LOGICA MATEMATICA PER INFORMATICA (A.A. 12/13)

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "LOGICA MATEMATICA PER INFORMATICA (A.A. 12/13)"

Transcript

1 LOGICA MATEMATICA PER INFORMATICA (A.A. 12/13) DISPENSA N. 3 Sommario. Introduciamo il Calcolo dei Predicati del I ordine e ne dimostriamo le proprietà fondamentali. Discutiamo il trattamento dell identità in logica del I ordine. 1. Calcolo dei Predicati Definiamo una nozione di dimostrazione logica formale (per il I ordine). Una dimostrazione sarà una sequenza finita di formule, dove ogni formula è o un assioma (logico), o una assunzione (non logica), o è ottenuta da una o più formule precedenti per applicazione di una regola di inferenza. Il calcolo che definiamo ha la caratteristica che gli assiomi sono algoritmicamente riconoscibili e che è l applicazione corretta di una regola di inferenza è algoritmicamente testabile. Gli assiomi sono fatti in modo da catturare tutte e sole le formule logicamente valide. Dimostreremo, con il Teorema di Completezza, che è proprio così: una formula è dimostrabile se e solo se è valida. In questo modo avremmo sostituito una nozione semantica e infinitaria (quella di validità in tutti i modelli) con una nozione sintattica e finitaria (quella di dimostrabilità). Una conseguenza di rilievo è che l insieme delle formule valide è algoritmicamente enumerabile. Il particolare tipo formalismo che ora introduciamo è detto alla Hilbert ed è basato su assiomi e regole di deduzione. Non ci affezioniamo al formalismo (ne vedremo altri e useremo di volta in volta il più utile ce ne sono molti e tutti effettivamente equivalenti). Ci concentriamo sulle proprietà essenziali che ci serviranno nel seguito. Non perdiamo tempo a svolgere derivazioni formali come esercizio (le svolgeremo quando serviranno per un teorema). Ci limitiamo ad alcune proprietà fondamentali. Gli assiomi del Calcolo dei Predicati sono i seguenti (dove F e G sono formule arbitrarie). Il primo gruppo sono Assiomi Proposizionali, il secondo gruppo sono Assiomi Predicativi. Un terzo gruppo, gli Assiomi dell Identità, viene aggiunto quando si sceglie di trattare la relazione di uguaglianza = come un simbolo logico speciale, e si richiede nella definizione di soddisfacibilità che questo simbolo venga interpretato come l uguaglianza tra elementi del modello. Un approccio alternativo è indicato nella prossima sezione. (Schemi di) Assiomi Proposizionali. (1) F (G F ) (2) (F (G H)) ((F G) (F H)) (3) ( F G) (( F G) F ) (4) (F G) F (5) (F G) G (6) (H F ) ((H G) (H (F G))) (7) F (F G) (8) G (F G) (9) (F H) ((G H) ((F G) H)) (Schemi di) Assiomi Predicativi. Note preparate da Lorenzo Carlucci, carlucci@di.uniroma1.it. 1

2 2 DISPENSA N. 3 (10) xf F [x/t], con t termine libero per x in F. (11) x(f G) (F ( x)g), con F senza occorrenze libere di x. Si intende che ogni formula ottenuta dagli schemi precedenti sostituendo coerentemente alle variabili F, G, H delle formule del linguaggio predicativo è un assioma del Calcolo dei Predicati. Gli assiomi di sopra non hanno clausole per. Questa è soltanto una scelta di economia, perché si può definire come. Altrimenti, si può introdurre come assioma la seguente doppia implicazione xf x F. Giustifichiamo le restrizioni agli Assiomi 10 e 11. Se t non è libero per x in F (x) nell Assioma 10, si può andare incontro a problemi. Sia F (v 1 ) la formula ( v 2 ) R(v 1, v 2 ). Sia t la variabile v 2. t non è libero per v 1 in F (v 1 ). Se applicassimo l Assioma 10, avremmo ( v 1 )( v 2 ) R(v 1, v 2 ) v 2 R(v 2, v 2 ). Se interpretiamo l implicazione precedente in una struttura con almeno due elementi dove R è interpretata come il l identità, verifichiamo l antecedente ma non il conseguente. Siano F e G entrambe identiche alla formula R(v 1 ). Ovviamente v 1 è libera in F. Consideriamo l applicazione dell Assioma (11) ( v 1 )(R(v 1 ) R(v 1 )) (R(v 1 ) ( v 1 )R(v 1 )). Interpretiamo la formula nella struttura che ha per dominio N e che interpreta R come l insieme dei numeri pari. L enunciato ( v 1 )R(v 1 ) non è soddisfatto da nessun assegnamento. Tutti gli assegnamenti che mandano v 1 in un numero pari soddisfano sia l antecedente ( v 1 )(R(v 1 ) R(v 1 )) (che è logicamente valido) che la premessa del conseguente, R(v 1 ). Se scegliamo di avere = come simbolo speciale nel linguaggio, aggiungiamo al calcolo i seguenti assiomi. In questo caso parliamo di Calcolo dei Predicati con uguaglianza. Assiomi dell uguaglianza (10) Per ogni simbolo di funzione f, il seguente enunciato è un assioma. x 1... x n y 1... y n (x 1 = y 1 x n = y n (f(x 1,..., x n ) = f(y 1,..., y n )), (11) Per ogni simbolo di relazione R, il seguente enunciato è un assioma. x 1... x n y 1... y n (x 1 = y 1 x n = y n (R(x 1,..., x n ) R(y 1,..., y n )). Definiamo due Regole di Deduzione. Modus Ponens: Da F e (F G) si deduce G. Generalizzazione: Da F si deduce xf. Definizione 1.1 (Dimostrazione). Una dimostrazione nel calcolo dei predicati è una sequenza di formule (F 1,..., F n ), dove per ogni i vale F i è un assioma, oppure Esiste j < i tale che F i = xf j. (Generalizzazione) Esistono j, k < i tali che F k è F j F i. (Modus Ponens) Una formula F è dimostrabile se esiste una dimostrazione (F 1,..., F n ) nel calcolo dei predicati tale che F n = F. Indichiamo questo fatto con F. Una formula dimostrabile è anche detta un teorema logico.

