosocomio. A quel punto i medici avrebbero spiegato ai familiari che per precauzione avrebbero ricoverato il tredicenne in rianimazione e lo avrebbero sedato per scongiurare altre convulsioni. Ma la situazione è ben presto peggiorata: il giorno seguente il 13enne era entrato in coma per poi morire domenica intorno alle Ieri il legale della famiglia, Angelo Tambe, ha presentato una denuncia alla Procura della Repubblica e ha chiesto al magistrato il sequestro della cartella clinica e della documentazione ospedaliera, sottolineando che in sei giorni ai familiari non è stata comunicata alcuna diagnosi. Non solo: nell esposto si sottolinea che domenica mattina ai genitori era stato detto che le analisi indicavano che i valori si erano normalizzati. Alle 18,30 il ragazzo è stato trasportato dalla rianimazione alla sala Tac, dove secondo la madre sarebbe rimasto una decina di minuti e poi sarebbe stato riportato in rianimazione. Subito dopo il decesso. A stabilire se si tratta dell ennesimo caso di malasanità dovranno ora essere i magistrati. È il secondo caso in meno di un mese. Il 10 agosto scorso era deceduto dopo circa dieci ore, tra attesa e accertamenti diagnostici, all ospedale Paolo Borsellino di Marsala, Nicolò Giacalone di 65 anni, anche egli per una forte febbre. Nove persone, tra medici e infermieri sono ora indagate per omicidio colposo. È la Sicilia è proprio la Regione che registra più casi di malasanità secondo il rapporto stilato dalla Commissione parlamentare d inchiesta sugli errori in campo sanitario che ha preso in esame il periodo Su un totale di 570, nell isola si se ne sono verificati 117. Di questi casi, 261 decessi ben 84 dei quali avvenuti in Sicilia. Praticamente in Italia un morto di malasanità su 3 è rimasto vittima della sanità siciliana. B.F. Condannata il 4 marzo 2009 in via definitiva a 9 anni e 6 mesi anni di carcere per bancarotta fraudolenta, truffa aggravata e associazione per delinquere finalizzata alla truffa a seguito di trasmissioni televisive in cui si raggiravano i telespettatori. Wanna Marchi è tornata a fare quello che sa fare meglio: la venditrice. Solo che ora non si occupa più di magia, bensì di arte: la sua. C era anche lei infatti domenica pomeriggio tra i pittori che hanno esposto le loro opere sulla riva del Naviglio Grande, a Milano. L ex tele imbonitrice, in semilibertà dal 2011, finirà di scontare ufficialmente la sua pena alla fine del mese. Dopo aver lavorato nel bar del compagno della figlia, si è data alla pittura. E ora le sue opere, oltre 300 dipinte durante il periodo trascorso in carcere, le espone e le mette in vendita. Opere allegre e colorate dipinte durante un periodo triste e privo di colori, le ha definite la Marchi. Sono tutti piccoli, perché in cella il tavolino era grande così continua. Il costo? Dai duecento ai duemila euro. Che sia veramente cambiata? Di certo quasi nessuno la riconosce. Lei, lì, è solamente un artista scesa in strada per vendere i suoi quadri. B.F.

