Settore Istruzione PROGETTO PEDAGOGICO DEL NIDO D INFANZIA DEL COMUNE DI BOLOGNA

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1 Settore Istruzione PROGETTO PEDAGOGICO DEL NIDO D INFANZIA DEL COMUNE DI BOLOGNA Settembre 2010

2 Indice Premessa p Finalità p Struttura organizzativa del servizio p Progettazione e organizzazione educativa del servizio p Criteri e modalità di organizzazione del contesto educativo p Criteri e modalità di relazione e partecipazione delle famiglie e del rapporto con il territorio p Criteri e modalità di funzionamento del gruppo di lavoro p Valutazione p Durata p. 19 2

3 PREMESSA Bologna è una città con abitanti di cui, al 31/12/2009, circa in età tra 0 e 2 anni. Il territorio cittadino è suddiviso amministrativamente in nove quartieri che presentano caratteristiche demografiche e socioeconomiche abbastanza differenziate. La situazione socio demografica delle famiglie bolognesi attualmente si caratterizza con una forte componente di famiglie monoparentali, la presenza di famiglie in cui almeno uno dei genitori è straniero, la prevalenza di famiglie in cui entrambi i genitori lavorano e un lieve, anche se costante nel tempo, incremento delle nascite. A fronte di una realtà sociale così caratterizzata, per prendersi cura delle famiglie e dei bambini della città e offrire una risposta sociale e educativa alle loro esigenze, l'amministrazione comunale ha realizzato e sostenuto la costruzione di una rete articolata di servizi per i bambini da zero a tre anni. I nidi d infanzia ne costituiscono la parte consolidata e maggiormente richiesta. Poiché il tasso di copertura dei servizi per la prima infanzia è diverso nelle varie zone cittadine, negli ultimi anni l Amministrazione comunale ha effettuato azioni di implementazione del servizio, compatibilmente con la struttura del territorio, allo scopo di rendere più omogenea la situazione dell offerta, anche attraverso il raccordo con il privato e privato sociale. La rete dei servizi per l'infanzia si basa oggi su una collaborazione tra i diversi soggetti che operano nei servizi, necessaria non solo per gli aspetti economici connessi all'ampliamento quantitativo dell'offerta e al contenimento dei costi, ma anche per gli aspetti di qualità dello sviluppo e della crescita dell'intera comunità. In attuazione della normativa regionale che prevede e definisce negli aspetti strutturali organizzativi e pedagogici i servizi per bambini da 0 a 2 anni, la rete comprende nidi comunali a gestione diretta, nidi comunali in concessione, servizi gestiti da privati autorizzati al funzionamento con posti in convenzione (nidi, piccoli gruppi educativi, sezioni primavera). A Bologna infatti, dal 1999 è in atto un sistema misto che si è potenziato attraverso il convenzionamento con soggetti del privato sociale e federati FISM a partire dal In questo sistema misto, nel quale ogni soggetto gestore ha titolarità e responsabilità del proprio progetto pedagogico, è indispensabile un lavoro paziente e costante di azioni coerenti che sostengano la costruzione di un tessuto comune ai servizi, facilitino il dialogo tra soggetti pubblici e privati, rendano vivace e partecipato il confronto attorno ai temi dell'infanzia, della crescita, dell'identità, della cultura del sapere e del saper fare, e rimettano al centro dell interesse della comunità il tema dell'educazione e dei valori da trasmettere alle nuove generazioni. La storia dei servizi per la prima infanzia a Bologna A Bologna il primo nido comunale (subito seguito da un secondo) viene aperto nel novembre del 1969, in un edificio donato da una famiglia bolognese, i Signori Patini. Inizia così la storia dei nidi comunali, allora definiti asili nido e non ancora regolati da normative nazionali. Dopo la legge del 1971, istitutiva del servizio, nella città si assiste all apertura di altri nidi e nel 1975 al passaggio dei nidi ex Onmi alla gestione comunale. Negli anni 70 e 80 l incremento è continuato, per poi attestarsi negli anni 90 e 2000 sui numeri della situazione attuale. Vari passaggi, istituzionali, organizzativo/gestionali e pedagogici hanno scandito la storia del servizio; per ricordarne solo alcuni: negli anni '70 la costruzione delle prime basi del nido come servizio socio- 3

4 educativo, la sua diffusione e un forte impulso della gestione sociale e della partecipazione dei genitori; negli anni '80 il consolidamento delle caratteristiche educative del servizio, la stabilizzazione del Coordinamento pedagogico, la prima definizione di coordinate comuni a livello cittadino, la formazione permanente delle operatrici; negli anni '90 l'approvazione del Regolamento, la stesura degli orientamenti educativi, la nascita delle nuove tipologie, le prime esperienze di scambio con altre realtà anche straniere, l attivazione del Laboratorio di documentazione e formazione; negli anni 2000 l'approvazione del nuovo Regolamento e della Carta dei servizi, la stabilizzazione del personale educatore, il radicamento della metodologia della progettazione educativa (N.B.Pro e P.E.S.) e, a seguito della Legge regionale, la sperimentazione di nuove opportunità per i bambini e le famiglie. L accorpamento del Laboratorio di Documentazione e del CD/LEI nel Centro servizi e consulenza Ri.E.Sco, caratterizzando maggiormente l insieme della attività di supporto alla documentazione, alla formazione e all'integrazione delle famiglie straniere nei servizi educativi e nelle scuole. Per definire il progetto pedagogico con le caratteristiche di seguito delineate, sono state necessarie alcune azioni costanti e progressive: la formazione del personale educativo e collaboratore, un lavoro di ricerca-azione sulla progettazione, l attenzione ai linguaggi e alla necessità di osservarne la nascita e lo sviluppo secondo metodiche precise, un progressivo affinamento degli strumenti della professionalità educativa di tutti gli adulti che lavorano al nido. In particolare l'attenzione alla competenza professionale del personale ha portato nei quarantanni di storia dei nidi, a dare grande importanza alla formazione e all'aggiornamento. Nei primi anni la formazione si basava sulla costruzione dei contenuti di una professione ancora in divenire, che poteva avere riferimenti teorici sull'evoluzione del bambino,sulle sue tappe di sviluppo, ma ancora pochi elementi su come calare queste conoscenze nella realtà quotidiana di un servizio dove più bambini e adulti erano gli elementi costitutivi, in continuo intreccio tra loro, della comunità educativa. Inoltre nel corso degli anni il lavoro educativo si è sempre più professionalizzato anche nei confronti dell'accoglienza dei genitori, prestando particolare cura all'aspetto della comunicazione. La complessità in cui sono immersi i servizi è frutto di diverse variabili a partire dalle modificazioni familiari e dai cambiamenti della società per finire ai percorsi evolutivi differenziati dei bambini. Le modalità e le strategie messe in atto per riuscire a conciliare positivamente la complessità sociale ed educativa con i bisogni dei bambini affidati al servizio hanno portato alla sperimentazione di un modello organizzativo e pedagogico capace di dare risposta ai bisogni in continua evoluzione. Esistono però alcuni punti fermi, sui quali è acquisita una condivisione a livello cittadino, che si possono considerare come elementi qualificanti del progetto di nido bolognese: l'organizzazione per gruppi/sezione con riferimenti definiti per età; la progettualità educativa che si sostanzia in particolare attraverso la cura dell'ambientamento, dell'organizzazione della giornata e del tempo, delle routine delle attività; l'attenzione alla crescita individuale all'interno di un percorso gruppale; il rapporto con le famiglie caratterizzato da uno stile di accoglienza e di ascolto; l'attenzione ai diversi contesti relazionali e alla loro integrazione; 4

