Plone Book Versione italiana

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1 Plone Book Versione italiana Comunità Plone Italiana :21: (lun, 14 mar 2005)

2 2 Revisione: 1081 Copyright: OPL Importante I sorgenti di questa versione italiana del Plone Book, con la storia dettagliata di tutte le modifiche apportate a ciascun capitolo, sono quindi disponibili all URL:

3 Indice 3

4 4 INDICE

5 Capitolo 1 Capitolo 1: Introduzione a Plone 5

6 6 CAPITOLO 1. CAPITOLO 1: INTRODUZIONE A PLONE

7 Indice Note alla traduzione del capitolo workflow: controllo di flusso content management system: sistema di gestione di contenuti template: modello Zope Page Template: modelli di pagina Zope Una azienda senza un sito web è una cosa inimmaginabile, e molte aziende e organizzazioni dispongono di più di un sito. Magari un sito esterno per comunicazioni ai clienti e uno per la intranet dei dipendenti o un sito per ricevere direttamente ordinazioni e comunicazioni dai clienti: tutti i siti web hanno il comune problema di come gestire i loro contenuti. È una attività che spesso richiede alle organizzazioni molto tempo e risorse. Non è facile infatti creare un sistema sufficientemente potente e flessibile per siti simili che devono poter essere in continuo movimento e contemporaneamente soddisfare le crescenti necessità aziendali. Indipendentemente dalle esigenze del sito o dalla quantità di contenuti o di utenti, Plone è una potente soluzione orientata all utente che consente di aggiungere e modificare qualsiasi tipo di contenuto via web, che rende disponibile la navigazione e la ricerca in quei contenuti e che vi applica una politica di sicurezza ed un controllo di flusso. Plone permette di mettere insieme quasi ogni tipo di sito web e di aggiornarlo facilmente. Ciò significa costruire velocemente siti ricchi di contenuti ottenendo un notevole vantaggio competitivo. Infine probabilmente la miglior cosa di questo sistema è che è libero e a sorgente aperto. Con la sua ampia disponibilità di strumenti e caratteristiche è paragonabile, se non migliore, a molti sistemi di gestione di contenuti proprietari che costano migliaia e migliaia di euro. Nel suo intervento alla Open Source Content Management Conference (OSCOM) del 2002 a proposito del sito di Mindjack ( Mike Sugarbaker ha affermato: Non farò un resoconto completo di tutti i framework di content management open source a disposizione. La farò breve: il vincitore è Plone. Questo prodotto trae giovamento dai sei anni di maturazione di Zope, un framework per applicazioni web: per tutto questo periodo è stato il pacchetto più ricco di strumenti, il più professionale, quello più seguito e, sopra tutto, il più eccitante (buzz). Si può vedere il sito web di Plone all indirizzo come si vede in figura 1-1. Per provare immediatamente e facilmente Plone c è un sito dimostrativo disponibile all indirizzo Lì in particolare sarà possibile aggiungere eventi, caricare immagini, aggiungere documenti ed elaborarli tramite l ambiente di sviluppo che Plone fornisce. 7

8 8 INDICE Figura 1.1: Figura 1-1. Il sito web Plone

9 1.1. CHE COSA È UN CONTENT MANAGEMENT SYSTEM? Che cosa è un Content Management System? Una definizione semplicistica di Content Management System (CMS) è sistema di gestione di contenuti. Questa non è una definizione molto utile e quindi andremo a suddividerla in piccole parti per darne una spiegazione migliore. Iniziamo con una definizione generica di contenuto: contenuto è una unità di dati con alcune informazioni extra attaccate ad esso. Tale insieme di dati può essere una pagina web, una informazione su un evento imminente, un documento di Microsoft Word, una immagine, una registrazione video, o qualsiasi insieme di dati che abbia un significato per l azienda che sviluppa il sistema. Tutti questi elementi sono detti contenuti e possono condividere attributi simili come l essere modificabili ed aggiungibili solo da determinati utenti o di essere pubblicati in varie maniere. Un sistema detto controllo di flusso controlla questi attributi. Il controllo di flusso è la logica definita dagli obiettivi dell organizzazione e descrive un sistema per gestire i contenuti. Storicamente c è differenza tra un sistema di gestione di documenti rispetto ad un sistema di gestione di contenuti ma per gran parte i due sistemi convergono. La maggiore differenza sta negli elementi che vengono gestiti; solitamente viene considerato contenuto qualsiasi unità di informazione mentre documento è riferito a qualcosa creato e modificato dagli umani con software come Microsoft Office. Pensiamo ad esempio ad un libro: un libro contiene molte unità di dati e può richiedere una gestione leggermente differente da quella richiesta da un contenuto. Comunque nella maggioranza dei casi questa è una differenza minima e un prodotto come Plone è in grado di gestire le piccole unità che compongono pezzi di contenuto più grandi e di riassemblarli. Nell ubiquità del web molti CMS sono ora classificati come CMS web sia che si basino su una interfaccia web sia che abbiano come scopo il sistema di distribuzione su internet o su una intranet. Plone fornisce una interfaccia di gestione web e un sistema di distribuzione dei contenuti sul web. La seguente è una definizione di un CMS ( Un CMS è uno strumento che consente ad una grande varietà di collaboratori tecnici (centralizzati) e non-tecnici (decentralizzati) di creare, modificare, gestire e infine pubblicare un gran numero di contenuti (come testi, oggetti grafici, video e così via) mentre questi sono controllati da un insieme di regole centralizzate, processi e controlli di flusso che assicurano un apparenza web validata e coerente. 1.2 Abbiamo bisogno di un Content Management System? Sebbene non sia l unico vantaggio di un CMS il più ovvio è la facilità di coordinamento di un sito web. Consideriamo la situazione in cui una persona, il Webmaster, coordina un sito web, sia esso su una intranet che un sito esterno. I contenuti arrivano dagli utenti in formati diversi ed il webmaster li converte in pagine web trasformandoli in Hypertext Markup Language (HTML). Se l utente deve modificare queste pagine invia le modifiche al webmaster che modifica le pagine e così via. Ciò comporta svariati problemi per le organizzazioni, il maggiore dei quali è il fatto che tutti i contenuti passano da una persona, un autentico collo di bottiglia. Oltre al fatto che una persona può fare solo una certa quantità di lavoro, se questa persona è ammalata o lascia l azienda vi è una grande perdita di produttività ed alti costi per rimpiazzarla. Il processo di pubblicazione potrebbe divenire assai frustrante con flussi di tra il webmaster e l utente che cerca di pubblicare del contenuto. Ciò che è necessario è un sistema che faccia le seguenti cose: Separazione del contenuto di una pagina dalla sua composizione Se l effettivo contenuto è separato dalla composizione l autore del contenuto non ha la necessità di conoscere il linguaggio HTML e come la pagina viene distribuita. Ad un medesimo pezzo di contenuto possono essere applicati infatti molti differenti modelli

10 10 INDICE di presentazione, anche formati differenti dall HTML come il Portable Document Format (PDF) o Scalable Vector Graphics (SVG). Quando si desidera modificare l aspetto del proprio sito è sufficiente modificare un modello piuttosto che l intero contenuto. Consentire l aggiunta e la modifica dei contenuti da parte di certi utenti Se determinati utenti possono aggiungere e modificare facilmente i loro contenuti essi non hanno la necessità di inviarli al webmaster o passarli al gruppo web. Invece l utente che voglia creare una pagine può farlo ed eventualmente modificarla successivamente quante volte sia necessario. Applicare regole su chi può pubblicare cosa e quando Gli affari non consentono probabilmente che chiunque possa pubblicare contenuti ovunque nel proprio sito web; per esempio il personale del marketing dovrebbe essere in grado di pubblicare solo nella sezione delle stampe e non in quella dei progetti. Poter applicare regole di revisione ai contenuti Se una persona del marketing crea un comunicato stampa qualcuno del reparto legale dovrebbe visionare i contenuti di quel documento. In questo caso il documento attraverserà un processo di revisione che assicuri che non venga pubblicato finché tali revisioni non siano state effettuate. Poter ricercare ed indicizzare le informazioni in modo intelligente Siccome il CMS può tenere traccia di informazioni strutturate relative al contenuto (come il nome dell autore, la data di pubblicazione, le date delle modifiche, categorie, e così via) può produrre elenchi di contenuti per autore, modifiche recenti, e così via. Consente funzionalità di ricerca avanzate che sono più veloci ed utili della semplice ricerca testuale. Sebbene questo esempio ritragga interessi che sono più significativi per le grandi organizzazioni, lo stesso approccio può portare notevoli benefici a organizzazioni di qualsiasi dimensione. Sono infatti le piccole aziende, che non possono impiegare un webmaster a tempo pieno, che possono ottenere un beneficio decisivo utilizzando questo sistema. Installando un CMS possono essere risolti questi ed altri problemi. Il fattore importante di ogni CMS è che fornisca una chiara separazione dei suoi elementi chiave: sicurezza, controllo di flusso, modelli di pagina (templates), e così via. Per esempio i template che mostrano un elemento devono essere separati dal contenuto. Questo consente di modificare rapidamente l aspetto. 1.3 Funzionalità chiave di Plone Plone è un software a sorgente aperto (open source) licenziato sotto i vincoli della General Public License (GPL) che è una diffusissima licenza open-source che consente a chiunque il libero (ri)uso del codice sorgente. Per maggiori informazioni riguardo la licenza GPL si visiti il sito della Free Software Foundation all indirizzo Si può esaminare il codice sorgente di Plone in ogni suo aspetto e modificarlo secondo le proprie necessità. Non ci sono onorari da pagare o licenze che scadono e tutto il codice è visibile. Da questa filosofia open-source deriva il fatto che Plone ha una grande base di utilizzatori e legioni di di sviluppatori, esperti di usabilità, traduttori, tecnici commentatori e designer grafici che sanno lavorare su Plone. Scegliendo Plone non si viene intrappolati da una azienda ma piuttosto si possono usufruire di servizi da parte di dozzine di aziende Pacchettizzato Plone dispone di pratici programmi di installazione per Windows, Linux e Mac. Assieme a questi installer vengono forniti anche altri prodotti third-party (compatibili con Plone ma non mantenuti da plone.org n.d.t.) e add-ons (aggiunte). La qualità nei rilasci di questi prodotti rende facili l installazione e la manutenzione. Inoltre ogni nuovo rilascio conserva i path nella migrazione in modo che un sito viene mantenuto attivo e rimane aggiornato.

11 1.3. FUNZIONALITÀ CHIAVE DI PLONE Internazionale L intera interfaccia utente di Plone è tradotta in più di 20 lingue, incluso il Coreano, il Giapponese, il Francese, lo Spagnolo, il Tedesco e l Italiano. È facile inserire una nuova traduzione (vedi capitolo 4) Usabile Plone consente una eccellente esperienza da parte dell utente con un alto livello di usabilità ed accessibilità. Non si tratta solamente di presentare un buon HTML ma di un aspetto che parte dalle fondamenta Plone. L interfaccia di Plone è completamente compatibile con gli standard industriali e governativi (WAI-AAA e U.S. Section 508). Ciò permette, per esempio, alle persone con disfunzioni visive di usare comunque i siti costruiti con Plone. Questa caratteristica ha un beneficio inatteso e correlato: le pagine sono indicizzate molto meglio dai motori di ricerca come Google Aspetto personalizzabile Plone separa il contenuto dai modelli effettivamente utilizzati per presentarlo, chiamati in gergo skin. Gli skin sono scritti con un eccellente sistema di modellazione HTML, lo Zope Page Template (ZPT) e un largo uso del Cascading Style Sheets (CSS). Anche con una scarsa conoscenza di Plone è possibile applicare skin multipli al proprio sito, dargli aspetti diversi e personalizzarne completamente l apparenza Registrazione utenti e personalizzazione Plone offre un completo sistema di registrazione utenti. Gli utenti sono registrati nel sito Plone con i loro nomeutente e password e qualsiasi altra informazione fosse necessario aggiungere all utente. È possibile quindi personalizzare completamente l interfaccia dell utente. Inoltre, con degli add-ons, è possibile usare informazioni preesistenti sugli utenti, provenienti da fonti diverse come database relazionali, Lightweight Directory Access Protocol (LDAP), Active Directory, e altri. Il capitolo 8 spiega come registrare e configurare gli utenti Workflow e Sicurezza I workflow controllano la logica di elaborazione dei contenuti dell intero sito. È possibile configurare questa logica usando strumenti grafici via web. Gli amministratori dei siti possono creare siti complessi o semplici quanto vogliono; per esempio è possibile aggiungere strumenti di comunicazione come la spedizione di posta o di messaggi istantanei agli utenti. Il capitolo 9 _ entra nei dettagli dei workflow. Per ciascun elemento contenuto in un sito Plone è possibile impostare una lista di controllo degli accessi (Access Control Lists, o ACL) per decidere chi ha accesso a quell elemento e come possa interagire con esso. Possono modificarlo, vederlo o commentarlo? Tutto ciò è configurabile via web (vedi il capitolo 9 _) Estensibile Essendo open-source Plone è facilmente modificabile. È possibile configurare quasi ogni aspetto di Plone per soddisfare qualsiasi necessità. Vi sono innumerevoli pacchetti e strumenti per Plone che forniscono un ampio spettro di opzioni valide per i siti di piccole aziende come per organizzazioni di larga scala. All indirizzo sono disponibili dei repository che contengono numerose aggiunte (free add-ons). Tramite strumenti di sviluppo come Archetypes (descritto nel capitolo 13) è possibile generare e modificare facilmente il codice via web o usare strumenti di tipo Unified Modeling Language (UML). Il capitolo 10 tratta l integrazione in Plone di soluzioni e servizi aziendali come LDAP, Apache, Microsoft Internet Information Services (IIS), Macromedia Dreamweaver e così via.

12 12 INDICE Personalizzazione dei contenuti Gli utenti di un sito Plone possono aggiungere qualsiasi tipo di contenuto senza limiti o costrizioni dei dati aggiunti. Gli sviluppatori di Plone possono creare loro tipi di contenuti tanto che è possibile gestirne quasi di ogni tipo: l unico limite è l immaginazione. Nel Capitolo 11 e nel Capitolo 12 discuteremo come gestire i tipi di contenuti. Il capitolo 13 introdurrà Archetypes che è un potentissimo sistema per generare nuovi tipi di contenuti che non richiede programmazione; per esempio è possibile generare nuovi tipi di contenuti da strumenti UML Documentazione Il progetto Plone mantiene la documentazione, incluso questo libro, pubblicandola sotto la licenza Creative Commons. Il miglior posto per iniziare a conoscere la documentazione della comunità è l indirizzo Comunità Una delle cose migliori di Plone è la comunità di programmatori ed organizzazioni che lo supportano e lo sviluppano. Vi sono oltre 60 sviluppatori distribuiti in tutto il mondo che sono coinvolti nel progetto a vari livelli ed è quasi sempre possibile trovarne uno in linea in grado di aiutarti. Alan Runyan, Alexander Limi e Vidar Andersen sono quelli che hanno iniziato a scrivere Plone ma subito si sono coinvolti nello sviluppo del progetto open-source molti altri sviluppatori. L aspetto attuale di Plone è il frutto dei contributi di codesti sviluppatori. Esempi di siti Plone Esistono molti siti Plone; alcuni sono ovvii per il loro aspetto, altri no. Quella che segue è solo un piccolo spettro dei vari siti: Plone ( Plone Demo Site ( Zope.org ( Liquidnet ( Design Science Toys ( Give Kids the World ( Propane ( Maestro Headquarters ( Molti altri siti Plone sono elencati su tra cui anche siti che si presentano con una interfaccia utente molto differente. Senza conoscere qualcosa sul come sono stati sviluppati, sarebbe infatti molto difficile affermare che questi siti sono basati su Plone.

13 1.4. COME COLLABORARE ALLO SVILUPPO DI PLONE Come collaborare allo sviluppo di Plone Sebbene Plone offra già una impressionante lista di funzionalità, la lista delle richieste è ancora più grande. Per questa ragione il progetto viene studiato sempre da nuove persone che vi vogliono dedicare il loro tempo. Fortunatamente, essendo focalizzato sull utente finale, ha la capacità di servire ad un ampio spettro di discipline. Sono quindi benvenuti volontari di ogni area piuttosto che solo sviluppatori di codice per il web. Plone necessità di sviluppatori per l interfaccia utente, esperti di usabilità, designer grafici, traduttori, scrittori e collaudatori. È possibile conoscere l attuale stato dello sviluppo nel sito web di Plone all indirizzo ed il modo migliore per coinvolgersi è quello di collegarsi alle mailing list o contattare gli sviluppatori tramite i canali Internet Relay Chat (IRC). Plone è realizzato con Zope ed il suo Content Management Framework (CMF). Per capire Plone è necessario capire come funziona Zope ed il CMF e come sia l architettura sottostante. Per questo motivo, nelle sezioni che seguono, spiegheremo questi due elementi e come sono integrati in Plone. Zope è una applicazione open-source, sviluppata dalla Zope Corporation ( e fa da server web. Inizialmente era sviluppato come ambiente di gestione di contenuti (CMS) autonomo ma nel tempo non rispondeva più alle necessità dei suoi utenti. La Zope Corporation lo ha quindi sviluppato come progetto opensource. Il CMF fornisce agli sviluppatori gli strumenti necessari per creare complessi CMS: abilita il controllo di flusso, consente lo skinning ed offre molte altre funzionalità. Il CMF è un ambiente per creare un sistema: in altre parole fornisce agli sviluppatori gli strumenti per costruire un prodotto piuttosto che semplicemente dare un sistema precostruito da usare immediatamente. Plone usa queste e molte altre funzionalità e le organizza per fornire all utente un prodotto di alta qualità. Plone è uno strato software che si appoggia al CMF, che a sua volta è un applicazione che gira in Zope. Comprendere il CMF è la chiave per capire Plone. Gran parte delle funzioni amministrative prevedono l uso dell interfaccia amministrativa di Zope (ZMI) e quindi lo sviluppo di Plone richiede la comprensione di Zope e dei suoi oggetti. Questo libro non approfondisce Zope ma da istruzioni sul come raggiungere gli obiettivi in Plone. Leggendo questo libro si avranno sufficenti informazioni per personalizzare e modificare qualsiasi cosa si voglia in Plone. Per maggiori informazioni su Zope raccomandiamo il Manuale di Zope (The Zope Book). Originariamente pubblicato presso New Riders è stato successivamente messo online e viene aggiornato dai membri della comunità. È scaricabile liberamente dalla rete all indirizzo Sia Zope che il CMF sono tecnologie chiave su cui si basa Plone: senza di esse Plone non potrebbe esistere. Il gruppo di sviluppo di Plone deve grande riconoscenza a ciascun membro della Zope Corporation per aver intuito, creato ed offerto sia Zope che il CMF come software open-source. L elenco delle persone che vorremmo lì ringraziare e quello della comunità CMF è molto lungo. Grazie quindi a ciascuno che è coinvolto in questo progetto. Zope è scritto con Python, un potente linguaggio open-source di programmazione orientata agli oggetti paragonabile al Perl o a Tcl. Non è necessario conoscere il Python per usare Plone e neppure per tenerne l amministrazione base ma, per personalizzare i prodotti e per gli script, Plone richiede un po di Python. Tommy Burnette, un direttore tecnico di Industrial Light Magic, dice quanto segue a proposito di Python ( Python gioca un ruolo chiave nella nostra linea produttiva. Senza di esso sarebbe stato molto difficile realizzare un progetto delle dimensioni di Star Wars: Episode II. Se si vuol costruire qualcosa di sofisticato con Plone è utile studiare le basi del Python almeno per un paio di giorni. Questo non solo permette di personalizzare Plone in profondità ma famigliarizza con gli oggetti e con il modo con cui questi interagiscono con l ambiente in Plone. Non è lo scopo di questo libro quello di insegnare Python e si assume che il lettore ne abbia almeno una conoscenza di base. La conoscenza delle basi Python è sufficiente per proseguire la lettura di questo libro e consente una agevole personalizzazione dell installazione Plone.

14 14 INDICE Fortunatamente, Python è un linguaggio di programmazione facile da apprendere; in media, una giornata di studio è sufficiente ad un programmatore esperto per essere produttivo. Programmatori meno esperti avranno bisogno di un po più di tempo. Installando Plone su Windows o Mac con l apposito installer assicura l inclusione della corretta versione di Python. Per scaricare Python separatamente, per qualsiasi sistema operativo o quasi, consultare La maniera migliore per imparare Python è quella di provarlo usando l interprete di serie. Nell installazione su Windows è presente un link a Pythonwin, un ambiente integrato per lo sviluppo (IDE), direttamente nel menu di Avvio; seleziona Avvio - Programmi - Plone - Pythonwin (vedi Figura 1-2). In Linux e in Mac OS X inserendo il comando python si avvia l interprete Python: $ python Pyython (#1, Oct , 10:07:16) [GCC (Red Hat Linux )] on linux2 Type "help", "copyright", "credits" or "license" for more information. >>> Python è un linguaggio interpretato ed è quindi possibile inviare semplicemente linee di codice all interprete mano a mano che le si scrivono piuttosto che dover compilare ed eseguire un intero script. Ciò rende l interprete un posto di una utilità stupefacente per provare e controllare codice (testing e debugging). Nell interprete ogni linea in attesa di un input è prefissata con >>>. Per esempio il semplice programma Hello, World è come segue >>> print "Hello, world!" Hello, world! >>> Per uscire dall interprete premere Ctrl+D (Premere il tasto D mentre si preme Ctrl) se si è in Linux mentre in Windows premere Ctrl+Z. (Questo servirà anche in seguito in una più avanzata interazione tra Zope e Plone). Per eseguire dei normali script Python è sufficente passarli all interprete; per esempio dando il seguente script chiamato hello.py: print "Hello, world!" Puoi eseguirlo con il seguente comando: $ python hello.py Hello, world! Il sito ufficiale di Python contiene dell eccellente documentazione compreso un ottimo tutorial. Anche i seguenti libri forniscono una buona panoramica di Python: Dive Into Python ((Apress, 2004)) Basato sul popolare tutorial di Mark Pilgrim, questo libro porta il lettore attraverso una rapida introduzione al linguaggio Python. È un gran bel libro che si rivolge in particolare ai programmatori esperti. Learning Python, Second Edition ((O Reilly, 2003)) Questo libro riguarda la versione 2.3 di Python e offre una buona panoramica su Python e su tutte le nuove funzionalità. È particolarmente adatto per programmatori relativamente nuovi.

