UNIVERSITA POLITECNICA DELLE MARCHE

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1 UNIVERSITA POLITECNICA DELLE MARCHE FACOLTA DI INGEGNERIA Corso di Laurea in Ingegneria Elettronica Dipartimento di Elettronica, Intelligenza Artificiale e Telecomunicazioni UN ARCHITETTURA SOFTWARE COMPLETA PER TELECONSULTO E TELEREFERTAZIONE: PROGETTO DI APPLICAZIONI SICURE LATO CLIENT Tesi di Laurea di: Roberto Di Rosa Relatore: Prof. Aldo Franco Dragoni Correlatoei: Prof. Paolo Puliti Anno Accademico

2 INDICE Introduzione... Capitolo 1. Telemedicina Introduzione Applicazioni Vantaggi Problemi Stato dell Arte Progetti dell ASUR Marche zona Sistema di teleconsulto ospedale di Osimo con stazioni fisse e stazioni mobili Assistente Virtuale Delocalizzazione della Refertazione Diagnostica Capitolo 2. Progetto MiRo Finalità Architettura generale Repository Laboratorio Medico Soluzioni tecniche Comunicazione sicura Messaggi SOAP I -

3 Capitolo 3. Mutuo Riconoscimento e Interfacce Grafiche Laboratorio Web Service laboratorio Mutuo Riconoscimento Interfacce grafiche Medico Mutuo Riconoscimento Interfacce grafiche Firma del referto Capitolo 4. Tecnologie Software Java Platform Java Server Pages Apache Tomcat Comunicazione SSL Strumenti di Sviluppo Apache Struts Capitolo 5. Crittografia A Chiave Pubblica Crittografia Introduzione Crittografia a chiave simmetrica Sistemi a crittografia a chiave pubblica La Firma Digitale Algoritmo RSA Algoritmo SHA Certificati elettronici Standard X.509 per i certificati Necessità di coppie di chiavi distinte per cifratura e firma Infrastruttura a chiave pubblica (PKI) Requisiti di una PKI Gestione dei certificati Ciclo di vita dei certificati La gestione delle chiavi La revoca di un certificato I cammini di certificazione II -

4 Capitolo 6. Conclusioni Appendice A. Codice sorgente A.1 Client Application A.2 Web Service Client A.3 Common Library Bibliografia III -

5 INTRODUZIONE Con il continuo sviluppo tecnologico con l avvento dei Digital Data e con la larga banda si sente forte la necessità di ristrutturare l intero sistema sanitario nazionale spingendosi verso le nuove frontiere della Telemedicina. Il progetto MiRo, nasce, proprio da questo bisogno e dalla collaborazione tra ASUR Marche zona 7 di Ancona e l Università Politecnica delle Marche. Il primo passo fatto è stato analizzare il significato del termine Telemedicina, realizzando uno stato dell arte del sistema sanitario nazionale. Successivamente si è approfondito uno dei settori di maggior interesse (la teleradiologia) pensando e producendo un architettura software flessibile completa per teleconsulto e teleassistenza. Nei prossimi capitoli si inquadrerà il concetto di telemedicina, facendo particolare riferimento alle problematiche delle aziende sanitarie locali (in particolare della Asur di Ancona); successivamente si passerà ad una descrizione del progetto MiRo e del suo funzionamento in maniera dettagliata. - IV -

6 CAP. 1 - TELEMEDICINA CAPITOLO 1 TELEMEDICINA Introduzione al concetto di telemedicina, stato dell arte della situazione sanitaria italiana e approfondimento dei progetti dell ASUR Marche zona Introduzione 1.2 Applicazioni Vantaggi Problemi 1.3 Stato dell Arte 1.4 Progetti dell ASUR Sistema di teleconsulto ospedale di Osimo con stazioni fisse e stazioni mobili Assistente Virtuale Delocalizzazione della Refertazione Diagnostica - 1 -

7 CAP. 1 - TELEMEDICINA 1.1 INTRODUZIONE Una definizione della Telemedicina che ha riscosso un notevole successo è la seguente: la Telemedicina rappresenta l erogazione di servizi sanitari, laddove la distanza rappresenti un fattore critico da parte di professionisti nell assistenza sanitaria che utilizzino tecnologie dell informazione e della comunicazione per lo scambio di informazioni rilevanti, per la diagnosi, il trattamento e la prevenzione delle patologie e per l educazione continuativa degli operatori sanitari, nell interesse del miglioramento della salute e delle comunità assistite. La Telemedicina utilizza le tecnologie della telecomunicazione per erogare assistenza sanitaria specialistica, spesso a notevoli distanze, con la possibilità di contenere i costi delle prestazioni. Questo avviene in special modo quando l Assistenza Sanitaria è rivolta ad aree isolate o comunque dove non sia disponibile direttamente la prestazione specialistica del medico. La Telemedicina consente di conseguire notevoli benefici sia per erogatori di assistenza remota, sia naturalmente, per gli utenti dei servizi, siano essi pazienti o operatori sanitari

8 CAP. 1 - TELEMEDICINA Lo sviluppo e l applicazione della Telemedicina richiede significativi expertise nei settori delle telecomunicazioni, delle erogazioni dei servizi sanitari e dell information tecnology and comunications. L applicazione della Telemedicina ben si presta ad un opera di cooperazione fra i paesi dotati di maggiori tecnologie e quelli ancora in via di sviluppo. Fig. 1.1 Telemedicina - 3 -

9 CAP. 1 - TELEMEDICINA 1.2 APPLICAZIONI Il concetto di telemedicina non significa dunque soltanto medicina praticata a distanza, ma include tutti quegli aspetti legati all assistenza sanitaria in senso lato. Una serie di nuovi concetti sono ora riferiti alla telemedicina; due di questi sono e-health e tele-health(tele assistenza). La telemedicina/teleassistenza può essere applicata in vari modi in tutti i servizi sanitari; può facilitare e razionalizzare la comunicazione e lo scambio di informazioni: tra servizi di primaria assistenza e gli ospedali, tra ospedali diversi, tra ospedali e i laboratori, tra i servizi di riabilitazione e le organizzazioni paramediche. La telemedicina riguarda anche la direzione e l amministrazione dell unità sanitarie locali, i pazienti e i loro familiari Vantaggi L avvento dell informatica medica e la conseguente introduzione di nuove tecnologie nell ambito sanitario hanno portato e porteranno notevoli vantaggi sia per i pazienti che per il personale medico. L introduzione della telemedicina permette : - 4 -

