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3 Con il presente lavoro si vuole proporre un analisi dei fenomeni d illegalità riguardanti la materia "ambiente" (territorio, suolo, acque, aria e rifiuti) registrati nel territorio del Comune di Milano e la loro correlazione con gli strumenti di polizia messi in atto a scala locale. I dati di riferimento sono relativi all arco temporale che va dall anno 1996 all anno La classificazione e l analisi della distribuzione dei fenomeni illegali in campo ambientale e delle attività svolte dagli operatori (specialisti) di polizia ambientale della Polizia Locale di Milano consentiranno oltre che di analizzare il fenomeno dei comportamenti illeciti in campo ambientale anche di trarre alcuni elementi di riflessione in merito a una razionalizzazione delle azioni di polizia sia di natura preventiva sia di natura repressiva. La base di lavoro è costituita da una banca dati relativa agli interventi svolti sul territorio in materia d illeciti ambientali da parte di un unità di operatori specializzati in materia di polizia ambientale (S.U.O.S. Ambiente) in forza alla Polizia Locale del Comune di Milano. I metodi d informatizzazione e gestione dei dati sono illustrati nel capitolo cinque così come la tecnica statistica utilizzata per l analisi della distribuzione del fenomeno e i criteri di classificazione delle diverse fattispecie, inoltre nel capitolo sei si approfondisce la distribuzione dei fenomeni in esame, con particolare riferimento agli illeciti penali (delitti e contravvenzioni) prendendo in considerazione anche la loro distribuzione territoriale. I riferimenti normativi e i principi che hanno guidato il processo di analisi e classificazione dei dati sono illustrati nel capitolo 4 (procedure di polizia e funzionamento dei servizi di polizia locale) e nel capitolo 3 (fattispecie illecite individuate dalla normativa nel campo ambientale). Nel Capitolo due s introduce a caratteri generali il diritto ambientale vigente, comunque rimandando a un esame più approfondito del diritto penale ambientale al capitolo tre. Le conclusioni e l esposizione di alcuni elementi di riflessione sono riportate nel capitolo sette.

4 Gli illeciti Ambientali hanno una forte connotazione geografica, essendo questi strettamente legati al territorio (scarichi reflui abusivi e/o fuori norma, attività impattanti non autorizzate, abbandoni di rifiuti, abusi edilizi etc.). Pertanto tra gli elementi oggettivi che ne costituiscono la fattispecie, assumono di particolare importanza le componente spaziali ovvero la posizione sul territorio dei fatti in accertamento. Le territorialità degli eventi/records segnalati nell archivio fascicoli SUOS Ambiente, determina la possibilità di registrare in modo permanente la loro componente spaziale e di riferirla a un sistema di coordinate convenzionale. E stato così registrato tra le informazioni riguardanti ogni fascicoli l indirizzo (via e numero civico) del luogo che si riferisce ai fatti oggetto di controllo/verifica. Con questi presupposti, previo un ulteriore trattamento dei dati, si è associato all analisi statistica fatta nel capitolo precedente una visualizzazione cartografica delle attività di polizia ambientale svolte dal 1996 al 2009 dal Nucleo Ambiente della Polizia Locale del Comune di Milano. Quest ulteriore livello di analisi ha consentito di approfondire lo studio del fenomeno degli illeciti ambientali osservati nel territorio del Comune di Milano e ha inoltre fornito altri elementi di riflessione utile a un analisi sull evoluzione del lavoro specialistico di Polizia Ambientale (anni dal 1996 al 2009) e sull effettività delle azioni di controllo a scala locale in materia di ambiente oltre che di cogliere elementi utili a un supporto strategico del Servizio stesso. A tale scopo l indirizzo relativo a ogni fascicolo/record è stato trasformato in coordinate geografiche così da registrare in modo permanente anche la componente spaziale, riferita a un sistema di coordinate convenzionale. Quest operazione di georeferenziazione degli eventi associati ai record (i fascicoli) del database oltre che consentire la realizzazione di mappe a tema, grazie ai moderni strumenti di cartografia informatica (G.I.S. 46 ), permette di compiere analisi ed elaborazioni geografico statistiche particolarmente sofisticate. 46 G.I.S: Geographic Infomation System, in italiano Sistemi Informativi Geografici. Gli strumenti G.I.S sono dei sistemi informatici (monitor, calcolatore, software e dati cartografici) che consentono di analizzare un dato che per la sua natura ha una posizione spaziale relativa a uno specifico sistema di riferimento. I dati possono così essere messi in relazione tra di loro, con le caratteristiche del territorio di loro pertinenza e

5 Si è cercato così di produrre la visualizzazione per ogni analisi statistica proposta nel capitolo precedente. Inoltre i record che compongono il data-base dei Fascicoli della S.U.O.S. Ambiente possono costituire delle serie di dati che, previo opportuno trattamento, possono essere oggetto di un analisi statistico-geografica grazie a programmi G.I.S. Un analisi della distribuzione geografica di un fatto umano, quale quello legato al non rispetto di una norma giuridica, fornisce ulteriori elementi di riflessione per un osservazione di tipo sociologico: la distribuzione dei comportamenti nello spazio di un gruppo sociale. La presenza di fatti illeciti che direttamente insistono sul territorio, soprattutto se concomitante ad altri fenomeni sociali di degrado del territorio stesso, contribuiscono ad aumentare un generale stato di allarme sociale. Un analisi della distribuzione geografica di queste serie di dati consente di individuare trend geografici che meglio descrivono il fenomeno e può anche essere funzionale a una programmazione dei servizi di vigilanza del territorio sia a scopo preventivo sia a scopo repressivo, consentendo una razionalizzazione delle risorse. In questo modo sarà l estensione della distribuzione dei dati e la scala delle osservazioni a escludere o includere alcune porzioni del territorio, comunale o sovra-comunale, nella programmazione dei controlli. Si tratta di un ulteriore livello di analisi statistica noto come Crime-Mappping che verrà descritto nel paragrafo 6.3. Utilizzando le tecniche di geocodifica e di georeferenziazione. 47 dei programmi GIS si è così passati da un file in formato.dbf (quello utilizzato per le nostre elaborazioni statistiche a un file.shp 48 (shape ) i cui i singoli records corrispondono ai singoli fascicoli. Il file in formato shape consente di rappresentare il record come un punto posizionabile sopra una base topografica secondo un dato stesso sistema di riferimento geografico. con altri dati presenti nell insieme delle informazioni disponibili al sistema come per esempio elementi topografici, elementi geomorfologici, particelle catastali, la presenza di attività particolari, dati ISTAT etc.. 47 Con il termine geocodificare s indicano le operazioni svolte per associare a un indirizzo delle coordinate geografiche presenti in un database di riferimento. 48 Shp è un formato standard dei programmi GIS. formato shape (sviluppato e regolato da ESRI ) è un popolare formato vettoriale per sistemi informativi geografici.; con "shapefile" si indica di norma un insieme di file con estensione.shp,.dbf,.shx, che hanno in comune il prefisso dei nomi (per es. "laghi.*").

