Corso di Energetica degli Edifici Retrofit energetico dell involucro edilizio

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1 Corso di Energetica degli Edifici Retrofit energetico dell involucro edilizio Docenti: Prof. Marco Dell Isola Ing. Fernanda Carmen Fuoco

2 Introduzione

3 Introduzione

4 Introduzione Cause di dispersioni termiche comuni nell edilizia contemporanea

5 Introduzione Cause di dispersioni termiche comuni nell edilizia contemporanea

6 Introduzione Cause di dispersioni termiche comuni nell edilizia contemporanea

7 Interventi di retrofit

8 Interventi di retrofit

9 Isolamento dell involucro opaco: Coperture piane e falde Basamenti e solai inferiori Pareti verticali

10 Isolamento dell involucro opaco Coperture piane verificare che lo strato di impermeabilizzazione all acqua sia efficiente per prevenire il deterioramento della struttura. prevedere un buon isolamento (specie nelle villette isolate, la maggior parte delle dispersioni in inverno fino al 30-40% delle totali si verificano proprio attraverso la copertura mentre durante il periodo estivo, è proprio la copertura ad assorbire una quantità tale di radiazione solare da essere causa dell assenza di comfort degli ambienti.

11 Coperture piane Gli interventi sulle coperture piane variano a seconda della posizione dello strato coibentante: Isolamento all estradosso o tetto caldo in questo intervento lo strato di materiale isolante è posto tra lo strato di impermeabilizzazione (sopra) e la barriera al vapore (sotto). È necessario, per ovviare al problema del deperimento dello strato impermeabilizzante dovuto agli agenti atmosferici e all accumulo di calore, prevedere uno strato di protezione aggiuntivo, ghiaia ed argilla espansa per tetti non praticabili, ghiaia di grossa granulometria e pavimentazione se praticabili. Questa tecnica di coibentazione e da preferirsi poichè particolarmente adatta ad eliminare i ponti termici e il conseguente rischio di condense.

12 Coperture piane Isolamento all intradosso o tetto rovescio il materiale isolante è posizionato sopra lo strato di impermeabilizzazione, proteggendolo. In questo caso è l isolamento termico ad essere sottoposto a stress ed e quindi necessario l impiego di un materiale isolante insensibile al gelo e all acqua. Il poliestere estruso è l unico materiale che consente questo tipo d intervento. Ad esso si sovrappone uno strato di ghiaietto come protezione dall irraggiamento solare e dalle precipitazioni atmosferiche. Questo sistema non richiede l aggiunta di una barriera al vapore poichè tale funzione viene svolta dallo strato impermeabilizzante

13 Coperture piane Controsoffitto interno la tecnica consiste nella coibentazione del solaio dall interno dell ambiente. Si prevede la posa in opera di pannelli isolanti generalmente già finiti e solo da tinteggiare, che vengono incollati o fissati con elementi di aggancio all intradosso della soletta, aventi spessore non inferiore ai 2 cm (e comunque di spessore variabile in relazione alle dispersioni termiche della copertura). In alternativa è possibile la creazione di una struttura di sostegno dei pannelli isolanti per permettere il passaggio dei canali degli impianti e l installazione di corpi illuminanti. Un limite di questo intervento è verificare che non si creino fenomeni di condensa a causa dei ponti termici non corretti e che le altezze interne mantengano il limite minimo consentito per legge.

14 Coperture falde Come per le coperture piane, nei tetti a falde è possibile intervenire dall interno o dall esterno della struttura: Isolamento dall esterno: in questo caso l isolante è posto al di sotto del manto antimeteorico subito sotto le tegole, i coppi o le lastre della copertura e sostenuto dalle falde del tetto.

15 Coperture falde Isolamento dall interno: Sistema di facile esecuzione, utilizzato sia per interventi sul nuovo che sull esistente. Soluzione valida anche esteticamente. La tecnica simile a quella utilizzata per le coperture piane con controsoffitto interno. Qualora si tratti di un tetto in legno con travi a vista i pannelli isolanti vengono fissati tra le travi e successivamente rivestiti con cartongesso. Per ovviare al fenomeno della condensazione viene introdotta una barriera al vapore continua, senza interruzioni, che permette di dosare il passaggio di vapore.

