Via Farini, Roma - fax coisp@coisp.it / / Rassegna stampa al 26 agosto 2011
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1 Via Farini, Roma - fax coisp@coisp.it / / COISP COORDINAMENTO PER L INDIPENDENZA SINDACALE DELLE FORZE DI POLIZIA COISP A TUTTO CAMPO Immigrazione clandestina, le rivolte nei Centri di tutta Italia e la sicurezza sanitaria! Rassegna stampa al 26 agosto 2011 Immigrazione clandestina, modalità di impiego del personale nei servizi di trasferimento di immigrati da Lampedusa - Dalla Segreteria Nazionale del COISP -COORDINAMENTO PER L INDIPENDENZA SINDACALE DELLE FORZE DI POLIZIA- riceviamo e pubblichiamo: In questi giorni continuano a giungere sull Isola di Lampedusa migliaia di immigrati dalle coste del nord Africa, riproponendo tutte le problematiche di profilassi sanitaria, sicurezza e ridislocazione degli stessi, sulle quali questa Segreteria Nazionale è più volte intervenuta. Il Coisp ritiene che la sicurezza degli Appartenenti alla Polizia di Stato ed alle altre Forze di Polizia, debbano essere il primo e più importante punto che precede ogni pianificazione dei servizi di ordine e sicurezza necessari sull Isola di Lampedusa, ma soprattutto durante i trasferimenti degli immigrati presso le altre strutture di accoglienza. Le rivolte generalizzate che si sono succedute, e si stanno verificando anche oggi, nei CPSA, CARA e CIE in tutta Italia, fanno comprendere che gli ospiti dei Centri sono ben consapevoli delle procedure di rimpatrio che saranno attivate a loro carico, a cui cercano di sottrarsi provando in ogni modo la fuga dalle strutture. I poliziotti si trovano perciò costretti ad opporsi fisicamente a questi tentativi di evasione, spesso senza mezzi ed in spaventosa inferiorità numerica. Questi fatti, non più isolati, DEVONO essere tenuti in massima considerazione soprattutto quando vengono predisposti i servizi di trasferimento e specialmente quando questi avvengono via mare. Al contrario lo scorso 19 agosto, sulla neve-traghetto Moby Fantasy, sono stati imbarcati oltre 1200 clandestini, ma predisposto un servizio con soli 30 appartenenti alle Forze di Polizia, che si trovano ancora in navigazione!!!!!!!!!! Appare evidente che tale sproporzione numerica equivale ad avere derogato ad ogni regola sulla tutela fisica del personale, ponendo in serio pericolo l incolumità degli Operanti. Se non il buon senso, almeno la prudenza dovrebbe consigliare di evitare di giocare alla roulette russa sulla pelle dei colleghi, mandati allo sbaraglio, a bordo di navi dove, oltretutto, risultano scadenti le condizioni igieniche, l alloggio ed il vitto. Il Coisp chiede un intervento immediato di codesto Ufficio che censuri l attività di chi predispone questi servizi standosene seduto dietro ad una scrivania, e che invece riteniamo dovrebbero essere comandati a bordo dei traghetti per provare, di persona, gli effetti di giorni di navigazione nelle condizioni descritte. Il Coisp non chiede solo una risposta sul singolo fatto denunciato, ma anche un immediata inversione di mentalità che eviti, DA SUBITO, che si ripetano situazioni simili. La Segreteria Nazionale del COISP CONTROLLI IN SPIAGGIA A GAETA, DENUNCIA DEL COISP: UNO STRANIERO FERMATO AVEVA LA TUBERCOLOSI - By: Responsabile: Marcello PUSCEDDU - Componenti: Fabio PIGA, Giovanni CACISI, Roberto DORIA, Roberto CASU
