L USO DELLA FORZA NEL QUADRO DEL SISTEMA DI SICUREZZA COLLETTIVA DELLE NAZIONI UNITE. ISPI, 13 ottobre 2016
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1 L USO DELLA FORZA NEL QUADRO DEL SISTEMA DI SICUREZZA COLLETTIVA DELLE NAZIONI UNITE ISPI, 13 ottobre 2016
2 IL SISTEMA DI SICUREZZA COLLETTIVA DELLE NAZIONI UNITE: Il RUOLO DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA Art. 24 Carta NU: gli Stati membri delle NU affidano al CdS la responsabilità principale del mantenimento della pace e della sicurezza internazionale Cap. VI Carta NU (artt ): funzioni di tipo diplomatico-conciliativo Cap. VII Carta NU (artt.39-51): azioni per fronteggiare minacce alla pace, violazioni della pace e atti di aggressione
3 Carta NU, Art. 23 Composizione Il Consiglio di sicurezza si compone di quindici Membri delle Nazioni Unite. Repubblica di Cina, Francia, URSS, Regno Unito e Stati Uniti sono membri permanenti del Consiglio di sicurezza. L Assemblea generale elegge altri dieci Membri delle NU quali membri non permanenti del Consiglio di sicurezza, avendo speciale riguardo, in primo luogo, al contributo dei Membri delle NU al mantenimento della pace e della sicurezza internazionale ed agli altri fini dell Organizzazione, ed in secondo luogo ad un equa distribuzione geografica
4 Il Capitolo VII della Carta Artt. 39 Presupposti d azione CDS Art. 40 Misure provvisorie Art. 41 misure non implicanti l uso della forza SSC- Sistema centralizzato Art. 42 misure implicanti l uso della forza Art. 43, 46 e 47 mezzi e modalità d azione (accordi, meccanismo di comando)
5 Il Capitolo VII della Carta Artt. 39 ss. Accentramento nel Consiglio di sicurezza della competenza in materia di mantenimento della pace e della sicurezza internazionale Condizioni: esistenza di una minaccia o di una violazione della pace o di un atto di aggressione Poteri: Raccomandare o decidere le misure necessarie Sono competenze esclusive 5
6 La costituzione di forze armate dell ONU secondo la Carta (SSC Sistema centralizzato) Art. 42, Carta delle Nazioni Unite Se il Consiglio di sicurezza ritiene che le misure previste nell art. 41 siano inadeguate o si siano dimostrate inadeguate, esso può intraprendere, con forze aeree, navali o terrestri, ogni azione che sia necessaria per mantenere o ristabilire la pace e la sicurezza internazionale. Tale azione può comprendere dimostrazioni, blocchi ed altre operazioni mediante forze aeree, navali o terrestri di Membri delle Nazioni Unite Discrezionalità del CDS rispetto alla gradualità Uso della forza contro uno Stato oppure al suo interno Caratteri: operazioni di polizia internazionale (direzione e controllo del CDS)
7 Modalità di attuazione delle misure implicanti l uso della forza previste dalla Carta ONU e nella prassi i) Carta ONU (art. 42) Intervento armato CDS Artt mai attuati Mancata fornitura di contingenti su base permanente da parte degli Stati sulla base di accordi col CdS Mancato funzionamento del Comitato di Stato maggiore Capi di stato maggiore dei membri permanenti sotto la direzione del CdS ii) Alternative nella prassi: Le autorizzazioni all uso della forza armata Le Peace keeping operations 7
8 La prassi delle autorizzazioni all uso della forza Prassi delle autorizzazioni molto variegata Schematizzando: Operazioni belliche contro uno Stato (violazione della pace) Il precedente della Corea (1950) Guerra del golfo (Ris. 678 del 1990) Operazioni coercitive (di interdizione militare) condotte con forze navali in relazione ad embarghi Rhodesia del Sud (1966) Golfo persico (1990) Ex-Jugoslavia ( ) Somalia (1992); Haiti ( ); Sierra Leone (1997)
9 La prassi delle autorizzazioni all uso della forza Operazioni militari coercitive condotte all interno di uno Stato in presenza di minacce alla pace (crisi di carattere umanitario) della prima metà degli anni 90 Somalia - Ris. 794 del 1992 (Operazione Restore Hope di UNITAF) Ex-Jugoslavia - Ris. 770 (1992); Ris. 816 e 836 (1993); Ris. 908 e 958 (1994); Ris. 981 (1995) Ruanda - Ris. 929 del 1994 (Operazione Turquoise) Haiti - Ris. 940 (1994)