10 CAP. 1 - TELEMEDICINA Diagnosi e cure più rapide Minor numero di spostamenti sia del personale medico che dei pazienti Riduzione dei costi per personale (compreso quello di emergenza) Comunicazioni più veloci Aggiornamento più semplice e rapido delle informazioni riguardanti diagnosi e metodi di cura Miglior sostegno allo staff medico per la formazione sia teorica che pratica Problemi In passato i costi per l attrezzatura e le telecomunicazioni sono stati troppo alti da permetterne un introduzione su larga scala, oggi tuttavia la situazione sotto questo punto di vista è notevolmente migliorata il vero ostacolo da affrontare è cercare di introdurre metodi che favoriscano l accettazione e la comprensione da parte del personale interessato, delle applicazioni di telemedicina/teleassistenza nei servizi sanitari. Bisogna sottolineare che l introduzione della telemedicina influenza i tradizionali metodi di lavoro, si vanno a modificare i modelli di cooperazione, si creano nuove figure lavorative e molto spesso sorgono problemi di distribuzione dei costi e di investimenti delle risorse

11 CAP. 1 - TELEMEDICINA A livello internazionale, ad oggi, si registra una mancanza di uniformità sull uso del concetto di telemedicina; tutto ciò rende impossibile la creazione di standard che possano regolamentare tale disciplina. 1.3 STATO DELL ARTE Oggigiorno i sistemi sanitari mondiali stanno facendo passi da gigante nell utilizzo massiccio della telemedicina, grazie soprattutto allo sviluppo di nuove tecnologie. In ambito nazionale ogni regione si sta attrezzando nello sviluppo di sistemi di informatica medica. Uno dei principali progetti a livello nazionale è rappresentato da As.ter: un sistema informativo-informatico per la gestione di tutte le attività del territorio, sviluppato dalla USL 11 di Empoli. As.Ter integra, con l ausilio di una piattaforma tecnologica innovativa, tutti gli applicativi ed i database delle attività sanitarie e sociali svolte sul territorio, consentendo la rilevazione dei bisogni complessivi dei cittadini, l individuazione delle modalità e dei tempi di risposta ai loro bisogni, la rilevazione dei costi; tutto ciò al fine di pianificare e gestire le attività sociosanitarie sul territorio in un ottica manageriale di costi/benefici. Un altro progetto è stato proposto dal servizio sanitario regionale emilia-romagna con il nome di SOLE. Esso è finalizzato a realizzare una rete telematica di collegamento - 6 -

12 CAP. 1 - TELEMEDICINA tra i servizi ospedalieri e i servizi territoriali per agevolare la comunicazione tra operatori sanitari e, di conseguenza, agevolare l'erogazione dei servizi con importanti e positive ricadute sulla continuità assistenziale e sulla semplificazione dell accesso ai servizi per il cittadino

13 CAP. 1 - TELEMEDICINA 1.4 PROGETTI DELL ASUR MARCHE ZONA 7 L ASUR della regione Marche zona 7 ha sviluppato una serie di progetti che riguardano l ambito medico tra i quali troviamo: Sistema di Teleconsulto ospedale di Osimo con stazioni fisse e stazioni mobili Assistente Virtuale Delocalizzazione della refertazione diagnostica Sistema di teleconsulto ospedale di Osimo con stazioni fisse e stazioni mobili La Telelettrocardiografia è stata la prima applicazione derivate dalle esperienze aerospaziali sia americane che russe. Lo sviluppo enorme in tutti i paesi industrializzati della telefonia cellulare consente di erogare questo tipo di servizio di Telerefertazione con una eccezionale capillarità territoriale. Il sistema è composto da un server situato presso l Ospedale di Osimo, le caratteristiche del server sono le - 8 -

14 CAP. 1 - TELEMEDICINA seguenti: Server Compaq Proliant ML 370 T, P GB, Cache 256 K ram 256 MB, 3 Hard Disk da 18 GB, il software permette la connessione fino a 25 apparecchiature in rete Ethernet. E inoltre composto da un client situato presso l Ospedale di Osimo, le caratteristiche del client sono: Compaq EVO D500 SFFP GB Hard Disk da 20GB, schede di rete CD Rom 48 per monitor 17 e stampante laser HP 1200 e da tre stazioni fisse composte da tre elettrocardiografi del tipo Archimed Base Plus il quale consiste in un elettrocardiografo portatile per l acquisizione contemporanea di dodici derivazioni dotate di monitor Lcd retroilluminato ad alta risoluzione di grandi dimensioni per la visualizzazione di sei tracce Ecg, tastiera alfanumerica, Driver per floppy da 3,5 e hard disk da un giga per la memorizzazione dei tracciati. L elettrocardiografo è provvisto di varie uscite esterne, tra cui quattro seriali RS 232, una rete Ethernet per trasmissione e ricezione di tracciati ecg con relativo referto e stampante Archimed 4240 termica formato A4. Inoltre di una stazione mobile composta da una valigetta AT 4 Gsm che è una 24 ore completa di elettrocardiografo portatile computerizzata, dotato di Display Lcd di grandi dimensioni che permette di visualizzare contemporaneamente tre tracce ecg oltre una stampante per l acquisizione contemporanea di dodici derivazioni ecg in modalità automatica, l apparecchio è dotato di memoria interna per l archiviazione di quaranta - 9 -

15 CAP. 1 - TELEMEDICINA ecg (10 secondi 12 derivazioni) fornita di cellulare Gsm Dual Band con interfaccia per elettrocardiografo e cavi di connessione per la trasmissione digitale dell ecg alla Centrale di Ascolto, funzione di viva voce per comunicare con la Centrale di Ascolto. Il Client è posto nella zona di controllo della Unità di Terapia Critica del Dipartimento di Medicina Interna ove un operatore è costantemente presente durante le ore del giorno e della notte. Le tre stazioni fisse sono al momento situate presso le Unità di degenza mediche del Presidio Ospedaliero di Osimo ed una presso i Poliambulatori di Camerano situati all interno di una struttura residenziale per anziani con circa 80 degenti. La stazione mobile viene al momento affidata agli operatori della Emergenza Urgenza Territoriale che fanno capo al Distretto Ancona Sud. Fig. 1.2 Telemedicina

