Lezione nona. L imposta generale sugli scambi: l Iva
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- Romolo Bellini
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1 Lezione nona L imposta generale sugli scambi: l Iva 1
2 Capitolo 7 (del testo) Le imposte erariali indirette 2
3 TRE PARTI 1. Aspetti economici delle imposte generali sugli scambi e sul valore aggiunto 2. Aspetti istituzionali: applicazione dell Iva in Italia 3. Aspetti internazionali della tassazione degli scambi (cessioni intracomunitarie) 3
4 1) LE IMPOSTE GENERALI SUGLI SCAMBI E L IMPOSTA SUL VALORE AGGIUNTO 4
5 Imposte generali sugli scambi Sottopongono a tassazione il valore della generalità degli scambi di merci e delle prestazioni di servizi effettuati nel periodo di imposta. Si tratta quindi di: - imposte ad valorem - ad ampia base imponibile (diversamente dalle accise, spesso specifiche e su singoli beni) 5
6 TIPOLOGIE DI IMPOSTE GENERALI SUGLI SCAMBI imposte sul valore pieno del bene imposte sull incremento nel valore del bene che si realizza in un certo stadio della produzione o distribuzione (valore aggiunto) imposte monofase imposte plurifase 6
7 IMPOSTA MONOFASE È un imposta sul valore pieno prelevata in una sola fase del ciclo produttivo e distributivo generalmente il commercio al dettaglio mai applicata in Italia 7
8 IMPOSTA PLURIFASE SUL VALORE PIENO Colpisce tutte le fasi del processo produttivo e distributivo grava ogni volta sul valore pieno dei beni e servizi scambiati L imposta si cumula quando il bene attraversa più fasi Imposta plurifase cumulativa (es. Ige) 8
9 IMPOSTA PLURIFASE SUL VALORE AGGIUNTO Colpisce tutte le fasi del processo produttivo e distributivo, ma grava ogni volta sull incremento nel valore del bene che si è realizzato in quella particolare fase delle produzione (valore aggiunto) L imposta non si cumula quando il bene attraversa più fasi Imposta plurifase non cumulativa Plurifase sul valore aggiunto (Iva) 9
10 LE IMPOSTE PLURIFASE SUL VALORE AGGIUNTO 10
11 RICORDA Il valore aggiunto è il valore dei beni e servizi prodotti (in un dato periodo di tempo) da un soggetto economico, mediante l impiego dei fattori produttivi (capitale, lavoro, terra), al netto dei costi sostenuti per acquistare materie prime e prodotti intermedi 11
12 ESEMPIO: Falegname (ipotesi: nessun bene d investimento, nessuna variazione delle scorte) Acquisti (legno, colla, viti..) 500 Vendite (seggiole, tavoli) 700 Valore aggiunto = 200 (remunerazione dei fattori: salari e profitti) 12
13 METODI DI APPLICAZIONE Metodo base da base Metodo imposta da imposta 13
14 METODI DI APPLICAZIONE Metodo base da base l aliquota dell imposta, t c, viene applicata alla differenza fra il valore complessivo delle vendite (V) e il valore complessivo degli acquisti (A) dell impresa i T 1 = t c (V i -A i ) esempio: t c = 20% 0,2 * ( ) = 40
15 METODI DI APPLICAZIONE Metodo imposta da imposta l aliquota dell imposta, t c, si applica al valore pieno di ciascun acquisto e di ciascuna vendita. L impresa versa la differenza fra l imposta riscossa sulla vendita (a debito) e l imposta pagata sugli acquisti (a credito) T 2 = t c1 V i -t c2 A i esempio: t c = 20% (0,2 * 700) - (0.2 * 500) = = 40 Iva a debito Iva a credito Iva da versare 15
16 METODI DI APPLICAZIONE base da base T 1 = t c (V i -A i ) imposta da imposta T 2 = t c1 V i - t c2 A i I due metodi coincidono se applicati con la medesima aliquota, uniforme in tutti gli scambi di beni e servizi t c = t c1 = t c2 16
