A Roma altra vittoria PARMALAT: risparmiatore risarcito

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1 A Roma altra vittoria PARMALAT: risparmiatore risarcito Anche il Tribunale di Roma, come era già stato sancito da diversi altri giudici, ha condannato una importante banca italiana al risarcimento di quanto versato da due associati Confconsumatori per l acquisto di titoli Parmalat. Roma, 20/12/2010 (informazione.it - comunicati stampa) Anche il Tribunale di Roma, come era già stato sancito da diversi altri giudici, ha condannato una importante banca italiana al risarcimento di quanto versato da due associati Confconsumatori per l acquisto di titoli Parmalat. Il Tribunale, infatti, ha riscontrato che la banca era contrattualmente inadempiente per non avere assolto agli obblighi informativi previsti dal Regolamento Consob e dal Testo Unico Finanziario (T.U.F.), che prescrivono all istituto di credito di accertarsi della pericolosità del titolo, di comunicare la stessa al cliente e di assumere informazioni relativamente all esperienza del medesimo in materia di investimenti finanziari e per aver venduto i titoli in conflitto di interessi. Nel caso specifico, era accaduto che gli investitori avessero comprato obbligazioni Parmalat Fin, più in particolare bond emessi dalla Parmalat Corporation BV, il 15 marzo Il Tribunale di Roma ha condannato la Banca dopo aver accertato la violazione dei doveri dell intermediario, anche nella fase successiva alla stipulazione del contratto, considerando tali doveri derivanti da norme inderogabili e pertanto in grado di generare obblighi risarcitori per inadempimento contrattuale e produrre la risoluzione del contratto di intermediazione finanziaria. Non solo, la sentenza introduce e conferma un principio importante: ossia che, anche nel caso di sufficiente esperienza maturata dall investitore, la Banca non è esonerata dall adempimento degli obblighi di verificare l adeguatezza dell investimento in quanto la Banca non è mero e passivo esecutore degli ordini di acquisto del cliente ma ha il preciso obbligo di informarlo delle caratteristiche specifiche dell operazione, comunicandogli e spiegandogli, tra l altro, il grado di affidabilità del titolo secondo le agenzie di rating. Come risulta dalla sentenza del Tribunale di Roma dichiara l avv. Barbara D Agostino, che ha tutelato in giudizio gli investitori è impensabile che un intermediario finanziario non si preoccupi di valutare e comunicare la rischiosità dell investimento; è necessario infatti - continua l avv. D Agostino che agli investitori vengano fornite precise informazioni. Non solo: è importante la trasparenza degli istituti bancari che hanno l obbligo di rendere edotti gli investitori del conflitto di interessi. La sentenza è importante conclude l avv. D Agostino perché dimostra che è ormai univoco l orientamento giurisprudenziale in materia di bond Parmalat, grazie a numerose sentenze di condanna degli istituti di credito che hanno, oltretutto, venduto ai risparmiatori quei titoli in pieno conflitto di interessi, essendo creditori delle società del gruppo Parmalat. Derivati, Depfa valuta opzioni dopo sentenza Tar Provincia Pisa venerdì 17 dicembre :41 Stampa quest articolo[-] Testo [+] MILANO, 17 dicembre (Reuters) - Depfa Bank valuta le opzioni a sua disposizione dopo la sentenza del Tar della Toscana che ha avallato la decisione della Provincia di Pisa di annullare un contratto di ristrutturazione del debito siglato con Depfa e Dexia

2 Crediop (DEXI.BR: Quotazione) a causa di costi occulti. A dirlo è un portavoce dell'istituto in un a Reuters: "Depfa sta valutando le sue opzioni". L'altra banca coinvolta ha fatto sapere circa un mese fa di avere intenzione di ricorrere in appello al Consiglio di Stato. Per Dexia, "in base al disposto della sentenza, il contratto di derivati rimane in vigore e continua a produrre gli obblighi reciproci tra le parti". La Provincia di Pisa aveva proceduto con i due istituti nel 2007 a una ristrutturazione del debito che prevedeva la sottoscrizione di un prestito obbligazionario da 95,5 milioni di euro e la sigla di operazioni in derivati a copertura del rischio di tasso. Nel giugno 2009 l'amministrazione provinciale aveva sospeso i pagamenti rateali per poi deliberare l'annullamento del contratto a causa di costi impliciti dell'operazione, mossa contestata dalle banche il cui ricorso è stato però respinto dal tribunale amministrativo toscano. Il Tar toscano ha stabilito infatti la correttezza dei procedimenti di autotutela adottati dalla Provincia che sostiene sia stato violato il