5 lo stile di osservazione; la continuità istituzionale; il raccordo con il territorio; il gruppo di lavoro come strumento fondamentale per la qualità educativa; la formazione. Il presente Progetto Pedagogico di Nido si riferisce ai nidi comunali di Bologna a gestione diretta. Per la sua stesura ci si è avvalsi dei documenti di riferimento pedagogico citati in bibliografia, legati al lavoro di ricerca e riflessione svolto dal Coordinamento pedagogico negli ultimi anni, e dei principi definiti in alcuni documenti dall Amministrazione Comunale. Infine si è tenuto conto di quanto prescritto nella normativa regionale sui servizi educativi per la prima infanzia. 1. FINALITÀ Il nido d infanzia è un istituzione educativa che non accoglie solo il bambino 1 ma anche i suoi genitori, con i quali costruisce un alleanza educativa efficace per affrontare e gestire insieme i complessi processi di separazione, individuazione e acquisizione dell'autonomia. Per ogni bambino l incontro con il nido si configura come esperienza complessa che apre la strada alla costruzione di nuovi legami di relazione con i bambini e con gli adulti. In coerenza con la Convenzione Internazionale sui Diritti dell Infanzia, votata nel 1989 dalle Nazioni Unite, recepita dallo Stato Italiano con la Legge 176/1991, il nido d infanzia del Comune di Bologna intende rispondere ai diritti fondamentali dei bambini e in particolare a quelli di maggiore rilevanza nei primi tre anni di vita: il diritto all accoglienza; il diritto alla cura; il diritto al sostegno nella costruzione della dimensione sociale e cognitiva; il diritto a un integrazione rispettosa delle differenze. Diritto all accoglienza Al nido ogni bambino viene accolto e riconosciuto nelle proprie caratteristiche individuali da personale qualificato che sa prestare attenzione alla relazione triadica che si instaura al momento del suo ingresso (bambino-genitore-educatrice). Il nido predispone strategie e modalità di accoglienza che facilitano il distacco dalle figure familiari e permettono a ogni bambino di affidarsi alle educatrici, grazie alla presenza di un contesto adeguato e di un attenzione specifica alle modalità relazionali e culturali di ogni famiglia. In questa logica di accoglienza, le differenze trovano rispetto e valorizzazione, ed eventuali situazioni di disagio o di disabilità vengono affrontate in modo specifico ed efficace. Diritto alla cura Nei primi anni di vita ogni bambino ha diritto di essere curato come persona e di poter ricevere risposte adeguate sul piano del benessere psicofisico e relazionale. Il nido realizza questo diritto attraverso la predisposizione di un ambiente sicuro e gradevole che stimola ogni bambino a realizzare le proprie inclinazioni personali. Le attività di cura svolte quotidianamente sono intese come modalità di sostegno e di valorizzazione importanti e organizzate come momento di relazione e di sviluppo 5

6 cognitivo dei bambini, nel rispetto delle loro diverse potenzialità. Diritto alla costruzione della dimensione sociale Come prima esperienza di vita collettiva, il nido contribuisce a costruire l identità sociale di ogni bambino, determinando il suo futuro rapporto con gli altri e con le istituzioni. Il dialogo e il confronto sono utilizzati dagli adulti come strumenti di relazione e comunicazione che aiutano i bambini a sviluppare una dimensione sociale equilibrata. Il nido predispone inoltre situazioni educative mirate a collegare l esperienza diretta all elaborazione, individuale e collettiva, dei suoi significati emotivi e cognitivi, attribuendo alle emozioni un nome e una collocazione personale. Diritto al sostegno nello sviluppo dell identità Il nido sostiene concretamente il percorso evolutivo di tutti i bambini, senza soffocarli in una prematura adesione a modelli precostituiti, ma consentendo a ciascuno di sviluppare una propria identità originale, attraverso l ascolto, il dialogo, l analisi e la negoziazione collettiva, proposti dagli adulti come strumenti di relazione e di apprendimento. L ambiente educativo predispone occasioni di esperienza prevedono molteplici modalità d accesso, legate a diversi stili cognitivi. Diritto a un integrazione rispettosa delle differenze Tutti i bambini hanno diritto a crescere in un clima di uguaglianza e di pari opportunità e a condurre una vita soddisfacente nel rispetto delle scelte e delle identità individuali, anche in presenza di disabilità. Quando la diversità attiene a varie appartenenze culturali e religiose, il nido stimola i bambini e le famiglie a un confronto basato sul rispetto reciproco. Promuovendo contesti di integrazione autenticamente in ascolto dei bisogni individuali di tutti i bambini che accoglie, il nido offre la possibilità di sperimentare atteggiamenti di attenzione e di rispetto fin dalle prime esperienze di socializzazione. I bambini con disabilità trovano nel nido un ambiente disponibile e competente nell affrontare le problematiche specifiche e individuare percorsi e modalità di intervento personalizzati. In coerenza con quanto precedentemente affermato, l identità pedagogica del nido del Comune di Bologna si basa su alcuni valori condivisi che tracciano le direzioni dell intervento educativo: Promozione dell autonomia Partendo dall iniziale indifferenziazione sé/altro e giungendo alla consapevolezza di sé come soggetto in relazione, ogni bambino compie un processo evolutivo in cui l esperienza del mondo interno ed esterno, strettamente intrecciati, risulta fondamentale per sviluppare la consapevolezza della propria identità. Il nido partecipa alla costruzione dell identità, offrendo un ambiente di vita in cui l organizzazione dei tempi, degli spazi e dei materiali e la presenza e l atteggiamento degli adulti che comunicano attese positive e fiducia, facilitano l agire e il mettersi alla prova. Promozione dell elaborazione delle esperienze Evitando l accumulo delle attività educative, spesso destinate a rimanere incompiute ed essere velocemente dimenticate, si preferisce coltivare la qualità dei processi di elaborazione delle esperienze e le transizioni tra le diverse siutazioni di 6