2 admin 24 agosto AGGIORNAMENTO Intervento della Segreteria Nazionale del Coisp Coordinamento per l Indipendenza Sindacale delle Forze di Polizia su quanto avvenuto nei giorni scorsi a Gaeta dove uno straniero fermati nei giorni scorsi avrebbero avuto la tubercolosi. Viene segnalato a questa Segreteria Nazionale che lo scorso 18 agosto, personale del Commissariato di P.S. di Gaeta, unitamente al Reparto Prevenzione Crimine di Roma della Polizia di Stato, alla Polizia Locale, alla Capitaneria di Porto ed alla Guardia Costiera, ha operato un controllo straordinario del territorio finalizzato al contrasto del commercio ambulante abusivo, al termine del quale sei cittadini marocchini venivano accompagnati presso gli uffici del Commissariato, in quanto non in regola con la normativa sugli stranieri. Gli adempimenti di rito, oltre alla predisposizione dell accompagnamento presso il C.I.E. di Torino di due dei clandestini, ha comportato la permanenza per diverse ore dei fermati nell ingresso dell Ufficio di Polizia, in quanto sprovvisto di altro locale idoneo allo scopo, oltre ai veicoli di servizio e presso l Ufficio di Polizia Scientifica del Commissariato di Formia a stretto contatto con gli Operatori ed utenti esterni. Nel pomeriggio del successivo giorno 19, con comunicazione informale personale della Questura di Latina riferiva che uno degli stranieri accompagnati a Torino risultava affetto da tubercolosi, senza specificare altro, destando ovvio e comprensibile allarme in tutti gli Operatori, sia in quelli che hanno operato in prima persona nel controllo straordinario e che hanno avuto diretto contatto con lo straniero affetto dalla malattia infettiva, sia in tutti quelli che, a vario titolo, frequentano la struttura e che potrebbero aver avuto contatto con l agente patogeno. Il Coisp ritiene che sia assolutamente censurabile la mancanza, a ben cinque giorni di distanza dal fatto, di una chiara ed esaustiva informazione da parte della Questura di Latina sull accaduto. Il Coisp chiede che le misure di profilassi per le persone ed i luoghi siano attivate senza ulteriore ritardo, evitando di esporre a rischi inutili i poliziotti, le loro famiglie e le persone che sono entrate in contatto con il cittadino risultato affetto da TBC. Questa Segreteria Nazionale chiede inoltre che, dato il ripetersi di episodi analoghi in tutto il territorio nazionale, siano emanate a livello centrale procedure standard ed adottati protocolli di intervento per tutto il personale della Polizia di Stato che si trovi a contatto con agenti patogeni di malattie infettive, contemporaneamente alla fornitura dei necessari presidi sanitari. Fermato malato di Tbc A rischio alcuni poliziotti. Il sindacato del Coisp chiede interventi e chiarimenti - 25/08/2011 Notizie Latina - Annarita Carbone. GAETA È allarme tubercolosi, non solo nella Capitale ma anche in provincia di Latina. A Gaeta in modo particolare dove, nei giorni scorsi, alcuni agenti di polizia, della capitaneria di porto e della guardia costiera, sarebbero entrati a contatto con un cittadino di origine marocchina rivelatosi, in un secondo momento, affetto da tubercolosi. Ignari della malattia dell'uomo, i militari di servizio avrebbero espletato tutte le azioni di routine previste durante i controlli effettuati sulle spiagge ed è durante tali controlli che 6 venditori ambulanti marocchini furono fermati ed accompagnati presso il commissariato di Polizia perchè non in regola con la normativa sugli stranieri. Gli agenti sarebbero stati a stretto contatto con loro sia sulle spiagge, sia in automobile, sia nelle sale d'aspetto degli Uffici di Polizia. Questo succedeva il 18 agosto scorso. Il giorno successivo, la Questura di Latina riferiva che uno dei due stranieri trasferiti presso il C.I.E. di Torino, risultava affetto da Tbc. La comunicazione, emessa in maniera informale dalla Questura al fine di accorciare al massimo i tempi di comunicazione, ha immediatamente suscitato grande apprensione. Il Coisp, sindacato di polizia, chiede al più presto che vengano effettuati i dovuti controlli sui luoghi e sulle persone interessate dall'evento: «La Segreteria nazionale chiede, visto il ripetersi di episodi analoghi in tutto il territorio, che siano emanate a livello centrale le procedure standard e adottati protocolli di intervento per tutto il personale della Responsabile: Marcello PUSCEDDU - Componenti: Fabio PIGA, Giovanni CACISI, Roberto DORIA, Roberto CASU - 2 -