15 1.4. COME COLLABORARE ALLO SVILUPPO DI PLONE 15 Figura 1.2: Figura 1-2. Il prompt di Python su Windows

16 16 INDICE Practical Python ((Apress, August 2002)) Questa introduzione molto pratica a Python approfondisce le varie funzionalità del linguaggio. Il lettore può mettere in pratica le nuove conoscenze immediatamente, seguendo passo passo la creazione di dieci interessanti progetti, da un bulletin board basato sul web a una applicazione con interfaccia grafica per la condivisione di file. Python Essential Reference, Second Edition ((Sams, 2001)) Un libro di riferimento che contiene un ottima presentazione di tutte le librerie chiave e di tutte le funzioni. È una scelta eccellente per un programmatore esperto. Questo libro usa le seguenti convenzioni: Versione italiana Attenzione: Nella versione in italiano si sono usate forme leggermente diverse. In particolare è stata usata una ulteriore modalità di evidenziazione del testo la cui renderizzazione dipende dal CSS. Risultano quindi in grassetto corsivo i nomi estesi delle risorse o altre parole importanti. Italico: I termini nuovi sono italicizzati. (L appendice C contiene un glossario completo dove sono definiti tutti gli acronimi). Inoltre, sono italicizzati anche i link che appaiono nell interfaccia utente. Grassetto: Se ci sono delle istruzioni nel testo che includono qualcosa che si deve inserire con la tastiera, queste parole sono in grassetto. Font fisso: Un font a spaziatura fissa indica nomi di file, indirizzi di cartelle (path), codice, variabili e Uniform Resource Locators (URL). Questo libro contiene molte immagini (screen shot) di Zope, Python e Plone. Siccome Plone è un prodotto in rapidissima evoluzione questi screen shot possono variare leggermente dalla versione del software che si sta usando; sono modifiche di poca importanza e non interferiscono con la comprensibilità del sistema. Per questo libro sono state usate le seguenti versioni del software ma sebbene scritto con queste in mente, tutto il software dovrebbe funzionare su queste e sulle successive versioni per un po di tempo a venire. La più recente versione di Plone, al momento della scrittura di questo libro, è la Plone 2.0. È la seconda versione (major release) del software ed include molte nuove funzionalità rispetto alla versione 1.0, incluso la gestione dei gruppi di utenti, una nuova interfaccia ed una migliore distribuzione di Zope. È decisamente consigliato di iniziare i nuovi progetti con la 2.0 piuttosto che usare le precedenti versioni. La versione 2.0 di Plone dipende dai seguenti software: Zope 2.7, CMF 1.4.2, e Python Tutti gli esempi di codice di questo libro sono stati studiati per non dipendere specificamente da queste versioni o da un particolare sistema operativo. Comunque ci possono essere delle situazioni in cui non è vero, ci scusiamo per eventuali inconvenienti. In origine è stato un gruppo di utenti di Plone, smaliziati produttori di documentazione di qualità, a lanciare l idea di questo libro. La prima versione è stata rilasciata sul sito di Plone come progetto di documentazione open source. Tutti i contenuti aggiunti al sito Plone seguono la licenza di libera pubblicazione. La crescita di interesse attorno a Plone ha creato le condizioni per un libro commerciale e quindi nell estate del 2003 abbiamo iniziato questo libro. Sono stati riutilizzati alcuni materiali del vecchio libro con il permesso dei proprietari originali. Con le modifiche a Plone 2 sono stati inseriti molti nuovi materiali. Questo libro è ora pubblicato con la Creative Commons license che consente il suo riuso. Non è comunque consentito il riuso commerciale. Per maggiori informazioni vedere la licenza online all indirizzo

17 Capitolo 2 Capitolo 2: Installazione di Plone 17

18 18 CAPITOLO 2. CAPITOLO 2: INSTALLAZIONE DI PLONE

19 Indice Questo capitolo spiega come installare Plone su diverse piattaforme e ad impostare le opzioni delle configurazioni di base di Plone. Se si vuol provare subito Plone la cosa migliore è andare al sito dimostrativo lì è possibile aggiungere e modificare contenuti immediatamente, senza installare nulla. Differentemente degli altri capitoli, la lettura di questo dall inizio alla fine potrebbe non avere senso. Abbiamo suddiviso questo capitolo per sistemi operativi in modo da poter leggere solamente le sezioni che servono per installare Plone. Plone è installabile su qualunque piattaforma che supporti Zope: Windows, Mac OS X, Linux, la maggior parte della piattaforme Unix e Solaris. Per un server Plone, un computer molto potente migliorerà ovviamente le sue prestazioni. Plone è un sistema complicato che necessita potenza di calcolo e memoria. In generale se si deve fornire un sito molto grande, è raccomandabile non andare in produzione con una macchina più lenta di 2 GHz e con meno di 1 GB di Random Access Memory (RAM). Tuttavia, per siti più modesti si lavora bene anche con configurazioni più lente, come 500 MHz e 64 MB di memoria. Per ulteriori informazioni riguardo le prestazioni, la gestione della cache (caching), e la velocizzazione di Plone si veda il capitolo 14. Per un installazione base di Plone servono almeno 50 MB di spazio libero nel disco rigido. Se si hanno già installazioni di Zope o Python, allora ne servirà molto meno; ne serviranno circa 2 MB. Si deve tener conto anche del database ad oggetti di Plone che può crescere occupando qualsiasi spazio in quanto questo dipende dalla quantità di dati che si memorizzano. Per usare Plone è necessario un browser che possa accedere al server. Se gli utenti vogliono registrarsi ad un sito devono avere abilitato i cookies. L installazione di Javascript non è necessaria ma migliora l esperienza dell utente. Visto il grande utilizzo in Plone del Cascading Style Sheets (CSS), i browser moderni possono vedere la vera interfaccia di Plone in modo più ricco ed accattivante; dovrebbe comunque funzionare in qualsiasi browser razionale. Browser raccomandati: Microsoft Internet Explorer 5.5 e successivi Netscape 7.0 e successivi Mozilla 1.0 e successivi Opera 7.0 e successivi Konqueror 3.0 e successivi Safari 1.0 e successivi Plone funziona perfettamente anche nei seguenti browser ma potrebbe differire dall originale: Netscape 4.*x* Microsoft Internet Explorer

20 20 INDICE Microsoft Internet Explorer 4.0 Konqueror 2.*x* Lynx (text-based) w3m (text-based) AWeb Links (text-based, con grafica opzionale) Tutti i browsers che utilizzano un set minimo dell Hypertext Markup Language (HTML) e supportano i cookies, ad esempio i browsers per la maggior parte dei palmari (mobile / Personal Digital Assistant - PDA). 2.1 Installazione di Plone su Windows Senza dubbio la maniera più semplice di installare Plone è quella di usare l Installer Plone per Windows, che ne automatizza l installazione in ambiente Windows. L installazione include altri pacchetti ed opzioni, un database con accesso via Hypertext Transfer Protocol (HTTP), il setup dei servizi ed i pacchetti di Python per Windows. L installer è scaricabile da Utilizzo dell Installer Il programma di installazione è stato controllato su Windows 9*x*, ME, NT 3.51+, 2000 e su XP ma può lavorare anche sulle altre versioni di Windows. Si raccomanda di avere diritti di amministratore nel computer nel quale si vuole fare l installazione in quanto l installer cercherà di avviare un servizio e modificare delle impostazioni nel file di registro di Windows. Se Zope o Python sono già installati si può installare il sorgente separatamente per risparmiare spazio sul disco. Prima di installare Plone, bisogna porre attenzione agli eventuali server web attivi. Per esempio le ultime versioni di Windows installano e lanciano automaticamente i servizi Microsoft Internet Information Services (IIS), che ascoltano sulla porta 80. L Installer avvia Plone sulle porte 80 e Per verificare se qualcosa sta già utilizzando la porta 80, il modo più rapido è aprire il browser su e vedere se trova una pagina. Si può sia disabilitare il server web che cambiare le porte di Plone; si veda Configurazione del server web più avanti in questo capitolo. Se si vuole eseguire Plone dietro IIS o far funzionare sia Plone che IIS nello stesso server nello stesso momento, il Capitolo 14 può fornire ulteriori informazioni. Al momento, comunque, la via più facile è semplicemente disabilitare il server web. Una volta scaricato l installer, lanciamolo con un doppio click (vedi figura 2-1). L installatore presenta i soliti passaggi necessari all installazione di un software; fare click su Next per continuare o su Cancel per uscire dall installazione. L installer di Plone consente di scegliere dove installare il software; la cartella di default è c:\program Files\Plone 2 (vedere Figura 2-2). Quando si arriva alla schermata relativa alla password, come mostra la figura 2-3, si deve inserire uno username ed una password. Ciò serve per creare un utente e per creare il sito Plone con quell user name. Di solito si crea un utente chiamato admin o qualcosa del genere con questo ruolo. In seguito saranno necessari questo username e la password, fare in modo di ricordarli; tuttavia se si perde questa password, si può inserirne una nuova in seguito.

21 2.1. INSTALLAZIONE DI PLONE SU WINDOWS 21 Figura 2.1: Figura 2-1. La partenza dell installatore di Plone Figura 2.2: Figura 2-2. Selezione della directory

22 22 INDICE Figura 2.3: Figura 2-3. Nome utente e password L installazione richiede circa cinque minuti ma dipende dalla velocità del computer. L installazione porta a termine vari obiettivi come la compilazione di tutti i files Python e l installazione del database. Quando l installazione è completata, sullo schermo appare un messaggio di avviso (vedere Figura 2-4). Per lanciare Plone accedere al controller di Plone tramite Avvio - Programmi - Plone. Il controller di Plone è un applicazione per avviare o fermare Plone. Si apre alla pagina Status, che consente di avviare e fermare facilmente la sessione Plone (vedere Figura 2-5). Come mostrato nella Figura 2-5, lo schermo mostra lo stato di Plone. Plone non si avvia automaticamente; si deve fare click su Start per farlo partire. Una volta premutolo si dovrà aspettare un minuto finché la procedura di startup sia completa (vedere Figura 2-6). Quando Plone è avviato, è possibile accedere al sito cliccando il pulsante View Plone. Si avvia un browser che accede al sito Plone; si potrà vedere la pagina di benvenuto di Plone. Notare come l indirizzo del browser sia questo è l indirizzo per accedere al proprio sito Plone. Cliccando il pulsante Zope Management Interface si avvia un browser che accede all interfaccia di gestione; questa volta l indirizzo del browser è che consente l accesso al server sottostante l applicazione. Quando si preme il pulsante Manage e si accede a Plone viene chiesto l username e la password. Qui bisogna inserire l username e la password che si è inserita con l Installer. Il controller sa se si è installato Plone come servizio o meno. Se Plone è stato installato come servizio di Windows, è possibile avviare e fermare Plone utilizzando i normali comandi e maschere di gestione dei servizi. Se invece Plone non è stato installato come servizio Windows, si vedrà apparire una piccola icona nella barra delle applicazioni. A questo punto se si vogliono modificare dei contenuti si prosegua al capitolo 3 _ Configurare il server su Windows La configurazione di Plone è in un file di testo e si può facilmente modificare per personalizzare la propria istanza. È possibile quindi cambiare le porte su cui Plone è in ascolto, i file usati per i log e molte altre opzioni. Le scelte per alcune funzionalità sono disponibili nell interfaccia grafica (GUI) del controller. Se si desidera modificare le

23 2.1. INSTALLAZIONE DI PLONE SU WINDOWS 23 Figura 2.4: Figura 2-4. Schermata finale Figura 2.5: Figura 2-5. Plone non è in funzione

24 24 INDICE Figura 2.6: Figura 2-6. Ora Plone è in funzione altre impostazioni fare riferimento all Appendice A _ dove c è la lista completa delle opzioni di configurazione. Per accedere al controller selezionare Avvio - Programmi - Plone - Plone, che avvia il controller. Come detto in precedenza, la prima pagina che viene mostrata è la pagina di stato (Status page) che consente di avviare o fermare Plone. Sulla sinistra del controller sono accessibili altre schermate di cui parleremo più avanti. Modifica delle porte in Windows La scelta delle porte, come mostrato dalla Figura 2-7, consente di specificare le porte su cui Plone si mette in ascolto delle connessioni in arrivo con protocolli HTTP, File Transfert Protocol (FTP), Web-based Distributed Authoring and Versioning (WebDAV). Come già detto, quando si installa Plone bisogna assicurarsi che non vi siano altri server in ascolto sulla stessa porta (del server Plone): IILS, Apache e PWS (Personal Web Server) potrebbero essere in ascolto sulla 80. Al momento in cui scriviamo, in Plone vengono abilitate solo le porte Plone e Zope Management; per intervenire sulla loro configurazione è necessario modificare un file di testo. Quelle che seguono sono le descrizioni dei quattro campi della pagina Porte: Plone (HTTP) Questo campo specifica tramite quale porta l utente accede normalmente a Plone. L impostazione di default è la porta 80 che è lo standard per un server web. Sebbene non sia necessaria, senza questa porta non è possibile accedere a Plone tramite un browser web. Se questa porta è abilitata e Plone sta funzionando, è abilitato anche il pulsante View nella maschera di stato. Zope Management (HTTP) Questo campo specifica a quale porta è possibile accedere a Plone come manager. Il valore di default è la porta Questa porta consente l accesso alla Zope Management Interface (ZMI) dalla cartella radice

25 2.1. INSTALLAZIONE DI PLONE SU WINDOWS 25 Figura 2.7: Figura 2-7. La schermata Ports mostra le porte utilizzate da Plone (root) di Zope. Ciò è possibile comunque anche dalla porta HTTP ma è comodo e conveniente avere una porta distinta. Se questa porta è abilitata e Plone sta funzionando, è abilitato anche il pulsante Manage Plone nella maschera di stato. FTP Access Questo campo specifica a quale porta è possibile accedere a Plone con il protocollo FTP. Il valore di default è blank che significa che questo servizio è disabilitato; se si desidera abilitarlo la porta usata abitualmente è la 21. È utile usare l FTP soprattutto per trasferire da/a Plone file di grandi dimensioni. WebDAV Source Questo campo specifica a quale porta è possibile accedere a Plone via WebDAV. Il valore di default è blank che significa che questo servizio è disabilitato; se si desidera abilitarlo la porta usata abitualmente è la (WebDAV è un protocollo che consente l authoring dei contenuti di Plone da remoto. Tramite WebDAV è possibile, per esempio, realizzare la mappatura del server Plone come una lettera di un disco Windows.) Utilizzo della schermata Emergency User Il capitolo 9 _ spiega l uso della pagina di emergenza (Emergency User page) ma, detto in breve, essa consente l accesso di emergenza al sistema se si sono dimenticati l username e la password. Lanciare Plone in modalità di debug Fino a questo momento abbiamo lanciato e fermato Plone in modalità production. È il modo più rapido e quello raccomandato per l uso normale di Plone. Per sviluppare add-ons o per risolvere i problemi del debugging è necessario lanciarlo in debug mode. Questo è la modalità consigliata per il lancio di Plone quando si sviluppano nuovi prodotti e skin, come faremo nei prossimi capitoli. Questa non è la modalità predefinita perché, come si potrà notare, Plone è fino a dieci volte più lento del normale. Per avviare Plone in modalità debug selezionare Avvio - Programmi - Plone - Plone (Debug Mode) ed apparirà una finestra con il prompt: tutti i log con le informazioni saranno visualizzati lì (vedere Figura 2-8).

26 26 INDICE Figura 2.8: Figura 2-8. Lancio di Plone dalla linea di comando Per verificare se Plone è funzionante basta avviare un browser e provare l indirizzo se Plone è installato correttamente si vedrà la schermata di benvenuto di Plone. 2.2 Installazione di Plone su Mac OS X, Unix e Linux I programmi di installazione per Mac OS X, Unix e Linux sono diversi tra di loro, ma la configurazione è simile. Esistono pacchetti specifici per i differenti sistemi operativi inclusi Mac OS X, Debian, Gentoo, FreeBSD, OpenBSD, RPM Package Managers (RPMs) per Red Hat, SuSE, e Mandrake. Nelle successive sezioni trattiamo le più diffuse: Mac OS X, Red Hat e Debian. Per saperne di più sul proprio sistema si consiglia di consultare le istruzioni di installazione specifiche del sistema operativo che si ha installato Installazione su Mac OS X L installer automatizza l installazione di Plone su Mac OS X ed è stato testato sulla versione e successive. È necessario avere accesso come amministratore al computer su cui si vuole installare. È possibile scaricare l installer da Una volta scaricato l installer fare doppio click sul file per decomprimere l archivio e successivamente fare doppio click sul pacchetto così decompresso per iniziare l installazione. Sarà mostrato la schermata mostrata in Figura 2-9. Inserire la password del proprio account Mac OS X per autorizzare l installazione: l account deve avere i privilegi di amministratore per poterlo fare. Se non si hanno i privilegi di amministratore uscire, rientrare con un account che li abbia e rilanciare l installer. Si può eventualmente muovere il pacchetto precedentemente scaricato in /Users/Shared in modo da renderlo accessibile anche con altri account. Avviata l installazione si vedrà la schermata mostrata nella Figura L installatore presenta i soliti passaggi necessari all installazione di un software; fare click su Continue per continuare o su Go Back quando necessario; la maggior parte delle scelte sono auto esplicative. Ma laddove viene mostrata la scelta del volume dove installare Plone è necessario scegliere la partizione in cui è installato Mac OS X (vedere Figura 2-11).

27 2.2. INSTALLAZIONE DI PLONE SU MAC OS X, UNIX E LINUX 27 Figura 2.9: Figura 2-9. Autorizzazione all installazione usando la propria password Mac OS X

28 28 INDICE Figura 2.10: Figura Schermata di benvenuto dell installatore

29 2.2. INSTALLAZIONE DI PLONE SU MAC OS X, UNIX E LINUX 29 Figura 2.11: Figure Selezione del volume di boot

30 30 INDICE L installazione richiede circa cinque minuti ma dipende dalla velocità del computer. Quando l installazione è terminata, l impostazione predefinita è che Plone non venga avviato. Il file ReadMe.rtf in /Applications/Plone contiene molte informazioni sul funzionamento e la gestione della propria installazione Plone, incluso come avviare Plone. Per esempio lanciando il seguente comando si avvierà Plone: sudo /Library/StartupItems/Plone/Plone start Per verificare se Plone è funzionante basta avviare un browser e provare l indirizzo se Plone è installato correttamente si vedrà la schermata di benvenuto di Plone. Nel file ReadMe ci sono l username e la password che Plone ha impostato per l accesso al server Installazione utilizzando un RPM I pacchetti RPM sono disponibili per le distribuzioni Red Hat, Mandrake e SuSE. È possibile scaricare l ultima versione da L RPM richiede che Python 2.3 sia già installato. Per sapere quale versione di Python si ha installato nel proprio pc lanciare il seguente comando in una shell: $ python -V Python In questo esempio c è installato Python 2.3.2: se non lo si ha il pacchetto RPM per Python è disponibile al sito web di Python all indirizzo Dopo aver scaricato il file installarlo utilizzando i comandi standard rpm: l installazione Plone stampa alcune utili informazioni, per fortuna. Ad esempio: [root@lappi i386]# rpm -ivh Plone rh-2.i386.rpm Preparing... ########################################### [100%] Making group plone (not altered if already exists). Making user plone. ~ 1:Plone2 ########################################### [100%] Creating initial main instance... Instance created. Listening on :8080, initial user: plone with password: plone. Setup of initial database in main instance... /usr/lib/plone2/lib/python/accesscontrol/owned.py:79: DeprecationWarning: Owned.getOwner(1) is deprecated; please use getownertuple() instead. ~ DeprecationWarning) Created initial database content. look at /etc/plone2/main/zope.conf. Run then "/etc/rc.d/init.d/plone2 start" to start Plone2. you may create new Plone instances with mkploneinstance. Come per il precedente output, per avviare Plone lanciare il seguente: /etc/rc.d/init.d/plone2 start Per verificare se Plone è funzionante usare un browser e provare l indirizzo se Plone è installato correttamente si vedrà la schermata di benvenuto di Plone. L account impostato ha come username plone e la password plone.

31 2.3. INSTALLAZIONE DAI SORGENTI Installazione su Debian Linux Plone è un pacchetto standard in Debian ed è rilasciato con il procedimanto di rilascio standard ed è quindi scaricabile sia nella versione stable che unstable* in base a come è configurata la propria installazione Debian. Per installare Plone usare semplicemente il sistema Debian apt per ottenere il pacchetto. Segue un esempio di installazione: agmweb:/home/andy# apt-get install plone Reading Package Lists... Done Building Dependency Tree... Done The following extra packages will be installed: zope zope-cmf zope-cmfcalendar zope-cmfcore zope-cmfdefault zope-cmfplone zope-cmftopic zope-cmfworkflow zope-formulator zopectl Suggested packages: zope-cmfwiki python-unit zope-devguide zope-book Recommended packages: zope-cmfforum zope-localizer The following NEW packages will be installed: plone zope zope-cmf zope-cmfcalendar zope-cmfcore zope-cmfdefault zope-cmfplone zope-cmftopic zope-cmfworkflow zope-formulator zopectl 0 upgraded, 11 newly installed, 0 to remove and 49 not upgraded. Need to get 4743kB of archives. After unpacking 24.9MB of additional disk space will be used. Do you want to continue? [Y/n] Premere Y per continuare ed installare i pacchetti richiesti. Per l avvio e lo stop di Zope viene creato uno script nella directory init.d denominato zope. Per avviare Zope lanciare il seguente: /etc/init.d/zope start L installer Debian avvia Zope sulla porta non-standard Siccome l installer Debian è un po inusuale si raccomanda la lettura della documentazione del pacchetto in /usr/share/doc/zope ed in /usr/share/doc/zope-cmfplone. 2.3 Installazione dai sorgenti In alternativa ai programmi di installazione o ai pacchetti, puoi effettuare l installazione partendo dai sorgenti. Per chi ha famigliarità con l installazione da sorgente è abbastanza semplice ma richiede la conoscenza di strumenti di base come tar. Le sezioni che seguono mostrano come installare su linux. Si assume qui la famigliarità con operazioni basilari come l untarring di file e lo spostamento di file. Ciò è richiesto per ottenere una installazione di Zope funzionante. Nota Per installare Zope vedere le istruzioni di installazione che sono disponibili nel file doc/install.txt scaricato con Zope. Per ulteriori informazioni vedere Per installare Plone fare i seguenti passaggi:

32 32 INDICE 1. Scaricare Plone 2 da e selezionare il file col sorgente (tarball). 2. Decomprimere l archivio con il comando: tar xzf CMFPlone2.0.tar.gz 3. Verificare la creazione della directory denominata CMFPlone-xxx, dove xxx è la versione (per esempio, CMFPlone-2.0). 4. Spostare il contenuto di quella cartella nella directory Products dov è installato Zope. Per esempio se la directory Products di Zope è in var/zope spostare il tutto con il comando: mv CMFPlone2.0/* /var/zope/products Dopo aver completato l installazione riavviare Zope. Una volta riavviato, accedere a Zope aprendo un browser all indirizzo È necessario fornire un username ed una password per questo (per esempio l username e la password data durante l installazione di Zope). Nell angolo a destra in alto dell interfaccia ZMI c è un elenco a cascata dei prodotti che è possibile aggiungere. Assicurarsi che una delle le opzioni sia Plone Site. Se è così l installazione è completa (vedere la Figura 2-12). Figura 2.12: Figura Plone Site nella lista di selezione Installazione dal CVS L accesso tramite Concurrent Versioning System (CVS) è raccomandato solo agli utenti esperti e agli sviluppatori. È possibile ottenere informazioni aggiornate sull accesso al CVS all indirizzo Attualmente il comando di estrazione dal CVS è il seguente: cvs -d:pserver:anonymous@cvs.sf.net:/cvsroot/plone login cvs -d:pserver:anonymous@cvs.sf.net:/cvsroot/plone co CMFPlone

33 2.4. CONFIGURAZIONE DEL SERVER WEB 33 Plone 2 ha un intero stuolo di dipendenze (come DCWorkflow, Formulator, Group User Folder ed altre) che non si trovano nel CVS di Plone e che implicano quindi la loro ricerca da parte dell utente. All avvio Plone stampa tutti gli eventuali errori per i pacchetti non trovati. Per esempio: T12:23:11 ERROR(200) Plone Dependency CMFActionIcons not found. Please download it from Aggiungere un sito Plone Una volta installato Plone dai sorgenti è necessario creare una istanza di Plone. Per farlo è necessario loggarsi nell interfaccia ZMI ed aggiungere un sito Plone. Vi si accede andando all indirizzo (URL) dell interfaccia di gestione che è normalmente (questa porta può cambiare in base alla propria installazione). È necessario fornire un username ed una password per accedere alla ZMI: questa password è creata durante l installazione. Nota Non fatevi prendere dal panico se avete dimenticato la password di Plone creata al momento dell installazione. È possibile crearne una nuova; vedere il capitolo 9 _ per ulteriori informazioni. Aggiungere tutti gli oggetti utilizzando l elenco a cascata nell angolo destro in alto come mostrato dalla Figura Scorrere l elenco fino a trovare Plone Site e cliccare Add. Dopo aver selezionato l opzione Plone Site una maschera richiede l inserimento di ulteriori informazioni (vedere Figura 2-13): Id È il nome che identifica il sito Plone (inserire, per esempio, Plone o Sito). Title È il titolo del sito Plone (inserire, per esempio, Il Mio Portale). Membership source Per il momento lasciare questa opzione come default, Create a New User Folder in the Portal. Questo consente di avere l autenticazione dell utente altrove rispetto al portale. (Vedere il capitolo 9 _ per più informazioni). Description È la descrizione del portale che gli utenti vedranno nelle (inserire, per esempio, Un sito sulla nuova tecnologia). Non ci si preoccupi per questo, è sempre possibile modificarla successivamente nelle proprietà del portale. Dopo aver cliccato su Add Plone Site viene creato un sito Plone. Questo può impiegare un minuto o due sulle macchine più lente per il gran numero di processi che si attivano. Si viene quindi redirezionati alla pagina di benvenuto di Plone. 2.4 Configurazione del Server Web Una volta installato Plone si potrebbe desiderare di configurare il sito Plone in modo che giri su una porta differente, abbia connessioni FTP, salvi i log in file differenti e così via. Questa sezione tratta di queste impostazioni basilari. Si noti che non stiamo configurando il sito Plone ma stiamo modificando la configurazione del sottostante server web. Nota Se si è installato su Windows con l apposito installer, la maggior parte di questa configurazione è possibile tramite un programma con una comoda interfaccia utente; vedere Configurare il server su Windows in questo capitolo.

