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6 Si ringraziano per il contribuito all azione locale WP5 ISEDE-NET: Banca Agrileasing - Gruppo ICCREA Banca Etica - sede Centrale di Padova Banca Etica - sede di Milano Banca Popolare di Milano Banca Prossima Milano Banca Prossima Venezia BCC Marcon - Venezia BCC Sesto San Giovanni CCIAA Brescia CCIAA Venezia CGM Finance Confcooperative Brescia Confcooperative Milano Confcooperative Venezia Consorzio In Concerto (Treviso) Consorzio Farsi Prossimo (Milano) Consorzio Solco Brescia Coop. Soc. Città del Sole (Venezia) Coop. Soc. Co.Ge.S. (Venezia) Coop. Soc. Il Grillo (Venezia) Cooperativa Sesterzo (Venezia) Eur&ca Federazione lombarda delle BCC Finlombarda Fondazione Cariplo Gruppo Cascina Clarabella (Brescia) Gruppo Fraternità Ospitaletto (Brescia) Legacoop Veneto Legacoop Lombardia MAG Venezia Microfinanza srl Nero su Bianco srl Regione Veneto Direzione Industria e Artigianato UBI Banco di Brescia Uniamo Goldin Impresa Sociale (Venezia) Unicredit Brescia Unicredit Foundation Milano Unicredit Milano Veneto Sviluppo SpA

7 PREFAZIONE DEL VICESINDACO DEL COMUNE DI VENEZIA, SANDRO SIMIONATO ISEDE-NET: un network europeo per l economia sociale Il progetto comunitario ISEDE-NET è stato attivato con l obiettivo di promuovere lo sviluppo dell economia sociale nei paesi membri dell Unione Europea, portando particolare attenzione ai partner del Sud Est Europa. Il partenariato del progetto ha creato un network transnazionale che ha consentito di accrescere la conoscenza sulle esperienze e le pratiche di imprenditorialità sociale molto diverse tra i nove paesi partecipanti. Nella recente comunicazione della Social Business Initiative, la Commissione Europea ha stimato che l economia sociale occupa circa 11 milioni di persone in Europa, il 6% del totale dell occupazione del continente, evidenziando che su ogni quattro nuove imprese fondate, una è impresa sociale. Il Comune di Venezia, con l azione locale ISEDE-NET, ha promosso lo sviluppo dell imprenditorialità sociale, non soffermandosi solamente sul suo crescente peso economico e occupazionale, ma rilevando il suo ruolo svolto nel rafforzamento della coesione sociale come motore di sviluppo nel territorio. Nelle linee guida offerte ai partner ISEDE-NET, Il Comune di Venezia ha sostenuto uno sviluppo perseguibile attraverso una crescita economica sostenibile, solidale ed inclusiva. Si tratta degli stessi principi, che la Commissione Europea ha affermato nella recente Social Business Initiative, concretizzati in un pacchetto di misure di sviluppo, approvato il 25 ottobre 2011, per supportare il rilancio dell economia del continente puntando proprio sul potenziale dell impresa sociale. Le imprese sociali si confermano realtà produttive e competitive, grazie all elevato livello di motivazione personale dei loro operatori e la Commissione Europea riconosce agli attori dell economia sociale la capacità di produrre innovazione sociale, inclusione, e di ricercare soluzioni originali e sostenibili ai bisogni dei cittadini. 7

8 8 ISEDE-NET ha come soggetto capofila la Provincia di Brescia, mentre il Comune di Venezia ha coordinato l azione WP5 denominata Sviluppo di strumenti finanziari innovativi per le imprese sociali. La crisi economica in atto ha chiarito l importanza del ruolo che può svolgere l ente pubblico favorendo azioni per evitare la degenerazione dei mercati e per mantenere la migliore qualità della vita possibile. A livello locale, considerata la necessità di investimenti in nuove iniziative di imprenditorialità sociale, ne deriva una ancor maggiore responsabilizzazione della pubblica amministrazione in vista di una virtuosa convergenza fra l operato delle agenzie pubbliche, i potenziali finanziatori e le imprese. Il tema della responsabilità sociale delle imprese e del territorio, che include tutti i cosiddetti stakeholder, inclusi gli enti locali, risulta cruciale per il superamento della crisi. In una fase di drastica riduzione delle risorse disponibili per il mantenimento di servizi pubblici storicamente affidati alla cooperazione sociale, l ente locale può sostenere tale segmento di imprese contribuendo allo sviluppo di strategie alternative: in collaborazione con le associazioni di categoria, può favorire la diversificazione delle committenze nel mercato privato profit e non profit tradizionali attraverso iniziative promozionali dei servizi offerti dalle imprese sociali. In partenariato con altri enti pubblici o privati, può facilitare l incontro tra competenze e risorse, favorendo la creazione di reti tra imprese sociali e potenziali partner, o investitori, su progetti in nuove nicchie di mercato. Le imprese sociali potranno fare al meglio la loro parte all interno dello sviluppo dell economia sociale di mercato promossa dalla Commissione Europea se sapranno leggere le opportunità del contesto locale e se l Europa contribuirà a migliorare l accesso al credito ed ai finanziamenti privati, nonché la normativa comunitaria su appalti pubblici e aiuti di stato, perché non sia più ostacolo, ma promuova l azione di questi soggetti.

