Filosofia del linguaggio II-Pragmatica

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1 Filosofia del linguaggio II-Pragmatica

2 Ripresa di alcuni concetti fondamentali - Fonetica/Fonologia: studio dei suoni linguistici - Grammatica: studio di come unità più semplici si compongono a formare unità più complesse - Morfologia (struttura interna delle parole) - Sintassi (struttura interna degli enunciati) - Semantica: studio del significato - Pragmatica: studio degli usi del linguaggio (nei processi comunicativi)

3 Ripresa di alcuni concetti fondamentali Es. Morris (1938): La sintassi si occupa dei segni in quanto tali, prescindendo dalla loro interpretazione e dal loro uso; la semantica si occupa del significato dei segni; la pragmatica, infine, si occupa di ciò che con i segni si può fare, dei loro impieghi concreti.

4 Ripresa di alcuni concetti fondamentali à La semantica ha per oggetto l insieme di relazioni che sussistono tra espressioni linguistiche e mondo. È in virtù di queste relazioni che le espressioni linguistiche possiedono significato. La pragmatica studia gli usi delle espressioni linguistiche in varie pratiche sociali, a cominciare dagli ordinari processi di conversazione e comunicazione. (Lycan 2000, p. 165)

5 Parole ed enunciati - Parola = «unità libera minima» (Bloomfield). È una nozione sintattica che tuttavia sembra presupporre un principio di individuazione semantico (à non-parole : suoni linguistici che mimano il possesso di funzioni grammaticali appropriate. Es. Il lonfo non vlaterca ) - Enunciato = unità discorsiva minima. E una frase dotata di significato, ovvero qualcosa che può essere vero o falso (à qualcosa che esprime una proposizione).

6 Enunciati e proferimenti enunciato : proferimento = universale : particolare (type) (token) à Si possono avere più proferimenti diversi di uno stesso enunciato. Per molto tempo il significato è stato considerato una proprietà degli enunciati. Ma recentemente questa visione è stata messa in discussione (à contestualismo)

7 Enunciati e proposizioni Distinzione più controversa (esistono le proposizioni?) Due enunciati distinti possono esprimere la stessa proposizione: - La neve è bianca / Snow is white - Mario Martone è napoletano / Mario Martone è partenopeo - L uomo è mortale / Tutti gli esseri umani muoiono - Io sono nato a Torino [detto da A.P.] / Alfredo Paternoster è nato a Torino

8 Ripresa di alcuni concetti fondamentali RIFERIMENTO = l oggetto (non necessariamente concreto) a cui un nome o descrizione si applica VALORE DI VERITA = l essere VERO piuttosto che FALSO CONDIZIONE/I DI VERITA = stato di cose o situazione che, se sussistente, renderebbe vero l enunciato SEMANTICA VEROCONDIZIONALE = teoria del significato secondo la quale il significato di un enunciato è la sua condizione di verità

9 Semantica e pragmatica Almeno idealmente la semantica si occupa del significato che un enunciato possiede, indipendentemente dal contesto. La semantica si occupa cioè di espressioni linguistiche considerate come tipi (generali). Ma un enunciato è sempre proferito in un certo contesto, da qualcuno e con un certo scopo. Quindi, in un certo senso, è difficile parlare di significati acontestuali: c è un senso importante in cui la maggior parte dei tipi di enunciato semplicemente non ha un significato acontestuale. (Lycan 2000, p. 165, che si riferisce qui ad affermazioni di Austin, Strawson, Wittgenstein )

10 Pragmatica La pragmatica è la disciplina linguistica che si occupa: dell uso del linguaggio di ciò che un parlante comunica, al di là (o invece) di ciò che dice della relazione tra linguaggio e contesto del significato nelle interazioni sociali di quegli aspetti del significato che la semantica standard (verocondizionale) non cattura Queste definizioni sono tutte vere in parte e nessuna da sola caratterizza la disciplina.