6 I records presenti nel file fascicoli.shp 49 hanno gli stessi attributi che sono stati utilizzati per l analisi statistica fatta nel capitolo precedente. Nella figura 6.1 si riproduce la rappresentazione geografica ottenuta dalla georeferenziazione degli indirizzi associati ai fascicoli: i punti corrispondenti alle coordinate geografiche delle località (indirizzi) associati a ogni fascicolo sono stati sovrapposti alle zone di decentramento amministrativo del Comune di Milano. Fig. 6.1 Distribuzione dei fascicoli aperti dalla SUOS nel periodo suddivisi per le aree di decentramento amministrativo del Comune di Milano. Zona di Decentramento Attività anni controlli/kmq media annua Sup_kmq controlli/kmq media annua ,9 9,56 30,5 2, ,6 12,7 36,1 2, ,7 14,2 27,3 1, , ,7 1, ,9 29,9 12,6 0, ,3 18,3 20,9 1, ,4 31,3 9,99 0, ,7 23,8 15,7 1, ,7 21,1 22,4 1,6 totale Ricordiamo che a ogni record corrisponde un fascicolo e a ogni fascicolo è associato l attributo indirizzo e tale indirizzo è a sua volta riportato nella colonna località presente nella tabella del data-base; l'indirizzo associato all'evento riportato nel fascicolo è localizzato su territorio grazie alle coordinate geografiche relative al punto corrispondente al numero civico dell indirizzo.

7 Il numero totale dei fascicoli georeferenziati (3489) per il territorio del Comune di Milano differisce dal numero totale di fascicoli (3530) in quanto alcune attività svolte dalla S.U.O.S Ambiente o riguardavano tutta la città (tipo delle campagne di censimento o altro) oppure si trattava di attività svolte fuori dal territorio comunale 50. Il controllo durante il periodo preso in considerazione (1996 distribuzione omogenea su tutta la città ) hanno una In analogia con quanto fatto nel Capitolo 5 di seguito vengono prodotte due schede riassuntive della rappresentazione cartografica degli illeciti ambientali rilevati dalla SUOS Ambiente nel territorio del Comune di Milano nel periodo anni : Scheda 6 a: Distribuzione geografica dei fascicoli rappresentativi dei controlli di polizia con conseguenze sanzionatorie amministrative (presenza di soli illeciti amministrativi). Scheda 5 b: Distribuzione geografica dei fascicoli rappresentativi dei controlli di polizia con conseguenze penali (procedure di accertamento di natura giudiziaria). Le schede sono comprensive di un breve commento descrittivo, nel capitolo 7 saranno poi riassunti i risultati per un analisi d insieme svolte fuori dal comune, 3 altro e 12 per tutta la città.

8 Scheda 6 a: Distribuzione geografica dei fascicoli rappresentativi dei controlli di polizia con conseguenze sanzionatorie amministrative (presenza di soli illeciti amministrativi) La visualizzazione cartografica dei fascicoli con conseguenze sanzionatorie amministrative mette in evidenza una certa densità degli illeciti verso le parti più centrali della città. La zona di decentramento amministrativo con la più alta densità d illeciti amministrativi (numero di fascicoli per chilometro quadro) è la Zona 1, centro città. La distribuzione geografica riflette comunque nel suo complesso la minore presenza d illeciti amministrativi (confronto con la scheda successiva) rispetto agli illeciti penali sul territorio in coerenza con le osservazioni statistiche fatte nella scheda 5b.

9 Scheda 6 b: Distribuzione geografica dei fascicoli rappresentativi dei controlli di polizia con conseguenze penali (procedure di accertamento di natura giudiziaria) La visualizzazione cartografica dei fascicoli con conseguenze penali mette in evidenza una maggiore diffusione di questi illeciti rispetto a quelli amministrativi; da una prima osservazione gli illeciti penali sembrano distribuirsi in maniera più ubiquitaria su tutte le zone. La zona di decentramento amministrativo con la più alta densità d illeciti penali (numero di fascicoli per chilometro quadro) è la Zona 2. La distribuzione geografica riflette comunque nel suo complesso la minore presenza d illeciti amministrativi (confronto con la scheda successiva) rispetto agli illeciti penali.