17 METODI DI APPLICAZIONE Esempio L impresa A produce un bene intermedio dal valore di 500. Il valore aggiunto di questa impresa coincide con il valore della produzione L impresa B acquista il bene intermedio da A e lo utilizza per produrre un bene finale che vende a 700. Il valore aggiunto di questa impresa è pari a ( ) =
18 Esempio di settore verticalmente integrato (non ci sono scambi al di fuori di queste due imprese) Acquisti Vendite V.A. A B Importante caratteristica di un settore verticalmente integrato: il valore del prodotto finale coincide con la somma dei valori aggiunti
19 ALIQUOTE COSTANTI ED UNIFORMI Aliquota = 20% Metodo base da base T A 20%(500-0) = 100 T B 20%( ) = 40 T A + T B = 140 Metodo imposta da imposta T A (20%500-0) = 100 T B (20% ) = 40 T A + T B = 140 stesso risultato 19
20 ALIQUOTE DIFFERENZIATE PER FASE ECONOMICA Aliquote: 20% sul bene intermedio 10% sul bene finale Metodo base da base T A 20%(500-0) = 100 T B 10%( ) = 20 TA + TB = 120 L onere dell imposta è funzione delle aliquote applicate nelle diverse fasi della produzione, e quindi anche della ripartizione del valore aggiunto fra tali fasi. L aliquota media che grava sul valore aggiunto complessivo (e cioè su 700) non è nota a priori 20
21 ALIQUOTE DIFFERENZIATE PER FASE ECONOMICA Aliquote: 20% sul bene intermedio 10% sul bene finale Metodo imposta da imposta T A (20%500-0) = 100 T B (10% ) = 30 T A + T B = 70 Qualunque sia l aliquota applicata sul bene intermedio, e qualunque sia la ripartizione del valore aggiunto fra le diverse fasi, l aliquota media che grava sul valore aggiunto complessivo (e cioè su 700) è sempre pari a quella riservata al bene finale (e cioè nell ultima fase) 21
22 ANCHE PER QUESTA RAGIONE Generalmente l imposta plurifase sul valore aggiunto è applicata con il metodo imposta da imposta Considereremo d ora in poi questo tipo d imposta. 22
23 METODO IMPOSTA DA IMPOSTA L aliquota media che grava sul valore aggiunto complessivo è sempre pari a quella applicata nell ultima fase L imposta complessivamente dovuta non dipende dal numero delle fasi 23
24 IMPLICAZIONI 1) Non introduce incentivo alla concentrazione verticale delle imprese 2) Rende trasparente il meccanismo di formazione dei prezzi In questo si distingue da un imposta plurifase cumulativa (tipo Ige) 24
25 L Iva è neutrale rispetto alla concentrazione verticale delle imprese: applicazione dell Ige FASI VALORE IGE IVA BENE 5% 15% I II (18-15)=3 III (27-18)=9 IV (30-27)=3 Gettito I II (18-15)=3 III (30-18)=12 Gettito
26 L Iva è neutrale rispetto alla concentrazione verticale delle imprese (esempio costruito per dare lo stesso gettito Ige e Iva) FASI VALORE IGE IVA BENE 5% 15% I (15-0) =15 II (18-15) = 3 III (27-18) = 9 IV (30-27) = 3 Gettito I II (18-15) = 3 III (30-18) = 12 Gettito
27 L Iva è neutrale rispetto alla concentrazione verticale delle imprese (riduciamo il numero delle fasi: fusione di III e IV ) FASI VALORE IGE IVA BENE 5% 15% I (15-0) =15 II (18-15) = 3 III (27-18) = 9 IV (30-27) = 3 Gettito I II (18-15) = 3 III (30-18) = 12 Gettito
28 L Iva è neutrale rispetto alla concentrazione verticale delle imprese FASI VALORE IGE IVA BENE 5% 15% I (15-0) =15 II (18-15) = 3 III (27-18) = 9 IV (30-27) = 3 Gettito I (15-0) =15 II (18-15 ) = 3 III (30-18) = 12 Gettito L Iva è neutrale: il gettito è sempre 30 a prescindere dall organizzazione del processo produttivo 28