10 La prassi delle autorizzazioni all uso della forza La prassi successiva relativa alle autorizzazioni in presenza del consenso e/o su richiesta dello Stato di destinazione e collegate a operazioni di peacekeeping multifunzionali - Operazione ALBA (1997) e Operazione INTERFET (1999) L uso autorizzato della forza nel caso dei processi c.d. di Nation-Building i) le amministrazioni internazionali di territori (UNMIK in Kosovo e UNTAET a Timor est) ii) Le situazioni conseguenti ad occupazioni militari (ISAF in Afghanistan e l Iraq)
11 Fondamento e compatibilità delle autorizzazioni col sistema delle Nazioni Unite Posizioni dottrina minoritarie: tesi della illegittimità ai sensi della Carta: incompatibilità con l art. 42 e ss.; (Allegretti, Bernardini, Morin, Matsui) Acquiescenza degli Stati o Posizioni dottrina ormai largamente maggioritarie (tesi della legittimità delle autorizzazioni) Posizioni favorevoli alla formazione di una norma consuetudinaria modificativa o integrativa del Cap. VII (Conforti, Frank) Posizione dominante favorevole ad una interpretazione estensiva (o soltanto funzionale) dell art. 42 (Starace, Marchisio, Klein, Greenwood, Sarooshi, Kolb, ecc.)
12 Fondamento e compatibilità delle autorizzazioni col sistema delle Nazioni Unite Posizione prevalente favorevole ad una interpretazione estensiva dell art. 42 indica un modello unitario di autorizzazioni (Sarooshi, Kolb) autorizzazioni conformi al modello autorizzazioni illegittime (ultra vires)
13 Caratteri del modello di autorizzazioni riconducibili al sistema delle Nazioni Unite: l overall authority and control del CDS Controllo politico e direzione strategica da parte del CDS L organizzazione non ha poteri di comando militare, ma può controllare e dirigere le operazioni militari Potere di controllo generale del CDS: i) chiarezza obiettivi operazione; ii) supervisione costante CDS sulle modalità d attuazione iii) raccolta da parte del CDS delle informazioni necessarie per verificare il modo in cui i poteri vengono esercitati (in caso di mancanza di uno di questi parametri si tratterebbe di autorizzazioni illegittime)
14 Posizioni tendenti ad allargare l ambito delle «autorizzazioni» Teorie sulle autorizzazioni «implicite» Guerra in Kosovo 1999 (ris del 1998) Guerra in Irak 2003 (ris del 2002) Teorie sulla «reviviscenza» delle autorizzazioni Guerra in Irak 2003 (reviviscenza Ris. 678) Teorie sulle «sanatorie» successive Ris (1999) sulla guerra in Kosovo
15 Intervento in Libia (2011) Ris (17/3/2011) Voto favorevole 10 Stati (astensione di Brasile, Germania, India, Russia e Cina) Autorizzazione uso forza: Par. 4 proteggere i civili e le aree popolate sotto minaccia di attacco; esclude esplicitamente soltanto l occupazione sotto qualsiasi forma del territorio libico Par. 8 istituzione di una no-fly zone su spazio aereo libico Par. 13 ispezione navi e aeromobili No termine finale Non è accorpabile al sistema ONU indeterminatezza obiettivi (Villani, Picone); né al diritto internazionale generale (Picone) intervento umanitario
16 Le operazioni di peace-keeping: alcuni dati statistici Totale operazioni attuali: 15 Totale operazioni dal 1948: 68, di cui: 13 nel periodo dal 1988
17 Statistiche Personale totale attuale: , di cui: in uniforme (83343 contingenti, forze di polizia, 1864 osservatori militari), provenienti da 114 paesi Personale civile internazionale: 5128 Personale civile locale: Volontari delle NU: Personale deceduto in operazioni di pace dal 1948 ad oggi: 3164 Bilancio 1 luglio giugno 2014: 7.5 miliardi di dollari (Italia sesto contributore) Costo delle operazioni dal 1948 al 30 giugno 2008: circa 69 miliardi di dollari
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19 Definizioni OPK No definizione ufficiale Elementi distintivi: prassi del Segretariato - Caratteri: Operazioni realizzate direttamente dall Organizzazione, effettuate con personale militare (talvolta civile) fornita da Stati membri su base volontaria (accordi ad hoc); comando e controllo ONU (Segretario generale); autorità politica CDS - Scopo generale: mantenere o ristabilire pace e sicurezza in uno o più paesi in situazioni di crisi o conflitto
