Si distinguono tre diversi livelli di prevenzione. PRIMARIA Obiettivo: impedire l insorgenza della malattia DIMINUISCE l INCIDENZA

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1 Determinanti di malattia PROFILASSI GENERALE Soggetto sano Soggetto in fase preclinica di malattia Soggetto in fase clinica di malattia Prevenzione primaria Prevenzione secondaria Prevenzione terziaria

2 Si distinguono tre diversi livelli di prevenzione PRIMARIA Obiettivo: impedire l insorgenza della malattia DIMINUISCE l INCIDENZA SECONDARIA Obiettivo: guarigione o migliore prognosi MODIFICA l ESITO (Riduzione del TASSO di MORTALITÀ variazione della PREVALENZA) NB- attuabile solo per patologie a lunga latenza TERZIARIA Obiettivo: RIABILITAZIONE e reinserimento sociale, migliore qualità di vita AUMENTA la PREVALENZA

3 PREVENZIONE PRIMARIA Gli interventi sono rivolti a: DETERMINANTI di MALATTIA Rimozione o Contenimento di cause, fattori causali e di rischio Interventi su: AMBIENTE UOMO - correzione dello stile di vita EDUCAZIONE SANITARIA UOMO potenziamento del grado di resistenza L intervallo di tempo necessario a ottenere variazione nelle misure di frequenza è in funzione del Tempo di Latenza della Malattia

4 NB- Gli interventi vanno valutati in funzione del rapporto COSTO/BENEFICI In funzione degli obiettivi Protezione del singolo individuo Controllo delle malattie nella popolazione Eliminazione Eradicazione

5 EPIDEMIOLOGIA DELLE MALATTIE INFETTIVE Si definiscono infettive tutte le patologie MONOCAUSALI che riconoscono come causa un AGENTE DI NATURA BIOLOGICA (AGENTE PATOGENO) Le malattie infettive si distinguono in CONTAGIOSE E NON CONTAGIOSE L interrelazione ecologica tra agente eziologico e ospite è il PARASSITISMO

6 Bassa ID 50 aumentata virulenza o ridotta resistenza dell ospite Alta ID 50 ridotta virulenza o aumentata resistenza dell ospite In funzione della capacità di determinare malattia distinguiamo APATOGENI-A PATOGENICITÀ CONDIZIONATA-PATOGENI OBBLIGATI

7 Caratteristica degli agenti di malattie infettive è: PATOGENICITA Capacità intrinseca di specie di provocare una caratteristica sintomatologia. La patogenicità può variare entro certi limiti in funzione della VIRULENZA presentata dai singoli stipiti

8 APATOGENI- A PATOGENICITÀ CONDIZIONATA- PATOGENI OBBLIGATI per particolari condizioni dell OSPITE anche microrganismi AMBIENTALI o COMMENSALI possono determinare un processo infettivo stretta specificità eziologica tra agente e quadro clinico ID 50 relativamente bassa PATOGENI OPPORTUNISTI scarsa specificità eziologica ID 50 relativamente alta

9 Nei paesi sviluppati si è assistito ad un netto decremento delle malattie sostenute da PATOGENI OBBLIGATI Fattori responsabili: migliorato standard di vita collaudata efficacia degli interventi di profilassi incremento dei casi da agenti a PATOGENICITÀ CONDIZIONATA

10 Fattori responsabili: L. pneumophila maggiore presenza di soggetti suscettibili modificata struttura demografica più efficaci trattamenti terapeutici delle cronico degenerative

11 Selezione nel tempo di nuovi agenti PATOGENI EMERGENTI Paura in Germania: «germe killer» fa le prime vittime Quattro morti e oltre 600 casi per un'epidemia causata dal batterio fecale, Escherichia Coli E. coli O104 H4 Influenza aviaria Virus A H5N1 La selezione naturale favorisce gli agenti con scarso POTERE PATOGENO (= che non eliminano l ospite)

12 FATTORI DI PATOGENICITA BATTERICA INVASIVITÀ e/o TOSSINOGENICITÀ I geni che codificano i fattori di virulenza e di farmacoresistenza sono localizzati su: Plasmidi Batteriofagi Trasposoni Isole di patogenicità- Regioni altamente instabili del cromosoma Comune è il trasferimento orizzontale tra specie diverse e generi diversi NUOVI PATOGENI TRASPOSONE BATTERICO COMPOSITO

13 INVASIVITA' o INFETTIVITA CARICA MINIMA INFETTANTE Capacità del patogeno di: 1) PENETRARE 2) ATTECCHIRE 3) MOLTIPLICARE nell ospite (COLONIZZAZIONE) ciò richiede capacità dell agente di: Competere con la flora normale Contrastare i meccanismi di difesa aspecifica dell ospite Batteriocine Alimenti Probiotici Nisina (Lactococcus lactis )