11 Pragmatica una definizione più ampia Quello che diciamo è spesso incompleto, a volte oscuro o ambiguo, ricco di espressioni comprensibili solo in relazione al contesto di enunciazione ( questo, quello, lui, qui, ora, ecc.), quasi sempre accompagnato da gesti, sguardi, pause e intonazioni che chiariscono le nostre parole; quello che comunichiamo è in larga misura implicito, cioè non detto espressamente (letteralmente) con le sole parole. La pragmatica è quella parte dello studio del linguaggio che si occupa di svelare i meccanismi comunicativi, di portare alla luce regolarità e strategie, di analizzare i complessi sistemi di aspettative che rendono possibile la comunicazione.

12 Pragmatica Il termine pragmatica rinvia al fatto che l uso del linguaggio è un particolare tipo di azione o comportamento. La pragmatica è cioè lo studio dell agire linguistico. Poiché l azione richiede un soggetto agente, la pragmatica è unica tra le discipline del linguaggio una disciplina che studia il linguaggio in relazione a chi lo parla. Alla pragmatica interessa ciò che il parlante intende dire, non ciò che un espressione letteralmente significa in forza delle regole o convenzioni linguistiche.

13 Fenomeni che suggeriscono la necessità di una teoria pragmatica - Dipendenza contestuale: possiamo cogliere il significato di un enunciato solo prendendo in considerazione il contesto in cui viene emesso - Uso non letterale del linguaggio con conseguente divergenza tra significato letterale e significato inteso - La semantica standard (la semantica verocondizionale) non è abbastanza fine per catturare alcune differenze di significato: Esempi: - è salito a cavallo ed è partito al galoppo vs. è partito al galoppo ed è salito a cavallo - Cavallo vs. destriero - G. è arrivato vs. G. è già arrivato

14 Pragmatica Aree di ricerca: - Implicature conversazionali - Deissi (o indicalità) - Atti linguistici - Presupposizioni - Analisi del discorso

15 1. H.P. Grice ( ) e la teoria dell intenzione comunicativa - Meaning, Logic and Conversation, 1967/1975

16 Contesto storico-teorico dell opera di Grice Il contesto filosofico in cui si colloca Grice è quello della fioritura della cosiddetta filosofia del linguaggio ordinario (autori di riferimento: Austin, Strawson, il secondo Wittgenstein), un paradigma alternativo a quello della semantica verocondizionale, che pone l accento sulla concretezza degli usi linguistici quotidiani e rifiuta la tesi secondo cui il linguaggio naturale è imperfetto e sotto certi aspetti inadeguato. Il contributo di Grice si inscrive, sotto molti aspetti, in questa tradizione ma, allo stesso tempo, egli mantiene attenzione per gli aspetti logico-formali della teoria del significato, senza porsi in rottura col paradigma verocondizionale. Grice può quindi essere considerato una sorta di mediatore tra i due paradigmi di ricerca sul linguaggio.

17 Grice: la teoria del significato Significato naturale (significato-n) Il fumo significa fuoco Gli anelli sul tronco significano l età dell albero Quelle pustole significano rosolia Significato non-naturale (significato-nn) Il suono della campana significa che la lezione è finita Faîtes comme vous voulez significa che devi andare a quel paese scapolo significa maschio adulto non sposato; Il significato linguistico è convenzionale e intenzionale (= mediato dall intenzione di un parlante)

18 Significato dell espressione e significato del parlante Il significato del parlante è ciò che il parlante intende comunicare con un emissione linguistica. Può essere diverso dal significato dell enunciato, che è ciò che l enunciato convenzionalmente dice. Grice ritiene prioritario il significato del parlante, in quanto il significato convenzionale è solo un mezzo che i parlanti hanno a disposizione per lasciar intendere il significato del parlante: quello che le parole significano è questione di quello che la gente intende con esse. (Grice 1989)

19 Grice: significato come intenzione La comprensione verbale non consiste nella decodifica di segnali in messaggi, ma è una forma di attribuzione di uno stato mentale al parlante: la comunicazione è espressione e riconoscimento di intenzioni. (Bianchi 2009, p. 11). Decodifica di segnali in messaggi vuol dire: individuazione del significato convenzionale di un segno linguistico sulla base di una conoscenza condivisa (= competenza linguistica intesa come conoscenza di un codice). I proferimenti sono indizi forniti intenzionalmente di ciò che il parlante vuole comunicare. Per cogliere ciò che il parlante intende comunicare l interlocutore deve fare inferenze a partire dagli indizi.