16 Tetto verde

17 Coperture Sistemi di copertura microventilata con guaine impermeabili e traspiranti

18 Coperture e Sistemi fotovoltaici integrati

19 Coperture e Sistemi solari termici integrati

20 Coperture e Sistemi solari termici integrati

21 Basamenti e solai inferiori Interventi su solai inferiori e basamenti che confinano con ambienti risaldati chiusi (box e cantine) ed aperti Isolamento avviene dall esterno in modo da non interferire con la pavimentazione interna eliminando, cosi, dei costi aggiuntivi. Si stende uno strato di collante rasante (del tipo coat-bond Index) sulla superficie esterna del solaio tramite una spazzola dentata o a punti e, successivamente, appoggiando i pannelli isolanti (in polistirolo espanso ed estruso, poliuretano, fibra di legno, di vetro e minerale, ) con una leggera pressione. 24 ore dopo l incollaggio dei pannelli, viene steso un altro strato rasante sulla superficie dei pannelli isolanti in cui e stata affogata un armatura di rinforzo in fibra di vetro. Si termina l intervento con la finitura dell intonaco esterno (del tipo decorplast o Sicicolor). Deriva un notevole risparmio energetico Interventi su solai inferiori e basamenti che confinano con spazio aperto Isolamento dall esterno sia termico che acustico e si deve prevedere una protezione contro gli agenti atmosferici realizzato con un intonaco plastico

22 Basamenti e solai inferiori Isolamento dall interno Per solai contro terra o su vespai e igloo, l intervento deve essere effettuato al di sotto del massetto del solaio. idonea resistenza meccanica dell isolante che deve sostenere il peso del massetto soprastante nei solai contro terra si prevede uno strato di impermeabilizzazione al di sotto dello strato isolante per fronteggiare l umidità da risalita capillare. l intervento più comune nelle abitazioni al piano terra è quello di creare tra il terreno e la soletta, un intercapedine di cm di profondità per isolare il pavimento e permettere la circolazione dell aria. posa di elementi prefabbricati in file continue, detti casseri a perdere del tipo igloo, di materiale plastico durevole nel tempo bocchette di sfiato per la ventilazione della camera d aria sul muro perimetrale si realizza il nuovo solaio in cemento armato pronto a ricevere la pavimentazione

23 Pareti verticali Isolamento a cappotto esterno l isolamento termico dei fabbricati dall esterno, comunemente detto a cappotto (o ETICS External Thermal Insulation Composite System), ha avuto le sue prime applicazioni alcuni decenni fa e ancora oggi costituisce uno dei sistemi di isolamento più efficaci sia per interventi sul nuovo che sull esistente. Vantaggi: velocizzazione delle opere di finitura delle pareti verticali in cantiere risoluzione in modo semplice del problema dei ponti termici eliminazione dei fenomeni di condensazione miglioramento dell inerzia termica dell edificio.

24 Pareti verticali Isolamento a cappotto esterno La tecnica consiste nell applicare sulla facciata esterna della parete, preventivamente preparata, un rivestimento isolante tramite incollaggio e tassellatura; 2 strati di intonaco rasante intramezzato ad una rete in fibra di vetro di vario tipo ed infine il trattamento superficiale di finitura. La posa dei pannelli avviene dal basso verso l alto sfalsando le fughe verticali e orizzontali. Qualora la facciata esterna di supporto risulti notevolmente degradata, il posizionamento dell isolamento a cappotto avviene su delle guide a fissaggio meccanico evitando qualsiasi trattamento e/o preparazione della parete verticale. Il tipo di isolante deve avere ottime caratteristiche meccaniche e tecniche per resistere agli urti ed agli agenti atmosferici. Lo spessore dell isolante in genere va da 8 a 15 cm.

25 Pareti verticali Isolamento a cappotto interno Consiste nell applicazione, sulla parete interna della muratura, di una controparete o parete composta da pannelli isolanti. L intervento può essere realizzato o mediante incollaggio dei pannelli direttamente a contatto con la muratura o mediante un orditura di supporto fissata alla muratura o con una controparete interna in tavolato. A differenza del cappotto esterno, questa tecnica non consente la correzione dei ponti termici strutturali e può generare fenomeni di condensazione a causa della scarsa inerzia termica della parete. Per ovviare a tale problema si rende consigliabile l uso di una barriera al vapore sulla faccia interna della controparete. Il cappotto interno è un facile intervento, a costi relativamente bassi, che risulta una valida alternativa qualora risulti impossibile intervenire in altri modi o per ragioni di vincoli architettonici-tecnici o economici.