principio della convenienza economica a causa dei costi impliciti. Il 9 dicembre scorso anche il Comune di Firenze ha avviato un procedimento di autotutela su sei contratti di interest rate swap siglati con tre banche, sospendendo in via cautelativa i relativi pagamenti per 30 giorni [ID:nMIE6BD0NR]. Vertici Unipol impugnano sanzioni Gruppo e manager multati per scalata tentata alla Bnl 20 dicembre, 21:06 tml ROMA, 20 DIC - Il gruppo Unipol, l'ex presidente Giovanni Consorte e l'ex vice presidente Ivano Sacchetti impugnano al Tar le sanzioni inflitte dalla Consob nel settembre 2009 in relazione al tentativo di acquisire la Bnl, nel Al gruppo era stata inflitta una sanzione di 600mila euro, a Consorte e Sacchetti 300mila euro a testa. Banca centrale appoggia commissione Germania e altri paesi sarebbero contrari 20 dicembre, 16:42 ml(ansa) - ROMA, 20 DIC - La Banca centrale europea appoggia la proposta della Commissione Ue di includere la liquidita' fra i parametri della prossima tornata di stress test sulle banche.molti paesi europei, fra cui la Germania, sarebbero contrari ai test di liquidita'. Crisi: Irlanda, Bce esprime seri timori su salvataggio

3 Potrebbe influire su capacita' Istituto di fornire altri aiuti (ANSA) - ROMA, 20 DIC - La Banca Centrale Europea ha espresso 'serie preoccupazioni' sul pacchetto di salvataggio da 85 miliardi di euro concesso all'irlanda perche' potrebbe influire negativamente sulla facolta' dell'istituto di fornire ulteriori aiuti finanziari a Paesi di Eurolandia. In un opinion paper pubblicato sul proprio sito l'eurotower spiega che la legge per il salvataggio dell'irlanda potrebbe 'minacciare il diritto' della Bce di scegliere il collaterale per coprire i prestiti erogati. 'La Bce ha serie preoccupazioni sul fatto che la bozza di legge abbia insufficienti basi legali su una serie di questioni critiche per l'eurosistema'. Ad esempio 'l'ambito dei diritti delle banche centrali sul collaterale fornito come garanzia a fronte della liquidita' fornita come assistenza d'emergenza', si legge nell'opinion paper, datato 17 dicembre. Inoltre, secondo la Bce, i poteri concessi al ministro delle Finanze irlandese, Brian Lenihan, dalla bozza di legge 'interferiscono in modo significativo' con i diritti degli azionisti e creditori degli istituti finanziari. L'Istituto Centrale quindi ''chiede ulteriori chiarimenti in modo che i diritti delle banche centrali e della Bce, come creditori degli istituti finanziari, non vengano minati'. Nuovo record per il franco, Banca centrale svizzera teme crollo euro Di Francesca Gerosa id= &chkagenzie=tmfi&sez=news&testo=&titolo=nuovo%20record %20per%20il%20franco,%20Banca%20centrale%20svizzera%20teme%20crollo%20euro L'euro potrebbe registrare una forte perdita di valore contro il franco svizzero. Il monito arriva dal presidente della Banca centrale svizzera, Philippe Hildebrand, in un incontro privato con il Governo, stando a quanto riportato ieri dal Sonntag. Secondo il quotidiano, Hildebrand avrebbe detto che, se la crisi sul debito sovrano dell'eurozona dovesse aggravarsi, l'euro potrebbe scendere fino a 0,50 franchi svizzeri. Per evitare un eventuale crollo della moneta unica contro il franco svizzero, che rischierebbe di danneggiare le esportazioni del Paese, Hildebrand avrebbe chiesto al Governo di premere sul Parlamento svizzero affinché supporti la concessione di una linea di credito da 16,5 miliardi di franchi a favore del Fmi. Oggi il franco svizzero ha aggiornato i massimi storici contro l'euro a 1,2702. Attualmente l'euro/franco svizzero scambia a 1,2715. L'euro continua a soffrire il taglio della scorsa settimana del rating dell'irlanda da parte di Moody's e, secondo gli analisti, resterà sotto pressione fino a quando non ci sarà maggiore chiarezza in Europa sulle questioni dei finanziamenti e della liquidità. La Bce ha inoltre espresso "seria preoccupazione" che il pacchetto di salvataggio approvato dal parlamento irlandese sia in conflitto con i diritti dell'istituto sulla scelta del collaterale da accettare nelle operazioni di liquidità, mentre il presidente, Jean Claude Trichet, ha ribadito che Dublino deve applicare "rigorosamente" il piano di salvataggio. In ogni caso per Trichet l'euro è ancora una valuta credibile e l'attuale crisi dell'eurozona non è legata alla moneta unica ma all'incapacità di alcuni Paesi di gestire le proprie finanze pubbliche. "L'euro", ha sottolineato Trichet, "è una valuta credibile. Il problema è di stabilità finanziaria ed è stato causato da alcuni Paesi che non hanno saputo gestire i bilanci come avrebbero dovuto fare".