9 INTRODUZIONE DEL TEAM ISEDE-NET DEL COMUNE DI VENEZIA Il Comune di Venezia, che ha coordinato l azione WP5 sviluppo di strumenti finanziari innovativi per le imprese sociali, nel corso del progetto ha rilevato che le criticità finanziarie presentate dalle imprese sociali possono trovare soluzioni non tanto nell innovazione di prodotti finanziari, bensì nell attivazione di strategie di sviluppo e consolidamento attraverso attività mirate per la diversificazione dei propri committenti, la fidelizzazione di tutti gli stakeholder e potenziali investitori. 9 In quest ottica, il team ISEDE-NET del Comune di Venezia ha orientato le attività locali creando connessioni con le altre azioni del progetto: implementando di uno specifico strumento web promozionale per le imprese sociali (azione WP4) attivando la collaborazione diretta con i partner coordinatori delle azioni per i servizi di supporto alle imprese (WP6) e per l identificazione di nuove nicchie di mercato (WP7). L azione locale WP5 ha evidenziato la stretta correlazione fra politiche di welfare e quelle di sviluppo economico locale che richiedono l impegno dell Amministrazione nel suo insieme. In questo senso il Comune di Venezia ha da tempo intrapreso un processo di riflessione e cambiamento del proprio ruolo nel sistema di welfare locale: da committente di beni e servizi a facilitatore delle relazioni tra economia sociale e soggetti dell economia tradizionale, auspicando un sistema di responsabilità condivisa rispetto ai bisogni del territorio. Le imprese sociali, oltre a creare valore economico e sociale, offrono importanti possibilità di crescita del benessere di un territorio. In quanto operatori economici, queste imprese producono beni e servizi sociali concreti, ma soprattutto contribuiscono all inserimento lavorativo delle persone a elevato rischio di esclusione.

10 Per queste ragioni, le politiche pubbliche dei paesi europei dovrebbero promuovere le imprese sociali come attori rilevanti dello sviluppo locale, guardando soprattutto al ruolo che esse svolgono nei processi legati all uso crescente di risorse intangibili, contribuendo all accumulazione di beni relazionali e all implementazione del capitale sociale. 10 Il team ISEDE-NET del Comune di Venezia auspica che questo report possa costituire un ulteriore strumento offerto alle imprese sociali per far fronte alle sfide attuali. Nei capitoli seguenti, il lettore troverà diversi livelli di analisi offerti da ISEDE-NET: un indagine condotta da BGlink srl sugli strumenti finanziari rilevati sul mercato e accessibili per le imprese sociali, presentata in modo da facilitare il dialogo con i potenziali finanziatori. Una riflessione del prof. Carlo Borzaga sull innovazione nell impresa sociale in generale e un analisi più specifica dell innovazione nelle modalità di finanziamento dell impresa sociale. La presentazione di tre casi di successo di imprese sociali che hanno fatto rete e che hanno condiviso alcune tappe del percorso ISEDE-NET. Le conclusioni dell azione locale WP5 che evidenziano le opportunità per superare i gap di conoscenza rilevati nei gruppi di lavoro locale ISEDE-NET e la suggestione di alcune strategie locali di sviluppo dell economia sociale attraverso il concetto di responsabilità sociale del territorio. Una panoramica, elaborata dai partner internazionali ISEDE-NET, sulla situazione finanziaria dell economia sociale e le opportunità per le imprese sociali in due paesi europei: Austria e Serbia. Il team ISEDE-NET di Venezia

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12 FINANZIARE L IMPRESA SOCIALE a cura di Niccolò Cusumano e Pierangelo Spano 12 Nel presente capitolo verranno presentati gli strumenti di finanziamento a disposizione delle imprese sociali con l intento di aiutare il lettore a orientarsi tra le diverse opzioni, capirne la logica sottostante in modo da facilitare il dialogo con i potenziali finanziatori. Nella prima parte del capitolo è ripreso il concetto di impresa sociale allo scopo di identificare i driver che guidano la scelta del finanziamento, mentre nella seconda parte vengono invece presentati gli strumenti. Il capitolo si chiuderà riportando i risultati della mappatura degli strumenti a disposizione delle imprese sociali nei territori di riferimento dei partner di ISEDE-NET. 1.1 L impresa sociale Negli ultimi trent anni il concetto di Social Enterprise ha assunto un importanza crescente, a tal punto che in Italia il legislatore stesso l ha riconosciuto per legge (D.lgs 155/2006). I motivi per cui il carattere dell imprenditorialità si sia diffuso nel mondo del no-profit sono molteplici: convinzione che alcuni elementi della disciplina di mercato (ad esempio la tenuta corretta delle scritture contabili, rendere conto delle proprie scelte, dimostrare un risultato) applicata al sociale possa condurre a un impiego più efficiente ed efficace delle risorse rispetto al passato. Ricerca da parte delle organizzazioni no-profit di una maggiore indipendenza dalle proprie costituency tradizionali attraverso una diversificazione delle fonti di finanziamento. Ricerca dell economicità intesa come ricerca delle modalità più opportune di impiego delle risorse tali da consentire all azienda di operare in modo duraturo e autonomo. Cambio di atteggiamento dei donatori che legano sempre di più l erogazione di finanziamenti alla dimostrazione di produrre valore sociale.

13 Competizione crescente delle no-profit per l ottenimento di fondi che, anche a causa della crisi della finanza pubblica, sono sempre più scarsi. Il concetto di Social Enterprise travalica, quindi, la forma giuridica dell azienda e comprende tutti quei soggetti che cercano nuovi approcci per affrontare i problemi sociali che fino ad oggi non hanno trovato soluzioni soddisfacenti (non hanno ottenuto i risultati sperati, si sono dimostrate effimere, costi sproporzionati ai risultati ). Se per l imprenditore tradizionale creare valore consiste nel servire, anticipandone i bisogni, clienti che possono permettersi di pagare un nuovo prodotto/servizio al fine di ricavarne un profitto (per ricompensare sé stesso e gli investitori); l imprenditore sociale si rivolge, al contrario, a soggetti esclusi dal mercato perché non dispongono dei mezzi per poter pagare quanto esso offre. Il valore non è quindi riconducibile in senso stretto alla creazione di ricchezza da reinvestire nell impresa, quanto alla creazione di valore sociale. La SE viene perciò definita come mission driven a differenza dell impresa che è profit/market driven. Riprendendo la definizione avanzata da Martin, L., Osberg, S. nel 2007 è possibile affermare che l imprenditore sociale: partendo dall identificazione di un equilibrio stabile e ingiusto che causa esclusione, emarginazione, sofferenza a una parte della popolazione che non dispone dei mezzi finanziari o del peso politico per poter raggiungere da sola una progresso, colga l opportunità per cambiare lo status quo, sviluppando, grazie alla creatività, ispirazione, coraggio, azione diretta, una nuova social value proposition, allo scopo di definire un nuovo equilibrio stabile che permetta di rilasciare il potenziale nascosto o alleviare la sofferenza del gruppo target e, grazie all imitazione e alla creazione di un ecosistema, assicurargli un futuro migliore apportando benefici anche alla società nel suo complesso. Un iniziativa per essere reputata imprenditoriale deve, pertanto, essere orientata alla creazione di valore economico e sociale, valore che la differenzi rispetto agli altri soggetti e che generi del benessere da ridistribuire tra i suoi stakeholder. Il processo descritto in realtà non è statico, ma dinamico: l imprenditore sociale, infatti, innova continuamente. L innovazione non viene solamente intesa come l invenzione di qualcosa di radicalmente diverso, ma 13

