Una nuova impostazione sui temi della formazione ha caratterizzato l attività del Dipartimento della funzione pubblica nel corso degli ultimi mesi,
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- Ilario Giuliano
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1 Una nuova impostazione sui temi della formazione ha caratterizzato l attività del Dipartimento della funzione pubblica nel corso degli ultimi mesi, nuovi presupposti di partenza che hanno portato già a risultati concreti, come per esempio l emanazione della direttiva del ministro Frattini sulla formazione e valorizzazione del personale pubblico. Siamo partiti identificando una parola chiave : innovazione. 1. Legame che unisce l innovazione e la formazione L innovazione è ciò che fa crescere un organizzazione, è il motore della sua efficienza. Poiché l ingrediente principale delle innovazioni sono le idee, e le idee nascono nella testa delle persone, curare la qualità delle persone diventa un fattore strategico nelle politiche delle risorse umane. Sarebbe sbagliato pensare che gli attuali processi di cambiamento possano essere sostenuti con gli stessi strumenti e con le stesse modalità che normalmente si utilizzano per un ordinario processo di formazione o di gestione del personale. Per questo si è scelto di collegare sempre più strettamente gli interventi sulla formazione ai processi di innovazione organizzativa. In altre parole si sta cercando di strutturare un sistema che possa realizzare le innovazioni. Tutte le riforme che sono state messe in campo negli ultimi anni, i nuovi assetti istituzionali e normativi, i radicali ripensamenti di ruolo delle p.a., la crescita generale delle complessità, l evoluzione delle domande sociali che sono sempre più differenziate, tutto questo ha posto al centro della nostra attenzione la questione relativa agli strumenti che servono per realizzare un grande cambiamento che oggi non è più solo di livello normativo ma è un cambiamento di comportamenti e di culture di chi lavora nella p.a. Occorre una svolta culturale. La devoluzione in atto dei compiti e delle responsabilità, deve servire ad accorciare le distanze tra p.a. e cittadini, ed a migliorare la qualità dei servizi che vengono offerti ai cittadini. In effetti quello che oggi fa la differenza è la qualità del servizio e la qualità del servizio dipende in gran parte dalla qualità delle persone che lo producono. Quindi la formazione non può più essere una formazione qualsiasi, ma deve essere una 1
2 formazione integrata con gli obiettivi di miglioramento, in quanto nessun miglioramento potrà mai avvenire senza che ci sia personale adeguatamente preparato. Se ai processi formativi quindi non conseguono risultati di cambiamento organizzativo e di identificazione e condivisione delle persone coinvolte nei processi, la formazione non avrà raggiunto il suo obiettivo. Il Dipartimento in questi ultimi mesi ha prodotto dei risultati che rappresentano l espressione concreta di questa nuova impostazione. - il progetto Cantieri, che consiste in un metodo di lavoro su due linee di azione, i bacini dell innovazione e le azioni di sostegno. I primi sono progetti che si realizzano in partnership con altri soggetti pubblici e privati, i secondi sono servizi forniti alle p.a. per la sperimentazione e la valorizzazione di esperienze innovative. - il progetto Governance, sul riordino dei sistemi di programmazione bilancio e controllo, che sta sostenendo la cultura del controllo strategico e del controllo di gestione spostando l attenzione di dirigenti e funzionari dalle procedure ai risultati e all efficacia dell azione amministrativa - la linea degli accordi che il Dipartimento sta realizzando con una serie di soggetti pubblici e privati, mirati a migliorare l efficienza e l efficacia dell azione delle amministrazioni, anche attraverso idonei percorsi formativi e a sostenere le priorità che le amministrazioni stesse si sono autonomamente date, questa è una linea di attività che meglio di qualsiasi altra dà l idea della nuova missione del Dipartimento che si propone oggi come luogo istituzionale da cui perviene uno stimolo alla cooperazione e allo sviluppo della qualità e dell efficienza, per trasformare le idee in fatti tangibili di cui i cittadini si devono poter rendere conto - le azioni sul sistema formativo e quindi l emanazione della Direttiva sulla formazione e la valorizzazione del personale che introduce dei principi che diventano anche obiettivi da raggiungere, ed il recente protocollo sulla qualità 2
