Una scelta consapevole e ponderata: la pensione integrativa

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1 E necessario divulgare tra i lavoratori una informazione costruttiva, completa e concreta dei meccanismi che regolano la vita dei propri soldi nei fondi; come la pensione integrativa possa aggiungere una rendita vitalizia o, all occorrenza, anche un capitale. Far conoscere le garanzie individuate dal legislatore affinché nessuno possa mai fare un uso irresponsabile di tale denaro. Negli ultimi mesi, stimolati dall avvio dei Fondo Perseo e Sirio, si è molto parlato di previdenza complementare e del suo ruolo fondamentale nel sistema sociale del nostro Paese. È bene parlare di problemi demografici, di sostenibilità della spesa previdenziale, di tassi di sostituzione, di livelli occupazionali, di contesto economico, ma occorre ancor di più far in modo che giunga ai lavoratori l informazione costruttiva finalizzata alla più completa e concreta conoscenza della pensione integrativa. È imprescindibile, per una consapevole e ponderata scelta del proprio futuro, avere una semplice ed efficace cognizione di tutti gli aspetti che regolano la previdenza complementare. Prima dell adesione al fondo, il dipendente deve comprendere l importanza dell investimento sul suo futuro che sta per compiere, senza lasciare spazio ad alcun dubbio, valutando ogni singolo aspetto negativo e positivo, calcolando l impegno economico richiesto e il risultato ottenibile. Nell affrontare lo studio della previdenza complementare occorre subito porsi una domanda: Q uali sono le mie necessità? Se la risposta è avere una pensione integrativa a quella obbligatoria che permetta di vivere con serenità la terza età, il primo passo è compiuto. Ciò però non basta. Visto che per averla occorre accantonare un minimo risparmio, bisogna porre una seconda domanda: Quali sono le mie capacità di risparmio? Se anche in questo caso la risposta è positiva, magari con la definizione del quantum che si pensa di poter mettere nel salvadanaio, allora si è veramente pronti per immergersi nei meccanismi che regolano la vita dei nostri soldi nei fondi pensione. In primis, si può ricordare lo spirito dei fondi negoziali chiusi, ossia gestire senza scopo di lucro le piccole risorse investite dai lavoratori, al fine di farle crescere con buoni rendimenti, per poi erogare una rendita vitalizia a sostegno della propria vecchiaia e se occorre anche un capitale per particolari necessità. Poi, è doveroso sottolineare le garanzie che gli stessi fondi, ed il sistema nel complesso, prestano alle risorse risparmiate dal lavoratore, che godono di una particolare attenzione del legislatore con controlli interni (pariteticità della composizione degli Organi collegiali, elezione dell Assemblea da parte degli stessi aderenti che rivestono il ruolo di socio, collegio dei sindaci, linee di investimento garantite) ed esterni (Covip, Ivass, Banca d Italia). Tutto finalizzato a far in modo che nulla e nessuno possa mai pensare di fare un uso 1 / 6

2 irresponsabile del nostro denaro. Assunta la piena sicurezza e tranquillità rispetto allo strumento, possiamo ora analizzare, cosa finanzia la pensione integrativa, individuando le tre fonti tipiche della previdenza complementare. La prima è la contribuzione del datore di lavoro, la seconda la contribuzione individuale del lavoratore ed, infine, il trattamento di fine rapporto (TFR). Il contributo del datore di lavoro rappresenta il primo punto di forza della previdenza complementare, il vero e concreto vantaggio per il lavoratore, quel quid in più da non perdere. La seconda fonte di finanziamento è rappresentata dalla quota di risparmio accantonato dal lavoratore che permette, con piccoli importi mensili, di ottenere un ulteriore sostegno nel futuro, tanto più consistente quanto più lunga sarà la permanenza nel fondo. L ultima fonte di finanziamento della previdenza complementare è il TFR; tale accantonamento, per la sua naturale finalità, trova la piena condivisione di obiettivi con la pensione integrativa. Entrambi devono assolvere il particolare compito di assistere il neo-pensionato nella prima fase della vita post-lavorativa, ma soprattutto nel medio-lungo periodo del pensionamento. Oggi i pubblici dipendenti hanno la possibilità di trasformare il vecchio trattamento di fine servizio (buonuscita, indennità di premio servizio e di anzianità): aderendo ai fondi negoziali e contestualmente optando per il TFR, istituto che, per il sistema di calcolo composto (la quota