20 Grice: significato come intenzione Dunque: - La comunicazione linguistica è conoscenza reciproca di un intenzione comunicativa - Il significato, prima che delle espressioni, è del parlante (e il significato inteso dal parlante può anche essere difforme dal significato delle espressioni) In un certo senso non contano le parole che uso, quello che conta è che venga riconosciuta la mia intenzione comunicativa.

21 Grice: significato come intenzione Il parlante P significa-nn con l espressione E = = P intende che la sua emissione di E produca un certo effetto nell interlocutore, in forza del riconoscimento di questa intenzione. Ovvero: 1. P intende produrre un certo effetto nell interlocutore (tipicamente, una modifica del suo stato epistemico) 2. P intende che l interlocutore riconosca la sua intenzione comunicativa 3. P intende che il riconoscimento della sua intenzione sia parte della produzione dell effetto Le intenzioni comunicative hanno la caratteristica di essere orientate verso un agente, aperte (manifeste, trasparenti) e riflessive (Bianchi 2009, p. 18)

22 Grice: significato come intenzione Le clausole 1-3 vengono introdotte per caratterizzare la comunicazione linguistica in opposizione al trasferimento non intenzionale di informazione. La comunicazione è prerogativa degli agenti intenzionali ed è deliberata. In particolare: La clausola 1 è necessaria per escludere i casi in cui l intenzione del parlante è irrilevante per indurre l effetto sull interlocutore. La clausola 2 è necessaria per escludere i casi in cui l effetto viene indotto senza che l interlocutore riconosca la mia intenzione (p. es. io potrei riuscire nell intento di spaventare qualcuno senza che questi si renda conto che la minaccia veniva da me)

23 Grice: significato come intenzione Ciò che vogliamo trovare è [i] la differenza tra far sapere qualcosa a qualcuno deliberatamente e apertamente e dire e [ii] [la differenza] tra indurre qualcuno a pensare qualcosa e dire (Grice 1957) La comunicazione non è mero trasferimento di informazioni (che può essere anche non intenzionale). Far sapere qualcosa a qualcuno deliberatamente e apertamente può essere un atto intenzionalmente non comunicativo (à inganno) Indurre qualcuno a pensare qualcosa è un atto comunicativo non manifesto.

24 Grice: significato come intenzione Qualche esempio di comunicazione non linguistica che le clausole vogliono scartare. A) arrivo a casa scuro in volto e scontroso (vs. dico di essere di umore nero) B1) lascio sulla scrivania di X una foto che raffigura la moglie di X in atteggiamento tenero con Y B2) do a X una fotografia che raffigura la moglie di X in atteggiamento tenero con Y B3) do a X un disegno che raffigura la moglie di X in atteggiamento tenero con Y Mentre nel caso B2 il riconoscimento delle mie intenzioni da parte di X non sembra essere determinante per indurre un certo effetto epistemico su X, nel caso B3 lo è. (à terza clausola)

25 Grice: significato come intenzione à Grice sta cercando di caratterizzare un atto comunicativo intenzionale linguistico (un atto in cui si vuole dire qualcosa), distinguendolo da un atto comunicativo intenzionale qualsiasi (un atto in cui si vuole mostrare qualcosa) Alcuni problemi: - Difficoltà di fissare condizioni necessarie e sufficienti per il significato inteso (= avere un intenzione comunicativa non è né necessario né sufficiente per significare qualcosa) - regresso infinito sui riconoscimento delle intenzioni: P intende che la sua intenzione comunicativa venga riconosciuta da D, che a sua volta intende che il suo riconoscimento venga riconosciuto da P, e così via. ( Io intendo che tu intendi che io intendo che )

26 Problemi: condizioni per il significato inteso - Avere un intenzione non è una condizione necessaria per significare (= significato senza intenzione comunicativa) Es. Parlare a se stessi, scrivere un diario, risposte degli studenti nelle interrogazioni Replica: interlocutori come-se; riformulazione intenzione - Avere un intenzione non è una condizione sufficiente per significare (= intenzione comunicativa senza significato) Es. usi idiosincratici del linguaggio Replica: l intenzione deve essere pubblica.