4 Ogni Stato dovrà fare degli sforzi per contrastare la crisi del debito, ma solo pensare all'ipotesi di un'uscita dall'euro è assurdo, ha spiegato. Anche il cross euro/dollaro è debole: al momento a 1,3154. "Il movimento di deprezzamento dell'euro nei confronti del dollaro è cominciato venerdì", osservano gli strategist di Forex Capital Market, "quando nel pomeriggio è avvenuta la rottura del livello più volte indicato, nell'ultima settimana, a 1,3180". "Molto probabilmente il downgrade dell'irlanda ha innescato il movimento, mentre la presenza di parecchi stop cautelativi di posizioni lunghe ha fatto il resto, portando il cambio a raggiungere un nuovo minimo", sostengono gli esperti. "Per le prossime ore, la rottura di questo importante livello, complica la situazione della moneta unica che ora pare avere buone possibilità di discesa. Il peso delle problematiche legate ai Paesi periferici si è fatto sentire e sarà l'elemento che muoverà di più i mercati da qui a fine anno", concludono a FXCM. BMPS E ASSOCIAZIONI CONSUMATORI: A PRATO INIZIATIVA CONSUMER LAB bmps_e_associazioni_consumatori_a_prato_iniziativa_consumer_lab Chiudi 18:17 13 DIC 2010 (AGI) - Prato, 13 dic. - Banca Monte dei Paschi di Siena e le Associazioni dei Consumatori hanno illustrato oggi a Prato, nel corso della conferenza organizzata per la presentazione del "Consumer- Lab", le nuove iniziative implementate nella provincia in favore dei consumatori. "Consumer Lab" e' un tavolo di lavoro comune e di confronto permanente, attivato da anni tra Banca Monte dei Paschi di Siena e le piu' importanti Associazioni italiane di Consumatori: l'iniziativa presentata oggi a Prato rende la collaborazione ancora piu' efficace. A partire dal 13 e fino al 15 dicembre, infatti, sara' attivo uno specifico "corner" allestito presso la filiale di Banca Monte dei Paschi di Siena di Prato in viale Montegrappa, angolo viale della Repubblica, per recepire le necessita' concrete delle famiglie clienti e non della banca. Allo scopo di individuare le reali esigenze e problematiche dei consumatori locali, per la prima volta una grande banca nazionale si apre all'ascolto non solo degli uffici cittadini delle Associazioni dei Consumatori aderenti ma anche, insieme a loro, di tutta la cittadinanza che voglia sfruttare l'occasione di un apposito "punto d'ascolto". Inoltre, a ulteriore conferma del positivo percorso intrapreso ormai da anni dal Gruppo Montepaschi e dalle Associazioni dei Consumatori legate a Consumer Lab, e' nata da pochi giorni la "Carta dei Diritti e dei Doveri", un nuovo strumento a tutela della clientela bancaria. Nella Guida vengono illustrate le caratteristiche dei principali prodotti bancari, finanziari e assicurativi tra i quali i prestiti al consumo, il conto corrente, il mutuo, i sistemi di pagamento, le polizze e i documenti necessari da esibire per procedere alla richiesta. Durante la conferenza di questa mattina, al tavolo dei relatori si sono alternate le testimonianze di Leandro Polidori, Responsabile Area Compliance e Customer Care di Banca Monte dei Paschi, Marco Belliti, Responsabile della Direzione Territoriale di Prato di Banca Monte dei Paschi, Andrea Frosini, Responsabile provinciale di Adusbef, Mario Frangioli, Vice-presidente Regionale Lega Consumatori, che hanno illustrato