7 apprendimento. Rispettando gli stili cognitivi individuali e creando occasioni di gioco e dialogo orientate alla condivisione e alla costruzione di codici comuni, il nido promuove l elaborazione interna delle esperienze, vissute individualmente e in gruppo. Promozione del gioco come centro dell esperienza formativa Il gioco è per i bambini una delle modalità principali per esprimersi, conoscere e modificare la realtà, che evolve con il mutare delle capacità e delle situazioni di contesto. Considerare il gioco come elemento portante dell esperienza educativa da zero a tre anni valorizza il pensiero e la capacità di azione e interazione dei bambini e consente di sintonizzarsi emotivamente con il loro immaginario. L intervento educativo del personale del nido si caratterizza per un atteggiamento positivamente orientato al gioco, capace di contenere le emozioni, ma anche di comunicare ai bambini curiosità, capacità di attesa e fiducia nelle loro potenzialità. Attraverso l osservazione delle condotte di gioco agite spontaneamente dai singoli bambini, l adulto attua interventi di promozione e di arricchimento, nel rispetto dei tempi e delle modalità individuali privilegiate, offrendo anche situazioni di interazione e confronto. Promozione della dimensione sociale e dell integrazione Il nido svolge una positiva azione per il superamento di stereotipi e pregiudizi che si realizza con l offerta di un luogo d incontro strutturato su criteri di rispetto reciproco. Nel modello di interazione sociale offerto, la specificità di ciascuno è oggetto di attenzione e il patrimonio culturale originario di ogni famiglia viene inteso come elemento identitario importante, da considerare nell approccio educativo. Il dialogo è la modalità comunicativa privilegiata che struttura l atteggiamento di ascolto e interazione utilizzato dal personale nei contatti quotidiani e nei percorsi e nelle occasioni di incontro che il nido progetta e propone ai bambini e alle famiglie. 2. STRUTTURA ORGANIZZATIVA DEL SERVIZIO L organizzazione I nidi del Comune di Bologna sono organizzati in sezioni per gruppi di età, identificate in piccoli, medi e grandi e in alcuni casi miste (per meglio rispondere alle richieste territoriali dell'utenza). Sono attive diverse tipologie di servizio, a seconda della capienza: nidi con due sezioni, con tre sezioni o con quattro sezioni. La sezione, che opera costantemente in dialogo con il contesto più ampio del nido, rappresenta il modulo organizzativo di base per l'attuazione del progetto educativo. Il personale di riferimento, i turni di lavoro, la programmazione del lavoro vengono concordati in incontri collegiali e in collaborazione con il coordinatore pedagogico. L'organizzazione del personale è funzionale a garantire la continuità degli educatori per il periodo di permanenza dei bambini. Gli orari ed il calendario Attualmente, nel territorio cittadino, sono presenti nidi tempo pieno e nidi part-time, aperti dal lunedì al venerdì, dalla seconda settimana di settembre fino all'ultima di giugno (comprese), con sospensione del servizio per le vacanze di Natale e Pasqua (per quelli a tempo pieno è prevista un'apertura del servizio anche dalla prima alla terza settimana di luglio su richiesta delle famiglie). 7

8 Il personale All interno dei nidi operano: educatori, che si occupano direttamente della cura dei bambini e della progettazione educativa; collaboratori, che si occupano della preparazione dei pasti e della cura degli ambienti, oltre ad affiancare gli educatori in particolari momenti della giornata. I coordinatori pedagogici di riferimento hanno sede nel Quartiere di appartenenza. L organico del personale educatore assegnato è definito sulla base del rapporto numerico educatori/bambini medio previsto dalla normativa regionale e contrattuale vigenti. In presenza di bambini disabili e in base alla valutazione dei bisogni, il numero viene incrementato per favorire l attività di sostegno ed integrazione in coerenza con il progetto educativo. Gli educatori (tempo pieno) svolgono un orario settimanale di 30 ore con i bambini, in 5 giorni lavorativi, operando su turni. Il restante orario, pari a 155 ore annuali, costituisce il monte ore ripartito in incontri collegiali, rapporti con le famiglie, formazione, altre attività. L organico del personale collaboratore tiene conto delle caratteristiche organizzative e strutturali del servizio. L'orario di lavoro settimanale è di 35 ore articolato in 34 di servizio frontale e 1 da destinare al monte ore, le cui linee generali si equivalgono a quelle previste per gli educatori. La programmazione del monte ore per tutto il personale, con la distribuzione delle ore nelle diverse attività, viene elaborata a partire da una circolare annuale cittadina e in accordo con il coordinamento pedagogico territoriale. I nidi sono dotati di norma di cucina interna, i pasti vengono quindi preparati quotidianamente dal personale collaboratore. Per i bambini tra i 3 e i 12 mesi si applica lo schema di divezzamento in accordo con la famiglia; per i bambini tra 1 e 3 anni si fa riferimento alle tabelle dietetiche elaborate da un gruppo tecnico (costituito da pediatri di Comunità dell Azienda U.S.L. e dalla nutrizionista del Settore Istruzione) e differenziate per il periodo invernale o estivo. Ogni mese il menu viene esposto nella bacheca, perché i genitori possano prenderne visione. Vengono applicate diete speciali per bambini con problemi sanitari, prescritte dal loro pediatra di libera scelta; le diete per motivi religiosi possono essere richieste direttamente dai genitori. Tutti gli alimenti sono certificati, privi di organismi geneticamente modificati, di conservanti e coloranti; il personale collaboratore applica l autocontrollo sulla base della normativa HACCP. La cura dell alimentazione e degli aspetti igienico sanitari della struttura assicurano il benessere dei bambini e la qualità del servizio. 3. PROGETTAZIONE E ORGANIZZAZIONE EDUCATIVA DEL SERVIZIO Il nido è caratterizzato dalla globalità delle situazioni, delle esperienze e dei materiali che sono proposti ai bambini secondo modalità adeguate alle esigenze di relazione e di apprendimento che caratterizzano i primi tre anni di vita. In particolare le proposte considerano: l unità mente-corpo come sintesi dei processi di maturazione biologica, affettiva e cognitiva; il movimento come strumento di conoscenza e di comunicazione; le potenzialità percettive che nei primi anni devono essere scoperte e sperimentate nei loro molteplici utilizzi; la dipendenza dell agire infantile al concreto contesto d'azione; 8

9 il lento passaggio da modalità conoscitive esclusivamente individuali ad altre più socializzate che si affinano nel secondo e nel terzo anno di vita. Pur contenendo intenzionalità precise, espresse nell organizzazione degli spazi, dei tempi, dei materiali, degli atteggiamenti degli adulti, l offerta educativa del nido cerca di mantenere la flessibilità necessaria per rispondere ai differenti bisogni dell utenza. L'organizzazione del lavoro educativo è oggetto di analisi e di progettazione da parte del personale del nido che si assume la responsabilità delle scelte e delle proposte offerte ai bambini e alle famiglie e ne verifica l efficacia, attraverso processi di autovalutazione e valutazione. Nella progettazione educativa, le acquisizioni derivate dall esperienza quotidiana e da una pratica costante con i bambini diventano ipotesi di lavoro da sottoporre a un controllo consapevole e a una verifica di efficacia che il nido svolge anche grazie alla presenza del coordinatore pedagogico. Progettare i propri comportamenti non significa predeterminare le azioni, i movimenti, le modalità di relazione con gli altri, ma prendere coscienza della necessità di costruire ipotesi da discutere e condividere nel gruppo e in seguito da articolare e tradurre in proposte operative. Fa inoltre parte della logica progettuale la comunicazione ai genitori delle intenzioni educative e delle modalità che si intendono utilizzare per realizzarle con i bambini. In questo senso la progettazione educativa considera anche le modalità più efficaci per comunicare ai genitori il lavoro svolto dal nido e stimolare atteggiamenti di valutazione e collaborazione produttivi. 3.1 CRITERI E MODALITÀ DI ORGANIZZAZIONE DEL CONTESTO EDUCATIVO Spazi Attraverso l'organizzazione dello spazio, che rappresenta uno dei primi elementi con cui il bambino interagisce entrando al nido, è possibile esplicitare le regole legate alle diverse funzioni degli ambienti e offrire punti di riferimento e di rassicurazione significativi. Al nido ogni bambino trova uno spazio personale, in cui è possibile lasciare tracce del proprio passaggio, e luoghi di gruppo, nei quali sperimenta situazioni collettive. Diventa così possibile integrare la costruzione di una propria sfera privata e personale con le prime esperienze collettive in cui la condivisione diventa a poco a poco partecipata. Gli spazi del nido vengono allestiti per rispondere al bisogno di intimità e di sicurezza emotiva presente nei bambini piccoli, ma anche per stimolarli ad esplorare e a conoscere l ambiente in cui vivono, in modo sempre più intenzionale e personale. Lo spazio della sezione svolge un importante funzione territoriale per ogni bambino e per i suoi genitori, diventando presto il luogo al quale fare riferimento e nel quale ritrovare le tracce della propria appartenenza al gruppo. Nel corso dell anno, in accordo con le preferenze e le modalità con cui i bambini utilizzano lo spazio, l organizzazione delle sezioni viene modificata, in coerenza con lo sviluppo delle competenze motorie, delle abitudini di gioco e di relazione osservate nel gruppo. Gli spazi collettivi e gli spazi esterni sono invece progettati e proposti come opportunità che ampliano le possibilità relazionali ed esplorative della sezione, offrendo situazioni di gioco particolari su interessi specifici. Materiali In stretto collegamento con l organizzazione degli spazi, il nido predispone l offerta dei materiali che svolgono un importante funzione di orientamento, stimolo e supporto al 9