3 LOGICA MATEMATICA PER INFORMATICA (A.A. 12/13) 3 Il sistema formale (insieme di assiomi e regole di inferenza algoritmicamente decidibili) appena definito è detto il Calcolo dei Predicati del I ordine (con uguaglianza). Per la precisione, ad ogni linguaggio L fissato possiamo associare un calcolo dei predicati del I ordine restringendoci a considerare formule in L. Il Calcolo dei Predicati intende catturare la nozione di validità logica. I teoremi dimostrabili usando solo gli assiomi del Calcolo dei Predicati sono teoremi di logica pura. Il concetto di dimostrazione si estende facilmente a dimostrazioni matematiche basate su premesse non logiche. Se rilassiamo la definizione di dimostrazione accettando che F i possa essere una formula in un certo insieme Γ, otteniamo la nozione di derivazione di una formula F da un insieme di formule Γ. Denotiamo questa relazione con Γ F. Diciamo che F è dimostrabile da Γ o anche che F è un teorema di Γ. Anche se Γ è un insieme infinito, una dimostrazione da Γ è sempre un oggetto finito che coinvolge un numero finito di formule in Γ. Definizione 1.2 (Dimostrazione da Premesse). Sia Γ un insieme di formule. Una dimostrazione da premesse in Γ è una sequenza di formule (F 1,..., F n ), dove per ogni i vale F i è un assioma, oppure F i è un elemento di Γ, oppure Esiste j < i tale che F i = xf j. (Generalizzazione) Esistono j, k < i tali che F k è F j F i. (Modus Ponens) Una formula F è dimostrabile da Γ se esiste una dimostrazione (F 1,..., F n ) con premesse in Γ e tale che F n = F. Indichiamo questo fatto con Γ F. Diciamo anche che F è un teorema di Γ. 2. Proprietà fondamentali del Calcolo dei Predicati Sia P una formula proposizionale scritta nelle variabili proposizionali p 1,..., p n. Siano F 1,..., F n formule del I ordine. Sia F la formula del I ordine ottenuta sostituendo in P la variabile p i con la formula F i. Se P è una tautologia allora F è detta una istanza al I ordine di una tautologia proposizionale. Osservazione 2.1. Ogni istanza di una tautologia proposizionale è un teorema del Calcolo dei Predicati. Questa osservazione si basa sul fatto che gli Assiomi Proposizionali permettono di dimostrare tutte e sole le istanze di tautologie proposizionali. In altre parole, gli Assiomi Proposizionali sono completi per le tautologie proposizionali. Una formula proposizionale (costruita da variabili proposizionali usando i connettivi booleani) è una tautologia (i.e., è vera per tutti gli assegnamenti di valori booleani alle sue variabili proposizionali) se e solo se è derivabile dagli Assiomi Proposizionali. Osservazione 2.2. Ogni teorema del Calcolo dei Predicati è logicamente valido. Questa osservazione si basa sul fatto che gli assiomi sono logicamente validi e che le regole di inferenza preservano la validità. Osservazione 2.3. Il Calcolo dei Predicati è coerente, ossia per nessuna formula F vale F e F. Segue ovviamente dalle precedenti. Da notare che questa dimostrazione della coerenza del Calcolo dei Predicati è tutt altro che costruttiva, ma si basa sulla nozione (infinitaria) di validità in tutti i modelli. Esistono diverse dimostrazioni puramente sintattiche e induttive di coerenza per il Calcolo dei Predicati. Osservazione 2.4. L insieme dei teoremi del Calcolo dei Predicati è algoritmicamente enumerabile. Possiamo enumerare tutti e soli i teoremi con la seguente procedura meccanica. Fissiamo una enumerazione degli Assiomi del Calcolo dei predicati, (A 1, A 2,... ). Otteniamo una enumerazione dei teoremi come segue. Mettiamo A 1 in lista. Aggiungiamo tutte le formule ottenute applicando il Modus Ponens o una sola applicazione di Generalizzazione con v 1 come variabile quantificata. Aggiungiamo A 2 alla lista. Aggiungiamo tutte le formule ottenute applicando a formule della nuova lista il Modus Ponens o una applicazione della Generalizzazione con v 1 o v 2 come variabile quantificata. E così via...

4 4 DISPENSA N Teorema di Deduzione Teorema 3.1 (Teorema di Deduzione Proposizionale). Sia Γ un insieme di formule proposizionali. Siano E, G formule proposizionali. Se Γ, E G e la dimostrazione non usa la Regola di Generalizzazione, allora Γ (E G). Dimostrazione. Sia (D 1,..., D n ) una dimostrazione di G da Γ, E. Allora D n = G. Per induzione dimostriamo che Γ E D i. Sia D i un assioma o un elemento di Γ. Allora usiamo l assioma D i (E D i ). Sia D i l enunciato E. Allora usiamo il fatto che E E è dimostrabile. Siano j, k < i tali che D k = D j D i. Per ipotesi induttiva abbiamo Γ E (D j D i ) e Γ E D j. Usiamo l assioma E (D j D i ) ((E D j ) (E D i )) e il Modus Ponens per ottenere il risultato desiderato. Nel caso predicativo il Teorema di Deduzione non vale nella sua forma generale. Consideriamo la formula predicativa R(v 1 ). Sia A una struttura tale che Il dominio A di A ha almeno due elementi, siano a, b. R viene interpretato in A come una proprietà R A che è soddisfatta soltanto dall elemento a. Allora, per ogni assegnamento α tale che α(v 1 ) = a, abbiamo che A = R(v 1 )[α]. D altra parte, per ogni assegnamento α, A (( v 1 )R(v 1 ))[α], perché questo vorrebbe dire che per ogni c A, vale A = R(v 1 )[α ( v 1 ) c ], ossia che ogni c A soddisfa il predicato R A. Ma questo non è vero per scelta di A. Dunque, A è una struttura che non soddisfa l implicazione R(v 1 ) ( v 1 )R(v 1 ). Dunque, in generale, la formula F ( v i )F non è una verità logica e dunque non è un teorema del Calcolo dei Predicati. D altra parte vale sempre F ( v i )F, per la regola di Generalizzazione. Questo dimostra che il Teorema di Deduzione non vale nella sua forma generale. Vale però in una forma più debole. Teorema 3.2 (Teorema di Deduzione Predicativo). Sia E un enunciato, G una formula e Γ un insieme di formule. Se Γ, E G allora Γ E G. Dimostrazione. Sia (D 1,..., D n ) una dimostrazione di G da Γ, E. Allora D n = G. Per induzione dimostriamo che Γ E D i. L unico caso che non abbiamo già trattato è quello di una Generalizzazione. Sia j < i tale che D i è xd j. Per ipotesi induttiva abbiamo Γ E D j. Dato che E è un enunciato, x non è una variabile libera di E. Usiamo l assioma ( x)(e D j ) (E xd j ) e il fatto che, per Generalizzazione da Γ E D j abbiamo Γ x(e D j ). Il Teorema di Deduzione vale anche in una forma più forte di quella appena dimostrata. Sia F una formula appartenente a un insieme Γ di formule sia δ = (D 1,..., D n ) una derivazione con premesse in Γ. Diciamo che una formula D i dipende da una formula F in δ se e solo se (1) D i è uguale a F e D i è in δ perché appartiene a Γ, oppure (2) D i è in δ perché è conseguenza (per Modus Ponens o Generalizzazione) di una o due formule che precedono D i in δ, e almeno una di queste dipende da F. Si può dimostrare la seguente versione forte del Teorema di Deduzione.

5 LOGICA MATEMATICA PER INFORMATICA (A.A. 12/13) 5 Teorema 3.3 (Teorema di Deduzione Predicativo - Forte). Sia δ una derivazione che testimonia il fatto che Γ, F G. Siano {x 1,..., x n } tutte e sole le variabili libere di F. Supponiamo che, se in δ c è una applicazione della regola di Generalizzazione a una formula che dipende da F, allora la variabile quantificata nella conclusione della regola non è una delle variabili libere {x 1,..., x n } di F. Allora possiamo concludere che Γ F G. 4. Alcune regole derivate notevoli Regola dell istanza Sia t libero per x in F (x). Allora ( x)f (x) F (t). La regola segue direttamente per Modus Ponens da un assioma. Un caso particolare è quando t è proprio x, e si ha ( x)f (x) F. Regola dell esistenziale Sia t libero per x in F. Sia F [x/t] ottenuta da F sostituendo tutte le occorrenza libere di x con t (t può anche non apparire in F [x/t]). Allora F [x/t] ( x)f. Si dimostra F [x/t] ( x)f. Si usa l assioma ( x) F F [x/t], la tautologia (A B) (B A) e il Modus Ponens, per ottenere F [x/t] ( x) F. Un caso particolare è F (t) ( x)f (x), con t libero per x in F (x). Se t è proprio x, abbiamo F (x) ( x)f (x). 5. L uguaglianza Esistono due approcci all uguaglianza in logica del I ordine. Nella nostra definizione ufficiale di soddisfacibilità abbiamo scelto di trattare il simbolo = come un simbolo speciale (logico) e abbiamo richiesto che venisse sempre interpretato come la relazione di identità nel modello. In alternativa possiamo trattare la relazione di identità come una qualunque relazione binaria. In questo caso il linguaggio conterrà un simbolo di relazione binaria I che vorremmo interpretare come l identità. Per questo simbolo non valgono regole speciali, e dunque A = I(t, s)[α] se e solo se (t A, s A ) I A. Possiamo allora cercare di assiomatizzare la nozione di identità, ossia cercare un insieme S di formule del primo ordine che forzino l interpretazione del simbolo I ad essere l identità in ogni modello che soddisfa le formule in S. Qui ci scontriamo con una limitazione intrinseca della logica del primo ordine: non è possibile formulare assiomi che forzino l interpretazione di un simbolo binario di relazione ad essere esattamente la relazione di identità. Si possono però formulare assiomi che forzino l interpretazione di un simbolo ad essere una relazione di equivalenze. Da ogni modello di questi assiomi si ottiene quozientando rispetto a questa relazione di equivalenza un modello in cui la relazione viene interpretata come l identità. Vediamo i dettagli. Per un simbolo binario di relazione I chiamiamo Assiomi dell Uguaglianza per I gli enunciati seguenti. (1) xi(x, x). (2) x y(i(x, y) (F (x, x) F (x, y))), per ogni formula F (x, x), dove F (x, y) è una formula ottenuta da F (x, x) per sostituzione di alcune (non necessariamente tutte) le occorrenze di x con y, e y è libera per x in F (x, x). Lemma 5.1 (Esercizio). Se T è una teoria che implica gli Assiomi dell Uguaglianza per un simbolo binario di relazione I, allora per ogni termine t, s, r, valgono i seguenti punti. (1) T = I(t, t). (2) T = I(t, s) I(s, t). (3) T = I(t, s) (I(s, r) I(t, r)). Corollario 5.2 (Esercizio). Sia A un modello di una teoria T che implica gli assiomi dell uguaglianza per una relazione binaria I. La relazione I A è una relazione di equivalenza su A.