le motivazioni e le caratteristiche dell'accordo, il "pacchetto anti-crisi" e le attivita' che Banca Monte dei Paschi di Siena ha elaborato ed implementera' in provincia di Prato per migliorare il rapporto con i clienti. Banca Monte dei Paschi di Siena, inoltre, ha adottato a livello nazionale un pacchetto di misure a sostegno dei clienti in difficolta' a causa della crisi economica: sospensione delle rate di mutuo e prestito personale, rinegoziazione mutui, copertura assicurativa del mutuo contro la perdita da lavoro, protezione delle rate dal rialzo dei tassi ed una guida innovativa per orientare i consumatori nell'indebitamento e rispondere alle esigenze specifiche dei tempi. Crédit Agricole svaluta quota in Intesa San Paolo

5 (Teleborsa) - Roma, 17 dic - A seguito della riunione del consiglio di amministrazione di Crédit Agricole del 16 dicembre 2010, il gruppo bancario annuncia che porrà fine al meccanismo che permette la sua rappresentanza nel Consiglio di Sorveglianza di Intesa Sanpaolo. Lo si legge in una nota. Questa rappresentazione, risultante dall'accordo siglato con Intesa Sanpaolo SpA il 17 febbraio 2010, avrebbe dovuto concludersi entro il 30 giugno Mentre il prezzo attuale quota di Intesa Sanpaolo SpA non sembra riflettere il valore fondamentale del bene, Crédit Agricole SA precisa che essa non ha avviato una procedura a vendere la sua partecipazione nella società nel breve termine. Questa decisione comporterà una riclassificazione nel bilancio della partecipazione del 4,79% di Crédit Agricole SA in Intesa Sanpaolo SpA - con il 4,99% dei diritti di voto - dalla categoria degli azionari affiliati a quello di attività finanziarie disponibili per la vendita. Sulla base dei prezzi di Intesa Sanpaolo SpA, questa riclassificazione rappresenterebbe un impatto negativo sull'utile netto di circa 1,25 miliardi del quarto trimestre del 2010, con un impatto sul capitale Tier 1 ratio e sul Core Tier 1 capital ratio, pubblicati al 30 settembre 2010, di -10 punti base e - 38 punti base rispettivamente. L'impatto sul rapporto globale a partire dalla stessa data sarebbe 28 punti base. Questa decisione è avvenuta poichè i due gruppi stanno lavorando contemporaneamente sui rispettivi piani strategici a medio termine e la comunicazione rispettive di questi piani è prevista per la primavera In questo contesto, non sembra opportuno che Crédit Agricole SA di estendere la propria rappresentanza nel Consiglio di Sorveglianza di Intesa Sanpaolo. Crédit Agricole SA precisa che questa decisione non rimette in discussione i propri calcoli sulla sua capacità di far fronte con i nuovi requisiti di Basilea III UNICREDIT: FIRMATO ACCORDO PER CESSIONE 100% MCC A POSTE ITALIANE UNICREDIT FIRMATO_ACCORDO_PER_CESSIONE_100_PERCENTO MCC_A_POSTE_ ITALIANE ORA-.html (ASCA) - Roma, 20 dic - UniCredit e Poste Italiane hanno firmato in data odierna l'accordo finalizzato alla cessione del 100% di UniCredit MedioCredito Centrale (MCC) a Poste Italiane. MCC diventera', post cessione, il veicolo per la creazione della Banca del Mezzogiorno. Lo comunica una nota di Unicredit. L'operazione prevede che la cessione di MCC avvenga per un corrispettivo pari a 136 milioni di euro, che sara' corrisposto da Poste al momento del trasferimento delle azioni che ci si attende possa avvenire nella primavera 2011, subordinatamente al verificarsi di alcune condizioni, tra cui l'ottenimento da parte di Poste delle autorizzazioni delle competenti autorita' regolamentari. Restera' di pertinenza di UniCredit il risultato di periodo relativo all'esercizio 2010 nonche' quello relativo all'esercizio 2011 fino alla data di trasferimento delle azioni di MCC. CariVerona starebbe valutando il passaggio da Unicredit al Banco Popolare