27 Grice: significato come intenzione - La teoria di Grice può essere considerata una semantica psicologica, in quanto l intenzione è una proprietà mentale. Ma si tratta di una psicologia filosofica, non di psicologia empirica: l intenzione di Grice non è un meccanismo psicologico, ma un concetto primitivo ( mentale o psicologico in un senso intuitivo e non analizzato). - I significati sono sempre significati di qualcuno - Il significato di un enunciato tipicamente va ben al di là di quello che dicono letteralmente le parole. Su quest ultima tesi Grice costruirà la teoria delle implicature conversazionali, una teoria pragmatica del significato comunicato.

28 Significato letterale e significato implicito (= detto/implicato) Il significato del parlante si divide in - Ciò che è detto (letteralmente) - Ciò che è implicato Es. P: Ti piacciono i libri di Virginia Woolf D: Alcuni Implicito: mi piacciono alcuni libri di V. Woolf ma non tutti. Ci volgiamo adesso a considerare il significato del parlante e specificamente in quali modi il parlante implica più di quanto dice.

29 Il principio di cooperazione L uso del linguaggio è un comportamento razionale, cooperativo e orientato a uno scopo. Sebbene possano apparire disordinate e a volte confuse, le conversazioni quotidiane sono regolate da una sorta di tacita collaborazione tra gli interlocutori. Questa forma di tacita collaborazione rende la comunicazione effettivamente possibile. Grice ha formalizzato queste intuizioni attraverso la nozione di principio di cooperazione.

30 Il principio di cooperazione: le massime Principio di cooperazione Fornisci il tuo contributo, così come è richiesto, al momento opportuno, dagli scopi o dall'orientamento della conversazione in cui sei coinvolto. Massime - Quantità: fornisci informazioni nella misura appropriata (tanto quanto richiesto e non di più) - Qualità: dì quello che credi vero (non mentire e non fare affermazioni per cui non hai prove adeguate) - Relazione: sii pertinente - Modo: sii perspicuo (= non oscuro, non ambiguo, conciso, ordinato)

31 Il principio di cooperazione: le massime Le massime non vanno intese come descrizioni fedeli di caratteristiche dei processi comunicativi reali, perché è evidente che ci sono diversi casi in cui non vengono rispettate. D altra parte le massime non vanno intese neanche come vere e proprie norme o prescrizioni, perché tendiamo ad attenerci spontaneamente ad esse, se siamo interessati a comunicare efficacemente. Le violazioni delle massime non vengono sanzionate e hanno un determinato significato (variabile), comunicativo o meno. L idea è piuttosto che le massime siano caratteristiche di una situazione comunicativa ideale. Le massime della conversazione possono essere definite come un insieme di regole che è conveniente seguire per rendere una conversazione il più razionale e cooperativa possibile. (Domaneschi 2014, p. 46)

32 Alcune obiezioni Il modello è troppo idealizzato. Le conversazioni non sono sempre motivate da uno scopo condiviso. In alcuni casi gli interlocutori possono avere scopi diversi e conflittuali. Ci sono differenti livelli di cooperazione. Es. (livello di cooperazione minimo ma non nullo) P: Come stai? D: Non ti interessa P: Non mi vuoi parlare? D: No à Distinzione tra scopi terminali e scopi strumentali (Castelfranchi & Parisi)