6 6 DISPENSA N. 3 Proposizione 5.3. Sia T una teoria che implica gli assiomi dell uguaglianza per una relazione binaria I. Se T ha un modello allora T ha un modello in cui I è interpretata come l identità. Chiamiamo un tale modello modello normale. Dimostrazione. Sia A un modello di T. Allora I A è una relazione di equivalenza sul dominio A. Per leggibilità denotiamo questa relazione con E. Quozientiamo A rispetto a E. Poniamo B = {[a] E a A}, dove con [a] E indichiamo la classe di equivalenza dell elemento a. Definiamo l interpretazione in B delle costanti, relazioni e funzioni del linguaggio. (Costanti) Poniamo c B i uguale a [c A i ] E. (Relazioni) (b 1,..., b k ) R B se e solo se (a 1,..., a k ) R A, dove a i è un rappresentante della classe di equivalenza b i. Per dimostrare che la definizione è ben posta (e che non dipende dalla scelta dei rappresentanti) occorre osservare che, per ogni simbolo di relazione R, k T = I(x i, y i ) (R(x 1,..., x k ) R(y 1,..., y k ) i=1 segue dal fatto che T implica gli Assiomi dell Identità per I. (Funzioni) f B (b 1,..., b k ) è definito come [f A (a 1,..., a k )] E, dove a i è un rappresentante della classe di equivalenza b i. Per dimostrare che la definizione è ben posta (e che non dipende dalla scelta dei rappresentanti) occorre osservare che, per ogni simbolo di funzione f, k T = I(x i, y i ) I(f(x 1,..., x k ), f(y 1,..., y k )) segue dal fatto che T implica gli assiomi dell identità per I. i=1 Dimostriamo che I B è l identità su B. Vale (b 1, b 2 ) I B se e solo se b 1 è [a 1 ] I, b 2 è [a 2 ] I e (a 1, a 2 ) E. Ma allora la classe di equivalenza b 1 coincide con la classe di equivalenza b 2. Dimostriamo che B è un modello di T. Sia α = (a i ) i N un assegnamento in A. L assegnamento induce un corrispondente assegnamento su B ponendo α := ([a i ] E ) i N. Se α associa a i a v i, α associa [a i ] E. Cominciamo con il dimostrare che per ogni termine t, vale Se t è v i, allora [α(t)] E = α(t). [α(t)] E = [a i ] E = α(v i ), per definizione di α. Se t è una costante c i, qualunque sia α vale α(c i ) = c A i un assegnamento ai termini non variabili). Se t è f(t 1,..., t k ) allora [α(t)] E = [f A (α(t 1 ),..., α(t k ))] E. Per ipotesi induttiva vale [α(t i )] E = α(t i ). Per definizione di assegnamento, per definizione di f B e per quanto appena visto vale α(f(t 1,..., t k )) = f B ( α(t 1 ),..., α(t k )) = [f A (α(t 1 ),..., α(t k ))] E. Dimostriamo ora che per ogni α su A e per ogni formula F, A = F [α] se e solo se B = F [ α]. La dimostrazione è per induzione sulla struttura della formula F. Vediamo solo alcuni casi. Se F è R(t 1,..., t k ), allora A = F [α] se e solo se Ma questo vale se e solo se (α(t 1 ),..., α(t k )) R A. ([α(t 1 )] E,..., [α(t k )] E ) R B. (per definizione di estensione di

7 LOGICA MATEMATICA PER INFORMATICA (A.A. 12/13) 7 Ossia se e solo se B = F [ α]. Se F è vg, allora A = F [α] se e solo se che per ipotesi induttiva vale se e solo se che equivale a che equivale a B = vg [ α]. Da quanto dimostrato segue In particolare, B è un modello di T. Per ogni a A Per ogni a A Per ogni [a] E B [ ( )] v A = G α a [ ( ) ] v B = G α a [ ( )] v B = G α [a] E A = F se e solo se B = F. Osservazione 5.4. In alcuni casi è conveniente scegliere l approccio all uguaglianza appena descritto. Questo significa che nella definizione di soddisfacibilità non abbiamo più una clausola speciale per il simbolo =. Analogamente, non abbiamo gli Assiomi dell Uguaglianza nel Calcolo dei Predicati. Di volta in volta, quando studiamo una teoria che deve parlare dell uguaglianza, aggiungiamo alla teoria gli Assiomi dell Uguaglianza per un simbolo di relazione binario. Sappiamo allora che qualunque modello della teoria può essere trasformato in un modello normale.

LOGICA MATEMATICA PER INFORMATICA (A.A. 12/13)

LOGICA MATEMATICA PER INFORMATICA (A.A. 12/13) LOGICA MATEMATICA PER INFORMATICA (A.A. 12/13) DISPENSA N. 4 Sommario. Dimostriamo il Teorema di Completezza per il Calcolo dei Predicati del I ordine. 1. Teorema di Completezza Dimostriamo il Teorema

Dettagli

Logica proposizionale

Logica proposizionale Logica proposizionale Proposizione: frase compiuta che è sempre o vera o falsa. Connettivi Posti in ordine di precedenza: not, and, or, implica, doppia implicazione Sintassi Le proposizioni sono costituite

Dettagli

LOGICA MATEMATICA PER INFORMATICA

LOGICA MATEMATICA PER INFORMATICA LOGICA MATEMATICA PER INFORMATICA A.A. 12/13, DISPENSA N. 6 Sommario. Il Teorema di Compattezza e alcune sue applicazioni: assiomatizzabilità e non-assiomatizzabilità di proprietà di strutture, e modelli

Dettagli

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI LA SAPIENZA CORSO DI STUDI IN INFORMATICA ESERCITAZIONI AL CORSO DI LOGICA MATEMATICA LOGICA PROPOSIZIONALE

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI LA SAPIENZA CORSO DI STUDI IN INFORMATICA ESERCITAZIONI AL CORSO DI LOGICA MATEMATICA LOGICA PROPOSIZIONALE UNIVERSITÀ DEGLI STUDI LA SAPIENZA CORSO DI STUDI IN INFORMATICA ESERCITAZIONI AL CORSO DI LOGICA MATEMATICA LOGICA PROPOSIZIONALE TAVOLE DI VERITÀ, COLETEZZA VERO-FUNZIONALE Esercizio 1. Calcola le tavole