34 34 INDICE Figura 2.13: Figura Aggiunta di un sito Plone

35 2.4. CONFIGURAZIONE DEL SERVER WEB 35 Zope 2.7 crea un file di configurazione dentro ciascuna istanza installata. Tutte le configurazioni per il server sono in quel file. Un elenco completo delle opzioni di configurazione è disponibile nell Appendice A _. Per trovare il file di configurazione cercare un file di nome zope.conf nella directory etc della propria installazione Plone. Alcuni installer (Windows e Mac OS X ad esempio) creano un secondo file di nome plone.conf che contiene specifiche opzioni di configurazione per Plone. Se la propria installazione contiene un file di nome plone.conf si usi quel file per effettuare delle modifiche; sarà incluso nel file di configurazione principale. Nota Se si è installato in Mac OS X o usando l installer per Windows si troverà un file extra (plone.conf) che contiene le definizioni del port usate nel file principale di configurazione di Zope. Il file di configurazione è estremamente verboso e contiene un gran numero di utili commenti ed esempi. Se si è famigliari con i file di configurazione in Unix, come Apache, si avrà famigliarità anche con il file di configurazione di Zope. Per modificare la configurazione di Zope aprire il file con un editor per testo e modificare le linee come richiesto; dopo aver modificato la configurazione è necessario riavviare Zope. È possibile avviare Plone 2.0 con una versione Zope precedente di alla 2.7 ma Zope 2.7 fornisce maggior stabilità e nuove funzionalità, inclusa una facile configurazione. Se si sta usando una versione precedente alla 2.7 si dovrà leggere la documentazione su come modificare la configurazione Modifica delle porte Per cambiare una porta aggiungere la linea dell indirizzo per quella porta. Per esempio, per avviare Plone sulla porta 80 piuttosto che su quella di default modificare le successive linee nel file zope.conf: <http-server> # valid keys are "address" and "force-connection-close" address 8080 # force-connection-close on </http-server> nel seguente modo: <http-server> # valid keys are "address" and "force-connection-close" address 80 # force-connection-close on </http-server> Se si è usato l installer per Windows o per Mac OS X si troverà la definizione di queste porte nel file plone.conf. Questi valori vengono successivamente importati nel file di configurazione principale. Perciò per cambiare porta su un Mac si modificherà il file plone.conf da così: a così: ## PLONE_WEBSERVER_PORT ## ## This is the port you will access your Plone site from. Set this to a port ## number above 1024 not used for any other server on your computer. %define PLONE_WEBSERVER_PORT 8080 %define PLONE_WEBSERVER_PORT 80

36 36 INDICE Utilizzo della modalità di debug Per default Zope 2.7 viene lanciato in modalità di debug. Si noti che Plone gira decisamente più lento in modalità debug, approssimativamente volte più lento. Per eliminare questo comportamento aggiungere questa linea al file di configurazione: debug-mode off Per dare una sensazione migliore agli utenti Windows (la modalità debug rallenta Plone su Windows anche più che in Linux) la modalità debug è già disabilitata per default. Se si ha un sito Plone avviato e si vuol saper se è attiva la modalità debug si vada nella ZMI, in portal_migration e controllare le variabili lì elencate; dovrebbero dire se la modalità debug è abilitata Utilizzo dei file di log Di default ci sono due file di log in Plone: un log degli accessi che consente di produrre statistiche del sito e un log degli eventi che contiene informazioni di debug dei prodotti Plone. Il log degli eventi è il posto deve trovare errori e messaggi in Plone. La configurazione di default è simile alla seguente: <eventlog> level all <logfile> path $INSTANCE/log/event.log level INFO </logfile> </eventlog> <logger access> level WARN <logfile> path $INSTANCE/log/Z2.log format %(message)s </logfile> </logger> Qui è dove si può cambiare il path definendo un nuovo file. I valori che vengono scritti dipendono dal livello inviato con il messaggio: messaggi di maggiore gravità vengono inviati con livelli maggiori. Per default vengono inviati al log solo informazioni ed il messaggio precedente, ma il valore può essere uno dei seguenti: CRITICAL, ERROR, WARN, INFO, DEBUG e ALL. Se si vogliono registrare solo gli errori si dovrà modificare level INFO a level ERROR.

37 Capitolo 3 Capitolo 3: Aggiungere e modificare i contenuti 37

38 38 CAPITOLO 3. CAPITOLO 3: AGGIUNGERE E MODIFICARE I CONTENUTI

39 Indice Note alla traduzione del capitolo member: collaboratore form: modulo join: iscriversi log in: registrarsi register: conferma l iscrizione review (state): in revisione (stato) submit: proponi discussion: conferenza, discussione Aggiungere e modificare i contenuti è una semplificazione della potenza pura che Plone è in grado di sviluppare. Creare pagine web ricche di contenuti e di funzionalità con Plone è un lampo. Questo capitolo mostra come lavorare direttamente con Plone avendolo installato localmente. Anche se non si ha Plone installato, nessuna preoccupazione, si può provare Plone online andando a Prima di cambiare o modificare un sito Plone è necessario iscriversi. Se si ha Plone installato si dovrebbero avere il nome utente e la password inseriti durante l installazione. Questo utente ha il ruolo di amministratore che gli consente l accesso e la modifica di qualsiasi contenuto. La maggior parte degli utenti di un sito Plone accedono al sito e si iscrivono tramite la procedura di registrazione descritta nella sezione Registrazione utente. Si può ovviamente vedere un sito Plone anche senza registrarsi ma non sarà possibile aggiungere e modificarne i contenuti. In questo capitolo faremo i passi che fa l utente per creare contenuti in un sito Plone. Prima, come entrare nel sito e loggarsi, e, dopo averlo fatto, come creare e poi modificare un documento. Per finire vedremo come è possibile cercare o pubblicare questo contenuto. Detto in breve, questo capitolo tratta di come si usa Plone. 3.1 Registrazione utente Quando ci si iscrive ad un sito Plone, viene generato un account sul server. Tale account dà il diritto di aggiungere contenuti come immagini, documenti e così via. Per iscriversi al sito premere sul collegamento iscriviti posizionato nell angolo in alto a destra (vedere Figura 3-1). Questo porta al Modulo di iscrizione, che è necessario compilare (vedere Figura 3-2). Siccome questa è la prima maschera che si incontra in Plone prendiamo nota che: 39

40 40 INDICE Figura 3.1: Figura 3-1. Click su iscriviti in alto a destra sulla pagina Alcuni campi sono obbligatori; un piccolo quadratino rosso vicino al testo indica i campi richiesti. Per la maggior parte dei campi sono presenti, subito sotto il nome del campo, dei consigli su cosa si deve immettere. Nota Siccome molte pagine Plone sono veramente grandi, le immagini di questo libro sono state ritagliate per mostrare solo le parti chiave (in questo caso il modulo) e non il logo Plone o il piè pagina. Questi elementi ci sono, ma sono superflui. Per completare il modulo, inserire i campi che sono ragionevolmente ovvii. I valori dei campi sono questi: Nome e Cognome Inserire il proprio nome completo. È un campo opzionale. Nome utente Inserire il nome utente che si desidera usare. Molti scelgono un valore alfanumerico senza spazi, come bob o gianna97. Questo nome utente viene usato in tutto il sito per fare riferimento a noi. È un campo obbligatorio. Qui è richiesto un indirizzo valido. Consente all amministratore del sito di contattarci e di mandarci una password. È possibile cambiare successivamente questo indirizzo modificando le proprie preferenze di collaboratore. È un campo obbligatorio. Password e Conferma Password È la password che intendiamo usare; dev essere più lunga di quattro caratteri e può contenere lettere, numeri ed il carattere di sottolineatura (_). Le password sono case sensitive (in altre parole UnaPassword non è la stessa cosa di unapassword). È un campo obbligatorio. Invia una con la password Spuntare questo campo se si desidera che la password sia spedita via all indirizzo fornito. È un campo opzionale. Completato il modulo clicchiamo su conferma l iscrizione per inviare le nostre informazioni. Se abbiamo commesso qualche errore, ci verrà mostrato un messaggio di errore in cima alla pagina ed il campo con l errore sarà evidenziato. La Figure 3-3 mostra l invio della password senza aver inserito alcun valore nel campo Conferma password. Nuovamente notiamo il modo standard dei moduli Plone di mostrarci gli errori. Se abbiamo completato correttamente il modulo ci verrà subito data la possibilità di accedere registrandoci. Clicchiamo su accedi per entrare nel sito. Vedremo quanto mostra la Figura 3-4. Se abbiamo già un nome utente ed una password o stiamo ritornando in un sito dove ci siamo precedentemente iscritti, possiamo inserire il nome e la password nel box della colonna di sinistra del sito e cliccare su accedi.

41 3.1. REGISTRAZIONE UTENTE 41 Figura 3.2: Figura 3-2. La pagina di iscrizione

42 42 INDICE

43 3.1. REGISTRAZIONE UTENTE 43 Figura 3.4: Figura 3-4. Dopo la registrazione

44 44 INDICE 3.2 Abilitare i Cookies Per registrarsi in un sito Plone dobbiamo avere i cookie abilitati. Se si prova ad accedere ad un sito Plone con i cookie disabilitati si riceve un amichevole messaggio che ci dice che i cookie devono essere abilitati con un collegamento ad ulteriori informazioni. Per abilitare i cookie, facciamo i prossimi passi, in base a che browser abbiamo. Internet Explorer 6.x 1. Select Tools > Internet Options. 2. Click the Privacy tab at the top of the screen. 3. Move the slider to Medium, and click OK. Internet Explorer 5.x 1. Select Tools > Internet Options. 2. Click the Security tab at the top of the screen. 3. Click Custom Level, and scroll down to the Cookies section. 4. Set Allow Per-Session Cookies to Enable, and click OK. Internet Explorer 4.x Mozilla 1.x 1. Select View > Internet Options. 2. Click the Security tab at the top of the screen. 3. Click Custom Level, and scroll down to the Cookies section. 4. Select Always Accept Cookies or Prompt Before Accepting Cookies, and click OK. 1. Select Edit > Preferences. 2. Find Privacy & Security in the menu on the left. If there s a plus sign (+) to the left of Privacy & Security, click it. 3. Select Cookies under Advanced. 4. Select Enable Cookies for the Originating Web Site Only or Enable All Cookies, and click OK. Opera 1. Press F Click Enable Cookies. Netscape Navigator 6.x 1. Select Edit > Preferences. 2. Find Privacy & Security in the menu on the left. If there s a triangle pointing to the right next to Privacy & Security, click it. 3. Select Cookies under Privacy & Security. 4. Select Enable Cookies for the Originating Web Site Only or Enable All Cookies, and click OK. Se ad un certo punto dimentichiamo la password possiamo farcela spedire via all indirizzo fornito quando ci siamo iscritti al sito Plone. Per farci spedire la password clicchiamo sul collegamento Hai dimenticato la tua password? posizionato nella colonna sinistra del sito. Questo tira su il modulo Ho dimenticato la password come mostra la Figura 3-5; inseriamo il nome utente per il nostro login e la password ci verrà inviata. Sfortunatamente se non si ha più accesso a quell account di posta o non si riesce a ricordare il nome utente, si dovrà contattare l amministratore del sito. Usando le tecniche descritte nel Capitolo 9 _ l amministrazione può cambiare l indirizzo e trovare il nostro account utente. Una volta registrati nel sito possiamo vedere il collegamento esci nell angolo in alto a destra. Quando abbiamo finito di lavorare è buona abitudine uscire dal sito (log out) specialmente se stiamo accedendovi da un computer che può essere facilmente usato da altre persone.

45 3.2. ABILITARE I COOKIES 45 Figura 3.5: Figura 3-5. Richiedere una password dimenticata

46 46 INDICE 3.3 Impostare la cartella personale e le preferenze Dopo essersi registrati, la barra dei collaboratori (member bar), nell angolo destro in alto, cambia per mostrare le opzioni disponibili quali collaboratori del sito (vedere la Figura 3-6). Figura 3.6: Figura 3-6. Le impostazioni personali nell angolo in alto a destra sono cambiate Una di queste opzioni è che ciascun collaboratore ha una sua cartella creata quando si è registrato al sito. Questa cartella ha impostata una particolare politica della sicurezza tale che solo quel collaboratore (e gli amministratori) possono aggiungere e modificare il contenuto di quella cartella. Per accedera alla propria cartella personale clicchiamo sul collegamento cartella personale nella barra personale in alto a destra nel sito. Sempre lì a destra in alto si può vedere anche un collegamento alle preferenze personali che, cliccato, offre un elenco di opzioni per la personalizzazione. Per il momento vediamo due opzioni; come cambiare la nostra password e come andare alle preferenze personali e cambiare le preferenze chiave nel nostro sito. Il modulo per modificare la password consente appunto di cambiare la propria password. Per completarlo dare la password attuale e poi due volte la nuova password. Dopo averla cambiata, la modifica è immediata. Non si deve rientrare registrandosi di nuovo, solo ricordiamoci la password per quando ritorneremo. Il modulo delle preferenze personali consente di impostare numerose preferenze che variano il modo di vedere il sito. Queste preferenze sono conservate nel server in modo da ricordarle tra le visite al sito (vedere la Figura 3-7). Le opzioni sono le seguenti: Nome e Cognome È il nome completo che si è dato quando ci si è iscritti al sito. È l indirizzo associato alla propria appartenenza ai collaboratori ed è usato frequentemente in un sito Plone. Importantissimo, se si perde o si dimentica la propria password, questo è l indirizzo a cui il sistema la reinvia. Editor del contenuto Modificando un contenuto complesso, si desidera l aiuto di un editor. Se l amministratore ne ha reso disponibile qualcuno, lo si può scegliere qui. Verrà usato cliccando la scheda modifica di un oggetto. Se non si è sicuri lasciare l impostazione predefinita. Presenza nell elenco dei collaboratori Questa proprietà specifica se il nostro profilo viene mostrato nella scheda dei collaboratori quando qualcuno cerca l elenco dei collaboratori. Modifica i nomi brevi Gli oggetti hanno la proprietà ID, o Nome breve, che viene usata per la rappresentazione interna dell oggetto. Viene mostrata anche negli elementi dell indirizzo web e nell URL Uniform Resource Locator. L impostazione predefinita mostra qualcosa del tipo News_Item ma la possiamo semplificare molto cambiando il valore del Nome breve, per esempio con notizie_novembre. Nota Quando si modifica il valore del nome di un oggetto, qualsiasi cosa faccia riferimento al vecchio nome non è più valida e darà la pagina di errore elemento non trovato. È meglio non cambiare il valore del nome dopo aver sottoposto a revisione o collegato da qualche parte l oggetto. Per questa ragione consigliamo di impostare questa opzione a no.

47 3.3. IMPOSTARE LA CARTELLA PERSONALE E LE PREFERENZE 47 Figura 3.7: Figura 3-7. Modifica delle preferenze

48 48 INDICE Ritratto Nelle grandi organizzazioni e nei siti comunitari è utile vedere l immagine degli altri collaboratori. Il campo Ritratto consente di caricare una propria immagine. L immagine dev essere di 75 per 100 pixel. Fatte le scelte che si desiderano, cliccare il pulsante conferma le modifiche per inviare le modifiche. Ora che siamo registrati è ora di aggiungere e modificare dei contenuti. 3.4 Aggiungere e modificare documenti Come detto ora siamo collaboratori del sito ed è stata creata per noi una cartella dove mettere le nostre cose. Naturalmente possiamo inserire contenuti ovunque l amministratore del sito ci abbia autorizzati a farlo, l impostazione predefinita è che ciascun collaboratore possa inserire materiali nella propria cartella personale. Capire dove aggiungere contenuti Il posto più facile per aggiungere i primi contenuti è la cartella di collaboratore dell utente a cui si accede con il collegamento cartella personale. Sebbene questo sia utile, probabilmente non è l approccio migliore per una soluzione a lungo termine. Principalmente crea URL lughe (per esempio../members/andy/docum...). Comporta inoltre il fatto che il nostro contenuto non viene accuratamente riflesso nell albero di navigazione. Come vedremo in seguito esistono più soluzioni a questo aspetto; la più comune è quella di creare una cartella e dare a certi utenti il diritto per accedervi. Per esempio questa cartella potrebbe essere Aiuto o Notizie. La sezione Usare le cartelle, più avanti nel capitolo, tratta l aggiunta delle cartelle mentre il Capitolo 9 _ tratta l uso delle aree di lavoro dei gruppi e della sicurezza. Ciascun tipo di contenuto che si può aggiungere è distinto e lo si può modificare e vedere in modi differenti. Per questo motivo, Plone referenzia differentemente ciascun tipo di contenuto; per esempio possiamo aggiungere immagini, collegamenti, documenti e così via. All inizio Plone fornisce i seguenti tipi di contenuto: Documento È un elemento che presenta alcune informazioni statiche all utente. È il tipo di contenuto più comunemente aggiunto ad un sito e assomiglia già abbastanza a una tipica pagina web. Notizia È un documento che deve essere mostrato nella scheda notizie (per esempio un rilascio stampa). Collegamento È un collegamento ad un altro elemento, che può essere interno come esterno in un altro sito web. Immagine È una immagine, come lo sono i file.gif o.jpeg. Evento È un evento che deve accadere, un meeting, una conferenza o altro evento. Cartella È come una cartella di un disco rigido; è una cartella dove mettere dei materiali per poterli ritrovare facilmente in seguito. Tema È un raggruppamento di altri contenuti. È essenzialmente il salvataggio di un criterio di ricerca che si può riusare in seguito. Solo gli utenti del sito con questo privilegio possono aggiungere i temi. File È un altro pezzo di contenuto, come un video, una registrazione audio, un file di testo, un foglio di calcolo, un file compresso o qualsiasi altro vogliamo caricare. Andiamo in ciascuno di questi elementi usando il tipo documento come esempio mostrando nei dettagli come aggiungere e modificare facilmente e velocemente i documenti. Mostriamo quindi come costruire un sito dinamico tramite il browser utilizzando questi tipi base di contenuto, evitando qualsiasi programmazione.

49 3.4. AGGIUNGERE E MODIFICARE DOCUMENTI 49 Ci sono molti modi di aggiungere e modificare i contenuti in un sito Plone oltre che tramite un browser web. È infatti possibile accedere via FTP (File Transfer Protocol), via WebDAV (Web-based Distributed Authoring and Versioning), o via script, tutto è permesso. Tratteremo come impostare queste cose nel Capitolo 10 mentre per ora avremo un approccio tramite l interfaccia del browser web. Nel Capitolo 11 e Capitolo 13 di questo manuale, spiegheremo di come creare nuovi tipi di contenuti personalizzati che si possano cucire attorno a particolari bisogni in un sito Comprendere i Document Content Types Piuttosto che dettagliare come aggiungere e modificare tutti i differenti tipi di contenuto disponibili, parliamo in dettaglio dell aggiunta di un solo tipo, un documento. Dopo everne aggiunti e modificati alcuni, l approccio all aggiunta diventerà naturale e la modifica ad altri contenuti diventerà facile. Un documento è una pagina di contenuto, normalmente un autocontenitore di pezzi di testo. Sebbene tutti gli elementi aggiunti a Plone siano accessibili come pagine web, se c è un contenuto a cui pensare come pagina web è questo. La pagina home predefinita di un sito Plone, che abbiamo già visto, la ormai famosa pagina Welcome to Plone, è un esempio di documento (vedere la Figura 3-8) Aggiungere un documento Ci sono due modi per aggiungere dei contenuti usando il browser web. Prima però assicuriamoci di essere registrati perché solo gli utenti registrati possono aggiungere contenuti. Secondariamente selezioniamo il collegamento alla cartella personale della barra di navigazione in alto a destra. Questo ci porta nella nostra cartella home, un area sotto il nostro controllo. Se siamo in grado di aggiungere contenuti ad una cartella questa verrà mostrata con dei bordi verdi (ed, in cima, le schede per la modifica delle varie proprietà n.d.t) (vedere la Figura 3-9). Se non si vedono i bordi verdi, non si è in grado di aggiungere contenuti; questo bordo contiene le azioni che si possono effettuare nella attuale posizione. Nella Figura 3-9 possiamo vedere che la pagina mostra il contenuto della cartella in quanto questa è la scheda evidenziata. Ci sono altre schede lì come visualizza, condivisione e proprietà con ulteriori opzioni avanzate. Nell angolo in alto a destra del bordo verde, si può notare i menù aggiungi un nuovo elemento e stato. Clicchiamo su aggiungi un nuovo elemento per aprire un elenco a cascata con gli elementi da aggiungere (vedere la Figura 3-10). Per aggiungere un documento selezioniamo documento. Alternativamente, se guardiamo nel corpo della pagina (scheda contenuti n.d.t.) possiamo notare un altro box aggiungi un nuovo elemento. Anche lì clicchiamo la freccetta per aprire l elenco degli elementi che possono essere aggiunti e scegliamo quello che vogliamo (vedere la Figura 3-11). L elenco aggiungi un nuovo elemento posizionato nel bordo verde è comodo da usare perché è disponibile per gran parte del tempo. Nota Anche se si ha famigliarità con Zope non si deve mai, mai e poi mai aggiungere contenuti tramite la ZMI (Zope Management Interface). In base a come abbiamo installato Plone è possibile che abbiamo già visto la ZMI e magari averla già usata per personalizzare e sviluppare Plone via web. Comunque l aggiunta di contenuti con la ZMI crea contenuti incompleti... (manca la fine del discorso (n.d.t.)