26 Pareti verticali

27 Pareti verticali Facciata ventilata La parete ventilata è un sistema di coibentazione dall esterno creato per proteggere gli edifici dalle escursioni termiche e dagli agenti atmosferici. L intervento consiste nel fissare sulla parete di facciata esterna, tramite incollaggio e tassellatura, l isolante costituito in genere da pannelli semirigidi. Successivamente si appoggia alla struttura portante, mediante un orditura di supporto fissata con dispositivi di ancoraggio meccanico, il rivestimento costituito da lastre di varia natura (doghe, materiali lapidei o cementizi). Rivestimento e struttura vengono tenuti a distanza in modo da creare un intercapedine d aria di circa 5cm di spessore che risulta aperta alla due estremità (superiore ed inferiore) in modo da permette la circolazione, in senso ascendente, del flusso d aria che si genera per la differenza di temperatura tra le pareti esterne ed interne dell intercapedine.

28 Pareti verticali Facciata ventilata Vantaggi eliminazione dei ponti termici e fenomeni di condensa efficace ventilazione della struttura muraria. tecnica di montaggio e manutenzione semplice Svantaggi costo elavato

29 Pareti verticali Intonaco isolante La tecnica consiste nella sostituzione dell intonaco tradizionale che viene rimosso, con un nuovo intonaco a migliore prestazione termica composto generalmente da materiali minerali espansi (perlite, vermiculite ) o da materiali minerali fibrosi (lane di roccia, di vetro ) o ancora da sostanze sintetiche unite con leganti idraulici e di speciali resine additivanti. Lo strato minimo di applicazione deve avere uno spessore di 2 cm anche se è più conveniente arrivare a spessori fino ai 6 cm per aumentarne le prestazioni tecniche. Gli intonaci sono protetti da rivestimenti (spesso la semplice pitturazione) che devono essere traspiranti, protettivi dagli agenti atmosferici e garantire una funzione di finitura. Considerati i costi accessibili, questa tecnica è la più comune per risolvere i problemi di isolamento delle pareti verticali.

30 Pareti verticali Intonaco isolante È tipicamente composto da una miscela a bassa conducibilità termica (λ 0,05 W/mK), composta da inerti e leganti idraulici con aggiunta di polistirolo espanso sciolto. Si applica su laterizio, calcestruzzo, murature termoisolanti tipo lecablock, laterizi alveolari e porizzati

31 Materiali isolanti La natura di tali materiali può essere di origine sintetica, minerale o vegetale Le caratteristiche per impiego in edilizia sono: la resistenza al fuoco, muffe, funghi, la traspirabilita e permeabilita. Polistirene espanso EPS o Polistirolo (EN 13163). Materiale versatile e di costo contenuto. Polistirene espanso estruso XPS (EN 13164). Costo più elevato Poliutirene espanso rigido PUR (EN 13165) Sughero (EN 13170). Trova impiego nelle controsoffittature Lana di vetro. Isolamenti d solai non calpestabli Lana di roccia (EN 13162). Viene venduto sotto forma di Pannelli, feltri o rotoli Fibra di legno (EN 13171). Argilla espansa (EN 14063). Per ottenere un efficace isolamento termico si devono considerare spessori che superano da due a quattro volte gli spessori standard necessari con l impiego di lastre isolanti vere e proprie. Perlite, vermiculite (EN , EN ). Buone prestazioni di isolamento termoacustico per solai sottotetto, su vespaio areato