3 Polizia di Stato che si trovi a contatto con agenti patogeni di malattie infettive. Vanno inoltre forniti i necessari presidi sanitari». «L'allarmismo che si sta diffondendo in questi giorni è esagerato - spiega il dottor Vincenzo Viola, medico chirurgo dell'ospedale di Fondi. Con l'arrivo di innumerevoli stranieri clandestini, la malattia sta tornando a presentarsi. Il contagio avviene sì per via aerea ma deve esserci un contatto molto stretto e diretto tra le goccioline di saliva emesse con la tosse e la persona sana». Di conseguenza, sì ai controlli ma va evitato il panico». "Disperazione e rassegnazione fra le donne rinchiuse al Cie". Il consigliere regionale Roberto Sconciaforni è entrato nella struttura di via Mattei dopo l'ennesimo episodio di ribellione: "Il tempo di trattenimento è stato allungato a 18 mesi, sono private della libertà pur non avendo commesso reati"- di LORENZA PLEUTERI (25 agosto 2011) - Disperazione. E ingiusta. Sono queste le parole con cui il consigliere regionale Roberto Sconciaforni, esce dal Centro di identificazione e espulsione di Bologna, visitato il giorno dopo l'ennesima, esasperata protesta delle donne rinchiuse nella sezione femminile e il deciso intervento della polizia. "Mi stupisce che la direzione e la questura dicano che queste persone non hanno alcun motivo per ribellarsi, reagire. Le donne che stanno lì dentro sono disperate, non c'è altro aggettivo. Hanno appena saputo che il tempo di trattenimento è stato allungato a 18 mesi. E continuano a non capire perchè siano private della libertà, non avendo commesso reati". Le storie personali sono le più disparate. "C'è una giovane nigeriana imprigionata da 5 mesi e due settimane. Contava i giorni che le mancavano a tornare fuori, consapevole che tanto non sarebbero riuscita a identificarla, perchè con certi Paesi d'origine è impossibile. Ha una bimba di 4 anni, che sta a Bologna con una sorella. Adesso dovrà aspettare ancora più di un anno per essere vicina alla figlia e vederla crescere". E il Cie, lo dice chi è confinato all'interno, è peggio della prigione."ai detenuti sono garantiti i diritti minimi, la scuola, il lavoro, l'istruzione, il trattamento. Nel Centro non c'è nulla". Non ci sono stati, ripetono in questura, neanche i pestaggi denunciati dalle donne che si sono ribellate. "Molte di loro - rileva il consigliere regionale - mi hanno fatto vedere i lividi che hanno sulle braccia e sulle mani. Non credo che la polizia abbia riportato la calma schioccando semplicemente le dita". Il problema di fondo, che è anche politico, secondo lui è un altro: " Alla luce delle direttive europee queste strutture sono illegali, totalmente illeggittime. E non servono a niente, se non a togliere dignità alle persone. La soluzione possibile è una sola: chiuderli". Sul Cie, all'indomani dei tafferugli, sono da registrare anche i commenti del sindacato di polizia Coisp: "Le forze dell'ordine non sono guardiani da circo. Non possono continuare a portare sulle proprie spalle il peso di un altro evidente fallimento della politica italiana. La gestione dei flussi migratori non può più essere lasciata solo ai poliziotto che, senza nessuna protezione per la loro incolumità e la salute, sono mandati allo