TESI IN DIRITTO DI FAMIGLIA

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1 TESI IN DIRITTO DI FAMIGLIA LA FAMIGLIA DI FATTO INTRODUZIONE CAPITOLO PRIMO: La disciplina della famiglia di fatto nell ordinamento giuridico italiano 1.1 La definizione della famiglia di fatto 1.2 La famiglia di fatto nella carta costituzionale italiana 1.3 La famiglia di fatto nel sistema codicistico e nella legislazione speciale 1.4 La famiglia di fatto come fenomeno sociale 1.5 La rilevanza dell elemento psicologico per la qualificazione della convivenza nelle ipotesi de iure condendo 1.6 I concetti di convivenza e coabitazione 1.7 Il contributo della Corte Costituzionale CAPITOLO SECONDO: I rapporti personali e patrimoniali nella famiglia di fatto 2.1 La famiglia di fatto ed i rapporti di convivenza 2.2 Le obbligazioni naturali tra conviventi more uxorio 2.3 I registri comunali delle unioni civili 2.4 La tutela del convivente more uxorio, il diritto di abitazione ed i rapporti successori 2.5 La famiglia di fatto e la filiazione naturale 2.6 Il risarcimento dei danni per la morte del convivente 1

2 CAPITOLO TERZO: La famiglia di fatto nell Unione europea ed il caso spagnolo 3.1 L Unione europea e la nuova realtà della famiglia di fatto 3.2 La normativa adottata nei principali Stati dell Unione europea: la Spagna, la Francia e la Gran Bretagna 3.3 La riforma in Spagna con la legge Ley nr. 13/ Le proposte di legge in Italia e la mancata riforma: la possibilità di estendere il modello spagnolo 3.5 Il riconoscimento della famiglia di fatto in ambito regionale 3.6 La legge nr.54/2006 BIBLIOGRAFIA 2

3 (.OMISSIS.) Due persone adulte di sesso diverso nella moderna società occidentale sono sempre più proiettate verso una tendenza a non celebrare il matrimonio ma a convivere in una condizione di more uxorio. La disaffezione al matrimonio trova riscontro valutando quattro aspetti soprattutto: un età media alla prima unione legale o di fatto in aumento in qualunque nazione; la forma di coabitazione è in forte crescita, soprattutto tra le coppie nei Paesi del Nord Europa, quali la Danimarca, la Norvegia, la Finlandia, la Svezia; una quota sempre minore di coabitazioni si trasforma in matrimoni; è in aumento esponenziale la possibilità che un matrimonio si concluda con il divorzio e, soprattutto in Francia, in Germania ed in Inghilterra quasi il 50% delle coppie che scelgono di sposarsi terminano la propria unione con il divorzio. 1 L ingresso diffuso delle donne nel mondo del lavoro in Italia ha determinato un progressivo innalzamento dell età in cui i nubendi celebrano il matrimonio: infatti, la tendenza generale è quella di attendere che l uomo e la donna concludano la propria istruzione e raggiungano un adeguata posizione lavorativa. Tutto ciò determina un ritardo nell uscita dalla famiglia di origine e nella formazione di un nuovo nucleo familiare, con la tendenza a posticipare al futuro il momento della procreazione di figli. In Italia, è ancora prevalente il modello tradizionale di coppia coniugata con figli ma, parallelamente, sono in continua crescita altri modelli familiari formati da persone sole oppure da coppie senza figli, determinati dall aumento dell instabilità coniugale che aumenta il numero delle famiglie con un unico figlio e, allo stesso tempo, favorisce la costituzione di famiglie ricostituite nelle quali uno o entrambi i partner provengono da un precedente matrimonio, che coinvolgono parentele particolarmente complesse quando sono presenti figli del precedente matrimonio. La crisi della famiglia è l espressione di due fenomeni opposti ma convergenti nel risultato ovvero da un alto la progressiva degiuridicizzazione della famiglia legittima e dall altro la corrispondente giuridicizzazione della convivenza more uxorio. In tale quadro, assumono rilievo le riflessioni della dottrina in relazione al riconoscimento della famiglia di fatto nell ambito dell ordinamento costituzionale italiano e la posizione assunta dalla Corte Costituzionale attraverso la propria giurisprudenza. La giurisprudenza costituzionale ha 1 LIUZZO, Gli aspetti civilistici della convivenza more uxorio alla luce degli orientamenti dottrinali e giurisprudenziali, Giappichelli, Torino, 2007, pag. 77, secondo il quale in Italia il fenomeno della famiglia di fatto è in rapida espansione in quanto si va dalle unioni nel 1983 alle del 2010: questa crescita esponenziale non può essere considerata casuale né dal punto di vista sociale né da quello giuridico. La famiglia italiana nel corso degli ultimi 30 anni è profondamente mutata nelle proprie dinamiche, subendo un cambiamento strutturale. Infatti, si è ridotto il nucleo familiare ed è aumentata la speranza di vita grazie ad un complessivo miglioramento delle condizioni di salute degli adulti. Dal 1996 al 2006, in Italia, vi è stato un aumento del 70% - dall 8,1% al 13,7% dei figli totali di neonati venuti al mondo fuori dal matrimonio 3

