LinuxDay 2005 Pordenone, 26/11/2005. Migrazione da NT4 a Samba3: Una esperienza concreta

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1 LinuxDay 2005 Pordenone, 26/11/2005 :

2 Associazione La Nostra Famiglia L'Associazione è un ente non profit civilmente riconosciuto al quale è attribuita la personalità giuridica con D.P.R n Dal è considerata ONLUS ai sensi del decreto legislativo 460/97, per quanto attiene le attività sanitarie, socio-sanitarie, di istruzione e di formazione, finalizzate a soggetti disabili. Esplica le attività istituzionali, fra le altre, nell'ambito dell'assistenza sanitaria e della ricerca scientifica, dell'assistenza socio-sanitaria, dell'educazione e dell'istruzione. L'Associazione è un erogatore accreditato nell'ambito del SSN e del SSR per l'attività di riabilitazione ospedaliera ed extra-ospedaliera finalizzata prevalentemente all'età evolutiva e giovane adulta.

3 Centro di Riabilitazione di San Vito Il Centro di Riabilitazione di San Vito al Tagliamento (PN) è una struttura sanitaria che opera in convenzione/accreditamento nell'ambito del Servizio Sanitario Nazionale e Regionale. É stato riconosciuto, con Decreto Interministeriale del 31/7/1998, quale Sede del Polo Regionale dell'istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico Eugenio Medea. Fa parte del Polo Regionale anche la sede di Pasian di Prato (UD). Il Centro eroga prestazioni diagnostiche e riabilitative, finalizzate al recupero delle funzioni compromesse (motorie, psichiche, sensoriali) in forma residenziale, diurna, ambulatoriale, domiciliare, extramurale. Assicura la personalizzazione dell'intervento per raggiungere il più alto livello possibile di autonomia funzionale del soggetto nel proprio ambiente familiare, scolastico, lavorativo e sociale.

4 Perché usare Samba? Cause esterne Perché NT4 non è più supportato da Microsoft ( e comunque non funziona più su HW moderno Perché il supporto del proprio sistema operativo di rete è diventato un obbligo di legge con l'entrata in vigore della legge sulla privacy Perché NT4 non supporta alcune cose richieste dalla stessa legge (controlli di complessità e cambio automatico della password) Perché esiste il concetto di Licenza Client L'alternativa di casa Microsoft è Windows Server 2003: ActiveDirectory, le gerarchie di gruppo, le policy al dettaglio, tutte cose fantastiche ma sovrastimate per una SME. E tutte queste cose hanno un costo di gestione.

5 Perché usare Samba? Perché è Software Libero! Perché replica perfettamente tutte le funzionalità di Windows NT4, permettendo una migrazione pressoché trasparente Perché funziona su HW moderno, e ha prestazioni eccellenti Perché si integra perfettamente in una rete mista UNIX/Windows e favorisce quindi la migrazione Perché non ha, ovviamente, licenze client a cui sottostare! Perché permette di essere gestito sia alla Windows (interfacce grafiche) che alla UNIX (script ;) con la massima flessibilità Perché, nella piena filosofia UNIX, è scriptabile, ovvero estendibile tramite script Un ponte tra le due tecnologie, ben radicato nella filosofia UNIX.

6 Cos'è Samba? Samba è un insieme di servizi e programmi che permettono l'integrazione di una macchina UNIX in un ambiente Windows Rispetta la filosofia UNIX, non (re)inventa nulla Cerca, per quanto possibile, di fare da ponte tra tecnologie differenti che hanno il medesimo scopo (gestione account, acl,...) Utilizza tool standard del sistema e si appoggia su sistemi e protocolli noti e ben definiti Utilizza il protocollo SMB (nella sua versione over TCP/IP), e cerca di seguire per quanto possibile lo sviluppo del protocollo (closed) da parte della casa di Redmond...

7 Funzionalità Supporta la modalità share, ovvero condivisione semplice di risorse (che ignoriamo totalmente) Può essere membro di un dominio (grazie a winbind) Sa essere server WINS, ma non sa fare replica... (ma c'è il DNS!) Può essere controller di dominio (PDC e BDC, ma solo se il PDC è un altro server Samba, e grazie a LDAP) Supporta i roaming profile, logon script e le policy (NT, no AD) Supporta i tool standard di gestione (ed altri custom) Può essere membro di un dominio AD (grazie a Kerberos e LDAP) ActiveDirectory è la composizione di quattro protocolli/servizi: DNS + LDAP + Kerberos+NTP; sono tutti protocolli standard, con descrizione pubblica, ma ovviamente implementati in maniera proprietaria

8 Differenze insanabili Esistono delle differenze insanabili tra il mondo windows e il mondo UNIX, essenzialmente: UNIX utilizza per identificare un utente o gruppo un numero (UID e GID), mentre windows una stringa alfanumerica (SID) Windows utilizza un formato di codifica delle password che non è replicabile nel mondo UNIX (password-equivalent), e la stessa sorte seguono i sistemi di gestione/enforcement/restrizione... Questo vuol dire che, da qualsiasi parte la si prenda, dovrà esistere una mappatura tra gli ID UNIX e gli ID Windows, e che le password dei due sistemi dovranno essere diverse... questo concetto è FONDAMENTALE!!!

9 Prerequisiti Un sistema UNIX (POSIX) Se si vogliono usare le ACL, un filesystem che supporti EA ed ACL, sotto GNU/Linux è fortemente consigliato XFS Se si vuole utilizzare più di un server, con dei BDC, un server LDAP (solitamente OpenLDAP). Se si vuole renderlo membro di un dominio AD, occorre Kerberos Per la condivisione delle stampanti, un server di stampa (solitamente CUPS) Ovviamente tutto questo (a parte il primo punto ;) non è necessario, ma si tratta di funzionalità che risultano di largo utilizzo. Parleremo estensivamente solo di LDAP.