32 Materiale murario Metodi costruttivi del parametro murario sono influenzati dai livelli di efficienza che si vogliono raggiungere. Dopo l introduzione di limiti restrittivi (D.Lgs 193/2005 e 311/2006) l uso aggiuntivo di materiale isolante da affiancare ai blocchi in laterizio tradizionale della parete esterna risulta inevitabile. Blocchi in laterizio porizzato con materiale di origine organica Blocchi in laterizio porizzato con materiale di origine inorganica Blocchi in laterizio SUGHERO Blocchi in laterizio rettificato Blocchi in laterizio cellulare (il nuovo materiale unisce, oltre la grande capacità di isolamento termico ed acustico, anche una estrema facilità di lavorazione simile a quella del legno ma, al contrario di questo, è incombustibile ed assicura una maggiore durata nel tempo) Blocchi in cls cellulare autoclavato Blocchi in laterizio porizzato

33 Materiale murario

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43 Isolamento dell involucro vetrato

44 Isolamento dell involucro vetrato Gli elementi vetrati (che siano finestre o facciate continue) devono garantire : una sufficiente illuminazione e ventilazione naturale del locale pari ad 1/8 (minimo di legge) della superficie calpestabile del locale devono razionalizzare il bilancio energetico dell edificio riducendo le dispersioni in inverno e proteggendo dal surriscaldamento solare nei periodi estivi devono assicurare un buon isolamento acustico garantire sicurezza, durabilità e facilita di manutenzione. Negli edifici di nuova costruzione l involucro vetrato deve soddisfare dei requisiti minimi richiesti dalla normativa nazionale riguardanti le prestazioni in materia di resistenza meccanica, sicurezza, comfort visivo, raggiungimento dei limiti di trasmittanza termica previsti dal d.lgs. n. 311/2006 e acustica regolati dal decreto del 5 dicembre 1997.

45 Tipologie e caratteristiche del vetro In commercio, i vetri di sicurezza sono i vetri temperati e stratificati. Il vetro temperato è ottenuto tramite il trattamento termico della tempra. La tecnica consiste nello stendere il vetro su di un tavolo a rulli, all interno di un forno che lo riscalda alla temperatura di tempra di 640 c. Successivamente viene rapidamente raffreddato con getti di aria che provocano l indurimento degli strati esterni superficiali del vetro. Gli strati interni, invece, si raffreddano graduatamente e trovando le parti esterne già rigide e solide, entrano in compressione. Il vetro stratificato è realizzato unendo due o più strati di vetro ordinario alternato a un foglio plastico di colore simil-latteo, solitamente polivinilbutirrale (PVB). Il sandwich cosi ottenuto, viene poi scaldato a 70 C e pressato con rulli per espellere l aria ed unire i materiali. La pellicola in PVB trasparente funge da collante tra i due strati di vetro, evitando qualora vi sia un urto, che i frammenti di vetro si propaghino nell ambiente circostante.

46 Tipologie e caratteristiche del vetro Caratteristiche fondamentale dei vetri in commercio Controllo solare ovvero la capacita dell elemento vetrato di controllare e limitare il flusso di calore negli interni degli ambienti, potenziando la sua resistenza termica (aspetto energetico). Controllo del flusso di luce entrante negli ambienti per evitare fenomeni di abbagliamento interno e garantire al contempo la necessaria trasmissione luminosa (interferenza ottica). I parametri che esprimono le prestazioni ottiche ed energetiche nei confronti dell irraggiamento solare sono la trasmissione luminosa TL e il fattore solare g ovvero il rapporto tra l energia totale trasmessa all interno del locale e l energia solare incidente sul vetro. Il trattamento superficiale del vetro (coating) assicura: riduzione dell emissività corretto apporto di illuminazione naturale, procedimento chimico (coating pirolitici) oppure fisico (vetri magnetronici o sottovuoto)

47 Tipologie e caratteristiche del vetro Vetri a controllo solare-riflettenti Caratterizzati dalla capacita di limitare l apporto energetico della radiazione solare esterna che colpisce la superficie trasparente facendola filtrare parzialmente. Caratterizzati dalla capacità di limitare la trasmissione luminosa che in parte viene assorbita, in parte riflessa, in parte trasmessa. in questo modo il caldo non si diffonde nell ambiente interno, ma viene contenuto. Questi vetri danno un contributo sostanziale alla riduzione delle spese di climatizzazione estiva, seppur a discapito della notevole riduzione della luminosità interna. Viene utilizzato generalmente in edifici high tech ed in zone geografiche caratterizzate da eccessivo surriscaldamento e discomfort luminoso.