Dettagli

Luca Costabile Esercizi di Logica Matematica Dispensa Calcolo Proposizionale 1

Luca Costabile Esercizi di Logica Matematica Dispensa Calcolo Proposizionale 1 Luca Costabile Esercizi di Logica Matematica Dispensa Calcolo Proposizionale 1 Esercizio 1.12 Per dimostrare che per ogni funzione esiste una formula in cui compaiono le variabili tale che la corrispondente

Dettagli

Sviluppi e derivate delle funzioni elementari

Sviluppi e derivate delle funzioni elementari Sviluppi e derivate delle funzioni elementari In queste pagine dimostriamo gli sviluppi del prim ordine e le formule di derivazioni delle principali funzioni elementari. Utilizzeremo le uguaglianze lim

Dettagli

CALCOLO DEL PRIMO ORDINE

CALCOLO DEL PRIMO ORDINE CALCOLO DEL PRIMO ORDINE ANCORA SUL CONCETTO DI CALCOLO (PROOF SYSTEM) Un sistema di dimostrazione è un insieme di regole di inferenza Ciascuna regola di inferenza consente di derivare una formula ϕ (conseguenza)

Dettagli

Ragionamento Automatico Richiami di calcolo dei predicati

Ragionamento Automatico Richiami di calcolo dei predicati Richiami di logica del primo ordine Ragionamento Automatico Richiami di calcolo dei predicati (SLL: Capitolo 7) Sintassi Semantica Lezione 2 Ragionamento Automatico Carlucci Aiello, 2004/05Lezione 2 0

Dettagli

Introduzione ad alcuni sistemi di logica modale

Introduzione ad alcuni sistemi di logica modale Introduzione ad alcuni sistemi di logica modale Laura Porro 16 maggio 2008 1 Il calcolo proposizionale Prendiamo come primitivi i simboli del Calcolo Proposizionale (PC) tradizionale a due valori 1 : un

Dettagli

DAI NUMERI NATURALI AI NUMERI RAZIONALI

DAI NUMERI NATURALI AI NUMERI RAZIONALI DAI NUMERI NATURALI AI NUMERI RAZIONALI 1. L insieme dei numeri naturali Nel sistema assiomatico ZF, l Assioma dell infinito stabilisce che: Esiste un insieme A, i cui elementi sono insiemi e tale che

Dettagli

Logica proposizionale

Logica proposizionale Fondamenti di Informatica per la Sicurezza a.a. 2008/09 Logica proposizionale Stefano Ferrari UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO DIPARTIMENTO DI TECNOLOGIE DELL INFORMAZIONE Stefano Ferrari Università degli

Dettagli

1 Giochi di Ehrenfeucht-Fraissé e Logica del Prim ordine

1 Giochi di Ehrenfeucht-Fraissé e Logica del Prim ordine 1 Giochi di Ehrenfeucht-Fraissé e Logica del Prim ordine In questo tipo di giochi l arena è costituita da due grafi orientati G = (V, E), G = (V, E ). Lo scopo del I giocatore è di mostrare, in un numero

Dettagli

8. Completamento di uno spazio di misura.

8. Completamento di uno spazio di misura. 8. Completamento di uno spazio di misura. 8.1. Spazi di misura. Spazi di misura completi. Definizione 8.1.1. (Spazio misurabile). Si chiama spazio misurabile ogni coppia ordinata (Ω, A), dove Ω è un insieme

Dettagli

Introduzione alla logica

Introduzione alla logica Corso di Intelligenza Artificiale 2011/12 Introduzione alla logica iola Schiaffonati Dipartimento di Elettronica e Informazione Sommario 2 Logica proposizionale (logica di Boole) Logica del primo ordine

Dettagli

NOZIONI DI LOGICA PROPOSIZIONI.

NOZIONI DI LOGICA PROPOSIZIONI. NOZIONI DI LOGICA PROPOSIZIONI. Una proposizione è un affermazione che è vera o falsa, ma non può essere contemporaneamente vera e falsa. ESEMPI Sono proposizioni : 7 è maggiore di 2 Londra è la capitale

Dettagli

DIMOSTRAZIONI E TAUTOLOGIE, IPOTESI NON TAUTOLOGICHE. Corso di Logica per la Programmazione A.A. 2013/14 Andrea Corradini

DIMOSTRAZIONI E TAUTOLOGIE, IPOTESI NON TAUTOLOGICHE. Corso di Logica per la Programmazione A.A. 2013/14 Andrea Corradini DIMOSTRAZIONI E TAUTOLOGIE, IPOTESI NON TAUTOLOGICHE Corso di Logica per la Programmazione A.A. 2013/14 Andrea Corradini INFERENZE CORRETTE E TAUTOLOGIE Il Calcolo Proposizionale permette di formalizzare

Dettagli

Logica. 7: Conseguenza ed equivalenza logica in logica classica proposizionale. Claudio Sacerdoti Coen. Universitá di Bologna

Logica. 7: Conseguenza ed equivalenza logica in logica classica proposizionale. Claudio Sacerdoti Coen. Universitá di Bologna Logica 7: Conseguenza ed equivalenza logica in logica classica proposizionale Universitá di Bologna 30/11/2016 Outline Conseguenza logica per la logica proposizionale Wikipedia:

Dettagli

04 - Logica delle dimostrazioni

04 - Logica delle dimostrazioni Università degli Studi di Palermo Facoltà di Economia CdS Sviluppo Economico e Cooperazione Internazionale Appunti del corso di Matematica 04 - Logica delle dimostrazioni Anno Accademico 013/014 D. Provenzano,

Dettagli

Elementi di Algebra e Logica Determinare la tavola della verità di ciascuna delle seguenti forme proposizionali:

Elementi di Algebra e Logica Determinare la tavola della verità di ciascuna delle seguenti forme proposizionali: Elementi di Algebra e Logica 2008. 8. Logica. 1. Determinare la tavola della verità di ciascuna delle seguenti forme proposizionali: (a) p ( q r); (b) p (q r); (c) (p q) ( p r); (d) (p q) ( p r); (e) (p

Dettagli

La matematica non è un opinione, lo è oppure...?

La matematica non è un opinione, lo è oppure...? La matematica non è un opinione, lo è oppure...? Giulio Giusteri Dipartimento di Matematica e Fisica Università Cattolica del Sacro Cuore Brescia 26 Febbraio 2010 Vecchie conoscenze Dedurre... dedurre...

Dettagli

Maiuscole e minuscole

Maiuscole e minuscole Maiuscole e minuscole Abilità interessate Distinguere tra processi induttivi e processi deduttivi. Comprendere il ruolo e le caratteristiche di un sistema assiomatico. Riconoscere aspetti sintattici e

Dettagli

NOTE SULLE FUNZIONI CONVESSE DI UNA VARIABILE REALE

NOTE SULLE FUNZIONI CONVESSE DI UNA VARIABILE REALE NOTE SULLE FUNZIONI CONVESSE DI UNA VARIABILE REALE ROBERTO GIAMBÒ 1. DEFINIZIONI E PRIME PROPRIETÀ In queste note saranno presentate alcune proprietà principali delle funzioni convesse di una variabile

Dettagli

COMPLETAMENTO DI SPAZI METRICI

COMPLETAMENTO DI SPAZI METRICI COMPLETAMENTO DI SPAZI METRICI 1. Successioni di Cauchy e spazi metrici completi Definizione 1.1. Una successione x n n N a valori in uno spazio metrico X, d si dice di Cauchy se, per ogni ε > 0 esiste

Dettagli

Logica degli enunciati; Operazioni con le proposizioni; Proprietà delle operazioni logiche; Tautologie; Regole di deduzione; Logica dei predicati;

Logica degli enunciati; Operazioni con le proposizioni; Proprietà delle operazioni logiche; Tautologie; Regole di deduzione; Logica dei predicati; Logica degli enunciati; Operazioni con le proposizioni; Proprietà delle operazioni logiche; Tautologie; Regole di deduzione; Logica dei predicati; Implicazione logica. Equivalenza logica; Condizione necessaria,

Dettagli

LOGICA MATEMATICA PER INFORMATICA (A.A. 11/12)

LOGICA MATEMATICA PER INFORMATICA (A.A. 11/12) LOGICA MATEMATICA PER INFORMATICA (A.A. 11/12) DISPENSA N. 5 Sommario. Dimostriamo l indecidibilità dell aritmetica formale, della verità aritmetica, e della validità logica. 1. Incompletezza e indecidibilità

Dettagli

Riassumiamo le proprietà dei numeri reali da noi utilizzate nel corso di Geometria.