3 della formazione sottoscritto dalle scuole pubbliche nazionali per la p.a., che è nato nell ambito della linea d azione sul Coordinamento delle scuole. - infine le azioni di sistema, di cui si dà conto anche nel V Rapporto, che hanno la caratteristica di produrre risultati che si moltiplicano perché offrono modelli riproducibili che dilatando gli effetti della formazione. E il caso degli interventi cofinanziati dal FSE, previsti dai documenti comunitari per l ob.1 e per l ob.3, nell ambito dei quali il Dipartimento è responsabile delle misure destinate a sostenere le politiche di sviluppo delle risorse umane e il rafforzamento del sistema formativo per i dipendenti pubblici. Ma analoghe caratteristiche di sistema le ritroviamo anche in progetti recentemente finanziati con risorse nazionali. 2. innovazione nella formazione Se la formazione serve ad aiutare le persone a introdurre concretamente le innovazioni, allora è fuori di dubbio che la formazione deve auto-innovarsi e modificarsi. Come la p.a. non è una sola ma sono tante diverse p.a., così la formazione non è più una formazione sola ma tante tipologie di formazione. La formazione è un processo dinamico che deve ricercare sempre nuovi contenuti e nuovi metodi per sviluppare i requisiti e le capacità che servono alle persone per governare i cambiamenti senza farsi travolgere, il che richiede capacità straordinariamente sviluppate come per esempio quelle relazionali. La formazione deve puntare verso questo obiettivo, in particolare nei confronti della dirigenza. Peraltro assistiamo anche nel settore pubblico alla nascita di una nuova consapevolezza di responsabilità personale sullo sviluppo della propria carriera e ogni dipendente sta cominciando a ripensare se stesso in chiave di crescita professionale. Questo si dovrebbe riflette sulle amministrazioni obbligandole a fornire il supporto costante della formazione, a presidiare il know how interno, a capitalizzarlo, proponendo una formazione tagliata su misura sia sulle esigenze dei dipendenti che sugli obiettivi strategici. 3
4 Tutto questo impone alla formazione ma soprattutto alla funzione del personale, un profondo ripensamento e un adeguamento alle nuove esigenze che vanno dallo sviluppo delle competenze e dei percorsi di carriera individuali fino alla condivisione di valori e di comportamenti. Poiché ogni singolo individuo vorrà investire sempre di più nel proprio capitale intellettuale e nel proprio talento, ogni amministrazione deve cominciare fin da subito a focalizzare l attenzione sulla valorizzazione, complessiva e individuale, di questo immenso capitale immateriale che costituisce la sua vera ricchezza. La Direttiva Frattini Non è un caso se la direttiva è intestata oltre che per la formazione anche per la valorizzazione delle risorse umane, infatti in essa si dà molto spazio alla dimensione soggettiva della formazione nel senso che si invita spesso a considerarla come una variabile fortemente integrata con aspetti che hanno a che fare con la sfera personale, con le motivazioni, le attese, i comportamenti, le caratteristiche e i requisiti professionali e culturali delle persone. La direttiva Frattini è nata nella consapevolezza di uno scenario complesso, all interno del quale le amministrazioni pubbliche, pure in situazioni assai diversificate, si muovevano in modo poco coordinato e non sempre efficace, pur in presenza di una spesa per formazione oggettivamente rilevante. Si è preso atto che c è ancora molto lavoro da fare e ci si è posti alcuni obiettivi tra cui principalmente quello di migliorare la qualità. C è una parte molto consistente della direttiva che enuncia principi guida per la ricerca della qualità all interno dei processi formativi. L ottica della qualità deve informare tutto il ciclo di vita della formazione, cominciando dall analisi dei bisogni, e poi via via seguendo tutto lo sviluppo delle fasi del processo, fino alla valutazione dell efficacia. Sarà entro l anno diffusa una Guida sulla qualità, come previsto dalla direttiva, che potrà essere senz altro utile dal punto di vista operativo, ma che ha piuttosto una 4
