Bullismo e cyberbullismo

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1 Alle origini del bullismo Con il termine bullismo si indicano i comportamenti violenti perpetrati intenzionalmente e ripetutamente, in ambito giovanile, nei confronti di persone deboli o indifese. Tali atteggiamenti prevedono violenze psicologiche, verbali e fisiche e sono spesso attuati da gruppi di individui nei confronti di vittime identificate come soggetti deboli a causa delle loro caratteristiche personali (per esempio per il loro aspetto fisico, il colore della carnagione, il loro orientamento sessuale ecc.) o socioculturali (per esempio per la loro diversa condizione economica o provenienza geografica). L etimologia del termine risale probabilmente alle antiche lingue germaniche (da bule, amico intimo ), da cui è derivato bully in inglese e bullo in italiano, che nel linguaggio colloquiale indica un individuo prepotente. Una piaga sociale Sebbene simili comportamenti siano sempre stati presenti in vari contesti delle relazioni umane, il bullismo è stato oggetto di studi approfonditi solo a partire dalla fine del XX secolo nei Paesi scandinavi e anglosassoni: in particolare le prime indagini scientifiche su questo fenomeno furono avviate negli anni Settanta in seguito al suicidio di due studenti norvegesi, esasperati dai ripetuti atti di bullismo compiuti nei loro confronti da alcuni compagni di classe, un episodio che aveva colpito profondamente l opinione pubblica di quella nazione. Da allora l attenzione per questi fenomeni si è diffusa in tutti i Paesi del mondo, poiché si tratta di un problema globale, che interessa soprattutto le società delle nazioni più sviluppate. Oltre al bullismo diretto, che si manifesta con atti di ostilità evidenti e concreti ed è più frequentemente diffuso tra i maschi, vi è anche quello indiretto, che è più comune tra le femmine 1

2 ed è spesso più pericoloso, perché meno visibile: le vittime sono infatti danneggiate nelle loro relazioni sociali attraverso pettegolezzi, calunnie e maldicenze propagate a loro insaputa, che ne provocano l emarginazione o l esclusione dal contesto di amicizie, senza che ci sia un attacco diretto, come invece accade delle molestie fisiche o verbali. Il bullismo elettronico La variante più recente di questo fenomeno è il cosiddetto cyberbullismo, (da cyber, termine inglese con cui si indica il mondo dei computer e della realtà virtuale), che si è diffuso in seguito all affermazione degli strumenti elettronici e della rete Internet: si tratta del cosiddetto bullismo on line, con cui si indicano le offese verbali e le denigrazioni attuate attraverso il web e i social network. Al posto della violenza fisica o verbale rivolta direttamente contro le vittime, il cyberbullismo contempla la diffusione di messaggi diffamatori o addirittura di immagini rubate a una vittima tramite la rete dei contatti, con l intento di diffamarla, di minacciarla o di infastidirla. Il 7 febbraio 2017 è stato celebrato il 14 Safer Internet Day, la giornata mondiale finalizzata a rendere più sicuro l uso della rete Internet, in oltre 100 Paesi del mondo: le statistiche italiane del 2016 parlano di 235 minori vittime di cyberbullismo, con ingiurie, minacce e molestie di vario tipo. A questo dato si aggiungono 70 casi di furto di identità digitale e 27 casi di diffusione di materiale pedopornografico. Si tratta di un fenomeno in costante crescita, con un aumento di circa l 8% rispetto all anno precedente. Un errata percezione dei rischi Secondo un recente sondaggio eseguito da Doxa Kids (una società indipendente di ricerche statistiche), il 60% dei minori che hanno subito un atto di cyberbullismo ha pensato di suicidarsi, mentre almeno il 35% dei ragazzi tra gli 11 e 19 anni è stato vittima di episodi di bullismo. Un dato su tutti fa riflettere: la maggioranza delle vittime (53,6%) è costituita da ragazze, nel 40% dei casi di età compresa tra gli 11 e i 14 anni. I fattori che hanno favorito la diffusione di questo fenomeno sono riconducibili essenzialmente all immaturità e agli atteggiamenti di eccessiva superficialità mostrata da molti minorenni, che impediscono loro di percepire tali atti come gravi reati: secondo uno studio realizzato dall Università La Sapienza di Roma, infatti, l 80% dei giovani non considera grave insultare o sbeffeggiare il prossimo attraverso i social network; l 86% non ritiene importanti le conseguenze di questi atti e il 71% non li nota nemmeno, come se non si trattasse di un fenomeno rilevante e molto pericoloso. 2