10 Che cos'è LDAP? Un database (in senso lato) a forma di albero, i cui oggetti (foglie e nodi) possono avere un numero indefinito di attributi (regolati da degli schemi) in tipo e quantità: il concetto di directory Un protocollo di accesso a questo database (LDAP appunto) Nasce come tentativo di semplificare X.500 ( ma nonostante questo resta un oggetto particolarmente complicato. ;) Ne esistono parecchie implementazioni, io farò riferimento a OpenLDAP. Sull'argomento è bene leggere anche

11 Perché usare LDAP? Se c'è bisogno di più di un DC, allora è necessario LDAP: Samba non implementa la replica, la lascia fare a LDAP In una rete mista con più di un server UNIX è possibile condividere gli account (come con NIS) senza dover ricorrere per forza a winbind. Esistono molti tool che permettono di leggere/scrivere/organizzare dati in LDAP Esistono una pletora di programmi e interfacce che sono LDAPenabled, e che quindi possono essere integrate molto semplicemente É figo ;-) LDAP non è l'unico backend disponibile, ma non tutti sono completi... l'alternativa reale è tdbsam.

12 LDAP: Configurazione di base Occorre fare solo delle piccole modifiche al file di configurazione standard di OpenLDAP (solitamente /etc/ldap/slapd.conf): include /etc/ldap/schema/samba.schema [...] index cn pres,sub,eq index sn pres,sub,eq index uid pres,sub,eq index displayname pres,sub,eq index uidnumber eq index gidnumber eq index memberuid eq index sambasid eq index sambaprimarygroupsid eq index sambadomainname eq index default sub Sostanzialmente aggiungere lo schema e degli indici...

13 LDAP: Boot La parte difficile è fare il boot: occorre creare un file iniziale in un formato di interscambio (LDIF) da dare in pasto al server slapd tramite il comando slapadd. Occorre inoltre definire nell'albero una entry di amministrazione dotata di password, (o definirla nel file slapd.conf) e darle dei permessi consoni, ad esempio per Samba: access to attrs=sambalmpassword,sambantpassword by dn="cn=admin,dc=pp,dc=lnf,dc=it" write by * none L'albero può essere gestito con molti tool (gq, JXplorer, migrationtools,...) vedremo poi gli smbldap-tools. Già che ci siamo impariamo anche il comando slapcat, comodissimo per i backup...

14 Name Service Switch Samba non si inventa nulla: gli utenti Windows devono essere comunque utenti del sistema (POSIX), quindi devono esistere in /etc/passwd o... in LDAP! NSS è una estensione della libreria di sistema, organizzata a plugin, che permette di rendere disponibili account e gruppi (ma non solo...) provenienti da fonti diverse. Per farlo funzionare è sufficiente caricare i plugin corretti (libnssldap), configurarli correttamente e modificare il file /etc/nsswitch.conf Per verificare il corretto funzionamento è sufficiente usare i comandi getent passwd (<user>) getent group (<group>)

15 Pluggable Authentication Module NSS però rende disponibile gli account, ma la verifica di questi è lasciata ad un altro sistema altamente configurabile, PAM. Per l'autenticazione degli utenti è possibile sia usare il modulo ldap (e chiedere a samba di sincronizzare le pass UNIX e SMB) sia il modulo winbind. Vedremo dopo vantaggi e svantaggi. Per il suo utilizzo è possibile modificare i file (in /etc/pam.d/), ad esempio per il livello auth: auth [success=1 default=ignore] pam_unix.so nullok_secure auth required pam_ldap.so use_first_pass auth required pam_permit.so

16 smb.conf: Definizioni di base Ora abbiamo una configurazione di base del sistema perfettamente funzionante. Prima di riempirla configuriamo samba. # Impostazioni del dominio, diamo per scontato che si tratta di un # PDC (domain master = Yes) o di un BDC (domain master = No) # [globals] security = user workgroup = PASIAN netbios aliases = CUPS FILE os level = 34 domain logons = Yes preferred master = Yes domain master = Yes local master = Yes Con queste impostazioni Samba si comporta come un PDC a tutti gli effetti.

17 smb.conf: Autenticazione Come già accennato le password POSIX e SMB devono per forza essere diverse perché non compatibili; inoltre entrambi i sistemi hanno degli strumenti di gestione account (scadenza,...) che parimenti non è possibile integrare. Ci sono alcune strade possibili: è ancora possibile usare password SMB non cifrate ma... si possono tenere le password e le informazioni in SMB e usare winbind per l'autenticazione e le restrizioni... si possono tenere sincronizzate le password POSIX e SMB tramite appositi script, usare le restrizioni SMB solo nel mondo Windows... Se la rete è praticamente solo Windows, ha senso usare questa ultima ipotesi... anche se samba diventa lo snodo centrale della gestione account e password!

18 Molto semplicemente: smb.conf: Autenticazione/2 # Autenticazione # Definizione del backend delle password, e disabilitazione # dell'accesso a password UNIX e proprietà collegate # passdb backend = ldapsam:"ldap://localhost" passwd chat = *New*password* %n\n *Retype*new*password* %n \n *all*authentication*tokens*updated* passwd program = /usr/sbin/smbldap-passwd %u unix password sync = No pam password change = No obey pam restrictions = No ldap passwd sync = Yes Vengono indicati il backend per la gestione account, il programma e lo script chat di sincronizzazione tra password SMB e POSIX, e l'opzione che forza questa sincronizzazione.