Riassumiamo le proprietà dei numeri reali da noi utilizzate nel corso di Geometria. Capitolo 2 Campi 2.1 Introduzione Studiamo ora i campi. Essi sono una generalizzazione dell insieme R dei numeri reali con le operazioni di addizione e di moltiplicazione. Nel secondo paragrafo ricordiamo

Dettagli

Un po di logica. Christian Ferrari. Laboratorio di matematica

Un po di logica. Christian Ferrari. Laboratorio di matematica Un po di logica Christian Ferrari Laboratorio di matematica 1 Introduzione La logica è la disciplina che studia le condizioni di correttezza del ragionamento. Il suo scopo è quindi quello di elaborare

Dettagli

ALGEBRE DI BOOLE. (d) x, y X x y oppure y x.

ALGEBRE DI BOOLE. (d) x, y X x y oppure y x. ALGEBRE DI BOOLE Un insieme parzialmente ordinato è una coppia ordinata (X, ) dove X è un insieme non vuoto e " " è una relazione binaria definita su X tale che (a) x X x x (riflessività) (b) x, y, X se

Dettagli

Prerequisiti Matematici

Prerequisiti Matematici Prerequisiti Matematici Richiami di teoria degli insiemi Relazioni d ordine, d equivalenza Richiami di logica Logica proposizionale, tabelle di verità, calcolo dei predicati Importante: Principio di Induzione

Dettagli

Logica per la Programmazione

Logica per la Programmazione Logica per la Programmazione Lezione 6 Logica del Primo Ordine Motivazioni Sintassi Interpretazioni Formalizzazione A. Corradini e F.Levi Dip.to Informatica Logica per la Programmazione a.a. 2015/16 pag.

Dettagli

Il teorema di Lagrange e la formula di Taylor

Il teorema di Lagrange e la formula di Taylor Il teorema di Lagrange e la formula di Taylor Il teorema del valor medio di Lagrange, valido per funzioni reali di una variabile reale, si estende alle funzioni reali di più variabili. Come si vedrà, questo

Dettagli

Precorsi di matematica

Precorsi di matematica Precorsi di matematica Francesco Dinuzzo 12 settembre 2005 1 Insiemi Il concetto di base nella matematica moderna è l insieme. Un insieme è una collezione di elementi. Gli elementi di un insieme vengono

Dettagli

Esercizi di logica. Ivan Valbusa 5 dicembre 2012

Esercizi di logica. Ivan Valbusa 5 dicembre 2012 Esercizi di logica Ivan Valbusa 5 dicembre 2012 Gli esercizi proposti di seguito coprono solo una piccola parte del programma del corso. Sono mediamente più difficili di quelli presenti sul manuale di

Dettagli

Il Teorema di Kakutani

Il Teorema di Kakutani Il Teorema di Kakutani Abbiamo visto, precedentemente, il seguente risultato: 1 Sia X uno spazio di Banach. Se X è separabile, la palla è debolmente compatta. B X = {x X x 1} Il Teorema di Kakutani è un

Dettagli

m = a k n k + + a 1 n + a 0 Tale scrittura si chiama rappresentazione del numero m in base n e si indica

m = a k n k + + a 1 n + a 0 Tale scrittura si chiama rappresentazione del numero m in base n e si indica G. Pareschi COMPLEMENTI ED ESEMPI SUI NUMERI INTERI. 1. Divisione con resto di numeri interi 1.1. Divisione con resto. Per evitare fraintendimenti nel caso in cui il numero a del Teorema 0.4 sia negativo,

Dettagli

NOTE DI ALGEBRA LINEARE v = a 1 v a n v n, w = b 1 v b n v n

NOTE DI ALGEBRA LINEARE v = a 1 v a n v n, w = b 1 v b n v n NOTE DI ALGEBRA LINEARE 2- MM 9 NOVEMBRE 2 Combinazioni lineari e generatori Sia K un campo e V uno spazio vettoriale su K Siano v,, v n vettori in V Definizione Un vettore v V si dice combinazione lineare

Dettagli

04 - Numeri Complessi

04 - Numeri Complessi Università degli Studi di Palermo Scuola Politecnica Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali e Statistiche Appunti del corso di Matematica 04 - Numeri Complessi Anno Accademico 2015/2016 M. Tumminello,

Dettagli

CORSO DI ANALISI MATEMATICA 2 SOLUZIONI ESERCIZI PROPOSTI 18/03/2013

CORSO DI ANALISI MATEMATICA 2 SOLUZIONI ESERCIZI PROPOSTI 18/03/2013 CORSO DI ANALISI MATEMATICA SOLUZIONI ESERCIZI PROPOSTI 8/03/03 D.BARTOLUCCI, D.GUIDO. La continuità uniforme I ESERCIZIO: Dimostrare che la funzione f(x) = x 3, x A = (, ] non è uniformemente continua

Dettagli

November 13, sta ad indicare che la formula B dipende dalle assunzioni occorrenti nell insieme X.

November 13, sta ad indicare che la formula B dipende dalle assunzioni occorrenti nell insieme X. DEDUZIONE NTURLE November 3, 2006 Le regole di inferenza consistono di regole di introduzione (I) e regole di eliminazione (E) per ogni costante logica e per il simbolo del falso, se occorre nel linguaggio.

Dettagli

Cenni sulle dimostrazioni dei teoremi di Gödel

Cenni sulle dimostrazioni dei teoremi di Gödel Cenni sulle dimostrazioni dei teoremi di Gödel Alberto Zanardo Dipartimento di Matematica Pura ed Applicata Università di Padova 30 ottobre 2007 Linguaggio e dimostrazioni nella teoria assiomatica dei

Dettagli

1 Funzioni reali di una variabile reale

1 Funzioni reali di una variabile reale 1 Funzioni reali di una variabile reale Qualche definizione e qualche esempio che risulteranno utili più avanti Durante tutto questo corso studieremo funzioni reali di una variabile reale, cioè Si ha f

Dettagli

Teoria dei modelli. Alessandro Berarducci. 3 Marzo Dipartimento di Matematica Pisa

Teoria dei modelli. Alessandro Berarducci. 3 Marzo Dipartimento di Matematica Pisa Teoria dei modelli Alessandro Berarducci Dipartimento di Matematica Pisa 3 Marzo 2014 Teoria dei campi algebricamente chiusi Denizione 1 La teoria del primo ordine dei campi algebricamente chiusi, ACF,

Dettagli

Gli insiemi N, Z e Q. I numeri naturali

Gli insiemi N, Z e Q. I numeri naturali Università Roma Tre L. Chierchia 1 Gli insiemi N, Z e Q Il sistema dei numeri reali (R, +,, ) può essere definito tramite sedici assiomi: quindici assiomi algebrici (si veda ad esempio 2.3 in [Giusti,

Dettagli

Intelligenza Artificiale. Logica proposizionale: calcolo automatico

Intelligenza Artificiale. Logica proposizionale: calcolo automatico Intelligenza Artificiale Logica proposizionale: calcolo automatico Marco Piastra Logica formale (Parte 3) - Parte 3 Calcolo automatico Forme normali ed a clausole Risoluzione e refutazione Forward chaining