14 14 anche l applicazione di un idea esistente in un modo nuovo o a una situazione diversa rispetto a quanto fatto fino ad oggi. Questa definizione non è poi così distante dalla definizione classica dell impresa secondo la teoria azienda italiana secondo cui: L impresa è istituto economico-sociale con dominanti caratteri e finalità di tipo economico. Le imprese sono parte rilevante della società umana generale e secondo condizioni proprie partecipano al raggiungimento del bene comune della stessa. L innovazione deve ispirarsi, oltre che ai principi generali di giustizia, alla ricerca di soluzioni che coniughino più elevati livelli di efficienza delle combinazioni produttive e più elevati livelli di soddisfazione dei prestatori di lavoro 1. Il processo di creazione del valore è parte di un contesto socio-economico che richiede, affinché la mission sia perseguita e la creazione di valore mantenuta, che l attività d impresa e i suoi outcome siano economicamente e socialmente sostenibili. Sostenibilità (intesa come capacità di durare nel tempo in modo indipendente) dell impresa che si fonda: sulla mission che la contraddistingue; sulle proprie competenze specifiche; sulla raccolta e impiego efficiente ed efficace delle risorse di cui dispone. 1.2 Il mix di risorse e la scelta dell approccio al finanziamento È possibile, perciò, identificare un intervallo, rappresentato in tabella 1, ai cui estremi si trovino, da un lato, iniziative puramente filantropiche e, dall altro, strettamente commerciali da cui dipende la modalità di utilizzo del mix di risorse (economiche, finanziarie, umane, di competenze, relazionali) che costituiscono ogni impresa. Tabella 1: il mix di risorse e l intervallo su cui si posiziona l impresa Motivi, Metodi e Obiettivi Beneficiari Capitale Forza lavoro Fornitori Pure mission Giustizia Mission driven Valore Sociale Non pagano Donazioni e grant Volontari Pagamenti in natura Motivi misti Mission e market driven Valore Sociale ed Economico Prezzi sussidiati o mix tra prezzi pieni e prestazioni gratuite Pure profit Interesse personale Market driven Valore economico Prezzi di mercato Costo del capitale al di sotto del Costo di mercato del tasso di mercato, o mix tra donazioni capitale e capitale al costo di mercato Salari al di sotto del costo di mercato, o mix volontariato Salari di mercato stipendiati Sconti speciali, mix tra donazioni e Prezzi di mercato acquisti a prezzo pieno 1 Airoldi, Brunetti, Coda, (1994), Economia Aziendale, Il Mulino

15 Le SE solitamente si collocano in un livello intermedio lungo l intervallo esposto. Considerando la propria mission, i propri valori di riferimento e caratteristiche organizzative ogni SE, con riferimento alla dimensione economica, deve: Individuare le fonti di reddito potenziali (risorse proprie, donazioni, ricavi dall attività, vedi paragrafo 1.3); Definire in modo chiaro e realistico gli obiettivi finanziari e i relativi approcci al finanziamento. Sulla base delle proprie caratteristiche e obiettivi l organizzazione valuta a quali fonti di finanziamento sia necessario/ possibile ricorrere. Non sempre le risorse auto-generate 2 sono sufficienti a garantire l espansione dell attività, l impresa deve far quindi ricorso a fonti di finanziamento esterne fornite solitamente da intermediari finanziari o, nel caso del no-profit, anche da donatori/investitori filantropici. Dees (Dees, J., 1998) identifica sei differenti approcci al finanziamento: supporto filantropico: non sono possibili altre fonti di reddito al di fuori delle donazioni, si tratta di scegliere a quale tipo di donazione ricorrere (donazioni monetarie, in natura, lavoro volontario); autosufficienza parziale: esiste un reddito da attività sufficiente a coprire solo una parte dei costi operativi, sono tuttavia necessarie delle donazioni per coprire spese straordinarie (investimenti, costi di start-up); 2 Le fonti interne sono generate dall attività d impresa (ricavi) o apporti dei soci (sia finanziari sia di altro genere - beni, proprietà, lavoro). autosufficienza di cash flow: viene generato un reddito in grado di sostenere costi al di sotto dei livelli di mercato grazie a apporti filantropici (es. lavoro volontario), in questo caso gli introiti sono sufficienti a coprire le spese e a generare anche del surplus per finanziare attività non autosufficienti autosufficienza operativa: la SE è in grado di non dover ricorrere a nessun tipo di donazione filantropica, al di fuori della fase di start-up, per coprire i propri costi; commercializzazione piena: la SE agisce in tutto e per tutto come un impresa commerciale, salvo che nella sua mission; impresa mista: la SE agisce come un gruppo, o un azienda multidivisionale, in cui vengono operati diversi programmi, alcuni dei quali in grado di generare del reddito per garantire un sussidio incrociato ad altri programmi non autosufficienti dal punto di vista finanziario. 1.3 Il ciclo di vita dell impresa La teoria aziendale ha osservato come l impresa segua un proprio ciclo di sviluppo che parte dalla concezione dell idea imprenditoriale e culmina nell eventuale quotazione in borsa. Questo concetto è importante perché in ogni stadio di sviluppo cambiano, dal lato dell impresa, l approccio al finanziamento, mentre, dal lato dell investitore, il rischio connesso all investimento (una start-up è più rischiosa di una società di lungo corso) e di 15