29 TRASPARENZA DELL IVA (FORMAZIONE DEI PREZZI) L imposta pagata dall acquirente in ogni fase è sempre pari all imposta complessivamente subita dal bene in tutte le fasi precedenti Ciò rende trasparente la formazione dei prezzi 29
30 FASI VALORE IGE IVA BENE 5% 15% I (15-0) =15 II (18-15) = 3 III (27-18) = 9 IV (30-27) = 3 Gettito
31 IMPORTANTE la trasparenza dell IVA è particolarmente importante per le esportazioni (operazioni non imponibili). Il bene esportato esce dal paese senza l applicazione dell imposta: non si applica l IVA al momento dell esportazione e si riconosce il rimborso dell Iva a credito. Il bene è soggetto alla applicazione dell imposizione del paese che importa il bene (principio di destinazione). Con l IGE non era possibile (rimborsi forfetari agli esportatori) 31
32 L IVA è davvero un imposta sul Valore Aggiunto? RICORDA In un economia chiusa il valore aggiunto è pari al valore dei beni finali di consumo e di investimento. Si distingue fra valore aggiunto al lordo e al netto degli ammortamenti 32
33 BASE IMPONIBILE La base imponibile di un imposta plurifase sul valore aggiunto non coincide necessariamente con il valore aggiunto dell economia. Dipende da come la legge disciplina la detrazione dell imposta pagata sui beni di investimento 33
34 BASE IMPONIBILE Tre diverse possibilità Se la detrazione dell imposta pagata sui beni di investimento acquistati: non è consentita è consentita in proporzione alla quota di ammortamento è consentita integralmente Iva tipo reddito lordo Iva tipo reddito netto Iva tipo consumo 34
35 BASE IMPONIBILE Esempio L impresa A produce un bene d investimento del valore di 200. L impresa B acquista il bene di investimento da A e lo utilizza, ammortizzandolo in quattro anni, per produrre un bene finale di consumo che vende a 450. L Iva è prelevata con aliquota del 10% 35
36 Imp. A Imp. B Totale BENI DI INVESTIMENTO AMMORTAMENTI SALARI E PROFITTI VALORE AGGIUNTO LORDO VALORE AGGIUNTO NETTO
37 Imp. A Imp. B Totale BENI DI INVESTIMENTO AMMORTAMENTI SALARI E PROFITTI VALORE AGGIUNTO LORDO VALORE AGGIUNTO NETTO IVA TIPO REDDITO LORDO Iva a credito 0 0 Iva a debito Iva da versare
38 Imp. A Imp. B Totale BENI DI INVESTIMENTO AMMORTAMENTI SALARI E PROFITTI VALORE AGGIUNTO LORDO VALORE AGGIUNTO NETTO IVA TIPO REDDITO LORDO Iva a credito 0 0 Iva a debito Iva da versare IVA TIPO REDDITO NETTO Iva a credito 0 5 Iva a debito Iva da versare
39 Imp. A Imp. B Totale BENI DI INVESTIMENTO AMMORTAMENTI SALARI E PROFITTI VALORE AGGIUNTO LORDO VALORE AGGIUNTO NETTO IVA TIPO REDDITO LORDO Iva a credito 0 0 Iva a debito Iva da versare IVA TIPO REDDITO NETTO Iva a credito 0 5 Iva a debito Iva da versare IVA TIPO CONSUMO Iva a credito 0 20 Iva a debito Iva da versare
40 BASE IMPONIBILE L Iva tipo consumo è quindi solo impropriamente denominata imposta sul valore aggiunto essa grava infatti solamente sui beni di consumo. L imposta pagata sui beni di investimento, usati nella produzione di altri beni (o servizi), è sempre detratta. 40
41 BASE IMPONIBILE L Iva è solo impropriamente denominata imposta sul valore aggiunto anche perché è un imposta su base finanziaria e non su base reale 41
42 IMPOSTA SU BASE FINANZIARIA Assoggetta a tassazione solo le operazioni che hanno dato luogo a manifestazioni monetarie nel periodo di imposta. La base imponibile non è il valore aggiunto reale, ma la differenza tra incassi e pagamenti del periodo di imposta. 42
43 IMPOSTA SU BASE REALE L individuazione del valore aggiunto reale implicherebbe, ad esempio, la valutazione delle rimanenze finali, interesserebbe cioè anche beni che non sono stati oggetto di scambio. 43