10 La seconda parte di quest analisi geografica è stata dedicata all applicazione delle tecniche di Crime-Mapping concernente gli illeciti penali, così da sperimentare l individuazione delle zone del territorio del Comune di Milano con particolare concentrazione geografica dei reati ambientali, i così detti hotspots : spazi o luoghi determinati indicatori di aree con particolare propensione alla concentrazione i fatti illeciti 51. Queste tecniche di mappatura di fenomeni illeciti è nota come Crime Mapping e trova la sua piena applicazione nell ambito della sociologia applicata 52. Queste tecniche, già da qualche tempo in uso presso i paesi di cultura anglosassone, hanno diverse applicazioni tra cui le principali sono: l analisi sociologica dei fenomeni di degrado, le valutazioni urbanistiche, la sicurezza e la pianificazione, l organizzazione dei controlli e la definizione di strategie di prevenzione. La base teorica per l applicazione di queste tecniche prevede la presenza di un elemento soggettiva (il dolo) del comportamento del soggetto agente. Sono pertanto applicazioni che anche nel nostro sistema penale possono essere adottate per lo studio di fenomeni d illegalità concernenti violazioni di norme penali. Occorre precisare che oltre che ai ben noti fenomeni di criminalità ambientale organizzata (le Ecomafie 53 ), buona parte degli illeciti ambientali penali (i reati ambientali) può essere ricondotta non tanto a un riprovevole comportamento del cittadino medio, come l abbandono generalizzato di rifiuti, ma piuttosto a una prassi adottata da alcuni soggetti appartenenti a categorie professionali (imprenditori e/o titolari d impresa) che scelgono di comprendere nel rischio d impresa anche la violazione della legge ambientale del caso, a volte giungendo perfino all abusivismo totale. Anche nel campo degli illeciti amministrativi la dove si parla di diritto amministrativo punitivo 54 non si può escluderà la presenza di un elemento soggettivo di dolo, eventualmente se si tratta di compiere delle analisi più circostanziate sarà il modello criminologico formulato appositamente a definire gli ambiti applicativi delle tecniche di riferimento o a richiamare altre teorie sociologiche non criminali per analizzare un comportamento umano deviante o non conforme alle regole. 51 Dal micro al macro e ritorno ; editoriale di E.Savona estratto da Rassegna Italiana di Criminologia 3, no, 1: 7-10, Dispensa del corso di Criminologia Applicata, prof. Ernesto Savona - Corso di Laurea in Scienze Sociali Applicate A.A , Università Cattolica del Sacro Cuore - Sede di Milano. 53 Ecomafia. I Predoni dell Ambiente ; A. Cianciullo e E. Fontana, Manuale dell Illecito Amministrativo Ambientale ; M. Santoloci e Stefania Pallotta, 2004.

11 E doveroso premettere che il termine anglosassone crime ha decisamente un significato diverso rispetto a come potrebbe essere inteso comunemente nella sua generica traduzione in italiano: crimine. Per gli autori di lingua anglosassone un crime (crimine) non è un reato percepito come particolarmente grave o violento dall opinione pubblica (un omicidio, una rapina o un fatto di reato particolarmente violento) ma semplicemente una delle tante condotte illecite punite però con la legge penale: per gli autori di lingua anglosassone crimes sono anche i furti d automobili, i danneggiamenti ma anche le risse, disturbi alla quiete pubblica e i graffiti su muri. Per gli autori e gli operatori del diritto italiano la terminologia che si riferisce a fenomeni illegali è molto più articolata. Chi si occupa di diritto penale e di criminologia è ben conscio delle molteplici variabili che contribuisco a generalizzare i termini dedicati a classificare nel linguaggio comune i reati: il sentore comune, il concetto di devianza, le illegalità diffuse, le violazioni di norme penali, le violazioni di norme amministrative, le violazioni di norme di diritto privato, le precisioni codicistiche del nostro C.P., ecc. Nel nostro diritto positivo (C.P. e leggi con sanzioni penali) è distinto il delitto dalla contravvenzione, tramite l indicazione del tipo di regime sanzionatorio da applicarsi al caso specifico 55, secondo una scelta di politica criminale che individua un certo valore di gravità dei diversi comportamenti illegittimi anche in considerazione di elementi soggettivi (colpa, dolo, attenuanti, aggravanti, recidiva etc.) e in relazione agli elementi attinenti a fatti di reato (circostanze) che poi concorreranno a determinare la pena in concreto. Oltre alle persone comuni anche i giornalisti e a volte gli stessi operatori del diritto spesso confondono i termini quali reato, delitto, crimine, multa, contravvenzione per non palare poi di termini quali delinquente, criminale, deviante, socialmente pericoloso, recidivo, delinquente abituale ecc 56. (Ponti, 1999). In sostanza gli autori di cultura giuridica anglosassone indicano come oggetto delle tecniche di Crime Mapping tutti quei fenomeni legati a un certo ambito geografico (anche a una piccola scala come una città, un quartiere etc.) che determina un intervento del law officer e che comunque richiedono un intervento di polizia sia repressivo sia preventivo. La possibilità di definire aree omogenee rispetto a un certo indice (di presenza o di probabilità) consente poi di studiare il fenomeno e valutare quali fattori sociali, logistici, geografici ecc.. incidono sulla sua frequenza e sulla sua intensità. Il risultato può consentire una valutazione di tipo tattico (organizzazione delle risorse dedicate alla prevenzione e ai controlli) o di tipo strategico (definizione delle tecniche d indagine per la repressione del singolo reato e la cattura dei probabili autori). 55 Vedi capitolo precedente 56 Compendio di Criminologia, quarta edizione. G. Ponti, 1999.

12 Il Crime Mapping definibile come l analisi e la descrizione della distribuzione dei fatti di reato nello spazio 57 ha origini da almeno 200 anni con momenti di particolare significato nel suo sviluppo. Già nel 1833 Andre-Michel Guerry pubblicò delle mappe con indicate la distribuzione di crimini violenti e dei furti nelle abitazioni nei vari Departementes della Francia. Nel 1862 Mayhew propose per la Città di Londra la definizione geografica di quartieri di ladri ; la sua analisi del territorio contribuì alla riorganizzazione della polizia locale londinese che tuttora si basa su quella particolare riorganizzazione. Un altro momento storico del Crime Mapping furono le sue applicazioni come supporto grafico alle teorie criminologiche del filone sociologico della scuola di Chicago (prima metà del secolo scorso) i cui massimi esponenti erano Shaw e McKay della School of Sociology dell University of Chicago, allievi del prof. Ernest Burgess di cui svilupparono le sue teorie ecologiche 58 nell ambito criminologico. Burgess propose un modello dinamico di sviluppo urbanistico di un tipico centro urbano U.S.A. per fasi e zone concentriche (Concentric Zonal Circle Model) 59, il modello di Burgess associa l evoluzione dinamico urbanistica all addensamento di diversi ceti sociali e alla comparsa di caratteristici comportamenti devianti (e criminali). Gli ultimi contributi interessanti della Scuola di Chicago sono di Brantingham P.J. e Brantingham P.L. che segnalano una certa longevità e persistenza di specifiche aree criminali in alcuni centri urbani nord-americani messa in evidenza da monitoraggi e da studi di durata decennale 60. Le teorie criminologiche ambientali hanno riscosso un nuovo interesse negli ultimi due decenni, grazie ad nuove idee nell ambito della sociologia applicata: la prevenzione del crimine attraverso la ridefinizione (design) degli ambienti (C.P.T.E.D 61 ) e il concetto di Spazio Difendibile 62 in combinazione con le teorie situazionali di Cohen e Felson 63 (1979) in quanto poste a fondamento e a riferimento di una branca della sociologia 57 Tradotto dalla definizione data in GIS and Crime Mapping di S. Chainey e J. Ratcliff, La Scuola di Chicago propone un modello sociologico per spiegare come i fattori ambientali, quali ad esempio il degrado urbano, in combinazione con fattori socio-economici che posso concorre a generare comportamenti devianti e/o criminali, caratterizzando così un dato ambito geografico; in estrema e approssimata sintesi i quartieri più degradati di un centro urbano concorrono ad attrarre soggetti che identificano tale area come un riferimento o comunque come un ambiente fatto per loro. 59 Burgess, 1925, citato in GIS and Crime Mapping. S. Chainey e J. Ratcliff, Brantingham e Brantingham, 1981; in GIS and Crime Mapping. S. Chainey e J. Ratcliff, Crime Prevention Trough Environmental Design: Brantingham e Brantingham, 1981; in GIS and Crime Mapping. S. Chainey e J. Ratcliff, Vedi nota Routine actuvity theory, Cohen e Felson 1979; citato in Become a Poblem Solving Crime Analyst in 55 Step di R.V. Clarke e J. Eck. Jill, 2003.

