Dalla Pianificazione di Bacino alla programmazione degli interventi in Regione Liguria

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1 Legge 18 maggio 1989, n. 183, avente ad oggetto Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo Art. 17 (Valore, finalità e contenuti del piano di bacino). Il piano di bacino ha valore di piano territoriale di settore ed è lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni e le norme d'uso finalizzate alla conservazione, alla difesa e alla valorizzazione del suolo e la corretta utilizzazione della acque, sulla base delle caratteristiche fisiche ed ambientali del territorio interessato.

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3 Legge regionale 28 gennaio 1993, n. 9 «Organizzazione regionale della difesa del suolo in applicazione della legge 18 maggio 1989, n. 183»

4 Art. 15. (Contenuti del piano di bacino). 1. Il piano di bacino deve concernere: a) il quadro conoscitivo organizzato ed aggiornato del sistema fisico, delle utilizzazioni del territorio previste dagli strumenti urbanistici comunali ed intercomunali e dai piani delle Comunità montane, nonché dei vincoli, previsti: dal R.D.L. 30 dicembre 1923, n. 3267, dalla legge 29 giugno 1939, n. 1497, e successive modificazioni ed integrazioni, dal piano territoriale di coordinamento paesistico, dai piani dei parchi e delle aree di interesse naturalistico ed ambientale, nonché da altri piani statali o regionali e dagli altri piani territoriali di coordinamento regionali o provinciali ai sensi della legge regionale 22 agosto 1984, n. 39, nonché dai piani faunistici ed ittici; b) l'individuazione delle zone da sottoporre al vincolo di cui al R.D.L. 30 dicembre 1923, n nonché di quelle da esentare da tale vincolo, ai sensi dell' articolo 33 della legge regionale 16 aprile 1984, n. 22 ; c) la individuazione e la quantificazione delle situazioni, in atto e potenziali, di degrado del sistema fisico, nonché delle relative cause; d) le direttive alle quali devono uniformarsi la difesa del suolo, la sistemazione idrogeologica ed idraulica e l'utilizzazione delle acque e dei suoli; e) l'indicazione delle opere necessarie distinte in funzione: dei pericoli di inondazione e della gravità ed estensione del dissesto, del perseguimento degli obiettivi di sviluppo sociale ed economico o di riequilibrio territoriale, del ripristino fluviale in caso di particolari situazioni di degrado nonché del tempo necessario per assicurare l'efficacia degli interventi; f) la programmazione delle utilizzazioni delle risorse idriche, agrarie, forestali ed estrattive; g) la individuazione delle prescrizioni, dei vincoli e delle opere idrauliche, idraulico-agrarie, idraulico-forestali, di forestazione, di bonifica idraulica, di stabilizzazione e consolidamento dei terreni, degli interventi di ingegneria volti alla rinaturalizzazione degli alvei, degli argini, delle sponde e dei litorali nonché di ogni altra azione o norma d'uso o vincolo finalizzati alla conservazione del suolo ed alla tutela del suolo e delle acque dagli inquinamenti; h) le attività estrattive con particolare riferimento agli impatti generati sui sistemi idrogeologici, ecologico-ambientali, paesistici ed infrastrutturali; i) il proseguimento ed il completamento delle opere indicate alla lettera g) qualora siano già state intraprese con stanziamenti previsti in leggi; l) le opere di protezione, consolidamento e sistemazione dei litorali marini che sottendono il bacino idrografico; m) la valutazione preventiva, del rapporto costi-benefici, dell'impatto ambientale e delle risorse finanziarie per i principali interventi previsti; n) la normativa e gli interventi rivolti a regolare l'estrazione dei materiali litoidi dal demanio fluviale, lacuale e marittimo e le relative fasce di rispetto, specificatamente individuate in funzione del buon regime delle acque e della tutela dell'equilibrio geostatico e geomorfologico dei terreni e dei litorali; o) l'indicazione delle zone da assoggettare a speciali vincoli e prescrizioni in rapporto alle specifiche condizioni idrogeologiche, ai fini della conservazione del suolo, della tutela dell'ambiente e della prevenzione contro presumibili effetti dannosi di interventi antropici con indicazione delle fasce inedificabili a margine dei corsi d'acqua e delle distanze degli scavi, delle piantagioni, della viabilità e degli edifici dal piede delle sponde naturali o in muratura o di quello esterno degli argini artificiali, anche in deroga ai limiti di cui all'articolo 96 lettera f) del R.D. 25 luglio 1904, n. 523 ; p) le prescrizioni contro l'inquinamento del suolo ed il versamento nel terreno di discariche di rifiuti civili ed industriali che comunque possano incidere sulle qualità dei corpi idrici superficiali e sotterranei; q) il rilievo conoscitivo delle derivazioni in atto con specificazione degli scopi energetici, idropotabili, irrigui od altri e delle portate; r) il rilievo delle utilizzazioni per la navigazione, per la pesca od altre; s) il piano delle possibili utilizzazioni future sia per le derivazioni, sia per altri scopi, distinte per tipologie d'impiego e secondo le qualità; t) le priorità degli interventi ed il loro organico sviluppo nel tempo, in relazione alla gravità del dissesto, del degrado o dell'inquinamento; u) la classificazione delle opere idrauliche ai sensi del R.D. 25 luglio 1904, n. 523 e delle opere di consolidamento dei movimenti franosi in cui sorgono abitati, ai sensi del D.Lgs.Lgt. 30 giugno 1918, n. 1019, previste nei piani medesimi, nonché nei bacini montani ai sensi e per gli effetti dell'articolo 39 e seguenti del R.D.L. 30 dicembre 1923, n ; v) le modalità con le quali eseguire gli interventi di manutenzione ordinaria e la pulizia degli alvei da parte dei proprietari frontisti e dei comuni interessati; z) la individuazione delle sezioni caratteristiche del corso d'acqua ove rilevare periodicamente gli indici biologici con cadenza stabilita nonché dei siti significativi ove collocare centraline di rilevamento delle caratteristiche meteorologiche, dei deflussi e delle qualità delle acque.