44 2) L IVA IN ITALIA: ASPETTI ISTITUZIONALI 44
45 CARATTERISTICHE GENERALI L Iva italiana è un imposta plurifase sul valore aggiunto tipo consumo applicata con il metodo imposta da imposta su base finanziaria sottoposta a importanti vincoli di coordinamento a livello comunitario. 45
46 PRESUPPOSTO - le cessioni di beni nel territorio dello stato - le prestazioni di servizi da parte di soggetti residenti - l autoconsumo SE effettuati nell esercizio di imprese o nell esercizio di arti e professioni -gli acquisti intracomunitari e le importazioni da chiunque effettuate 46
47 BASE IMPONIBILE E costituita dall ammontare complessivo del corrispettivo dovuto a colui che cede il bene o al prestatore di servizi 47
48 ALIQUOTE D IMPOSTA Aliquota normale 22% Aliquota ridotta 10% Aliquota super ridotta 4% Articolazione molto vincolata dalle disposizioni comunitarie 48
49 ALIQUOTE D IMPOSTA La differenziazione delle aliquote può rendere l imposta progressiva rispetto al reddito tassando meno i beni di prima necessità cui è destinata una quota particolarmente elevata del reddito dei soggetti più poveri 49
50 SOGGETTI PASSIVI - imprenditori - esercenti arti e professioni - soggetti che effettuano importazioni o acquisti intracomunitari 50
51 OBBLIGO DI RIVALSA I soggetti tenuti al versamento dell imposta hanno l obbligo giuridico di rivalersi sull acquirente. Il soggetto su cui formalmente grava l imposta è quindi il consumatore finale. Anche questo aspetto evidenzia la natura dell Iva come imposta sui consumi. 51
52 IMPOSTA DA VERSARE L Iva da versare in ogni fase è ottenuta come differenza fra Iva a debito, pari al prodotto fra l aliquota applicata in quella fase e il corrispettivo della cessione o della prestazione, e Iva a credito (ammessa in detrazione) che corrisponde, in linea generale, all Iva sugli acquisti. 52
53 TIPOLOGIE DI OPERAZIONI Operazioni imponibili Operazioni non imponibili Operazioni esenti 53
54 TIPOLOGIE DI OPERAZIONI Operazioni imponibili è ammessa l integrale detraibilità dell Iva sugli acquisti 54
55 TIPOLOGIE DI OPERAZIONI Operazioni non imponibili effettuate senza il pagamento dell Iva; ma è ammessa l integrale detraibilità dell Iva sugli acquisti. L imposta non grava su nessuna fase del ciclo produttivo e distributivo (es. esportazioni, e molte cessioni intracomunitarie) operazioni a tasso zero 55
56 TIPOLOGIE DI OPERAZIONI Operazioni esenti effettuate senza il pagamento dell Iva; ma non è ammessa la detraibilità dell Iva sugli acquisti. Dato l obbligo di rivalsa, l Iva grava formalmente sull impresa o il lavoratore autonomo e non sul consumatore finale (es. servizi del credito, delle assicurazioni, servizi sanitari) 56
57 DETRAIBILITÀ DELL IVA SUGLI ACQUISTI Il meccanismo della detrazione dovrebbe creare un interesse per l acquirente alla corretta certificazione dell Iva versata dal venditore per poterla poi vantare come Iva a credito Alleanza fisco-contribuente. Ma allora perché elevata evasione? 57
58 POSSIBILI CAUSE Nella fase finale l interesse all evasione deriva - dalla non coincidenza fra rivalsa e traslazione (che può favorire complicità fra venditore e acquirente) - dalla volontà di nascondere il proprio giro d affari per evadere anche le imposte dirette 58
