Bianca Maria Toccagni Insegnante Scuola Elementare La Roccia SPORT, GIOCO E FAIR PLAY NELLA SCUOLA ELEMENTARE

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1 Bianca Maria Toccagni Insegnante Scuola Elementare La Roccia SPORT, GIOCO E FAIR PLAY NELLA SCUOLA ELEMENTARE Saluti alle autorità Presidente dott. Silvagni Segretario di stato alla cultura Segretario di stato allo sport Dott. Monego Gentili ospiti Signore e signori E con grande emozione che prendo oggi la parola in questo importante convegno. La mia è solo una semplice voce rispetto a quelle delle autorità, panathletiche e non, presenti questo pomeriggio. Ringrazio voi tutti per avermi dato l opportunità di far sentire anche l opinione di un operatore della scuola riguardo il tema dell etica nello sport e nel gioco che si pratica a scuola. Sono insegnante di una classe quinta della scuola elementare di Borgo Maggiore. Oramai da più di vent anni nella Repubblica di San Marino si è introdotto il tempo pieno in tutti i plessi della scuola elementare. I bambini, quindi, trascorrono buona parte della giornata con gli insegnanti, ci sentiamo sempre più coinvolti non solo ad intervenire sull istruzione del bambino ma

2 anche e soprattutto sull educazione dei nostri allievi per poter creare un clima disteso di convivenza civile. Nelle nostre scuole ogni classe svolge due ore fisse di educazione motoria alla settimana, più periodici incontri destinati all apprendimento del nuoto, della pallavolo, della pallacanestro e del tennis, tutto ciò, a mio avviso, non solo aiuta i bambini ad avere uno sviluppo armonico ma è visto soprattutto come strumento di avvio alla conoscenza delle regole che uno sport impone, al relazionarsi con i compagni di squadra e ad impostare un rapporto corretto con gli avversari. A tal proposito nella mia classe, precisamente, come ho detto, una quinta elementare con allievi di età dai dieci anni circa, abbiamo affrontato l argomento partendo dalla lettura di un brano tratto dal libro della scrittrice per l infanzia Silvana Gandolfi dal titolo La scimmia nella biglia. In questo brano si parla di un bambino esperto pattinatore e della sua compagna di giochi che, trascinata da lui nella corsa, cade senza ricevere nessun aiuto e conforto da lui anzi sentendosi presa in giro. Da ciò è nata un animata discussione sul tema del comportamento da tenersi, abbiamo inoltre tradotto il concetto di fair play letteralmente gioco corretto, comportamento rispettoso delle regole, che garantisce le stesse opportunità ai diversi contendenti, nello sport, nella politica e nei rapporti umani e sociale (devoto-oli). Sono stati inoltre attentamente letti i punti della carta del fair play stabiliti dal Panathlon. Alla fine di questa unità didattica è scaturita la necessità di mettere per iscritto ciò di cui si è discusso. A onor del vero, del comportamento corretto da tenersi soprattutto in classe si e parlato molto anche negli anni scorsi, dato che la mia classe e sempre stata, per cosi dire, effervescente. Ne sono nati dei testi che hanno toccato varie tematiche, non ultima, quella delle sostanze proibite per eccellere nello sport. Sorprendentemente ho appurato che i bambini erano a conoscenza del problema del doping e delle tristi conseguenze che esso ha sia nel fisico che nei rapporti sociali. Riporto ora alcune affermazioni di due miei alunni,tratte dai loro testi. Luca: il comportamento scorretto non lo trovo affatto giusto perché toglie valore allo sport. Bisogna aiutare i compagni di squadra e non insultarli. Questa cosa non vale solo nei confronti della squadra ma anche nei confronti degli amici e di tutti quelli che ci stanno intorno.

3 Bisogna rispettarli gli altri, e se vogliamo che lo sport rimanga una cosa bella e divertente dobbiamo farlo!!!. Giulia: talvolta, in televisione, sui campi da calcio vedo dei comportamenti non corretti ma anche in qualsiasi altro sport, e per me questo non è giusto, ma poi è brutto far vedere in tv a bambini, ragazzi e adulti delle azioni brutte e soprattutto far sentire quelle parolacce, sono proprio volgari! Gli sportivi dovrebbero essere d esempio ai più piccoli e invece molti di loro sono tutt altro. Ma anche i ciclisti che si dopano per andare più veloci,oppure quelli del wrestling che muoiono per iniettarsi quella robaccia non si comportano bene. Soprattutto danno il cattivo esempio ai ragazzi che imparano solo queste cose e a picchiarsi. Questo è tutto ciò che penso sul comportamento da non tenere nello sport. Ora lascio la parola a Nicolas che leggerà il testo comune elaborato in classe, quindi seguirà Killy con il suo elaborato personale. Nicolas Titolo: dopo la lettura di Era come il vento di Silvana Gandolfi, cosa ne pensi del comportamento da tenere durante lo sport o il gioco?. Noi bambini della classe 5 b, con la nostra insegnante, abbiamo letto un racconto, tratto da un romanzo di Silvana Gandolfi, dal titolo Era come il vento. Questo testo ci fa riflettere su come comportarci davanti ad un amico e, addirittura, davanti ad una squadra. Inoltre abbiamo imparato il significato di una parola inglese che sentiamo ripetere spesso durante i maggiori incontri di sport : fair play. Sul