16 conseguenza il costo del finanziamento poiché funzione del rendimento atteso. L investitore chiede, infatti, una remunerazione del proprio capitale proporzionale al rischio: tanto maggiore è il rischio, tanto maggiore sarà il rendimento richiesto e di conseguenza il costo del capitale. 16 Queste considerazioni hanno portato a identificare per ogni stadio di sviluppo diverse tipologie di strumenti di finanziamento erogati da soggetti diversi in grado di supportare meglio il rischio specifico. Nella figura 2 si rappresenta graficamente il ciclo di vita dell impresa mettendo in relazione i ricavi, sull asse delle ordinate, l età (o stadio di sviluppo) sull asse delle ascisse. Normalmente ne risulta una curva cosiddetta a S in cui dopo un primo periodo in cui i ricavi sono limitati (o negativi), segue una crescita che si fa sempre più rapida (da qui l inclinazione della curva) fino a raggiungere un culmine dopo il quale i ricavi tenderanno a mantenersi costanti. Figura 1: il ciclo di vita dell impresa sociale EQUITY DEBITO Azioni ordinarie Debito subordinato Debito garantito Azioni privilegiate Mezzanine finance Equity/like: complesso di forme di finanziamento ibride tra equity/debito Debito ordinario Priorità rimborso La figura 3 riprende il ciclo di vita evidenziando la composizione dei ricavi e il rischio connesso all investimento e rapportandovi gli strumenti di finanziamento.

17 Figura 2: l impresa sociale letta attraverso la composizione dei ricavi Ricavi Buon flusso ricavi, espansione Prestiti tradizionali / Equity like concept Start-up Lancio sopravvivenza Take off crescita Stabilizzazione/ espansione 17 Break - even Stadi di sviluppo Donazioni, autofinanziamento, patient capital, investitori filantropici Nella figura 4 3 si declina la precedente (definendo per ogni stadio di sviluppo un orizzonte temporale) dal punto di vista delle tipologie di investitori e confrontando, l impresa commerciale all impresa sociale. Tale rappresentazione, che non ha finalità normative o prescrittive, sulla base dell osservazione, serve a orientare l imprenditore sociale/investitore nelle varie combinazioni tra strumenti/tempi/tipologie di investitori. Figura 3: la matrice investitori - stadio di sviluppo Grant Rischio di default alto ricavi No ricavi da attività, unica entrata donazioni Patient capital Ricavi da attività + donazioni 75% entrate da ricavi attività Equity / Equity like Break - even Prestiti tradizionali Surplus di risorse non redistribuite Profitto distribuito, ma impresa sociallydriven basso 3 Fonte: Emerson adattato da Dees (1996)

18 18 Prima di decidere a quale tipo di finanziamento ricorrere e di approcciare il potenziale finanziatore, l imprenditore sociale deve avere chiaro quanto esposto al fine di individuare la soluzione che meglio si addice alla propria situazione. Concretamente questo si traduce nel: disporre di un quadro finanziario preciso: l imprenditore deve conoscere costi e ricavi correnti e attesi e definire degli obiettivi finanziari. Questo esercizio si concretizza nella redazione del business plan dell impresa o del singolo progetto per cui si chiede il finanziamento. Avere una comprensione della struttura legale dell impresa: ogni strumento di finanziamento dà origine a degli obblighi per chi si assume l onere e perciò dei diritti in capo a chi fornisce il capitale. Occorre perciò valutare se la forma di finanziamento sia idonea alla propria struttura societaria. Preparare tutta la documentazione che potrebbe essere eventualmente richiesta dal finanziatore per istruire l operazione: - conto economico: illustra i costi e i ricavi su un orizzonte di tempo definito. - Stato patrimoniale: fotografa la situazione patrimoniale dell impresa (passività e attività) in un determinato momento. Anche in questo caso è necessario fornire una proiezione. - Rendiconto dei flussi di cassa: in cui si illustrano i flussi di cassa in entrata e in uscita su un orizzonte temporale determinato, spiegando inoltre quali siano le fonti di finanziamento (da dove proviene il denaro) e gli impieghi. L obiettivo è fornire al potenziale investitore una rappresentazione realistica della sostenibilità del progetto e di quanto cash sia disponibile in ogni momento. - Break-even analysis, o analisi del punto di pareggio: ha l obiettivo di spiegare come il progetto raggiunga un punto di pareggio tra entrate e uscite o, quanto meno, di individuare un punto di equilibrio in cui l iniziativa sia economicamente sostenibile. Questi documenti normalmente sono contenuti nel business plan. Possedere competenze manageriali e finanziarie solide: i punti precedenti tendenzialmente non saranno raggiungibili se l organizzazione non dispone al proprio interno, o riesce ad avvalersi esternamente, delle competenze manageriali necessarie. Questo aspetto è il più critico sia per la difficoltà nella costruzione delle competenze, sia per l importanza che un management preparato e capace ricopre, a cominciare dal momento stesso in cui si affronta il finanziatore.

19 1.4 Le forme di finanziamento Si riconoscono due principali forme di finanziamento esterno: equity (o investment financing): in cui il finanziatore partecipa al capitale sociale e percepisce una quota di profitti (dividendi); debito (loan financing): un prestito che verrà ripagato sotto forme di rate costanti (indipendentemente quindi dai risultati della società). È possibile rappresentare i vari strumenti disponendoli idealmente su una retta (vedi figura 1) in funzione della priorità di rimborso (e quindi del rischio connesso per l investitore). Ai due estremi troveremo da una parte le azioni ordinarie in quanto vengono remunerate solo dopo tutte le altre forme di finanziamento e dall altra varie forme di debito garantito (obbligazioni). Tra i due poli si trova una gamma di strumenti ibridi /equity-like che uniscono le caratteristiche di debito ed equity che vengono ascritti alla cosiddetta mezzanine-finance. 19 Figura 4: le fonti di finanziamento esterne Stadio di sviluppo Impresa commerciale Tipologia investitori esterni Impresa sociale Orizzonte temporale Seed e start-up Business angels, venture capitalist, incubatori Donatori individuali, fondazioni, volontari 0 2 anni Second Stage Secondo round investimento, private equity Forme ibride di impresa Accesso al finanziamento pubblico, secondo round donazioni 2 5 anni Sostenibilità Quotazione in borsa, vendita ad altra società o al management (buyout) Diversificazione delle fonti di finanziamento 5+ anni Massimizzazione valore economico Massimizzazione valore socio-economcio Massimizzazione valore sociale Il debito Un debito, secondo il Codice Civile, è un obbligazione, cioè un rapporto giuridico in forza del quale un soggetto, detto debitore, è tenuto a una determinata prestazione, suscettibile di valutazione economica, a favore di un altro soggetto, detto creditore. L obbligazione può sorgere da contratto, da fatto illecito, o da ogni altro atto o fatto idoneo a produrla in conformità dell ordinamento giuridico 4. Un esempio di debito è quello che sorge quando viene sottoscritto 4 Artt e ss. Codice Civile