50 50 INDICE Figura 3.8: Figura 3-8. Benvenuto in Plone, un semplice documento

51 3.4. AGGIUNGERE E MODIFICARE DOCUMENTI 51 Figura 3.9: Figura 3-9. Il nostro contenuto Figura 3.10: Figura Aggiungere un documento con il menù di scelta verde

52 52 INDICE Figura 3.11: Figura Aggiungere un documento con il menu principale della cartella Modificare un documento Una volta cliccato per aggiungere un documento si viene portati direttamente alla pagina di modifica con un messaggio che ci dice che il documento è stato creato. Se questo non accade, si può cliccare un documento e poi cliccare la sua scheda modifica. Di nuovo vedremo la scheda evidenziarsi in verde (vedere la Figura 3-12). Ora possiamo modificare il documento tramite il nostro browser web, utilizzando il modulo fornito. Se guardiamo la barra degli indirizzi del browser notiamo che un nome breve per l oggetto è stato creato per noi, qualcosa come Document Quello che segue è un elenco dei campi e dei loro significati: Nome breve Il Nome breve diventa parte dell URL del documento, quindi tenerlo corto e descrittivo, preferibilmente senza spazi. Mantenendo queste regole le URL sono più facili da leggere. Per esempio usiamo qualcosa come relazione-ascolto Se non si da un nome, Plone ne mette uno per noi. Nota Questo campo non appare se si sceglie no nel campo Modifica i nomi brevi nella pagina delle preferenze personali. Titolo È il titolo dell elemento e viene mostrato nel sito (per esempio in cima alla pagine, nell interfaccia di ricerca, nel titolo del browser eccetera). È un campo obbligatorio. Descrizione È una breve desrizione introduttiva dell elemento, normalmente non più di venti parole per introdurre il documento e fornire un aggancio per ricordarne il contenuto. È utile nelle pagine che mostrano sommari di documenti, tipo risultati di ricerche e cuntenuti delle cartelle. Testo del documento Contiene il corpo del documento. Il formato del contenuto è impostato utilizzando il campo Formato del testo (descritto di seguito) Formato del testo Abbiamo tre 1 opzioni per il formato del testo: Structured Text, HTML, e Plain Text. Questi tipi di testo sono trattati nella sezione Scegliere il formato del testo. Se non si è sicuri lasciare invariato il campo e scrivere il corpo del testo normalmente. Carica un file Se si ha nel proprio computer un documento in un file, lo si può caricare invece che scrivere il contenuto nel campo Testo del documento. Usiamo il pulsante Sfoglia, in fondo alla pagina, per selezionare un file. I contenuti del file caricato rimpiazzano qualsiasi precedente contenuto del campo Testo del documento.

53 3.4. AGGIUNGERE E MODIFICARE DOCUMENTI 53 Figura 3.12: Figura Modifica di un documento

54 54 INDICE Una volta terminato di lavorare sul documento, clicchiamo il pulsante conferma le modifiche per inviare le nostre modifiche. Saremo portati nuovamente nella scheda visualizza dove potremo vedere come il documento viene mostrato agli utenti (vedere la Figura 3-13); per fare altre modifiche scegliere nuovamente la scheda modifica. Se non si inserisce correttamente qualcosa nella scheda modifica, quando si salva il documento si viene inviati nuovamente a quella pagina dove gli errori vengono evidenziati. A questo punto le nostre modifiche non sono state applicate, dovremo correggere gli errori e cliccare nuovamente su conferma le modifiche prima che siano accettate. La scheda visualizza della Figura 3-13 mostra il documento che abbiamo creato. Vediamo che il titolo, la Descrizione e il Testo del documento sono tutti mostrati con stili leggermente differenti. In fondo alla pagina c è l elemento byline che contiene informazioni sull autore del documento e sulla data di creazione della pagina. Notiamo che se ritorniamo ai contenuti della cartella dopo aver salvato le nostre modifiche, possiamo vedere due documenti nella nostra cartella: quello già esistente creato per noi e quello nuovo che abbiamo appena aggiunto. Possiamo modificarli entrambi cliccandoli per aprirli nella scheda visualizza da cui possiamo scegliere la scheda modifica Scegliere il formato del testo Come già detto in precedenza, possiamo modificare il contenuto del documento in almeno tre formati: structured text, HTML e plain text. Questo stato di cose alquanto confuso deriva dal tentativo di proporre sistemi semplici per consentire agli utenti di scrivere contenuti fortemente marcati in pieno testo senza dover usare editor stravaganti. Sfortunatamente in molti casi questo non funziona proprio; è richiesto allenamento per capire la formattazione. Il testo strutturato richiede un bel po per capirlo in quanto ha una sintassi frustrante e non è ben internazionalizzabile. Se dovessimo raccomandare un formato tra gli altri diremmo l HTML perché è facilmente compreso e lo si può produrre utilizzando editor WYSIWYG (What You See Is What You Get) come Epoz. HTML L HTML è il formato più standard; se un documento viene inserito come HTML viene reso in quel formato. Questo HTML non deve essere una pagina completa ma piuttosto un pezzetto. Per esempio: <p>questo è una forma in <i>html</i> per una dimostrazione.</p> Idealmente l HTML dovrebbe essere anche XHTML-valido (Extensible HTML) in accordo con il resto del sistema Plone, se non lo è le nostre pagine non rispettano gli standard del Web. Introdurre del testo come XHTML non è per gente debole di cuore, ma nel Capitolo 9 _ è possibile vedere come integrare strumenti di modifica complessi che consentano all utente di scrivere facilmente contenuti in XHTML. Le seguenti istantanee mostrano l uso di Epoz in Plone, così gli utenti non devono conoscere l XHTML: 1 in realtà abbiamo: text/structured text/restructured text/html text/plain text/plain-pre text/python-source

55 3.4. AGGIUNGERE E MODIFICARE DOCUMENTI 55 Figura 3.13: Figura Salvando il contenuto si viene riportati nella scheda visualizza

56 56 INDICE Pieno testo Il pieno testo è semplice. Non esegue grandi conversioni o manipolazioni del testo inserito. L unica modifica che fa è che gli a capo vengono convertiti in HTML quando sono resi in modo che funzionino anche nel browser web. Non avviene alcun altra modifica. Per esempio: Qui c è un esempio a "pieno testo" per una dimostrazione Testo strutturato Il testo strutturato è un sistema per scrivere documenti a pieno testo in un particolare formato che può essere successivamente interpretato in vari modi. Per esempio se è necessario evidenziare una parte del testo può essere scritta come *italico*, il che vuol dire che sarà mostrata in italico. Questa serie di regole significa che un utente può scrivere facilmente una pagina che contiene informazioni sulla formattazione. Vedere l Appendice A _ per un elenco delle regole del testo strutturato. Quello che segue è un esempio di testo strutturato: Questo è una forma di *testo strutturato* per una dimostrazione Modificare i metadati di un documento Ogni parte di contenuto può avere qualsiasi numero di proprietà a lui assegnate. Tali proprietà sono dette metadati e forniscono informazioni come parole chiave, copyright e coautori per un elemento. Tutte le proprietà sono opzionali e quindi vengono usate solo se sono richiesti requisiti speciali per quella parte di contenuto specie perché queste informazioni non vengono generalmente mostrate a chi guarda il contenuto. Perciò la principale ragione per inserire questi dati è per aggiungere informazioni per scopi come la ricerca o la categorizzazione del contenuto. Possiamo accedere alle proprietà di un oggetto scegliendo la scheda verde proprietà. Il modulo delle proprietà ha i seguenti campi, comuni a tutti i tipi di contenuto: Consenti la conferenza Permette agli utenti che ne hanno il diritto di discutere su questo documento. Se il valore è lasciato a Default viene usata la politica di sicurezza del sito per questo tipo di contenuto. Parole chiave A ciascun elemento possono essere associate parole chiave per ottenere raggruppamento e indicizzazione degli elementi. Per esempio, un articolo su eventi politici recenti può avere le parole chiave: politica e primo ministro. Le parole chiave sono flessibili e si può usare qualsiasi parola chiave dell elenco. Non vi sono parole chiave predefinite in un sistema Plone; gli amministratori del sito possono aggiungere nuove parole chiave in modo che gli altri utenti possano sceglierle. Data di accessibilità effettiva La Data di accessibilità effettiva è il primo giorno che un contenuto diventa disponibile. Possiamo specificare tale data inserendo i valori nel modulo o cliccando sulla piccola icona del calendario, che lo apre, e scegliere una data (vedere la Figura 3-14). Data di scadenza La Data di scadenza è l ultimo giorno che un contenuto è ancora disponibile. Normalmente i campi Data di accessibilità effettiva e Data di scadenza sono lasciati vuoti. Lingua È la lingua in cui è scritto il documento Copyright Sono le informazioni sul copyright del contenuto, campo normalmente vuoto. Dopo aver completato l inserimento dei valori di questo modulo clicchiamo conferma le modifiche per inviarli. Come già detto, normalmente non abbiamo bisogno di modificare i valori questa scheda. Le modifiche a questa scheda dipendono dalle esigenze del nostro sito e dal tipo di sito che vogliamo costruire.

57 3.4. AGGIUNGERE E MODIFICARE DOCUMENTI 57 Figura 3.14: Figura Inserimento della data di effettiva pubblicazione Cosa sono le date di effettiva pubblicazione e scadenza? Qualsiasi elemento in un sistema Plone può avere delle date di accesso e di scadenza, se le vuole chi vi effettua delle modifiche. Entrambe sono opzionali e lasciare vuoti i campi assicura che questi valori non siano impostati. Un esempio di un elemento che può contenere un valore in Data di accessibilità effettiva è un rilascio stampa. Nel caso ideale, la notizia è costruita, preparata e revisionata in Plone. Comunque supponiamo che la notizia debba essere disponibile sul sito web a mezzanotte, esattamente quando abbiamo programmato d essere a dormire. Nessun problema, diamo alla notizia un valore in Data di accessibilità effettiva con orario a mezzanotte. Fino alla Data di accessibilità effettiva l elemento non sarà visibile nel calendario, nelle ricerche o in pagine che usano una ricerca, come l elenco nella scheda notizie. Comunque, chiunque conosca l indirizzo del rilascio stampa può accedere direttamente alla pagine. Una volta passata la data di accesso l elemento appare in tutte le posizioni dette prima e si mostra dal vivo al mondo. L effetto è analogo nel caso della Data di scadenza. Se abbiamo una offerta speciale che deve fermarsi un determinato giorno possiamo impostarle una data di scadenza a quel giorno. Dopo tale data l elemento non sarà visibile nel calendario, nella navigazione, nelle ricerche e così via. Le date di accesso e di scadenza non modificano realmente lo stato dell elemento del controllo di flusso (vedere il Capitolo 7 per ulteriori informazioni sul controllo di flusso); piuttosto esse cambiano solo dove vengono mostrate. Possiamo anche impostare le date di accesso e di scadenza nella scheda stato che studieremo nella prossima sezione Pubblicare i documenti Quando un documento viene creato, gli viene attribuito uno stato iniziale chiamato visibile. L impostazione predefinita è che un contenuto non sia automaticamente pubblicato e disponibile al mondo; altri lo possono vedere ma non appare nelle ricerche o nell albero di navigazione. È uno stato molto utile perché si può far puntare altri a quel contenuto ma, siccome non appare nella navigazione e nelle ricerche, non è visibile a meno che gli utenti non lo conoscano.

58 58 INDICE In ogni istante, ciascun elemento dei contenuti del nostro sito Plone è in un determinato stato. Avendo elementi in stati differenti è possibile applicare differenti gradi di sicurezza a ciascun elemento di contenuto. Per esempio, a volte, per preparare un elemento si può impiegare una o due settimane e magari più revisioni. Probabilmente vorremo pubblicare il contenuto in modo che sia visibile da tutti gli utenti e sia mostrato nella navigazione e nelle ricerche. Possiamo pubblicare il contenuto utilizzando il menù stato posto nell angolo in alto a destra del contenuto stesso (vedere la Figura 3-15). Figura 3.15: Figura Menu di stato Per pubblicare un oggetto, selezioniamo proponi dall elenco a cascata. Non possiamo pubblicare direttamente il nostro contenuto, per default si deve sottoporlo a revisione. Quando un elemento viene sottoposto a revisione passa allo stato di in revisione. Questo è uno stato intermedio tra visibile e pubblicato. Permette la revisione del contenuto da parte di utenti del sito con il ruolo di revisore prima che diventi disponibile alla vista a tutto il mondo. Dopo aver proposto il contenuto si può notare che è nello stato in revisione guardando nel box dell angolo in alto a destra. Notiamo inoltre che non c è più la scheda modifica, come mostra la Figura Figura Il contenuto è stato sottoposto a revisione, lo stato è cambiato a in revisione e la scheda modifica non è più una opzione. Nota Se siamo registrati come manager, possiamo notare che abbiamo un opzione extra nell elenco a cascata per la pubblicazione di nome pubblica. Consente di mettere il contenuto direttamente nello stato pubblicato senza ulteriori passi. Nell elenco a cascata del controllo di flusso nell angolo destro in alto, c è l ulteriore opzione avanzate che apre il modulo per cambiare lo stato di un oggetto. Questo ha i campi descritti in seguito: Data di accessibilità effettiva È il medesimo campo Data di accessibilità effettiva delle proprietà (vedere la sezione Modificare i metadati di un documento). Data di scadenza È il medesimo campo Data di scadenza delle proprietà (vedere la sezione Modificare i metadati di un documento).

59 3.4. AGGIUNGERE E MODIFICARE DOCUMENTI 59 Commenti Qualsiasi commento sulle modifiche effettuate che verrà conservato nella history. potremmo inserire Prima bozza; prego controllare il secondo paragrafo. Per esempio Cambia stato Rispecchia le scelte disponibili nell elenco a cascata. Per esempio le opzioni pubblica, proponi e così via. È disponibile anche una ulteriore opzione, annulla, per non modificare alcunché. Spuntiamo la scelta che ci interessa e clicchiamo conferma le modifiche per inviare i nostri dati. Cosa sono gli stati del workflow? A questo punto stiamo sicuramente chiedendoci cosa sia questo controllo di flusso e cosa significhino gli stati. Il controllo di flusso (workflow) com è spiegato nel Capitolo 7, è la capacità di assegnare stati diversi ai contenuti. Quelli che seguono sono gli stati predefiniti: Visibile Il contenuto viene creato con lo stato visibile. Tutti gli utenti possono trovare un contenuto visibile con le funzioni di ricerca e possono accedervi direttamente visitando l URL dell oggetto. I materiali nello stato visibile non sono mostrati nell albero di navigazione. I contenuti nello stato visibile sono modificabili dagli autori e dai manager del sito. In revisione I contenuti in revisione comprendono gli elementi che sono stati proposti per la publicazione dai collaboratori del sito. Dal punto di vista dell utente un contenuto proposto equivale ad un contenuto nello stato visibile. La differenza tra i due è che gli elementi proposti sono segnalati per la revisione; i revisori del sito vengono avvisati per pubblicare o per respingere gli elementi in revisione. Gli elementi in revisione sono modificabili solo dai manager e dai revisori. Pubblicato I contenuti pubblicati sono visibili da tutti i visitatori del sito. Appaiono nelle ricerche e nell albero di navigazione. Possono apparire anche in aree specifiche per quei tipi (gli elementi notizia, per esempio, si possono vedere anche cliccando sulla scheda notizie). Gli elementi nello stato pubblicato sono modificabili solo dai manager ma ogni possessore può ritirarli (il ritiro riporta un elemento allo stato di bozza pubblica). (visibile n.d.t.) Privato Gli elementi nello stato privato sono visibili e modificabili solamante dai possessori e da quegli utenti che hanno l accesso alla cartella (dove gli elementi esistono) con il ruolo di manager. Non appaiono agli altri utenti nelle ricerche o nell albero di navigazione. Gli elementi privati sono modificabili dai manager. Come si revisiona il contenuto? Se siamo revisori, nella colonna di destra della pagina home possiamo vedere un nuovo elenco delle revisioni al nostro primo ritorno nel sito. È l elenco degli elementi che sono stati sottoposti a revisione e richiedono l approvazione nostra o di un altro revisore (vedere la Figura 3-17). L elenco delle revisioni è mostrato sulla destra quando ci si registra come utente con il ruolo di revisore e contiene gli elementi da revisionare. Nel nostro caso ci siamo registrati come admin che era l utente creato durante il processo di installazione. Possiamo dire di essere registrati poiché vediamo il nostro nome nella barra di collaboratore. L elenco delle revisioni mostra una lista di elementi da revisionare, in questo caso dobbiamo revisionare il documento di prova. Clicchiamo sul documento per aprirlo. Ora abbiamo essenzialmente le seguenti possibilità su questo elemento: Respingerlo Lo si respinge selezionando respingi dalle scelte dell elenco a cascata. Questo riporta il contenuto nello stato visibile assumendo che come revisori non siamo contenti di esso. Normalmente si clicca sulla opzione avanzate per aprire il modulo dei commenti per aggiungere un commento che spieghi il perché stiamo respingendolo.

60 60 INDICE Figura 3.16: Figura L elenco delle revisioni Approvarlo Lo si approva selezionando pubblica; ciò sposta il contenuto allo stato pubblicato. Questo rende pubblicamente disponibile il contenuto. Nessuna modifica Lasciarlo senza far nulla. Questo lascia il contenuto in un limbo ma a volte succede, per esempio quando è necessario controllare le informazioni o parlarne con altri. Si dovrà tornare e far qualcosa con questo contenuto poiché esso continuerà ad apparire nel nostro elenco fino a che non faremo una delle azioni precedenti. Modificarlo Modificarlo e poi effettuare una delle precedenti azioni. Come revisori possiamo fare ogni modifica che desideriamo, quindi siamo liberi di cambiare il contenuto tramite la scheda modifica. Una volta portato fuori dallo stato in revisione, pubblicandolo o respingendolo, il contenuto non viene più mostrato nell elenco delle revisioni. Ovviamente si assume che dobbiamo avere un revisore nel nostro sito; questo spesso (anche se non necessariamente), è lo stesso utente che come amministratore ha creato il sito Plone. Nel Capitolo 8 si tratta di come aggiungere e modificare gli utenti e di come dare ad alcuni di loro il ruolo di revisore. Come si modifica un documento pubblicato? Una volta pubblicato un documento, per essere modificato deve essere ritirato. Per farlo selezioniamo ritira dal menù a cascata del controllo di flusso che lo riporterà nello stato visibile. Una volta ritornato nello stato visibile lo possiamo modificare e poi rimetterlo in coda per la revisione. Questo passo, sebbene un po noioso, è necessario per assicurare che tutti i contenuti passino per una procedura di approvazione. Per esempio dobbiamo assicurarci che ogni modifica effettuata ad una pagina sia poi corretta con l approvazione del contenuto. Gli utenti con il ruolo di manager possono modificare il contenuto in ogni momento, quindi loro possono andare a correggere velocemente un gypsos 2 senza dover fare i passi della revisione. Si assume che gli utenti con il ruolo di manager siano sicuri. Come spiegato nel Capitolo 9 _ come manager possiamo andare in ogni contenuto e vedere la scheda modifica. A questo punto, clicchiamo su modifica per modificare il documento e fare le nostre scelte Condividere il nostro documento Questo consiste nell assegnare ad altri diritti sul nostro documento; ad utenti o gruppi di utenti del sistema. È una funzionalità avanzata che tratteremo con maggior dettaglio nel Capitolo 9 _ 2 con tale termine si indica, in gergo, un piccolo difetto, come un errore di battitura, o di sintassi.

61 3.5. AGGIUNGERE E MODIFICARE ALTRI TIPI DI CONTENUTO Aggiungere e modificare altri tipi di contenuto Abbiamo appena visto in dettaglio come aggiungere e modificare documenti. Gli altri tipi di contenuto sono tutti simili. Tutti hanno la stessa o una simile azione per modificarli; è solo la forma ed i dati contenuti che cambiano. Nelle prossime sezioni, tratteremo di quest altri tipi di contenuto. Tutti i contenuti che seguono sono sottoposti al medesimo processo di controllo di flusso, quindi, per essere pubblicati, devono essere trattati nello stesso modo dei documenti Aggiungere e modificare immagini Le immagini sono pezzi di contenuto grafici; si aggiungono selezionando Immagine dall elenco a cascata. Quando si aggiunge una immagine, il nome del contenuto cambia con il nome del file immagine. In tal modo se carichiamo una immagine denominata foto.gif questa diverrà accessibile in Plone come foto.gif. Per aggiungere o caricare una nuova immagine è possibile selezionarla nel nostro disco rigido cliccando il pulsante Sfoglia (vedere la Figura 3-18). Solitamente i nomi dei file immagine terminano con estensioni come.gif,.jpg,.jpeg,.png, o.pict. Se il tipo di immagini caricate sono visualizzabili nel browser, si può farlo senza scaricarle nel computer locale vedendole in una pagina web dentro Plone. I tipi di immagine più comuni sono.gif*,.jpg e.png, che sono visualizzabili su gran parte dei sistemi. La Figura 3-19 mostra una immagine con il logo Plone. No è possibile modificare direttamente una immagine, ma possiamo farlo sul nostro disco rigido utilizzando qualsiasi programma, come Adobe Photoshop o GIMP (GNU Image Manipulation Program). Fatto questo cliccando sulla scheda modifica si può caricare la nuova immagine in Plone. Se si fa molto uso della manipolazione di immagini, ci si riferisca al Capitolo 10 che tratta dell External Editor, uno strumento che permette di modificare le immagini usando un programma senza la necessità di caricarle e scaricarle Aggiungere e modificare file Un file è un contenuto arbitrario che può essere caricato dal proprio disco rigido. Per aggiungere un file selezioniamo File dall elenco a cascata. Nella scheda modifica si vede il pulsante Sfoglia che consente di caricare il file dal disco rigido. Può essere un elemento di qualsiasi tipo, inclusi un file di testo (plain-text file), un documento Microsoft, un foglio di calcolo Excel, un programma eseguibile, un documento Adobe Acrobat e così via. Quando si aggiunge un file il nome dell elemento in Plone cambia al nome del file caricato. Quindi, se carichiamo un file denominato libro.pdf diverrà accessibile in Plone come libro.pdf. La Figura 3-20 mostra un file di testo. Se il file è riconosciuto come file di testo esso viene mostrato nella pagina web ed è modificabile tramite la scheda modifica. Altrimenti, se è un file scaricabile, l utente deve scaricarlo nel proprio disco rigido ed eventualmente modificarlo lì. Poi potrà ricaricarlo nel sistema. Notiamo che un oggetto file ha una scheda che consente di scaricare direttamente il file Aggiungere e modificare gli eventi Un evento è qualcosa che accadrà nel futuro o qualcosa che è successo nel passato. Possiamo aggiungere eventi in Plone che saranno mostrati nel calendario. Per aggiungere un evento scegliere Evento dall elenco a cascata. Un evento ha parecchie informazioni in più rispetto ad altri oggetti Plone ma sono in gran parte auto esplicativi (vedere la Figura 3-21).

62 62 INDICE Figura 3.17: Figura Caricare un immagine

63 3.5. AGGIUNGERE E MODIFICARE ALTRI TIPI DI CONTENUTO 63 Figura 3.18: Figure Visualizzare un immagine

64 64 INDICE Figura 3.19: Figura Aggiungere un normale file di testo

65 3.5. AGGIUNGERE E MODIFICARE ALTRI TIPI DI CONTENUTO 65 Figura 3.20: Figura Aggiungere un evento

66 66 INDICE Come ormai d abitudine, l unico campo richiesto è il Titolo; ma, se vogliamo che l evento sia mostrato nel calendario è necessario inserire le date di accesso e di scadenza. Gli eventi possono durare più giorni o essere nel passato, se la data iniziale precede la data finale. Per inserire una data, selezionare la data appropriata dal menù a cascata o cliccare sulla freccetta per aprire un selezionatore grafico. Una volta pubblicato, l evento viene mostrato nel calendario. Passando con il mouse sopra l elemento nel calendario, vengono mostrate le date di inizio e di fine dell evento così come il suo titolo (vedere la Figura 3-22). Figura 3.21: Figura Vista dell evento nel calendario Aggiungere e modificare i collegamenti Il tipo di contenuto collegamento è il principale modo degli utenti per condividere dei collegamenti. Tali URL possono essere risorse in Internet piuttosto che in una rete locale, una risorsa interna, o qualsiasi cosa a cui l utente abbia accesso. Per aggiungere un collegamento selezioniamo Collegamento dal menù a cascata. Se si sta collegando una risorsa su Internet dovremo prefissare il nostro collegamento con un protocollo disponibile (per esempio Per esempio se abbiamo visitato una interessante pagina del sito web della BBC e la vogliamo condividere, possiamo aggiungere un collegamento. Il valore dell URL diventa il testo nella barra dell indirizzo (per esempio come mostra la Figura Aggiungere una notizia Le notizie sono generalmente usate per mostrare notizie che interessano il lettore di un sito web. Attualmente un elemento notizia contiene le stesse informazioni di un documento. L unica differenza reale è che un elemento notizia viene mostrato quando un visitatore clicca la scheda notizie, come mostra la Figura Se vogliamo scrivere una pagina web che rimanga importante per un lungo periodo di tempo, come le direttive per il nostro ufficio, useremo un documento. Se abbiamo bisogno di una pagina che dettagli un nostro nuovo interessante prodotto e vi attiri l attenzione, useremo una notizia. Questa notizia è visibile nella scheda notizie e mano a mano che ci sono cose nuove, slitta lentamente verso il basso nella pagina.