Dettagli

(2) se A A, allora A c A; (3) se {A n } A, allora +

(2) se A A, allora A c A; (3) se {A n } A, allora + 1. Spazi di misura In questo paragrafo accenneremo alla nozione di spazio di misura. Definizione 1. Sia X un insieme non vuoto. Una famiglia A di sottoinsiemi di X è una σ-algebra se : (1) A; (2) se A

Dettagli

Semantica proposizionale. Unit 2, Lez 3 e 4 Corso di Logica

Semantica proposizionale. Unit 2, Lez 3 e 4 Corso di Logica Semantica proposizionale Unit 2, Lez 3 e 4 Corso di Logica Sommario Semantica dei connettivi Costruzione delle tavole di verità Tautologie, contraddizioni e contingenze Semantica delle forme argomentative

Dettagli

1 Principio di Induzione

1 Principio di Induzione 1 Principio di Induzione Per numeri naturali, nel linguaggio comune, si intendono i numeri interi non negativi 0, 1,, 3, Da un punto di vista insiemistico costruttivo, a partire dall esistenza dell insieme

Dettagli

Matematica. Corso integrato di. per le scienze naturali ed applicate. Materiale integrativo. Paolo Baiti 1 Lorenzo Freddi 1

Matematica. Corso integrato di. per le scienze naturali ed applicate. Materiale integrativo. Paolo Baiti 1 Lorenzo Freddi 1 Corso integrato di Matematica per le scienze naturali ed applicate Materiale integrativo Paolo Baiti 1 Lorenzo Freddi 1 1 Dipartimento di Matematica e Informatica, Università di Udine, via delle Scienze

Dettagli

Logica per la Programmazione

Logica per la Programmazione Logica per la Programmazione Lezione 7 Semantica della Logica del Primo Ordine Interpretazioni Formalizzazione Un esempio informale di semantica Semantica dei termini Semantica delle formule Esempi A.

Dettagli

Logica. Claudio Sacerdoti Coen 07/10/ : Connotazione, denotazione, invarianza per sostituzione. Universitá di Bologna

Logica. Claudio Sacerdoti Coen 07/10/ : Connotazione, denotazione, invarianza per sostituzione. Universitá di Bologna Logica 3: Connotazione, denotazione, invarianza per sostituzione Universitá di Bologna 07/10/2015 Outline 1 Connotazione, denotazione, invarianza per sostituzione Connotazione vs

Dettagli

Corso di Laurea in Matematica Geometria 2. Foglio di esercizi n. 2 a.a Soluzioni

Corso di Laurea in Matematica Geometria 2. Foglio di esercizi n. 2 a.a Soluzioni Corso di Laurea in Matematica Geometria 2 Foglio di esercizi n. 2 a.a. 2015-16 Soluzioni Gli esercizi sono presi dal libro di Manetti. Per svolgere questi esercizi, studiare con cura i paragrafi 3.5, 3.6,

Dettagli

Esercizi di Matematica per la prova di ammissione alla Scuola Galileiana /16

Esercizi di Matematica per la prova di ammissione alla Scuola Galileiana /16 Esercizi di Matematica per la prova di ammissione alla Scuola Galileiana - 015/16 Esercizio 1 Per quali valori n Z \ {0} l espressione è un numero intero positivo? (n + 5)(n + 6) 6n Soluzione. Il problema

Dettagli

ESERCIZI DI ANALISI MATEMATICA 1 FOGLIO 1

ESERCIZI DI ANALISI MATEMATICA 1 FOGLIO 1 ESERCIZI DI ANALISI MATEMATICA 1 FOGLIO 1 Logica e connettivi logici Esercizio 0.1. Si costruiscano le tabelle di verità delle seguenti espressioni booleane; cioè, al variare dei valori di verit delle

Dettagli

ALGEBRA I: SOLUZIONI QUINTA ESERCITAZIONE 9 maggio 2011

ALGEBRA I: SOLUZIONI QUINTA ESERCITAZIONE 9 maggio 2011 ALGEBRA I: SOLUZIONI QUINTA ESERCITAZIONE 9 maggio 2011 Esercizio 1. Usando l algoritmo euclideo delle divisioni successive, calcolare massimo comune divisore e identità di Bézout per le seguenti coppie

Dettagli

Elementi di logica. SCOPO: introdurre nozioni di logica & vocabolario per una corretta interpretazione delle dimostrazioni.

Elementi di logica. SCOPO: introdurre nozioni di logica & vocabolario per una corretta interpretazione delle dimostrazioni. Elementi di logica SCOPO: introdurre nozioni di logica & vocabolario per una corretta interpretazione delle dimostrazioni. Quantificatori: elementi fondamentali del linguaggio matematico. quantificatore

Dettagli

3. Successioni di insiemi.

3. Successioni di insiemi. 3. Successioni di insiemi. Per evitare incongruenze supponiamo, in questo capitolo, che tutti gli insiemi considerati siano sottoinsiemi di un dato insieme S (l insieme ambiente ). Quando occorrerà considerare

Dettagli

L aritmetica degli insiemi infiniti Parte I

L aritmetica degli insiemi infiniti Parte I L aritmetica degli insiemi infiniti Parte I Stefano Baratella Versione L A TEX realizzata in collaborazione con Tullio Garbari 1 Prerequisiti La relazione di equipotenza tra insiemi. Definizione 1. Si

Dettagli

Alcune Tracce dei Precedenti Esami del Dottorato di Siena in Logica Matematica ed Informatica Teorica

Alcune Tracce dei Precedenti Esami del Dottorato di Siena in Logica Matematica ed Informatica Teorica Alcune Tracce dei Precedenti Esami del Dottorato di Siena in Logica Matematica ed Informatica Teorica Raccolti e curati da Luca Spada Indice 1 Temi 1 1.1 Logica Matematica.......................... 1 1.2

Dettagli

Introduciamo ora un altro campo, formato da un numero finito di elementi; il campo delle classi resto modulo n, con n numero primo.

Introduciamo ora un altro campo, formato da un numero finito di elementi; il campo delle classi resto modulo n, con n numero primo. Capitolo 3 Il campo Z n 31 Introduzione Introduciamo ora un altro campo, formato da un numero finito di elementi; il campo delle classi resto modulo n, con n numero primo 32 Le classi resto Definizione

Dettagli

Calcoli dei sequenti classici e lineare

Calcoli dei sequenti classici e lineare Calcoli dei sequenti classici e lineare Gianluigi Bellin November 5, 2009 Scheda per il compito 2, scadenza rinviata al marteedì 10 novembre 2009 1 Calcolo dei sequenti classico 1.1 Linguaggio ed interpretazione

Dettagli

0.1 Spazi Euclidei in generale

0.1 Spazi Euclidei in generale 0.1. SPAZI EUCLIDEI IN GENERALE 1 0.1 Spazi Euclidei in generale Sia V uno spazio vettoriale definito su R. Diremo, estendendo una definizione data in precedenza, che V è uno spazio vettoriale euclideo

Dettagli

Capitolo 1 ANALISI COMPLESSA

Capitolo 1 ANALISI COMPLESSA Capitolo 1 ANALISI COMPLESSA 1 1.2 Funzioni Complesse Una funzione complessa di variabile complessa f : E C, E C è un applicazione ce associa un numero complesso f(z) ad ogni z E, con E sottoinsieme del

Dettagli

Lezione 4. Problemi trattabili e soluzioni sempre più efficienti. Gianluca Rossi

Lezione 4. Problemi trattabili e soluzioni sempre più efficienti. Gianluca Rossi Lezione 4 Problemi trattabili e soluzioni sempre più efficienti Gianluca Rossi Trattabile o intrattabile? Consideriamo ora il problema, ben noto a tutti gli studenti a partire dalla scuola media, di calcolare

