CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL ARCHITETTURA
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- Adelina Stefani
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1 ELEMENTI DI COMUNICAZIONE VERTICALE: GENERALITA Le comunicazioni verticali vanno intese come elementi di collegamento tra piani a diversi livelli e di conseguenza tra gli spazi che insistono su tali piani. Vanno intese anche come elementi di continuità spaziale e quindi il modo di organizzare gli spazi. REQUISITI PER LE SCALE 1 ) Statica Sotto questo aspetto possono essere: - Scale ad involucro - Scale a scheletro portante - Scale incastrate - Scale a sbalzo 2 ) Sicurezza - Corrimano 3 ) Benessere - Riguarda soprattutto la relazione fra alzata e pedata. Scala Elicoidale, nel Palazzo Barberini. 1 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA
2 LE SCALE La scala, è uno dei sete elementi di fabbrica, che comprende gradini, pianerottoli di riposo e di arrivo. E sostenuta da un involucro oppure da uno scheletro portante. Nel primo caso la scala è compresa dentro una cellula muraria, che la regge. Nel secondo caso da un telaio in c.a. o in acciaio. Aspetti da valutare necessariamente nel progettare una scala sono: - statica ; - sicurezza: deve consentire sfollamenti rapidi in caso di incendio e deve essere dimensionata in base al numero di persone che la devono percorrere; - benessere: deve essere comoda da percorrere. Esempi di scale ad una rampa in linea. 2 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA
3 Forme e classificazione delle scale Secondo la loro destinazione, le scale possono essere suddivise in interne ed esterne. Le scale esterne possono essere: -frontali: le rampe sono ortogonali al prospetto (vedi foto in basso, R. Meier). -parallele: ad una o due rampe, quando sono estese lungo il prospetto; -a rampe curve. Esempi di scale curve ad una sola rampa. Sopra e a destra, lascala monumentale della Reggia di Caserta. Esempi di scale frontale in un edificio di Richard Meier 3 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA
4 Le scale interne, viceversa, sono divise in: 1- scale dritte: hanno rampe in linea separate da uno o più ripiani, a seconda del dislivello da superare. Occorre notare che le rampe devono avere minimo 3 e massimo 15 gradini. Scala ad anima 2 - scale ad anima: sono composte da rampe incassate sorrette dai muri d' ambito del vano scala, e da un muro di spina, detto anima della scala. Molto comuni in epoca antica sono o- ramai superate, perché monotone e buie. 3 - scale a pozzo: hanno due o più rampe a a sbalzo sostenute dai muri d' ambito del vano scala, e che si affacciano su un cavedio centrale, più o meno ampio, detto pozzo della scala. Statica delle scale Possono essere costruite impiegando tutti i materiali usati nell edilizia, come legno, pietra, muratura, acciaio, cemento armato. Le scale a pozzo hanno due o più rampe a volo o a sbalzo laterali, e che si affacciano su un vuoto centrale, più o meno ampio, detto pozzo della scala. 4 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA
5 La scala, può essere sorretta tanto da una scatola muraria quanto da uno scheletro portante, (vedi pag. 10 può essere collocata sia all'interno che all' esterno dell edificio. In entrambi i casi la scala collabora con la statica dell' edificio, fungendo da elemento irrigidente, soprattutto nel caso di edifici con sviluppo verticale. (vedi Il Pirelli, pagina seguente). Sezionando la scala, otteniamo un solaio piegato, sostenuto da due travi, (come un comune solaio in cls ( Vedi figg. Pag. 12) Scala in edificio plurifamiliare; caratteristiche: h - altezza interpiano: esempio 330 cm pari a 20 alzate da 16,5 cm - rapporto alzata/pedata (2a + p = 63 cm) l1 - larghezza libera delle rampe pari a 120 cm l2 - distacco tra le rampe circa 10 cm l3 - ingombro del corrimano nella larghezza di ogni rampa pari a cm l - larghezza totale del vano scala = 2l1 + l2 + 2l3 = 260 cm a1 - lunghezza della rampa pari a 9 pedate da 30 cm = 270 cm a2 - piattaforma di distribuzione ai piani con larghezza libera pari a 150 cm a3 - pianerottolo intermedio con larghezza pari alla rampa (120 cm) a4 - sfalsamento tra i gradini delle rampe pari a 0; incremento di ingombro del mancorrente pari a 1/2 della pedata per lato = 30/2 = 15 cm a - sviluppo complessivo della lunghezza del vano scala = A1 + A2 + A3 + 2A4 = 570 cm 5 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA
6 Esempi relativi al comportamento statico di edifici esposti a soll e c i t a z i o n i orizzontali. 6 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA
7 In una fase di lavorazione successiva si riportano i gradini al rustico, di norma realizzati in cls misto ad inerti fini, oppure mattoni o scarti di cantiere. Dopo che si posano i pavimenti, nelle scale si dispongono le lastre di materiale lapideo, molto resistente all usura. Le alzate sono spesse 2 cm mentre le pedate spesse 3, posate su uno strato di malta o colla; la regola prevede che si cominci dal basso verso l alto, ponendo prima il pavimento su cui poggia la prima alzata, quindi la prima pedata e così via, alternando alzate e pedate (se possibile anche cromaticamente). Considerando gli ingombri, il solaio inclinato dovrà avere uno spessore di circa 16 cm, per cui unito al gradino e alle finiture, otterremo uno spessore medio di cm. Dal punto di vista statico, le scale possono essere suddivise in: - Scale a volta; - scale appoggiate; - scale a sbalzo Scale a volta in muratura Oramai poco utilizzate con i nuovi materiali e sistemi costruttivi. Le scale a volte possono essere: incassate o ad anima: le rampe sono posate su volte a botte inclinate sostenute dai muri d' ambito e raccordate in corrispondenza dei pianerottoli intermedi, da volte a crociera o a vela. - Talvolta raccordate a volte a botte rampanti, sostenute dai muri perimetrali e da sostegni discontinui centrali. - I pianerottoli intermedi si posano su volte a botte a generatrici orizzontali, per compensare la spinta delle volte rampanti. - Nelle scale a pozzo: le rampe poggiano su volte a botte inclinate sostenute dai muri d' ambito e oppure impostate su sostegni discontinui interni, (vedi fig. in alto) 7 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA
8 Scale appoggiate In questo caso le rampe sono solette sostenute da travi in c.a. di acciaio o legno, Le travi possono essere parallele alla linea di calpestio, sagomate a ginocchio secondo la linea della rampa e vincolate a elementi posti lungo il perimetro del vano scala. Scale con volte a botte rampanti per le rampe e volte a botte orizzontali a sostegno dei pianerottoli; Scale con volte a botte inclinata per le rampe e volte a crociera a sostegno dei pianerottoli. Gradini riportati sostenuti da vote a sbalzo in muratura. In alto, scale appoggiate su scotolati di acciaio, e a destra rampe su travi parallele alla linea di calpestio sia in c.a. 8 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA
9 Su tali travi poggiano le solette delle rampe e dei ripiani. Sulle solette delle rampe si modellano i gradini, che sono, in questo caso, elementi portati. Viceversa l' ossatura della scala può essere composta da: - pianerottoli sostenuti da due travi perpendicolari alla rampa, poste lungo il perimetro del vano-scala. Ai pianerottoli sono vincolate le solette delle rampe. - pianerottoli a sbalzo vincolati ad un solo lato del vano (vedi rampa superiore lato destro). All' estremo libero sono connesse le solette delle rampe. - pianerottoli vincolati a travi laterali, ovvero parallele alla linea di calpestio. Ai pianerottoli sono connesse le solette delle rampe. Per modeste luci è opportuno optare per solette rampanti, sagomate a ginocchio e connesse a travi, poste alla quota dei piani e pianerottoli ed ortogonali alla linea di calpestio, sostenute dall' ossatura muraria del vano scala o dalle travi sul lato corto se la scala si regge su scheletro portante. Scala con involucro di muratura o a scheletro portante. Supponiamo che l involucro sia di muratura: le rampe, questa volta sono sostenute dai muri d ambito più corti. Volendo, nel muro possiamo anche incastrare ogni singolo gradino prefabbricato fuori opera (vedi figura in basso). Schematicamente il 9 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA
10 verso di salita è indicato da una freccia. Nelle scale con scheletro in c.a., sono assai comuni le scale con solette portanti o con gradini a sbalzo, sostenuti da una trave in c.a. a ginocchio parallela al verso di salita. In entrambi i casi essi sono sostenuti da travi sagomate, parallele alle rampe ed a loro volta connesse ad elementi posti ai vertici del vano scala. Nel primo caso (ad involucro) si procede creando una soletta a sbalzo, rampante su cui si riportano i nuclei dei gradini non di rado costruiti con materiali leggeri. In tal caso i gradini sono esenti da funzione statica. Nel caso di gradini incastrati (disegno a destra), i gradini sono mensole autoportanti, armati con ferri a forcina e staffe e connessi tra loro sovrapponendo le singole mensole per renderle collaboranti. Nel caso di rampa appoggiata, lo spessore della soletta difficilmente può essere minore di cm, mentre nel caso di gradini a sbalzo collaboranti, lo spessore della rampa raggiunge valori ridottissimi pari anche ad appena 6 cm, di cui 2 per collocare le armature e 2+2 per il copri ferro inferiore e superiore (vedi fig. in basso). Scala incastrata. Nel caso di gradini a sbalzo il piano di inflessione è perpendicolare al foglio secondo la traccia 1-2. Nel caso di rampa incastrata alle travi AC e BD, il piano di inflessione risulta perpendicolare al piano del foglio lungo la traccia DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA
11 Tuttavia, le imprese preferiscono ricorrere alle scale appoggiate per motivi economici. Infatti in questo caso occorre un' unica cassaforma, necessaria per creare il fondo della rampa. Occorre poi valutare se, nel caso delle scale a sbalzo, sia opportuno o necessario variare lo spessore in senso longitudinale di ciascun gradino autoportante. Di norma ciò dipende sia dallo spessore del gradino, sia dell uso della scala. Se i gradini sono prefabbricati, la sezione utile è già calcolata per il momento massimo. Sul gradino insistono due carichi: uno uniformemente distribuito ed uno concentrato in punta dato dal peso del parapetto; pertanto il momento agente sul gradino sarà massimo nel vincolo (incastro) con la parete, mente all estremità sarà nullo. Occorre infine citare le scale a sbalzo costruite con gradini autoportanti di pietra da taglio, resistente e privi di alcuna soluzione di continuità nella massa. In tal caso si procede murando i gradini, man mano che viene elevato il muro d ambito, per una profondità non minore di 30 cm ed unendoli tra loro mediante giunzione a taglio scantonato. È da notare che un solido così incastrato lavora a flessione e taglio,e che la stabilità di tutta la scala ad opera ultimata è anche assicurata dalla piena coesione fra tutti i gradini poiché il carico che grava su uno di essi interessa quelli ad esso connessi. In alto: schema di armatura per un gradino incastrato lateralmente. In basso esempio di rampa con gradini collaboranti e soletta con spessore minimo. 11 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA
12 A destra; le rampe sono p o g g i a t e / incastrate su travi ortogonali alla linea di calpestio Nelle figure sopra e sotto, le rampe sono incastrate alle solette del pianerottolioe alle travi sul lato corto della scala. Scale appoggiate ; rampe costituite da s o l e t t e travi rampanti sostenute da travi poste lungo il perimetro del vano scala. 12 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA
13 Scale appoggiate; Rampa soletta sagomata a ginocchio Per luci non eccessive è opportuno optare per solette rampanti, sagomate a ginocchio e connesse a travi, poste alla quota dei ripiani ed ortogonali alla linea di calpestio, sostenute dall' ossatura del vano scala o dalle travi di bordo lungo il lato corto del vano scala. Preparazione al getto del calcestruzzo della rampa della scala. Da notare i ferri longitudinali posti inferiormente e le tavole che delimitano i singoli gradini. 13 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA
14 a) a sbalzo da muratura portante b) a sbalzo da trave inginocchiata c) a soletta rampante d) a travi rampanti e) a trave rampante centrale Riepilogo schemi statici delle scale. 14 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA
15 Sicurezza Il corrimano Per garantire la sicurezza è necessario prevedere un corrimano che deve: - essere impugnabile e di 6 cm, e se corre lungo la parete deve distare da questa almeno 4 cm; - deve essere continuo, sia per esigenze di benessere che di sicurezza. Infatti, la scala è l unica via di esodo, in caso di pericolo e mancanza di luce, il corrimano è l unico riferimento per capire la sequenza dei gradini; - nelle scale a pozzo, il parapetto per sicurezza deve avere un altezza minima di un metro in corrispondenza dello spigolo di ogni gradino. Pertanto, per avere la continuità nelle rampe in salita e discesa, il corrimano deve proseguire oltre l ultimo gradino per altri 30 cm circa. (vedi C.I.S. pag.22) Ne consegue che il pianerottolo, dovendo avere per edifici pubblici e condominiali la stessa larghezza della rampa, deve essere di cm = 150 cm. Tali dimensioni sono vincolanti per l agibilità dell edificio. I montanti del parapetto devono essere posti nel pianerottolo almeno 30 cm prima del primo gradino, in modo da non creare cesure nel profilo del corrimano. Il parapetto La legge 13 dell 89 sull accessibilità per i disabili, prevede che il parapetto debba essere con barre verticali di acciaio ad interasse massimo di 10 cm, oppure di vetro di sicurezza continuo come in figura pagina DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA
16 Esempio di scala appoggiata con travi laterali in acciaio a cui sono fissate le pedate in legno che poggiano su tubi sottili, due per ciascuna pedata. 16 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA
17 Particolare di attacco del parapetto in acciaio con elementi piatti e tubolari. Da notare il mancato rispetto della norma che prevede una distanza tra i diversi correnti del parapetto massima di 10 cm. 17 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA
18 CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL ARCHITETTURA Esempio di scala in acciaio, legno e vetro. Parallelamente al muro è posta una trave in acciaio, rivestita di legno, che regge a sbalzo i singoli gradini, che sono, a loro volta, irrigiditi da una seconda trave in acciaio posta sul lato opposto (quello del parapetto). Il parapetto in vetro è sostenuto dalla prosecuzione del profilato che irrigidisce la pedata, sono e che collegati alla trave esterna. 18 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA
19 CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL ARCHITETTURA Essendo una scala di uno spazio pubblico non rispetta le norme sulla del sicurezza parapetto, poiché è privo di corrimano. 19 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA
20 Esempio di scala con tutti elementi di acciaio e parapetto vetrato. 20 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA
21 Rampa, con leggera pendenza, di collegamento tra i piani superiori, al Palazzo della Triennale di Milano, con elementi resistenti in acciaio e successivo rivestimento di legno. Parapetto secondo normativa di vetro antisfondamento e corrimano in acciaio inox del diametro di 60 mm, secondo norma. 21 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA
22 A fianco: Parapetto per la sede del CIS ed esempio di parapetto continuo in vetro di sicurezza. Nella prima immagine a sinistra, notare la mancanza della continuità nel bordo superiore del parapetto. La legge 213 dell 89 sull accessibilità per gli svantaggiati, prevede che il parapetto possa essere di vetro di sicurezza ma continuo Le scale normali, usate nelle residenze o nel settore terziario, hanno pendenza normalmente compresa tra i 15 ed i 45, a seconda della comodità si suddividono in leggere (edifici pubblici), normali (residenze plurifamiliari) e pesanti (residenze unifamiliari). Benessere Per esigenze di benessere, il rapporto fra alzata e pedata è espresso attraverso la relazione del Blondel: 2a + p = 63 cm. Questo rapporto scaturisce dall esperienza costruttiva, dalla regola dell arte, e dalle analisi dei razionalisti tedeschi, che all inizio degli anni 30 avevano individuato che per alzata =17 cm e pedata =29 cm, la scala si percorreva in modo confortevole. Oggi non è più sufficiente osservare le regole dell arte o le soluzioni mutuate dal sapere della tradizione, ma è necessario osservare le prescrizioni indicate dalle norme per il superamento delle barriere architettoniche. 22 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA
23 Pertanto nel pensare una rampa comoda occorre che questa abbia: - pedata non inferiore a 25 cm, - alzata costante compresa mediamente tra 15 e 18 cm; -scala rettilinea e non circolare, perché il gradino di forma trapezia non ha il rapporto costante 2a + p = 63. Questo rapporto deve essere costante per tutta la rampa. -circa la larghezza della scala, sia per edifici pubblici che privati, le norme impongono che la larghezza minima agibile sia di 120 cm al netto degli ingombri del corrimano. Tale dimensione minima non è obbligatoria nelle case unifamiliari. - le norme richiedono inoltre una immediata distinzione visiva fra pedata e alzata; questo è possibile usando materiali diversi, possibilmente di colore diverso, oppure arretrando o inclinando l alzata rispetto alla pedata. Scale a sbalzo costituite di gradini auto-portanti in pietra artificiale vincolati ad un anima centrale in c.a. o di acciaio. 23 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA
24 Correlazione scale - chiusure orizzontali di base A seconda dello schema statico adottato per realizzare la scala si possono prospettare casi diversi, ovvero: - Nel caso di scala appoggiata: c è una stretta correlazione con la chiusura orizzontale di base; - Nel caso di scala incastrata: essendo i singoli gradini o la soletta incastrati a una trave a ginocchio irrigidita sempre su pilastri, la rampa è del tutto indipendente dalla chiusura orizzontale di base, per cui può essere anche staccata dal pavimento. Correlazione tra scala e chiusura orizzontale di base. Come si nota dalla figura solo nel caso di rampa appoggiata, ovvero sostenuta da elementi portanti ortogonali alla linea di calpestio si ha una stretta correlazione tra scala e COB. In tal caso sarà necessario prevedere una fondazione al piede della scala. Nel caso di scala incastrata lateralmente, invece, non si dovrà prevedere alcuna fondazione. 24 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA
25 Il disegno delle rampe Per definire in modo corretto il profilo di una rampa occorre, dopo aver tracciato in pianta le dimensioni della stessa, proiettare verticalmente le linee corrispondenti alle alzate, quindi fissare i piani alla quota di partenza ed alla quota di arrivo, e, preso un punto B arretrato rispetto all' ultima alzata di una distanza p pari ad una pedata tracciare una retta congiungente questo con il punto A corrispondente alla proiezione della prima alzata sul piano di partenza. La retta così ottenuta sarà inclinata rispetto all' orizzontale di un angolo φ. Le intersezioni di questa con le rette di proiezione consentono di dedurre le posizioni delle alzate e delle pedate. La retta A'B' parallela ad AB è posta ad una distanza da essa pari allo spessore presunto della soletta, r, ed indica il piano intradossale della rampa. Disegno di una rampa; proiezione delle alzate Occorre osservare che in ogni rampa il numero delle alzate è superiore di una unità al numero delle pedate poiché l' ultima pedata coincide con il pavimento di arrivo. Ancora è necessario nel progettare una scala mantenere la continuità dell'intradosso e del parapetto delle rampe. Per ovviare a tale problema sono state elaborate alcune norme che esigono il rispetto di relazioni tra lo spessore delle rampe, la loro inclinazione, lo spessore del pianerottolo e le distanze misurate sul piano orizzontale tra le intersezioni dei piani intradossali ed i bordi dei gradini contigui. 25 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA
26 In questo caso la seconda rampa, nel verso della salita, è arretrata di una distanza minore della pedata. In questo caso l ultima alzata della prima rampa e la prima della seconda, sono allineate verticalmente. In questo caso la seconda rampa, nel verso della salita, avanza di una distanza minore della pedata. Nel caso di rampe lineari è opportuno ricorrere allo sfalsamento dei gradini. Si assume come asse di sfalsamento la traccia sul piano del disegno di un piano verticale normale a questo e passante per il punto in cui sono connessi il tratto inclinato ed il tratto verticale del corrimano, in corrispondenza del nodo considerato. Da tale asse sono misurate le distanze sf1 ed sf2 rispettivamente del primo gradino della rampa che parte dal ripiano e dell' ultimo gradino della rampa che termina sul ripiano e per le quali si impone la relazione: Raccordo tra rampe e ripiani nel caso di sfalsamento indietro, nullo o in avanti. 26 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA
27 sf1 + sf2 = pedata è detto sfalsamento la differenza Sf = sf1 - sf2 ; ponendo che siano: p: misura della pedata a: misura dell' alzata S: spessore del ripiano : pendenza della rampa d: differenza tra S e lo spessore della rampa misurato verticalmente ovvero S - r/ cos φ) Tra essi esiste la seguente relazione: S = d + r/cos φ Nel caso in cui non si rispetti tale relazione, né il profilo del corrimano né il profilo del piano intradossale della rampa saranno continui, con danno sia per il comfort dell' utente che per l' armonia estetica e compositiva dell' elemento. 27 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA
28 Sarà pertanto opportuno optare per un approccio più oculato e scrupoloso al progetto, che preveda lo sfalsamento delle rampe, ovvero che osservi e sia coerente con alcune corrette soluzioni proposte da una prassi oramai consolidata, tra cui vale la pena citare: - Sfalsamento tutto avanti: per cui si desume che: sf1 = p; sf2 = 0; Sf= p S = r/ cos φ + a ( misura dell' alzata); d = a. - Sfalsamento nullo: per cui si deduce che: sf1 = sf2 = 1/2 p; Sf=0 S (spessore del ripiano) = r/ cos φ + a/2 d = a/2. Spessore del ripiano nel caso di sfalsamento non corretto, in cui si notano le discontinuità all intradosso e del corrimano. - Sfalsamento tutto indietro: sf1 = 0; sf2 = p; Sf= -p S = r/ cos φ; d = 0. Tale metodo come i precedenti consente di attuare una corretta ed efficiente connessione tra i corrimano e le rampe; peraltro occorre notare che tale soluzione consente di contenere lo spessore del ripiano. Spessore del ripiano nel caso di rampe con sfalsamento tutto avanti 28 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA
29 Spessore delle rampe in caso di sfalsamento nullo; Sfalsamento tutto indietro. Grafico per calcolo valori geometrici di una scala 29 DISPENSE DEL LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE 2 - MODULO ARCHITETTURA TECNICA
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