LE VIE DI COMUNICAZIONE. Immagini tratte dai libri: "Tra sbuffi di vapore e sferraglianti trenini" e "Sulla linea del tram Como-Lecco"

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1 LE VIE DI COMUNICAZIONE Immagini tratte dai libri: "Tra sbuffi di vapore e sferraglianti trenini" e "Sulla linea del tram Como-Lecco"

2 I tratti ferroviari sul Lario Prima della metà del 1800 si impiegava molto tempo a percorrere tragitti per i quali al giorno d'oggi ci si mette poco tempo, per esempio, prima della linea ferroviaria che passa per il traforo del Gottardo (risale al 1846), per percorrere il tragitto Milano - Lucerna, si impiegavano circa 28 ore, ora, grazie alle linee ferroviarie, si impiegano circa 5 ore.

3 L'avvento del vapore Nel 1807 l'americano Robert Fulton costruì la prima imbarcazione a vapore, e furono proprio i suoi allievi a costruire i primi battelli a vapore che si videro sul Lario. Nonostante questi battelli fossero veloci la società milanese di navigazione cominciava a non soddisfare piu i comaschi, era accusata di non rispettare gli orari delle corse, assumere personale poco qualificato, e non ultimo, di essere... milanese.

4 Il porto di Como Sin da prima del 1100 Como possedeva un porto, a questo porto attraccavano sia navi mercantili che militari. Il porto venne racchiuso successivamente anche nelle mura di Como, rimase in uso per diversi anni, ma nel 1870, quando si introdussero i battelli a vapore, si dovette costruire un altro porto, poiché i battelli a vapore non potevano entrare, sia per lo scarso fondale, si per le loro dimensioni.

5 I porti lacuali Quanto ai porti lacuali, la costruzione del Naviglio di Paderno, riattivando la navigazione dell Adda e conseguentemente le comunicazioni tra i paesi transalpini e Milano attraverso il Lario, accrebbe l importanza dei primi, facendo sentire a molti comuni la necessità de restaurarsi, ampliarsi e modernizzarsi.

6 I porti lacuali il Mazzagallo Greavedona, ad esempio, possedeva solo il molo detto di Mazzagallo. Tale opera nel passato era stata sufficiente a contenere le navi da guerra, prottette dal castello, ma, alla fine del 1700 era ridotta ad un ammasso di pietrame, per cui nel 1876, anche per altri motivi, si decise di costruire un altro porto.

7 Classificazione dei porti Riassumendo, nel 1833, i porti del Lario erano classificati così: Prima categoria: Sant Agostino, Como, Dongo, Gravedona, Colico, Domaso, Riva di Chiavenna. Seconda categoria: Cernobbio, Moltrasio, Urio, Carate, Laglio, Brienno, Argegno, Colonno, Lenno, Tremezzo, Cadenabbia, Maiolica, Menbaggio, Rezzonico, Musso, Blevio, Varenna, Bellano, Dervio, Colico, Onno, Torno, Malgrate e Lecco.

8 Classificazione dei porti Non ci si deve stupire che il porto di Lecco fosse considerato di seconda categoria, infatti, da quella città le merci passavano solo in transito verso i navigli. A questa classificazione del 1833 ne seguì u7n altra nel 1865 ed un altra ancora nel 1884, in base alla quale i porti venivano classificati in funzione del movimento merci effettuato nel porto medesimo.

9 Classificazione dei porti La classificazione dei pori a quella data era la seguente: Prima categoria: porti utili alla difesa milotare e alla sicurezza dello stato. La seconda categoria era a sua volta divisa in quattro classi. Prima classe: porti con movimento annuo non minore di tonnellate. Seconda classe: movimento annuo non minore di Terza classe: movimento non minore alle tonnellate e infine la quarta classe che comprendeva tutti gli altri porti.

10 Classificazione dei porti I porti di prima categoria erano a completo carico dello stato; quelli di prima classe erano per 80% a carico dello statoe per il 20% a carico della provincia; quelli di seconda classe erano per il 70% a carivco dello stato, al 15% a carico della provincia restante e per il 155 a carico dei comuni; per la terza classe il 40% era a carico stato, il 30% a carico della provincia ed il restante 30% a carico dei comuni. Nella quarta classe il carico invece era totalmente addossato ai comuni di pertinenza.