19 smb.conf: Autenticazione/3 Oltre a quanto già detto, Samba deve anche conoscere i rami (ou) dell'albero LDAP dove sono memorizzate le informazioni, ovvero utenti, gruppi e account macchina: # Definizione dei parametri LDAP # ldap delete dn indica se all'eliminazione dell'utente samba debba # eliminare tutto (= Yes) o solo i dati Windows (= No). # ldap suffix = dc=pp,dc=lnf,dc=it ldap machine suffix = ou=host ldap user suffix = ou=people ldap group suffix = ou=group ldap admin dn = cn=admin,dc=sv,dc=lnf,dc=it ldap delete dn = No Inoltre viene definito l'utente ldap (dn) da utilizzare per le scritture nell'albero; ovviamente può non essere l'admin definito in slapd.conf... basta che abbia sufficienti permessi (ACL)!!!

20 smb.conf: Autenticazione/4 Incredibile ma vero: la nostra installazione di Samba+LDAP è già perfettamente funzionante; manca solo dare a samba la password dell'utente scelto come admin dn, con: smbpasswd -w <pass_ldap> e dopo possiamo utilizzare i tool standard (smbpasswd -a, pdbedit -a, net groupmap add,...) per creare utenti e gruppi SMB. Ovviamente a condizione che i relativi oggetti POSIX esistano già... Ma probabilmente poche cose funzioneranno come ci si aspetta, e questo perché Windows suppone che esistano particolari identificativi con particolari nomi nella rete...

21 SMBLDAP-Tools Le cose così non vanno tanto bene: non c'è modo di creare le entry POSIX in automatico? Certo, tramite script! Gli smbldap-tools forniscono: uno script per la sincronizzazione della password tra SMB e POSIX uno script per la popolazione iniziale dell'albero LDAP con i gruppi predefiniti e con una definizione funzionante degli utenti base (Administrator e Guest) una serie di script per creare al volo entry POSIX nel database da popolare con i dati SMB, e per gestirle... Ovviamente gli script possono essere usati anche standalone...

22 SMBLDAP-Tools: Configurazione I default presenti nel file di configurazione di esempio vanno solitamente più che bene, occorre solo: definire la variabile SID al valore corretto del SID del dominio, ottenibile con net getlocalsid <NOMEDOMINIO> definire correttamente i parametri del server LDAP (indirizzo, porta, suffisso/basedn), devono combaciare con quelli in smb.conf! definire la variabile della dn che conterrà i contatori di UID e GID, solitamente impostata a: sambaunixidpooldn="sambadomainname=<nomedominio>,${suffix}" definire la password di accesso dell'admin dn/user Fatto questo è possibile eseguire lo script smbldap-populate che inserirà nell'albero tutti dati mancanti, e gli utenti e gruppi standard. Se esisteva un albero ldap è bene approfittare di dare una sistemata...

23 SMBLDAP-Tools: smb.conf Ora non resta che istruire samba ad utilizzare questi script, attraverso le direttive: add user script = /usr/sbin/smbldap-useradd "%u" delete user script = /usr/sbin/smbldap-userdel "%u" add machine script = /usr/sbin/smbldap-useradd -w -d /dev/null -s /bin/false "%u" add group script = /usr/sbin/smbldap-groupadd -p "%g" delete group script = /usr/sbin/smbldap-groupdel "%g" add user to group script = /usr/sbin/smbldap-groupmod -m "%u" "%g" delete user from group script = /usr/sbin/smbldap-groupmod -x "%u" "%g" set primary group script = /usr/sbin/smbldap-usermod -g "%g" "%u" In questa maniera ad ogni richiesta di un nuovo utente/gruppo ma soprattutto machine account, lo script provvederà a creare la struttura POSIX necessaria. Gli script possono essere usati a manina, con fine tuning grazie ad altri strumenti LDAP, oppure può essere usato direttamente... User Manager for Domain. ;)

24 Utenti e Gruppi speciali Le reti Windows hanno bisogno di alcuni utenti e gruppi speciali: Un gruppo Domain Users (SID -513) Un gruppo Domain Guests (SID -514) Un gruppo Domain Admins (SID -512) Questi gruppi vengono automaticamente aggiunti ai gruppi Users, Guests e Administrators della macchina locale: quindi chi è in Domain Admins è automaticamente amministratore della macchina. Inoltre per gestire l'accesso anonimo deve esistere un utente guest (SID a piacere) che va indicato a Samba utilizzando la direttiva: guest account = <utente>

25 Utente Administrator Incredibile a dirsi ma le reti Windows non necessitano dell'utente Administrator, ma ovviamente la presenza di un utente amministratore è una necessità pratica ineludibile. Inoltre per alcune operazioni, perché lo richiede lo UNIX sottostante, è necessario operare con UID=0 (alla potenza di root). Solitamente quindi si crea un utente (Administrator o root, poco importa) con UID=0; per questioni di sicurezza o si crea un altro utente con shell invalida, oppure si eliminano i dati POSIX dall'albero LDAP (è bene che di root ce ne sia uno solo... ;-))). Inoltre tramite l'opzione enable privileges = Yes e l'utilizzo del comando net rpc rights è possibile delegare delle competenze.

26 Migrazione: Premesse Siamo pronti per la nostra migrazione, cerchiamo di descrivere situazione e obiettivi... Supponiamo di avere uno o più server NT, ma un unico share file principale da preservare perfettamente Supponiamo ovviamente di avere la nostra macchina Linux/Samba file server già pronta con quanto descritto finora già installato Supponiamo di non voler preservare le stampanti (anche se è possibile farlo... non ce ne occupiamo) Quello che dobbiamo fare è migrare le informazioni sugli account (utenti, gruppi, machine) e migrare i file nello share con tutte le informazioni sui permessi.