16 CAP. 1 - TELEMEDICINA Assistente Virtuale E un progetto ancora in fase embrionale che ha come obbiettivo quello di creare un assistente personale virtuale che sia in grado di offrire ad ogni singolo utente un valido appoggio in riferimento alla propria situazione clinica. Fig. 1.3 Interfaccia dell assistente virtuale

17 CAP. 1 - TELEMEDICINA Delocalizzazione della Refertazione Diagnostica Nell ottica di capillarizzare l offerta sanitaria così come negli obiettivi della sanità regionale, può essere importante pensare ad una struttura informatica che renda indipendenti le due fasi tipiche della diagnostica: l esecuzione dell esame e la sua refertazione. Infatti mentre è possibile pensare di localizzare alcuni macchinari (di basso costo) anche nei poliambulatori più piccoli, può risultare sconveniente portare in questi poliambulatori personale di alta specializzazione. La struttura informatica che ci si propone di realizzare in questa fase, poi potrà anche servire per altri scopi come consulti medici oppure per fornire servizi (a pagamento) di refertazione per altri enti. Fig. 1.4 Delocalizzazione diagnostica

18 CAP. 1 - TELEMEDICINA Sostanzialmente un sistema per la refertazione a distanza altro non è che un repository di eventi sanitari con relativo output dell esame (ad esempio una radiografia, un elettrocardiogramma, ). In questo repository gli enti periferici (poliambulatori etc.) depositano gli output degli esami e prelevano i referti mentre il centro di refertazione preleva gli output degli esami ed inserisce i referti relativi. Per mettere in piedi la procedura appena descritta è indispensabile: Che tutti i partecipanti siano collegati ad una rete intranet o internet Essere collegati ad una infrastruttura PKI funzionante Utilizzare un metodo di trasferimento sicuro (SSL) La nostra tesi nasce proprio come sviluppo a livello software del progetto di delocalizzazione. Nei prossimi capitoli si approfondirà il progetto MiRo, sottolineando la sua grande flessibilità ed efficacia per i sistemi di teleconsulto e telerefertazione

19 CAP. 2 PROGETTO MIRO CAPITOLO 2 PROGETTO MIRO Descrizione dell architettura del Progetto MiRo, spiegazione del funzionamento delle varie parti del sistema: repository, medico e laboratorio. Soluzioni tecniche adottate. 2.1 Finalità 2.2 Architettura Generale Repository Laboratorio Medico 2.3 Soluzioni Tecniche Comunicazione sicura Messaggi SOAP

20 CAP. 2 PROGETTO MIRO 2.1 FINALITÀ Il progetto MiRo nasce dalla collaborazione tra l Università Politecnica delle Marche con l azienda ASUR Marche zona 7 di Ancona, come sviluppo del progetto che l ASUR aveva sulla delocalizzazione della refertazione diagnostica. L obbiettivo del nostro progetto era quello fornire all azienda sanitaria locale, un prodotto flessibile che implementasse un servizio di refertazione asincrono; cioè in grado di separare non solo da un punto di vista temporale, ma anche da quello spaziale, l esecuzione dell esame dalla refertazione dello stesso. Fig. 2.1 Contesto di lavoro

21 CAP. 2 PROGETTO MIRO Tutto ciò doveva essere fatto garantendo un livello di sicurezza e di affidabilità, del trattamento del dato clinico, accettabile. Lo scopo di MiRo è stato creare un applicazione software completa in grado di gestire l intero processo di telerefertazione e di teleconsulto. Fig. 2.2 Introduzione di Miro

22 CAP. 2 PROGETTO MIRO 2.2 ARCHITETTURA GENERALE Il primo passo fatto nel progettare MiRo (così si chiama il progetto) è stato cercare di capire come si dovesse integrare con il sistema informativo sanitario già esistente; la prima ipotesi semplificativa adottata è stata quella di creare una piattaforma flessibile per lo sviluppo di servizi sanitari che avesse un architettura orientata ai servizi. Si è pensato di creare una struttura semplice, basata su standard diffusi e riconosciuti, come Internet, in modo da creare le basi per facilitare le applicazioni sia in ambito sanitario a livello di personale medico che in futuro direttamente ai cittadini. MiRo si basa sul concetto di evento, questo aspetto rappresenta il punto focale dell intero sistema. L effettuazione di un esame presso un laboratorio (qualsiasi, di una qualunque struttura ospedaliera) e la conseguente archiviazione del dato in forma digitale genera ciò che viene chiamato evento. L evento non è il dato clinico vero e proprio ma rappresenta una sorta di meta-dato-clinico del dato digitale prelevato in laboratorio. Esso consiste in una serie di informazioni che riguardano il dato digitale prodotto dall evento come ad esempio: l unità erogante il dato, la data e l ora dell esame, la struttura che l ha prodotto, il codice

23 CAP. 2 PROGETTO MIRO impegnativa, il link da dove si può scaricare il dato, lo stato ecc. Ogni evento quindi viene immagazzinato all interno di un apposito raccoglitore, definito repository, che costituisce il cuore del sistema e che contiene la definizione del legame tra evento ed esame. Qualsiasi esame che può essere memorizzato in forma digitale può essere associato ad un evento, in questo modo siamo riusciti a dare a MiRo una certa flessibilità ed adattabilità che venivano richieste in fase di progettazione. In figura è mostrata l architettura generale di MiRo dove si notano i tre attori principali del sistema: Repository Laboratories Doctors Fig. 2.3 Architettura generale di MiRO

24 CAP. 2 PROGETTO MIRO Il cuore del sistema è rappresentato dal Repository centrale offerto da un azienda o da un ente erogante (vedi ASUR), il quale si impegna nel corretto funzionamento dell intero sistema di refertazione e nella manutenzione dello stesso. A destra del repository troviamo il laboratorio, cioè la struttura che usufruisce del servizio per generare gli eventi dovuti all acquisizione dei dati digitali di un esame clinico. A sinistra del repository si trova colui che scrive il referto ossia il medico o un equipe di medici specializzati, i quali pubblicano il proprio referto autenticandolo con la propria firma digitale Repository La struttura del sistema prevede la presenza di un repository centrale, altro non è che un database relazionale nel quale vengono memorizzati le informazioni relativi ai dati digitali prodotti nei laboratori. Un record di questo repository costituisce quello che noi chiamiamo evento Fig. 2.4; l evento rappresenta una sorta di meta-dato informativo riguardante il dato digitale prodotto nei laboratori