sbaraglio, a gestire situazioni al limite umano". Ragusa, Centro di Primo Soccorso ed Assistenza di Pozzallo: il Coisp chiede intervento - 24/08/ RAGUSA, 24 AGOSTO La presente fa seguito e riferimento alle note di questa Segreteria Nazionale datate 4 e 19 agosto 2011, entrambe relative all'oggetto ed allegate alla presente. Come ampiamente prevedibile e denunciato dal Coisp con le note cui si fa seguito, le rivolte degli immigrati presso il Centro di Primo Soccorso ed Assistenza di Pozzallo stanno sfociando in fughe di massa, decine di arresti, violenze contro le Forze dell'ordine, tra le quali si contano diversi feriti. Il Centro di Pozzallo deve essere adeguato immediatamente sotto il profilo della sicurezza passiva, o deve essere chiuso! Non servono a nulla le ordinanze che impongono vigilanze e controlli serrati se gli "ospiti" sono ammassati dentro un capannone con letti a castello che forniscono una quantità infinita di sbarre da usare per attaccare i poliziotti. La sistematica devastazione di tutte le strutture, degli infissi, delle porte e delle finestre dovrebbero avere già consigliato di dichiarare il Centro non sicuro, senza attendere gli incidenti dei giorni scorsi, i quali non fanno altro che confermare la serietà degli allarmi lanciati dal Responsabile: Marcello PUSCEDDU - Componenti: Fabio PIGA, Giovanni CACISI, Roberto DORIA, Roberto CASU - 3 -
4 Coisp. Il Coisp chiede che la tutela dell'incolumità fisica degli Operatori di polizia impegnati a mantenere ordine e sicurezza nel CPSA di Pozzallo, sia il criterio di valutazione primario per l'agibilità della struttura, subordinando ogni altra valutazione e necessità a quella di autotutela del personale. Il Coisp farà ricadere le conseguenze dell'inerzia con cui viene trattata questa materia su coloro i quali, non agendo, si rendono complici di chi provoca rivolte, fughe di massa ed assalta i poliziotti. La Segreteria Nazionale del COISP Immigrati Lampedusa: "Lettera del COISP al ministero dell interno" - 24/08/ In questi giorni continuano a giungere sull'isola di Lampedusa migliaia di immigrati dalle coste del nord Africa, riproponendo tutte le problematiche di profilassi sanitaria, sicurezza e ridislocazione degli stessi, sulle quali questa Segreteria Nazionale è più volte intervenuta. Il Coisp ritiene che la sicurezza degli Appartenenti alla Polizia di Stato ed alle altre Forze di Polizia, debbano essere il primo e più importante punto che precede ogni pianificazione dei servizi di ordine e sicurezza necessari sull'isola di Lampedusa, ma soprattutto durante i trasferimenti degli immigrati presso le altre strutture di accoglienza. Le rivolte generalizzate che si sono succedute, e si stanno verificando anche oggi, nei CPSA, CARA e CIE in tutta Italia, fanno comprendere che gli "ospiti" dei Centri sono ben consapevoli delle procedure di rimpatrio che saranno attivate a loro carico, a cui cercano di sottrarsi provando in ogni modo la fuga dalle strutture. I poliziotti si trovano perciò costretti ad opporsi fisicamente a questi tentativi di evasione, spesso senza mezzi ed in spaventosa inferiorità numerica. Questi fatti, non più isolati, DEVONO essere tenuti in massima considerazione soprattutto quando vengono predisposti i servizi di trasferimento e specialmente quando questi avvengono via mare. Al contrario lo scorso 19 agosto, sulla neve-traghetto "Moby Fantasy", sono stati imbarcati oltre 1200 clandestini, ma predisposto un servizio con soli 30 appartenenti alle Forze di Polizia, che si trovano ancora in navigazione!!!!!!!!!! Appare evidente che tale sproporzione numerica equivale ad avere derogato ad ogni regola sulla tutela fisica del personale, ponendo