annua comprensiva dei rendimenti viene costantemente rivalutata anno dopo anno) e per il rendimento previsto (1,5%+75% dell inflazione annua) [1], può considerarsi più vantaggioso dei vecchi sistemi. Non bisogna dimenticare che in questa fase di blocco contrattuale, i pubblici dipendenti non vedranno riconosciuto alcun aumento in busta paga ed alcun incremento del loro TFS, in quanto ad essa collegato, che possa compensare l innalzamento del costo della vita registrato (inflazione). Alcuni dei vantaggi che otterremmo iscrivendoci al fondo pensione sono già emersi, proviamo ora ad elencarli con chiarezza, senza dimenticare che ciascuno di essi rappresenta un valido motivo per aderire alla previdenza integrativa e tutti insieme fanno, dei fondi negoziali, lo strumento di risparmio più conveniente e flessibile. - Possibilità di optare per il TFR: la facoltà di trasformare il proprio trattamento di fine servizio (TFS) in TFR rappresenta, per i dipendenti pubblici in servizio alla data del 31 dicembre 2000 in regime di buonuscita (DPR 1032/73) [2] o d indennità premio servizio (L. 152/68) [3], il primo vantaggio grazie alla diversa aliquota di partecipazione della base retributiva al calcolo della liquidazione [4]. Coloro che sono in TFS oggi vedono partecipare la propria retribuzione solo per l 80%, mentre i colleghi, optanti per il TFR (opzione possibile fino al 2015 come da AQN 29 marzo 2011) o già in TFR perché assunti dal 1 gennaio 2001, al 100% del trattamento utile. Ne consegue che il 2 / 6

3 datore di lavoro è tenuto ad accantonare un importo superiore con il TFR; chi vi opta, aderendo alla previdenza integrativa, consolida per il resto della vita lavorativa detta maggiorazione. A ciò si aggiunga l ampliamento della base TFR ad opera della contrattazione collettiva nazionale di comparto, competente a considerare ulteriori voci retributivi nel calcolo del TFR [5]. In alcuni casi gli effetti delle inclusioni contrattuali rendono particolarmente conveniente questo regime, solo a titolo di esempio si pensi alla indennità di posizione organizzativa per le autonomie locali o l indennità di ente per gli EPNE. Il passaggio a TFR per gli optanti è contestuale all adesione al fondo negoziale e prevede la possibilità di versare al fondo una quota del TFR maturando, ossia dal giorno successivo alla iscrizione al fondo, pari a 2 punti percentuali dei 6,91% previsti quale accantonamento TFR. Coloro già in servizio al 1 gennaio 2001, aderendo ad un forma di previdenza integrativa, non hanno bisogno di modificare il proprio regime perché già in TFR, ma potranno far confluire l intero TFR maturando al fondo. Tale versamento non è reale ma figurativo, in quanto la gestione di dette quote avverrà ad opera dell ex Inpdap, che contabilizza in un conto individuale le somme maturate e maturande, attribuendo loro i differenti rendimenti previsti a seconda se TFR (1,5%+75% dell inflazione annua) o destinati al fondo (rendimento ottenuto dalla gestione del fondo, nel 2012 l 8,2%) [6]. Preme sottolineare questo passaggio, per far comprendere che nella realtà della previdenza complementare pubblica i fondi pensione, o meglio i gestori finanziari e le banche depositarie, ricevono concretamente il solo flusso di contribuzione per tutta la fase di accumulo del lavoratore, solo al momento del pensionamento avviene il concreto esborso da parte dell ex Inpdap delle quote restanti destinate alla pensione integrativa. Le quote figurative sono: l intero o 2% del TFR maturando e l incentivo dell 1,5%. Tutte le altre somme continuano ad essere gestite dall ex Inpdap o dal datore di lavoro e non vengono né destinate né tantomeno remunerate dal fondo: si tratta del TFR maturato, per coloro assunti dal 1 gennaio 2001, e il 4,91% TFR maturando più il TFS maturato, che costituirà il primo accantonamento del nuovo TFR, per gli optanti. Dunque la nostra liquidazione continua sempre ad essere nelle stesse mani, quelle dell ex Inpdap. - Rivalutazione TFR: il Codice civile all art c. 4 prevede che il TFR maturato annualmente sia incrementato con l applicazione di un tasso costituito dall'1,5% in misura fissa e dal 75% dell'aumento dell'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati (FOI), accertato dall'istat, rispetto al mese di dicembre dell'anno precedente. Tale rivalutazione è di tipo composta, ossia i rendimenti maturati negli anni trascorsi si sommano al capitale accumulato e concorrono anno dopo anno a maturare nuovi rendimenti, recuperando la perdita del potere d acquisto anche sulla nostra liquidazione. Ciò non accade in presenza del TFS, che non prevede alcuna forma di rivalutazione, né tantomeno cresce in assenza di incrementi del trattamento economico. - 1% di contributo datoriale: è il più lampante ed evidente guadagno riconosciuto a incentivo per facilitare la scelta della previdenza integrativa dei lavoratori. Se aderisco e 3 / 6