25 CAP. 2 PROGETTO MIRO Fig. 2.4 Struttura Dati Le informazioni che vengono registrate sono data e ora dell inserimento nella base dati, il tipo di esame eseguito e il laboratorio in cui è stato effettuato, informazioni sulla provenienza della richiesta di prestazione sanitaria e il percorso (pathname) dove recuperare l esame o meglio il dato digitale riguardante l esame vero e proprio. Dopo lunghe fasi di consultazioni con l azienda sanitaria si è ritenuto opportuno organizzare il record in questa maniera, in modo da render semplici ed accessibili le informazioni principali riguardanti un esame. Da notare che non vengono mai registrate le informazioni relative al paziente, infatti il nostro primo obbiettivo è quello di fornire un servizio di refertazione che abbia la possibilità di concedere second opinion. Tuttavia non viene concesso un servizio di diagnosi, per il quale

26 CAP. 2 PROGETTO MIRO sarebbe necessario un trattamento dei dati sensibili del paziente. Tutto ciò rende molto flessibile la struttura eliminando i problemi riguardanti la privacy Laboratorio La seconda figura che viene presa in esame è il laboratorio, con questo termine intendiamo qualsiasi struttura sanitaria abbia necessità di farsi refertare un esame; potrebbe essere un laboratorio radiologico, analisi, epidemiologico oppure un autoambulanza con apposita apparecchiatura, una piattaforma petrolifera (anche essa con i giusti strumenti)ecc. Noi chiameremo, in tutti i nostri discorsi tutte queste unità con la definizione di laboratorio. Il laboratorio apre un evento cioè una volta effettuato un esame e ottenuto il dato digitale sia in maniera diretta o tramite passaggi di discretizzazione, si collega al web service dell ente fornitrice il servizio (nel nostro caso ASUR Marche zona 7) e tramite un opportuna interfaccia inserisce i dati relativi all esame fatto nel data base centrale. In questo modo il dato digitale presente nel laboratorio diventa accessibile e pronto per essere refertato da parte degli altri attori di questo sistema, i dottori o meglio il personale specializzato. Una volta generato l evento (scrittura nel database centrale), il laboratorio si pone in una posizione di

27 CAP. 2 PROGETTO MIRO monitoraggio, ossia controlla tutte le varie fasi di refertazione che l evento da lui generato subisce, fino a che non ritiene soddisfatta la sua richiesta. A questo punto il laboratorio dichiara chiuso l evento così termina la fase di refertazione; solo chi ha inoltrato la richiesta può terminare il processo di refertazione, così il servizio è completo. Tutto ciò garantisce e rispetta in pieno uno degli obbiettivi principali del progetto MiRo la grande flessibilità e adattabilità per ogni tipo di struttura dei servizi sanitari. Fig. 2.5 Flusso di operazioni Lab. vs Rep Medico Una volta che il laboratorio apre l evento e quindi va ad aggiungere un record al Repository centrale, effettua una richiesta di refertazione all altra figura che compare nell

28 CAP. 2 PROGETTO MIRO architettura di MiRo: i medici o per meglio dire il personale specializzato. Ogni medico, effettuando l accesso tramite un semplice web browser (es Internet Explorer) accede al web service centrale dove tramite opportune interfacce user friendly verranno mostrati, solo gli eventi che ogni medico è in grado di refertare, questo perché in generale noi stiamo parlando di specialisti in particolari discipline mediche. Fig. 2.6 Flusso di operazioni Doc. vs Rep. Ad ogni dottore viene visualizzata una form dove sono presenti data e ora di inserzione nel database, il laboratorio che l ha creata, lo stato dell esame( aperto, refertato, chiuso)e infine il download ossia la possibilità di scaricarsi il dato ottenuto in laboratorio sul proprio pc, per poi poter visualizzarlo e conseguentemente refertarlo. Quando il medico decide di refertare gli appare una form dove può scrivere il suo referto e contemporaneamente può leggere i referti emessi dagli altri medici, in questo modo si

29 CAP. 2 PROGETTO MIRO viene a creare un meccanismo definito second opinion (uno degli obbiettivi di partenza del nostro lavoro). Un altro aspetto fondamentale che riguarda il medico è la firma digitale. Una volta scritto il referto il medico deve, tramite certificato digitale firmare il referto in modo da garantire a tutti gli operatori del sistema la propria identità e veriticità. Ciò se basta a confermare chi ha redatto il referto non da certezze su quando il referto sia stato fatto e firmato; quindi una volta scritto, il referto firmato deve essere spedito ad un web service esterno chiamato Time Stamp Service il quale sancirà in modo inequivocabile l istante temporale in cui il dottore ha sottomesso il referto al sistema. Il web service Time Stamp rimanderà al medico il referto con il Time Stamp e il medico lo spedirà al repository centrale che lo immagazzinerà. Fig. 2.7 Flusso di operazioni

30 CAP. 2 PROGETTO MIRO In questo modo si offrono le garanzie necessarie sulla fase di refertazione. Fig. 2.8 Fase di Refertazione

31 CAP. 2 PROGETTO MIRO 2.3 SOLUZIONI TECNICHE MiRo è un applicazione object-oriented basata su internet che fa uso di database relazionali per memorizzare i dati. Questa applicazione, basata su un modello client server viene eseguita all interno di un web browser standard utilizzando la Java Virtual Machine, riducendo in maniera significativa i tempi e le difficoltà di configurazione dei client. Questo è un requisito fondamentale specialmente in ambiente remoto. MiRo è un sistema che si basa su di un architettura orientata ai servizi, implementata attraverso Web Services, i quali stanno diventando uno standard de facto per quanto riguarda la distribuzione di servizi all interno di un ambiente eterogeneo come Internet. I Web Services offrono un insieme di standard di comunicazione che permettono a diverse applicazioni di scambiarsi dati e servizi applicativi. Tutto ciò garantisce la massima accessibilità da parte degli operatori. L architettura prescelta e quella delineata da Java 2 Standard Edition di Sun e gli strumenti di sviluppo sono: Eclipse 3.1 come piattaforma di sviluppo Apache Axis e Java Servlet per la realizzazione dei web service Apache Struts e Java Sever Pages per le interfacce web