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21 Modello tradizionale Peacekeeping ASPETTI ORGANIZZATIVI Ruolo del Segretario generale Il Consiglio di sicurezza delega il Segretario generale a: Reperire e organizzare le forze, stipulando accordi con gli Stati membri Dirigere le operazioni di peacekeeping, sotto il controllo politico del Consiglio di sicurezza
22 Modello tradizionale Peacekeeping ASPETTI ORGANIZZATIVI Il Segretario generale: i) dirige l operazione attraverso il Comandante supremo della forza (capo missione), da lui designato in accordo con il CDS ii) Generalmente delega la funzione strategicooperativa ad un Rappresentante speciale che segue l operazione sul campo
23 Peacekeeping tradizionale Contingenti I contingenti nazionali portano l uniforme del loro paese, ma indossano in aggiunta le insegne delle Nazioni Unite (caschi blu) Rimangono soggetti alla disciplina militare del loro paese, ma devono coordinarsi sotto le direttive del Comandante della forza Nello svolgimento delle operazioni sono tenuti al rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario
24 Peacekeeping tradizionale CARATTERI DELL OPERAZIONE: 1) Imparzialità e neutralità della forza (no pregiudizio pretese e posizioni parti in causa; requisito essenzialmente politico) 2) Consenso dello Stato territoriale (parti) (segue) 3) Divieto di uso della forza armata dei contingenti ONU, se non a titolo di legittima difesa
25 Uso forza OPK Modello tradizionale: uniformità nell applicazione del principio che regola l uso della forza - Membri OPK possono usare la forza: i) per rispondere ad attacchi diretti contro la propria persona (e contro coloro che sono affidati alla loro protezione) ii) iii) iv) Per reagire ai tentativi, mediante uso della forza, di impedire loro di svolgere il mandato. Carattere prevalentemente difensivo: non devono prendere l iniziativa dell uso delle armi Carattere flessibile regola (contesto, ampiezza mandato)
26 Uso forza OPK OPK tradizionali; mai state dotate di armamenti necessari per svolgere operazioni su larga scala (di enforcement) Anni 90 - Unici due casi abbandono modello una certa fase dell ONUC e UNOSOM II no consenso (ma anche in questi casi il modello tradizionale appare lo schema di riferimento OPK «robuste»; uso di tutti i mezzi necessari; senza riferimento alla legittima difesa; non sono operazioni di enforcement postulano il consenso delle parti
27 Peacekeeping «robusto» A partire dal 2000: MINUSIL (Sierra Leone), MONUC (Congo)/dal 2010 (MONUSCO), ONUCI (Costa D Avorio), MINUAD (Darfur), UNIFIL (Libano) Autorizzazione ad usare «tutti i mezzi necessari» (Cap. VII) senza esplicito riferimento alla legittima difesa Consenso preventivo di tutte le parti coinvolte (no «imposizione della pace») Mandato chiaro
28 Peacekeeping «robusto» Condizioni per l impiego della forza: mandato chiaro e fermo consenso delle parti espresse nel testo della risoluzione (anche eccezioni) es. 1565, MONUC anche a titolo «preventivo, per prevenire attacchi armati» es: MINAUD (Ris. 1769, 2007) non modifica la natura dell operazione: «azione coercitiva non è il fine, ma uno strumento» cautela nell applicazione di questo principio (extrema ratio)
29 FONDAMENTO GIURIDICO OPK OPK tradizionali Requisito consenso è cruciale: 1. - base per il fondamento giuridico 2. - limite all esercizio delle funzioni delle OPK 3. - autorità statali o autorità di fatto (principio di effettività) OPK «robuste» / Capitolo VII Carta ONU (svolgono una funzione per il mantenimento della pace che implica l uso della forza ma non sono operazioni coercitive in quanto postulano il consenso
30 Conclusioni SSC forte connotazione politica (consenso/veto «big five») elementi postwestfaliani uso della forza?? Autorizzazioni uso della forza (strumento alternativo all uso della forza direttamente da parte degli Stati) OPK (strumento per l uso della forza in termini consensuali)
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