27 Migrazione: ATTENZIONE!!! Come già accennato Samba non sa fare PDC o BDC di un BDC o PDC NT, esiste solo il processo di migrazione, non la gestione completa della sincronizzazione. Inoltre un server PDC o BDC NT non può essere degradato (demoted) a workstation/server normale, può solo passare dallo stato PDC a quello BDC e viceversa. Questo implica che esiste un punto di non ritorno: la migrazione degli account e dei dati può essere provata un numero di volte a piacere, ma ad un certo punto i server NT dovranno essere spenti e tolti dalla rete, formattati, distrutti, immolati a sant'ignutius,... vedete voi!

28 Vampire Nell'operazione di vampire sono state implementate quelle funzionalità che forzano la risincronizzazione di un BDC con il suo PDC, ed esclusivamente questo. L'operazione di vampire è semplice: Sul PDC, tramite Server Manager for Domain, il server Samba deve essere inserito come BDC Il server samba non deve essere in esecuzione, e deve essere configurato come BDC (domain master = No) Il server samba deve avere un corretto join con il dominio (test con net rpc testjoin, join con net rpc join -S NT4PDC -w DOMNAME -U Administrator) Il vampire vero e proprio lo si ottiene con il comando: net rpc vampire -S NT4PDC -U administrator

29 Vampire: Verifica Se tutto (samba, script smbldap-tools, ldap) è stato configurato a dovere a video verranno stampate le operazioni svolte; si può anche verificare il risultato con il comando pdbedit -L, o direttamente sull'albero LDAP. Questo è anche un buon momento per fare un po' di pulizia, rimuovere account e gruppi non più utilizzati, rinominare Administrator in root (preservando il SID!!!) o assegnandogli UID=0, rimuovendo o meno i dati POSIX... ma vedi dopo la copia. Fatto questo il server Samba può essere mandato in esecuzione. Ovviamente il server Samba si trova nello stato di BDC ma, per l'ennesima volta, non è un BDC: ogni modifica fatta sul PDC non viene propagata...

30 Share e Permessi: alcune premesse Per questioni storiche Samba di default cerca di fare il possibile per mappare i permessi Windows sui permessi UNIX: ma questi ultimi sono infinitamente meno potenti, col risultato di una sostanziale perdita di informazione di accesso. Con l'arrivo delle ACL POSIX il problema è completamente risolto, ma ovviamente non essendo il default l'utilizzo completo delle ACL alcune opzioni vanno esplicitamente abilitate per lo share. La scelta è giustificata: per alcuni share i permessi UNIX sono più che sufficienti, non ha senso abilitare le ACL. Se esiste già un server NT con uno share, do per scontato che su questo sono costruiti dei permessi complessi, e do per scontato che c'è l'assoluta necessità di preservarli.

31 Copia: Definizione dello share Possiamo definire un tipico share come: [Users] path = /srv/users read only = No inherit acls = Yes map acl inherit = Yes map archive = No store dos attributes = Yes Le prime due opzioni permettono di preservare le opzioni di ereditarietà dei permessi (normalmente ignorate, si usano di default i permessi dell'utente), le altre due mappano fuori dai permessi UNIX (negli EA) i permessi di compatibilità DOS, maggiore pulizia. Le ACL, se abilitate nel filesystem, vengono attivate di default.

32 Copia: Preparazione Per la copia occorre inoltre: Il programma ROBOCOPY.EXE presente nel Resource Kit di Windows NT/2K/XP/2k3 che permette una copia efficace (e con log di verifica) dei file Può succedere che sia stato eliminato dal sistema un utente, ma che il suo SID sia ancora assegnato a una cartella o file: in questo caso qualsiasi tool di copia si usi scarta tutte le ACL; occorre usare nello share l'opzione force unknown acl user = Yes che sostituisce al SID sconosciuto il corrente, preservando le ACL. In UNIX l'unico che ha la possibilità di fare chown a piacere è root: occorre quindi fare un mapping (anche temporaneo... ad esempio con admin users = utentedicopia) di modo che l'utente usato per la copia operi su samba con uid=0

33 Copia La copia effettiva, ovviamente su una macchina Windows del dominio, può essere quindi: ROBOCOPY "\\SRV1\dira" "\\SRV2\dirb" /E /COPY:DATSO /ZB /V /LOG:logfile.log /TEE In questa maniera si potrà vedere a video quanto accade (alla fine viene stampato un rapportino molto comodo...) e contemporaneamente verrà salvato un log dell'operazione per verifiche al dettaglio. Robocopy ha della ottima documentazione, che vi invito comunque a consultare. ATTENZIONE che la copia va fatta con il mapping UID/GID-SID nella sua veste definitiva, se giocate poi, perdete informazione...

34 Copia: Note finali Non credo esista alternativa alla copia dei file via rete: verificate di avere schede, apparecchiature, cablaggi,... in ottimo stato prima di lanciarvi in questa operazione, se non volete perdere giorni... Una volta attivato samba come PDC dovete spegnere gli altri DC NT, ma questo non vi impedisce di fare una piccola rete isolata con i vecchi server e un client (workstation) NT/2k/XP che possa saltare da una rete all'altra per copiare dati... Oppure staccare i dischi dal file server ed installarli in una macchina workstation (come secondari), avendo preservato i SID tutte le informazioni vengono preservate... Questa è sostanzialmente l'unica operazione che ha un costo alto (in termini di down di rete...) ma... per qualsiasi migrazione!