13 applicata definita dagli autori anglosassoni come crime science 64 che in italiano è tradotta come scienza della criminalità 65. Le principali 66 teorie di riferimento della moderna criminologia ambientale e della scienza della criminalità sono la Crime Pattern Theory di P. e P. Brantingham (1998), la Routine Activity Theory di Cohen e Felson (1979) e il Crime Triangle di R.Clarck e J. Eck (2003). Nell ambito dell analisi dei reati ambientali possiamo anche fare riferimento a modelli criminologici classici per descrivere il comportamento (o la scelta di comportamento) contro le leggi di tutela dell Ambiente da parte di un particolare soggetto. Una prima valutazione criminologica secondo un approccio sociologico (teorie sociologiche 67 ), non può che riconoscere il modello economico-razionale proposto da Becker 68 come quello più attinente ad analizzare i soggetti protagonisti dei fenomeni esaminati nel presente studio. Secondo Becker alla base dell agire criminale vi è una forte componente di calcolo e una razionale analisi dei costi-benefici connessi alla commissione del reato 69. E indubbio che una scelta basata su una valutazione delle conseguenze penali derivanti dal non rispetto delle norme ambientali fatta da un imprenditore secondo la propria formamentis (valutazione costi-benefici) porta, a chi non si fa scrupoli, a optare per un rischio d impresa accettabile ancorché caratterizzato da possibili conseguenze penali, specie se contenute. Anche le teorie delle associazioni differenziali e quella della criminalità dei colletti banchi proposte da Sutherland 70 possono bene adattarsi a descrivere gli elementi che 64 Become a Poblem Solving Crime Analyst in 55 Step di R.V. Clarke e J. Eck., Termine indicato da E. Savone ed S. Caneppele, in Problem Solving e Analisi Criminale - Dispensa del corso di Criminologia Applicata, prof. Ernesto Savona - Corso di Laurea in Scienze Sociali Applicate A.A , Università Cattolica del Sacro Cuore - Sede di Milano. 66 Dispensa del corso di Criminologia Applicata, prof. Ernesto Savona - Corso di Laurea in Scienze Sociali Applicate A.A , Università Cattolica del Sacro Cuore - Sede di Milano. 67 Esistono applicazioni delle tecniche GIS che si occupano della analisi di fenomeni criminali del tipo seriale (omicidi, stupri ma anche incendi dolosi) dove una maggiore conoscenza di componenti psicologiche vengono considerate nella strutturazione del modello analitico del fenomeno studiato, questi pertanto provano a dare una dimensione spaziale a teorie criminologiche del filone psicologico, come per esempio fanno le applicazioni GIS nel Criminal Profiling. Si tratta del cosidetto Geographic Profiling o tecniche di profilo geografico propone un metodo per delimitare un area geografica quale probabile luogo di residenza del reo, autore di una serie di crimini. Questa tecnica comporta la combinazione di elementi di tipo qualitativo, derivanti dalla applicazione delle teorie della psicologia ambientale e della geografia comportamentale, ed elementi di tipo quantitativo, ricavati dalla applicazione di tecniche geografico-statistiche quali la centrografia e l analisi di prossimità. E singolare il fatto che i vari tools dei GIS dedicati al Criminal Profiling vengono mutuati dalle applicazioni GIS del Animal Movent già proprie delle tecniche GIS della Biologia Applicata 68 Tutti fanno calcoli nell intraprendere la propria attività, lo fanno i professori come gli ingegneri; si vanno a calcolare i benefici che derivano da questa attività, proprio come si calcolano i possibili benefici che possono derivare da attività illecite come il furto la corruzione o il crimine organizzato (Becker, Da Ponti, 1999 vedi nota seguente). 69 Compendio di Criminologia ; G. Ponti, Shuterland, 1940 da Compendio di Criminologia ; G. Ponti, 1999.