20 20 un mutuo o un fido bancario. I flussi di denaro in un prestito sono due: 1 l ammontare del prestito da restituire, il cosiddetto principale (spesso da restituire ratealmente); 2 il costo del prestito, cioè l interesse. L interesse riflette: il rischio dell operazione: prestare a un azienda solida (mercato conosciuto, management la cui esperienza e abilità sono conosciute) comporta un rischio minore rispetto a erogare un prestito a un azienda nuova, che opera in un mercato innovativo. Maggiore è il rischio, maggiore sarà il rendimento richiesto dal prestatore e, quindi, l interesse applicato; la possibilità di riavere la somma prestata: se il prestito è facilmente esigibile e liquidabile l interesse sarà minore rispetto a un debito che richiede molti anni per essere ripagato. Spesso, inoltre, i prestiti sono garantiti (secured) da un asset (cash, azioni, magazzino, proprietà, avviamento), definito come collaterale. L asset serve a tutelare il creditore in caso il debitore smetta di pagare (faccia default sul proprio debito). Le imprese sociali non sempre possono accedere facilmente al debito, oppure riescono ad accedervi a un costo proibitivo. Questa difficoltà è dovuta a diversi motivi: la mancanza di garanzie da prestare al creditore; una credit history insufficiente per dimostrare la propria affidabilità; la diffidenza degli intermediari a erogare presti alle imprese sociali di cui si conosce meno il funzionamento rispetto alle imprese tradizionali. Il debito è, infine, uno strumento rigido che non tiene conto di quelli che possono essere gli eventuali flussi di cassa (ogni mese c è la rata da pagare) L equity Il termine equity (in italiano patrimonio netto) può essere utilizzato secondo due accezioni principali: la differenza tra il valore di mercato di una proprietà o di un attività e le sue obbligazioni (debiti); il diritto di proprietà espresso da un azionista (shareholder). L equity può formarsi: internamente, attraverso gli utili non distribuiti che non sono altro che i risparmi dell azienda, il capitale sottoscritto dai soci (all atto di costituzione della società o quando entrano a farne parte versano, in cambio di quote del capitale sociale, del denaro oppure dei conferimenti di altro genere), le proprietà immobiliari; esternamente, tramite donazioni, finanziamenti a fondo perduto (grant), investimenti da parte di venture philanthropist (vedi infra) o da investitori che mettono a disposizione del capitale in cambio di un ritorno sull investimento. La partecipazione al capitale sociale d impresa pone in capo ai sottoscrittori dei diritti. Questi diritti, esemplificati in tabella 2, sono di diverso tipo e possono essere modulati a seconda delle esigenze

21 dell impresa. È possibile prevedere, ad esempio, diverse classi di azioni a seconda del grado di partecipazione all attività d impresa di chi le possiede. Tabella 2: i diritti connessi all equity 5 Diritti di Proprietà Liquidazione Income Appreciation Voto Trasferimento Informazione Descrizione Diritto di disporre degli asset residuali dell impresa dopo che tutti gli altri creditori sono stati liquidati Diritto a vedersi corrisposto un dividendo o un interesse Diritto a beneficiare di qualsiasi guadagno (o perdita) nel valore dell investimento Diritto di controllare la gestione dell impresa attraverso un sistema di voto deliberato Diritto a scambiare il proprio investimento con altre parti o a ritirare la propria partecipazione nell impresa, definiscono la capacità di controllo dell impresa Diritto a essere informati delle politiche, pratiche e performance aziendali 21 In un impresa sociale non è sempre possibile riproporre questo schema a causa di vincoli di legge nonché della natura stessa dell attività d impresa che potrebbe portare a un conflitto tra interessi dell azionista e le finalità sociali dell azienda. La tabella 3 illustra una possibile declinazione in chiave sociale dei diritti connessi all equity. Tabella 3: esempio di attribuzione dei diritti connessi all equity per un impresa sociale 6 Diritti di Proprietà Liquidazione Income Appreciation Voto Trasferimento Descrizione Almeno una parte degli asset residuali è indivisibile e deve essere trasferita a un altra SE o no-profit in caso di liquidazione Viene fissato un limite superiore alla distribuzione dei profitti distribuibili agli investitori, o al dividendo o all interesse da corrispondere Valore determinato dal mercato È possibile che agli investitori non venga assegnato un diritto di voto, è necessario tuttavia prevedere delle forme di tutela dei loro interessi Non trasferibili oppure trasferibili sotto precise condizioni L equity presenta sicuramente numerosi vantaggi (non deve essere ripagata, è un impegno a lungo termine nell impresa), tuttavia questa forma di finanziamento non sempre è una strada percorribile: 5 Adattato da Jim Brown (2006), Equity Finance for Social Enterprises, Social Enterprise Journal, Vol. 2, Issue 1 6 Adattato da Jim Brown (2006)