35 Migrazione: Note finali Con lo stesso principio (robocopy) è bene effettuare una copia dei roaming profiles, se usati; esistono altri sistemi (vedi documentazione samba), ma i client sembrano abbastanza intelligenti. Io ho fatto solo una copia per sicurezza, senza dare peso ai permessi, mai usata. Se presenti è bene fare una copia anche degli script di logon e delle policy, che possono essere preservati senza alcun problema (vedremo poi) Sistemato ogni eventuale parametro e/o utente temporaneo usato per la copia, possiamo spegnere il PDC e tutti i BDC NT, modificare il parametro domain master = Yes e far ripartire Samba. Abbiamo il nostro PDC!

36 BDC: Un po' di teoria... Ribadiamo un po' di concetti alla base della realizzazione di un Backup Domain Controller... I BDC vengono utilizzati non solo per failover, ma anche per questioni geografiche: un client windows contatta preferibilmente il BDC... occorre tenerne conto! Per l'ennesima volta: Samba non implementa il protocollo di replica tra DC di NT, lascia semplicemente che questo lavoro venga svolto dal server LDAP... in perfetto stile UNIX! Infatti dal lato samba per avere un BDC è sufficiente impostare domain master = No e il gioco è fatto, il vero lavoro è sui server LDAP...

37 BDC: Configurazione di LDAP LDAP ha il pieno supporto per la replica master-slave, sostanzialmente quello che dobbiamo fare è: Nell'albero LDAP definire un nuovo utente/dn che possa aggiornare l'albero nello slave; per questa operazione non può essere usato l'utente/dn di amministrazione!!! Anche se agli effetti pratici serve un utente di pari potenza... Sul master, indicare quali sono gli slave da aggiornare Sullo slave indicare chi è il master e come questo agisce sul database slave (tramite l'utente di replica) Non è possibile modificare i dati nello slave, ma esiste una estensione del protocollo (update reference) che non è però supportata da tutti i client (da Samba si...).

38 BDC: LDAP Master Dato per scontata l'aggiunta del nuovo utente/dn di replica cn=replica,dc=pp,dc=lnf,dc=it, occorrono solo le seguenti modifiche: replogfile /var/lib/ldap/replog replica uri=ldap://radagast.pp.lnf.it binddn="cn=replica,dc=pp,dc=lnf,dc=it" bindmethod=simple credentials=nontelado Come ogni buon sistema di replica esiste un logfile, mentre le opzioni successive indicano semplicemente lo slave (quindi ne deve esistere una istanza per ogni slave), che credenziali usare per l'accesso e la password.

39 Occorre aggiungere: BDC: LDAP Slave access to * by dn.exact="cn=replica,dc=pp,dc=lnf,dc=it" write by * break updatedn "cn=replica,dc=pp,dc=lnf,dc=it" updateref ldap://ldap.pp.lnf.it Ormai siamo degli esperti di OpenLDAP: la prima è una ACL (che è bene che sia la prima, per questo la sintassi con il break) che abilita l'utente di replica ad aggiornare i dati su questo slave. Le altre due indicano invece l'utente di replica (lo slave deve sapere chi è l'utente di replicazione, non bastano le ACL) e l'url LDAP da passare come riferimento in caso di tentativi di scrittura.

40 BDC: Note Non esiste nessun protocollo/sistema di inizializzazione automatica: lo slave va inizializzato con un dump ldif proveniente dal master Di conseguenza se per qualche motivo i database vanno fuori sicronia, vanno risincronizzati a mano con un dump/restore; il meccanismo di update reference garantisce comunque i dati sul master... Caricati quindi i dati sullo slave, è possibile rilanciare il master e lanciare lo slave: possiamo provare il funzionamento scrivendo sul master e verificando la propagazione allo slave. É bene verificare anche l'update reference: si dovrebbe notare una scrittura un filino più lenta, oppure un errore se non supportato.

41 LDAP Failover Tutti i moderni client LDAP supportano una sintassi di connessione con delle URL, con la possibilità di elencare più server LDAP: visto che ora abbiamo almeno due server LDAP è il caso di modificare le configurazioni di Samba, smbldap-tools, libpam-ldap, libnss-ldap,... Ad esempio per Samba: passdb backend = ldapsam:"ldap://localhost ldap://ldap.sv.lnf.it" Ovviamente se esiste un server LDAP locale è sempre meglio avere come prima scelta localhost... Gli smbldap-tools utilizzano un approccio leggermente diverso, con un concetto esplicito di server master, usato per scrivere, e slave, per leggere.

42 WINS Windows Internet Name Server è un servizio di risoluzione nomi ad IP che permette di ridurre drasticamente i broadcast nelle reti Windows; da 2k in poi è stato soppiantato dal DNS ed è ormai largamente in disuso. Samba sa fare da server WINS, anche se non gestisce la replica; è sufficiente utilizzare l'opzione: wins support = Yes Inoltre Samba sa anche utilizzare un server WINS esistente, basta utilizzare invece: wins server =

43 Time Server Windows NT4 forniva inoltre un servizio di ora esatta ai client (attraverso il comando NET TIME \\SERVER /set /yes ad esempio); da 2k in poi è stato soppiantato da NTP ed è ormai largamente in disuso. Per abilitare il server Time vecchio stile è sufficiente utilizzare l'opzione: time server = Yes

44 Roaming Profile In una rete complessa UNIX è dato per scontato che è possibile usare equivalentemente una serie di workstation, ritrovando comunque delle risorse (file personali, configurazioni, share,...). In Windows esiste un concetto simile, i roaming profile appunto, che viene realizzato però in un modo sostanzialmente diverso. Mentre solitamente in UNIX le informazioni non vengono duplicate, ma rese disponibili tramite servizi quali NFS, in Windows queste informazioni vengono mantenute sincronizzate tra il server e i client (sostanzialmente caricate all'accesso e salvate in disconnessione). Questo risulta un vantaggio per i dispositivi mobili (che possono lavorare anche disconnessi), ma è fonte di molti problemi...