14 spingono a commettere reati contro l ambiente 71 da parte di soggetti che comunemente non si definirebbero come soggetti criminali e che come tali loro stessi non si ritengono. La loro scelta è inoltre rinforzata dalla consapevolezza di non essere soggetti a forte reazione sociale: per troppo tempo e tuttora tali soggetti sono indicati dalla gente, e dai media, sempre che se ne interessi, come disonesti o furbetti più che come criminali o delinquenti (termini pregni di disapprovazione sociale). A queste nuove idee si sono parallelamente sviluppate nuove analisi circa la distribuzione dei reati nello spazio (approccio statico) e nel tempo (approccio dinamico) in relazione alla presenza d elementi direttamente connessi alla natura del comportamento dell autore del fatto di reato, o meglio del fatto offensivo. Per esempio alcuni studi mettono in relazioni l analisi del numero e della distribuzione di taluni reati con la presenza d elementi tipici di specifiche zone del territorio urbano come appartamenti con o senza sistemi anti-intrusione, villette a schiera, parcheggi custoditi, illuminazione pubblica, edifici abbandonati, servizi di vigilanza privata, cantieri non custoditi e/o abbandonati, punti d aggregazione, dati statistico sociali, comunità locali particolarmente attive e presenti ovvero presenza di agenzie informali di controllo sociale (per esempio gli oratori delle parrocchie ), ecc. E questo metodo di analisi e quello a cui fa riferimento la criminologia ambientale applicata, o scienza della criminalità 72, il cui perno è proprio l analisi della distribuzione spaziale di una serie di eventi penalmente illeciti: appunto il crime mapping. La distribuzione spaziale di un gruppo omogeneo di eventi è correlabile a fenomeni macro come società, economia e diritto. Questa diversa scala di osservazione è presente anche nell ambito della criminologia: la criminologia quale scienza generalmente (nella nostra realtà italiana) dedicata allo studio dei singoli comportamenti criminali (criminologia clinica) che, secondo una direzione micro è orientata più a occuparsi dell autore di un reato e della sua propensione a delinquere più tosto che ad analizzare le opportunità a delinquere concesse alla generalità dei soggetti appartenenti alla società generalizzata. 73 Si tratta d informazioni che possono facilmente essere caratterizzate da attributi geografici e che spesso sono già raggruppate nei database della Pubblica Amministrazione (Uff. tecnico del Comune, Settori tecnici delle Provincie ecc.) che ormai di prassi gestiscono le loro informazioni tramite i G.I.S. Ho così applicato allo studio dei reati/illeciti ambientali un metodo di analisi proposto già più di 200 anni fa, che si è evoluto nella tecnica del Crime Mapping, tecnica ormai 71 Anche altri reati ambientali più o meno connessi con l abbandono di rifiuti, quali le discariche abusive, il traffico di rifiuti, la gestione illegale dei rifiuti, etc.. possono fare riferimento alle teorie sociologiche criminali proposte da Shuterland. 72 La Scienza della criminalità è da considerarsi una branca della Sociologia Applicata vedi nota Dal micro al macro e ritorno ; editoriale di E.Savona estratto da Rassegna Italiana di Criminologia 3, no, 1: 7-10, 2009.

15 consolidata nel modo anglosassone nell ambito della criminologia applicata grazie anche all uso degli strumenti G.I.S. Per questo livello di analisi il campione è stato ridotto ai soli anni , al fine di eseguire un osservazione più vicina in termini temporali alla situazione vigente. Si è scelto il 2006 in quanto, come accennato nel capitolo 3, il legislatore nel tentativo di riordinare la normativa ambientale ha emanato il D.L.vo 152/2006 noto anche come Testo Unico Ambientale. L analisi di densità è stata svolta tramite l individuazione degli hot-spots 74 calcolati con il pacchetto Spatial Analyst del software GIS CrimeStat III messo a disposizione dal National Institute Of Justice, Washington D.C. U.S.A 75 secondo il metodo del kernel-density proposto da S. Chainey e J. Ratcliff 76. In analogia con quanto fatto nel Capitolo 5 di seguito sono prodotte due schede riassuntive della rappresentazione cartografica degli illeciti ambientali rilevati dalla SUOS Ambiente nel territorio del Comune di Milano nel periodo anni : Scheda 6 c: Analisi di densità dei controlli con conseguenze sanzionatorie amministrative nel campo degli illeciti ambientali, anni Scheda 6 d: Analisi di densità dei controlli con conseguenze penali nel campo degli illeciti ambientali, anni Le schede sono comprensive di un breve commento descrittivo, nel capitolo 7 saranno poi riassunti i risultati per un analisi d insieme. 74 Vedi nota CRIMESTAT III, a spatial statistics program for the analysis of crime incident locations (v 3.2), Ned Levine & Associates, GIS and Crime Mapping: cap. 6 Identifying Crime Hotspots, S. Chainey e J. Ratcliff, 2005.

16 Scheda 6 c: Analisi di densità dei controlli con conseguenze sanzionatorie amministrative nel campo degli illeciti ambientali, anni CRIMESTAT III a messo in evidenza la presenza di alcuni hotspots degli illeciti amministrativi verso le aree centrali della città di Milano, in particolare la Zona di decentramento 1 del Comune di Milano appare la più predisposta a essere la sede di particolari fenomeni di addensamento degli illeciti amministrativi. Lo stesso risultato è evidenziato dal calcolo delle densità utilizzando come riferimento l area di pertinenza delle diverse zone di decentramento espresse in chilometri quadrati. I valori minimi di densità si registrano per le zone 5 e 9 (0,4).

17 Scheda 6 d: Analisi di densità dei controlli con conseguenze penali nel campo degli illeciti ambientali, anni CRIMESTAT III a messo in evidenza la presenza di alcuni hotspots di reati ambientali in diverse Zone di decentramento della città di Milano, in particolare le Zone di decentramento 3 e 2 del Comune di Milano sembrano costituire un complesso areale particolarmente predisposto a essere la sede di particolari fenomeni di addensamento di reati ambientali. Lo stesso risultato è evidenziato dal calcolo delle densità utilizzando come riferimento l area di pertinenza delle diverse zone di decentramento espresse in chilometri quadrati. I valori minimi di densità si registrano per le Zone 7 (0,9).