67 3.5. AGGIUNGERE E MODIFICARE ALTRI TIPI DI CONTENUTO 67 Figura 3.22: Figura Aggiungere un collegamento

68 68 INDICE Figura 3.23: Figura Un elenco di notizie

69 3.6. ORGANIZZARE I CONTENUTI Organizzare i contenuti Fino a questo punto abbiamo visto come aggiungere e modificare contenuti di un sito Plone ma senza una chiara organizzazione ciò può diventare velocemente un problema. Ci sono essenzialmente due modi di organizzare i contenuti: cartelle e temi. Una Cartella è il meccanismo più semplice e più potente per organizzare i propri contenuti e funziona nello stesso modo di una cartella o directory sul disco rigido del computer. Una cartella può contenere ogni elemento di contenuto; il contenuto può essere copiato e incollato tra cartelle e, ovviamente, le cartelle possono contenere altre cartelle. Per organizzare contenuti distribuiti in tutto il sito è disponibile uno strumento più sofisticato anche se meno usato: il Tema. Un tema ricerca nel nostro sito per trovare tutti gli oggetti che corrispondano ad un certo criterio consentendo di raggruppare quantità disparate di contenuti Usare le cartelle Una Cartella è uguale ad una cartella o una directory del disco rigido, tranne per il fatto che questa cartella ed il suo contenuto esistono dentro Plone. La si usa nel solito modo; quando si vogliono categorizzare dei contenuti o rendere le cose un po più chiare, possiamo raggruppare elementi e metterli in una cartella. Per aggiungere una cartella al nostro sito, selezioniamo Cartella dall elenco a cascata. Questo aggiunge una cartella e ci porta alla pagina di modifica delle proprietà per questo tipo. Una cartella ha solo tre semplici attributi che l utente può modificare: Nome, Titolo e Descrizione. Abbiamo già parlato di questi attributi per i documenti: non vi sono differenze per le cartelle. Le cartelle hanno due schede verdi che presentano due viste leggermente differenti: contenuti e visualizza. Avremo già notato che una scheda contenuti è accessibile in ogni contenuto che abbiamo aggiunto al sito; per esempio quando modifichiamo un documento la scheda contenuti è lì. La scheda contenuti ci porta sempre nei contenuti della cartella. Vista dei contenuti di una cartella La cartella possiede il concetto di pagina predefinita, che è una pagina che viene mostrata all utente quando guarda una cartella. È un concetto preso dai siti web dove, quando si guarda una cartella, ci viene mostrata una pagina predefinita, se ce n è una presente; spesso il nome di tale pagina predefinita è index.htm o index.html. Se una cartella ha una pagina predefinita, quando si clicca sulla scheda visualizza viene mostrata quella pagina. Se una cartella non ha una pagina predefinita viene mostrato un elenco cartella con tutti i contenuti di quella cartella. Quando cerca una pagina predefinita da mostrare, Plone cerca nella cartella un contenuto con un certo nome e mostra questo elemento. Il nome della pagina è abitualmente index.htm o index.html, ma l amministratore di sistema può aggiungere o cambiare tali nomi. Questa visualizzazione dei contenuti di una cartella consente all utente di realizzare diversi obiettivi, come spostare dei contenuti, rinominarli, cancellarli, pubblicarli e modificare il loro ordinamento. Come mostrato nella Figura 3-25, possiamo vedere una semplice tabella con i contenuti della cartella. Ciascuna riga dalla tabella mostra il titolo del contenuto (più una icona), il tipo, le sue dimensioni, quando è stato modificato l ultima volta, il suo attuale stato nel controllo di flusso ed i selettori di ordinamento. Sulla sinistra c è un box di spunta per selezionare l elemento se si desidera cambiarlo ed una serie di opzioni verso il fondo pagina: rinomina, taglia, copia, elimina e cambia lo stato. Queste sono sufficentemente autoesplicative e si possono applicare a più oggetti al colpo spuntando più box. Per esempio, per rinominare un pezzo di contenuto, clicchiamo sul box di spunta di quell elemento e poi clicchiamo su rinomina. Così si apre il modulo di rinomina che ci consente di rinominare il nome breve (title) di ciascun elemento in quell elenco. Clicchiamo poi su rinomina tutti per rendere effettive le modifiche. I pulsanti taglia e copia ci permettono di copiare o cancellare contenuti tra differenti cartelle. Il pulsante elimina ci consente di

70 70 INDICE Figura 3.24: Figure Contenuto della cartella dopo aver aggiunto alcuni tipi di documento descritti in questo capitolo

71 3.6. ORGANIZZARE I CONTENUTI 71 eliminare l elemento da Plone. Proprio uguale al nostro disco rigido, se copiamo, spostiamo o cancelliamo una cartella, anche tutti i contenuti della cartella vengono spostati, copiati o cancellati. Una novità in Plone 2 è la possibilità di modificare l ordinamento predefinito degli elementi di una cartella. L impostazione predefinita è che gli elementi di una cartella siano visualizzati nell ordine con cui sono stati aggiunti. Se un elemento è più importante e bisogna portarlo in cima, usiamo le freccette nella parte destra della tabella per spostare l elemento. Le seguenti funzioni appaiono nei contenuti della cartella solo quando succedono determinate cose: Se il contenuto ha impostata una data di scadenza ed è scaduto, vedremo apparire la parola scaduto in rosso vicino all elemento. Se il server ha installato l External Editor, possiamo cliccare sulla matita per modificare in External Editor (questo viene trattato dal Capitolo 10. Se il contenuto è bloccato, vediamo apparire un icona lucchetto vicino al contenuto Pubblicare una cartella Le cartelle sono associate ad un workflow molto più semplice di quello usato per i documenti. In precedenza in questo capitolo, abbiamo visto come pubblicare un contenuto per renderlo pubblicamente visibile e che questo consente agli utenti di creare e modificare il più possibile prima di mandarlo dal vivo. Comunque le cartelle sono leggermente diverse poiché contengono materiali ma non possiedono un proprio contenuto. Per questa ragione le cartelle non hanno lo stato in revisione. Chiunque può direttamente pubblicare o privatizzare cartelle, quindi ci sono tre stati: privato. visibile e pubblicato. Dopo aver aggiunto una cartella, selezioniamo pubblica dall elenco a cascata. Dopodiché viene mostrata nell albero di navigazione. Così, per le precedenti regole del controllo di flusso, se non si pubblica una cartella, essa non viene mostrata nell albero di navigazione Utilizzo dei temi Un Tema consente di collezionare contenuti da diverse aree di un sito Plone e di metterli in una posizione. I temi funzionano creando un criterio comune a tutti gli oggetti che intendiamo ottenere. Questo criterio potrebbe essere: tutte le immagini e tutte le notizie con Plone nel testo. Siccome il tema è un tipo di contenuto piuttosto complicato, all inizio solo i manager possono aggiungerne. Se non vediamo Tema nell elenco degli elementi da aggiungere non abbiamo i diritti per farlo. Per aggiungere un tema selezioniamo Tema dall elenco a cascata. Dopo aver aggiunto il tema possiamo creare un criterio con la scheda criteri. L elenco di criteri e tipi è disponibile nell elenco a cascata in fondo alla pagina. È un elenco un po confusionario; non lo vogliamo trattare qui. Sfortunatamente, cosa sono e cosa significano quei termini è pesantemente collegato alla tecnologia sottostante come gli indici del catalogo e gli attributi degli oggetti. Per questa ragione il Capitolo 11 tratta questi argomenti in dettaglio. Per creare un tema che mostri tutte le immagini, per esempio, abbiamo bisogno di un criterio che faccia una ricerca in base al portal_type. Per questo selezioniamo un Nome del campo di tipo portal_type, poi String Criterion (???? da modificare n.d.t.) e quindi clicchiamo aggiungi. Il criterio viene aggiunto in cima alla pagina; nel campo a destra di portal_type inseriamo Immagine e poi premiamo conferma le modifiche. Ora abbiamo un criterio per il nostro tema che mostrerà tutto ciò che sia una immagine. Ritornando alla scheda visualizza possiamo vedere tutte le immagini del sito. Come detto, i temi sono assai complicati, hanno una pessima interfaccia e sono raccomandati solo agli utenti avanzati. Molti li hanno trovati utili e questo è il motivo per cui sono ancora disponibili; comunque in futuro verrà sviluppato un sistema più amichevole.

72 72 INDICE 3.7 Discutere e trovare i contenuti Aggiungere e modificare un contenuto è ancora più utile se la gente può trovarlo e poi discuterlo. Il primo modo di trovare del contenuto è tramite le ricerche e la navigazione. Fortunatamente Plone imposta automaticamente la ricerca e la navigazione per gli utenti in modo da far loro trovare con facilità i contenuti che abbiamo aggiunto Aggiungere dei commenti ai contenuti Il feedback degli utenti è una parte vitale di qualsiasi sito web. Consentire agli utenti di aggiungere dei commenti assicura che quegli utenti possano dare del feedback, correggere errori tipografici, o comunque discutere il contenuto. Possiamo discutere quasi ogni pezzo di contenuto di Plone, le uniche eccezioni sono le cartelle ed i temi. Possiamo abilitare la conferenza (discussione) in due modi. Primo, il possessore del contenuto (altrimenti noto come la persona che lo ha creato) attiva la funzionalità conferenza cliccando sulla scheda proprietà dell oggetto e scegliendo Abilitata sotto Consenti la conferenza, come mostra la figura Secondo, l opzione predefinita applica la politica di sicurezza per questo tipo di contenuto come l ha definita l amministratore del sito; l impostazione di questa opzione per l amministratore è descritta nel Capitolo 10 Una volta abilitata la conferenza cliccare su aggiungi un commento per discutere del contenuto, il che apre il modulo per l aggiunta di un commento (vedere la Figura 3-27). Inserire il soggetto ed il testo del commento. I testo viene inserito come plain text quindi scrivere come d abitudine. I commenti non passano alcun controllo di flusso quindi i commenti appaiono appena vengono aggiunti. Una volta inserito un commento, si può rispondergli per formare un elenco alberato di commenti su un argomento. Inoltre i commenti vengono inseriti nella catalogazione dimodoché possono essere ricercati. Nota Gli amministratori registrati come manager possono rimuovere qualsiasi replica o interi argomenti. Disabilitando la conferenza, invece, non vengono rimossi i commenti, ma ne viene impedita la visualizzazione; riabilitandola, rivedremo ancora i commenti esistenti Ricerca dei contenuti Plone contiene un potente sistema di ricerca basato sullo ZCatalog di Zope. Questo motore di ricerca permette di catalogare in molti modi i contenuti per poterlo interrogare velocemente e con efficenza. Il Capitolo 10 tratta nei meandri di come questo funziona e di come può essere interrogato. Quando si cerca nel contenuto, esso viene mostrato all utente se è in uno dei due stati: pubblicato o visibile. In cima al proprio sito Plone un campo di ricerca consente di effettuare facilmente semplici ricerche testuali allo stesso modo di un motore di ricerca (vedere la Figura 3-28). Per esempio inseriemo Giovedì per trovare il contenuto che contenga la parola Giovedì. Viene mostrato un risultato con tutti i contenuti che corrispondono; cliccare su un titolo per vederlo. Il sistema consente anche ricerche più sofisticate con funzionalità molto simili ai principali motori di ricerca. Si possono chiedere cose più o meno complesse. Per esempio si possono usare le seguenti opzioni: Globbing Un asterisco significa qualsiasi lettera. Per esempio inserendo Giov* si troveranno Giovedì e Giovanna. Non ne è consentito l uso all inizio di una parola.

73 3.7. DISCUTERE E TROVARE I CONTENUTI 73 Figura 3.25: Figura Abilitare la conferenza

74 74 INDICE Figura 3.26: Figura Aggiungere un commento a un certo contenuto Figura 3.27: Figura Ricerca di Tuesday su Plone.org

75 3.8. ESEMPIO: CREARE UN SITO WEB PER IL PLONE BOOK 75 Single wildcards Un punto di domanda significa una lettera. Per esempio inserendo ro?a troveremo roba, rosa, roma e così via. Non ne è consentito l uso all inizio di una parola. And La parola and significa che entrambi i termini dalle due parti di and devono esistere. Per esempio inserendo Roma and Giovedì nel risultato troveremo gli elementi con entrambi queste parole nel contenuto. Or La parola or significa che sia l uno che l altro dei termini possono esistere. Per esempio inserendo Roma or Giovedì nel risultato troveremo gli elementi con almeno una di queste parole nel contenuto. Not La parola not significa che vogliamo un risultato con gli elementi dove la parola non è presente; va prefissata con un and. Per esempio inserendo benvenuto and not pagina ritorneranno le corrispondenze che contengono benvenuto ma non pagina. Phrases Una frase è raggruppata tra due quotature ( ) e significa alquante parole una dopo l altra. Per esempio inserendo pagina di benvenuto troveremo Questa pagina di benvenuto ti introduce in Plone, un sistema di gestione di contenuti ma non Benvenuto nelle pagina personale del mio sito web Not phrase Si può prefissare la frase con un meno (-). Per esempio inserendo benvenuto - pagina di benvenuto troviamo tutte le pagine con dentro benvenuto ma non quelle con la frase pagina di benvenuto. Nota Tutte le ricerche sono case insensitive. I grandi siti danno risultati delle ricerche giganti e però vengono mostrati solo venti elementi alla volta. Nelle pagine con il risultato appare una barra di navigazione in cima ed in fondo alla pagina di ricerca. I valori su cui viene effettuata la ricerca sono il titolo, la descrizione e il corpo del testo (se il tipo di contenuto li ha, come le notizie e i documenti) Ricerca avanzata Si può allungare l elenco delle ricerche utilizzando la ricerca avanzata che è accessibile da un risultato di una ricerca standard. Nei vecchi siti Plone c era una scheda ricerca che portava a questa pagina, è ancora ripristinabile come spiagato nel Capitolo 4. La scheda di ricerca avanzata consente agli utenti la ricerca mediante l uso di molti attributi compreso titolo, parole chiave, descrizione, stato di revisione, data di creazione, tipo di contenuto ed anche autore così come ricerche di testo (nello stesso modo della ricerca veloce disponibile nell angolo a destra in alto), come mostra la Figura Esempio: creare un sito web per il Plone Book Per dare un sito Plone di esempio e fornire una serie altri esempi, abbiamo impostato un sito per questo libro. Un sito Plone standard con solo piccole modifiche. Questo per poter navigare nel libro ed avere un sito di riferimento dove aggiungere le nuove funzionalità in modo che siano trattate nel libro includendo nuovi modelli, skin, e così via. Il sito web di questo libro è all indirizzo ed è stato inizialmente installato su un server Windows, come descritto nel Capitolo 3. Successivamente però abbiamo trasferito tutto in Linux. Il sito ha i seguenti scopi: dare informazioni sul libro e su come acquistarlo. dare facile accesso al software usato nel libro. portare esempi di codice e consentire agli utenti di interagire con i modelli del libro.

76 76 INDICE Figura 3.28: Figura La ricerca avanzata

77 3.8. ESEMPIO: CREARE UN SITO WEB PER IL PLONE BOOK 77 contenere gli errata corrige o problemi intervenuti dopo la pubblicazione. Impostato il sito Plone abbiamo creato le seguenti cartelle base e strutture di pagine: Home _ Software _ Chapters _ Chapter 1 _ Chapter 2... Per farlo ci siamo registrati con l utente creato con l installer, nel nostro caso l utente admin. Dopo la registrazione siamo andati nella pagina home, abbiamo cliccato la scheda modifica, scritto il testo per quella pagina home. Abbiamo creato i collegamenti alle cartelle Chapters e Software. Poi abbiamo cliccato la scheda contenuti ed abbiamo aggiunto due cartelle, come mostrato in Figura Figura 3.29: Figura Il contenuto della cartella con la pagina personale e alcune altre cartelle Poi siamo andati nella cartella Chapters e abbiamo iniziato ad aggiungere una cartella per ciascun capitolo. Siccome non abbiamo creato una pagina predefinita, Plone mostra un elenco di tutti i capitoli. Il nome del capitolo è la descrizione del capitolo (per esempio Introducing to Plone and This Book), ed il nome breve è il numero del capitolo, che mantiene molto corta e chiara la nostra URL (per esempio /Chapters/3). Abbiamo lasciato tutto nello stato visibile, quindi non c è problema nell aggiunta di contenuti. Duplicate explicit target name: appendice a.

78 78 INDICE

79 Capitolo 4 Capitolo 4: Come fare semplici personalizzazioni 79

80 80 CAPITOLO 4. CAPITOLO 4: COME FARE SEMPLICI PERSONALIZZAZIONI

81 Indice Dopo aver visto come aggiungere e modificare i contenuti, potremmo desiderare di personalizzare il nostro sito. Questo capitolo spiega come eseguire delle semplici personalizzazioni in Plone utilizzando le opzioni a disposizione degli amministratori. Per eseguire le personalizzazioni in questo capitolo è necessario essere un utente autenticato con il ruolo di manager, come discusso nel Capitolo 2. Queste personalizzazioni sono tutte opzioni di configurazione che possono venir fatte da Web. Piuttosto che spiegarle tutte in dettaglio, questo capitolo da una panoramica su alcuni argomenti, e spiega come compiere certi compiti mostrando parte del meccanismo che ci sta sotto. Questi concetti saranno ampliati e spiegati nei seguenti capitoli del libro. Il primo posto in cui guardare, e anche il più utile, è il pannello di controllo di Plone, che offre varie possibilità per l amministrazione del sito. Tutte i componenti di un sito Plone sono studiati per essere facilmente modificati e personalizzati; le linguette blu che puoi osservare nella parte alta della pagina possono essere facilmente aggiunte e rimosse. Un altro esempio sono i box nelle colonne di sinistra e destra, che sono chiamati portlets. Plone ha molti portlets, ed è possibile con facilità scegliere quali visualizzare. In ultimo, questo capitolo spiega come personalizzare i fogli di stile a cascata (CSS: Cascading Style Sheets) e le immagini in Plone. I CSS influiscono su tutto in un sito Plone. In effetti, come vedrai in questo capitolo, i CSS determinano tutti i colori, le posizioni, e molte delle immagini che vedi. Se sei in grado di modificare il codice CSS, allora puoi cambiare quasi tutto l intero look and feel del tuo sito Plone. Tutte le opzioni considerate in questo capitolo mostrano l alto livello di controllo che puoi avere suo tuo sito Plone. 4.1 Amministrare siti Il primo posto che deve essere visitato dagli amministratori del sito è il pannello di controllo di Plone. È il modo per accedere ad alcune delle funzioni del sito, inclusi il nome e la descrizione del tuo sito Plone, l amministrazione degli utenti e dei gruppi, e la visualizzazione degli errori eseguiti dal tuo sito. Il termine pannello di controllo è generico, e non deve essere confuso con il pannello di controllo della Zope Management Interface (ZMI), che mostra le opzioni a basso livello della ZMI. Il pannello di controllo di Plone è più un continuo tentativo di fornire un interfaccia amichevole alle funzioni offerte dalla ZMI. Poiché il progetto è in sviluppo, è difficile predire quali funzionalità vi verranno incluse in futuro. Piuttosto ti raccomandiamo di andare al pannello di controllo e vedere quali funzioni sono correntemente disponibili; se non c è l opzione che ti serve sarai costretto ad andare nella ZMI. Per accedere al pannello di controllo, autenticati in Plone come utente con il ruolo di manager. Se non hai un utente con questo ruolo ma sei un amministratore del sito, consulta il capitolo 9 per avere informazioni su come fare. Se non sei un amministratore e vuoi questo livello di accesso, devi chiedere all amministratore del tuo sito. Per accedere al pannello di controllo, clicca plone setup in alto nella pagina (vedi figura 4-1). Questa operazione aprirà il pannello di controllo (vedi figura 4-2) 81

82 82 INDICE Figura 4.1: Figura 4-1. Accedere al pannello di controllo Figura 4.2: Figura 4-2. Il pannello di controllo di Plone

83 4.1. AMMINISTRARE SITI 83 Nel pannello di controllo sono disponibili le seguenti funzioni: Inserimento/rimozione di prodotti Questo link permette di automatizzare l installazione di prodotti (come spiegato dettagliatamente nel capitolo 10). Registro degli errori Questo link permette di accedere la log degli errori occorsi durante l esecuzione del sito Plone. Impostazioni Mail Questo link permette di modificare l indirizzo SMTP (Simple Mail Transfer Protocol) che Plone utilizza per inviare . Impostazioni del portale Questo link permette di modificare le impostazioni del portale (come discusso nella sezione Cambiare titolo, descrizione, e indirizzo di questo capitolo). Skin Questo link permette di impostare lo skin corrente (come spiegato nel capitolo 7). Amministrazione utenti e gruppi Questo link permette di modificare utenti e gruppi (come spiegato nel capitolo 8). Interfaccia di gestione Zope Questo link ti porta alla ZMI. Attraverso il resto del libro, farò riferimento al pannello di controllo di Plone, se starò parlando di una funzionalità accessibile da esso; il resto del libro userà invece la ZMI per le modifiche alle proprietà del sito.