48 Tipologie e caratteristiche del vetro Vetri basso-emissivi Caratterizzati da un ottimo isolamento termico Garantiscono una buona trasmissione luminosa detti anche vetri ad isolamento termico rinforzato poichè riducono le dispersioni energetiche anche in quantità maggiori rispetto ai vetri-riflettenti. Di solito il rivestimento del vetro viene inserito in faccia 3 per mantenere più calda la lastra interna del vetro. Questi vetri sono utilizzati soprattutto in paesi con climi freddi e nelle facciate esposte a Nord.

49 Tipologie e caratteristiche del vetro Vetri selettvi Hanno caratteristiche intermedie tra i vetri riflettenti e i vetri basso emissivi. A differenza dei vetri riflettenti permettono un maggior passaggio di luce visibile limitando comunque l apporto dei raggi infrarossi causa dei surriscaldamenti estivi. Sono adatti nei climi temperati caratterizzati dall alternanza di stagioni fredde e calde. Solitamente sono posizionati in faccia 2 ovvero accoppiati a vetri bassoemissivi per aumentarne le prestazioni.

50 Vetrocamera Quando parliamo di vetri a controllo solare, basso emissivi e selettivi parliamo sempre di vetrocamera. Il vetrocamera è costituito da due pannelli di vetro separati da una camera d aria ermeticamente assemblati. Questo cuscino d aria permette di isolare il vetro esterno da quello interno, creando una differenza di temperatura tra essi tale da variare sensibilmente la differenza di temperatura tra l interno dei locali e l esterno. Questo, infatti, offre una resistenza al passaggio del calore che avviene dall interno verso l esterno in inverno e dall esterno verso l interno in estate. Lo spessore di una camera d aria tradizionale, varia solitamente tra i 2 ed i 10 millimetri. L intercapedine costituisce un efficace barriera contro il rumore.

51 Vetri serramenti ed infissi Interventi: Sostituzione del vetro singolo Bisogna verificare che lo spessore del vetro nuovo (basso emissivo o selettivo) da inserire corrisponde a quello precedente o comunque consenta il suo inserimento nell infisso. Verificare che lo stato del telaio risulti in buone condizioni di tenuta all aria e all acqua. Sostituzione del serramento Bisogna valutare la compatibilità con il bene esistente, specie se di interesse storicoartistico. In genere l operazione si effettua nei serramenti con vetro singolo a cui si preferiscono vetri basso emissivi e telai in legno massello, alluminio a taglio termico o misti legno-alluminio. L utilizzo di vetrocamera con gas nobili (argon o kripton) aumenta le proprietà di isolamento termico del vetro. La sostituzione dell insieme dei serramenti nel complesso dell edificio comporta l innalzamento di una classe di consumo del fabbisogno totale.

52 Vetri serramenti ed infissi Interventi: Doppio serramento Aggiunta di un serramento esterno indipendente (doppia finestra) se esistono vincoli di natura estetica o per ragioni conservative in edifici di pregio storicoartistico. La trasmittanza verrà calcolata sommando le resistenze dei due strati vetrati e della camera d aria interposta. I benefici ottenuti saranno il miglioramento delle prestazioni termico-acustiche anche se risulteranno comunque inferiori rispetto alla sostituzione dell intero serramento. Isolamento con pellicole protettive Le pellicole antisolari per vetri hanno risolto in buona parte tutti i problemi legati alla protezione dalle radiazioni ultraviolette (responsabili del degrado dei mobili e tappezzerie) e delle radiazioni infrarosse (causa del surriscaldamento dei locali) in edifici in cui non fosse possibile o conveniente sostituire l intero serramento o il semplice vetro. Le pellicole antisolari per vetri sono realizzate in poliestere adesivo e alluminio vaporizzato.

53 Confronto con i relativi valori di Ug tra soluzioni tecniche a doppio e triplo vetro con pellicole bassoemissive.

54 Vetri serramenti ed infissi Interventi: Isolamento del sottofinestra la tecnica prevede la posa in opera di un pannello isolante con barriera al vapore per ridurre/eliminare i possibili fenomeni di condensa, lasciandolo in vista qualora nel vano vada alloggiato un radiatore. È possibile in alternativa, completare l intervento verso l interno del locale inserendo un pannello in cartongesso o tavolato in tavelle. Come tutti gli isolamenti dall interno, la tecnica ha il limite di non eliminare i ponti termici strutturali con la soletta.