32 CAP. 2 PROGETTO MIRO Data la sua architettura così generica il sistema può operare su qualsiasi piattaforma che supporti i web services realizzati in Java. I database supportati sono tutti quelli con interfacce JDBC (nel nostro caso MySQL). I client possono accedere in qualsiasi momento per consultazione o inserimento dati utilizzando un comune Web Browser. Ogni operatore accederà a funzionalità diverse del sistema sulla base del proprio profilo professionale COMUNICAZIONE SICURA Un aspetto al quanto fondamentale che è stato oggetto di studio e di progettazione nel nostro lavoro, è rappresentato dalla comunicazione sicura e dal mutuo riconoscimento. Anche se, come detto precedentemente, in questo lavoro non vengono mai trattati i dati sensibili relativi ai pazienti (ossia le informazioni personali), la sicurezza delle comunicazioni all interno del sistema svolge un ruolo fondamentale, perché la struttura è stata pensata e sviluppata per applicazioni che si basano su Internet, rete insicura per sua natura, si è reso necessario utilizzare il protocollo di comunicazione https che rappresenta l equivalente del classico http, dove le informazioni viaggiano in maniera criptata; le transazioni effettuate vengono

33 CAP. 2 PROGETTO MIRO criptate tramite lo standard SSL con mutuo riconoscimento. Alla base di una comunicazione sicura, è necessario un riconoscimento di entrambi i partecipanti alla conversazione. Tutto ciò è stato possibile attraverso l utilizzo di certificati digitali, che garantiscano l identità di chi si collega al sistema. Il certificato digitale rappresenta una sorta di carta identità elettronica per chi si aggancia al sistema. Tramite l utilizzo della tecnologia SSL e dei certificati vengono soddisfatti i quattro requisiti fondamentali per la sicurezza: Autenticazione: garanzia che l utente sia chi dichiara di essere. Ottenuta grazie al certificato ed agli Username e Password. Confidenzialità: garanzia che i dati possono essere letti esclusivamente dall utente autorizzato. Ottenuta grazie ai certificati. Integrità: garanzia che le informazioni non vengano modificate durante la trasmissione. Ottenuta grazie alla crittografia. Non-ripudiazione: garanzia che chi utilizza il programma tramite il certificato se ne assuma le responsabilità

34 CAP. 2 PROGETTO MIRO Messaggi SOAP La comunicazione all interno del sistema, avviene con scambio di messaggi SOAP. I dati si inviano come allegati ai messaggi SOAP, abbiamo scelto questa tecnica per lo scambio di informazione perché avendo come obbiettivo quello di creare una struttura in grado di adattarsi a qualsiasi tipo di esame, era importante avere la possibilità di scambiare messaggi di dimensioni variabili, in questo modo abbiamo raggiunto tale obbiettivo. Ad esempio, un dato proveniente da un laboratorio radiologico produce dei file Dicom di dimensioni che si aggirano attorno ai 40 Mb (dipende dall esame), con questo sistema non si sono verificati problemi di trasmissione dei pacchetti. Una cosa importante da notare è che per implementare questa struttura si ha bisogno di una rete a larga banda che consenta le transizioni di file di dimensione variabile

35 CAP. 3 MUTUO RICONOSCIMENTO E INTERFACCE GRAFICHE CAPITOLO 3 MUTUO RICONOSCIMENTO E INTERFACCE GRAFICHE Analisi degli attori principali dell architettura, dal laboratorio al medico. 3.1 Laboratorio Web Service laboratorio Mutuo Riconoscimento Interfacce grafiche 3.2Medico Mutuo Riconoscimento Interfacce grafiche Firma del referto

36 CAP. 3 MUTUO RICONOSCIMENTO E INTERFACCE GRAFICHE 3.1 LABORATORIO Il laboratorio come visto in precedenza rappresenta uno degli attori fondamentali del nostro sistema. E qui che viene effettuato l esame e dove viene memorizzato il dato digitale, ed è qui che si chiude l intero arco del processo dove termina la fase di refertazione Web Service Laboratorio Fig. 3.1 Struttura del Web Service Laboratory Anche il laboratorio ha bisogno di un web service che mette a disposizione una serie di metodi (quelli in colore giallo) per lo scambio dei messaggi con il repository centrale

37 CAP. 3 MUTUO RICONOSCIMENTO E INTERFACCE GRAFICHE Mutuo Riconoscimento Una volta effettuato l accesso tramite un semplice web browser( ad esempio internet explorer) il sistema tramite l utilizzo dei certificati digitali effettua il riconoscimento del laboratorio che ha compiuto l accesso. Ciò avviene tramite l estrapolazione del common name dal certificato il quale viene confrontato con il dato presente nella tabella tm_utenti nel campo utn_cn, se il confronto ha esito positivo il sistema effettuerà un accesso guidato all interno del repository, visualizzando tramite opportune interfacce solo i dati relativi agli eventi ad esso connessi Interfacce grafiche Il sistema offre al client del laboratorio dell interfacce user-friendly di facile utilizzo. Le varie form sono state create tramite tecnologia jsp con l ausilio del tool struts (entrambi questi prodotti verranno spiegati successivamente). L interfaccia per l inserimento dei dati da parte del laboratorio nel repository è la seguente:

38 CAP. 3 MUTUO RICONOSCIMENTO E INTERFACCE GRAFICHE Fig. 3.2 Form di visualizzazione degli eventi Lo sfondo blu denota il laboratorio, nella seguente form al client viene proposta una tabella che contiene le informazioni sullo stato degli esami presenti nel repository riferiti a quel particolare laboratorio, i campi visualizzati sono: Data: ora e data di emissione del dato nel repository Utente: struttura che ha generato l evento Codice: codice identificativo dell esame effettuato Tariffa: tipo do esame effettuato Stato: stato dell esame aperto,chiuso o refertato Link: possibilità di effettuare il download dell esame

39 CAP. 3 MUTUO RICONOSCIMENTO E INTERFACCE GRAFICHE E importante notare che il laboratorio cliccando sul link dello stato può decidere se chiudere il referto o no. Scegliendo l opzione open dal menù si apre la seguente form: Fig. 3.3 Form per l inserimento dei dati In questa form viene offerta al client la possibilità di aprire un evento ossia di generare nel web service repository una riga editando i seguenti campi: Codice Tariffa: codice identificativo dell esame effettuato File dell esame: si allega il dato digitale prodotto in laboratorio Unità esterna: si indica se è interno o esterno alla struttura attinente