3 Le radici del fenomeno Per cercare di spiegare le motivazioni di questo fenomeno va analizzato l atteggiamento nei confronti degli strumenti informatici che caratterizza i comportamenti dei giovani: essi sono nativi digitali, in grado cioè di apprendere velocemente le caratteristiche e le modalità d uso degli apparecchi elettronici e della rete Internet, al punto che sono spesso loro stessi a insegnarle ai genitori o ai nonni, ma nella maggior parte dei casi non hanno la maturità e la consapevolezza necessaria per comprendere i rischi che questi strumenti nascondono, se non vengono usati in modo adeguato. La disperazione di una giovane vittima di atti di cyberbullismo. Dalla parte delle vittime L errata percezione di sicurezza connessa alla realtà virtuale aumenta dunque i rischi per le vittime: molti giovani, che in condizioni normali della vita quotidiana sarebbero molto più cauti a esporsi a una relazione incerta o pericolosa, cadono invece più facilmente nelle trappole tese attraverso la rete Internet. Purtroppo gli effetti del bullismo, sia diretto che indiretto, sono gravissimi e permanenti: dalle analisi emerge che le vittime di questi episodi sono maggiormente soggette a disturbi di depressione, mancanza di autostima, autolesionismo, tossicodipendenza e in molti casi il 3

4 bullismo è la causa principale dei tentativi di suicidio. Gli studi condotti su questo fenomeno hanno inoltre dimostrato la stretta relazione tra le molestie subite e atti di efferata violenza: intorno all anno 2000 le autorità statunitensi hanno accertato che, in circa due terzi dei 38 casi di stragi effettuate nelle scuole di quella nazione, la pianificazione delle violenze era strettamente collegata a episodi di bullismo che avevano coinvolto i giovani assassini. Le strategie per sconfiggere il bullismo L attenzione dell opinione pubblica verso questo fenomeno ha sicuramente consentito di approfondire meglio le sue caratteristiche e di diffondere una maggiore sensibilità e vigilanza nei confronti di tali reati, ma permangono ancora molti pregiudizi che ne impediscono un efficace azione di contrasto: per esempio la superficialità con cui gli atti di bullismo vengono spesso sminuiti a semplici ragazzate o addirittura l assurdità degli atteggiamenti di colpevolizzazione delle vittime, considerate responsabili delle violenze subite perché incapaci di difendersi da sole; sullo stesso piano si pongono i tentativi di giustificare i responsabili degli atti di bullismo in quanto presunte vittime di disagi famigliari, mentre gli studi dimostrano che la maggior parte di essi è composta da ragazzi viziati dai genitori e con un eccessiva autostima personale. Per tutti questi motivi risulta molto importante arginare il bullismo attraverso la diffusione di informazioni e la sensibilizzazione dell opinione pubblica, in modo da aumentare la vigilanza su tali fenomeni da parte sia degli adulti (genitori, insegnanti e operatori scolastici), sia dei ragazzi. In quest ottica si auspicano ottime prospettive dalle iniziative avviate dalla Polizia Postale italiana, che si occupa dei crimini commessi sulla rete Internet, ed è giunta quest anno alla quarta edizione della campagna Una vita da social : sono stati coinvolti oltre 1 milione di studenti e centinaia di migliaia tra genitori e insegnanti in 150 città italiane, per spiegare i rischi connessi a un uso superficiale e disattento degli strumenti elettronici e dei contatti telematici. Per riflettere e discutere in classe 1 Spiega il significato dei termini bullismo e cyberbullismo e le principali differenze tra questi due tipi di fenomeno. 2 Indica le origini della diffusione di questi atteggiamenti tra le giovani generazioni. 3 Descrivi quali strategie possono essere attuate per frenare la loro diffusione. 4

5 Per approfondire sul web 1 Se sei interessato a conoscere le iniziative del Safer Internet Italia, con particolare riferimento al piano nazionale per la prevenzione del bullismo nelle scuole, visita il seguente indirizzo web: 2 Le caratteristiche e risultati conseguiti dalla campagna di sensibilizzazione Una vita da social sono reperibili sul sito della Polizia di Stato: 5