10 pensiero e alle attività di gioco dei bambini. Gli arredi e gli oggetti del nido segnalano infatti a chi entra le possibilità d uso degli ambienti, suggerendo modalità di abitazione e di interazione congruenti con le intenzioni educative. Nella scelta e nella proposta dei materiali il nido considera le loro valenze sensoriali, affettive e simboliche e favorisce la costruzione di regole d uso che valorizzino la memoria delle esperienze dei bambini, in riferimento alle diverse fasce d età. La varietà dei materiali, finalizzata all offerta di una vasta gamma esplorativa e ludica, non risulta eccessiva o ridondante, perché l osservazione delle condotte di gioco consente agli educatori di dosare quantità e qualità degli oggetti a disposizione nei diversi spazi. Tutti i materiali presentano caratteristiche di qualità previste dalle normative sulla sicurezza, per poter essere utilizzati in autonomia dai bambini e sviluppare le loro preferenze individuali. In situazioni guidate, alla presenza degli adulti, vengono proposti materiali naturali e di recupero e oggetti di uso comune che arricchiscono l esplorazione sensoriale e stimolano attività collettive. Tempi L organizzazione del tempo quotidiano, connessa all esigenza di armonizzare i tempi e i ritmi del bambino con quelli dell istituzione, punta a offrire sequenze ricorrenti, che possono orientare anche i più piccoli. La scansione della giornata presenta una struttura regolare che consente di trovare punti di riferimento stabili e situarsi in un contesto temporale riconoscibile e prevedibile. In questa logica risultano molto importanti le routine, sequenze fisse di natura diversa, riferite a momenti organizzativi della giornata (entrata, uscita) oppure a bisogni fisiologici di cura del corpo (pasto, cambio, sonno). Attraverso il ripetersi quotidiano di questi momenti, nei bambini si affina l'esercizio della memoria e, conseguentemente, viene facilitata l acquisizione di regole temporali significative, perché legate all esperienza diretta. Nell organizzare la giornata educativa, il nido mantiene un attenzione costante ad alternanre e mantenere in equilibrio situazioni di piccolo e di grande gruppo e a offrire ai bambini un tempo disteso e una graduale gestione delle transizioni tra le proposte, per evitare un eccessiva frammentazione e la sovrapposizione di stimoli da rielaborare. Relazioni L atteggiamento relazionale degli educatori e di tutto il personale del nido è stabilito a livello collegiale su criteri pedagogici condivisi ed è oggetto di verifica e di valutazione rispetto alla sua efficacia educativa e comunicativa. Nel rispetto dei criteri fissati, ogni adulto personalizza le proposte di contatto e interazione con i singoli bambini, cercando di accogliere il loro bisogno di dipendenza e orientandoli all autonomia. In un ambiente caratterizzato da stili educativi diversi ma coerenti, nel quale si sente accolto in un rapporto personalizzato e privilegiato affettivamente, ogni bambino si accosta con serenità a situazioni e persone nuove, sperimentando attività esplorative e costruendo una positiva autostima e fiducia nelle proprie potenzialità. Ogni bambino, naturalmente orientato all'interazione, ha infatti una capacità precoce di comunicare con gli altri con modalità personali e comprendere sentimenti ed emozioni. La relazione con i coetanei è mediata dalle educatrici attraverso la predisposizione di situazioni di piccolo e medio gruppo, nelle quali è più facile l interazione tra pari, e un osservazione attenta degli atteggiamenti individuali che favoriscono o al contrario impediscono un contatto positivo tra bambini. Il conflitto viene accolto come processo necessario alla socializzazione infantile e affrontato con strumenti di negoziazione e dialogo adeguati alle diverse età, e da esperienze di gioco di coppia e piccolo gruppo nei quali i bambini possano sperimentare la collaborazione reciproca. 10

11 Proposte educative La qualità delle proposte educative del nido è legata all organizzazione e articolazione dell ambiente, ai tempi con cui si succedono e ai modi con cui vengono promosse e gestite dall adulto nelle sezioni, in relazione anche alle diverse età dei bambini. Tutti i momenti di cura quotidiana e di gioco rappresentano comunque occasioni educative importanti che devono essere progettate e realizzate in modo sempre diverso, legato alla specificità dei contesti e agli stili cognitivi e relazionali dei bambini. La varietà, la coerenza, la continuità e la significatività delle esperienze formative sono garantite dal lavoro di progettazione collegiale che seleziona e articola le proposte in modo da promuovere l autonomia e lo sviluppo dei bambini. Il progetto pedagogico del nido di Bologna promuove con particolare attenzione alcuni ambiti di esperienza: Ambientamento e attività di cura I primi contatti del bambino e dei suoi genitori vengono attentamente curati per iniziare una conoscenza reciproca orientata al rispetto. Colloqui con i genitori e momenti di visita agli spazi del nido sono modalità di primo incontro importanti che concorrono a costruire il percorso di ambientamento dei bambini, secondo modi personalizzati che cercano di rispettare gli approcci individuali. La flessibilità del momento iniziale intende comunicare a chi entra per la prima volta al nido un desiderio di accoglienza e la disponibilità a una relazione di scambio. Analogamente, in corso d anno e con i bambini che frequentano da tempo il nido, si dedica particolare attenzione ai momenti di routine che quotidianamente scandiscono i tempi della giornata. L entrata/accoglienza del mattino è una situazione particolarmente delicata, poiché in essa il bambino affronta il distacco dalla figura di riferimento familiare. Pertanto la coppia genitore-bambino viene accolta da un adulto rassicurante che offre una continuità affettiva e propone rituali di distacco e saluto facilitanti. Essere accolti nello stesso luogo e con tempi distesi che permettono un passaggio morbido dal genitore all educatore rassicura il bambino. Anche al momento dell uscita, il ricongiungimento con i familiari viene curato con la stessa delicatezza, mediante l attuazione di strategie educative facilitanti. Gli appuntamenti ricorrenti della giornata al nido sono considerati occasioni importanti per orientare i bambini rispetto al tempo e acquisire competenze specifiche legate alla cura del corpo e della persona, alla consapevolezza delle proprie capacità e alle prime autonomie. In questa logica l educatore sostiene il fare infantile, evitando di sovrapporsi ai bambini e incoraggiandoli a prendere l iniziativa e a portare a termine i compiti più facili, fornendo aiuto per quelli più complessi. Cibo e alimentazione Nella prima infanzia il cibo è un canale comunicativo importante che il nido cura con particolare attenzione in tutti i suoi aspetti, nutrizionali e di relazione. L alimentazione rappresenta infatti un esperienza di centrale importanza poiché simbolica di un vissuto non solo corporeo, ma anche psichico, e come tale inscritto nel più generale percorso dell autonomia infantile. Le modalità individuali di rapporto con il cibo derivano dalla relazione primaria mamma-bambino e dalle esperienze di nutrizione/incorporazione del primo alimento, il latte. Nel rispetto delle differenze individuali e dei diversi atteggiamenti nei confronti dell alimentazione, la finalità del pasto non è semplicemente quella di saziare il bambino, ma di proporgli un uso e una sperimentazione attiva della realtà. Nel modo di porgere il cibo, aiutare il bambino a mangiare, imboccarlo se molto 11