40 CAP. 3 MUTUO RICONOSCIMENTO E INTERFACCE GRAFICHE Richiedente: si indica chi ha richiesto l esame Impegnativa: si mette un codice alfa numerico per l impegnativa Note: campo per editare delle note in merito all esame

41 CAP. 3 MUTUO RICONOSCIMENTO E INTERFACCE GRAFICHE 3.2 MEDICO Il medico è l ultima figura che prendiamo in esame. E qui che viene effettuato il referto ed è qui che si viene a creare il processo di second opinion Mutuo Riconoscimento Come avviene per il laboratorio anche il medico può accedere al sistema con l utilizzo di un semplice web browser (ad esempio internet explorer) collegandosi al sito del web service repository. Al momento dell accesso, il sistema tramite l utilizzo dei certificati digitali effettua un muto riconoscimento per il medico e per il web service repository. Il riconoscimento del dottore avviene tramite il common name del proprio certificato digitale (presente nella propria smart card), il quale viene confrontato con il con il dato presente nella tabella tm_utenti (del repository) nel campo utn_cn, se il confronto ha esito positivo il sistema effettuerà un accesso guidato all interno del repository, visualizzando tramite opportune interfacce solo i dati relativi agli eventi che esso è in grado di rifertare

42 CAP. 3 MUTUO RICONOSCIMENTO E INTERFACCE GRAFICHE In questo modo è garantita l affidabilità del sistema da un punto di vista puramente medico Interfacce grafiche Nel progettare l interfaccia utente, come per il laboratorio, lo scopo era creare delle form di tipo userfriendly in modo da facilitare il loro impiego da parte del personale medico. Appena effettuato l accesso e superata la fase di mutuo riconoscimento, al client, viene presentata la seguente form: Fig. 3.4 Form di visualizzazione eventi Si può notare, lo sfondo verde associato al dottore viceversa quello del laboratorio erà blu. Si vede subito che

43 CAP. 3 MUTUO RICONOSCIMENTO E INTERFACCE GRAFICHE l unica cosa che cambia nella struttura è il menù dove è assente l opzione open perché quella erà caratteristica del laboratorio l unico in grado di generare un evento. Il dottore scegliendo l esame può decidere di scaricare il dato digitale nella propria postazione, premendo download, e quindi visualizzarlo; fatto ciò tramite il link stato si aprirà una nuova form : Fig. 3.5 Form per effettuare il referto. In questa finestra vengono visualizzati anche i referti precedentemente effettuati da altri medici, se lo stato dell evento era impostato su aperto o refertato il dottore nell apposita casella di testo potrà editare il suo referto avvalendosi della possibilità di confrontarsi con i pareri medici precedentemente inseriti. In questo modo si crea ciò che oggigiorno si definisce meccanismo di second opinion. Scritto l esame il medico aggiungerà alla lista degli altri

44 CAP. 3 MUTUO RICONOSCIMENTO E INTERFACCE GRAFICHE referti il proprio premendo il tasto confirm. E qui che si mette in modo il meccanismo di firma digitale Firma del referto Fig. 3.6 Funzione di Hash. Il processo di firma digitale viene effettuato grazie ad una libreria sviluppata da un nostro collega, che si occupa della cifratura di dati binari utilizzando i certificati digitali che risiedono all interno di una smart-card. L interfaccia di questa libreria principalmente espone due metodi: uno per firmare il dato e uno per verificarne l integrità. La firma digitale di un documento è il risultato dell'applicazione di una funzione hash al documento stesso. Per essere utile, però, la funzione hash deve soddisfare a due importanti proprietà. Primo, dev'essere difficile trovare due documenti che possiedono la stessa valore di hash;

45 CAP. 3 MUTUO RICONOSCIMENTO E INTERFACCE GRAFICHE secondo, dato un valore di hash deve essere difficile recuperare il documento che ha prodotto quel valore. Il referto per mezzo di una funzione di hash viene convertito in una sequenza di byte di lunghezza finita, nela caso dell algoritmo SHA-1 l array è di 20 byte. Una funzione hash è una funzione da molti a uno che mappa i suoi valori di ingresso in un valore appartenente ad un insieme finito. Tipicamente questo insieme è un intervallo di numeri naturali. Nel nostro caso un flusso di byte di lunghezza variabile, il nostro referto, viene trasformato in una sequenza di lunghezza finita, chiamata digest. È questo nuovo oggetto binario che viene inviato alla procedura di firma digitale che a questo punto utilizzando il digest del referto come input di un ulteriore funzione di hash eseguita dalla smart-card che cripta i dati utilizzando il certificato digitale. Questo processo è stato realizzato in maniera esterna al nostro sistema, in modo da non soffrire dei problemi di implementazione dovuto alle differenze tra le varie smart-card, inoltre è possibile affinare la tecnica di firma aggiungendo la chiamata ad un servizio di timestamping che possa garantire l istante di tempo in cui il dato è stato firmato. Un'altra persona può controllare la firma applicando la stessa funzione di hash alla propria copia del documento e confrontando il valore di hash ottenuto con quello del documento originale. Se coincidono, può essere praticamente certo che i documenti siano identici

46 CAP. 3 MUTUO RICONOSCIMENTO E INTERFACCE GRAFICHE Fig. 3.7 Generazione e verifica della firma digitale. La verifica della firma viene eseguita dal repository per garantire all utente che visualizza i referti l identità della persona che ha scritto il documento. Nel nostro sistema viene richiamata una funzione di libreria che partendo dal documento originale effettua di nuovo il processo che confronta il documento firmato

47 CAP. 4 - TECNOLOGIE SOFTWARE CAPITOLO 4 TECNOLOGIE SOFTWARE Panoramica delle tecnologie software impiegate nella realizzazione del progetto dal lato client con delle web application. 4.1 Java Platform Java Server Pages 4.2 Apache Tomcat Comunicazione SSL 4.3 Strumenti di Sviluppo Apache Struts