10 10 DALL ITALIA TRE I RAID NEL GIRO DI POCHE ORE Napoli nella morsa della criminalità Sparatorie nel quartiere di Soccavo. Trovati proiettili conficcati nei balconi e una bomba a mano inesplosa in un parcheggio. E il Prefetto assicura: I territori saranno presidiati h24 Allarme criminalità a Napoli. Continua l escalation di violenza nel periferia occidentale del capoluogo partenopeo, dove sono tre i raid registrati nel giro di poche ore. L ultimo proprio ieri mattina. Alle ore 6 circa su via Catone 224 sono stati sparati una decina di colpi in aria e contro un palazzo con un arma da guerra, un kalashnikov. Repertati dalla polizia 21 bossoli, nonché frammenti di ogiva e un proiettile inesploso. Una porta-finestra dell abitazione di un incensurato presentava ben sette fori. Registrati anche danni causati dai proiettili alle tubature del gas e dell acqua, che i tecnici delle rispettive azienda hanno provveduto a riparare. E sempre ieri mattina, una bomba a mano inesplosa è stata trovata in un parcheggio in via Epomeo. In quell area non ci sono obiettivi considerati sensibili. Domenica, poco prima delle 17, alcuni residenti hanno allertato la Polizia di Stato per l esplosione di alcuni colpi di arma da fuoco in via Montagna Spaccata, nel quartiere Pianura. Sul posto gli agenti hanno trovato un proiettile 9x21 inesploso e due bossoli. Secondo alcuni testimoni, a sparare all impazzata in aria sarebbero stati sei giovani con volto coperto a bordo di 3 scooter. I malviventi si sarebbero poi spostati in via Epomeo, nel vicino quartiere Soccavo. Qui i poliziotti hanno trovato due colpi conficcati nel balcone di un appartamento al secondo piano di un abitazione. Il padrone di casa è un incensurato ed ha riferito agli agenti di non aver mai ricevuto minacce o richieste estorsive. Sempre domenica, nella stessa zona, si era registrato un altro episodio, probabilmente in risposta al precedente. Alle circa diversi colpi di arma da fuoco sono stati esplosi in via del Discobolo. Stavolta, hanno fatto fuoco in sella a 5 scooter, sparando in aria all impazzata. Anche in questo caso un proiettile ha colpito il balcone di una persona incensurata, una donna che ha spiegato di non aver mai ricevuto minacce o richieste estorsive. Sul manto stradale gli agenti hanno trovato 15 bossoli calibro 9. Intanto, secondo la Squadra Mobile della Questura di Napoli, il 17enne ucciso nella notte tra sabato e domenica nel quartiere Sanità era l autentico obiettivo dei sicari. In un primo momento si pensava che il giovane fosse stato colpito da un proiettile vagante in una sparatoria tra bande. L ipotesi percorribile di questo efferato omicidio è da rintracciarsi nell ennesimo regolamento di conti nella lotta continua e costante tra clan camorristici. A pochi chilometri di distanza, a Ponticelli, nella serata di sabato a cadere sotto i colpi della camorre mentre stava uscendo dal negozio della sorella era stato un 30enne. Episodi che allarmano. Ieri in Prefettura si è svolta la riunione del comitato per l ordine pubblico e la sicurezza. Sicuramente avremo dei rinforzi che ci saranno inviati ha assicurato Gerarda Maria Pantalone, prefetto di Napoli Il territorio del rione Traiano e Soccavo saranno presidiati h24 e lo stesso discorso vale anche per la Sanità. Il prefetto ha specificato che per rinforzi intendiamo polizia e carabinieri. Siamo in contatto con il ministero vediamo che cosa ci daranno. Da subito - ha aggiunto il prefetto - abbiamo provveduto a mettere noi di rinforzi. Siamo in contatto con il ministero vediamo che cosa ci daranno. In attesa di risposte da Roma, il prefetto ha fatto sapere che, così come avvenuto nei mesi scorsi per Forcella, zona che resta attenzionata, se non dovessero arrivare subito, in ogni caso Soccavo e Traiano saranno presidiati con uomini che recuperiamo dal territorio. Intanto il ministro dell Interno Alfano ha disposto l invio immediato di oltre 50 unità di rinforzo del Reparto Prevenzione Crimine della Polizia di Stato e delle Compagnie Intervento Operativo dell Arma dei Carabinieri. A denunciare l emergenza è stato anche il deputato di Fratelli d Italia An e membro della Commissione Parlamentare Antimafia Marcello Taglialatela: Non voglio rassegnarmi ad una città nella quale ogni giorno si spara e si uccide nelle strade e nelle piazze ha scritto su facebook Muoiono innocenti e colpevoli in una indifferenza che atterrisce. Occorrono misure forti e leggi severe che colpiscano e prevengano il crimine. Leggi che proteggano i cittadini onesti e che reprimano in modo feroce chi rappresenta il male. Poteri speciali al questore di Napoli, ripristinare il fermo di polizia, attivare una sezione speciale del Tribunale Penale per velocizzare i processi, cosi come avviene per i reati di tipo mafioso. Barbara