55 Vetri serramenti ed infissi Interventi: Isolamento del cassonetto l intervento consiste nella coibentazione termica del cassonetto tramite uno strato di materiale isolante rigido, sagomato, di spessore non inferiore ai 2 cm. La coibentazione deve essere applicata su tutta la superficie del cassonetto mediante un continuo e sottile strato di adesivo e/o l applicazione di tasselli meccanici in modo da limitare le infiltrazioni d aria o acqua. Nel caso si debba isolare un cassonetto già in opera, è necessario verificare lo spazio ed ingombro disponibile, quindi isolare di conseguenza considerando che anche spessori ridotti di isolante comportano un drastico miglioramento del comfort ambientale.

56 Schermatura elementi vetrati I dispositivi schermanti agiscono a seconda dell orientamento e della forma dell elemento vetrato da schermare, come supporto contro l eccessivo surriscaldamento degli ambienti. Per ogni facciata dell edificio si valuta l esposizione e l angolo d incidenza solare per considerare l elemento schermante più efficace. I sistemi si distinguono a seconda della loro posizione e integrazione nell edificio. Schermature esterne sono sicuramente più efficaci poichè impediscono ai raggi solari di filtrare attraverso i serramenti, bloccando il calore all esterno dell edificio e quindi, frenando il surriscaldamento degli ambienti interni. Possono essere schermature esterne fisse orizzontali (balconi) adatte ad edifici esposti a sud o verticali (per facciate esposte ad est o ovest). Possono essere schermature mobili orizzontali o verticali. Schermature interne lasciano filtrare il calore attraverso i serramenti, riflettendo da un lato una parte dell energia verso l esterno, ma non riuscendo dall altro a bloccare la diffusione di parte della stessa ed il suo assorbimento. Sistema combinato di elementi interni ed esterni. Schermature verdi che sfruttano l impiego di alberi o piante rampicanti per controllare il soleggiamento estivo su un edificio.

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58 Impianti

59 Retrofit energetico Il fabbisogno energetico di energia primaria di un edificio dipende: dalle caratteristiche dell involucro (opaco e trasparente) dall impianto di riscaldamento e dai suoi sottosistemi. Pertanto occorre predisporre l impianto attraverso scelte efficaci affinchè i rendimenti siano ottimizzati e le perdite ridotte al minimo. Controllo delle prestazioni energetiche degli impianti: Efficienza del sottosistema di emissione i terminali radianti che lavorano a basse temperature come i pannelli radianti a pavimento o soffitto, oltre a mantenere dei valori di rendimento di emissione tra i più elevati, offrono una migliore efficienza in termini di comfort e funzionalità. Lavorando a basse temperature, permettono di ridurre le perdite nel sottosistema di distribuzione oltre che i costi di esercizio. Se l impianto è ad acqua possibilità di collegare pannello solare.

60 Retrofit energetico Controllo delle prestazioni energetiche degli impianti: Efficienza di sottosistema regolazione La valvola termostatica sostituisce la valvola manuale dei radiatori e ne regola l afflusso di acqua calda entrante. La valvola si chiude poco a poco quando la temperatura del sensore si avvicina a quella desiderata e si spegne una volta raggiuntala, interrompendo in questo modo l arrivo dell acqua calda che viene convogliata verso gli altri caloriferi in ambienti non ancora perfettamente riscaldati. Efficienza del sottosistema di distribuzione L isolamento dei canali costituisce la prima causa di perdite di calore del sottosistema di distribuzione. un buon materiale isolante deve possedere un basso coefficiente di conducibilità, ignifugo conforme alle norme, inattaccabile da muffe ed umidità, non corrosivo a basso calore specifico e ovviamente duraturo. I materiali più utilizzati sono a base di gomma sintetica, di schiume poliuretane e di lana minerale.