45 Roaming Profile: Caratteristiche I roaming profile sono composti, o fortemente relazionati, a una serie di concetti/servizi: Esiste un concetto di Home, vagamente equivalente all'analogo concetto UNIX: una cartella condivisa personale. Esiste un concetto di Profilo, ovvero di luogo della rete dove vengono salvate le impostazioni (desktop, menù,...) del mio ambiente sul client Esiste un concetto di Script di Logon, ovvero di script batch che viene eseguito al logon Esiste un concetto di Policy, ovvero di pacchetti di configurazioni che possono essere implementate sul client come aggiunte/modifiche al registry del client

46 Home Pare scontato far collimare i due concetti UNIX e Windows, infatti solitamente samba è configurato con uno share del tipo: [homes] comment = Home Directories create mask = 0700 directory mask = 0700 browseable = No read only = No Che esporta automaticamente uno share che ha lo stesso nome dell'utente. Se si vuole che questo venga automaticamente considerato come Home, occorre inoltre aggiungere tra le opzioni globali: logon drive = p: logon home = \\SERVER\%U

47 Profili: Problemi I profili possono essere una buona cosa ma anche fonte di dolore: Possono essere facilmente abusati dall'utenza (ad esempio copiando qualche decina di MB di MP3 sul desktop...) Quando qualcosa va male solitamente è troppo tardi per intervenire Nel profilo, a parte tanta fuffa, possono starci informazioni importanti come le mailbox della posta... In generale è bene utilizzarli solo ed esclusivamente se si sa quello che si sta facendo. L'utente normale (che usa un computer e basta,...) solitamente non crea problemi, mentre l'utente smaliziato deve essere educato a un uso responsabile del suo profilo...

48 Profili: Soluzioni o workaround Una soluzione potrebbe essere quella di definire una quota sul filesystem usato per i profili, di modo che un utente non possa abusarne; c'è però un problema di fattore due... Inoltre è possibile impostare una quota a livello di client, attraverso le policy... Inoltre è possibile spostare parte del profilo (Documenti, Desktop,...) in altri share, e utilizzare IMAP per la posta... La soluzione che implemento solitamente è quella di tenere i profili nella home dell'utente (in una cartella nascosta), impostare una quota, attivare IMAP e informare debitamente gli utenti. Non è la soluzione ottimale, ma mi ci trovo bene. ;)

49 Profili Per attivare i profili è sufficiente aggiungere l'opzione globale: logon path = \\SERVER\%U\.profileNT Il. iniziale nella directory permette di nasconderla (il concetto di dotfile in UNIX e file nascosto di Windows). Nel file smb.conf è possibile usare delle variabili che vengono istanziate in fase di esecuzione/accesso, e che cominciano per %. In questo caso %U indica il nome utente (Windows) corrente.

50 Share di Logon Script di logon e file di policy devono risiedere in un particolare share che ha la caratteristica di essere utilizzabile molto presto nella fase di logon: [netlogon] comment = Network Logon Service path = /etc/samba/netlogon guest ok = Yes browseable = No share modes = No write list = force user = root Netlogon deve essere uno share in sola lettura, o a scrittura molto controllata, se non volete aprire una voragine di sicurezza... É possibile copiarci dentro programmi e altro, se li deve eseguire lo script di logon...

51 Script di Logon Un qualsiasi script.bat o.cmd, che va indicato con: logon script = startup.bat e che può contenere qualsiasi cosa la shell di Windows permetta. Ad esempio: REM * esegue net time per aggiornare l'orologio del client a quello del REM * server NET TIME \\SERVER /set /yes REM * Abilito (tento...) ed eseguo il servizio Messenger... SC config Messenger start= auto NET START Messenger REM * Assegno al disco condiviso la lettera W: NET USE W: /delete /yes NET USE W: \\SERVER\users /yes

52 Policy Attraverso l'utilizzo del programma System Policy Editor (anche questo presente nel Resource Kit di w2k3 server) e dei template di impostazioni (i file.adm) è possibile costruire il file NTConfig.POL che viene caricato al logon e aggiunge (o altera) delle impostazioni del registry. Il file deve essere posizionato nello share netlogon. Esistono dei template standard Microsoft, altri di terze parti (Novell,...) altri possono essere costruiti custom. Da w2k in poi le policy sono cambiate sostanzialmente, e non sono supportate da Samba. Ma ovviamente i vecchi file.pol sono ancora compatibili ed è possibile creare file.adm praticamente senza limiti...

53 Roaming: impostazioni globali o locali? In NT4 è possibile definire le impostazione di home, profilo e script di logon solo per ogni singolo utente (anche se è possibile selezionarli tutti...). In Samba è possibile definire i parametri come globali in smb.conf (come abbiamo visto) oppure definirli utente per utente. Ovviamente le definizioni per utente surclassano quelle globali. La cosa risulta di una certa comodità, perché solitamente i default vanno bene a parte qualche rara eccezione, che può essere gestita come tale.

54 Roaming: versioni di Windows La gestione dei profili, anche se il principio, è lo stesso, è profondamente diversa tra Windows9x (95, 98, ME) e WindowsNT (NT, 2k, XP). la shell di Win9x (command.com) è differente della shell di WinNT (cmd.exe), e questo va tenuto in conto negli script di logon in Win9x il concetto di home non è così pressante, e questa va dichiarata esplicitamente nei logon script con l'istruzione NET USE P: /home /yes in Win9x non vengono utilizzate le opzioni logon path e logon drive, i profili vengono salvati in quanto indicato in logon home (c'è confusione insomma tra logon e home) Per fortuna il comando NET USE ignora nel connettere unità di rete eventuali path, ovvero \\SERVER\share\folder o \\SERVER\share per NET USE sono perfettamente equivalenti, mentre per i profili no...