Fruch. MILANO Rapinava i tassisti: fermato un marocchino BOLOGNA Anziana derubata da una baby-gang VERCELLI L ultraleggero della droga, presi quattro trafficanti Era diventato l incubo dei tassisti di Milano. Ben sei le rapine messe in atto in meno di due settimane, tra il 24 agosto e il 2 settembre, per un bottino complessivo di euro. Il modus operandi era sempre lo stesso: si avvicinava ai tassisti, si faceva portare in zone appartate e, sotto la minaccia di un coltello, li rapinava. Hassan Harik, marocchino di 31 anni, pregiudicato, è stato identificato anche grazie alle riprese della telecamera di sicurezza a bordo di uno dei taxi, che hanno immortalato tutte le fasi della rapina. Colpi fotocopia, cinque dei quali hanno avuto come vittime autisti in attesa al posteggio di piazza medaglie D Oro, dove l uomo giungeva in metropolitana dalla fermata Porto di Mare, e nella quale si faceva poi riportare e dove assaliva i tassisti facendosi consegnare l incasso prima di darsi alla fuga. A fermarlo sono stati gli agenti del commissariato di Mecenate che, avendo capito gli spostamenti del 31enne, lo hanno pedinato lungo il tragitto in metropolitana e bloccato alla fermata Lodi: aveva il coltello in tasca e con ogni probabilità stava andando a compiere l ennesimo colpo. Siamo arrivati a lui grazie alle descrizioni molto puntuali delle vittime ha spiegato il dirigente del commissariato milanese Marialuisa Pellegrino poi circoscrivendo il campo nella zona dove il rapinatore si faceva portare che è notoriamente frequentata da spacciatori e tossicodipendenti e infine grazie alla sua serialità così metodica che ci ha permesso di ricostruire il tragitto che percorreva tutte le volte prima delle rapine. B.F. Il più piccolo ha appena otto anni, ma fa già parte di una baby-gang che ha brutalmente aggredito e rapinato un anziana. Con lui altri quattro, sempre ragazzini, pare con età inferiore ai 14 anni. È successo a Bologna, venerdì verso le 19. La 84enne stava rientrando a casa dopo una passeggiata in un giardino pubblico, nei pressi di via Colombi, zona Barca. Quando ha visto avvicinarsi cinque ragazzini, due femmine e tre maschi: il più piccolo, in bicicletta, è stato descritto come un bambino di 7-8 anni. Proprio lui le ha bloccato la strada mentre gli altri l hanno spintonata alle spalle, facendola cadere. Una volta gettata a terra è stata poi derubata della borsa. E quando la vittima ha chiesto di essere aiutata a rialzarsi, uno dei ragazzini le avrebbe risposto, prima di fuggire: Fallo da sola. Vuoi che ti diamo la bicicletta?. Poco dopo è stato un passante ad aiutare la donna ad alzarsi: portata all ospedale Maggiore, ha avuto una prognosi di 20 giorni. L ottantaquattrenne ha poi denunciato il fatto alla polizia. È solo l ultimo episodio che vede come vittime gli anziani in città. Venerdì una 89enne è stata derubata da un gruppo di donne che si erano spacciate per ambulanti arrivate dalla Spagna per vendere tendaggi: mentre due intrattenevano l anziana, una complice le ha portato via 400 euro dalla camera da letto. Poco più di una settimana fa, il 29 agosto, una 87enne era stata truffata da una finta direttrice di banca che, con uno stratagemma, le ha portato via orologi, collane e preziosi per migliaia di euro. B.F. Avevano trovato un espediente per eludere i controlli e trasportare droga dall Albania all Italia. Come? Utilizzando un ultraleggero. Il traffico, che aveva come base l aeroporto turistico di Gattinara, nel Vercellese, è stato scoperto dalla polizia che ha arrestato quattro persone, sequestrato il velivolo e 80 chili di stupefacente. La banda aveva ideato un ingegnoso stratagemma per eludere controlli e dogana. Per l importazione della droga veniva utilizzato un aeroplano ultraleggero Dynamic. Il velivolo passava da piccoli aeroporti per appassionati volando dall Albania sino all Italia e trasportava grossi quantitativi di droga nascosti in vani portaoggetti o eliminando il sedile del copilota per avere più spazio e capacità di carico. Il mezzo era stato infatti opportunamente modificato per il trasporto della sostanza stupefacente. In carcere sono finiti: Maksim Llanaj, albanese di 37 anni, Pasquale D Ambrosio, pregiudicato di 58 anni, Fitor Alliaj, albanese residente a Druento, classe 1972, e Rosario Campisi, sessantenne di Borgosesia. Gli attori principali del traffico erano in Albania: il loro compito era quello di reperire lo stupefacente e trasportarlo presso un campo volo dove far atterrare l ultraleggero. Così dall Italia il corriere partiva da Gattinara e arrivava in Albania, facendo scalo nella provincia di Lecce. Ogni viaggio costava circa 500 euro ma, secondo le stime degli investigatori, si riusciva a trasportare marijuana che poteva essere venduta per 250mila euro. B.F.