5 funzione di richiamo e di monito all impegno che ogni struttura d ora in poi dovrà porre all efficacia e alla qualità nei processi formativi. Su questo tema l attenzione del dipartimento è altissima perché è strettamente collegato al concetto di investimento. Noi abbiamo ritenuto che il modo migliore per arrivare ad una formazione di qualità, quindi più efficace e meno costosa, fosse quello di puntare allo sviluppo della domanda interna. A volte è capitato che l offerta sia stata proposta e accettata indipendentemente dai bisogni effettivi delle amministrazioni e in quei casi è stata l offerta che ha condizionato la domanda. Bisogna fare in modo che questo non accada più e sfruttare tutte le possibili sinergie tra le organizzazioni pubbliche e tra quelle pubbliche e private. Il dipartimento si sta muovendo in questa logica di favorire lo sviluppo di un sistema articolato, dove fare sistema vuol dire massimizzare la qualità e minimizzare i costi. Introducendo qualificazione nella domanda ci aspettiamo di avere come conseguenza quasi automatica il miglioramento dell offerta. (per esempio un capitolato ben fatto, aiuta a formulare bene le offerte). Questo naturalmente comporta un forte investimento nella formazione di figure interne, competenti, stabili, capaci di percepire la domanda, gestirla, individuare le soluzioni migliori, scegliere gli interlocutori, valutare l offerta più qualificata e coerente. In altre parole ogni amministrazione deve imparare a fare bene il committente. (la direttiva parla di strutture ad hoc). La formazione infatti è un investimento, anzi è l investimento per eccellenza, la direttiva spinge perché essa sia utilizzata come investimento e non come costo, ma per essere tale deve essere formazione vera e non di facciata. Ovviamente il problema è collegato ai vincoli delle risorse, ma questo può essere superato con un diverso approccio alla spesa pubblica, e cioè con l idea che spendendo denaro per il miglioramento del personale, si sta facendo un investimento produttivo e non un acquisto di beni o di servizi. Il problema principale è quello di fare il migliore uso delle risorse, di spendere bene. E lo spendere bene è strettamente 5
6 collegato a quella garanzia di qualità degli interventi che è la linea guida di tutta la direttiva. La responsabilità dei dirigenti: c è un fortissimo e continuo richiamo alla capacità di gestire il personale da parte dei dirigenti dei quali è invece ben nota, sempre generalizzando, la scarsa attenzione alla formazione, considerata poco utile, o alla quale dedicare comunque poco tempo. Noi speriamo che la direttiva serva anche a legittimare la formazione inserendola tra le attività e le funzioni di rango. La dirigenza viene giustamente individuata come l elemento cardine per la realizzazione delle riforme. Gli indirizzi politici si devono infatti tradurre in obiettivi gestionali, dei quali la dirigenza deve rendere conto. E da sottolineare che viene in evidenza il ruolo dei dirigenti non solo nei confronti del vertice politico, ma anche nei confronti dei propri collaboratori. Ogni dirigente dovrebbe sentire di essere lui stesso un momento di confronto, di formazione e di crescita per i suoi collaboratori, dovrebbe essere in grado di promuoverne lo sviluppo professionale, e a sua volta dovrebbe essere valutato anche su questa capacità. Il diritto individuale alla formazione continua: la direttiva afferma il principio dell obbligatorietà della formazione che è una dimensione costante nella vita lavorativa di ciascuno di noi e pertanto deve essere considerata come un metodo permanente e non come un evento sporadico od occasionale. Quindi la formazione permanente è un diritto che deve essere assicurato a ciascun lavoratore, attraverso lo sviluppo di una seria politica del personale che valuti le potenzialità di tutti i dipendenti, sulla base di una vera e propria attività di programmazione della formazione. Per garantire l esercizio di questo diritto alla formazione permanente, molte amministrazioni si devono ancora attrezzare attivando sistemi interni di governo della formazione, prevedendo il rafforzamento o l istituzione di strutture dedicate per la programmazione, la gestione e la valutazione delle attività formative. 6