4 nostro vocabolario abbiamo potuto capire che questa parola significa gioco corretto, rispetto delle regole nello sport, nella politica e nei rapporti umani e sociali. Tutto ciò ci ha fatto riflettere su come è il comportamento di noi bambini nella vita di tutti i giorni. Talvolta, sentendo l esperienza di noi compagni, siamo venuti a conoscenza di molti comportamenti scorretti. Come quando alla nostra compagna Giulia è capitato di essere derisa da un compagno di squadra durante una gara di nuoto. Giulia dice : avevo fatto una virata sbagliata a rana e, giustamente, sono stata squalificata ma, con un comportamento scorretto, un mio compagno di squadra mi ha presa in giro e io, in quel momento, mi sono sentita male perché non è così che ci si comporta con un compagno in difficoltà. Oppure ci sono stati alcuni compagni che hanno ammesso loro stessi di essersi comportati male. Come Nicolò che dice: mi ricordo che un giorno, con i miei amici, abbiamo giocato a nascondino e io ho barato usando il telefonino. Ho chiamato la mia amica che giocava con noi e l ho fatta tanare. Io ho avuto un comportamento stupido perché nei giochi non si deve barare per vincere. Durante l esposizione delle nostre esperienze alcuni compagni hanno riferito di un loro comportamento durante una partita di calcio, come Francesco che dice: stavo giocando a calcio con alcuni miei amici quando ad un certo punto, correndo per prendere il pallone, sono entrato in scivolata su un altro bambino e l ho fatto cadere. Lui non si era fatto male ma io pensai che sarebbe stato giusto aiutarlo a rialzarsi. Dopo queste e tante altre esperienze siamo arrivati a renderci conto che nel mondo dello sport e soprattutto nel calcio, talvolta, i comportamenti sono veramente inconcepibili e bisognerebbe rimediare a tutto questo perché altrimenti si finirebbe sempre a litigare e ci dimentichiamo quale sia il vero significato di sport, una disciplina agonistica nata per divertirsi e migliorare il nostro fisico e la nostra mente e non per fare risse. Leggendo insieme la Carta del Fair Play del Panathlon abbiamo capito l importanza dei giochi agonistici. I punti che sono rimasti a noi impressi sono: non usare artifici o inganni per ottenere il successo. Infatti, molti sportivi ottengono delle vittorie senza valore usando sostanze proibite per migliorare le loro prestazioni. L altro punto della Carta del Fair Play che ha visto tutta la classe d accordo é: rispettare i miei avversari come me stesso. Dopo la lettura di Era come il vento di Silvana Gandolfi, cosa ne pensi del comportamento da tenere durante lo sport o il gioco?

5 Killy Io personalmente ho fatto un esperienza nello sport che mi ha fatto capire molte cose, cioè l importanza dell umiltà e dell amicizia. Ero piccola ma ho ben impresso questo ricordo nella mia mente. Appena tornata dall asilo ho fatto un sonnellino e quando mi sono svegliata, arzilla come un grillo, sono corsa in macchina perché dovevo andare a ginnastica ritmica per la prima volta. Ero agitatissima, ma anche curiosa di sapere come sarebbe stato quello sport. Arrivata in quella palestra ho visto tante bambine che facevano cose straordinarie, quindi ho detto subito a mia mamma che anch io volevo diventare una di loro. Lei mi ha iscritto e per tutto l anno ho fatto questo sport e ho imparato a fare tante cose nuove. Siccome la ginnastica ritmica è uno sport fantastico avevo deciso di continuare anche per l anno seguente, ma il secondo anno mi sono resa conto che io sapevo già fare alcune cose mentre le bambine nuove no. Questa cosa inizialmente mi piaceva e mi dava soddisfazione, poi invece riflettendo ho pensato che anche io ero stata al loro posto e anche io avevo provato quella sensazione di disagio, cosi decisi di aiutarle e siamo diventate tutte bravissime e soprattutto ottime amiche. L anno seguente ci siamo ritrovate di nuovo tutte lì e ci siamo divertite tantissimo. Infatti ci facevamo scherzi carini a vicenda e ci scambiavamo volentieri, al contrario degli altri anni, gli attrezzi. Tutto questo lo facevamo durante le lezioni di ginnastica ritmica che ero lo sport che univa tutti i nostri interessi.

6 Eravamo diventate talmente amiche per la pelle che chiunque di noi si trovasse in difficoltà e non riusciva a fare correttamente un esercizio, aveva a disposizione tutte le altre che si impegnavano per aiutarla e fare in modo che tutte fossimo alla pari. Ho capito che e meglio aiutare ed avere tanti amici anziché sentirsi il migliore ma rimanere da soli.

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