11 11 A DIECI ANNI DALLA MORTE, UN RICORDO DEL CANTAUTORE ISTRIANO SOCIETA Endrigo e le sue strade fiorite di gioventù Scomparso nel 2005, lascia grandi successi e struggenti melodie di Cristina Di Giorgi vorrei essere un albero che sa dove nasce e dove morirà. Come Versi struggenti e malinconici con cui Sergio Endrigo, nella sua 1947 racconta di quando, insieme a migliaia di altri italiani, è stato costretto, nell anno che dà il titolo alla canzone, ad abbandonare Pola. Era istriano Sergio, e quando lasciò la sua terra natale insieme alla mamma, aveva quattordici anni. Da quella volta non l ho rivista più. Cosa sarà della mia città? Ho visto il mondo canta ancora Endrigo e mi domando se sarei lo stesso se fossi ancora là. Dopo quel viaggio senza ritorno, quel ragazzino ha percorso tanta strada. Ha vissuto, dove è giunto da profugo, prima a Brindisi e poi a Venezia. Per aiutare economicamente la famiglia, ha lasciato gli studi e ha fatto tanti lavori. Fino a che ha iniziato a suonare la chitarra e a scrivere brani. E ha trovato quasi subito ingaggi in orchestre e complessi. Il suo debutto discografico risale al 1959 e da allora ha firmato ed interpretato tantissime canzoni (tra le più celebri Io che amo solo te e Te lo leggo negli occhi, in seguito interpretata mirabilmente anche da artisti del calibro di Giorgio Gaber e Franco Battiato), grazie alle quali ha conquistato il pubblico e un discreto successo, in Italia e all estero (in particolare in Sud America, dove riempiva i palazzetti con le sue canzoni e le sue interpretazioni di poesie). Un successo fatto anche di brani per bambini, come quelli dell album Ci vuole un fiore, scritto in collaborazione con Gianni Rodari. Dal carattere estremamente riservato, aveva parlato solo con la sua famiglia e con pochi amici della grave malattia in seguito alla quale, RIVELAZIONI SULLO SCRITTORE PREMIO NOBEL Garcia Marquez, amico di Castro, attenzionato dall Fbi per 24 anni Lo scrittore e premio Nobel colombiano Gabriel García Márquez sarebbe stato spiato per molti anni, addirittura 24 anni, dall'fbi, secondo quanto riporta The Washington Post, quotidiano della capitale americana. Tra il 1961 e il 1985 gli agenti federali statunitensi avrebbero controllato gli spostamenti e le frequentazioni dello scrittore autore di 'Cent'anni di solitudine', compresi i viaggi attraverso negli Usa e in America Latina. Il Washington cita i documenti recentemente declassificati dall'fbi, ben 137 pagine di un'indagine sullo scrittore colombiano portata avanti per quasi un quarto di secolo, rivelando che per la prima volta García Márquez fu 'attenzionato' dagli investigatori nel 1961, quando per un mese fu alloggiato nell'- Hotel Websterm di New York, accompagnato dalla moglie e dal figlio Rodrigo, per lavorare all'agenzia di stampa cubana Prensa Latina. Sempre secondo quanto riportato dal il 7 settembre 2005, Endrigo ha terminato il suo percorso su questa terra. Aveva 72 anni. Da allora questo malinconico poeta istriano è stato ricordato da diversi suoi colleghi con cover dei suoi brani più celebri, concerti tributo e omaggi. Era una persona simpatica, umile e piena di ironia disse di lui Vincenzo Incenzo. E Simone Cristicchi, che è stato tra gli ultimi a collaborare con Endrigo (duettarono su Fabbricante di canzoni, il primo album del cantautore romano), ha inserito nel suo Magazzino 18 proprio la canzone che l artista di Pola scrisse in ricordo del suo esodo. E troppo tardi per ritornare Washington Time, fu proprio il direttore dell'fbi all'epoca della Guerra Fredda, Edgar J. Hoover, a chiedere di aprire un dossier segreto sullo scrittore colombiano, considerandolo sospetto per le sue simpatie per il regime cubano di Fidel Castro. ormai. Nessuno più mi riconoscerà. La sera è un sogno che on si avvera mai, cantava Endrigo pensando alla sua città d origine. Oggi, a dieci anni di distanza dalla sua morte, gli auguriamo che quel sogno si sia avverato e che sia potuto finalmente tornare a Pola, per le strade fiorite