12 piccolo, o incoraggiarlo a nutrirsi da solo, emergono la cura e la relazione individualizzata, passano gesti intimi e accoglienti. L organizzazione degli spazi per il pranzo, il rapporto numerico adulto-bambini, gli oggetti, l apparecchiatura, la possibilità di scegliere un posto, fisso o variabile, nel loro insieme concorrono a rendere significativa e gratificante l esperienza del pasto. Nel primo anno di vita e in parte del secondo è privilegiato il rapporto individualizzato con l adulto, che svolge un ruolo di facilitazione e di relazione fondamentale. Anche in seguito, quando i bambini sono più autonomi e richiedono meno assistenza pratica per mangiare, i tavoli prevedono la presenza di un educatore che propone l esperienza del pasto in modo conviviale. Il corpo e le attività di movimento Lo sviluppo della motricità è parte fondante dello sviluppo delle funzioni psichiche e cognitive che determinano la costruzione dello schema corporeo e l uso e la produzione di nozioni astratte. Il nido sostiene lo sviluppo motorio infantile assicurando condizioni non solo ambientali, ma anche di relazione, affinché ogni bambino possa scoprire, di sua iniziativa e secondo i suoi ritmi, movimenti e posture da esercitare, utilizzare e abbandonare quando lo ritiene opportuno. Il nido progetta occasioni che favoriscono la ricerca di attività corporee e di movimento proprie di ogni bambino, senza forzare tempi o direzioni obbligate, ma offrendo esperienze motorie che lo portano a migliorarsi e sentirsi soddisfatto di sé. Consapevoli della sempre minore possibilità che i bambini di oggi hanno di sperimentare la propria corporeità in situazioni non strutturate, il nido offre ambienti di gioco liberi e situazioni informali che favoriscono un contatto positivo con lo spazio, interno ed esterno, da esplorare secondo modalità libere e non necessariamente finalizzate. Si vuole soprattutto offrire un contesto di vita capace di dare risposta al bisogno di scoperta e di azione, di espressione e di comunicazione che nei primi anni di vita trovano nella corporeità e nel movimento un canale privilegiato. I linguaggi e le attività espressive Una delle grandi conquiste del bambino della fascia da zero a tre anni è la progressiva capacità di comunicare attraverso i vari linguaggi che esplora e apprende per prove ed errori, attraverso la relazione con gli altri bambini e con gli adulti. Grazie alla conquista dei linguaggi, e in particolare del linguaggio verbale, le competenze sociali si affinano e il modo di gestire le interazioni si articola e si arricchisce. Accanto a una progressiva conquista delle parole, lo sviluppo della competenza simbolica e comunicativa prevede un uso più intenzionale anche dei suoni, dei segni grafici e dei gesti che vengono esplorati e acquisiti come elementi linguistici. Il nido offre contesti di gioco specificamente progettati per l esplorazione dei diversi ambiti sensoriali (sonoro, visivo, tattile, cinestesico ) e sostiene la successiva traduzione delle scoperte individuali in codici ristretti ma significativi che, oltre a favorire l interiorizzazione delle esperienze, aprono la strada alla costruzione di linguaggi personali e di gruppo. Attività di gioco con i suoni e con i colori, con i gesti e con il movimento sono ideate e proposte come opportunità di contatto e conoscenza che gli adulti osservano, per individuare le condotte infantili agite nel gruppo e promuoverle attraverso azioni di rispecchiamento e di rielaborazione condivisa. L attenzione ai linguaggi non è limitata ai momenti specifici delle attività espressive, ma si mantiene costante durante tutta la giornata al nido e in particolare nei momenti di routine, nei quali la relazione individualizzata adulto/bambino consente di cogliere 12

13 con più facilità le modalità comunicative personali e spontanee di ognuno. Programmazione educativa di sezione La programmazione educativa di sezione (P.E.S.) stabilisce in modo dettagliato le proposte rivolte ai bambini nell anno in corso, in coerenza con i riferimenti pedagogici che caratterizzano il progetto educativo del nido. Sulla base dell osservazione del gruppo dei bambini e degli obiettivi specifici relativi al loro sviluppo, gli educatori di ciascuna sezione definiscono le linee progettuali e le attività da sviluppare e verificare, secondo la scansione temporale concordata a livello cittadino. Per formulare la programmazione educativa di sezione gli educatori utilizzano uno schema contenuto anche nel Kit di Bordo, definito dal coordinamento pedagogico a seguito di un lavoro di confronto cittadino e ogni anno verificato e revisionato rispetto alla sua efficacia metodologica. La programmazione educativa di sezione, organizzata nelle tre scansioni temporali concordate, e articolata secondo voci essenziali, viene letta dal coordinatore pedagogico che la discute e l approva, autorizzando la sua comunicazione alle famiglie. Il coordinamento pedagogico cittadino analizza le programmazioni educative di sezione realizzate nei quartieri per confrontare le diverse modalità di lavoro educativo adottate nelle sezioni dei nidi e verificare con una riflessione allargata le strategie e gli stili educativi in atto nella città. 3.2 CRITERI E MODALITÀ DI RELAZIONE E PARTECIPAZIONE DELLE FAMIGLIE E DEL RAPPORTO CON IL TERRITORIO Come tutti i servizi per l'infanzia, il nido è un punto di sensibilizzazione, facilitazione e sostegno dei complessi flussi comunicativi che si sviluppano nelle famiglie quando nasce un bambino che si offre come luogo essenziale per la costruzione di una comunità educante capace di mettere in dialogo gli abitanti di un territorio. Per realizzare un clima di partecipazione consapevole e di comunicazione pluridirezionale, il gruppo degli operatori del nido predispone nella progettazione educativa i fattori organizzativi e comportamentali che possono facilitare atteggiamenti reciproci di fiducia, di disponibilità, e di corresponsabilità, da attuare in corso d anno e da verificare nei loro risultati specifici, apportando eventuali e necessarie modifiche. Consapevole delle diverse modalità di approccio delle famiglie, si utilizzano vari strumenti di comunicazione, per cercare di rendere chiare le proprie intenzioni educative, informare i genitori sull andamento della vita del nido e suggerire le modalità di collaborazione possibili. Espressamente indirizzata ai genitori è la scrittura della Programmazione Educativa di Sezione che ciascuna sezione elabora a scadenza trimestrale e che viene presentata in assemblea o in momenti dedicati, per comunicare le direzioni di lavoro specifiche per ogni gruppo di bambini. Il Regolamento del nido del Comune di Bologna prevede organismi e modalità di incontro che danno risposta a esigenze di partecipazione a carattere individuale e collegiale allargata (assemblea dei genitori) e ristretta e delegata (comitato). Per quanto riguarda la partecipazione a carattere individuale, oltre a una crescente attenzione per i momenti di contatto informale quotidiano (al momento dell'ingresso o dell'uscita del bambino) considerati essenziali nei loro aspetti relazionali profondi, il nido utilizza differenti strumenti di ascolto e dialogo con i genitori. Tra le pratiche più diffuse i colloqui individuali (proposti al momento dell ingresso e durante la frequenza 13