5 Direttive, raccomandazioni e criteri emanati dall'autorità di Bacino Regionale concernenti la mappatura delle aree a rischio di inondazione: : raccomandazione n. 1: Metodologia per la mappatura delle aree soggette a rischio di inondazione : raccomandazione n. 7: Definizione delle fasce di inondabilità e di riassetto fluviale : raccomandazione n. 8: Redazione della carta del rischio idrogeologico nei Piani Stralcio di Bacino ; indirizzi per la riperimetrazione delle fasce di inondabilità nell'ambito della pianificazione di bacino stralcio per l'assetto idrogeologico

6 Piano di Bacino Stralcio del T. Bisagno: - studi propedeutici: giugno 1996-giugno 1998 (Provincia di Genova) -prima approvazione: 4 dicembre 2001 (Provincia di Genova) -prima variante sost.: 11 dicembre 2014 (Provincia di Genova) -seconda variante sost.: 29 luglio 2016 (Regione Liguria)

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8 Piano di Bacino stralcio del T. Bisagno.

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10 Prima versione del Piano di bacino approvato con Delibera del Consiglio Provinciale n.62 del 04/12/2001

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13 Piano di Bacino Stralcio del T. Bisagno (variante 2016): - Variante finalizzata a recepire i risultati dello studio idraulico di approfondimento affidato della Provincia di Genova - L incarico nasce dall esigenza, emersa in sede di CTB (parere 7/2012), di effettuare una ricostruzione dell evento alluvionale che ha interessato il Bisagno e il Fereggiano nel novembre 2011 e, di conseguenza, di effettuare un benchmarking del modello idraulico implementato. - Il tratto studiato del torrente Bisagno è quello a valle di ponte Feritore, e del rio Fereggiano, a valle di largo Merlo, codice utilizzato MIKE FLOOD (monodim accoppiato bidim.) modello digitale del terreno maglia 3x3, dati LIDAR e rilievi topografici

14 Evento 2011 Ricostruzione dell evento mediante modellazione accoppiata mono-bidimensionale (MIKE FLOOD). Taratura del modello: -Livelli in alveo; -Estensione aree allagate; -Tiranti in area urbana -Velocità di deflusso in area urbana -Timing dell evento Modello validato per l analisi dello stato attuale (eventi di assegnato TR) Definizione tiranti e velocità

15 Evento 2011 timing evento Modellazione 2D Intradosso copertura 12:30

16 Evento 2011-Benchmarking velocità deflusso Per il Rio Fereggiano è stato possibile utilizzare un filmato dove si osservano transitare diverse automobili in un tratto che ha una lunghezza pari a 8 m. Di conseguenza, è stato possibile stimare in circa m/s la velocità delle acque in tale tratto. Le velocità del deflusso stimate dal modello nel medesimo tratto risultano in buona concordanza con tale stima.

17 Tiranti idrici Via XX Settembre Modellazione 2D

18 Tiranti idrici - Piazza Verdi ore 13:59 Modellazione 2D: ore 14:00 Modellazione 2D: max tirante

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21 interventi in Regione Liguria

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23 Una corretta pianificazione consente di: - individuare correttamente le cause degli eventi che provocano danni; - caratterizzare il livello di rischio; - individuare le priorità di intervento secondo il livello di rischio - migliorare la qualità dei progetti; - aumentare la condivisione dei progetti da parte di tutti i soggetti interessati;

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