della gioventù. SI TORNA A SCUOLA E SI RIPRESENTANO LE DIFFICOLTÀ NELLO SVEGLIARE I NOSTRI FIGLI. PARLA L ESPERTO Vietato dormire sui banchi di scuola Francesco Peverini: Il sonno è una componente rilevante dello sviluppo intellettuale Con settembre si ritorna a scuola e si ripresentano le solite difficoltà nello svegliare i ragazzi al mattino. ''Il sonno è ancora una delle più rilevanti componenti per il loro sviluppo intellettuale. Tuttavia i giovani italiani dormono troppo poco e questo non e'' solo un fatto privato, ma un problema di salute pubblica che le famiglie e le istituzioni, comprese quelle scolastiche, non possono sottovalutare o, ancor peggio, ignorare : a lanciare un preoccupato allarme è il prof. Francesco Peverini, direttore scientifico della Fondazione per la Ricerca e la Cura dei Disturbi del Sonno Onlus, alla vigilia dell'avvio del nuovo anno scolastico, lamentando che ''la percentuale di studenti che non acquisiscono un sonno sufficiente (due su tre) è rimasta stabile dal 2007 (fonte Youth Risk Report 2013) e purtroppo non sembrano profilarsi miglioramenti spontanei all''orizzonte''. Secondo Peverini ''una efficace contromisura per la perdita cronica di sonno da parte degli studenti più giovani, con molteplici potenziali benefici per quanto riguarda la salute fisica e mentale, la sicurezza e lo stesso rendimento scolastico potrebbe essere uno slittamento dell'avvio dell'orario scolastico, come diverse ricerche hanno ormai dimostrato. Tuttavia, almeno in Italia cambiamenti dell'orario scolastico con un inizio che vada oltre le 08:30 del mattino sono impensabili perché incidono sulle abitudini delle famiglie oltre che sulla stessa organizzazione del lavoro, della scuola e dei trasporti''. Dopo aver ricordato che ''il sonno è un importante fattore di successo in classe, elemento che non dovremmo disprezzare, come ha ribadito pure un documento programmatico sul sonno e sull'orario scolastico degli adolescenti americani, pubblicato dall'american Academy of Pediatrics'', il prof. Peverini ha messo in evidenza ''quanti elementi possano condizionare negativamente la capacità degli studenti di ottenere un sonno sufficiente e ristoratore''. Così, continua la nota diffusa dalla Fondazione per la ricerca e la cura dei disturbi del sonno onlus, secondo l''esperto, ''ad una sempre più frequente carenza cronica di sonno dei nostri giovani, inevitabilmente si associano, data l'età dei soggetti, i cambiamenti fisiologici associati alla pubertà, possibili scelte di vita delle famiglie, esigenze e decisioni accademiche''. Se appare inattuabile la modifica degli orari d'avvio delle lezioni, cosa resta da fare? Secondo il direttore scientifico della Fondazione, ''per ottimizzare il sonno degli allievi, è molto meglio sollecitare i docenti delle scuole elementari, medie e superiori a svolgere programmi di formazione che prevedano un deciso coinvolgimento delle famiglie, attraverso gli studenti stessi, al dovere di ottenere per i propri figli livelli ottimali di sonno, ossia 8-10 ore per notte a seconda dell età dello studente. Il fabbisogno medio di sonno di un bambino delle elementari, infatti, arriva anche a ore; quello di un adolescente a 9-10 ore. Purtroppo l'esperienza quotidiana e numerosi studi scientifici testimoniano una drastica riduzione di questo fabbisogno nel mondo industrializzato ed una cronica contrazione delle ore di sonno''. Il prof. Peverini ha inoltre esortato ''gli operatori sanitari che trattano gli adolescenti a cominciare ad educare ragazzi e genitori sull''importanza di un sonno adeguato per il mantenimento della salute e del benessere. Ne ricaverebbero enormi benefici non solo i giovani e le loro famiglia ma lo stesso Sistema Paese''. Ma quali sono le conseguenze della privazione del sonno per i più giovani? Peverini ha tratteggiato un quadro allarmante caratterizzato da ''paradossale iperattività, scarsa capacità di apprendimento e quindi deficit di attenzione nei più piccoli, mentre negli adolescenti si determina obesità, stanchezza, sonnolenza e talora depressione, ridotta capacità di consolidamento della memoria, fumo di tabacco, fino ad un aumentato rischio di assunzione o abuso di sostanze farmacologicamente attive''. (Dire)