18 Tutti i dati emersi ed esposti in questo studio possono, se letti in coordinamento tra loro, fornire degli elementi di sintesi e di riflessione sulla situazione relativa agli illeciti ambientali rilevati nel comune di Milano dalla S.U.O.S. Ambiente della Polizia Locale del Comune di Milano. Un primo elemento di riflessione emerge dalla combinazione delle analisi statistiche relative alle diverse tipologie d illeciti, amministrativi e penali, con delle variabili di confronto: la popolazione residente, le attività commerciali (esercizi di vendita) e le Industrie Insalubri. Si tratta di tre variabili che possono dare delle valide indicazioni socio-geografiche in relazione alla presenza degli illeciti ambientali oggetto del presente studio: la popolazione residente espressa come abitanti/kmq (chilometro quadro) la cui geolocalizzaione consente di avere valori specifici per ogni zona di decentramento; le attività commerciali, anche esse espresse grazie alla geolocalizzazione come attività commerciali/kmq (comm/kmq), le Industrie Insalubri (Ins./kmq) anche esse espresse grazie alla geolocalizzazione in termini di numero di attività insalubri per chilometro quadrato. Le attività commerciali sono tutte quelle attività che esercitano commercio, sia alimentare sia non alimentare e sia all ingrosso sia al dettaglio, mentre le Industrie Insalubri sono tutte quelle attività, già individuate dal Testo Unico delle Leggi Sanitarie (T.U.L.S.) 77 in combinato disposto con il D.M. 5 settembre , oggetto di controllo da parte delle autorità locali in quanto attività produttive particolarmente impattanti all esterno (Min. Sanità) con esternalità di vario tipo (scarichi idrici, fumi, gestione di materiali inquinanti etc ). I dati derivano dai censimenti statistici effettuati dal Comune di Milano 79 e sono disponibili on-line sul sito del Comune di Milano. Grazie alla possibile geolocalizzazione (definizione della posizione geografica) sia degli illeciti sia delle variabili di confronto si è potuto confrontare le diverse variabili e correlare i dati attraverso delle tabelle. 77 Regio decreto 27 luglio 1934, n D.M. 5 settembre Ministero della Sanità: Elenco delle Industrie Insalubri di cui all art. 216 del Testo Unico delle Leggi Sanitarie, in G.U. 20 settembre 1994, n. 220 S.O. e 10 dicembre 1994 n. 228, S.O. 79 Comune di Milano Settore Sistemi Integrati per i Servizi e Statistica.

19 I dati sono stati tutti riferiti alle Zone di Decentramento Amministrativo (Zone) del Comune di Milano e normalizzati sulla base dell estensione areale di ogni zona espressa in chilometri quadrati. Le tabelle, una per ogni combinazione variabile di riferimento - tipologia d illecito (amministrativo o penale) per un totale di 6 tabelle, sono state poi comparate con i risultati dell analisi spaziale (gli hotspots descritti nel paragrafo ). In ogni tabella sono messi in evidenza i primi due valori massimi (rosso il primo e arancio il secondo) e il valore minimo (verde) di ogni variabile mentre per le zone di decentramento è stata messa in risalto l eventuale particolare presenza di hotspots così come segnalata nelle schede 6c (illeciti amministrativi) e 6d (reati ambientali). Ogni tabella infine è ordinata, in ordine crescente, secondo i valori della variabile di confronto. I dati sono infine riassunti in delle schede. Questo tipo di analisi a messo in evidenza una correlazione diretta tra la densità degli illeciti penali ambientali e la densità di Industrie Insalubri : in particolare le Zone di decentramento 3 e 2 del Comune di Milano che dall analisi spaziale descritta al capitolo 6 sembrano costituire un complesso areale particolarmente predisposto a essere la sede di particolari fenomeni di addensamento di reati ambientali, sono anche quelle zone caratterizzate dalla più alta densità (presenza) di Industrie Insalubri. La correlazione sussiste anche per i valori minimi. Un analogo risultato si ottiene per la Zona di decentramento 1 ma dal confronto tra la presenza di attività commerciali e la densità controlli di polizia ambientale con conseguenze sanzionatorie amministrative. I dati riguardanti la popolazione residente non sembrano avere particolari correlazioni con i controlli di polizia ambientale con esito positivo. In definitiva si può correlare la presenza di attività sanzionatoria amministrativa con le attività commerciali mentre le attività di polizia con conseguenze penalistiche trovano una maggiore correlazione con le attività d impresa classificabili quali attività di tipo Insalubre.

20 Scheda 7.1 : Confronto con la variabile Popolazione Residente. Fascicoli con sanzioni amministrative. Fascicoli con conseguenze penali.

21 Scheda 7.2 : Confronto con la variabile Industrie Insalubri. Fascicoli con sanzioni amministrative. Fascicoli con conseguenze penali.

22 Scheda 7.3: Confronto con la variabile Attività Commerciali. Fascicoli con sanzioni amministrative. Fascicoli con conseguenze penali.

23 Un secondo elemento di riflessione emerge dalla valutazione in merito alle Attività di Polizia Ambientale svolte dalla S.U.O.S. Ambiente della Polizia Locale di Milano. In particolare attraverso un analisi dei dati esposti nel capitolo 5 si è cercato di compiere delle ulteriori valutazioni relative all efficacia/efficienza dell azione di polizia svolta dal nucleo specializzato di polizia ambientale della Polizia Locale del Comune di Milano. Attraverso la riorganizzazione dei dati relativi al conteggio dei fascicoli si è stati in grado di valutare una produttività in relazione al numero di controlli con conseguenze sanzionatorie amministrative o penali (controlli positivi). La seguente tabella raggruppa e riorganizza i dati relativi ai controlli per anno: Si possono così dare dei valori di produttività (riscontri positivi sul totale) sia in termini assoluti sia in relazione alle diverse attività di polizia svolte. Nella tabella seguente sono ricalcolati gli indici di produttività per ogni anno di attività.

