Il Tecnico della Prevenzione nell ambiente e nei luoghi di lavoro

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1 Gisberto Maltoni - Responsabile Direzione Servizio Infermiestico e Tecnico AUSL di Cesena - Dipartimento Sanità Pubblica Direzione Servizio Infermieristico e Tecnico Il Tecnico della Prevenzione nell ambiente e nei luoghi di lavoro Ravenna, 14 marzo 2003

2 Il Vigile Sanitario Comunale Istituzione R.D. 7042/1890 Il Vigile Sanitario Provinciale art. 91 T.U.LL.SS. R.D. 1265/1934 Operatore Professionale 1 categoria Personale di Vigilanza e Ispezione Legge 833/1978

3 Decreto Ministeriale n 58 Istituzione della figura del Tecnico della Prevenzione nell Ambiente e nel Luogo di Lavoro e relativo profilo professionale. Art. 1: - Operatore Sanitario-laureato è responsabile delle attività di Prevenzione, di verifica e controllo in materia di Igiene e Sanità Pubblica e Veterinaria

4 Legge 06/02/1999 n 42 07/04/1998 Contratto Nazionale Sanità art. 19 comma 2 La figura del Vigile Sanitario è riconducibile al Tecnico della Prevenzione nell Ambiente e nei Luoghi di Lavoro

5 Leggi 42/ /2000 Definiscono le professioni suddivise in classi: - sanitarie infermieristiche ed ostetriche -tecniche - della riabilitazione - della prevenzione Determinano: - aree di appartenenza - formazione universitaria -livelli di inquadramento - Servizi e relativa dirigenza

6 D. M. 02/04/2001 Definisce le classi di lauree classe delle lauree in professioni sanitarie: - infermieristiche ed ostetriche - della riabilitazione -tecniche - della prevenzione

7 La preparazione universitaria Laurea primo livello: tre anni Laurea specialistica secondo livello: due anni Diploma di specializzazione: due anni Dottorato di ricerca: due anni Master (almeno un anno) dopo il primo e dopo il secondo livello di laurea

8 Equipollenza alla preparazione universitaria Legge 1/2002 I diplomi conseguiti prima della normativa relativa alle professioni sanitarie sono validi per l accesso alla formazione post-base.

9 Profilo professionale Operatore è responsabile delle attività di prevenzione Possiede autonomia tecnico professionale È ufficiale di Polizia Giudiziaria Formula pareri Valuta la necessità di procedere ad ulteriori indagini specialistiche È responsabile degli atti svolti nella sua attività Contribuisce alla formazione del personale

10 Riferimenti ispiratori negli elaborati della Regione Piano Sanitario Regionale RER 1999/2001 Piano degli obiettivi RER 2002 Linee guida conferenza Stato-Regioni 25/07/2002: prevenzione e attività dei Dipartimenti di Prevenzione

11 Azienda USL e disegno organizzativo Per ogni classe professionale livelli di autonomia-professionalità Criteri di conferimento degli incarichi di responsabilità Predisposizione dei professionisti alla verifica della coerenza e appropriattezza dell attività svolta

12 Radicale cambiamento Riorientare l attività di vigilanza sugli atti Riconoscere il diritto-dovere dell autocontrollo al titolare delle attività produttive Utilizzare in modo integrato gli strumenti operativi disponibili: valutazione, informazione, repressione

13 Buon operare Operare secondo criteri di integrazione esaltando la valenza della collaborazione Applicare metodologie e strumenti di intervento efficaci e coerenti con gli obiettivi di salute

14 Obiettivo di salute Trasferimento del fare salute dove la salute si fa o si perde Professionisti della salute con capacità di reimpostare l attività per problemi sulle reali priorità della popolazione

15 Formazione Adeguati spazi per la comunicazione e formazione per tutti i tecnici Confronto fra i tecnici per essere pronti e disponibili ai cambiamenti verso il controllo clinico

16 difficoltà In Regione Emilia Romagna non esiste un esperienza di riferimento concreta e consolidata Manca l interesse e la sensibilità da parte dei dirigenti laureati. Mancano linee guida dei Ministeri della Sanità e dell Ambiente (di cui all art. 4 comma secondo della legge251/2000) Discordanze fra direzione assistenziale infermieristica-tecnica direzione Dipartimento di Sanità

17 pericoli Costruire un servizio vuoto di contenuti. Costruire ipotesi di un servizio ma non calate nella realtà Costruire un servizio portatore di errori che determinano un cattivo funzionamento Rifuggire l integrazione e la collaborazione fra gli operatori e con i dirigenti laureati con rischio di ottenere prodotti diversi e a volte anche tra loro contrastanti. Non assumersi le proprie responsabilità delegando ai dirigenti laureati competenze del tecnico della prevenzione.

18 Errori Instaurare un clima di lotta Erronea presunzione del Tecnico della Prevenzione alla riscossa per rivendicare un potere: sovversivismo. Dirigenti laureati arroccati per paura di perdere potere e aree di intervento. Avversione efferata fra tecnici e dirigenti laureati. Evitare ogni forma di collaborazione e integrazione Ricerca da parte dei Tecnici della Prevenzione di una indipendenza e libertà da ogni vincolo nei confronti dei dirigenti laureati.

19 considerazioni Le arti ausiliarie e parasanitarie sono assurte a professioni; non deve sussistere alcuna lotta di potere ma concertazione nella ricerca di aree, funzioni e azioni da annettere ai nuovi profili. Promuovere collaborazione ed integrazione fra le diverse professionalità mirando agli stessi obiettivi con competenze diverse in sinergia.

20 propensioni Acquisire consapevolezza del nostro nuovo ruolo, di saper dire e saper fare. Creare una solidale complicità di categoria, imparando anche da altre professionalità. All interno nostro può succedere che ci contrastiamo, ma uscendo all esterno dobbiamo presentarci solidali e compatti nella difesa delle nostre posizioni.

21 . grazie

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