59 POSSIBILI CAUSE L evasione è favorita dalle difficoltà di accertamento imputabili -all elevato numero di contribuenti (5milioni e mezzo, più mezzo milione di partite aperte ma inattive) - all applicazione dell Iva anche alla fase del dettaglio (in cui operano un insieme di imprese molto piccole con minori obblighi contabili) 59
60 POSSIBILI CAUSE La facilità di evadere nell ultima fase si è diffusa anche alle fasi precedenti pratiche di sottofatturazione o occultamento di cessioni 60
61 POSSIBILI RIMEDI 1. allargare il numero dei soggetti obbligati alla contabilità ordinaria 2. ampliare gli obblighi strumentali (bolla di accompagnamento poi soppressa dal 1996, scontrini e ricevute fiscali) 3. ricorso all accertamento presuntivo, come per le imposte dirette. Gli studi di settore sono utilizzati anche per l accertamento a fini Iva 4. Reverse charge e Split payment 61
62 3) IL COORDINAMENTO DELL IVA A LIVELLO COMUNITARIO 62
63 PRIMA FINALITÀ Rendere possibile la libera circolazione delle merci evitando la doppia tassazione: nel paese in cui avviene la produzione e nel paese in cui avviene il consumo 63
64 DUE PROBLEMI 1) neutralità: l imposta non deve alterare i prezzi relativi fra beni importati e beni prodotti internamente (non deve cioè alterare la concorrenza) 2) ripartizione del gettito: fra il paese ove avviene la produzione (origine) e paese ove avviene il consumo (destinazione) 64
65 PRINCIPI DI TASSAZIONE INTERNAZIONALE Evitano la doppia tassazione prevedendo la tassazione esclusiva 1)nel paese in cui avviene il consumo principio di destinazione 2)nel paese in cui avviene la produzione principio dell origine 65
66 PRINCIPIO DI DESTINAZIONE Neutralità Non si ha distorsione nei prezzi relativi Senza Iva Con Iva Produzione interna P I P I (1 + t I ) Importati P E P E (1 + t I ) Prezzi relativi P I /P E P I /P E 66
67 PRINCIPIO DI DESTINAZIONE Neutralità Non si ha distorsione nei prezzi relativi Senza Iva Con Iva Produzione interna P I P I (1 + t I ) Importati P E P E (1 + t I ) Prezzi relativi P I /P E P I /P E 67
68 PRINCIPIO DI DESTINAZIONE Neutralità Non si ha distorsione nei prezzi relativi Senza Iva Con Iva Produzione interna P I P I (1 + t I ) Importati P E P E (1 + t I ) Prezzi relativi P I /P E P I /P E 68
69 PRINCIPIO DI DESTINAZIONE Neutralità Non è necessaria nessuna armonizzazione del livello delle aliquote 69
70 PRINCIPIO DI DESTINAZIONE Ripartizione del gettito Tutto il gettito affluisce al paese in cui avviene il consumo Ciò è coerente con la natura dell Iva che è un imposta sui consumi 70
71 PRINCIPIO DELL ORIGINE Neutralità Si ha distorsione nei prezzi relativi Senza Iva Con Iva Produzione interna P I P I (1 + t I ) Importati P E P E (1 + t I ) Prezzi relativi P I /P E P I /P E 71
72 PRINCIPIO DELL ORIGINE Neutralità Si ha distorsione nei prezzi relativi Senza Iva Con Iva Produzione interna P I P I (1 + t I ) Importati P E P E (1 + t E ) Prezzi relativi P I /P E P I /P E 72
73 PRINCIPIO DELL ORIGINE Neutralità Si ha distorsione nei prezzi relativi Senza Iva Con Iva Produzione interna P I P I (1 + t I ) Importati P E P E (1 + t E ) Prezzi relativi P I /P E P I (1 + t I ) / P E (1 + t E ) 73
74 Neutralità E necessaria l armonizzazione del livello delle aliquote 74
75 PRINCIPIO DELL ORIGINE Ripartizione del gettito Il gettito si distribuisce fra i due paesi, in relazione alla quota di valore aggiunto da essi prodotta. Se si ritiene che l Iva, in quanto imposta sul consumo, debba affluire integralmente al paese di destinazione, il paese esportatore deve restituire al paese importatore l imposta prelevata 75