24 Questo tabella se resa in forma grafica (diagramma) consente di osservare come la S.U.O.S. Ambiente tenda a consolidare negli anni la sua attività di polizia in relazione alle funzioni di polizia giudiziaria, mentre le attività di polizia amministrativa (sempre parametrate sui riscontri positivi) sembrano ricoprire più un ruolo marginale se non addirittura di freno la dove si consideri l attività di polizia giudiziaria come elemento specializzante delle attività di polizia ambientale. Per semplificare la lettura dei dati si è utilizzata la tecnica delle medie mobili, ridefinendo valori medi sui tre anni di attività:

25 Nel campo degli illeciti ambientali nel territorio del Comune di Milano, sulla base dell analisi dei fascicoli relativi alle attività di polizia svolte dalla SUOS Ambiente della Polizia Locale del Comune di Milano, sembrano prevalere comportamenti illeciti sanzionati penalmente rispetto a comportamenti illeciti a cui seguono sanzioni amministrative. Inoltre nel territorio del Comune di Milano sembra esservi una correlazione diretta tra la presenza di attività d impresa classificabili come Attività Insalubri ai sensi dell art. 216 del T.U.L.S., in combinato con il DM 5/10/1994, e i reati ambientali. In particolare attraverso l uso di tecniche di crime mapping, che sono applicazioni geografico-statistiche usate dalla sociologia applicata, le zone di Decentramento amministrativo 2 e 3 del Comune di Milano mostrano una particolare predisposizione ad essere sede di reati ambientali, data la presenza di diversi hotspots di tali fattispecie criminose. A tale particolare predisposizione alla concentrazione geografica coincide inoltre la presenza di alti valori di densità delle Attività Insalubri sopra descritte. Le tipologie prevalenti dei reati penali rilevati dalla S.U.O.S Ambiente negli anni dal 1996 al 2009 sono riconducibili a condotte illecite associabili a attività produttive il cui controllo implica una particolare attività specialistica di polizia giudiziaria.

26 Al fine di mantenere e implementare i livelli di efficienza della S.U.O.S. Ambiente, quale unità specialistica di polizia ambientale, ma soprattutto al fine di una maggiore efficacia della tutela dell Ambiente svolta dalle norme ambientali penali, sembrerebbe opportuno rivedere le funzioni e la programmazione delle attività specialistiche della Polizia Locale del Comune di Milano. Si potrebbe pensare di indirizzare le attività di controllo di polizia amministrativa al personale non specializzato di polizia locale che già è organizzato per Comandi suddivise per zone di decentramento, assegnando al personale specialistico della S.U.O.S. Ambiente un ruolo di coordinamento e d intervento sussidiario nell ambito delle attività di polizia amministrativa. Inoltre in considerazione della particolare vocazione delle Zone 2 e 3 alla presenza di reati ambientali, si potrebbe ipotizzare di istituire presso in rispettivi Comandi di Zone delle micro unità specialistiche di polizia ambientale (1 o 2 agenti e/o ufficiali) per un azione più incisiva a livello micro-locale. Come emerge dai dati l azione della SUOS Ambiente in termini di efficacia raggiunge maggiori livelli di produttività nel settore dei reati ambientali (illeciti con conseguenze penali) ovvero in quelle attività d indagine sia su delega (Procura della Repubblica) sia su iniziativa nell ambito dei reati ambientali (attività di polizia giudiziaria). Tra le attività principali in fase di accertamento degli illeciti penali ambientali, riveste una particolare importanza la piena comprensione delle dinamiche amministrative e tecniche che fondano l ambiente di sviluppo dei fatti per cui si procede. Gli ambienti di sviluppo degli illeciti ambientali, oltre che avere una componente strettamente geografica legata al territorio di pertinenza, si caratterizzano da un alta specificità sia dal punto di vista tecnico (impianti di trattamento rifiuti, cantieri di riqualificazione urbanistica, arre soggette a vincoli paesaggistici, bonifiche siti contaminati etc..) sia dal punto di vista documentale/procedurale (autorizzazioni, verbali di conferenze di Servizi multi settoriali, progetti e piani, referti analitici, procedure amministrative etc), Occorre pertanto che il livello di efficienza della S.U.O.S. Ambiente della Polizia Locale di Milano sia mantenuto con un programma di specializzazione e formazione in continuo (working in progress) che consenta inoltre ad aumentare le potenzialità operative in materia di attività di polizia ambientale specie nel campo penale. Bisogna inoltre considerare che potrebbe, specie in una prima fase più strettamente investigativa, non essere opportuno coinvolgere soggetti, ancorché pubblici e con funzioni di UPG, esterni rispetto agli uffici/servizi procedenti. L'approccio tecnico in fase giudiziaria che un ente di controllo amministrativo tende ad adottare è influenzato dal modus operandi che adotta nella sua prassi quotidiana, i controlli amministrativi, infatti, fondano sul confronto e sul contraddittorio con l'interessato,

27 cosa poco congeniale a logiche operative di natura giudiziaria-investigativa: le azioni di valutazione e studio degli elementi raccolti/osservati durante le prime attività d indagine hanno la necessità di un certo grado di autonomia e riservatezza. Sia chiaro che non si vuole sostituire o mettere da parte gli organi amministrativi che hanno le loro specifiche qualifiche di polizia giudiziaria ma, ricordando che la loro qualifica di p.g. è da intendersi come un evoluzione giudiziaria della loro attività di controllo amministrativo, con la nostra proposta si vuole invece potenziare la capacità investigativa autonoma propria della S.U.O.S. Ambiente. Inoltre in Lombardia a seguito della L.R. n. 14 del 6 agosto 2010, la Regione ha sollevato il Direttore Generale dell ARPA 80 di identificare direttamente gli operatori preposti alla vigilanza e al controllo ambientale per assegnare loro la funzione di Ufficiali di Polizia Giudiziaria. Ha seguito di tale novella normativa, lo scorso dicembre (2010), vi è stata la revoca dei decreti di nomina della qualifica di UPG e al momento non è ancora chiaro se tali funzioni per il futuro saranno, in Lombardia, svolte dai tecnici ARPA. Pertanto sia per ovviare a eventuali vuoti di attività ausiliaria di supporto sia per le esigenze di autonomia e di specializzazione si potrebbe pensare un affiancamento tecnico tramite una consulenza tecnica continuata con funzioni sia didattiche sia ausiliarie, in tematiche ambientali (suolo acque, rifiuti) e giuridico-giudiziarie nel campo degli illeciti ambientali. L esperienza pratica e le attività svolte nell ultimo periodo hanno portato in più occasioni a coinvolgere tecnici esterni alla S.U.O.S. Ambiente in qualità di ausiliari di p.g. o di Consulenti Tecnici della Procura e il cui coinvolgimento a fatto apprezzare agli stessi operatori della SUOS un sostanziale contributo in merito alla migliore comprensione della fattispecie e a un forte ausilio in termini di efficacia degli atti di natura giudiziaria prodotti in seno a diversi procedimenti sia su iniziativa sia su delega da P.M 81. Oltre che di un supporto di natura tecnica, la consulenza tecnica continua avrebbe la funzione di studiare e proporre una serie di strumenti e procedure (o l adozione di alcune tecniche di base) utili all implementazione della produttività e dell efficacia del lavoro svolto dalla S.U.O.S. Ambiente. Non bisogna inoltre trascurare la possibilità che la metodologia operativa che si acquisirebbe con la messa in pratica delle tecniche di polizia ambientale (specie nella cura del metodo scientifico di acquisizione di tracce, del rilievo dello stato dei luoghi e della refertazione delle tracce) possa essere di supporto e di appoggio ad altre attività di natura investigativa/giudiziaria svolte da altre specialità della Polizia Locale del Comune di Milano. 80 Agenzia Regionale per la Protezione dell Ambiente. 81 In allegato si riportano degli esempi di relazioni e elaborati prodotti dalla collaborazione tra la SUOS Ambiente e tecnici nominati dalla procura della Repubblica o direttamente dalla stessa SUOS Ambiente quali CT ex art. 359 c.p.p. e/o ausiliari di p.g. ex art. 348 c.p.p..