6 099B2296C6C3%257D&folsession=b799cf37e54109b46257e103ed416bb7 Finanzaonline.com /09:38 CariVerona, il primo azionista italiano di Unicredit con una quota del 4,98%, secondo indiscrezioni di stampa potrebbe considerare di ridurre la sua quota nell istituto di piazza Cordusio per reimpiegarla nel Banco Popolare (attualmente possiede lo 0,05%) attraverso l imminente aumento di capitale da 2 miliardi di euro. "Questo conferma come le grandi banche siano molto distanti dagli interessi locali delle Fondazioni", fanno notare gli analisti di Mediobanca. Gli analisti di piazzetta Cuccia confermano la loro cautela sulle banche italiane: neutral con target price a 2,1 euro per Unicredit, underperform con prezzo obiettivo a 4 euro per il Banco Popolare. Il titolo della banca guidata da Pier Francesco Saviotti mostra un progresso di oltre 2 punti percentuali a Piazza Affari, sostenuta dall upgrade di Goldman Sachs che ha portato il giudizio sull azione a neutral dal precedente sell. Il conta-fallimenti-bancari: dall inizio del 2010 ad oggi sono 154 Un'esclusiva di Reset Italia. Move your money ad-oggi-sono-149/in esclusiva solo su Reset Italia, il tradizionale appuntamento del week-end sui fallimenti bancari in Usa. Dopo tre settimane di stop Tre nuovi nomi si aggiungono alla lista americana delle banche fallite, Appalachian Community Bank, Chestatee State Bank e The Bank of Miami,N.A. La Federal Deposit Insurance Corporation riporta l elenco aggiornato Closing date al 10 Dicembre. Inoltre, l agenzia federale che garantisce i depositi americani, ha avviato circa 50 inchieste penali su ex dirigenti, consiglieri di amministrazione e dipendenti di banche fallite durante la crisi finanziaria per accertare eventuali comportamenti scorretti. Ricordiamo che FDIC ha verificato che sono oltre 700 le banche a rischio per il 2010, e che i fallimenti negli anni precedenti, erano stati 140 nel 2009, 25 nel 2008, solo 3 nel Inoltre, dal 25 settembre 2008 (fallimento di Washington Mutual, il maggiore nella storia) le banche fallite negli Stati Uniti sono state 279. Fra fallimenti e fusioni, il numero degli istituti di credito statunitensi potrebbe ridursi a nel prossimo decennio dalle attuali unita. Lo riporta il Wall Street Journal, sottolineando come le banche continuano a fallire e non sembra esserci una luce alla fine del tunnel. Il movimento, Move your money, spostate i vostri soldi, lanciato su Facebook, che invita gli americani a togliere i depositi dalle grandi banche salvate dallo stato, ha nuovamente recuperato quota fan. Gli esperti come avevano previsto ad inizio anno è stata superata la quota dei fallimenti del La stampa nostrana, specializzata e non, continua a non riportare mai la notizia di questi fallimenti. Forse la notizia è questa. Il silenzio della nostra stampa FINANZA/ 2. Se il Sig. Fiat entra anche in Banca...