12 12 SPORT NONOSTANTE LE CRITICHE, I RISULTATI DANNO RAGIONE ALLA NAZIONALE. CHE NON CONVINCE, EPPURE VINCE Noiosa e da sbadiglio: ma è un Italia concreta Basta un punto in due gare per la qualificazione agli Europei che sta per essere centrata con il minimo sforzo. Un segno inequivocabile che carattere e attributi agli Azzurri non mancano di Federico Colosimo Èun Italia che non incanta, che gioca un calcio noioso. Certamente poco divertente. Che non convince appieno, ma vince. E una Nazionale pratica come il suo allenatore, Conte. Una compagine spesso criticata, anche e soprattutto dopo la prestazione, al di sotto della sufficienza, offerta contro Malta. Ma che ha chiuso la tre giorni casalinga di qualificazioni ad Euro 2016 con due fondamentali vittorie che le hanno consentito di ottenere il primo posto nel girone con un piccolo ma importantissimo vantaggio nei confronti di Norvegia (2 punti) e Croazia (3). Con la possibilità di arrivare al rush finale in pole position. Servirà un pareggio in Azerbaijan il 10 ottobre per ottenere il pass per gli Europei. Salvo poi chiudere il percorso di qualificazione (il 13 a Roma) in bellezza contro gli scandinavi (già piegati ad Oslo). Soltanto 180 minuti separano gli Azzurri dalla competizione che si disputerà fra nove mesi in Francia. Con il primato nel girone ormai ampiamente alla portata. Il Ct Conte è vicinissimo a raggiungere il primo, importante obiettivo della sua gestione. Un traguardo che gli permetterà anche di incassare un ricco bonus. Ma non solo: in palio c è soprattutto la credibilità e il futuro del trainer pugliese. Che nei mesi scorsi ha meditato le dimissioni. Il malessere del tecnico è iniziato col no dei club agli stage da lui richiesti durante l arco dell anno. Senza prospettive di cambiamenti, il mister degli Azzurri è stato relegato a semplice selezionatore. A complicare ulteriormente le cose, l incertezza sui tempi della giustizia e la richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura di Cremona nell ambito dell inchiesta sul calcioscommesse. Protetto anche dalle parole rassicuranti di Tavecchio, l ex allenatore della Juventus ha tirato dritto. E ora si appresta a portare a termine la prima missione. Ormai a un passo. E poco importa per il momento se l Italia gioca un football poco spettacolare. E ancora: se contro Malta è servita una rete con un braccio di Pellè e con i bulgari un rigore trasformato da De Rossi per portare a casa il successo. Il doppio exploit non cancella la mancanza preoccupante di gol, la condizione fisica inadeguata di Pirlo e le troppe sbavature difensive. Ma vale tantissimo. Perché quello che più conta è raggiungere il traguardo che, per l Italia, è vicinissimo. I cavalli migliori, d altronde, si vedono alla fine della corsa. Meglio vincere, senza divertire, che fare la fine dell Olanda. A un centimetro dall inferno. Una Nazionale, quella dei tulipani, nata per dominare. E che invece con ogni probabilità verrà estromessa da Francia Oppure ripetere il cammino della Croazia. Indicata dai più come una corazzata dalla quale prendere esempio, che dopo il pareggio con gli azeri e la debacle con i norvegesi, ora rischia addirittura lo spareggio. A premiare l Italia, fino a questo momento, la concretezza. Di una squadra che in pochi giorni e con il minimo sforzo, è stata capace di suggellare la qualificazione senza farsi tradire dalla pressione. Un segno inequivocabile che il carattere e gli attributi, alla Nazionale di Conte non mancano. Per il bel gioco, c è tempo. Per il momento i risultati danno ragione agli Azzurri. Contano i fatti e le chiacchiere stanno a zero. Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l Innovazione dell Agricoltura del Lazio

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