84 84 INDICE Usare la ZMI La ZMI è l interfaccia base che ti consente di accedere alla sottostante interfaccia Zope. Prima di Plone, la ZMI era il modo principale per accedere, modificare ed amministrare i siti Zope e i loro contenuti. Era originariamente l interfaccia Web per il content management system. Ovviamente, al giorno d oggi Zope non può essere realmente considerato un content management system così com è, ma piuttosto un applicazione che fornisce la base a sistemi come Plone. Dopo aver giocherellato un po con la ZMI, ti renderai conto perché non è un interfaccia adeguata per content management system. Una cosa che la ZMI fornisce è una semplice interfaccia al sottostrato Plone e all infrastruttura Zope. Puoi trovare molte delle caratteristiche base menzionate in questo capitolo attraverso Plone, ma eventualmente puoi ricorrere anche alla ZMI. Se non hai mai visto la ZMI prima, ecco alcuni semplici modi per accedervi; la strada più semplice è quella di autenticarsi come utente con il ruolo di manager, cliccare su plone setup, e poi su Zope Management Interface. Noterai che l indirizzo della ZMI è l URL (uniform resource locator) del tuo sito Plone con /manage alla fine. La ZMI del tuo sito Plone assomiglierà a questa: Potresti avere dei problemi con il virtual hosting, capita con gli installer per Windows e Mac. Il virtual hosting è la possibilità di avere il sito Plone come oggetto root, piuttosto che la root dell istanza Zope. Per maggiori informazioni sul virtual hosting, puoi consultare il capitolo 10. In questo caso per arrivare alla root, hai bisogno di accedere alla porta di manage di Zope. Su Windows, seleziona Start - Plone - Plone - Manage Root. Noterai che l indirizzo verrà impostato a Per informazioni sul virtual hosting della tua istallazione, consulta la documentazione specifica. Suggerimento Avendo a che fare con la ZMI, trovo che avere due browser differenti aperti può essere veramente utile. Ad esempio, io uso Mozilla e Firefox. Inoltre, come amministratore di un sito, è sempre una buona idea avere due browser differenti per testare che le modifiche siano compatibili con più di un browser. Potresti aver bisogno di raggiungere la root della tua istallazione di Zope per due ragioni. In primo luogo, per poter raggiungere il pannello di controllo di Zope. In secondo luogo, per poter selezionare il tuo sito Plone per creare, rinominare, e copiare siti Plone. Il pannello di controllo di Zope ti da informazioni sul database e ti permette l accesso ai prodotti e agli add-on (devi potervi accedere per seguire il capitolo 10), come mostrato qui: Cambiare titolo, descrizione, e indirizzo Il titolo, la descrizione e l indirizzo di un sito Plone vengono memorizzati come proprietà di un oggetto nel sito stesso. Puoi accedere a questi campi cliccando il link Portal Settings nel pannello di controllo di Plone (vedi figura 4-3). I settaggi del portale sono i seguenti: Titolo del portale è il titolo del sito che appare nel titolo del browser, nel breadcrumbs, nella navigazione, nelle , e così via. Per default è Portal. Descrizione del portale è la descrizione del portale, usata per ora solo nelle syndication.

85 4.1. AMMINISTRARE SITI 85 Nome del mittente usato per la posta inviata dal portale questo campo si riferisce a varie funzioni, come la funzione per il recupero della password dimenticata o la funzione segnala ad un amico. Per default è Portal Administrator. Indirizzo del mittente usato per la posta inviata dal portale è l indirizzo del mittente delle inviate da Plone. Per default è postmaster@localhost. Lingua di default è la lingua di default, data nelle proprietà di un oggetto (??). Politica delle password i nuovi utenti hanno due possibilità; possono o inserire una password, o inserire una password che gli verrà recapitata per (??). In entrambi i casi sono tenuti ad inserire un indirizzo , la seconda opzione assicura che l indirizzo sia valido. Abilita la funzionalità External Editor questa opzione abilital External Editor, uno strumento avanzato per l editing. Richiede che l External Editor sia istallato sul computer dell utente. Il capitolo 10 lo spiega più in dettaglio. Dopo aver selezionato le opzioni desiderate, clicca su Save per confermarle. Tutte le modifiche effettuate da questa maschera saranno subito attive Impostare un Mail Server Plone invia utilizzando l oggetto MailHost, che fornisce un interfaccia ad un server SMTP e permette agli sviuppatori Plone di scrivere form e strumenti per l invio di . La funzione invia ad un amico e l invio in caso di password dimenticata usano le impostazioni configurate qui. La configurazione di default è impostata su un mail server su localhost alla porta 25. Se il server SMTP si trova altrove in rete, puoi accedere a questa impostazione cliccando su plone setup e poi su Mail Settings. A questo punto è possibile cambiare il mail server e la porta affiché riflettano la tua configurazione. Sulla mia rete, il mail server è monty.clearwind.ca sulla porta 1025, cosicché ho impostato il server come mostrato in figura 4-4; tuttavia, in molti casi, non avrai bisogno di modificare quest impostazione. Nota L oggetto MailHost è un oggetto Zope accessibile dalla ZMI. Questo oggetto non necessita attualmente di autenticazione sul server. Se ce n è bisogno, cambia le impostazioni sul server Registrazione degli errori Il registro degli errori (error log) cattura gli errori generati da un sito Plone; ci sono caratteristiche come gli errori di Pagina non trovata (404), errori di mancata autorizzazione, e così via. Non è stato studiato per intercettare gli errori dalle form. Se per caso qualcuno non inserisce un valore richiesto nel campo di una form, questo non verrà riportato; questo non viene considerato errore fintanto che non è catturato dal framework di validazione. Questo errore log è studiato per intercettare gli errori interni del server. Dall interfaccia di Plone clicca su Plone Setup e poi su Error Log, per visualizzare gli errori riportati dal sito Plone. Clicca sull eccezione nella lista (se ce n è almeno una) per visualizzare l errore. La figura 4-5 mostra un errore capitato compilando erroneamente la form delle impostazioni mail. È una pagina lunga, che include un traceback Python completo e la request ricevuta. Questi sono le impostazioni per la form dell error log:

86 86 INDICE Figura 4.3: Figura 4-3. Opzioni del portale

87 4.1. AMMINISTRARE SITI 87 Figura 4.4: Figura 4-4. Impostazioni del mail server

88 88 INDICE Figura 4.5: Figura 4-5. Un esempio di errore

89 4.2. PERSONALIZZARE L ASPETTO DI PLONE 89 Numero delle eccezioni di cui tenere traccia Il numero di eccezioni da tenere a video nel registro. Per default sono 20. Copia le eccezioni nel registro degli eventi Consente di copiare ogni eccezione in un file di log basato su un file fisico. Disabilitare questa opzione significa che non verrà tenuta traccia permanente delle eccezioni. Per default questa opzione è attivata. Tipi di eccezione ignorati È una lista (una per riga) di tipi di eccezioni da ignorare. Per default sono ignorati Unauthorized (accesso alla risorsa non autorizzato), NotFound (risorsa non trovata), e Redirect. Puoi registrare ogni eccezione e visualizzarla a video. Ciò significa che se mentre un utente sta visitando il tuo sito viene generato un errore, puoi di seguito andare alla pagina dell error log e vedere cosa è successo. I tre componenti di un errore sono l error type (ovvero il tipo di errore), l error value (che è una stringa che spiega quando questo tipo di errore capita), e il traceback. I primi due vengono visualizzati al utente su una pagina standard di errore (vedi figura 4-6). Quindi, se un utente riporta un errore, il registro spesso includerà un messaggio con il nome dell errore e il suo valore. Se l utente non ha avuto il permesso di compiere una determinata azione e quindi è stato generato un errore Unauthorized, oppure è stata raggiunta una Pagina non trovata (404), allora verrà presentata una una pagina di errore personalizzata piuttosto che quella standard mostrata in figura 4-6. Questi sono i tipi standard di errore: Unauthorized Accade quando un utente non ha i privilegi per eseguire una funzione. NotFound Quando l elemento richiesto da un utente non esiste. Redirect È un errore causato da un redirect HTTP (HyperText Transfer Protocol). AttributeError Quando un oggetto non ha l attributo richiesto, viene generato questo errore. ValueError Accade quando un valore dato è incorretto, e non può essere gestito correttamente dalla validazione o da qualche altro framework. 4.2 Personalizzare l aspetto di Plone La sezione seguente descrive le altre personalizzazioni che possono essere fatte ad un sito; qusi tutte richiedono l accesso alla ZMI Comprendere i Portlet In un sito Plone, vengono visualizzare per default tre colonne: la colonna di sinistra, la centrale, e quella di destra. La colonna centrale ospita il contenuto dell oggetto correntemente visualizzato. È il posto dove risiedono la maggior parte delle funzionalità utente per l aggiunta e la modifica di contenuti, la compilazione delle form, e così via. Le colonne di sinistra e destra contengono invece una serie di box che mostrano informazioni. Ognuno di quest box è chiamato portlet. Una variabile definisce che portlet devono essere mostrati in un certo momento. Il modo migliore per capire i portlet è guardare come funzionano i portlet forniti di default con Plone. I parametri dei portlet si trovano nell oggetto portal. Per accedervi, entra nella ZMI, assicurati di essere sulla root del sito Plone, e clicca sul tab delle proprietà. Verrà aperta una lista di proprietà, incluse left_slots, right_slots, e document_action_slots (vedi figura 4-7).

90 90 INDICE Figura 4.6: Figura 4-6. Un esempio di messaggio di errore

91 4.2. PERSONALIZZARE L ASPETTO DI PLONE 91 Nota Nelle precedenti versioni di Plone i portlet si chiamavano slot. È un termine comune che causa confusione con il termine slot usato nei page template, così è stato sostituito con portlet nella versione 2. In alcuni punti del codice o ne testo potresti imbatterti nel termine slot. In questo contesto le parole slot e portlet sono da considerare sinonimi. La proprietà left_slots fa riferimento ai portlet mostrati nella parte sinistra della pagna, mentre right_slots si riferisce ai portlet della parte destra. I portlet sono visualizzati nell ordine in cui sono inseriti nella proprietà, dall alto verso il basso; da notare che ogni portlet occupa una riga. Tuttavia, moti portlet hanno al loro interno del codice che assicura che il portlet venga visualizzato solo quando ha senso che lo sia. Per esempio, è superfluo che il portlet per il login venga visualizzato se l utente si è già autenticato. In questo caso, anche se il portlet logi è incluso nella lista dei portlet, esso viene mostrato solo quando c è bisogno. Il valore di ogni portlet è uno speciale valore che rappresenta il percorso di un espressione Template Attribute Language Expression Syntax (TALES). Gli sviluppatori possono aggiungere i loro portlet personalizzati al sito, creando semplici macro e page tempate. I portlet di default sono i seguenti: left_slots Include i portlet navigation, login, e related (tradurre?). right_slots Include i portlet review, news, events, recently published, e calendar. Per default non sono configurati in Plone tutti i portlet disponibili. La sezione seguente descrive uno per uno i portlet in Plone, e mostra come si presentano. Quindi verrà mostrata l espressione percorso (come tradurre?) che deve essere aggiunta alla proprietà slots affinché vengano visualizzati. Per esempio, per mostrare il portlet del calendario a sinistra, basta inserire here/portlet_calendar/macros/portlet nella proprietà left_slots e cliccare su Save Changes. Per rimuoverlo dalla proprietà right_slots, è sufficiente rimuovere la stessa riga dalla proprietà e cliccare su Save Changes. Calendario Il portlet calendario è uno dei portlet di default, che mostra il calendario alla destra della pagina di Plone. Questo portlet mostra gli eventi pubblicati nel mese visualizzato in un piccolo calendario. Il portlet calendario viene visualizzato indipendentemente dalla presenza di eventi da visualizzare. Puoi configurare il calendario usando il tool portal_calendar nella ZMI (vedi figura 4-8). L espressione da aggiungere è here/portlet_calendar/macros/portlet. Eventi Il portlet eventi mostra la lista degli eventi imminenti pubblicati. Anche se abilitato inserendolo nella lista, questo portlet non apparirà fin tanto ché non ci saranno degli eventi pubblicati da mostrare (vedi figura 4-9). L espressione da aggiungere è here/portlet_events/macros/portlet.

92 92 INDICE Figura 4.7: Figura 4-7. Le proprietà del portlet di default

93 4.2. PERSONALIZZARE L ASPETTO DI PLONE 93 Figura 4.8: Figura 4-8. Il portlet calendario Figura 4.9: Figura 4-9. Il portlet eventi Figura 4.10: Figura L icona per aggiungere un elemento ai favoriti

94 94 INDICE Favoriti Nell angolo in alto a destra di un documento Plone puoi vedere un icona con il logo di Plone. Un utente può cliccare questo logo per aggiungere un elemento ai favoriti. Il concetto di favorito è molto similare al concetto di segnalibro o link alle pagine alla quale vuoi in futuro ritornare; La differenza consiste nel fatto che questo favorito viene memorizzato nel sito Plone. La figura 4-10 mostra l icona per aggiungere un favorito. I favoriti vengono aggiunti alla cartella home dell utente, e in seguito mostrati nel portlet favoriti assieme ad un link per organizzarli (vedi figura 4-11). I favoriti mostrati sono i favoriti che l utente ha memorizzato, quindi, anche se abilitato, questo portlet si mostrerà solo se l utente ha qualche registrato in precedenza qualche favorito. Figura 4.11: Figura Il portlet favoriti L espressione da aggiungere è here/portlet_favorites/macros/portlet. Fatti riconoscere Il portlet login mostra il form per il login, consentendo ad un utente di autenticarsi fornendo username e password. Se la password è stata dimenticata, c è un opzione che consente di farsela inviare per . Anche se abilitato, questo portlet non verrà visualizzato se l utente si è già autenticato (vedi figura 4-12). L espressione da aggiungere è here/portlet_login/macros/portlet. Navigazione Il portlet di navigazione mostra una semplice struttura ad albero delle cartelle nella posizione corrente. Fornisce uno strumento comodo e semplice per la navigazione. Questo portlet è estremamente personalizzabile; scegliendo dalla ZMI portal_properties e poi navtree_preperties, poi accedere a delle modifiche che saranno spiegate nella sezione Modifica del portlet di navigazione (vedi figura 4-13). L espressione da aggiungere è here/portlet_navigation/macros/portlet. Ultime notizie Il portlet news mostra una lista di link alle news recenti (vedi figura 4-14). Anche se abilitato, questo portlet verrà mostrato solo in presenza di news pubblicate. Le news di un sito sono ancre raggiungibili cliccando sul tab news. L espressione da aggiungere è here/portlet_news/macros/portlet.

95 4.2. PERSONALIZZARE L ASPETTO DI PLONE 95 Figura 4.12: Figura Il portlet login Figura 4.13: Figura Il portlet navigazione

96 96 INDICE Figura 4.14: Figura Il portlet news

97 4.2. PERSONALIZZARE L ASPETTO DI PLONE 97 Modifiche recenti Il portlet degli elementi recenti elenca gli elementi di recente pubblicazione, a partire dall ultima volta che l utente si è autenticato (vedi figura 4-15). Se non ci sono elementi di questo tipo, allora il portlet non viene mostrato. Figura 4.15: Figura Il portlet modifiche recenti L espressione da aggiungere è here/portlet_recent/macros/portlet. Inerenti Il portlet dei relativi mostra la lista degli elementi correlati all elemento che si sta visualizzando, come determinato dalle parole chiave ad esso associate. Se l elemento correlato è un link ad un altro sito web, verrà mostrato in una lista separata delle risorse esterne al sito. Anche se abilitato, quaso portlet verrà visualizzato sono se sono presenti elementi relativi da mostrare (vedi figura 4-16). Figura 4.16: Figura Il portlet relativi L espressione da aggiungere è here/portlet_related/macros/portlet. Da esaminare Il portlet revisione mostra la lista degli elementi nello stato di revisione e che sono in attesa di essere revisionati. Viene mostrato solo se l utente autenticato ha il ruolo di revisore e se ci sono elementi in attesa di revisione (vedi figura 4-17). L espressione da aggiungere è here/portlet_review/macros/portlet.

98 98 INDICE Figura 4.17: Figura Il portlet revisione Sito web del Plone Book: modifica degli slot Molti degli slot sulla parte destra non hanno senso per il sito Plone Book. Questo libro non ha eventi, quindi il calendario non serve. Mi aspetto che vengano ancora aggiunte delle cose al sito, ma saranno veramente cose minime fino al completamento del sito. Ho deciso quindi di rimuovere completamente tutti gli slot di destra dal mio sito. Per ottenere ciò sono andato alla root del portale attra verso la ZMI, e ho cliccato sul tab delle proprietà. Quindi ho cancellato gli slot di destra. I portlet che abitualmente sono ospitati sulla parte destra, navigazione, login, relativi, mi sono tutti utili, così li ho tenuti. Così è come si mostrano a questo punto le proprietà dei portlet per il sito Plone book: Configurare portlet differenti in parti differenti del sito Il database Zope che sta alla base di Plone ha una funzionalità chiamata acquisizione. Nella sua forma piu semplice, significa che quando viene richiesto un elemento, come ad esempio right_slots, Plone ricerca l oggetto piu vicino che contiene questa proprietà. In questo modo, cercando quali portlet mostrare nella colonna di destra, normalmente Plone trova l oggetto radice e considerà la sua proprietà right_slots. Questo è il motivo per cui puoi cambiare le proprietà nell oggetto root del portale per cambiare l intero sito. Si puo notare pero che cliccando sul link my folder e andando alla cartella personale, non appare il calendario. Se clicchi su Members e poi su Properties dalla ZMI, noterai che c è una proprietà right_slots. Per questa cartella questa proprietà è una lista vuota. Quando il sito Plone si mette alla ricerca valore di questa proprietà per quali portlet devono essere presenti nella colonna di destra, si muove lungo la gerarchia di cartelle fino al raggiungimento della cartella Members. Qui trova un valore per right_slots e lo usa. Fintantoché il valore di right_slot nella cartella Members è vuoto, guardando contenuti presenti in Members, gli slot di destra saranno vuoti. Gli amministratori del sito possono personalizzare la disposizione dei portlet all interno del sito, aggiungendo e eliminando proprietà delle cartelle attraverso la ZMI. Basta selezionare l elemento e cliccare sul tab Properties. Per aggiungere la proprietà per gli slot a destra o sinistra, usa la form Add, in fondo alla pagina, e assicurati che il tipo della proprietà sia list Modifica del portlet di navigazione Di tutti i portlet di cui abbiamo parlato, quello per la navigazione è probabilmente il più usato, e quello per il quale vengono chieste più informazioni. Nel dettaglio, come si può modificare questo portlet e il modo in cui viene visualizzato? Il portlet di navigazione elenca la cartella corrente e i suoi documenti nello slot di navigazione. Puoi cambiare questo slot modificando il codice; tuttavia, alcune modifiche possono essere fatte più semplicemente dalla ZMI. La cosa più importante da tenere presente è che solo gli elementi pubblicati vengono mostrati nell albero di navigazione ai collaboratori e agli utenti anonimi. Per modificare le proprietà di questo albero di navigazione, clicca su portal_properties e poi su navtree_properties nella ZMI. Questa è un elenco ridotto delle opzioni disponibili:

99 4.2. PERSONALIZZARE L ASPETTO DI PLONE 99 showmyuserfolderonly Mostra sono la cartella utente dell utente autenticato. In questo modo, se viene selezionata la cartella Members, non verranno mostrate le cartelle di tutti i collaboratori. Questa opzione è selezionata di default. showfolderishsiblingsonly Vengono visualizzate solo le cartelle presenti nello stesso contenitore della cartella mostrata; alternativamente mostrerà tutti i contenuti. Questa opzione è selezionata di default. showfolderishchildrenonly Se questa opzione è abilitata su una cartella, mostra solo le cartelle contenute, piuttosto che mostrare tutti gli altri tipi di contenuti. Impostando questa opzione, effettivamente vengono mostrati tutti i contenuti della cartella correntemente selezionata. Questa opzione è selezionata di default. roleseeunpublishedcontent Come accennato, un contenuto viene mostrato a collaboratori o utenti anonimi solo se pubblicato. Aggiungere, in una nuova riga, un nuovo ruolo a questa lista, significa permettergli la visualizzazione di contenuti non pubblicati. È una cosa indesiderabile, se l utente poi comunque non ne ha il permesso di accesso. croppinglength Determina quanti caratteri del nome mostrare nel albero del navigatore. Per default sono 256. idsnottolist Sono gli identificativi degli elementi da non mostrare. Ogni id va messo in una riga separata. Per default questa lista è vuota. Dopo aver fatto le modifiche a questa form, basta premere Save Changes. L ordinamento degli elementi nel navigatore dipende dall ordinamento degli oggetti nella form di visualizzazione della cartella che li contiene. Come mostrato nel capitolo 3, utilizzando le frecciette sù e giù, gli utenti possono cambiare l ordine a proprio piacere Sito web del Plone Book: modifica della navigazione Per la maggior parte dei siti preferisco un albero di navigazione più completo di quello di default. Vado quindi nelle opzioni dell albero di navigazione e deseleziono showfolderishchildrenonly e showfolderishsiblingsonly. In questo modo si ottiene che i contenuti vengano mostrati in modo più carino; per esempio, ecco la cartella software con qualche elemento selezionato: Modificare il formato delle date Lungo le portlet di tutto il sito, Plone rappresenta le date in un formato costante, personalizzabile internamente usando i formati. Ogni volta che una data viene mostrata in Plone, viene invocato un formato tra due disponibili. Puoi trovare questi formati accedendo alla ZMI, cliccando portal_properties e poi site_properties. I formati sono questi: localtimeformat È il formato da utilizzare per le date che devono apparire in forma compatta. locallongtimeformat È il formato da utilizzare per le date che devono apparire nel formato esteso, mostrando anche i secondi. Il formato delle date è basato sul modulo Python time. Informazioni riguarda a questo formato possono essere trovate all indirizzo Per la data compatta, il valore di default è %Y-%m-%d che significa anno-mese-giorno (ndt: in inglese dalle iniziali year-month-day) rappresentati come numeri decimali (ad esempio ). Per il formato esteso, il valore di default è invece %Y-%m-%d %I:%M %p, ovvero anno-mese-giorno ore:minuti am/pm (per esempio, :32 PM). Ecco un breve sommario delle opzioni disponibili (il nome dei giorni e dei mesi può variare a seconda del Locale del browser):

100 100 INDICE %a Abbreviazione in lingua locale del giorno della settimana (ad esempio Lun) %A Il nome locale del giorno della settimana (ad esempio Lunedì) %b L abbreviazione locale del nome del mese (ad esempio Gen) %B Il nome locale del mese (ad esempio Gennaio) %d Il giorno del mese, rappresentato come numero decimale %H L ora (orologio a 24 ore) come numero decimale %I L ora (orologio a 12 ore) come numero decimale %m Il mese come numero decimale %M I minuti come numero decimale %S I secondi come numero decimale %y Le ultime due cifre dell anno, come numero decimale %Y L anno completo, in quattro cifre decimali Se vuoi includere il nome del giorno nel formato compatto della data, devi semplicemente cambiare il formato della data compatta in %A, %d %b., %Y. L effetto di questa modifica sarà Lunedì, 20 Set., Questa data viene usata nei box a destra e a sinistra dello schermo, nel risultati delle ricerche, nei contenuti per linea, e così via Aggiungere parole chiave e tipi d evento C è uno strumento in Plone, portal_metadata, che permette all amministratore del sito di definire alcuni metadati per gli elementi. Plone utilizza i metadati definiti nel tool portal_metadata per parecchio scopi. Ad esempio, quando inserisci un evento, ti viene proposta una lista di possibilit tipi di evento. Puoi fare aggiunte a questa lista cliccando dalla ZMI su portal_metadata, quindi elements, e poi subject. Vedrai un vocabolario di eventi che elencano gli oggetti per questo content type (...uhm... controllare la frase...). È semplice modificare o integrare questa lista, un elemento per riga, per ottenere i tipi di eventi relativi. Questi tipi di evento appariranno nella machera per l aggiunta e la modifica di un evento. Un altro uso del portal_metadata è la selezione delle parole chiave disponibili sul sito. Nella form in portal_metadata/elements/subject, potrai notare un vocabolario per il tipo di contenuto di <default>. Se aggiungi degli elementi nel campo vocabolario di questa pagina e clicchi su Update, li aggiungerai alla lista delle parole chiave disponibili per tutti i tipi di contenuto. Se vuoi che le parole chiave appaiano, diciamo, solo nei documenti, usa la form add (aggiungi) in fondo alla pagina. Scegli un tipo di contenuti, e aggiungi qualche vocabolo, uno per ogni riga. Questi diverranno parole chiave che gli utenti possono selezionare solo per questo tipo di contenuto. Se sei autenticato come utente con ruolo di manager o reviewer, cliccando sul tab proprietà di un oggetto nell interfaccia di Plone, vedrai il box nuova parola chiave per aggiungere parole chiave ad-hoc. Queste non appariranno nel vocabolario portal_metadata, ma appariranno in tutti i tipi di contenuti che gli altri utenti inseriranno.