7 Gianni Credit lunedì 20 dicembre 2010 In questa noticina si parla, quasi per regola, di banchieri. Per una volta - e forse non sarà sufficiente - è invece il caso di essere attenti ai bancari (e le riflessioni non saranno molto diverse da quelle applicabili a molti cugini del terziario: a cominciare dai giornalisti). Nel settore creditizio è iniziata una nuova stagione di grandi ristrutturazioni aziendali: il rinnovo del contratto nazionale occuperà prevedibilmente tutto il Il confronto tra Abi e sindacati è già molto duro: l Assobancaria stessa ha avviato un piano di esuberi. E più che simbolicamente, il profilo di Sergio Marchionne si staglia anche su migliaia di agenzie bancarie e su centinaia di sale operative. Il precedente riassetto industriale del credito si sviluppò a partire da metà degli anni '90 e coincise con il lungo processo di privatizzazione e concentrazione, continuato anche dopo la nascita dell euro. La tribù dei bancari - uno dei veri corpi sociale del Paese - ne uscì ridotta di un buon 10%, ma soprattutto mutò fisionomia. I para-burocrati con sedici mensilità - aristocrazia di un ceto medio - cominciarono a fare i conti con il mercato aperto: con azionisti privati che nominavano top manager incaricati di creare valore, di contenere i costi e promuovere i ricavi. Le professionalità richieste cambiarono velocemente e radicamente: il bancario-prototipo (il direttore di filale o il dirigente intermedio) era un esperto di affidamenti, di valutazione e controllo del rischio di un prestito a un impresa. La gestione finanziaria era affidata a tesorieri che operavano principalmente su circuiti interbancari non globalizzati. In questa noticina si parla, quasi per regola, di banchieri. Per una volta - e forse non sarà sufficiente - è invece il caso di essere attenti ai bancari (e le riflessioni non saranno molto diverse da quelle applicabili a molti cugini del terziario: a cominciare dai giornalisti). Nel settore creditizio è iniziata una nuova stagione di grandi ristrutturazioni aziendali: il rinnovo del contratto nazionale occuperà prevedibilmente tutto il Il confronto tra Abi e sindacati è già molto duro: l Assobancaria stessa ha avviato un piano di esuberi. E più che simbolicamente, il profilo di Sergio Marchionne si staglia anche su migliaia di agenzie bancarie e su centinaia di sale operative. Il precedente riassetto industriale del credito si sviluppò a partire da metà degli anni '90 e coincise con il lungo processo di privatizzazione e concentrazione, continuato anche dopo la nascita dell euro. La tribù dei bancari - uno dei veri corpi sociale del Paese - ne uscì ridotta di un buon 10%, ma soprattutto mutò fisionomia. I para-burocrati con sedici mensilità - aristocrazia di un ceto medio - cominciarono a fare i conti con il mercato aperto: con azionisti privati che nominavano top manager incaricati di creare valore, di contenere i costi e promuovere i ricavi. Le professionalità richieste cambiarono velocemente e radicamente: il bancario-prototipo (il direttore di filale o il dirigente intermedio) era un esperto di affidamenti, di valutazione e controllo del rischio di un prestito a un impresa. La gestione finanziaria era affidata a tesorieri che operavano principalmente su circuiti interbancari non globalizzati. Nessuna dubita che il giovane laureato europeo - già abituato a partire con redditi low cost - possa esprimere la stessa produttività e qualità professionale dei trentenni di quindici anni fa, ad esempio alle spalle del meno-che-quarantenne Alessandro Profumo al vertice di UniCredit. Però, a differenza di allora, quale spartito strategico dovranno interpretare non è chiaro. Anzi: il ritorno dell economia reale come centro propulsore dell economia, il declino (forse temporaneo) della Borsa e della finanza d impresa, rendono nuovamente attuali le competenze spazio-temporali legate all esperienza e ai territori. Anche se nei prossimi dieci anni la missione corale del sistema bancario sarà l adozione globale di Basilea 3, è assai probabile che il vantaggio competitivo starà invece all estremo opposto: nella capacità di individuare sul mercato a uno a uno i clienti da affidare. Anche perché solo così una banca può ricreare attorno a sé un ambiente fertile per un nuovo sviluppo della banca stessa. Il