Dettagli

DIFFERENZIAZIONE. Sia f una funzione reale di variabile reale con dominio un intervallo. Se f è derivabile in un punto x 0, allora: f(x) f(x 0 ) lim

DIFFERENZIAZIONE. Sia f una funzione reale di variabile reale con dominio un intervallo. Se f è derivabile in un punto x 0, allora: f(x) f(x 0 ) lim DIFFERENZIAZIONE 1 Regola della catena Sia f una funzione reale di variabile reale con dominio un intervallo. Se f è derivabile in un punto x 0, allora: f(x) f(x 0 ) lim = f (x 0 ). x x 0 x x 0 Questa

Dettagli

Linguaggi di programmazione - Principi e paradigmi 2/ed Maurizio Gabbrielli, Simone Martini Copyright The McGraw-Hill Companies srl

Linguaggi di programmazione - Principi e paradigmi 2/ed Maurizio Gabbrielli, Simone Martini Copyright The McGraw-Hill Companies srl Approfondimento 2.1 Non è questo il testo dove trattare esaurientemente queste tecniche semantiche. Ci accontenteremo di dare un semplice esempio delle tecniche basate sui sistemi di transizione per dare

Dettagli

ANALISI 1 1 QUINTA LEZIONE

ANALISI 1 1 QUINTA LEZIONE ANALISI 1 1 QUINTA LEZIONE 1 prof. Claudio Saccon, Dipartimento di Matematica Applicata, Via F. Buonarroti 1/C email: saccon@mail.dm.unipi.it web: http://www2.ing.unipi.it/ d6081/index.html Ricevimento:

Dettagli

Materiale didattico aggiuntivo - Analisi Matematica I CENNI DI LOGICA MATEMATICA. 1. Proposizioni. Valori logici. Connettivi logici. Tavole di verita.

Materiale didattico aggiuntivo - Analisi Matematica I CENNI DI LOGICA MATEMATICA. 1. Proposizioni. Valori logici. Connettivi logici. Tavole di verita. Materiale didattico aggiuntivo - Analisi Matematica I CENNI DI LOGICA MATEMATICA 1. Proposizioni. Valori logici. Connettivi logici. Tavole di verita. Intenderemo per PROPOSIZIONE (o ENUNCIATO) una qualunque

Dettagli

1. equivalenze e implicazioni logiche. Esercizio 1.2. Trovare le implicazioni che legano i seguenti enunciati (x, y R):

1. equivalenze e implicazioni logiche. Esercizio 1.2. Trovare le implicazioni che legano i seguenti enunciati (x, y R): . equivalenze e implicazioni logiche Esercizio.. Trovare le implicazioni che legano i seguenti enunciati (x, y R): () x < y, () x = y, () x y, () x y, () (x y) > 0. Osserviamo subito che (x y) > 0 equivale

Dettagli

LOGICA DEL PRIMO ORDINE: MOTIVAZIONI, SINTASSI E INTERPRETAZIONI. Corso di Logica per la Programmazione A.A Andrea Corradini

LOGICA DEL PRIMO ORDINE: MOTIVAZIONI, SINTASSI E INTERPRETAZIONI. Corso di Logica per la Programmazione A.A Andrea Corradini LOGICA DEL PRIMO ORDINE: MOTIVAZIONI, SINTASSI E INTERPRETAZIONI Corso di Logica per la Programmazione A.A. 2013 Andrea Corradini LIMITI DEL CALCOLO PROPOSIZIONALE Nella formalizzazione di enunciati dichiarativi,

Dettagli

Teoremi di Incompletezza di Gödel

Teoremi di Incompletezza di Gödel Teoremi di Incompletezza di Gödel Pieri Lorenzo January 5, 2013 1 Introduzione Quello che segue è un breve riassunto della dimostrazione dei teoremi di Incompletezza di Gödel (e per il 2 è solo un accenno).

Dettagli

INSIEMI. DEF. Un INSIEME è una qualsiasi collezione di oggetti.

INSIEMI. DEF. Un INSIEME è una qualsiasi collezione di oggetti. INSIEMI DEF. Un INSIEME è una qualsiasi collezione di oggetti. Esso è ben definito quando è chiaro se un oggetto appartiene o non appartiene all insieme stesso. Esempio. E possibile definire l insieme

Dettagli

LEZIONE 12. v = α 1 v α n v n =

LEZIONE 12. v = α 1 v α n v n = LEZIONE 12 12.1. Combinazioni lineari. Definizione 12.1.1. Sia V uno spazio vettoriale su k = R, C e v 1,..., v n V vettori fissati. Un vettore v V si dice combinazione lineare di v 1,..., v n se esistono

Dettagli

Una Breve Introduzione alla Logica

Una Breve Introduzione alla Logica Una Breve Introduzione alla Logica LOGICA La LOGICA è la disciplina che studia le condizioni di correttezza del ragionamento Occorre dire, anzitutto, quale oggetto riguardi ed a quale disciplina spetti

Dettagli

Complementi di Analisi Matematica Ia. Carlo Bardaro

Complementi di Analisi Matematica Ia. Carlo Bardaro Complementi di Analisi Matematica Ia Carlo Bardaro Capitolo 1 Elementi di topologia della retta reale 1.1 Intorni, punti di accumulazione e insiemi chiusi Sia x 0 IR un fissato punto di IR. Chiameremo

Dettagli

1 Calcolo dei predicati del I ordine. Semantica

1 Calcolo dei predicati del I ordine. Semantica 1 Calcolo dei predicati del I ordine. Semantica Ricordiamo la sintassi del calcolo dei predicati. 1.1 Sintassi. Sintassi. Un linguaggio del calcolo dei predicati L = (Pred, Fun, Const) consiste di (1)

Dettagli

Introduzione alla TEORIA DEI NUMERI

Introduzione alla TEORIA DEI NUMERI Renato Migliorato Introduzione alla teoria dei numeri Introduzione alla TEORIA DEI NUMERI Avvertenza: questo è l inizio di un testo pensato come supporto al corso di Matematiche Complementari I ed ancora

Dettagli

IL TEOREMA FONDAMENTALE DELL ARITMETICA: DIMOSTRAZIONE VELOCE.

IL TEOREMA FONDAMENTALE DELL ARITMETICA: DIMOSTRAZIONE VELOCE. IL TEOREMA FONDAMENTALE DELL ARITMETICA: DIMOSTRAZIONE VELOCE. PH. ELLIA Indice Introduzione 1 1. Divisori di un numero. 1 2. Il Teorema Fondamentale dell Aritmetica. 2 3. L insieme dei numeri primi è

Dettagli

Piccolo teorema di Fermat

Piccolo teorema di Fermat Piccolo teorema di Fermat Proposizione Siano x, y Z, p N, p primo. Allora (x + y) p x p + y p (mod p). Piccolo teorema di Fermat Proposizione Siano x, y Z, p N, p primo. Allora (x + y) p x p + y p (mod

Dettagli

I teoremi di Gödel. Giovanna Corsi. Dicembre Aritmetizzazione. Numeri di Gödel 2. 3 L aritmetica di Robinson 7

I teoremi di Gödel. Giovanna Corsi. Dicembre Aritmetizzazione. Numeri di Gödel 2. 3 L aritmetica di Robinson 7 I teoremi di Gödel Giovanna Corsi Dicembre 2003 Indice 1 Aritmetizzazione. Numeri di Gödel 2 2 Teoremi limitativi per PA 3 3 L aritmetica di Robinson 7 4 Il predicato T eor P A 8 5 I teoremi di Gödel da

Dettagli

ESERCIZI SUI PUNTI DI NON DERIVABILITÀ TRATTI DA TEMI D ESAME

ESERCIZI SUI PUNTI DI NON DERIVABILITÀ TRATTI DA TEMI D ESAME ESERCIZI SUI PUNTI DI NON DERIVABILITÀ TRATTI DA TEMI D ESAME a cura di Michele Scaglia FUNZIONI DERIVABILI Sia f : domf R una funzione e sia 0 domf di accumulazione per domf Chiamiamo derivata prima di