7 Gli indirizzi sulle politiche formative: la direttiva prevede che il Dipartimento predisponga ogni anno un atto di indirizzo sulla formazione, intesa non come strumento straordinario di gestione dell emergenza, ma come metodo permanente e continuo di interventi per creare valore nelle persone, valutabile nella sua qualità e nella sua efficacia. Ogni anno bisognerà quindi individuare le linee strategiche per garantire la coesione nell assorbimento delle innovazioni e nell attuazione delle riforme, il tutto in stretto raccordo con tutti i soggetti coinvolti, rappresentanti delle scuole nazionali, delle regioni, di enti locali, delle università, del settore privato, dei sindacati. Il 19 marzo il Ministro ha insediato la struttura di coordinamento prevista dal punto 9 della direttiva, e sono in via di costituzione i tavoli tecnici sui tre temi che sono stati individuati come prioritari dalla stessa cabina di regia, l analisi dei fabbisogni, il bilancio delle competenze e i crediti formativi. I progetti del dfp In questo primo anno il ministro Frattini ha dedicato molta attenzione al tema della formazione e tutto questo è avvenuto nei fatti, non solo a parole. Ha indicato priorità e metodi, ha promosso una nuova impostazione d intervento e ha avviato molte iniziative concrete che recepiscono proprio questa nuova impostazione. - la direttiva sulla comunicazione pubblica, - la direttiva sull AIR, - il protocollo d intesa dfp confindustria che ha lo scopo di sviluppare azioni comuni per l efficienza e la qualità dei servizi pubblici, favorendo lo scambio di buone pratiche tra pubblico e privato, 7
8 - nuovo bando per lo sportello unico, che presenta rispetto al passato la novità di coinvolgere le associazioni imprenditoriali e degli utenti, la compartecipazione dei comuni al finanziamento, l inserimento di meccanismi di premialità per le migliori realizzazioni, la presenza di un comitato di garanzia per verificare l effettiva attivazione degli sportelli, - un programma di formazione per dirigenti dello Stato, innovativo e sperimentale, che prevede una selezione di progetti formativi proposti dagli stessi dirigenti e la concessione di un bonus formativo come accade nel settore privato, - il progetto governance, per orientare alla idea guida della governance i sistemi di programmazione, bilancio e controllo di ministeri, regioni, enti locali. Il risultato atteso è quello della diffusione di una cultura di servizio agli utenti e l introduzione di competenze specifiche sui temi del controllo e della verifica dei risultati, oggi assai carenti in gran parte delle amministrazioni, a tutti i livelli istituzionali. - L iniziativa Cantieri, per accelerare i processi di innovazione nelle p.a., nasce in partenariato con soggetti pubblici e privati ed è un metodo di lavoro per arrivare a conseguire risultati concreti dando risposte pratiche a problemi pratici. Portale internet - Un vasto programma di formazione europea in vista del semestre italiano di presidenza della unione europea che coinvolgerà circa 2500 dipendenti di ministeri a tutti i livelli dai funzionari al vertice politico. - Un progetto in convenzione con l Uncem, denominato sportello per la montagna, che svilupperà un sistema formativo e di supporto operativo al personale dei comuni, degli enti e delle comunità montane per definire strumenti di gestione per lo sviluppo socioeconomico e l incremento della qualità della vita nei territori montani. - La formazione degli arbitri nelle controversie del lavoro pubblico, che è un progetto formativo sperimentale per creare un gruppo di 175 esperti da utilizzare nelle procedure di arbitrato come previsto dall accordo quadro del 2000, con il coinvolgimento diretto di 7 università e un bando di selezione aperto anche a giovani laureati disoccupati. 8
9 - I progetti di sostegno all e-government, per sostenere la capacità progettuale delle amministrazioni che partecipano agli avvisi dell action plan, in collaborazione con il dipartimento di Stanca. - Infine il progetto sulla comunicazione istituzionale, in applicazione del regolamento della legge 150, per realizzare interventi integrati mirati a produrre flussi di comunicazione interni ed esterni coerenti con le finalità istituzionali delle amministrazioni. 9
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