4 avvertito un mutamento sociale del fenomeno della convivenza: il nuovo assetto pone la persona al centro dell ordinamento giuridico ed ha coinciso con l abbandono di una prospettiva in cui la famiglia era sotto tutela aprendo le porte ad un effettiva tutela della famiglia. Per rendere concreta tale prospettiva, in relazione alla famiglia di fatto, si è venuta a determinare una situazione analoga a quella nei Paesi di common law: infatti, poiché non vi è una legislazione organica, la regola è determinata dalla giurisprudenza che attraverso le sue pronunce realizza un autentica opera innovatrice. Il giudice ha assunto il ruolo di mediatore tra il principio di libertà e quello di responsabilità di conviventi venendo a regolare i rapporti familiari di fatto. Non tutte le unioni libere sono riconducibili al concetto di famiglia di fatto ma soltanto quelle che abbiano determinati requisiti di somiglianza come il fondarsi su una comunione materiale e spirituale di vita, avere i connotati di reciprocità e stabilità, una minima durata temporale del relativo rapporto mentre non viene richiesta l esistenza della prole affinchè possa parlarsi di famiglia di fatto. La Corte costituzionale ha studiato i rapporti tra la famiglia legittima e la famiglia di fatto sostenendo che l articolo 29 della Costituzione disciplina esclusivamente la famiglia fondata sul matrimonio e quindi ogni sforzo interpretativo tendente a dare legittimazione alla famiglia di fatto non appare giustificato. 2 Adottando un parametro di costituzionalità basato sul fondamentale diritto umano all abitazione, si è voluto concretizzare un principio interno alla legge sull equo canone sottolineando il diritto del convivente more uxorio quale individuo e non come rappresentante della famiglia di fatto, ad essere titolare di 2 SBISA, Il problema della rilevanza giuridica della famiglia di fatto alla luce della riforma del diritto di famiglia, Giuffrè, Milano, 2010, pag. 112, afferma che un rapporto consolidato e duraturo nel tempo, ancorchè di fatto, non è costituzionalmente irrilevante in quanto si deve dare riconoscimento alle formazioni sociali ed alle manifestazioni solidaristiche, soprattutto se vi dovesse essere la presenza di prole che implichi il coinvolgimento di altri principi come il mantenimento, l istruzione e l educazione dei figli. 2 La tutela della famiglia di fatto assume rilievo costituzionale se posta in relazione con l articolo 2 della Costituzione in quanto si stabilisce che un consolidato rapporto di fatto non è irrilevante nel momento in cui si ha riguardo al rilievo offerto al riconoscimento delle formazioni sociali e solidaristiche. Perciò, è stata evidente la necessità di una tutela sia dei figli nati fuori dal matrimonio sia della posizione dei conviventi in quanto persone che hanno dato vita ad un rapporto coniugale di fatto. La sentenza della Corte costituzionale nr.404 del 7 aprile 1988 ha dichiarato l illegittimità costituzionale dell articolo 6 comma 1 della legge nr. 392 del 27 luglio 1978 per contrasto con gli articoli 2 e 3 della Costituzione nella parte in cui non prevedeva tra i successibili nella titolarità del contratto di locazione in caso di morte del conduttore il convivente more uxorio ovvero nella parte in cui non prevedeva la successione, nel contratto di locazione, al conduttore che avesse cessato la convivenza a favore del convivente, quando vi fosse stata la prole naturale. Per i giudici costituzionali, la mancata previsione della successione nel contratto avrebbe integrato un trattamento discriminatorio a sfavore della convivenza more uxorio ed un contrasto con la spontaneità delle formazioni sociali nelle quali si svolge la personalità dell uomo. 4

5 dirtti inviolabili ed abitualmente convivente con il conduttore al punto da beneficiare del diritto di successione nel contratto di locazione. (.OMISSIS.) 5