14 del bambino al nido), l allestimento di zone apposite per la comunicazione delle attività realizzate con i bambini, la messa a disposizione di strumenti di informazione tradotti in più lingue (bacheca,...) e l invito a passare una giornata o parte di essa nella sezione del proprio figlio. La socializzazione fra genitori e operatori è promossa anche attraverso la collaborazione per la realizzazione di iniziative collettive (feste, gite, pomeriggi di gioco con i bambini e di lavoro tra adulti) che consentono di sperimentare in modo emotivamente significativo l appartenenza alla comunità educativa. L atteggiamento del personale del nido è improntato a un ascolto funzionale a una comunicazione nella quale tutti possano esprimere il proprio punto di vista, nel rispetto dell organizzazione istituzionale ed educativa. I comportamenti degli operatori hanno un ruolo determinante nella facilitazione della partecipazione dei genitori alla vita del nido e vengono quindi concordati nel gruppo in sede di programmazione educativa. Le occasioni di carattere assembleare vengono proposte come momenti di informazione, discussione e collaborazione volti alla soluzione di problemi di carattere collettivo (che riguardano il gruppo nel suo complesso) o comunemente condivisi (se pur in modi diversi, da una pluralità di soggetti individuali). Vengono quindi proposti momenti assembleari per affrontare insieme tematiche educative di ordine generale che fanno parte di una nuova cultura dell infanzia, basata sull idea di una comunità educante che si assume la responsabilità educativa dei percorsi rivolti ai bambini. Oltre alle iniziative dei nidi, assumono particolare importanza le attività culturali che ogni Quartiere promuove nel proprio territorio, che possono costituire occasione di contatto per i bambini e le famiglie che abitano nello stesso luogo e che facilmente possono proseguire in modo autonomo e informale una relazione significativa. Le iniziative rivolte alla socializzazione delle famiglie sono importanti occasioni di crescita e sviluppo per i bambini che hanno bisogno di riconoscersi anche attraverso il rapporto con i coetanei e di sperimentare l esperienza sociale come elemento favorevole alla costruzione della propria identità. 3.3 CRITERI E MODALITÀ DI FUNZIONAMENTO DEL GRUPPO DI LAVORO L'organizzazione collegiale del lavoro Le modalità di lavoro collegiale degli operatori costituiscono l'elemento fondamentale del progetto pedagogico del nido. La capacità di confronto e di discussione, la disponibilità di ciascuno ad entrare in relazione con gli altri, ed eventualmente modificare il proprio punto di vista a favore di scelte condivise, consentono agli adulti del nido di lavorare in gruppo in modo costruttivo, integrando ruoli e specificità professionali. La condizione prima affinché il gruppo di lavoro possa funzionare al meglio è sicuramente la stabilità del personale, che sostiene la continuità delle riflessioni e delle esperienze. Tuttavia ci sono altri aspetti che si ritengono altrettanto utili: obiettivi comuni su cui lavorare; complementarietà del lavoro (suddivisione dei compiti e degli incarichi); responsabilità personale (ciascuno contribuisce partecipando per le proprie competenze); operatività delle decisioni; costruzione di una memoria di gruppo (archivio di esperienze riattivabile, memoria progettuale e generativa, anche avvalendosi di strumenti, quali la bacheca e il kit di bordo); intenzionalità e consapevolezza delle relazioni con l'esterno; capacità di percepirsi all'interno di un processo sempre attivo (volto al continuo miglioramento e responsabilizzazione). 14

15 In ogni nido sono previsti incontri collegiali periodici comuni a tutto il gruppo di lavoro, incontri di sezione o per diversi profili professionali, talvolta con la presenza del coordinatore pedagogico. Tali momenti sono programmati sulla base degli obiettivi concordati dal gruppo stesso, in linea con le indicazioni di Quartiere e cittadine, e in funzione di aspetti problematici su cui si ritiene opportuno il confronto. Per rendere funzionale il lavoro di discussione e confronto si definiscono: un ordine del giorno (concordato e preparato anticipatamente) e un orario di inizio e di fine, si cura la redazione di un verbale o di una sintesi dei punti emersi nell incontro, per ancorare l'assunzione di decisioni comuni, ragionate e motivate. Oltre agli incontri interni a ciascun nido si realizzano momenti di confronto a livello territoriale con la presenza dei coordinatori pedagogici di riferimento e/o del responsabile gestionale, con lo scopo di favorire la condivisione tra i gruppi di lavoro sia di aspetti organizzativi che di contenuto formativo. Ciascun servizio, a partire dal progetto pedagogico cittadino, elabora il proprio progetto educativo attraverso occasioni collegiali di confronto, progettazione, verifica e valutazione; al suo interno trovano uno spazio fondamentale le programmazioni di sezione. A supporto del lavoro di progettazione di equipe è presente in ogni struttura un kit di bordo, che contiene anno per anno tutta la documentazione riguardante gli aspetti organizzativi (organico delle sezioni, turni, suddivisione degli incarichi ecc.), di contenuto (sintesi degli incontri, programmazioni di sezione ecc.) e gli approfondimenti (circolari, linee guida cittadine ecc.), al fine di favorire il senso della condivisione interna e con il coordinatore pedagogico e l'inserimento costruttivo del personale nuovo assunto o che temporaneamente entra a far parte del gruppo. Gli strumenti progettuali Il lavoro educativo si può paragonare a un percorso circolare in cui osservazione (del contesto reale dei bambini), studio, programmazione, verifica, documentazione operano in equilibrio tra loro, con continui reciproci rimandi e sostenendosi l'uno con l'altro. Tale prospettiva è centrata su alcuni elementi chiave che qualificano lo stile educativo: la dimensione osservativa e di ascolto nei confronti dei bambini, l atteggiamento orientato alla ricerca e al cambiamento, la capacità di coniugare i dati di conoscenza acquisiti e continuamente da acquisire, la disponibilità a rimetterli in discussione per aprirsi al nuovo e al non previsto. La documentazione si collega fortemente alla competenza professionale degli educatori, in quanto consente di: mantenere le tracce del percorso educativo svolto; rileggere le esperienze con spirito critico, assumendo nuove angolazioni; far conoscere agli altri quello che si è fatto; fornire una memoria teorica e pratica, che permetta una costante circolarità tra i momenti di programmazione e verifica. La documentazione non serve solo a fissare ciò che si è progettato, ma è essa stessa strumento progettuale, che consente di interrogarsi sui significati del proprio intervento educativo, e di verifica di ciò che si è realizzato. Ogni anno il gruppo di lavoro definisce al suo interno i progetti di documentazione che intende realizzare e ne cura l elaborazione, avvalendosi degli strumenti presenti nel kit di bordo e delle risorse a disposizione. I progetti di documentazione, concordati con il coordinatore pedagogico, possono usufruire del supporto tecnico e metodologico del Laboratorio di Documentazione e Formazione del Comune di Bologna. 15