22 22 la forma giuridica non consente l emissione di azioni; non è possibile erogare agli azionisti dividendi perché la forma giuridica non consente la redistribuzione degli utili; diffidenza da parte dei fondatori a concedere a organizzazioni/individui esterni diritti di proprietà; equity gap: assenza di investitori disposti a infondere capitali nelle prime fasi di vita dell impresa quando il rischio è maggiore. Alcuni di questi ostacoli possono essere superati strutturando adeguatamente i diritti connessi all equity come si è visto in precedenza. La maggiore critica a questo metodo di finanziamento è che non darebbe all impresa finanziata quella disciplina di mercato indotta da altri strumenti, come un mutuo, che richiedono un rimborso oppure fissano un orizzonte definito d investimento. Questo problema è ancora maggiore in ambito sociale dove spesso all azionista non spetta un dividendo. L equity, infine, è uno strumento costoso. Se è vero che non prevede un rimborso come il debito, ciò non di meno conferisce, almeno in linea di principio, il diritto all azionista di partecipare agli utili in modo illimitato nel tempo. A differenza del debito, inoltre, l equity ha un trattamento fiscale più sfavorevole dovuto alla deducibilità degli interessi passivi. Per questo motivo sono stati elaborati strumenti ibridi che uniscono le caratteristiche del debito e dell equity Le forme ibride di finanziamento Le forme cosiddette ibride di finanziamento, che uniscono caratteristiche proprie sia all equity sia al debito, portano generalmente l etichetta di mezzanine financing/equity-like capital. Questi strumenti, a differenza del puro debito non sono spesso garantiti (il creditore è meno tutelato in caso di default) e come l equity il loro rendimento è maggiormente legato ai risultati aziendali, permettendo un grado di coinvolgimento nella gestione dell azienda maggiore. Tuttavia, a differenza di un investimento in equity puro, uno strumento ibrido non modifica gli assetti proprietari dell azienda che lo sottoscrive. Normalmente si ricorre al mezzanine financing in sostituzione della raccolta di capitale sociale con il vantaggio di una maggiore flessibilità in sede di rimborso rispetto al debito. Alcune forme di debito mezzanino possono prevedere un rimborso vincolato al verificarsi di determinate condizioni, oppure, il suo congelamento o trasformazione in una forma di capitale sociale per assorbire le perdite prima di intaccare il capitale sociale vero e proprio. Le forme più comuni di mezzanine financing sono: i prestiti subordinati : il prestito non è garantito, l interesse è fisso, in caso di default il rimborso avviene dopo che sono state rimborsate le altre categorie di debito, i participating loan: sono prestiti partecipativi che non prevedono un tasso fisso di remunerazione, o solo in parte, viene concordata una componente fissa a cui si aggiunge

23 una componente variabile in funzione dei risultati dell impresa finanziata, a differenza dell equity però non si è proprietari dell impresa ma solo creditori, le obbligazioni convertibili, obbligazioni cum warrant: obbligazioni che, al verificarsi di determinate condizioni, possono essere convertite in azioni o danno il diritto di acquistare le azioni dell impresa a un prezzo definito. Il problema di questo tipo di strumenti deriva dalla loro complessità: essi sono, infatti, progettati praticamente su misura per ogni singola operazione, questo li rende molto costosi dal punto di vista dell intermediario finanziario che li predispone. Per risultare convenienti devono quindi avere una taglia rilevante, di solito al di sopra del milione di euro. La complessità, oltre a rappresentare un fattore di costo per l emittente, costituisce un costo anche per l impresa perché gli richiede una grande expertise. Il destinatario potenziale deve essere in grado, infatti, di valutare tutte le variabili e le condizioni applicate da un lato e cercare di rendere il più intelligibili possibili i propri bisogni per cucire al meglio lo strumento sull operazione finanziata Patient Capital Una forma peculiare di strumento ibrido appositamente dedicato alle SE è il cosiddetto capitale paziente in inglese patient capital. Per patient capital si intende del capitale investito in un impresa sociale nelle sue fasi iniziali di vita (early stage) con un orizzonte di medio periodo (dai 5 ai 7 anni) da un istituzione che non persegue ritorni finanziari, ma sociali. Il rimborso del prestito è vincolato anche ai risultati dell impresa (definiti alla stipula del contratto) e prevede delle cosiddette repayment holidays (sospensioni nel rimborso) se non vengono raggiunti determinati risultati. In questo modo vengono fissate delle condizioni di rimborso che disciplinano l operato dell impresa, ma garantiscano al contempo la flessibilità necessaria per accompagnare un impresa nelle sue fasi iniziali di vita. Il capitale è definito come paziente perché disposto ad aspettare il raggiungimento dei risultati concordati. Anche i contributi a fondo perduto possono essere considerati come patient capital a patto che contribuiscano alla formazione del capitale sociale dell organizzazione che li riceve. Una caratteristica distintiva rispetto alle forme di finanziamento osservate fino ad ora è che solitamente oltre al capitale viene fornito del supporto manageriale alle imprese sociali destinatarie per aiutarle nel loro percorso di sviluppo. 23 La tabella 4 sintetizza le caratteristiche principali degli strumenti analizzati.

24 Tabella 4: caratteristiche delle forme di finanziamento per le imprese sociali Grant Patient Capital Equity Equity-like Prestiti Perdita attesa % 100% 20-50% 10-20% 10-20% 1-8% 24 Ritorno sull investimento Orizzonte dell investimento Coinvolgimento nella gestione Exit Diritti di liquidazione 0-50%-10% Illimitato Di solito per un breve periodo Repayment Holidays Non definito (dipende dal successo dell impresa) Variabile fino al 30% Fisso 5-18% 5-7 anni Determinato Basso Discreto Alto Alto Basso non applicabile Nessuno Rimborso del capitale Nessuno/ subordinato Diritti di voto Nessuno Nessuno Si Quotazione, Vendita a un altra impresa, Buyout Royalty, Rimborso o quotazione Rimborso Residuale Subordinato Prioritario Definito dalle condizione Nessuno 1.5 Strumenti di finanziamento innovativi: venture philanthropy e social impact bond Nel paragrafo precedente sono state presentate le forme di finanziamento a cui possono accedere le imprese sociali. Di seguito si presenteranno due strumenti innovativi dal punto di vista soprattutto della gestione: la venture philanthropy e i social impact bond (SIB). La prima tendenzialmente prevede il ricorso a un finanziamento in equity, mentre i secondi sono dei titoli di debito Venture philanthropy Da ormai parecchi anni (negli USA dagli anni 70) il modello del venture capital (VC) ha trovato applicazione anche fuori da settori puramente profit oriented, nella forma del cosiddetto venture capital sociale. Il venture capital sociale si rivolge a un mercato variegato, da settori tradizionali target del VC come l ICT (information communication technology) e più di recente le biotecnologie e energie alternative al terzo settore in senso stretto. Il VC si propone quindi di fornire capitale di rischio (o equity) a imprese nasciture o in espansione, in settori ad alto potenziale di sviluppo. Inoltre un fondo di VC si pone come investitore attivo nell attività finanziata, fornendo know-how specializzato alla neo-impresa, fondamentale per potenziare l attività gestionale e conseguentemente i suoi ritorni, finanziari (per un VC tradizionale) e finanziari e sociali (per un VC sociale).