76 PROBLEMI APPLICATIVI Principio di destinazione è di facile applicabilità in presenza di frontiere fiscali. Al passaggio della frontiera il bene esportato viene riconosciuto non imponibile e l esportatore viene rimborsato dell Iva pagata sugli acquisti L importatore paga l Iva sul corrispettivo dovuto all esportatore applicando l aliquota del paese di destinazione 76
77 PRINCIPIO DI DESTINAZIONE CON FRONTIERE FISCALI Iva al 12% nel paese (E) e Iva al 10% nel paese (I) Esportatore (E) Valore del bene esportato: 400 Iva a debito = 0 (detraibilità dell Iva sugli acquisti o acquisti in sospensione di imposta) Dogana Iva sulle importazioni prevista dal paese (I) 10%(400) = 40 Importatore (I) Vende il bene a 600 Iva a debito 10%(600)=60 Iva a credito: 40 Iva da versare (60-40) = 20 Gettito paese E 0 Gettito paese I 60 77
78 IL MERCATO UNICO EUROPEO Dal 1/1/93, con la costituzione del Mercato Unico Europeo, si è avuta l abolizione delle barriere doganali. Ciò ha reso necessario la revisione del precedente sistema di prelievo nella direzione dell applicazione del principio dell origine 78
79 PROBLEMI APPLICATIVI Principio dell origine Non richiede la presenza di frontiere fiscali. Gli scambi intracomunitari sono regolati come quelli all interno di ogni singolo mercato nazionale Il venditore paga l imposta richiesta dal suo paese, commisurandola al corrispettivo della cessione e detrae l imposta sugli acquisti indipendentemente da quale sia il paese a cui è affluita. 79
80 PRINCIPIO DELL ORIGINE Esportatore (E) Valore del bene esportato: 400 Iva a debito 12%400 = 48 Dogana Importatore (I) Vende il bene a 600 Iva a debito 10%(600)= 60 Iva a credito: 48 Iva da versare (60-48) = 12 Gettito paese E 48 Gettito paese I 12 80
81 PROBLEMI 1)non neutralità richiede armonizzazione delle aliquote 2) attribuzione del gettito al paese ove avviene il consumo richiede l istituzione di una Camera di compensazione 81
82 REGIME TRANSITORIO Mantenimento sostanziale del principio di destinazione. L esportatore, per ottenere la non imponibilità, deve notificare alla propria amministrazione finanziaria tutti i dati relativi all operazione (compresi i dati sull acquirente). L importatore (acquirente) autoliquida l Iva dovuta (con aliquota del suo paese) alla prima liquidazione mensile. Potrà poi detrarla (è Iva a credito, sugli acquisiti), secondo le usuali regole, dall Iva a debito. 82
83 REGIME TRANSITORIO (acquisiti intracomunitari, nel caso (I) sia un impresa) Esportatore (E) Valore del bene esportato: 400 Iva a debito=0 Dogana Importatore (I) Vende il bene a 600 Autoliquidazione 10%(400)=40 Iva a debito 10%(600)= 60 Iva a credito=40 Iva da versare (60-40) = 20 Gettito paese E 0 Gettito paese I 60 83
84 PROBLEMA Efficacia dei controlli La soluzione prevista si fonda: - sull interesse dell esportatore a comunicare le informazioni relative allo scambio alla propria amministrazione finanziaria; - sullo scambio di informazioni fra le amministrazioni finanziarie dei diversi paesi. 84