16 L'osservazione è uno strumento essenziale per gli educatori che facilita la realizzazione di uno stile relazionale in sintonia con le modalità comunicative dei singoli bambini. L'osservazione dei luoghi e delle modalità abitative dello spazio consente di organizzare l'ambiente in modo ottimale, individuando in itinere piccole e grandi modifiche da apportare e mettendo a fuoco gli interessi del gruppo, da strutturare in attività di gioco organizzate. Le osservazioni prendono in considerazione il quotidiano e i progetti speciali, nella convinzione che tutti i momenti della giornata al nido sono ugualmente importanti per i bambini. I materiali di osservazione redatti di singoli educatori (come testi scritti e audio-visivi) sono letti e analizzati in gruppo, in un tempo dedicato nel quale si confrontano i dati rilevati e le ipotesi che ad essi si collegano, al fine di concordare strategie educative condivise e progetti particolari da mettere in pratica nell anno educativo. Il confronto collegiale realizzato attraverso la discussione dei dati dell osservazione e dell auto-osservazione concorre in modo significativo alla qualità dei processi educativi che il nido realizza. L analisi della situazione, osservata secondo più punti di vista e con diverse modalità, consente infatti di formulare nuove ipotesi operative, da mettere in pratica e verificare, in una circolarità progettuale coerente con le intenzioni di partecipazione corale del lavoro educativo del nido. Osservare e osservarsi nelle azioni di ogni giorno, concordando in modo collegiale strumenti e metodologie adeguate, funzionali agli obiettivi conoscitivi, permette inoltre agli educatori di ri-giocarsi con più consapevolezza, sulla base di una conoscenza più analitica del proprio modo di essere e di stare con i bambini. Le risorse del gruppo di lavoro La formazione e l'aggiornamento costituiscono la base per la crescita del lavoro collegiale e facilitano la costruzione di un linguaggio condiviso. All'interno del servizio gli operatori attivano una produttiva rielaborazione delle nuove competenze acquisite, integrandole a quelle di base proprie e rendendole motivo di riflessione e di trasformazione della singola realtà. Nelle situazioni cittadine si riconoscono professionalmente come portatori di una identità pedagogica comune. Ogni anno l'amministrazione comunale predispone un piano formativo, rivolto al personale dei servizi educativi per la prima infanzia, definito all'interno del coordinamento pedagogico cittadino, tenuto conto dei bisogni rilevati ed emergenti e degli interessi espressi dai gruppi di lavoro. Il piano illustra: contenuti, obiettivi che si intendono raggiungere, tempi (periodo e orari), modalità di svolgimento, professionalità coinvolte. In linea di massima esso comprende: un percorso di formazione obbligatoria (20 ore), a carattere cittadino e rivolto a tutti i nidi comunali, che vede il coinvolgimento diretto dei coordinatori pedagogici con il supporto di esperti esterni, secondo una metodologia di approfondimento/ricerca/azione. Tale formazione si può sviluppare in percorsi pluriennali (come l'attuale progetto Linguaggi ed espressività al nido e svilupparsi per ambiti di approfondimento nei diversi quartieri; l'articolazione prevede l'alternanza di momenti di piccolo gruppo (di nido), di gruppo allargato, di momenti di confronto autogestiti, con il coordinatore pedagogico o con l'esperto; corsi di aggiornamento a scelta individuale (tra le 12 e le 15 ore ciascuno), a cui accedono anche i servizi privati autorizzati e convenzionati; per la conduzione ci si avvale di professionalità esterne; si incentiva inoltre il coinvolgimento di educatori che hanno maturato una particolare competenza in ambiti specifici, al fine di 16

17 favorire lo scambio diretto di esperienze e la diffusione di buone pratiche. Le proposte sono sia di tipo laboratoriale (attinenti in linea di principio con il tema della formazione di base obbligatoria) che teorico; si pone un'attenzione costante al tema dell'integrazione dei bambini disabili e all'intercultura; percorsi specifici per il personale collaboratore su temi alimentari e igienicosanitari. A completamento dell'offerta formativa si integrano in corso d'anno seminari e iniziative cittadine di aggiornamento organizzate dall'amministrazione; viene riconosciuta anche la partecipazione ad occasioni formative organizzate da altri enti o istituzioni qualora ci sia un particolare interesse e una connessione con le tematiche pedagogiche inerenti il servizio. La continuità Il sistema dei servizi educativi e scolastici di Bologna valorizza il percorso di crescita dei bambini e consolida l'idea di continuità, anche a livello pedagogico-istituzionale, sottolineando la necessità di coerenza negli obiettivi educativi. Tutti i bambini e le loro famiglie hanno infatti bisogno di trovare nelle istituzioni un respiro educativo ampio, capace di contrapporsi alla frammentazione dei tempi e delle esperienze che caratterizza la vita nelle città La diffusione delle informazioni e la promozione delle opportunità rivolte ai bambini e alle famiglie, a livello territoriale e cittadino svolgono un'importante funzione di sostegno alla continuità. Non si punta ad eliminare o omogeneizzare le differenze, né a strutturare un percorso unico, continuativo e lineare, ma invece si curano i passaggi e i collegamenti tra i vari ambiti di sviluppo e socializzazione. Il nido contribuisce alla costruzione dell'idea educativa di continuità dialogando con tutti i soggetti coinvolti nel processo di crescita con diversi ruoli e individuando modalità di collaborazione e condivisione. Per la realizzazione dei progetti il nido si avvale dei servizi educativi territoriali - spazi lettura, centri di attività psicomotoria, punti verdi, laboratori espressivi - attuando percorsi mirati e condivisi. Per la continuità con la scuola dell'infanzia opera su più livelli, attraverso: interventi che facilitano il nuovo inserimento dei bambini (conoscenza del nuovo ambiente e coscienza della propria storia); passaggio di informazioni fra educatori e insegnanti sui percorsi individuali; coinvolgimento dei genitori. Inoltre, educatori e insegnanti partecipano insieme a gruppi di approfondimento territoriali a carattere formativo con la supervisione dei coordinatori pedagogici di quartiere, allo scopo di facilitare lo scambio e l'incontro su tematiche comuni. Viene infine curato attentamente il rapporto con i servizi sanitari e sociali di base per la promozione e la salvaguardia del benessere dei bambini e delle loro famiglie. Permane cioè di sfondo il senso della comunità educante e l'intento di lavorare in rete per valorizzare le competenze genitoriali e una cultura dell'infanzia a sostegno di diritti e di potenzialità Il coordinamento pedagogico La presenza di coordinatori pedagogici che operano territorialmente nei diversi quartieri, raccordandosi a livello cittadino per quanto riguarda momenti di riflessione teorica su temi specifici, una delle migliori garanzie di qualità dei servizi educativi di Bologna. Il lavoro degli operatori - di auto-riflessione, osservazione, documentazione, confronto - trova infatti nella supervisione del coordinatore pedagogico un'opportunità indispensabile di verifica e di rilancio. 17