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15 La colonizzazione ha inizio in maniera non specifica mediante interazioni idrofobiche tra batteri e strutture dell'ospite Sono fattori specifici d'invasività le ADESINE distinte in: Fimbriali (strutture dell'envelope di natura proteica distinte in subunità maggiori e minori che riconoscono specifici recettori carboidratici della cellula eucariotica) non Fimbriali: capsule polisaccaridiche, porzioni di acido lipotecoico

16 Per la maggior parte dei batteri patogeni la colonizzazione dell ospite si limita alla capacità di attecchire sulle superfici mucose Danno locale Danno sistemico per il rilascio di esotossine in grado di diffondere Talvolta il danno alle mucose consente al patogeno di diffondere nei tessuti profondi E per via ematica o linfatica Raggiungere organi distanti dal distretto d ingresso Determinare un infezione generalizzata

17 LA MOLTIPLICAZIONE BATTERICA IN VIVO In genere i batteri patogeni si moltiplicano negli spazi intercellulari Moltiplicazione intracellulare: OBBLIGATA: batteri dipendenti dal metabolismo della cellula ospite (clamidie, rickettsie) TRANSITORIA per patogeni in grado di penetrare le cellule dell epitelio mucoso per raggiungere i tessuti profondi (salmonelle, shigelle) PREFERENZIALE per patogeni (micobatteri, brucelle) in grado di sopravvivere all interno di fagociti

18 Microfotografia che rivela nel citoplasma la presenza del batterio Rickettsia rickettsii, responsabile della febbre delle Montagne Rocciose

19 Nei batteri intracellulari obbligati e facoltativi INVASINE capaci di legare recettori transmembranari (Integrine). Il legame funziona da SEGNALE DI TRANSDUZIONE (attivazione della fosfolipasi, apertura dei canali del Ca ecc.) Sopravvivenza nelle cellule ospite Inibizione della formazione del fagolisosoma Localizzazione nel citoplasma Induzione della polimerizzazione di actina ecc) Capacità di resistere all'attacco ossidativo

20 Capacità di resistenza all attacco ossidativo SOD CATALASI 2H 2 O 2 2H 2 O + O 2 Mieloperossidasi PMNn

21 TOSSINOGENICITÀ' TOSSINE BATTERICHE - Sostanze che alterano il metabolismo o distruggono cellule dell'ospite o stimolano una risposta infiammatoria Si distinguono in: Esotossine Endotossine ESOTOSSINE I geni che le codificano sono in genere localizzati su plasmidi o batteriofagi. In base al sito d'azione distinguiamo: Enterotossine Neurotossine Tossine pantrope

22 ESOTOSSINE Secrete dalla cellula ENDOTOSSINE rilasciate in seguito a lisi di natura proteica In genere termolabili immunogene di natura lipopolisaccaridica termostabili Scarsamente immunogene Attive anche a bassissimo dosaggio specifiche Attive solo ad elevato dosaggio aspecifiche

23 Esotossine In base al meccanismo d'azione distinguiamo: Tossine Formanti Pori- Citolisine che agiscono sulla membrana Citolisine con attività enzimatica- Fosfolipasi C o lecitinasi che idrolizzano la fosfatidilcolina (emolisine)

24 A-B tossine agiscono all'interno della cellula interferendo con funzioni cellulari (sintesi proteica, inibizione della polimerizzazione dell'actina ecc) La subunità A ha attività enzimatica (in genere ADP ribosil- transferasi NAD dipendente) mentre la B si lega al recettore di superficie.

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26 ENDOTOSSINE Lo strato LPS è costituito da tre componenti Lipide A (porzione tossica) Core polisaccaridico Catene polisaccaridiche di ripetizione e spec. (Antigene O)

27 Effetto tossico tracce minime di LPS, assorbite quotidianamente dall'organismo, svolgano una funzione fisiologica mantenendo allertati i sistemi di difesa (monocitomacrofagico ed immunitario) Basse dosi di lipide A hanno Effetti Pirogeni Stimolano il rilascio di IL1 Alte dosi determinano Shock Settico in seguito al rilascio di: Citochine, mediatori dell'infiammazione (TNF, IL-1, prostaglandine, leucotrieni ecc

28 interazione con gli endoteli vascolari attivazione del complemento attraverso la via alternativa attivazione della cascata di eventi legati alla coagulazione del sangue Il LPS innesca l attività procoagulante dei linfomonociti Manifestazioni trombotiche nei casi più gravi di sepsi, conducono il paziente a morte per coagulazione intravascolare disseminata (CID)

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