28 La Consulenza Tecnica Continua indicativamente avrebbe le seguenti funzioni: Valutare e proporre procedure e metodiche di sopraluogo, repertazione, congelamento e descrizione della scena criminis in materia d illeciti ambientali; Proporre della modulistica e delle check list a supporto di un modus operandi specialistico di polizia ambientale; Curare l aggiornamento giuridico/tecnico relativo alla normativa Ambientale (Acque, suolo e rifiuti) fornendo estratti e modalità operative degli strumenti di legge; Instaurare contatti e collaborazioni con altri corpi/strutture di polizia ambientale di altre amministrazioni (Corpo Forestale dello Stato e Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri in particolare) al fine del continuo aggiornamento sullo stato dell arte ; Occuparsi come tutor del corretto apprendimento delle nozioni di base in materia di Ambiente e delle Scienze della terra per quanto d interesse in materia di polizia ambientale e predisporre dei manuali interni in grado di fornire la base didattica, a uso di tutto il corpo di Polizia Locale, per le nozioni di polizia ambientale, Svolgere mansioni di supporto tecnico-scientifico alle attività proprie della SUOS Ambiente quale ausiliario di p.g. ex art. 438 del c.p.p.

29 Diritto Penale dell Ambiente, seconda edizione. L. Ramacci, 2009 CEDAM Padova. Il Codice dell Ambiente, diciottesima edizione. S. Maglia e M. Santoloci, Casa Editrice La Tribuna, Piacenza. Prontuario delle violazioni in materia ambientale. R. Bertuzzi e N. Alleruzzi, 2009 Irnerio Editore, Piacenza. Tecniche di Polizia Giudiziaria Ambientale. M. Santoloci, 2009 Diritto All Ambiente Edizioni, Roma. Corso di Diritto Ambientale. S. Maglia, Casa Editrice La Tribuna, Piacenza. Manuale dell Illecito Amministrativo Ambientale. M. Santoloci e Stefania Pallotta 2004 Laurus Robuffo, Roma. Dispensa del corso di Criminologia Applicata. E. Savona - Corso di Laurea in Scienze Sociali Applicate A.A , Università Cattolica del Sacro Cuore - Sede di Milano. Mapping Crime: principle and practice. K. Harris, CMRC, U.S. Dep. Of Justice, U.S.A. Crime Analisys Tolls V2.E - Instruction and User s Manual. B. Hill, Glendale Police Department, Arizona U.S.A. GIS and Crime Mapping. S. Chainey e J. Ratcliff, 2005 John Wiley & Sons ltd, U.K. GIS and Spatial Analysis for the Social Science. Coding, Mapping and Modeling. R.N. Parker and E. Asencio, 2009 Routledge/Taylor & Francis Group, N.Y. (U.S.A.) and London (G.B). Prevenire la Criminalità. M. Barbagli e U. Gatti, 2005 Il Mulino, Bologna. Compendio di Criminologia, quarta edizione. G. Ponti, 1999 Raffaello Cortina Editore, Milano.

30 CrimeStat III- A Spatial Statistics Program for the Analysis of Crime Incident Locations (V. 3.1). Ned Levine & Associates, 2007-The National Institute Of Justice, Washington D.C. U.S.A. CrimeStat III User Workbok. S. C. Smith e C. W. Bruce, The National Institute Of Justice, Washington D.C. U.S.A. Appunti tratti dalle lezioni del corso di Tecniche di statistica spaziale per l analisi di dati sociologici, prof. F. Truglia - Facoltà di Sociologia, Università di Roma La Sapienza a.a. 2007/2008. La Scienza del dubbio. M. L. Ghezzi - Mimesis editore, Diritto e Società. Elementi di sociologia del diritto. V. Ferrari - Edizioni Laterza, Field Guide to Humanitarian Mapping, marzo 2009 MapAction, Lime Farm Office Little Misseden Bucks HP7 0RQ UK. Progetto Sicurezza in Provincia, Programma n. IV : Provincia Pulita Prima Fase: Controllo dell Abbandono dei Rifiuti Mediante le Tecniche di Crime Mapping. A. Ummarino e N. Aldrovandi, marzo Controllo dell abbandono dei rifiuti mediante le tecniche di Crime Mapping. A. Ummarino, maggio testata giornalistica registrata con n. 03/02 del registro stampa Tribunale di Terni Le attività di polizia ambientale svolte dalla SUOS Ambiente della Polizia Locale di Milano e osservazioni in merito alla dimensione geografica dei fenomeni di illegalità ambientale, dott. Geol. A. Ummarino novembre 2009 su testata giornalistica registrata con n. 03/02 del registro stampa Tribunale di Terni), marzo 2004 su testata giornalistica registrata con n. 03/02 del registro stampa Tribunale di Terni). L Utilizzo degli strumenti G.I.S. e delle tecniche di Crime Mapping per la programmazione dei servizi di Vigilanza Ambientale., dott. Geol. A. Ummarino marzo 2006 su testata giornalistica registrata con n. 03/02 del registro stampa Tribunale di Terni).

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