33 Violazioni delle massime Di fatto le massime possono non venir rispettate, per ragioni diverse. Distinguiamo: - Violazioni nascoste a scopo di inganno (caso non cooperativo) - Dissociazioni esplicite per volontà di non comunicare (caso minimalmente cooperativo) - Violazioni manifeste ( sfruttamenti e oltraggi ) a scopo di comunicare qualcosa che va al di là di ciò che letteralmente si dice (caso cooperativo)

34 Esplicito/Implicito Le violazioni manifeste sono un fenomeno molto interessante su cui Grice ha costruito la sua ingegnosa teoria delle implicature conversazionali. Idea generale: il parlante usa un enunciato con un certo significato letterale ma intende comunicare un significato diverso (significato inteso o implicito ). Per segnalare questa intenzione comunicativa viola una o più massime della conversazione in modo più o meno smaccato. Si definisce implicatura conversazionale la proposizione che il parlante intende comunicare. Le implicature conversazionali si collocano quindi nel dominio dell implicito.

35 Implicatura conversazionale E un tipo di inferenza la cui origine è esterna all organizzazione della lingua, e si trova nei principi generali che regolano l interazione comunicativa. Il tipo di inferenza chiamato implicatura è sempre intenzionale (à significato-nn) Mostra come sia possibile intendere più di quanto si dice letteralmente. Le implicature sono un esempio paradigmatico della natura e del potere delle spiegazioni pragmatiche dei fenomeni linguistici.

36 Implicatura conversazionale Esempio: P: ti è piaciuta la torta che ti ho preparato? D: Mmm, stasera fa caldo, vero? La risposta di D viola in modo evidente la massima della pertinenza. D vuole quindi comunicare qualcosa di diverso da quello che letteralmente dice. L implicito di D è che la torta non gli è piaciuta, e questo implicito può essere inferito da ciò che D dice esplicitamente. [L esempio si presta a una obiezione: non sembra molto corretto affermare che D voleva comunicare che la torta non gli era piaciuta. La sua risposta serve proprio a evitare di comunicare direttamente tale opinione]

37 Inciso: il concetto di inferenza Inferire è trarre una conseguenza (o conclusione) da una o più assunzioni (o premesse). L inferenza è allora la relazione logica che lega la proposizione-conseguenza alla/e proposizione/i assunta/e. Es. X ha regalato un mazzo di rose X ha regalato un mazzo di fiori (la linea orizzontale è il simbolo usato per indicare l inferenza. Un altro simbolo utilizzato è: )

38 Grice: la teoria delle implicature Implicatura conversazionale: Le inferenze chiamate implicature si compiono per mantenere l assunto di cooperazione: con quell enunciato il parlante intende più (o altro) di ciò che l enunciato letteralmente dice, perché in caso contrario il principio di cooperazione non sarebbe rispettato (qualche massima sarebbe violata). Dunque, c è un implicatura tutte le volte che, in caso contrario (= se non si traesse l implicatura), ci sarebbe una violazione delle massime.

39 Grice: la teoria delle implicature Vi sono in effetti tipi diversi di implicature (anche se tra gli studiosi non vi è accordo su come classificarle). La classificazione più articolata è la seguente: - Implicature convenzionali - Implicature conversazionali - generali - particolari - Implicature scalari Il concetto centrale è quello di implicatura conversazionale. Cominciamo quindi da queste.

40 Implicature conversazionali (1) Sai che ore sono? Mah, è appena passato il postino. (2) Dov è Carlo? C è una VW gialla davanti alla casa di Anna. (3) Cosa volevi dirmi? Chiudi la porta. (4) Apri la porta cfr. Fai una lieve pressione sulla chiave e ruotala in senso orario, quindi spingi (5) La regina Vittoria era di ferro. (6) Teheran è in Turchia, vero professore? E Londra è in Armenia, suppongo. (7) a. La guerra è guerra b. Se l ha fatto, l ha fatto