25 La Venture Philantropy (VP) consiste nell applicazione al settore non profit delle pratiche del VC, non al fine di remunerare il capitale investito, ma per ottenere il miglior risultato in termini di creazione di attività imprenditoriale e sviluppo economico e sociale. Le tecniche del VC di valutazione e accompagnamento delle imprese servono, infatti, a stimolare l investment readiness e l imprenditorialità, elementi fondamentali anche nelle attività a valore sociale, in quanto funzionali al perseguimento della mission, in un contesto di incertezza finanziaria come quello in cui si trova a operare il terzo settore. La VP investe in imprese puramente non profit o imprese non profit che gestiscono attività commerciali con un reivestimento degli utili nella propria attività alle quali si applicano logiche profit perché esse possano massimizzare il loro valore sociale in condizioni di economicità. Concretamente la VP importa nel terzo settore metodi e strumenti di accompagnamento di impresa e di misurazione delle performance tipici del VC, quali, tra gli altri: due diligence, benchmarking, monitoraggio degli obiettivi, redazione di un business plan e in generale un attenzione maggiore all accountability. La VP si traduce, quindi, in una vera e propria partnership tra l investitore, l organizzazione filantropica che gestisce il fondo, e l impresa finanziata. Un rapporto che va al di là della semplice donazione, che si costruisce nel tempo e che richiede perciò un orizzonte temporale d investimento di medio periodo (normalmente tra i tre e i cinque anni). Lo schema di funzionamento della VP è riportato in figura Figura 5: schema di funzionamento della Venture Philanthropy CAPITALE Permette lo sviluppo di organizzazioni più forti e sostenibili Fondo di venture philanthropy Organizzazione a scopo sociale Impatto sociale SUPPORTO MANAGERIALE E COINVOLGIMENTO Strategia Marketing Coaching Mentoring Network Strategia HR Altri finanziatori Capitale addizionale La VP attrae altri finanziatori

26 Social Impact Bond Un SIB, nella sua versione originale, è un contratto tra la PA e degli investitori in cui la prima raccoglie dei fondi per conseguire un obiettivo sociale e si impegna a rimborsare l obbligazione assunta in tempi definiti. In concreto un ente pubblico emette un bond per raccogliere capitali che serviranno a finanziare un progetto specifico in grado di produrre risparmi per l ente e un migliore outcome sociale. In cambio l ente si impegna a versare parte degli eventuali risparmi conseguiti, agli investitori. Il rimborso è commisurato ai risultati. Gli investitori sociali sottoscrivendo un SIB conseguono sia un ritorno sociale, sia finanziario che sarà tanto maggiore tanto migliore sarà il risultato del programma finanziato. Le imprese sociali, infine, grazie alle risorse raccolte vedono remunerate le proprie prestazioni e al contempo sono messe in condizione di perseguire la propria mission. Il focus principale dell operazione deve essere la creazione di valore sociale, altri obiettivi quali il miglioramento dell efficienza e dell efficacia dell azione pubblica sono funzionali al raggiungimento del primo. Lo schema di funzionamento di un SIB è presentato in figura 6. Figura 6: schema di funzionamento di un SIB Investimento Da parte dell ente locale Di fondazioni Di privati Programma d azione Implementato da un consorzio guidato da un associazione Implementato da un consorzio guidato da un ente pubblico Implementato da una società appositamente costruita Obbligazione di rimborso Il rimborso del prestito avviene sulla base degli outcome conseguiti o il raggiungimento di milestones Rapportati a un benchmark in aree comparabili, Avendo cura di separarle dai fattori di rischio ambientali Come si è evidenziato poco sopra l obiettivo principale dei SIB è conseguire più degli obiettivi di natura sociale utilizzando più efficientemente ed efficacemente le risorse pubbliche. Si tratta spesso di finanziare un modo diverso di affrontare dei problemi che fino ad ora non avevano trovato una soluzione ottimale. Alla base di questo ragionamento vi sono tre principi: 1 definire incentivi equi ed efficaci, un SIB, infatti, permette di:

27 rendere più chiaro ed evidente il legame tra beneficiario e operatore, ricompensando quest ultimo in modo adeguato al risultato ottenuto; promuovere l innovazione affidando a chi è adatto a gestirla il compito di portarla avanti, riducendo allo stesso tempo il rischio per l ente pubblico che non dovrà sopportarne per intero il rischio di fallimento (i pagamenti sono infatti legati all ottenimento dei risultati); premiare il risultato anziché il processo in quanto i pagamenti avvengono sulla base del raggiungimento di un determinato outcome/milestone. 2 Promuovere l innovazione: l innovazione nel settore sociale spesso non riesce ad esprimersi a causa della scarsità di risorse e dalla volatilità delle stesse che impediscono anche ad esperienze innovative di successo di operare su più larga scala in modo da conseguire un impatto più significativo. Il SIB può fornire, potenzialmente, quei capitali di cui c è bisogno, anche in aree che godono di minore attenzione da parte dei media e dell opinione pubblica promuovendo una cultura dell innovazione, i programmi finanziati possono inoltre prevedere la predisposizione di diversi tipi di soluzioni e diversi tempi di implementazione. 3 La politica e l azione devono portare a dei risultati tangibili (evidence based): il sistema di incentivi e l innovazione devono essere fondati su risultati certi e di qualità. I SIB sono maggiormente efficaci, infatti, in quelle aree di policy in cui è possibile definire in modo chiaro gli outcome e misurarli. Da un punto di vista operativo per gestire efficacemente un operazione finanziata attraverso l emissione di un SIB è necessario definire: chi investe; Chi gestisce il programma (operatore); Chi paga (l Ente Locale? La Regione? Lo Stato?). Relativamente al pagamento occorre inoltre specificare quale outcome si vuole perseguire e come misurarlo, come vengono strutturati i pagamenti e quali ritorni sia in termini sociali sia finanziari si devono attendere gli investitori. Non tutti i progetti sono adatti a essere finanziati attraverso l emissione di un SIB, le caratteristiche qualificanti sono le seguenti: alto impatto sociale; alto impatto sulle finanze pubbliche: maggiori sono i costi sostenuti dall ente pubblico, maggiore interesse esso avrà a promuovere progetti che possono portare a dei risparmi e maggiori saranno le risorse potenzialmente liberate in grado di ripagare gli investitori per il rischio che si assumono; efficacia dimostrata: gli investitori devono avere una ragionevole certezza che lo schema finanziato abbia buone possibilità di successo, inoltre maggiore è l efficacia maggiori sono i risparmi conseguibili; possibilità di misurare i risultati: tutte le parti coinvolte devono avere 27