55 Roaming: versioni di Windows/2 Possiamo quindi usare una delle variabili di espansione di smb.conf e caricare una certa configurazione solo se il client è Win9x: include = /etc/samba/smb.conf.%a e creare un file /etc/samba/smb.conf.win95 che contenga: logon script = start9x.bat logon home = \\FILE\%U\.profile9x logon path = Notare che questa è una funzionalità di Samba, in NT non è possibile distinguere il client dall'so... Notare inoltre che la directory di profilo è diversa: i profili 9x e NT sono infatti diversi, e non è bene mescolarli (in genere non è bene mescolare profili...).

56 Gestione della Stampa UNIX ha da sempre gestito stampanti e code di stampa, basti pensare che ancora oggi tutte le stampanti supportano il protocollo lp... Ovviamente anche qui Samba non reinventa la ruota, ma si interfaccia ad un sistema di stampa esistente. Solitamente è possibile indicare con l'opzione globale printing = <tiposerver> la tipologia di server usata per la gestione delle code (cups, lp, lprng,...), e questo preimposta una serie di comandi (stampa, verifica la coda, rimuovi dalla coda, pausa,...) di interfaccia al sistema di stampa, che possono essere però ridefiniti manualmente. Ovviamente utilizzeremo CUPS.

57 CUPS CUPS, o CUPSys, o meglio Common UNIX Printing System, è un nuovo sistema di stampa con le seguenti caratteristiche: Utilizza il protocollo IPP (Internet Printing Protocol), della famiglia http, per la comunicazione in rete Spinge sulla configurabilità, separando la gestione fisica della stampante (tramite backend), dalla produzione del file nel formato corretto per la stampante in questione (tramite filtri) Le stampanti vengono descritte attraverso dei file PPD (PostScript Printer Description), noti da tempo in casa Apple... Non ci interessa ma... permette la configurabilità a livello utente Normalmente UNIX conosce e sa gestire PostScript, era compito del sistemista convertire il PS in un formato corretto, e le opzioni erano impostate a livello di sistema, non di utente.

58 CUPS: Configurazione Solitamente l'installazione di un server cups è abbastanza automatica; di default è permessa la stampa da localhost, più che sufficiente se server CUPS e Samba risiedono sulla stessa macchina: Determinare per la propria stampante il linguaggio usato e le modalità di interconnessione Se la stampante è PostScript, prendere dai CD o dalla rete il suo file PPD Se non lo è, tentare con o con un PPD generico... se un file PPD utilizza un particolare sistema di filtri (foomatic ad esempio) verificare di averli installati Copiare i file.ppd nella cartella dei PPD, solitamente /usr/share/cups/model, e ricaricare il demone CUPS Configurare la stampante con uno dei client CUPS disponibili, io trovo molto comodo Faccio notare comunque che il PPD conta per la stampa da UNIX...

59 Stampa: Configurazione La configurazione di samba è elementare... load printers = Yes printing = cups [printers] comment = All Printers browseable = no path = /var/tmp printable = yes writable = no create mode = 0700 guest ok = yes Sostanzialmente tramite l'opzione load printers = Yes si istruisce Samba a rendere disponibili tutte le stampanti del sistema, i cui parametri sono impostati dallo share (virtuale come homes) printers.

60 Stampa: Point'n'Print Come per NT4, è possibile caricare i driver per le stampanti sul server e avere l'installazione automatica delle stesse nei client. Basta definire lo share: [print$] comment = Printer Drivers path = /var/lib/samba/printers write list = guest ok = Yes browseable = No ed utilizzare la solita procedura per caricare i driver Ad esempio Come per netlogon questo share deve essere di sola lettura o ad accesso molto ristretto... Occorre inoltre prestare attenzione alla configurazione iniziale dei driver...

61 Stampa: Accounting CUPS ha un sistema di accounting, ma funziona solo se si utilizza PostScript, e non tutto il PS va bene... Se serve l'accounting non esistono alternative: occorre installare sui client (anche tramite Point'n'Print!) un driver GhostScript-compatibile e usare CUPS per l'interfaccia con la stampante (filtri). Solitamente si preferisce utilizzare i driver nativi, ignorare i filtri cups (con l'opzione cups options = "raw") e fare l'accounting delle stampe, non delle pagine. Sufficiente per identificare abusi. Nelle prossime versioni di CUPS l'accounting migliorerà: verrà spostato nel backend (ora è nel filtro, se annullo pago lo stesso) e verrà esteso ad altri linguaggi per stampante.

62 Virtual File System Samba supporta una architettura modulare sugli share, ovvero è possibile caricare per un particolare share uno o più moduli aggiuntivi che ne estendono le funzionalità. vfs objects = modulo1 modulo2 Vedremo due esempi: la gestione di un cestino e la scansione antivirus sui file dello share di rete.

63 VFS: Cestino di rete Carichiamo il modulo e definiamo alcune opzioni: vfs objects = recycle recycle:repository = /.cestino/%u recycle:keeptree = yes recycle:versions = yes recycle:exclude = *.TMP,*.tmp,*.temp,*.o,*.obj,~$* Il cestino viene creato come cartella nascosta (dotfile) e contiene una cartella per utente, dove viene ricreato l'albero del path dei file eliminati; inoltre se elimino più volte lo stesso file preservo le copie vecchie, mentre ovviamente escludo i file temporanei. Ovviamente la cartella cestino deve esistere e deve avere i permessi sufficienti a far scrivere tutti gli utenti, ed altrettanto ovviamente occorre mettere in piedi degli script per ripulirla (eg, con tmpreaper). Non è il cestino di Windows, ma Windows non ha il cestino di rete...