101 4.2. PERSONALIZZARE L ASPETTO DI PLONE Cambiare la pagina predefinita Come già accennato nel capitolo 3 _, quando un utente visualizza una cartella, gli viene mostrata, se presente, la pagina di default contenuta nella cartella. Nelle vecchie versioni di Zope e Plone, il nome di questa pagina doveva essere index_html. Lo si nota in molti siti Plone, in cui l indirizzo Web termina con index_html. Se modifichi questo nome di file con un estensione più comunemente riconosciuta, come index.html, sarà più facile modificare questi file con editor o strumenti di sviluppo Web. In Plone puoi definire un elenco di pagine da prendere in considerazione per essere presentate come pagina di default (vedi figura 4-18). Per default queste pagine sono index_html, index.html, index.htm, e FrontPage. Puoi configurare questa lista in site_properties/portal_properties/default_page property, seguendo la regola di un nome per riga. Quando viene richiesta la pagina di default, Plone va alla ricerca di ogni pagina in questa lista, partendo dalla prima, fino a che non ne incontra una corrispondente. Inoltre, se vuoi cambiare questa impostazione solo per una cartella, puoi accedere a questa tramite la Zmi, cliccare sulla scheda delle proprietà, e aggiungere una nuova proprietà lista chiamata default_page Come fare affinché l elenco delle notizie sia la pagina predefinita? Il funzionamento esatto di questo sistema richiede una certa conoscenza del meccanismo sottostante. Per ora, vai semplicemente sulla radice del portale e clicca su Properties. A questo punto, sul fondo della pagina, completa la maschera add new property con queste informazioni, e poi premi il pulsante Add: Per il campo Name: default_page Per il campo Value: news Per il campo Type: lines Ora ritorna al sito Plone. Al posto della home page standard vedrai la pagina delle news. Anche la scheda delle news riporta alla pagina delle news, ma nella prossima sezione ti mostrerò come rimuoverlo Modificare le schede del sito In un sito Plone le varie schede si riferiscono a differenti sezioni o parti del sito. L uso delle schede è un concetto familiare nel design dei siti Web, ed è comune in siti tipo Amazon, MSN, e Plone stesso. Esistono due tipi principali di schede: le schede di portale e le schede di contenuto. Le schede di portale sono blu e appaiono in alto nel sito Plone. Quelle di default sono home, news e member. La sezione che segue mostra come personalizzarle. Le schede di contenuto sono verdi, e appaiono quando un elemento può essere modificato. Le schede di contenuto, come il nome steswso suggerisce, sono relative al contenuto. Il capitolo 11 spiega come modificarle. Le schede in un sito Plone sono costruite a partire da una collezione di azioni quindi, per capire come modificarle, è necessaria una panoramica veloce sulla azioni. Introduzione alle azioni In Plone ci sono persone che possono compiere azioni differenti, in momenti differenti o in parti differenti del sito. Queste azioni vengono chiamate actions. Plone le traduce in schede, link, ed elementi di altri generi. C è un metodo altamente configurabile per produrre questi elementi di navigazione per un sito. Ogni azione ha le seguenti proprietà configurabili nella ZMI. Dove configurarle dipende da dove queste azioni sono immagazzinate. Qui c è una lista delle proprietà per un azione di default: Name È il nome amichevole dato all azione. Spesso questo nome viene utilizzato nell interfaccia. Per esempio, se questa azione sarà utilizzata come scheda, questo nome sarà quello che comparirà come testo nella scheda.

102 102 INDICE Figura 4.18: Figura Rendere index.asp la pagina di default preferenziale

103 4.2. PERSONALIZZARE L ASPETTO DI PLONE 103 Id L identificativo univoco dell azione. Actions Questa è l azione vera e propria che deve essere compiuta. Ad esempio, se è un azione per una scheda, l azione usata sarà un link. Questo campo è un espressione TALES (vedi il capitolo 5 per maggiori informazioni). Condition È la condizione che deve essere verificata affinché l azione possa essere compiuta. Ad esempio, usandola come scheda, se questa condizione è verificata, allora lascheda viene visualizzata. Il campo contiene un espressione TALES(vedi il capitolo 5 per maggiori informazioni). Permission Il permesso che l utente deve possedere per avere questa azione. Questo permesso deve coincidere affinché l azione possa essere compiuta (vedi il capitolo 9 per informazioni sulla sicurezza). Category In questo modo le azioni vengono categorizzate. In Plone questo metodo viene utilizzato per distinguere le azioni e poterle utilizzare in differenti contesti dell interfaccia utente. Per le schede del portale questa categoria corrisponde a portal_tabs. Visible Indica se la categoria è attiva. Poiché perloppiù ci si riferisce ad elementi visibili, è stato usato il termine visible. Introduzione alle schede principali Nella sezione seguente modificherai come esempio le schede principali seguendo due vie differenti. Cambierai il testo della scheda portale in benvenuto, e sposterai la scheda dei collaboratori a sinistra della scheda notizie. Le azioni per le schede del portale sono immagazzinate nel tool portal_action, quindi per modificarle clicka su portal_action dalla ZMI. Come mostrato in figura 4-19, verrà aperta una lunga lista di azioni presenti di default. Ancune di queste ti sembreranno famigliari, poiché rappresentazno parti del sito Plone. Scendi attraverso le azioni, fino a trovare l elemento Home, e cambia il suo nome in benvenuto. Quindi scendi sino al fondo della pagina, e clicka su Save. Ritornando all interfaccia di Plone, noterai che ora sulla scheda c è scritto benvenuto. L ordine delle schede da sinistra verso a destra ricalca l ordine nell delle azioni dall alto verso il basso. Quindi, mmuovere una scheda è solo questione di selezionarla attraverso il checkbox, scendere fino al fondo della pagina, dove sono presenti i pulsanti Move Up e Move Down, per spostare rispettivamente la scheda verso l alto o verso il basso della lista. Può essere un pò tedioso, ma continuando a selezionare l azione e cliccando sui pulsanti Move Up e Move Down, puoi modificare l completamente ordine delle schede. Fatto ciò, puoi tornare al portale e notare come ora le schede appaiano nel nuovo ordine. Perché il testo viene messo in minuscolo? Plone cambia in minuscolo (attraverso i fogli di stile) i testi di molte parti del sito attraverso, come ad esempio le schede. Per disabilitare questa opzione è sufficiente modificare il foglio di stile, come spiegato più avanti in questo capitolo, nella sezione Modificare le immagini e il CSS.

104 104 INDICE Figura 4.19: Figura Le azioni sul portale di un sito Plone

105 4.2. PERSONALIZZARE L ASPETTO DI PLONE 105 Book Web Site: Aggiungere una nuova scheda A nice navigation helper is to add a tab or remove one in the portal tabs. Quindi, in questo riquadro, aggiungerai una scheda che punta alla cartella Software, e rimuoverai le schede notizie e collaboratori (che nel mio sito non puntano a nulla). Ritorna alla ZMI, e seleziona portal_actions. Scorri in fondo alla pagina, al form di aggiunta. Ho riempito i campi con i valori seguenti: Software software_tab string:$portal_url/software View portal_tabs selected Oltre a ciò, ho trovato le azioni riferite a news e members e ho deselezionato la proprietà Visible (ricordandomi di premere Save, ovviamente). Tornando all interfaccia di Plone puoi vedere il risultato. Il valore chiave è Action, che è un espressione TALES. Queste espressioni saranno trattate nel capitolo 5. Il valore Action punta all URL della cartella alla quale dovrà puntare; nel mio caso è Software, e si trova nella radice del mio sito Plone. Quindi l espressione diventa string:$portal_url/software. Modificare l icona di un documento Guardando un elenco di link o opzioni in un sito Plone, è facile che questo elenco sia prodotto da una serie di azioni. Se non si tratta di azioni, si tratta di codice, ma molte delle funzionalità dell interfaccia di Plone sono generate dinamicamente attraverso settaggi della ZMI. Altri due esempio di azioni sono le azioni del documento, e le azioni del sito. Le azioni del sito appaiono nell angolo in alto a destra e sono i link per cambiare la grandezza del testo. These links could be anything but just happen to reference some client-side script functions. Questi link sono nuovamente configurati in portal_actions, sono solo azioni appartenenti ad una differente categoria. Se dai un occhiata a portal_actions, noterai tre azioni in fondo alla pagina. Hanno come categoria site_actions. Per rimuoverle è sufficiente deselezionare l opzione Visible. Le icone derivano dallo strumento portal_actionicons, che è una altro semplice strumente delegato a mappare le icone alle azioni. Guardando portal_actionicons, puoi notare che normal_text di site_actions corrisponde ad un icona (vedi figura 4-20). Similmente, le azioni per il documento presenti in portal_action appartengono alla categoria document_actions. Anche in questo caso, editando queste azioni puoi modificarne l ordine, le icone, il testo, e aggiungere o rimuovere icone dall interfaccia Modificare le immagini e il CSS Il look and feel di un sito Plone è un grosso argomento che si porta via tre capitoli, i capitoli 5, 6, e 7. La prossima sezione ne copre le basi, e piuttosto di tentare di spiegare tutto, mostra solo come fare velocemente alcune modifiche. Uno skin è una serie di CSS, immagini, template, e script che collaborano per creare il look and feel di Plone. L idea alla base dello skin è che puoi lo modificare cambiando in questo modo l aspetto del sito, senza doverne toccare i contenuti.

106 106 INDICE Figura 4.20: Figura Site actions

107 4.2. PERSONALIZZARE L ASPETTO DI PLONE 107 Modificare lo skin Lo skin di default può essere cambiato usando il form dello skin accessibile dal pannello di controllo. Puoi rappresentare il sito Plone in modi differenti, applicando diverse combinazioni di colori, fogli di stile, template. La form dello skin ha queste tre scelte: Aspetto di default E lo skin di default da presentare all utente quando questi accede al sito. Solo uno skin viene fornito di default, il Plone Default. Consenti ai collaboratori di scegliere l aspetto del portale Questa opzione decide se dare agli utenti la possibilità di scegliere lo skin che preferiscono. Con questa opzione abilitata, un utente può andare nelle sue preferenze e scegliere un altro skin. Per default questa opzione è abilitata. Persistenza dello Skin nel Cookie Se un utente può scegliersi lo skin, questa opzione fa in modo che questa scelta venga mantenuta anche ai suoi successivi accessi, mandanendo l informazione nel cookie. Per default è disabilitata. Una volta scelte le opzioni che desideri, bisogna premere Save per renderle effettive. Per aumentare le performance del sito, conviene usare la cache per le immagini e i fogli di stile. Per essere sicuro di guardare la nuova skin come dovrebbe, cancella la cache del browser (in Internet Explorer dovrebbe essere sufficiente premere Ctrl+F5). Impostare un logo differente Cambiare il logo in un sito Plone è un operazione semplice, ma i passi possono creare un pò di confusione, quindi devono essere seguiti attentamente. Per prima cosa è necessario accedere alla ZMI, cliccare su portal_skins, poi su plone_images, e infine su logo.jpg. Si aprirà una pagina corrispondente a questo oggetto. Dovrebbe assomigliare alla figura Questo oggetto rappresenta il logo, così come viene visto in Zope. Nella figura 4-21 si vedono le informazioni riguardanti l immagine, le sue dimensioni, e la posizione all interno del file system. A metà pagina c è il pulsante Customize (personalizza); clickalo. Verrà creata una copia dell oggetto chiamata logo.jpg nella cartella custom (vedi figura 4-22). Nota Se a questo punto appare un messaggio d errore del tipo bad request, torna in in portal_skins/custom, e vedrai che c è già un oggetto chiamato logo.jpg. Clicka su questo oggetto. Può esserci un solo oggetto chiamato logo.jpg nella cartella custom; l errore mostrato è un avvertimento che l operazione di personalizzazione di questo oggetto è già stata eseguita. Se vuoi personalizzare l oggeto originale (in parole povere, ripetere questi passi), basta cancellare l oggetto presente in custom. Questa pagina assomiglia molto alla pagina mostrata in figura 4-21, ma ci sono alcune diffrenze. In primo luogo, se guardi in alto a destra nella pagina, noterai che meta_type e posizione di questo oggetto sono cambiati. Non stai più guardando in portal_skins/plone_images/logo.jpg, ma in portal_skins/custom/logo.jpg. In secondo luogo, noterai la presenza del pulsante Sfoglia, che ti permette di selezionare un immagine e inviarla, il che significa che puoi modificarla. Premi questo pulsante per scegliere la tuo nuova immagine, e clicka Save per rendere effettive le modifiche. In figura 4-23 si vede come ho aggiunto il logo Canadian Plone come esempio. Ora ritorna all interfaccia di Plone, e nota come l immagine sia cambiata. Per essere sicuro di stare veramente guardando la nuova immagine, cancella la cache del browser (con Internet Explorer puoi premere Ctrl+F5).

108 108 INDICE Figura 4.21: Figura Il logo di default

109 4.2. PERSONALIZZARE L ASPETTO DI PLONE 109 Figura 4.23: Figura Il logo di Canadian Plone logo

110 110 INDICE Cosa fare quando l immagine non è in formato JPG? Zope non basa il tipo MIME (Multipurpose Internet Mail Extensions) sull estensione, ma piuttosto sul contenuto. Per questa ragione puoi benissimo inserire un immagine GIF all interno di logo.jpg, e funzionerà alla perfezione poiché verrà applicato il MIME corretto image/gif. In ogni caso, potresti coler rinominare l immagine in logo.gif o logo.png per fare meno confusione. Modificare il codice CSS Il CSS è responsabile la maggior parte del look and feel del tuo sito, incluse le schede, le immagini, i box, e il layout in generale. Il fatto che il CSS di Plone è totalmente personalizzabile significa attraverso pochi fogli di stile gli utenti possono personalizzare molto del suo aspetto. Il capitolo 7 spiega cosa fatto tutti gli elementi; in questa sezione avrai una veloce panoramica su come cambiare il codice CSS di un sito Plone. Come prima cosa accedi alla ZMI, seleziona portal_skin, quindi plone_styles e infine plonecustom.css. In questo modo si aprirà la pagina di questo oggetto, per ora nacora vuoto. Plone sta utilizzando le proprietà a cascata dei CSS. Poiché l HTML (Hypertext Markup Language) di Plone importa prima plone.css e poi plonecustom.css, ogni modifica successiva sovrascrive il foglio di stile standard. Perché questa dovrebbe essere una buona cosa? Perché in questo modo puoi creare una serie di modifiche incrementali in plonecustom.css senza danneggiare o alterare il foglio di stile centrale di Plone. Allora, per personalizzare l oggeetto plonecustom.css, seleziona portal_skins/plone_styles/plonecustom.css e premi il pulsante Customize. Ancora una volta, piuttosto di personalizzare l oggetto in portal_skins/plone_styles/plonecustom puoi notare come ora ti trovi in portal_skins/custom/plonecustom.css. Poiché gli oggetti di tipo file possono essere modificati da Web, puoi editare da Web anche questo foglio di stile. Come esempio, mettiamo un immagine in mezzo allo sfondo (non è necessariamente il massimo come interfaccia utente, ma è un esempio chiaro di come personalizzare il codice CSS). Prima di tutto hai bisogno di inserire un immagine in Plone. Per farlo seleziona portal_skins/custom, premi il pulsante Add e seleziona Image, come mostrato in figura Figura 4.24: Figura Aggiungere una nuova immagine Come file ho scelto un immagine trovata sul Web (disponibile anche nel sito web Plone book), ma è possibile scegliere qualunque immagine. Presta attenzione che l ID dell immagine sia background.gif, come mostrato in figura 4-25.

111 4.2. PERSONALIZZARE L ASPETTO DI PLONE 111 Figura 4.25: Figura Controllo della nuova immagine Successivamente, ha bisogno di cambiare il codice CSS affinché punti a questa nuova immagine. Hai già richiesto la personalizzazione del CSS, quindi basta che torni a portal_skins/custom/plonecustom.css e cambi il testo in questo modo: /* DELETE THIS LINE AND PUT YOUR CUSTOM STUFF HERE */ to the following: body { background-image: url(background.jpg); background-repeat: no-repeat; background-position: center; } Premi il pulsante Save Changes per rendere effettive le modifiche. Quindi ritorna all interfaccia di Plone. Se tutto è andato per il verso giusto, dovresti vedere la nuova immagine (vedi figura 4-26).

112 112 INDICE Figura 4.26: Figura La nuova immagine di sfondo

113 Capitolo 5 Capitolo 5: Introduzione alla modellazione in Plone (Plone Template) 113

114 114CAPITOLO 5. CAPITOLO 5: INTRODUZIONE ALLA MODELLAZIONE IN PLONE (PLONE TEMPLATE)

115 Indice Note alla traduzione del capitolo template: modello di pagina traversal: attraversamento context: contesto namespace: spazio dei nomi Plone utilizza tre livelli di tecnologie per creare una pagina. Del codice Python e i modelli di pagina 3 creano l Hypertext Markup Language 4 o HTML che è inviato al browser. Quindi alcuni Cascading Style Sheets 5 (CSS) applicano le regole di formattazione che producono la pagina con la quale il lettore è adesso famigliare. Questi due primi elementi, il codice Python e i modelli di pagina, sono l argomento principale di questo capitolo e del Capitolo 6. Per capire come creare e quindi modificare un modello di pagina Plone è necessario prima descrivere alcuni concetti di base. Alcuni di questi concetti sono caratteristiche particolari di Plone e nonostante introducano grandi vantaggi è necessario un po di tempo per prendervi confidenza. In questo capitolo cominceremo con descrivere la pubblicazione di oggetti. Spiegheremo come interagire con gli oggetti all interno di Plone, quindi descriveremo come costruire espressioni. Una volta che il lettore sarà familiare con questi due concetti analizzeremo come le pagine di Plone sono realmente assemblate. Alla fine del capitolo creeremo una nuova pagina all interno del nostro sito Plone con le tecniche fino lì imparate. Questo capitolo ha più significato per il lettore che è già familiare con il linguaggio Python. Tuttavia ad ogni passo verranno spiegati i concetti che stanno dietro al codice quindi, anche se il lettore non conosce Python, dovrebbe comunque comprendere. Il resto del libro si riferisce a oggetti Template Attribute Language Expression Syntax (TALES) e Script (Python) quindi il lettore dovrebbe prendersi il tempo di acquisire familiarità con loro in questo capitolo. Il lettore dovrebbe avere già una piccola introduzione: nel precedente capitolo abbiamo introdotto le espressioni TALES perché sono usate per generare portlet e action. 3 o page template 4 o linguaggio di demarcazione per ipertesti 5 o fogli di stile 115

116 116 INDICE 5.1 Comprendere il meccanismo di modellazione sottostante Tuffarsi direttamente dentro il funzionamento dei modelli di pagina (template) di Plone ci porterebbe facilmente in confusione e quindi andremo ad analizzare prima il sottostante meccanismo di modellazione. In un mondo ideale questo dovrebbe essere un qualcosa di cui l utente non dovrebbe curarsi ma, in pratica, si è osservato che questo è il primo ostacolo in cui le persone incappano quando provano a studiare l utilizzo di Plone. Plone è piuttosto unico in quanto tutto in Plone è un oggetto. Se non si è familiari con il concetto di oggetto non ci si preoccupi, non c è molto da sapere: un oggetto è semplicemente una cosa che incapsula un qualche comportamento. Ogni oggetto ha dei metodi che possono essere richiamati sull oggetto. Un esempio è un mouse per computer: un mouse per computer può avere metodi come movimento, click e click destro. In Plone un documento è un particolare tipo di oggetto. Questo significa che un documento non è semplicemente un frammento di testo statico ma bensì un qualcosa di un po più complicato e più utile. Un documento in Plone ha, per esempio, un metodo description che restituisce la descrizione che l utente ha aggiunto per il particolare documento. Quando si userà il sistema di modellazione si vedrà più in dettaglio come tutto sia un oggetto. Guardiamo per prima cosa i principi base della pubblicazione di oggetti Introduzione alla pubblicazione di oggetti In Plone si pubblicano oggetti che sono in realtà collocati all interno di Zope; la maggior parte di essi sono oggetti che sono memorizzati, appunto, nel database degli oggetti. Il concetto è più complicato rispetto all ambiente Standard Common Gateway Interface (CGI) dove uno script viene eseguito passandogli una serie di variabili relative alla richiesta. Tutto in Plone è un oggetto, tutto in Zope è un oggetto, tutto in Python è un oggetto. Fino ad adesso si è cercato di evitare di utilizzare la parola oggetto utilizzando al suo posto i termini modello di pagina, script e elemento ma tutti questi in realtà sono oggetti, semplicemente oggetti che si comportano in maniera differente. Quando si richiede un Uniform Resource Locator 6 (URL) a Plone viene invocato un oggetto dell ambiente. Plone fa questo trasformando l URL in un path o percorso. Quindi, se l URL è /Plone/login_form, quello che Plone fa è scomporre questo URL in un path e cercare ognuno di questi oggetti nel database. Plone troverà un oggetto Plone e dentro quello un altro oggetto chiamato login_form. Il percorrere questo percorso è detto attraversamento: essenzialmente Zope risale attraverso questi oggetti e invoca l ultimo nel path. Quando Zope chiama l oggetto login_form, l oggetto viene eseguito nel suo contesto. Questo termine si incontra spesso in Plone. È banalmente il contesto corrente dell oggetto che sta per essere eseguito. Nel nostro esempio è /Plone. Il contesto varia molto muovendosi all interno del sito Plone. Se si fosse richiesto l URL /Plone/Members/login_form il contesto sarebbe stato /Plone/Members. Come menzionato il meccanismo di attraversamento è il sistema con cui è possibile accedere agli oggetti in Plone per via programmatica, allo stesso modo che tramite un URL. Questo è simile ad accedere agli elementi di un file system: se si vuole accedere ad una foto nella cartella Miei Documenti in Windows si immette una directory del tipo c:\documenti e Impostazioni\andrea\Miei Documenti\Fotografia; allo stesso modo per accedere a un oggetto Plone si immetterebbe Members/andrea/Fotografia.jpg. Questo funziona se si ha una serie di cartelle ed oggetti che assomiglia a questo: Members _ andrea _ Fotografia.jpg Nell esempio con il file system si attraversa il disco fisso del computer cartella per cartella. In Plone succede la stessa cosa, solo che Members e andrea sono oggetti. Una particolarità è che Zope fa distinzione tra maiuscole e minuscole. Mentre in Windows è possibile scrivere Fotografia.jpg o fotografia.jpg, questo non funziona in Plone: è necessario fornire il nome dell oggetto con le