28 28 fiducia in come sono verificati i risultati. Il sistema di rilevazione non deve essere troppo complesso/costoso e i dati devono essere facilmente reperibili; tempi ragionevoli: un SIB è tanto più attraente quanto più la possibilità di avere un ritorno sull investimento è prossima; possibilità di liberare delle risorse: un progetto deve essere in grado di liberare facilmente delle risorse e questi risparmi devono essere misurabili (ad es. diminuendo il tasso di recidiva degli ex detenuti permette di risparmiare in spese processuali, evitare la costruzione di nuove carceri, ecc). La figura 7, infine, sintetizza quali sono i vantaggi principali per i diversi stakeholder. Figura 7: vantaggi dei SIB per PA, Investitori e Imprese Sociali PA: Investire: grazie alla raccolta di fondi l ente è in grado di effettuare investimenti che altrimenti non sarebbe in grado di effettuare a causa dei vincoli di bilancio sempre più stringenti Risparmiare: in molte aree di policy la creazione di valore sociale corrisponde a dei risparmi (ad es. diminuire il tasso di recidiva tra gli ex carcerati, promuovere l adozione di stili di vita sani, proteggere l ambiente) Trasferire il rischio in modo efficace: a differenza del project finance un SIB è un meccanismo più semplice di trasferimento del rischio in quanto se il progetto finanziato non consegue i risultati previsti non ottiene i pagamenti Impresa sociale (operatore del progetto): Stabilità nel finanziamento Destinazione di risorse anche in quelle aree spesso trascurate dai donatori a causa del loro minor impatto emotivo o perché fuori moda Possibilità di sperimentare Investitore: Profit-oriented: ha l opportunità di conseguire dei ritorni attraenti (anche del 20%) Sociale: è un modo di amplificare i risultati conseguibili dalla propria donazione in quanto il SIB raccoglie finanziamenti destinati a un progetto specifico Lo schema delineato è centrato sulla PA: la raccolta dei fondi serve, infatti, a finanziare un progetto pubblico in cui le imprese sociali hanno il compito di gestire innovando. È possibile però prevedere la raccolta di fondi di scopo da parte delle Imprese Sociali stesse per finanziare propri progetti. In questo caso l intermediario finanziario raccoglie il denaro presso gli investitori, che si accontentano di una remunerazione del capitale contenuta in ragione del fine etico dell operazione, e si impegna a investire il denaro raccolto in determinate categorie di progetti oppure in un progetto specifico. Un esempio di questo collegamento tra raccolta di denaro e progetti è fornito da Triodos Bank che sul proprio sito internet permette di identificare i singoli progetti finanziati (vedi figura 8).

29 Figura 8: Triodos Bank, project finder Gli strumenti di finanziamento presenti sul territorio Nell ambito del progetto ISEDE-NET è stata condotta un inchiesta tra i partner dei Gruppi di Lavoro Locale (GLL) in merito agli strumenti di finanziamento presenti nei relativi territori di competenza. Al questionario hanno risposto un totale di 16 soggetti presentati per Gruppo di Lavoro e categoria nella tabella 5. Tabella 5: partecipanti all inchiesta GLL BRESCIA GLL MILANO GLL VENEZIA TOTALE Enti pubblici (incluse cciaa) Finanziatori (banche, consorzi, fondazioni, etc.) Centrali cooperative Imprese sociali TOTALE Ad ogni partecipante all inchiesta è stato chiesto di descrivere gli strumenti di finanziamento da lui stesso predisposti/utilizzati. In questo contesto verranno riportati i risultati relativi alle forme tecniche a cui si è fatto ricorso, il grado di innovazione, l orizzonte d investimento e la fase del ciclo di vita dell impresa a cui era destinato ciascuno strumento.

30 La figura 9 riporta gli strumenti di finanziamento, come si può vedere predominano modalità tradizionali quali il mutuo, altri tipi di finanziamento a breve/medio termine diversi dal mutuo e infine i bandi pubblici oppure bandi predisposti da fondazioni bancarie. Figura 9: strumenti di finanziamento 30 La figura raggruppa gli strumenti per metodi di finanziamento (in cui si distinguono finanziamenti in equity, debito, contributi a fondo perduto che potrebbero essere anche visti come una forma di equity e infine si riportano le garanzie o in conto interessi oppure fideiussorie). Anche in questo caso si nota come la maggior parte degli strumenti rilevati siano ascrivibili a forme di finanziamento tramite debito. Figura 10: le forme di finanziamento Relativamente all orizzonte temporale dei finanziamenti (vedi figura 11) la maggior parte di essi è di breve/medio termine (complessivamente per un 78%).

31 Figura 11: l orizzonte temporale del finanziamento 31 Il grafico della figura 12 incrocia, invece, la fase del ciclo di vita dell impresa, con il soggetto finanziatore. Dai risultati emerge una sufficiente specializzazione per tipologia di investitore e stadio di sviluppo dell impresa. L analisi degli strumenti mostra, tuttavia, che il 61% non indentifichi un target specifico. Questa apparente discrepanza potrebbe essere giustificata dal fatto che in termini assoluti la maggior parte degli strumenti sia costituita da finanziamenti a breve termine per coprire quindi esigenze di liquidità. Figura 12: soggetti finanziatori e stadio di sviluppo delle imprese

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