La rubricatura dei pavimenti cementizi in laterizio della villa romana del Varignano Vecchio (Porto Venere - SP)

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Romina Laura Perini
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1 Lucia Gervasini * La rubricatura dei pavimenti cementizi in laterizio della villa romana del Varignano Vecchio (Porto Venere - SP) Il complesso insediativo del Varignano Vecchio - con quartieri residenziali, impianti produttivi, annesso fundus e approdo esemplifica sul territorio ligure un modello architettonico direttamente importato dall Italia centrale in età tardorepubblicana. Già nella fase del suo primo impianto, risalente ad età sillana, si percepisce chiaramente la rigorosa specializzazione e destinazione dei vari settori e corpi di fabbrica, che si sviluppano in perfetta armonia con l ambiente circostante, adattandosi alla morfologia dei luoghi e sfruttandone le bellezze naturali. Il progetto unitario realizza contestualmente i quartieri residenziali e quelli produttivi e per questo il paesaggio assume nell operazione una doppia valenza giocando sia un ruolo utilitaristico, la gestione del fundus, sia un ruolo assolutamente edonistico, la godibilità dell amoenitas locorum. Recenti indagini archeologiche hanno consentito di individuare, per ora in modo parziale, una grande villa che precede le strutture dell impianto sillano e che si caratterizza per l uso di pavimentazioni cementizie in laterizio, decorate. Anche la successiva villa di età sillana utilizza con profusione questo tipo di pavimento, con proposte decorative policrome di grande effetto. Le fasi della ricerca, tuttora in atto, hanno voluto dedicare particolare attenzione anche all apparato decorativo che, come è noto, dell edilizia privata costituisce un aspetto certo non trascurabile, anzi uno dei più affascinanti e ricchi di esiti, spesso innovativi. Nel caso di cui qui si tratta l attenzione è volta ai pavimenti in battuto cementizio di laterizi che offrono, considerando l eccellente stato di conservazione, sia per la villa presillana sia per il successivo impianto sillano, raffinate risoluzioni cromatiche e compositive. In particolare si pone in evidenza l uso di accentuare l effetto levigato e brillante delle superfici pavimentali mediante l applicazione della rubricatura, sia a scopo protettivo, sia con evidente valenza estetica che conferisce alla materia di per sé povera, il cocciopesto ancorché arricchito con tessere marmoree o scutulae policrome, una preziosità inaspettata. * Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria. (a cura di Elena Calandra) Policromia e uso del colore in Liguria

2 2 Consistenti tracce di rubricatura si sono conservate in aderenza agli elevati parietali, le zone più protette di tutta la superficie pavimentale esposta all usura del calpestio, e sono chiaramente visibili anche all osservazione autoptica. Si tratta di una pellicola compatta e liscia di colore rosso scuro, ma dai toni accesi che ricordano la pastosa intensità di uno smalto. Analisi Le analisi sono state condotte dal Laboratorio Analisi Ricerche Archeometriche di Genova, utilizzando il microscopio ottico (Leitz Laborlux 12Pol S) in luce riflessa su campioni di coloritura preparati in sezione lucida stratigrafica, coadiuvate da analisi microchimiche. I campioni sono stati prelevati dal pavimento con decorazione a squame della grande sala di rappresentanza della dimora di età sillana che conserva le tracce più consistenti ed estese di rubricatura. Le osservazioni effettuate hanno consentito di individuare chiaramente sulla superficie del cocciopesto uno strato dello spessore di 0,05 mm, composto da ossidi di ferro e steso con un legante organico contenente corpi grassi di probabile natura oleosa, che va a costituire un corpo solidale con il piano pavimentale, infiltrandosi all interno e conferendo compattezza e uniformità all insieme. L applicazione della rubricatura avviene con le stesse modalità in uso per la tecnica a fresco, quando lo strato pavimentale è ancora morbido e la malta legante non completamente asciutta. Il processo di carbonatazione fissa il pigmento rendendolo solidale con il supporto costituito in questo caso dal pavimento.

3 3 Fig. 1. Localizzazione geografica. Fig. 2. Veduta del seno del Varignano.

tessere e scutulae policrome e tracce di

4 4 Fig. 4. Pars abitativa. Fase sillana. Tracce di rubricatura. Fig. 3. Pars abitativa. Fase sillana. Particolare di battuto cementizio con tessere e scutulae policrome e tracce di rubricatura. Fig. 5. Pars abitativa. Fase sillana. Particolare della rubricatura.

5 5 Fig. 8. Edificio presillano. Particolare. Fig. 6. Edificio presillano. Cementizio con tracce di rubricatura. Fig. 9. Edificio presillano. Particolare rubricatura. Fig. 7. Edificio presillano. Particolare. della

6 6 Fig. 11. Campione 8. Cementizio a squame della fase sillana. Fig. 12. Campione 8. Cementizio a squame della fase sillana. Fig. 10. Edificio presillano.

7 7 Bibliografia di riferimento L. GAMBARO, L. GERVASINI, S. LANDI, Un edificio di epoca presillana al Varignano Vecchio, in Da Luna alla Diocesi, Atti della Giornata di Studi, Luni 29 settembre 2001, Giornale Storico della Lunigiana, Nuova Serie (XLIX-LI) , La Spezia 2001, pp , con Appendice. Indagini di Laboratorio sui signino e sui mosaici della villa romana del Varignano Vecchio (S. SFRECOLA, S. PREDIERI), pp L. GERVASINI, S. LANDI, Pavimenti in battuto della fase presillana nella villa romana del Varignano Vecchio (Porto Venere-SP), in Atti dell VIII Colloquio dell Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico, a cura di F. Guidobaldi e A. Paribeni, Firenze febbraio 2001, Ravenna 2001, pp L. GERVASINI, S. LANDI, Un motivo decorativo inedito dal complesso residenziale presillano del Varignano Vecchio (Porto Venere-SP), in Atti del X Colloquio dell Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico, a cura di C. Angelelli, Lecce febbraio 2004, Tivoli 2005, pp

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