48 CAP. 4 - TECNOLOGIE SOFTWARE 4.1 JAVA PLATFORM Java appena è uscito è stato accolto con molto entusiasmo dalla comunità mondiale dei progettisti di software e dei provider di servizi Internet, questo perché Java permetteva agli utenti di Internet di utilizzare applicazioni sicure e indipendenti dalla piattaforma, che si possono trovare in qualsiasi punto della rete. Java è quindi nato come linguaggio per la rete, per affiancare l'hyper Text Markup Language (HTML), il quale non è un linguaggio di programmazione vero e proprio, e per dargli quella sicurezza che l'html non ha. Da quando è nato Java sulla rete si è iniziato a poter parlare di numeri di carte di credito e di informazioni sicure, notizia che ha molto affascinato le grosse società mondiali, le quali hanno trasformato la vecchia Internet, rete ad appannaggio delle sole università e centri di ricerca, nell'attuale mezzo di comunicazione aperto a tutti. Il linguaggio di programmazione Java è stato creato verso la metà degli anni novanta, è il più recente tra i suoi cugini, e per questo è ancora in fase evolutiva, tanto che ogni anno circa ne viene rilasciata una nuova relase. Da linguaggio nato solo per la rete è divenuto un vero e proprio linguaggio di programmazione, paragonabile, dal punto di vista delle funzionalità, al più blasonato C++. Java e la maggior parte degli altri linguaggi possono essere

49 CAP. 4 - TECNOLOGIE SOFTWARE paragonati solo dal punto di vista delle funzionalità, perché sono fondamentalmente molto diversi, infatti Java compila i sorgenti dei suoi programmi in un codice detto Bytecode, diverso dal linguaggio della macchina su cui è compilato, mentre linguaggi come il C++ compilano i sorgenti dei programmi in un codice che è il codice della macchina ( per macchina intendo computer + sistema operativo ) su cui è eseguito. Quindi per eseguire un programma Java occorre avere uno strumento che è chiamato Java Virtual Machine, la quale interpreta il bytecode generato dal compilatore Java e lo esegue sulla macchina su cui è installato. Grazie alla Java Virtual Machine Java è indipendente dalla piattaforma, infatti il programma compilato Java è legato alla JVM e non al sistema operativo, sarà quindi possibile eseguire lo stesso programma Java, compilato una sola volta su una qualche macchina con un compilatore Java versione X, su una piattaforma Windows e su una piattaforma Linux, per fare questo però c'è bisogno che sia Windows che Linux abbiano installato una Java Virtual Machine che supporti la versione X di Java. Le due JVM installate sulle due piattaforme diverse sono lo stesso programma compilato una volta per Windows ed una volta per Linux, come avveniva con i programmi scritti in linguaggi come il C/C++. Una Java Virtual Machine è implementata anche nei vari Browser (Come Netscape e Explorer) per poter eseguire i programmi Java incontrati nella rete, i cosidetti Applet

50 CAP. 4 - TECNOLOGIE SOFTWARE Questo però, unito al fatto che Java ancora si evolve, causa degli ovvi problemi di incompatibilità: capita sempre che il più moderno Browser supporti una versione precedente di Java rispetto all'ultima versione rilasciata dalla Sun Microsystem, inoltre bisogna tener presente che non tutti gli utenti di Internet navigano usando l'ultima versione di Netscape o di Explorer. Quindi volendo creare un applet ed inserirlo in un nostro documento HTML, dobbiamo tenere presente questi problemi, e cercare di scrivere un programma che sia compatibile con la maggior parte delle JVM inplementate nei vari browser. Un altro problema da affrontare è quello della scelta del compilatore Java da utilizzare, infatti esistono vari ambienti integrati per editare, compilare, debuggare ed eseguire programmi Java, come quelli della Borland, della Microsoft, della Symantec. Tutti questi ambienti offrono dei tool di sviluppo eccellenti, come editori grafici di finestre, debugger molto interessanti, però hanno due problemi, il primo è che si pagano, anche molto, il secondo è sempre lo stesso della compatibilità, infatti essi spesso si trovano indietro alla relase della sun, ed inoltre aggiungono delle classi che poi le JVM implementate nei browser non hanno. Il mio consiglio è quello di usare le JDK ( Java Development Kit ) della Sun, le quali comprendono sia il compilatore che la Java Virtual Machine per eseguire i programmi da noi compilati, inoltre sono freeware (non costano niente) e sono scaricabili dalla rete ed i browser si

51 CAP. 4 - TECNOLOGIE SOFTWARE adeguano pian piano a questa versione di Java. Se volete scrivere applet per i vecchi browser dovete scaricarvi la versione di Java, però questa versione è niente alla versione attualmente più gettonata, ovvero alla Un ultimo problema che ha Java è la lentezza, infatti, come già detto, esso è interpretato, quindi le istruzioni Java prima di essere eseguite dalla macchina vengono interpretate dalla JVM, ovvero per eseguire ogni istruzione il computer eseguirà un numero di istruzioni macchina che è più del doppio delle istruzioni che eseguirebbe se la stessa istruzione fosse stata scritta in C, quindi avrete bisogno di computer veloci per eseguire bene programmi Java, e di questo vi sarete sicuramente accorti anche navigando sulla rete. Anche la memoria è importante, si compila e si esegue anche con soli 128Mb di RAM, ma per fare le cose velocemente ne occorrono almeno 512. Per finire ritorno al Java Development Kit della Sun Microsystem, con questo è possibile produrre tutto il software che si vuole senza dover pagare diritti di uso del prodotto come avviene con il Borland Jbuilder, il Symantec Cafe, e il Microsoft Visual Java.La principale differenza tra Java e gli altri linguaggi di programmazione ad oggetti è che mentre con questi ultimi è possibile anche porgrammare ad oggetti con Java si deve assolutamente programmare ad oggetti

52 CAP. 4 - TECNOLOGIE SOFTWARE Java Server Pages JSP (Java Server Pages) è una tecnologia semplice ma potente, che permette di creare Pagine HTML dinamiche lato server. In questo stralcio presentiamo, aiutandoci con esempi, le caratteristiche principali. Introduzione JSP (Java Server Pages) è una tecnologia semplice ma potente, che permette di creare Pagine HTML dinamiche lato server. Questa tecnologia agli occhi del programmatore viene gestita per mezzo di un linguaggio di script che è in grado di mescolare codice HTML, componenti riusabili (JavaBeans), applicazioni remote (Servlet), codice Java e script Java-like. Le Pagine JSP sono un'estensione diretta dei Servlet Java e offrono, rispetto ad altre attuali tecnologie Server-Side, il vantaggio e la possibilità di separare la sezione di gestione delle operazioni e di produzione dei contenuti, da quello di visualizzazione vera e propria. Normalmente una Pagina JSP è composta da: porzioni di codice HTML, JavaScript, CSS e così via, non compilati dal motore Jsp (Jsp Engine) e comunemente definiti blocchi di codice statico; porzioni di codice Java, compilati dal motore Jsp, che prendono il nome di blocchi di codice dinamico. Come lavorano le Pagine JSP