Dettagli

3/10/ Divisibilità e massimo comun divisore

3/10/ Divisibilità e massimo comun divisore MCD in N e Polinomi 3/10/2013 1 Divisibilità e massimo comun divisore 1.1 Divisibilità in N In questa sezione introdurremo il concetto di divisibilità e di massimo comun divisore di due numeri naturali

Dettagli

SPAZI METRICI COMPLETI

SPAZI METRICI COMPLETI Capitolo 1 SPAZI METRICI COMPLETI Sia dato uno spazio metrico (X, d). Definizione 1.1 Una successione {x n } si dice successione di Cauchy se ε > 0 n 0 n, m n 0 = d(x n x m ) < ε (1.1) Esercizio 1.1 Dimostrare

Dettagli

Massimo e minimo limite di successioni

Massimo e minimo limite di successioni Massimo e minimo limite di successioni 1 Premesse Definizione 1.1. Definiamo R esteso l insieme R = R { } {+ }. In R si estende l ordinamento tra numeri reali ponendo < a < +, a R. In base a tale definizione,

Dettagli

Si consideri il sistema a coefficienti reali di m equazioni lineari in n incognite

Si consideri il sistema a coefficienti reali di m equazioni lineari in n incognite 3 Sistemi lineari 3 Generalità Si consideri il sistema a coefficienti reali di m equazioni lineari in n incognite ovvero, in forma matriciale, a x + a 2 x 2 + + a n x n = b a 2 x + a 22 x 2 + + a 2n x

Dettagli

ALGEBRA I: ASSIOMI DI PEANO E PROPRIETÀ DEI NUMERI NATURALI

ALGEBRA I: ASSIOMI DI PEANO E PROPRIETÀ DEI NUMERI NATURALI ALGEBRA I: ASSIOMI DI PEANO E PROPRIETÀ DEI NUMERI NATURALI 1. GLI ASSIOMI DI PEANO Come puro esercizio di stile voglio offrire una derivazione delle proprietà elementari dei numeri naturali e delle operazioni

Dettagli

Complementi di Logica Modale

Complementi di Logica Modale Complementi di Logica Modale Umberto Grandi 17 Maggio 2008 1 Completezza 1.1 Livelli di interpretazione semantica Per fissare la notazione e prendere confidenza con le strutture di Kripke (i modelli in

Dettagli

Rappresentazione della Conoscenza. Lezione 2. Rappresentazione della Conoscenza Daniele Nardi, 2008Lezione 2 0

Rappresentazione della Conoscenza. Lezione 2. Rappresentazione della Conoscenza Daniele Nardi, 2008Lezione 2 0 Rappresentazione della Conoscenza Lezione 2 Rappresentazione della Conoscenza Daniele Nardi, 2008Lezione 2 0 Logica come linguaggio di rappresentazione della conoscenza Sommario richiami sintassi e semantica

Dettagli

Capitolo 1. Gli strumenti. 1.1 Relazioni

Capitolo 1. Gli strumenti. 1.1 Relazioni Capitolo 1 Gli strumenti Consideriamo un insieme X. In geometria siamo abituati a considerare insiemi i cui elementi sono punti ad esempio, la retta reale, il piano cartesiano. Più in generale i matematici

Dettagli

Cenni di programmazione ricorsiva. Appunti per gli studenti di Programmazione I e Laboratorio (corsi A-B)

Cenni di programmazione ricorsiva. Appunti per gli studenti di Programmazione I e Laboratorio (corsi A-B) Cenni di programmazione ricorsiva Appunti per gli studenti di Programmazione I e Laboratorio (corsi A-B) Corso di Laurea in Informatica Università di Pisa A.A. 2009/10 R. Barbuti, P. Mancarella Indice

Dettagli

Aniello Murano Decidibilità delle teorie logiche

Aniello Murano Decidibilità delle teorie logiche Aniello Murano Decidibilità delle teorie logiche 11 Lezione n. Parole chiave: Teorie logiche Corso di Laurea: Informatica Codice: Email Docente: murano@ na.infn.it A.A. 2008-2009 Prefazione Nelle lezioni

Dettagli

2. I numeri reali e le funzioni di variabile reale

2. I numeri reali e le funzioni di variabile reale . I numeri reali e le funzioni di variabile reale Introduzione Il metodo comunemente usato in Matematica consiste nel precisare senza ambiguità i presupposti, da non cambiare durante l elaborazione dei

Dettagli

Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Principio di induzione matematica

Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Principio di induzione matematica Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Principio di induzione matematica Il Principio di induzione matematica è una tecnica di dimostrazione che permette la dimostrazione simultanea di infinite affermazioni.

Dettagli

misura. Adesso, ad un arbitrario punto P dello spazio associamo una terna di numeri reali x

misura. Adesso, ad un arbitrario punto P dello spazio associamo una terna di numeri reali x 4. Geometria di R 3. Questo paragrafo è molto simile al paragrafo : tratta infatti delle proprietà geometriche elementari dello spazio R 3. Per assegnare delle coordinate nello spazio, fissiamo innanzitutto

Dettagli

Appunti su Indipendenza Lineare di Vettori

Appunti su Indipendenza Lineare di Vettori Appunti su Indipendenza Lineare di Vettori Claudia Fassino a.a. Queste dispense, relative a una parte del corso di Matematica Computazionale (Laurea in Informatica), rappresentano solo un aiuto per lo

Dettagli

Il teorema di Schwarz

Il teorema di Schwarz Il teorema di Schwarz 1. Quante sono le derivate parziali seconde, terze,...? Il procedimento di derivazione parziali applicato ad una funzione f(x, y) di due variabili raddoppia il numero di derivate

Dettagli

Forme indeterminate e limiti notevoli

Forme indeterminate e limiti notevoli Forme indeterminate e iti notevoli Limiti e continuità Forme indeterminate e iti notevoli Forme indeterminate Teorema di sostituzione Limiti notevoli Altre forme indeterminate 2 2006 Politecnico di Torino

Dettagli

13 LIMITI DI FUNZIONI

13 LIMITI DI FUNZIONI 3 LIMITI DI FUNZIONI Estendiamo la nozione di ite a funzioni reali di variabile reale. Definizione caratterizzazione per successioni) Si ha fx) = L x 0, L R) se e solo se per ogni successione a n x 0 con

Dettagli

1 Polinomio di Taylor 1. 2 Formula di Taylor 2. 3 Alcuni sviluppi notevoli 2. 4 Uso della formula di Taylor nel calcolo dei limiti 4

1 Polinomio di Taylor 1. 2 Formula di Taylor 2. 3 Alcuni sviluppi notevoli 2. 4 Uso della formula di Taylor nel calcolo dei limiti 4 1 POLINOMIO DI TAYLOR 1 Formula di Taylor Indice 1 Polinomio di Taylor 1 Formula di Taylor 3 Alcuni sviluppi notevoli 4 Uso della formula di Taylor nel calcolo dei iti 4 5 Soluzioni degli esercizi 6 La

Dettagli

Cenni di logica. Hynek Kovarik. Università di Brescia. Analisi Matematica A

Cenni di logica. Hynek Kovarik. Università di Brescia. Analisi Matematica A Cenni di logica Hynek Kovarik Università di Brescia Analisi Matematica A Hynek Kovarik (Università di Brescia) Cenni di logica Analisi Matematica A 1 / 21 Scopo: introdurre nozioni di logica & terminologia

Dettagli

Precorso di Matematica. Parte I : Fondamenti di Matematica

Precorso di Matematica. Parte I : Fondamenti di Matematica Facoltà di Ingegneria Precorso di Matematica Parte I : Fondamenti di Matematica 1. Teoria degli insiemi e cenni di logica Il concetto di insieme costituisce l elemento fondante di gran parte delle esposizioni

Dettagli