41 Implicature conversazionali (8) Manifestazione NO-TAV. Non si sono registrati incidenti. Cfr. Apertura di una rosticceria sul Sentierone. Non si sono registrati incidenti. (9) Penso proprio che Rossi sia un gran Bella giornata, vero? (10) Ragazzino (al fratello): andiamo a giocare a pallone. Madre: come va coi compiti di scuola, Giorgio? (11) La Singer ha emesso una serie di suoni corrispondenti fedelmente alla partitura di un aria del Rigoletto [cfr. La Singer ha cantato un aria del Rigoletto] (12) Gianni è una macchina (13) Elena questa sera esce con un uomo (14) Dove diavolo è finito l arrosto? Il cane ha un aspetto beato

42 Implicature conversazionali (15) Come vanno gli amori di Bea? Bea è andata spesso a Torino ultimamente. (16) Dove abita Bea? Da qualche parte nel sud della Francia. (17) Sono proprio assolutamente sicura e certa che Francesca e Pietro sono buoni amici e sarei pronta a giurarlo. (18) Che giornata meravigliosa! (Tuoni e fulmini ) (19) Francesca è entrata in un giardino e ha trovato un gatto. (20) Hai mai pensato di iscriverti al partito X? No, grazie, sono ricco di famiglia.

43 Altri tipi di implicatura (21) Il soldato salì a cavallo e cavalcò fino a notte fonda Cfr. Londra è la capitale dell Inghilterra e Parigi è la capitale della Francia. (22)?? Il soldato cavalcò fino a notte fonda e salì a cavallo. (23) La bandiera è bianca +> La bandiera è completamente bianca (cfr. La bandiera è bianca, rossa e blu) (24) Carlo ha due lauree +> Carlo ha esattamente due lauree Giuseppe ha tre figli +> Giuseppe ha solo tre figli, non di più. (25) Molti studenti hanno passato l esame +> Non tutti hanno passato l esame (26) Bea va spesso in vacanza in Sardegna +> Non sempre

44 Implicature conversazionali Dipendono dal particolare contesto. Lo stesso enunciato in un contesto diverso non genera quella implicatura o ne genera una diversa. In questo senso sono particolari. Si danno però casi in cui la generazione dell implicatura è sostanzialmente stabile (es. 12, 13, 19) perché dipende in modo più stretto dal significato dell espressione usata. In questo caso si parla di implicature generalizzate (ma la distinzione è sottile)

45 Implicature conversazionali Violazioni clamorose o oltraggi delle massime indicano particolari dispositivi retorici: - Oltraggio della massima di qualità: ironia, metafora - Oltraggio della massima di modo: eufemismi (altra forma di ironia) - Oltraggio della massima di relazione (cambiamento di discorso): segnala all interlocutore l inopportunità di quello che sta dicendo In questo senso la teoria dell implicatura di Grice contiene un abbozzo di teoria delle figure retoriche.

46 Implicature convenzionali Sono implicazioni generate automaticamente dall uso di certe espressioni, come ma, nonostante, ancora, sebbene e molte altre. L interlocutore riconosce immediatamente queste implicature sulla base della sua competenza linguistica. Es. (cfr. anche 21, 22, 23) - Richard è inglese ma detesta il tè (+> gli inglesi tipicamente amano il tè) - Richard non è ancora arrivato (+> Richard avrebbe già dovuto arrivare) - Nonostante tutte le sigarette, Richard ha scalato il Mortirolo (+>: scalare il Mortirolo richiede ottima salute, e in particolare polmoni non corrotti dal fumo).

47 Implicature scalari Ci sono espressioni ( scalari ) che si distribuiscono lungo una scala di valori. Ad es. pochi-alcuni-molti-la maggior partetutti. L uso di un espressione scalare implica convenzionalmente la negazione dell espressione superiore sulla scala. Es. Molti professori sono narcisisti +> Non tutti i professori sono narcisisti Si noti come invece, da un punto di vista logico, la verità dell enunciato che genera l implicatura sia compatibile con la verità dell enunciato con l espressione superiore. Infatti possiamo dire: Molti professori, anzi, in realtà tutti, sono narcisisti (dove evidentemente l implicatura è cancellata)

48 Implicature scalari Dal punto di vista logico, le espressioni scalari implicano quelle inferiori sulla scala: Tutti sono narcisisti à Molti sono narcisisti à Dal punto di vista pragmatico, le espressioni scalari implicano convenzionalmente che l uso di una espressione di livello inferiore o superiore darebbe luogo a un enunciato falso o almeno inappropriato (in quanto sarebbe violata una massima) Tutti sono narcisisti +> Non è vero che (solo) molti sono narcisisti (se dicessi molti invece di tutti violerei la massima della quantità).