8 taglio del costo del lavoro in banca è un vincolo: come per l industria dell auto nel mondo, come per la Fiat. Ma il mercato di una banca italiana (europea) non è globale: i suoi ricavi, anzi, difficilmente prescinderanno dalla capacità di mantenere il suo franchise sulla clientela locale. Rottamare semplicemente i bancari senior, questa volta, potrebbe non essere la ricetta giusta. Abi, vertici della grandi banche e sindacati dovranno lavorare di molto di fantasia. Studiare una flessibilità per i vecchi bancari senza sganciarli dal sistema sarà più difficile che congegnare bonus e stock option. FINANZA/ Arriva la nuova "truffa" dei maghi di Wall Street Mauro Bottarelli venerdì 17 dicembre 2010 Detto fatto, la previsione si è rivelata fondata. Il governo spagnolo ieri è riuscito a collocare solo 2,4 dei 3 miliardi di euro (l ammontare originale era addirittura di 4 miliardi) di titoli di Stato messi all asta, pagando rendimenti sempre più alti: il decennale pagava il 5,446%, mentre l obbligazione a 15 anni è salita al 5,932%, circa il 20% in più rispetto alle aste precedenti. «Il costo per finanziarsi della Spagna è salito in maniera significativa, un qualcosa che riflette la percezione di deterioramento della qualità del credito spagnolo e questo non è un qualcosa di buono per le loro obbligazioni», commentava ieri un analista di Unicredit. «Quando si guarda al quadro complessivo e si considera il piccolo ammontare venduto, con bassa bid-to-cover e alti rendimenti, appare chiaro che i mercati periferici rimangono sotto pressione e in disperato bisogno di supporto dalla politica», conferma Peter Chatwell, analista sui tassi presso Credit Agricole a Londra, banca che non a caso ieri ha disertato l asta spagnola considerandola troppo pericolosa. Nemmeno a dirlo, dopo l asta i bond decennali spagnoli sono calati mandando i rendimenti molto vicini ai livelli massimi da due settimane: immediato l effetto sull indice Ibex della Borsa madrilena e sulle principali piazze europee che hanno bruciato i già magri guadagni del mattino. Insomma, la Spagna è ufficialmente nei guai e presto potrebbe toccare a noi e al Belgio subire la pressione al contagio dei mercati, sempre che il vertice europeo in corso ancora oggi a Bruxelles non decida di fare l unica cosa sensata: ovvero, comprare bonds spagnoli e italiani per calmare la speculazione e abbassare i rendimenti, puntellando le fondamenta un po traballanti dei periferici troppo grossi per essere salvati. Nei fatti, è più che fattibile: i fondi per salvare il Portogallo, detonatore finale della crisi spagnola vista l esposizione iberica verso gli istituti lusitani, sono già contemplati nella facility utilizzata per Grecia e Irlanda e quindi l extra-budget che qualcuno vorrebbe utilizzato per ampliare il fondo salva-stati potrebbe essere utilizzato una tantum per acquistare obbligazioni di Roma e Madrid. Semplice ed efficace, quindi fuori dalla portata delle raffinate menti europee. Vedremo.Ma come vi ho detto la scorsa settimana, tratteggiando gli spettri di crisi che incombono su Usa e Cina, è il quadro mondiale da tenere sott occhio, non soltanto il nostro guaio provinciale col debito (visto che gli Stati Uniti stanno molto ma molto peggio di noi). E cosa sta accadendo a New York? Si stanno creando le condizioni per una bolla che da qui a tre anni potrebbe trasformare la crisi post-lehman in una bazzecola della storia: la next big thing per chi investe, infatti, sono i junk bonds ad alto rendimento, ovvero titoli giudicati spazzatura per la loro alta pericolosità ma che pagano yields (rendimenti) formalmente alti, ma soprattutto offrono profitti stellari. Insomma, si gioca con la dinamite. Parliamo, solo in questo periodo, di 300 miliardi di dollari di debito attraverso nuove emissioni collocate da aziende il cui rating è sotto il grado di investimento.