18 Le funzioni del coordinamento pedagogico territoriale comprendono: la responsabilità dei servizi educativi, che assicura la programmazione, l'uso ottimale delle risorse per il raggiungimento degli obiettivi, la valutazione dei risultati; il coordinamento specialistico, cioè la supervisione dell'azione educativa, l'aggiornamento del personale, la sperimentazione didattica, la ricerca, la relazione con le famiglie e con il territorio;, il supporto gestionale, per il coordinamento dei sistemi di qualità per l'implementazione di specifiche tecniche o per aree di attività specifiche, quali l'integrazione dei bambini disabili. Le azioni che afferiscono direttamente ai nidi sono: supporto alla progettazione, ai percorsi di autovalutazione, alla documentazione, con interventi periodici nei gruppi di lavoro; gestione di interventi a carattere formativo che possono rivolgersi non solo al personale dei servizi, ma anche ai genitori e in generale alle famiglie dei bambini che li frequentano; gestione della relazione con le famiglie, nelle situazioni che necessitano di un intervento sterno al gruppo del nido o di una mediazione pedagogica; supporto agli uffici del quartiere per le tematiche gestionali; partecipazione ai gruppi operativi e in generale supporto al gruppo di lavoro in caso di inserimento di bambini disabili; presenza nei servizi per momenti di osservazione; supporto ai progetti di continuità e al raccordo con i servizi educativi, culturali, socio sanitari del territorio; partecipazione agli incontri dell'organismo cittadino di coordinamento (CEDOC); partecipazione agli incontri del Coordinamento pedagogico provinciale; raccordo con il Settore Istruzione (Unità di coordinamento servizi prima infanzia); monitoraggio delle convenzioni in essere nel quartiere. Il coordinamento pedagogico cittadino (CEDOC), composto dai Coordinatori pedagogici che operano territorialmente e presso il Settore Istruzione, ha funzioni propositive e di elaborazione, di consulenza tecnico scientifica, di progettazione delle attività di ricerca e di formazione. E' suddiviso funzionalmente nel Cedoc nidi e Cedoc scuola dell'infanzia; ma opera anche in sottogruppi tematici trasversali (per es. sul tema intercultura o della disabilità per la definizione di linee cittadine relative alla formazione/aggiornamento annuale e per la definizione di progetti sperimentali e di ricerca. Gli incontri sono periodici, programmati a inizio anno e prevedono un ordine del giorno e la stesura di un verbale. Nel loro insieme, tutte le funzioni del coordinamento pedagogico contribuiscono a rendere le risposte dei servizi educativi sempre più efficaci e rispondenti alle esigenze che emergono progressivamente nella città che richiedono l'attivazione di processi di progettazione qualificati e innovativi, capaci di rispondere alle nuove esigenze delle famiglie e dei contesti di crescita, in continuità con la cultura dell'educazione che da tempo caratterizza il sistema pedagogico di rete. Ri.E.Sco Ri.E.Sco il Centro servizi e consulenza del Comune di Bologna, che unisce il Laboratorio di Documentazione e Formazione e il CD/LEI, Centro di documentazione 18

19 per una educazione interculturale. Il Centro ha l'obiettivo di raccogliere, mettere in rete e divulgare le migliori esperienze di innovazione didattica, di qualificazione della professionalità dei docenti e degli educatori, di diffusione di tecniche didattiche innovative, di documentazione delle buone pratiche realizzate sul territorio dagli operatori. Offre servizi di documentazione e consulenza, informazione, formazione, accoglienza delegazioni, organizzazione tirocini all'interno dei servizi, con un respiro cittadino e di collaborazione più ampia con Provincia, Regione e Università 3.4. VALUTAZIONE La valutazione è strettamente legata all'accrescimento della qualità dei singoli servizi e del sistema nel suo complesso (identità pedagogica). Saperla effettuare vale quanto saper redigere un progetto ed elaborarlo attraverso l osservazione e la documentazione, con le quali si intreccia in una forma di complementarietà e circolarità. In particolare, l'auto-valutazione è il luogo della rielaborazione del lavoro educativo nel gruppo; sollecita l azione di de-costruzione e ri-costruzione dell'identità educativa del contesto, favorendo l'emergere dei significati e la loro condivisione; assegna senso e valore agli eventi, processi e azioni messi in campo nella quotidianità e nel percorso annuale; consente inoltre di uscire dall autoreferenzialità per andare verso la leggibilità e la visibilità dell intervento svolto dal nido nel territorio. A Bologna, la verifica del lavoro educativo è oggetto da tempo di riflessioni all'interno dei gruppi di lavoro, condivise con il pedagogista e confrontate a livello cittadino, tuttavia la dimensione auto-valutativa in senso proprio è di più recente esplorazione e conoscenza. In continuità con i percorsi pluriennali sulla progettazione di nido e di sezione, è stato di recente elaborato uno strumento, alla sua prima stesura e quindi assolutamente migliorabile, che si propone di innescare un'attitudine degli operatori a questa pratica, intesa come opportunità di confronto sul lavoro educativo e non di una sua misurazione o di giudizio. Le voci dello strumento fanno riferimento all'indice del presente progetto pedagogico. La metodologia di utilizzo è la discussione in gruppo, da proporre nell interezza dello strumento ogni due-tre anni, lavorando nel periodo intermedio sugli aspetti di criticità. I coordinatori pedagogici sono a pieno titolo coinvolti nel percorso, in modo più o meno diretto a seconda delle fasi di lavoro, al fine di condividere gli elementi emersi (positivi e di criticità) e le nuove azioni che si intendono eventualmente mettere in campo. Complessivamente, la pratica della valutazione, che ci si propone di incrementare attraverso la sperimentazione dello strumento, intende rinforzare il valore e l utilità del confronto nel gruppo di lavoro di nido, rappresentando un'occasione, non formale, che ne rafforza l'identità. Il principio sotteso è pertanto la prospettiva di miglioramento sia dello strumento medesimo sia della qualità progettuale dei servizi. 4. DURATA Il Progetto pedagogico del Nido di Bologna è un documento coerente con il lavoro svolto dai nidi in risposta alle esigenze di bambini e famiglie, in continuo mutamento. Per questo la sua stesura sarà aggiornata (indicativamente ogni tre anni), anche sulla base delle considerazioni e delle revisioni proposte da Operatori, Coordinatori pedagogici, Amministratori e Famiglie. 19

20 Nota 1 Per non appesantire il testo, nella definizione del personale e dell'utenza del nido non si differenziata la doppia declinazione di genere maschile e femminile, nonostante la consapevolezza della maggioranza al femminile che caratterizza il personale educativo e collaboratore del nido, e il rispetto delle pari opportunità di bambini e bambine. Il presente documento è stato elaborato a partire dalle riflessioni e dai preziosi materiali prodotti negli anni dal Coordinamento pedagogico cittadino e dai Gruppi di lavoro dei nidi. Pertanto il ringraziamento per i contributi è allargato a molte persone, che ci auguriamo possano riconoscersi nel testo, e a tutta la città. Contributo prezioso per la stesura del Progetto pedagogico è stato inoltre l Indice, elaborato dalla Regione Emilia Romagna, in quanto ha dato il giusto input per lavorare insieme sui principi che guidano il pensiero e il fare educativo nei servizi per la prima infanzia. La redazione è stata curata da: Franca Marchesi, Nadia Fornasari e Franca Mazzoli, nell estate

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Scuola dell Infanzia Parrocchiale San Domenico Via C.P. Taverna n.6 20050 Canonica di Triuggio Tel.0362.997127 P.I. 00985860964 Pagina 1 di 7 PREMESSA E FINALITA La sezione primavera nasce, all interno della scuola dell Infanzia nel settembre 2007 come sperimentazione messa in atto dal Ministro Fioroni e continua fino ad oggi.

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