85 Obiettivi della lezione (Iva) Sapere identificare e descrivere accuratamente le principali tipologie d imposte generali sugli scambi: imposte sul valore pieno; imposte sul valore aggiunto; imposte plurifase e monofase. Sapere identificare (e applicare a semplici esercizi) diverse tipologie d imposte plurifase sul valore aggiunto, con riferimento a: Metodo base da base Metodo imposta da imposta Iva tipo: reddito lordo, netto e consumo Avere compreso il significato di settore verticalmente integrato. Sapere identificare (e applicare a semplici esercizi) i vantaggi di un imposta sul valore aggiunto rispetto a un imposta generale sugli scambi. Sapere identificare e calcolare l applicazione dell Iva con riferimento a: Operazioni imponibili, non imponibili ed esenti. Essere consapevoli della presenza di problemi di evasione dell Iva e sue possibili cause. Coordinamento dell Iva a livello comunitario: sapere definire il principio di destinazione e il principio di origine con particolare riferimento ai problemi della neutralità e della ripartizione del gettito. 85
86 Dove studiare P.Bosi e M.C.Guerra, I tributi nell economia italiana. Edizione 2016, il Mulino, 2016 Capitolo VlII. L imposta generale sugli scambi: l Iva (ad esclusione del paragrafo 3.2 Le prestazioni dei servizi e il commercio elettronico) 86
87 Esercizio 1 (Iva) L impresa Gatta ci cova s.p.a, nel acquista un bene d investimento per ha spese per personale per produce e vende un bene dal valore di ha ammortamenti per acquista un bene intermedio per ha spese per interessi passivi per 130 Tutti gli importi sin qui forniti non sono comprensivi di Iva. Calcolare l Iva a debito, l Iva a credito e l Iva versata dall impresa Gatta ci cova s.p.a., nell ipotesi che l Iva sia applicata con un aliquota uniforme del 10% e che le modalità di applicazione dell Iva siano quelle previste dalla normativa italiana. 87
88 Esercizio 2 (Iva) L impresa Investimenti produce, in un processo verticalmente integrato e del tutto indipendente dalle altre imprese, un bene di investimento, del valore di 2400; tale bene è venduto all impresa Consumi. L impresa Intermedi produce, in un processo verticalmente integrato e del tutto indipendente dalle altre imprese, un bene intermedio di 1300 e lo vende all impresa Consumi. L impresa Consumi produce un bene di consumo finale, che vende direttamente al consumatore finale a Nell ipotesi che l Iva sia applicata in Italia con un aliquota del 10%: calcolate, applicando la normativa vigente in Italia, l Iva versata da ciascuna impresa e l ammontare complessivo di Iva incassata dallo Stato. 88
89 Esercizio 3 (Iva) L impresa Alfa, che non ha spese per acquisti, vende all impresa Beta un bene intermedio per 300. L impresa Beta a sua volta vende all impresa Gamma un bene di investimento, ammortizzabile in 3 anni, al prezzo di 450. Infine, l impresa Gamma vende al dettaglio un bene del valore di 700. Tutti i valori monetari sono al netto dell Iva. Se l aliquota dell Iva è pari al 10% per tutti i beni e servizi, calcolate l Iva a credito e a debito in ciascuna fase, nei due casi di Iva tipo reddito lordo, e Iva tipo consumo. 89
90 Esercizio 4 (Iva) L impresa Aliquota bassa, che non ha spese per acquisti, vende all impresa Aliquota alta un bene intermedio per 100. L impresa Aliquota alta a sua volta produce e vende all impresa Aliquota media un bene intermedio per 500. Infine, l impresa Aliquota media produce e vende beni di consumo per un valore di Tutti i valori monetari sono al netto dell Iva. Alle tre tipologie di beni sono applicate aliquote differenziate e rispettivamente un aliquota bassa del 10%; un aliquota alta del 20% e un aliquota media del 15%. Applicando il metodo imposta da imposta, calcolate l Iva versata da ciascuna impresa e mostrate che l aliquota media che grava sul valore aggiunto complessivo corrisponde a quella riservata al bene finale di consumo. 90
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