49 Implicature conversazionali: proprietà Proprietà caratteristiche (= criteri per distinguerle da altri tipi di inferenza) 1) Cancellabilità (o distruttibilità) 2) Non distaccabilità 3) Calcolabilità 4) Non convenzionalità

50 Cancellabilità Aggiungendo qualche premessa ulteriore al proferimento che genera l implicatura, l implicatura scompare (in modo analogo a quanto avviene nelle inferenze induttive). P: Dove hai messo l auto? D: Non lo so perché non voglio che la prendi L implicatura generata da non lo so viene cancellata dalla sua affermazione esplicita. (ciò che era implicito viene esplicitato) Anche le implicature scalari sono cancellabili. Es.: Carlo ha tre mucche, anzi quattro Carlo ha tre mucche, se non di più

51 Non-distaccabilità L implicatura è attaccata al contenuto semantico di ciò che è detto, non alla sua forma (con l eccezione delle implicature generate dalla massima di modo) Es. Sei un vero genio = Sei un prodigio mentale = Sei un cervellone vs. Carlo non è riuscito a raggiungere la vetta implica pragmaticamente che Carlo ha cercato di raggiungere la vetta. Ma non si tratta di un implicatura, perché se dico Carlo non ha raggiunto la vetta (stesso contenuto ma diversa forma), l implicazione non scatta più.

52 Invece le implicature convenzionali - non dipendono dal contesto (vengono attivate in ogni circostanza comunicativa), né dalle intenzioni del parlante. - Sono distaccabili, ovvero l implicatura è generabile anche con altri mezzi linguistici, non necessariamente con quel particolare enunciato. - Sono non cancellabili, ovvero l implicatura non può essere eliminata tramite altre enunciazioni. Il parlante non si può dissociare dall implicatura che ha generato. (ma questo non vale per le implicature scalari, come già visto)

53 Calcolabilità e non convenzionalità Calcolabilità Per ogni presunta implicatura è possibile costruire un argomento del tipo seguente (schema generale di individuazione di un implicatura): 1) P ha detto che E 2) P rispetta il principio di cooperazione 3) In virtù delle massime, P deve implicare che C 4) È conoscenza condivisa che P implichi C (sempre alla luce delle massime) 5) P non ha detto/fatto nulla per impedirmi di pensare che C 6) à P intende (vuole) che io pensi che C e nel dire E ha implicato C Non-convenzionalità. Le implicature dipendono dal contesto e non sono riconducibili a regole.

54 La questione della calcolabilità La descrizione che Grice dà del calcolo delle implicature non dice nulla sugli effettivi processi cognitivi che hanno luogo nella testa di chi calcola l implicatura. Quello che Grice offre è la ricostruzione razionale del genere di giustificazione che verrebbe accettata dagli interlocutori: quale tipo di informazioni D prende in conto e come queste informazioni sono organizzate logicamente. (Bianchi 2009, pp ).

55 Critiche alla teoria della implicature - Le implicature convenzionali non esistono. Sono contenuti espliciti, che si collocano al livello di ciò che è detto, come è dimostrato dal caso del discorso indiretto (Bach 1999) - Classificazione di Sbisà: implicature di prevenzione vs. implicature di riparazione. Le prime sono generate da proferimenti a proposito dei quali non è chiaro se c è una violazione delle massime. Le seconde sono generate da violazioni ostentate delle massime. La distinzione di Sbisà sposta il fuoco dal parlante all ascoltatore. - Implausibilità cognitiva - Critiche alle massime (cfr. ad es. Levinson 2000)

56 Critiche alla teoria della implicature - Implausibilità cognitiva: Grice postula una serie di intenzioni che è improbabile se non impossibile che i parlanti possiedano realmente. È come se postulasse dei superuomini dotati di una razionalità ideale. Replica (Sbisà): la nozione di implicatura è normativa. Un implicatura è ciò che il destinatario dovrebbe in linea di principio trarre, date quelle circostanze comunicative. Inoltre le informazioni necessarie per trarre l implicatura sono disponibili, quindi è possibile che il destinatario tragga l implicatura.