4 risparmio l 1% per il mio futuro, automaticamente obbligo il mio datore di lavoro al medesimo versamento. - Incentivo dell 1,5%: a favore del personale iscritto alla gestione ex Inpdap per i TFS, cioè che applicano il regime di buonuscita (DPR 1032/1973) o indennità premio servizio (L. 152/1968) e che esercita l opzione per l iscrizione ai Fondi pensione, è riconosciuto un ulteriore incentivo da calcolare sulla base del TFS, che se riproporzionato al TFR è pari al 1,2% (l 80% del 1,5%). - Bonus dell 1%: questo una tantum, previsto per coloro che si iscrivono nel primo o secondo anno di vita alla previdenza integrativa, (1% del primo anno dimezza nel secondo allo 0,5%) è riconosciuto a tutti i dipendenti delle amministrazioni statali. Attualmente compete agli aderenti al fondo Sirio appartenenti al comparto ed aree dei Ministeri, PCM ed Agenzie fiscali [7]. - Deducibilità dal reddito: i contributi versati possono essere dedotti dal reddito complessivo per l importo più basso tra il valore fissato in 5.164,57, il 12% del reddito annuo complessivo e il doppio del TFR. L agevolazione fiscale è riconosciuta direttamente dal datore di lavoro, quale sostituto d imposta, in busta paga e il risparmio ottenibile dipende dall aliquota Irpef marginale a cui l aderente è soggetto (min 23% - max 43%) [8]. Sono deducibili i contributi versati per conto di familiari a carico, sempre nel medesimo limite, mentre i contributi versati ai fondi e non dedotti non saranno soggetti ad imposta al momento dell erogazione delle prestazioni in capitale o rendita. - 11% tassazione dei rendimenti: le performances ottenute dai fondi subiscono un imposta ridotta all 11% diversamente dai rendimenti degli altri strumenti di risparmio che scontano il 20% (titoli di Stato 12,5%). - Incentivo fiscale: sia in fase di accumulo (periodo sino al pensionamento di versamento dei contributi), che in quella di erogazione delle prestazioni (al momento del pensionamento), i capitali anticipati o riscattati, su richiesta dell associato, dal proprio montante accumulato, sono assoggettati al sistema della tassazione separata sul reddito di riferimento [9] e non già all imposta ordinaria. La differenza tra i due sistemi d imposizioni è stimabile in diversi punti percentuali, se l aliquota marginale del proprio reddito è elevata (p.e. 43%) il beneficio potrà essere anche a due cifre. - Rendimenti fondo: le performances, ottenute dalla gestione delle risorse versate al fondo, sono più elevate della rivalutazione prevista per il TFR dall art (cfr. il punto 2). Oggi i dati del 2012 ci dicono che il rendimento medio dei fondi negoziali italiani [10] è pari all 8,2% annuo netto, a fronte del 2,9% derivante dalla rivalutazione del TFR. Chiaro che finanziare la pensione integrativa con il TFR permette di avere a fine corsa un cespite più cospicuo. - Oneri di gestione: i costi sostenuti dal fondo per la gestione amministrativa e finanziaria sono di esigua entità. Gli oneri ridotti si determinano grazie sia alla mancanza del fine di lucro dei fondi negoziali, diversamente da quelli aperti e assicurativi, sia per le considerevoli dimensioni della massa investibile accumulata che spinge il mercato ad offrire servizi a prezzi favorevoli. I fondi pubblici attivi sono economicamente sostenuti, in fase di avvio, con le risorse impegnate dal legislatore per incentivare la previdenza complementare, tali disponibilità permettono ai fondi di sostenere la fase di start-up. Al lavoratore sarà richiesta la sola quota associativa annua (0,07% per Espero, 16 per Perseo e 20 Sirio). - Possibilità di liquidità: il montante accumulato nella posizione individuale, dopo 8 anni di partecipazione al fondo, è anticipabile per intero all iscritto, laddove ricorrano alcune situazioni di particolare rilievo per la sua vita (spese sanitarie straordinarie, acquisto della prima casa di abitazione). Inoltre, sempre in fase di accumulo, è prevista la possibilità di riscatto totale o parziale della posizione individuale accumulata in particolari situazioni attinenti alla vita lavorativa. In caso di decesso del lavoratore prima del pensionamento, la sua posizione individuale accumulata presso il fondo è riscattata dal beneficiario designato o dal coniuge, ovvero dai figli, ovvero, se già viventi e fiscalmente a carico dell iscritto, dai genitori. Le somme erogate dal fondo agli eredi non partecipano all asse ereditario e non sono soggette a tasse di successione. 4 / 6