in serio pericolo l'incolumità degli Operanti. Se non il buon senso, almeno la prudenza dovrebbe consigliare di evitare di giocare alla roulette russa sulla pelle dei colleghi, mandati allo sbaraglio, a bordo di navi dove, oltretutto, risultano scadenti le condizioni igieniche, l'alloggio ed il vitto. Il Coisp chiede un intervento immediato di codesto Ufficio che censuri l'attività di chi predispone questi servizi standosene seduto dietro ad una scrivania, e che invece riteniamo dovrebbero essere comandati a bordo dei traghetti per provare, di persona, gli effetti di giorni di navigazione nelle condizioni descritte. Il Coisp non chiede solo una risposta sul singolo fatto denunciato, ma anche un'immediata inversione di mentalità che eviti, DA SUBITO, che si ripetano situazioni simili. Così una lettera indirizzata al ministero dell interno a cura della Segreteria Nazionale del COISP. Emergenza Sant Anna di Crotone, il PPSD al fianco del Coisp - lunedì, agosto 22nd, Come rappresentante in Calabria del PPSD, un dovere morale mi impone di sostenere vigorosamente, nel nome di un Partito che ha come parole d ordine Sicurezza e Difesa, le richieste legittimamente avanzate dal Segretario provinciale del Coisp di Crotone Massimo Lupo in ordine ai gravi episodi di violenza verificatisi presso i Centri di Accoglienza del Sant Anna, con gravi ricadute sulla sicurezza di questo territorio, nonché sui suoi Operatori, che sono costretti ad operare in condizioni rischiose nonchè indecorose. A fronte dell intollerabile vicenda, è ormai divenuta un esigenza irrinunciabile quella di compiere ogni possibile sforzo diretto ad apportare un radicale cambiamento al modo di comprendere e concepire il complesso tema della sicurezza. Per far questo, occorre partire dal fatto che proprio sulla sicurezza l attuale Governo nazionale ha costruito molta della sua campagna elettorale, promesse inattese tradotte in proclami, spot e norme ancora più farraginose o anticostituzionali, oltre a una politica dei tagli al comparto sicurezza che nei prossimi tre anni si aggira intorno ai 3 miliardi di euro. Tutto ciò è valso a causare solo ed esclusivamente Responsabile: Marcello PUSCEDDU - Componenti: Fabio PIGA, Giovanni CACISI, Roberto DORIA, Roberto CASU - 4 -
5 un grave scollamento tra il personale di polizia che ha sempre meno strumenti, meno mezzi, meno uomini e stipendi praticamente congelati. Allora, credo che per costruire una efficace politica sulla sicurezza, sia necessario ripartire da qui, rimotivare e tornare ad investire in sicurezza. Con ciò voglio dire che se fin ora non si è riusciti, a livello nazionale, a dar voce agli Operatori della Sicurezza, si cerchi di dar loro adito a livello regionale, attivando un tavolo di confronto con essi stessi, al fine di soddisfare le loro inviolabili istanze. In particolare, ritengo che la problematica del Centro di Accoglienza del Cara di Sant Anna esiga un opera di coordinamento tra gli assessorati regionali alle Politiche Sociali e al Personale, rivolta, mediante la promulgazione di una legge regionale ad hoc, ad affrontare l emergenza immigrazione e, al contempo, creare le condizioni affinché gli operatori del Comparto Sicurezza possano operare agevolmente. Sono certa che seguendo quest iter, l attuale Governo regionale potrà dimostrare che è possibile costruire un modello calabrese di contestuale accoglienza e sicurezza contro l improvvisazione e la prassi delle scelte verticistiche nazionali. Il Segretario Regionale Filomena Falsetta. Responsabile: Marcello PUSCEDDU - Componenti: Fabio PIGA, Giovanni CACISI, Roberto DORIA, Roberto CASU - 5 -
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