61 Retrofit energetico Controllo delle prestazioni energetiche degli impianti: Efficienza del sottosistema di produzione Le perdite termiche di un generatore di calore concorrono a ridurre il rendimento del sottosistema di produzione e la sua efficienza. Le perdite di un generatore avvengono attraverso il mantello e attraverso il camino a bruciatore spento o acceso. Le perdite possono essere ridotte garantendo un adeguato isolamento dell impianto o mantenendo la temperatura media di funzionamento del generatore più bassa. Caldaie ad alta efficienza Pompe di calore Macchine ad assorbimento

62 Retrofit energetico Ventilazione meccanica controllata Nel bilancio energetico, il fabbisogno di energia termica utile non è influenzato esclusivamente dalle perdite per trasmissione ma anche da perdite di ventilazione. L installazione di un sistema di ventilazione meccanica controllata (VMC) permette, recuperando calore dall aria in uscita ed evitando le perdite eccessive dovute all areazione naturale non controllata degli ambienti, di ridurre sensibilmente il fabbisogno termico dell edificio. L utilizzo di un sistema di ventilazione meccanica controllata, poiché incide notevolmente sul bilancio energetico complessivo, risulta indispensabile qualora si voglia far rientrare l edificio nella fascia alta della classificazione energetica. Oltre al risparmio energetico ottenuto con questo tipo d intervento, bisogna sottolineare come la corretta ventilazione degli ambienti garantisca una qualita dell aria interna necessaria al benessere.

63 Studio di fattibilità tecnico-economico

64 Studio di fattibilità tecnico-economico L analisi economica degli investimenti per la riqualificazione energetica consente di valutare la redditività o il periodo nel quale, rispetto alla soluzione iniziale, è rimborsato il supplemento di capitale, SC, richiesto per effettuare gli interventi di riqualificazione energetica proposti. Essa prevede il confronto tra un maggior costo di investimento iniziale, legato al singolo intervento, ed una serie di risparmi di esercizio che, nel tempo, consentono di recuperare tale investimento ed, eventualmente, conseguire ulteriori benefici dal funzionamento dell intervento stesso. I metodi di valutazione economica maggiormente utilizzati e di seguito descritti sono definiti metodi semplici in quanto consentono al progettista una valutazione semplice ed immediata della convenienza economica delle alternative progettuali proposte. Nella fattispecie i metodi presentati sono: il metodo del periodo di recupero del capitale o Simple Pay-Back (SPB); il metodo del Valore Attuale Netto o Net Present Value (VAN o NPV).

65 Metodo SPB Il metodo del SPB valuta il numero di anni N, nei quali il sovraccosto dell intervento iniziale SC, eguaglia i risparmi conseguiti, ovvero: N n k 1 SC dove Fk è il flusso di cassa relativo all anno k-esimo che tiene conto dei risparmi energetici, considerati come flussi in entrata, al netto degli eventuali ulteriori esborsi considerati come flussi in uscita. F K Questo metodo consente di valutare un progetto di retrofit in funzione del periodo di recupero del capitale ovvero del tempo di rimborso necessario a ripagare il sovraccosto iniziale; è quindi di rapida valutazione ma non fornisce alcuna informazione sulla redditività dell investimento. Un valore accettabile di SPB è individuato intorno ai 3-5 anni

66 Metodo SPB

67 Metodo del VAN Nel metodo del VAN i flussi di cassa, di diverso ammontare e distribuzione nel tempo, vengono riportati ad un istante di tempo assunto come riferimento (la serie di flussi di cassa, previsti nel periodo considerato, sono riportati al loro valore attuale VA), questo valore è successivamente confrontato con l esborso iniziale SC, secondo la relazione: VAN n k 1 1 F K a K SC dove a è il tasso di attualizzazione, k è il numero di anni di vita dell impianto. Con questo metodo è possibile considerare tutti gli effettivi costi di gestione e ricavi generati dall intervento stesso durante tutta la sua vita utile. Il valore del VAN decresce al crescere del tasso, pertanto la scelta del tasso di attualizzazione è di elevata importanza nel definire la bontà dell intervento proposto; inoltre poiché questo metodo considera una differenza tra costi e risparmi, e non il loro rapporto, c è la possibilità che due soluzioni alternative (che hanno diverso SC e diverso Fk) presentino uguale VAN. Ovviamente l intervento risulta economicamente accettabile solo se il VAN risulta positivo.

68 Metodo del VAN

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