9 Ma siccome gli americani ci tengono alle forme, hanno immediatamente ribattezzato queste potenziali bombe atomiche in high-yield bonds e mandato in soffitta la sgradevole e appealess definizione di junk bonds : detto fatto, sono l investimento più caldo del 2010, capaci di offrire ritorni fino al 15%. Soltanto l oro ha conosciuto una performance sul prezzo migliore e la gente si lancia con enormi somme di denaro in questo mercato che altro non è che un enorme schema Ponzi, lo stesso utilizzato da Bernard Madoff. Ma anche in Europa questa pratica è diffusa, visto che Credit Suisse ha reso noto come le aziende europee abbiano venduto 51 miliardi di junk bonds denominati in tutte le valute, su del 75% rispetto al record precedente datato 2006: i banchieri, inoltre, si attendono un ulteriore aumento dei volumi per il prossimo anno. Ora, la domanda da porsi non è se per questa gente non sia obbligatorio il ricovero in un centro di salute mentale, ma quanto durerà la festa del junk e a che prezzo. Per Martin Fridson di Bnp Paribas, «molti investitori si trovano di fronte a un dilemma. Non è un tipo di mercato in cui vorresti entrare per un grosso guadagno ciclico a questo punto». Prima di tutto, occorre chiedersi come reagirebbe questo tipo di mercato a un aumento dei tassi d interesse: avrà ancora appeal? Nelle scorse settimane, infatti, le prospettive di una forte crescita economica, spinte anche dal piano di tagli delle tasse in Usa, hanno fatto alzare le aspettative per i tassi d interesse a lungo termine. I rendimenti degli Us Treasury sono saliti e il prezzo del debito del Tesoro sceso, anche se gli alti tassi pagati sui junk bonds rendono il valore del debito meno sensibile a questo aumento dei tassi. Per giudicare questo mercato, chiave per il finanziamento di una moltitudine di aziende, gli investitori guardano sì ai rendimenti, ma anche a quanto i profitti siano alti rispetto a bond meno rischiosi. Paradossalmente, in termini di rendimenti puri, i junk bonds stanno offrendo alcuni dei profitti più bassi di sempre. Stando al benchmark dell indice Bank of America Merrill Lynch, il rendimento sui bond high-yields americani è attorno al 7,9%, contro un livello minimo dei rendimenti del 7,58% toccato nel febbraio 2007, quando le banche decisero di offrire cifre di denaro praticamente senza limiti verso compagnie a rischio.in termine di premio del rischio, il cosiddetto spread, c è una differenza sostanziale rispetto agli anni del boom. Uno degli spread più osservati dell indice Bank of America Merrill Lynch è trattato attorno a 568 punti base su tassi benchmark senza rischio: nel 2007 i ribassi erano attorno ai 241 punti base, quindi per Martin Fridson, «gli spreads offrono un fair value». Proprio per le enormi operazioni di rifinanziamento completate nel 2009 e quest anno, l outlook sul credito per i junk bonds è visto come solido e i tassi di default sono ai minimi storici. D altronde, per JP Morgan la stima per i bond ad alto rendimento e le maturazioni dei prestiti che andranno a chiusura nei prossimi due anni ammonta a 180 miliardi di euro, segnale che offre una chiara via d uscita sia per chi colloca che per chi investe: ecco spiegato l artificiale e solo teorico outlook benigno di cui gode il settore. Ma, perché c è sempre un ma, quanto durerà l appetito a fronte dell incertezza economica? Per Societe Generale, «nel 2011 l ambiente resterà di supporto per il settore junk bond. Bassi livelli di crescita economica e la continuazione di politiche centrali sostanzialmente di accomodamento assicureranno che la ricerca di assets ad alto rendimento aiutino il rifinanziamento del settore high-yield verso il muro di maturazioni obbligazionarie previsto tra il 2012 e il 2015.

10 Insomma, si conta di far capo alle maturazioni future attraverso la favola dell alto rendimento odierno: esattamente uno schema Ponzi, come anticipavo, ovvero pagare alti interessi promessi ai primi investitori con il denaro di quelli giunti dopo. Così, fino al cortocircuito e alla bancarotta. Rischio serio, visto che nel 2011 entreranno nel gioco anche aziende legate a fondi di private equity, dopo il boom di rifinanziamento corporate di quest anno.

11 Cosa potrebbe succedere? Primo, gli investitori decidono di blindare i guadagni di questo rally biennale e buttarsi di nuovo sull azionario drenando liquidità e facendo crollare gli inflows: la vecchia scelta tra valore tattico o strategico del denaro. Secondo, un aumento marcato dei costi per prendere a prestito denaro come reazione a uno shock economico. Di che tipo? Per Steve Miller, direttore della S&P LCD, che traccia la finanza basata sulla leva, la lista è questa: un evento geopolitico, un default sovrano in Europa, un grosso default di una municipalità statunitense, un picco del prezzo del petrolio, una guerra commerciale o una crisi monetaria. Tutti eventi più che probabili nel quadro globale attuale, alcuni già in atto: a New York si gioca alla roulette russa e anche l Europa sembra intenzionata a unirsi al rito come nel film Il cacciatore. Complimenti, la crisi non ci ha davvero insegnato nulla.

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