5 Partecipando ai fondi pensione, inoltre, non si perde la possibilità, al momento del pensionamento, di richiedere la restituzione in forma capitale del 50% del montante accumulato presso il fondo, ottenendo la disponibilità di liquidità immediata in analogia con i sistemi di TFS e TFR a cui si aggiungerà un rendita mensile rivalutata, magari anche reversibile ai propri cari. - Sospensione: i fondi pensione prevedono anche la facoltà di sospendere il versamento contributivo da parte del lavoratore e per il tempo a lui necessario. La sospensione non sarà comunque possibile nei primi 5 anni di partecipazione al fondo e potrà essere esercitata una sola volta nel corso del rapporto associativo. Il futuro è nelle nostre mani! martire@aranagenzia.it [1] Per esempio: con un tasso d inflazione al 2% rivaluterò il mio TFR del 3% (1,5%+2%*75%). [2] Si tratta del personale dei Ministeri, Agenzie fiscali, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Cnel, Enac, Università ed alcuni Enti di Ricerca. Preme ricordare che il personale della Presidenza del Consiglio dei Ministri interessato al Fondo Sirio è esclusivamente quello dell area dirigenziale. L accordo istitutivo, pur avendo considerato beneficiari della previdenza integrativa tutti i dipendenti in servizio presso la PCM, a seguito dell esito positivo di un ricorso giudiziario avanzato da una organizzazione sindacale di categoria, è stato sottoposto a dichiarazione di nullità nella parte in cui prevedeva la sua applicazione al personale dei livelli PCM. Esito negativo ha avuto una successiva sessione negoziale finalizzata a dar esecuzione all art. 95 CCNL PCM del 17 maggio [3] Sono i lavoratori delle Regioni ed autonomie locali e Sanità. [4] Non sono beneficiari di tale vantaggio i lavoratori appartenenti ad Enti che applicano quale trattamento di fine servizio l istituto dell Indennità di anzianità (L. 70/1975), ossia comparti Enti pubblici non economici, Camere di commercio e la quasi totalità degli Enti di Ricerca, in quanto la loro base di calcolo è già pari al 100%. [5] Preme ricordare che il TFS, ancorché la contrattazione abbia effettuato alcuni interventi nel passato, non può che essere considerata una materia riserva di legge. L articolo 4 dell AQN 29 luglio 1999 prevede che: Il TFR si calcola applicando i criteri previsti dall art del codice civile sulle seguenti voci della retribuzione: a) l intero stipendio tabellare; b) l intera indennità integrativa speciale; c) la retribuzione individuale di anzianità; d) la tredicesima mensilità; e) gli altri emolumenti considerati utili ai fini del calcolo dell indennità di fine servizio comunque 5 / 6

6 denominata ai sensi della preesistente normativa.. Le quote di accantonamento annuale saranno determinate applicando l aliquota stabilita per i dipendenti dei settori privati iscritti all INPS, pari al 6,91% della retribuzione base di riferimento. [6] Nell attesa del consolidamento finanziario le somme destinate al fondo sono remunerate con un rendimento pari alla media ponderata dei 13 più importanti fondi negoziali italiani cosiddetto paniere, come definito dal Dpcm 23 dicembre 2005 : Alifond, Arco, Cometa, Cooperlavoro, Fonchim, Fondenergia, Fopen, Laborfonds, Pegaso, Previambiente, Previcooper, Solidarietà Veneto, Quadri e Capi Fiat. [7] La medesima disciplina si è applicata al personale della Scuola che ha aderito al Fondo Espero nel biennio [8] Dalla regola indicata si deduce che il limite è rappresentato per gli optanti che versano il 2% del TFR dal doppio del TFR (4%), mentre per coloro che versano l intero TFR sarà pari al 12% del reddito annuo complessivo, sempre nel rispetto del limite assoluto di [9] Per determinare il reddito di riferimento occorre dividere il montante accumulato per il numero di anni di iscrizione al fondo e moltiplicare il risultato per 12. Su questo importo sarà calcolata l Irpef, secondo gli scaglioni in vigore, che rapportata al reddito di riferimento darà quale risultato l aliquota media Irpef. [10] Attualmente i fondi negoziali chiusi, ossia le forme di previdenza complementare strettamente legate ai CCNL nei diversi settori produttivi in Italia, sono 38 e hanno associati pari a circa 2 milioni di dipendenti. 6 / 6