57 Cenni a sviluppi La distinzione tra esplicito ed implicito, ovvero tra ciò che è detto e ciò che è implicato, è largamente condivisa. Non c è accordo, invece, su come tracciare la distinzione, su dove passa la linea di frontiera. In estrema sintesi, Grice pensava che l esplicito fosse completamente o quasi completamente determinato dal significato convenzionale dell enunciato. Autori postgriceani pensano invece che il significato convenzionale non sia in generale sufficiente e che anche la determinazione dell esplicito richieda processi pragmatici di natura inferenziale. (à contestualismo, teoria della pertinenza) Ma ci sono anche autori cosiddetti neogriceani, che riformulano le massime restando all interno del quadro teorico di Grice.

58 Neo-griceani (Atlas, Gazdar, Harnish, Levinson, ) Anche la determinazione del livello esplicito (di ciò che è de=o ) può richiedere processi pragmaaci. Le massime griceane cosatuave del principio di cooperazione vanno riviste, perché danno luogo a una molaplicazione indiscriminata di implicature. à 4 livelli di senso: 1) significato convenzionale; 2) proposizione minimale; 3) proposizione massimale; 4) senso implicito

59 Neo-griceani Esempio: mangio alcuni Api di carne (in risposta alla domanda Sei vegetariano?) 1) X mangia alcuni Api di carne 2) Alfredo mangia alcuni Api di carne 3) Alfredo mangia alcuni Api di carne, ma non tup (= implicatura scalare di Grice) 4) Alfredo non è vegetariano

60 Levinson: le euristiche S. Levinson (2000) propone di sosatuire le massime griceane con tre eurisache (Q, I e M), ovvero tre Api di regole inferenziali, ciascuna delle quali si declina in una regola per il parlante e in una per l interlocutore. Le eurisache sono regole di ragionamento praaco (considerate dagli interlocutori come operaave di default, a meno di indizi contrari) che consentono di ricostruire il significato implicato da un parlante escludendo interpretazioni poco intuiave, seppur compaabili con il significato dell espressione. (Domaneschi 2014, p. 83).

61 Levinson: le euristiche - Euris*ca Q - parlante: Non fornire un enunciato informaavamente più debole di quello consenato dalla tua conoscenza. - desanatario: Ciò che non è de=o non è avvenuto - Euris*ca I - parlante: produci l informazione linguisaca minima allo scopo di soddisfare i tuoi scopi comunicaavi - desanatario: Ciò che è de=o in modo non marcato rappresenta una situazione stereoapica - Euris*ca M - parlante: indica una situazione anormale usando espressioni marcate - desanatario: Ciò che è de=o in modo marcato rappresenta una situazione anormale

62 Le euristiche: esempi - Euris*ca Q Implicature scalari ( Alfredo mangia alcuni Api di carne ) - Euris*ca I Lisa prese la chiave e aprì la porta Homer è uno scapolo - Euris*ca M Homer ha causato l arresto della macchina (vs. Homer ha fermato la macchina) Q e I sono legate alla massima di quanatà; M alla massima di modo.

63 Implicature conversazionali (per concludere ) A. Il suo cane morde? B. No (A accarezza il cane e il cane lo morde) A. Aveva detto che non mordeva B. Ma questo non è mica il mio cane! Gli abbiamo fatto una proposta che non si poteva rifiutare. (Il Padrino) Dove vai? A Milano. Bugiardo! Mi dici che vai a Milano per farmi credere che non vai a Milano, e invece vai proprio a Milano! (Achille Camapanile)

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