64 VFS: Antivirus Samba-vscan è un modulo VFS, meglio, un set di moduli per i vari antivirus disponibili per GNU/Linux, che implementa la scansione in tempo reale. Carichiamo il modulo per ClamAV e definiamo alcune opzioni: vfs objects = vscan-clamav recycle vscan-clamav:config-file = /etc/samba/vscan-clamav.conf Le opzioni del modulo sono contenute nel file di configurazione indicato; solitamente i default vanno più che bene. L'unica cosa degna di nota è che il demone clamd deve essere in esecuzione come utente root per avere accesso ai file da scandire. L'integrazione non è perfetta: con file grossi e complicati (mailbox piene di attachment...) clamav manda samba in timeout, per ora occorre limitare la grandezza dei file da scandire.

65 Log Come ogni buon programma UNIX Samba genera dei file di log; i parametri solitamente sono: log level = 0 log file = /var/log/samba/log.%m max log size = 5000 Agendo sul log level è possibile variare la quantità di log generato, anche se superato il valore 3 il log inizia a diventare ingestibile... l'uso che se ne fa è solitamente quello di isolare un problema e inviarlo alle liste specializzate. Normalmente è bene lasciarlo a zero. Se occorre fare auditing, è possibile usare gli appositi moduli VFS.

66 Winbind Winbind è un sistema, comprendente un demone (winbindd), un modulo nss e un modulo pam, che permette di rendere disponibili al sistema UNIX account Windows. L'utilizzo è duplice: può essere usato come sistema alternativo a ldap per rendere disponibili gli account in rete, o comunque alla fine dell'integrazione in una rete mista UNIX/Windows può essere utilizzato come sistema per rendere presenti al sistema locale utenti di un altro dominio, per una trust relationship tra due dominî. Il mapping tra SID ed UID/GID può essere sia locale che condiviso, ovviamente tramite LDAP... Per l'applicazione pratica rimando alla documentazione...

67 Senza LDAP: un esempio Per una macchina singola potrebbe non avere senso usare LDAP; o si opta per winbind, oppure si può mantenere la stessa struttura di sincronizzazione tra account unix e NT, ma con diversi script. Ad esempio: unix password sync = Yes passwd program = /usr/bin/passwd %u passwd chat = *Enter\snew\sUNIX\spassword:* %n\n *Retype\snew\sUNIX\spassword:* %n\n add user script = /usr/sbin/useradd -m "%u" add group script = /usr/sbin/groupadd "%g" add user to group script = /usr/sbin/usermod -G "%g" "%u" delete user from group script = /usr/sbin/gpasswd -d "%u" "%g" set primary group script = /usr/sbin/usermod -g "%g" "%u" delete user script = /usr/sbin/userdel -r %u delete group script = /usr/sbin/groupdel "%g" ovvero utilizza i programmi standard e non i smbldap-tools.

68 Comandi Samba smbpasswd è il vecchio programma per la gestione utenti e password pdbedit è la nuova interfaccia di gestione utenti e gruppi (SAM Database) net è il comando di amministrazione, equivalente al comando NET di Windows (ne replica in parte le funzionalità) testparm è il comando che verifica la correttezza di un file di configurazione di Samba smbstatus ritorna l'elenco delle connessioni attive e i file aperti, veloce ed utile strumento di verifica Ovviamente ne esistono molti altri, così come esistono molte interfacce di gestione...

69 SSL Secure Socket Layer è un sistema di cifratura a chiave pubblica che permette di proteggere le comunicazioni in rete. In questo sistema ha senso ad esempio cifrare il traffico LDAP (se non si usa solo localhost come server...) come il server CUPS (almeno per la fase di autenticazione). Sull'utilizzo di SSL e in particolare di OpenSSL rimando al documento SSL Certificates HOWTO ( mentre per la configurazione dei servizi in SSL alla documentazione propria. Sulla differenza tra SSL, TLS e in generale sull'argomento si può anche vedere

70 Note Finali Alcune considerazioni ulteriori: La documentazione su Samba è varia, abbondante e di buon livello, anche se il tema è molto vasto ed è difficile per qualsiasi testo mantenere coerenza e progressività... Il supporto dato dalla rete è invece di ottima qualità, in particolare la lista italiana che non posso che ringraziare per la disponibilità e la pazienza Inoltre... quando si ragiona con Samba bisogna tenere a mente che è uno strato di compatibilità costruito su UNIX, e quindi per qualsiasi operazione (specie i permessi) occorre sistematicamente ragionare su come si comporterebbe UNIX in questo caso e come si comporterebbe Windows in questo caso, sommando le due conclusioni.

71 Bibliositografia Appunti di Informatica Libera, Daniele Giacomini, Using Samba 2nd Edition, J. Ts, R. Eckstein, D. Collier-Brown, O'Reilly e The official Samba-3 HOWTO and Reference Guide, J. R. Vernooij, J. H. Terpstra, G. Carter, Samba-3 by Example, J. H. Terpstra, The Linux Samba-OpenLDAP Howto, J. Tournier, O. Lemaire, Samba (v.3) PDC LDAP howto, I. Coupeau, Configurazione Samba 3 con supporto LDAP su Debian Sarge, E. Incoletti, Smbldap-tools User Manual, J. Tournier, Modulo 4

72 Bibliositografia/2 Uso di LDAP su Debian GNU/Linux, S. Piccardi, OpenLDAP 2.2 Administrator's Guide, The OpenLDAP Project, Usare OpenLDAP in Debian GNU/Linux, F. Tranchitella, CUPS Software Users Manual, ESP, Tutorial on CUPS and Foomatic, T. Kamppeter and K. Pfeifle, Implementing User & Computer Policies with Samba, M. Petersen, Lista samba-it, Modulo 4

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