53 CAP. 4 - TECNOLOGIE SOFTWARE La prima volta che un Client (di norma un generico browser) effettua la richiesta di una Pagina JSP ad un Web Server (container JSP), questo la compila creando un oggetto Servlet che risiederà in memoria; solo dopo questo passaggio l'output viene inviato al Client che potrà interpretarlo come se fosse una semplice Pagina HTML. Ad ogni richiesta successiva della medesima Pagina JSP, il Web Server controlla se è stata modificata: in caso negativo richiama il Servlet già compilato, altrimenti si occupa di eseguire nuovamente la compilazione e memorizzazione del nuovo Servlet. Conseguenza di questo meccanismo è che la prima volta che si invoca una Pagina JSP il sistema sarà un pò più lento del normale, mentre dalle invocazioni successive si avranno prestazioni di tutto rispetto. Un semplice esempio del codice di una Pagina JSP e dell'output prodotto sono riportati qui di seguito: <%@page language="java"%> <%@page import="java.util.*"%> <html> <head> <title>java Server Pages: Hello World</title> </head> <body> <% out.println(" Hello World JSP! "); %> <%= new Date() %> </body>

54 CAP. 4 - TECNOLOGIE SOFTWARE </html> Se ci si sofferma esclusivamente sulla forma del documento JSP è possibile notare che l'aspetto di codice JSP ricalca quello di una Pagina HTML e non quello di una classe Java. Analizzando successivamente il codice del Servlet generato dal Web Server alla prima invocazione della Pagina JSP, che può variare leggermente in base al motore Jsp utilizzato, si nota che il metodo che effettua il servizio vero e proprio è _jspservice() (Per visualizzare il codice Servlet clicca qui). All'interno del metodo _jspservice() troviamo, oltre ad una serie di variabili e controlli fondamentali per il funzionamento del Servlet, la traduzione dei tag HTML contenuti nella Pagina JSP in codice Java. Componenti di un Pagina JSP Una Pagina JSP può essere composta da: direttive; script JSP; oggetti impliciti; azioni. Direttive Le direttive sono elementi JSP che forniscono informazioni globali su un'intera Pagina JSP. Un esempio potrebbe essere una direttiva che indichi il linguaggio da utilizzare nella compilazione della Pagina JSP. La sintassi

55 CAP. 4 - TECNOLOGIE SOFTWARE delle direttive è la seguente <%@ direttiva {attributo="valore"%>. Volendo indicare al motore Jsp che il linguaggio da utilizzare nelle Pagine JSP deve essere il Java, è possibile utilizzare la riga di codice seguente: <%@ page language="java"%>. Attualmente nella specifica JSP sono definite tre direttive: page, include, taglib. Direttiva Page definisce informazioni globali riguardanti l'intera Pagina JSP che la contiene. Le impostazioni che modifica influenzano direttamente la compilazione della pagina. Direttiva Include serve per inserire testo e codice all'interno di una Pagina JSP al momento della sua traduzione. La sua sintassi è la sequente: <%@include file="specificourl"%>. Direttiva Taglib permette di creare un insieme personalizzato di tag chiamato tag library. Questa direttiva dichiara che la pagina intende utilizzare tag personalizzati, indica univocamente la libreria che li definisce e associa loro un prefisso che li distingue da quelli presenti in altre librerie. La sintassi della direttiva taglib è la seguente: <%@taglib uri="uridellalibreriaditag" prefix="prefissotag"%> dove : uri identifica univocamente un insieme di tag personalizzati;

56 CAP. 4 - TECNOLOGIE SOFTWARE prefix definisce una stringa utilizzata per distinguere una tag personalizzato da uno invece standard. Script JSP Gli script JSP consentono di includere porzioni di codice direttamente all'interno di Pagine HTML, esistono tre elementi coinvolti negli script JSP, ciascuno dei quali ha una posizione ben definita all'interno del Servlet generato: Dichiarazioni, Espressioni e Scriptlet. Dichiarazioni JSP servono per dichiarare variabili e metodi del linguaggio di script usato nelle Pagine JSP. La sintassi delle dichiarazioni JSP è la seguente: <%! Dichiarazione %>, un esempio <%! String nome=new String("Andrea"); %> nel caso in cui si voglia dichiarare una variabile di tipo String contenente un valore iniziale diverso da null; <%! public String getname() { return name; %> nel caso in cui si voglia definire un metodo che ritorni una variabile, definita in questo caso nella dichiarazione precedente, di tipo String. Espressioni JSP sono degli elementi del linguaggio di script che vengono valutati logicamente, letteralmente o matematicamente, il cui risultato viene convertito in una java.lang.string. Le espressioni sono valutate all'atto della richiesta HTTP. La stringa risultante viene inserita al posto dell'espressione nel file.jsp, nel caso l'espressione non può essere convertita, si verifica un errore di

57 CAP. 4 - TECNOLOGIE SOFTWARE traduzione. La sintassi di un'espressione JSP è la seguente: <%= Espressione %>, un esempio Ciao <%= getname() %>. Scriptlet JSP possono contenere qualsiasi tipo di istruzione a patto che siano valide per il linguaggio specificato nella direttiva language. Vengono eseguiti al momento della richiesta e possono far uso di dichiarazioni, espressioni e JavaBeans. La sintassi degli scriptlet JSP è la seguente: <% Sorgente dello Scriptlet %>. Importante sottolineare che il codice contenuto tra i tag <% %> viene inserito nel metodo _jspservice() del Servlet al momento della compilazione (Clicca qui per visualizzare un esempio di codice Servlet). Oggetti Impliciti Scrivendo Pagine JSP si ha l'accesso ad alcuni oggetti impliciti appositamente creati per essere utilizzati nei documenti JSP senza dover essere dichiarati anticipatamente. Gli oggetti impliciti più importanti sono: request, response, pagecontext, session, application, out, config, page. request permette il recupero dell'informazioni legate alla richiesta commissionata dal browser dell'utente come i parametri, le intestazioni, i cookie e così via. response permette l'accesso al canale di output, per la generazione della risposta HTTP; è possibile comunicare

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