117 5.1. COMPRENDERE IL MECCANISMO DI MODELLAZIONE SOTTOSTANTE 117 stesse maiuscole e minuscole dell ID dell oggetto. Per questa ragione è raccomandato cercare di mantenere tutti gli URL in caratteri minuscoli in modo da ridurre le possibilità di errore da parte degli utenti. Plone e Zope hanno aggiunto un elemento chiamato acquisizione a tutto questo sistema di pubblicazione. Il concetto alla base dell acquisizione è quello di contenimento: gli oggetti sono collocati all interno di altri oggetti chiamati contenitori. Nell esempio precedente l oggetto andrea è un contenitore all interno del contenitore Members all interno del sito Plone, un contenitore a sua volta (che in definitiva è all interno del contenitore di applicazioni Zope). In un ambiente standard orientato agli oggetti, un oggetto eredita il suo comportamento dall oggetto padre. In Plone e Zope un oggetto eredita il suo comportamento anche dall oggetto che lo contiene. Un oggetto attraversa la gerarchia di contenimento per determinare i suoi comportamenti. Quindi, prendiamo l esempio dell accesso a Members/andrea/Fotografia.jpg. Cosa avviene se l oggetto Fotografia.jpg non esiste nella cartella andrea ma esiste più su nella gerarchia? Bene, l acquisizione lo troverà per noi. Prendiamo la seguente gerarchia: Members _ andrea _ Fotografia.jpg In questo caso, se si esegue l URL, Plone seguirà il path fino a andrea e poi cercherà di trovare Fotografia.jpg, inutilmente dato che non esiste in quella cartella. A questo punto Plone cercherà nella gerarchia di contenimento, che è la cartella Members, dove troverà e restituirà l oggetto Fotografia.jpg. Il risultato è che l utente vedrà l immagine, come al solito. Tuttavia, se si confronta questo con l esempio precedente, dove l immagine era contenuta nella cartella andrea, si trovano alcune differenze fondamentali: 1. il contesto è lo stesso, nonostante l oggetto si trovi in una diversa cartella. Il contesto è dato dalla posizione dalla quale l oggetto è chiamato. 2. il contenitore è diverso: il contenitore di Fotografia.jpg è adesso Members, non andrea. Quindi, quale è la conclusione di tutto questo? Bene, è possibile mettere un oggetto nella cartella principale del sito Plone e tutti gli oggetti potranno accedervi perché sarà individuato per mezzo dell acquisizione. Anche se questo probabilmente ha un senso, l aquisizione può essere abbastanza complicata, specialmente guardando attraverso la gerarchia del contesto (può succedere). Per approfondire il funzionamento dell acquisizione si consiglia l eccellente discussione sull argomento dello sviluppatore di Zope Jim Fulton Introduzione alle Template Expressions Prima di avventurarci nel sistema dei modelli di pagina di Zope è necessario capire TALES. Spesso in un applicazione si ha il bisogno di scrivere espressioni che vengano interpretate dinamicamente. Questi non sono script, piuttosto si tratta di semplici espressioni di una riga (one liners) che possono fare qualcosa di semplice e facile. Un espressione è valutata passando ad essa una serie di variabili locali determinate da cosa sta chiamando l espressione. Il controllo di flusso passa un set di variabili, il sistema dei modelli di pagina Zope Page Template ne forniscono di ulteriori. Per il momento useremo esempi in cui è definito un contesto. Si ricorda che, come detto, il contesto è quello in cui l oggetto viene eseguito. 6 o indicatore di posizione uniforme di risorse

118 118 INDICE Finora abbiamo incontrate alcune espressioni TALES, come ad esempio string:${portal_url}/software. Tuttavia questo è soltanto un esempio di un ampia varietà di espressioni. Il principale uso delle espressioni TALES è nei modelli di pagina di Zope, il sistema di generazione dell HTML di Plone. Nonostante il loro nome possa suggerire che siano adatti solo ai modelli di pagina, molti strumenti in Plone utilizzano questa sintassi per fornire semplici espressioni, come ad esempio le azioni, il controllo di flusso, e la sicurazza. Esistono diverse tipologie di espressioni, le descriveremo una ad una. Usare le Path Expression Le Path Expressions sono le espressioni predefinite e le più comunemente utilizzate. Diversamente da tutte le altre espressioni esse non richiedono un prefisso per specificarne il tipo. L espressione comprende uno o più path. Ogni path è separato dal simbolo di barra verticale ( *). Ogni path è una serie di variabili separate dalla barra obliqua (/). Ecco qualche semplice esempio: context/message context/cartella/title context/members/andrea/fotografia.jpg Quando l espressione viene valutata il path viene spezzato in corrispondenza della barra obliqua e quindi a partire dalla parte più a sinistra il path viene attraversato per trovare l oggetto, il metodo od il valore. Quindi l oggetto viene posto sullo stack attuale e la valutazione passa al valore successivo. Questa procedura è ripetuta fintanto che non viene raggiunta la fine dell espressione o un valore corrispondente non viene trovato. Se l oggetto trovato è un dizionario Python o un mapping object verrà richiamato l opportuno valore del dizionario. Una funzionalità interessante delle path expressions è che l unico carattere riservato è / quindi i nomi possono contenere spazi e punteggiatura e continuare ad essere valutati. Quando la fine dell espressione è raggiunta l oggetto viene eseguito (se può essere eseguito). Se si tratta di un oggetto non eseguibile viene restituita la rappresentazione come stringa dell oggetto. Se in qualsiasi momento si verifica un errore nella ricerca (il più comune è che l attributo richiesto non esista) la valutazione passa all espressione alternativa, se ce n è una. Le espressioni alternative si possono specificare separandole con una barra verticale. Per esempio: context/cartellaa/title context/cartellab/title L esempio precedente produce il titolo di cartellaa o il titolo di cartellab se la prima non esiste. Questo procedimento è ripetuto per ogni espressione fintanto che non ci sono più espressioni o fino alla prima di esse che viene valutata con successo. Usare le Not Expression Una not expression è introdotta dal prefisso not:: e semplicemente inverte la valutazione dell espressione TALES che segue. Visto che nei modelli di pagina di Zope non esiste un operatore if questo tipo di espressioni possono essere utilizzate per effettuare un test sulla negazione di una condizione. Per esempio: not: context/message nothing

119 5.1. COMPRENDERE IL MECCANISMO DI MODELLAZIONE SOTTOSTANTE 119 Usare le Nocall Expression Automaticamente quando una path expression raggiunge l ultimo elemento del path essa lo esegue, se possibile. Il prefisso nocall: fa si che questo non avvenga. Le nocall expression sono raramente utilizzate in Plone, ma qualche volta sono utili. Per esempio possono essere utilizzate per riferirsi ad un oggetto e non alla sua rappresentazione. Un esempio: nocall: context/immagine Usare le String Expression Le string expression permettono di mischiare testo e variabili all interno di un espressione. Tutte le string expression sono introdotte dal prefisso string:. Questa è un funzionalità utile e la si vedrà usata abbastanza di frequente. Il testo può contenere qualsiasi cosa permessa all interno di un attributo, il che essenzialmente include i caratteri alfanumerici e lo spazio. All interno del testo possono esserci nomi di variabili con aggiunto il prefisso $. Qualche esempio: string: Questa è una stringa piuttosto lunga string: Questo è il titolo: $title Nel secondo esempio la variabile $title viene valutata. La variabile può essere una qualsiasi path expression. Se il nome della variabile contiene il simbolo / esso deve essere racchiuso tra parentesi graffe {} per identificare l inizio e la fine dell espressione. Per esempio: string: Questo è il titolo di una immagine: ${context/unaimmagine/title}. Per poter utilizzare il simbolo $ bisogna raddoppiarlo, in questo modo: string: Il prezzo in $$US è ${context/qualchecosa/cost}. Usare le Python Expression Le python expression valutano una riga di codice Python. Tutte le python expression cominciano con il prefisso python: e contengono una riga di codice Python. Per esempio: python: Il codice Python viene valutato utilizzando lo stesso modello di sicurezza utilizzato per gli oggetti di tipo Script (Python), come discusso nel Capitolo 6. Per queste ragioni il codice Python deve essere semplice e limitato a funzionalità di presentazione dei contenuti, come formattazione di stringhe e numeri o valutazione di semplici condizioni. In aggiunta, quasi tutte le altre espressioni TALES menzionate possono essere inserite nel codice python ed eseguite. La sintassi è la seguente: path(string): valuta string come una path expression string(string): valuta string come una string expression exists(string): valuta string come una string expression

120 120 INDICE nocall(string): valuta string come una nocall expression Per esempio, l espressione seguente: python: path( context/members ) è equivalente a questa: context/members Sono state aggiunte alcune convenienti funzioni per assistere gli sviluppatori. La funzione test accetta tre parametri: una espressione che esprime la condizione da valutare e le alternative per il caso di condizione vera o falsa. La condizione viene valutata e viene restituito l appropriato valore. Per esempio: python: test(1-1, 0, 1) La funzione same_type accetta due parametri e controlla che essi siano dello stesso tipo. Per esempio: python: same_type(qualchecosa, ) Alcuni sviluppatori scoraggiano l uso di Python all interno dei modelli di pagina di Zope perché questa pratica implica l incorporazione della logica dell applicazione all interno dei modelli di presentazione. Spesso, come sviluppatori, per ogni pezzo di codice Python aggiunto, è utile chiedersi se questo pezzo di codice non sia meglio estrarlo ed inserirlo in un oggetto Script (Python) separato. Questo non significa che ogni pezzo di Python debba essere rimosso, semplicemente è bene riflettere prima di aggiungerlo. Sito web del Manuale: Rispolveriamo le Azioni Nel Capitolo 4 abbiamo aggiunto una azione che punta alla sezione Software del sito in modo che essa appaia come una scheda del portale. Nelle action si è aggiunta questa string expression: string: ${portal_url}/software. Ora che abbiamo spiegato il significato della variabile portal_url questa espressione ha un po più di senso. Questo è l URL al portale, che può variare se stiamo usando un sistema di virtual hosting. L espressione utilizza l acquisizione per ottenere l oggetto portal_url ed inserire il valore risultante nella stringa. Il risultato è che si ottiene sempre un collegamento assoluto alla cartella Software. Errori da principianti: mescolare Python e stringhe I principianti tendono talvolta a mescolare Python e stringhe. Tutte le espressioni sono differenti. In altre parole non è possibile inserire costrutti simili alle path expression all interno di una Python expression. Per esempio l espressione python: here/members + /danae non ha significato. L intera espressione è interpretata come Python quindi Plone proverà a dividere here per Members e incapperà in errori. Questa è invece la circostanza ideale per usare un string expression, che permette di effettuare la sostituzione delle variabili che possono essere anche path expression. Quindi si può usare l espressione string: ${here/members}/danae. 5.2 Usare il sistema dei modelli di pagina Zope Page Templates Adesso che abbiamo capito la pubblicazione degli oggetti e le espressioni possiamo veramente addentrarci all interno del sistema dei modelli di pagina Zope Page Templates. Questo è il sistema che Plone utilizza per generare l HTML.

121 5.2. USARE IL SISTEMA DEI MODELLI DI PAGINA ZOPE PAGE TEMPLATES 121 Sono disponibili molti sistemi di generazione dell HTML, alcuni dei più conosciuti sono JavaServer Pages, Active Server Pages, e PHP. Se si utilizzano gli altri sistemi quello dei modelli di pagina di Zope sembra inizialmente bizzarro ma presto si scopre che è un sistema molto potente. Il modello più semplice è qualcosa che assomiglia al seguente: <p tal:content="here/messaggio">questo è il titolo</p> Se il valore della variabile messaggio si risolve in Buongiorno, mondo! quando il modello viene interpretato viene generato il seguente testo: <p>buongiorno, mondo!</p> Tralasciando per il momento alcuni dettagli analizziamo cosa è successo. È stato scritto un comune paragrafo in HTML ma il contenuto del paragrafo nel sorgente non è quello ottenuto come output. Al marcatore di apertura del paragrafo è stato aggiunto un attributo tal:content e l espressione here/messaggio è stata specificata come valore dell attributo. Nell output il contenuto del paragrafo è stato sostituito con il valore della variabile, in questo caso Buongiorno, mondo!. Al momento dell esecuzione il modello viene interpretato e l attributo tal:content eseguito. Il prefisso tal sta per Template Attribute Language e permette di utilizzare alcuni comandi, incluso il comando content. Con tutti questi comandi, che si descriveranno in seguito, è possibile fare praticamente ogni cosa si desideri ai marcatori HTML. È possibile creare iterazioni, modificare i marcatori, modificare gli attributi, rimuovere marcatori e altro ancora. Prima che il modello venga interpretato il modello stesso è un documento che rispetta lo standard Extensible HTML (XHTML) 7 quindi in un editor verrà visualizzato come un paragrafo con quel testo. Tutti i modelli di pagina sono XHTML validi. Questo è uno standard per l HTML che rispetta le specifiche Extensible Markup Language (XML) 8. Questo significa che esso deve sottostare a queste regole: Tutti i marcatori devono essere minuscoli. Gli attributi devono sempre essere tra apici. Per esempio <input type= checkbox checked= 1 />. Gli elementi vuoti devono essere terminati. Per esempio <br /> e non <br>. Per definire una pagina come XHTML è necessario fornire una dichiarazione del DOCTYPE e specificare lo spazio dei nomi XML con il marcatore html. Plone utilizza la seguente dichiarazione in cima ad ogni pagina: <!DOCTYPE html PUBLIC "-//W3C//DTD XHTML 1.0 Transitional//EN" " <html xmlns=" xml:lang="en" lang="en"> Per maggiori informazioni su XHTML consultare le specifiche Un altro sistema di generazione dell HTML? Nei primi anni del Web erano i programmatori i creatori dell HTML ed essi rapidamente misero assieme dei sistemi per generare automaticamente l HTML in modo da potersi concentrare sul loro vero lavoro. Con questi strumenti, come ad esempio i moduli CGI del Perl, i programmatori poterono scrivere complicati programmi lato server per la gestione dei contenuti. 7 letteralmente HTML estensibile 8 letteralmente linguaggio estensibile di demarcazione

122 122 INDICE Tuttavia, presto ognuno cominciò a scrivere contenuti e questi processi dovevano essere semplificati. Questo ha determinato la nascita di molti linguaggi dove il codice è mischiato all HTML, delimitato da speciali marcatori. I linguaggi interpretavano il codice contenuto tra i marcatori per produrre il risultato desiderato. Come menzionato, alcuni di questi sono Active Server Pages, JavaServer Pages, e persino interi linguaggi di programmazione basati su questo concetto, come PHP. Zope ha seguito questa tendenza creando il Document Template Markup Language o DTML. Questi sistemi prendevano l HTML e sparpagliavano in esso marcatori personalizzati come ad esempio <%... %> o <dtml-... />. Questo sistema divenne popolare perché è di facile comprensione e gli utenti che già conoscono le basi dell HTML possono ben padroneggiare l idea di qualche marcatore aggiuntivo. I grafici possono ignorare il contenuto di questi marcatori e lasciare i programmatori ad occuparsi di essi. I programmatori possono modificare le parti di codice senza modificare i contenuti. Tuttavia questi sistemi presentano i seguenti problemi: I modelli HTML possono diventare difficili da gestire man mano che maggiori contenuti sono aggiunti allo script. Le pagine diventano rapidamente enormi e difficili da gestire. La logica ed i contenuti non sono nettamente separati. Essi possono essere separati con alcuni di questi sistemi, tuttavia la possibiltà di sparpagliare pezzi di HTML in ogni pezzo di programma è troppo facile. Spesso contenuti, presentazione e logica diventano un grande ed intricato garbuglio. Le pagine non possono essere modificate facilmente. Spesso le pagine o i modelli sono forniti con l annotazione non toccare questi pezzi... perché le modifiche potrebbero compromettere il funzionamento del programma. Gli editor What You See Is What You Get 9 (WYSIWYG) possono essere impostati per non modificare alcuni marcatori ma altri possono essere compromessi. In grandi organizzazioni utenti con diversi ruoli devono modificare la medesima pagina. Può essere difficile ottenere un risultato predefinito. Prendiamo, ad esempio, una richiesta ad una base di dati che mostri i risultati in una tabella. Come può un grafico vedere come sarà questa tabella senza eseguire il codice? Per queste ragioni è stato creato il sistema di modelli di pagina Zope. I page template rappresentano un innovativo approccio; invece che fornire un nuovo sistema di escape coding, il codice viene aggiunto agli attributi dei marcatori esistenti. Non solo il sistema dei Zope Page Templates è libero ed open source, esso non richiede nemmeno Zope. Al momento esistono realizzazioni di questo sistema in Python, Perl e Java Introduzione a modelli di pagina e contenuto Abbiamo imparato che Plone è un sistema di gestione dei contenuti in cui gli utenti aggiungono contenuti al sito Plone attraverso il Web. Gli oggetti che rappresentano i contenuti sono conservati all interno di Plone e visualizzati al mondo attraverso i modelli di pagina. Ritornando al precedente esempio dell accesso a /Members/andrea/Fotografia.jpg discuteremo ora cosa effettivamente succede al contenuto di Plone. Per prima cosa Plone cerca ed esegue l oggetto Fotografia.jpg; l oggetto viene eseguito perché non è stato specificato nessun metodo specifico da richiamare. Quando un content type è eseguito un determinato modello viene localizzato ed interpretato. Il contesto per tale modello sarà l immagine a cui si vuole accedere ed il modello sarà quello associato all immagine. Se è stata richiamata sull immagine una differente azione, ad esempio Members/andrea/Fotografia.jpg/image_e l azione image_edit associata a questo oggetto verrà localizzata e il corrispondente modello verrà restituito. Il Capitolo 11 tratta di come questo avviene in maggiore dettaglio. 9 letteralmente quello che vedi è quello che ottieni

123 5.2. USARE IL SISTEMA DEI MODELLI DI PAGINA ZOPE PAGE TEMPLATES 123 In tutti i modelli di pagina, all interno di Plone, si troveranno riferimenti a here o context. Questo è il contesto del contenuto a cui si sta accedendo. In un modello è possibile quindi riferirsi a context/questo o quello e questo o quello verrà localizzato relativamente al pezzo di contenuto, non al modello. Andiamo quindi a creare il nostro primo modello in Plone Creazione del primo modello di pagina Il metodo standard per creare un modello di pagina è utilizzare la Zope Management Interface (ZMI) 10. Sfortunatamente la ZMI è scomoda da usare per uno sviluppatore, visto che questo implica modificare il modello tramite una area di testo nel proprio browser Web. L area di testo fornisce limitate funzionalità rispetto alla maggior parte degli editor; manca di funzionalità quali la numerazione delle righe, l evidenziazione delle sintassi, e così via. Nel Capitolo 9 _ si vedrà come utilizzare l External Editor per modificare i contenuti; questo permette di modificare i contenuti del sito Web in un editor locale come Macromedia Dreamweaver o Emacs. Nel Capitolo 6 si vedrà come far leggere a Plone i modelli di pagina dal disco fisso come file, si potrà quindi utilizzare qualsivoglia strumento per modificarle. Per creare un modello di pagina, si acceda alla ZMI, si selezioni portal_skins, successivamente si selezioni custom e quindi di si scelga l opzione Page Template dal menù a tendina come in figura 5-1. Si prema quindi Add e si vedrà la pagina mostrata in figura 5-2. Figura 5.1: Figura 5-1. Scelta dell opzione Page Template Si immetta test come ID per il modello di pagina. Si prema dunque il pulsante Add and Edit che porterà alla pagina di amministrazione mostrata in figura 5-3. Si può quindi modificare il modello tramite il Web utilizzando l area di testo e premere il pulsante Save Changes per memorizzare le modifiche. Nota Nelle versioni di Plone precedenti Plone 2 in tutte i modelli di pagina era definita la variabile here, equivalente alla variabile context. Se si trova here in qualsiasi parte di un modello di pagina il suo significato è lo stesso di context. La nuova variabile context è stata aggiunta per maggior chiarezza e per allineare i modellidi pagina agli oggetti Script (Python).

124 124 INDICE Figura 5.2: Figura 5-2. Aggiunta un modello di pagina Figura 5.3: Figura 5-3. Modifica del modello di pagina

125 5.2. USARE IL SISTEMA DEI MODELLI DI PAGINA ZOPE PAGE TEMPLATES 125 Alla pressione del pulsante Save Changes il modello di pagina viene interpretato. Se è stato commesso qualche errore nel modello lo si vedrà evidenziato in cima alla pagina. La Figura 5-4 mostra un errore: un marcatore h1 non è stato chiuso. (Come precedentemente menzionato i modelii di pagina devono contenere codice XHTML corretto). Figura 5.4: Figura 5-4. Errore nel modello di pagina Una volta che si è correttamente salvato il modello di pagina, è possibile accedere alla scheda Test per vederlo interpretato. Nella Figura 5-5 si vede come l intestazione sia stata sostituita dall ID del modello e come il paragrafo principale adesso includa l ID del modello di pagina. La finestra di amministrazione di un modello di pagina ha anche le seguenti importanti funzionalità: Title: il titolo per il modello, è opzionale. Se si modifica, nel precedente esempio, si nota come nella scheda Test l HTML risultante sia diverso. Content-Type: il tipo di contenuto del modello, solitamente text/html. Browse HTML source: restituisce il modello di pagina non interpretato come testo HTML, così come apparirebbe se il modello venisse aperto in un editor HTML. Test: mostra il modello di pagina interpretato. Expand macros when editing: opzione che fa si che il sistema provi ad espandere le macro. Si raccomanda di mantenere questa opzione non selezionata nella maggior parte dei casi. Le macro sono una funzionalità avanzata e verranno discusse nel Capitolo 6. Adesso che si è creato un modello di pagina, lo modificheremo un po. Questo dimostrerà gli argomenti esposti sin qui in questo capitolo. Per esempio se si vuole provare a far eseguire al modello di pagina l operazione 1+2 aggiungeremo al modello la seguente riga: <p>1+2 = <em tal:content="python: 1+2" /></p> Quindi accediamo alla scheda Test per verificare se funziona. Si dovrebbe ottenere quanto segue:

126 126 INDICE Figura 5.5: Figure 5-5. Generazione della pagina 1+2 = 3 Per vedere un esempio di attraversamento del percorso (path traversal), mostriamo il logo del sito Plone. È possibile includere il logo del sito Plone aggiungendo un espressione di questo tipo al modello di pagina: <p tal:replace="structure context/logo.jpg" /> Questo crea l HTML appropriato per includere l immagine e la mostrerà nella pagina. 5.3 Capire la sintassi di base dei modelli di pagina Adesso che abbiamo visto come creare un modello di pagina spieghiamo la sua sintassi di base. È possibile dividere la sintassi dei modelli di pagina in poche differenti componenti, che descriveremo nei paragrafi seguenti Introduzione alle variabili Built-in Abbiamo visto la sintassi delle espressioni, ora studiamo le variabili che sono passate ad esse quando il modello di pagina viene interpretato. Quanto segue avviene accedendo all immagine Fotografia.jpg nella cartella Members/andrea, attraverso l URL /Members/andrea/Fotografia.jpg/. container questo è il contenitore in cui il modello di pagina è stato localizzato. Solitamente in Plone si tratta della cartella portal_skins. Si dovrebbe evitare di utilizzare questa variabile perché l oggetto portal_skins può fare cose inaspettate al significato del contenitore (per esempio potrebbe riferirlo alla cartella andrea). context questo è il contesto nel quale il modello viene interpretato. In Plone questo è l oggetto che è correntemente visualizzato, se si sta visualizzando un oggetto del portale (per esempio un riferimento all oggetto Fotografia.jpg). 10 letteralmente interfaccia di amministrazione di Zope

127 5.3. CAPIRE LA SINTASSI DI BASE DEI MODELLI DI PAGINA 127 default qualche espressione ha dei particolari valori predefiniti, documentati separatamente per ogni espressione. Questa variabile è un puntatore a quel particolare valore. here equivalente a context. loop equivalente a repeat. modules questo è il contenitore per i moduli importati. Per esempio modules/strings/atoi è la funzione atoi del modulo Python strings. Include tutti i moduli che è sicuro importare all interno del sistema dei modelli di pagina di Zope. Per maggiori informazioni vedere il paragrafo Scripting Plone con Python nel Capitolo 6. nothing equivalente di None in Python. options opzioni passate al modello di pagina, definite solo quando il modello è richiamato da uno script o attraverso un altro metodo, non attraverso il Web. repeat l elemento ripetuto; si veda l elemento tal:repeat nel paragrafo Introduzione alla sintassi delle espressioni TAL di questo capitolo. request richiesta inviata dal client (tutti i valori della richiesta sono visionabili utilizzando lo script test_context sotto riportato). Tutti i parametri passati attraverso i metodi GET o come POST sono ordinati in un dizionario per un facile accesso. Qualche esempio: request/http_user_agent # il browser usato dall utente request/remote_addr # l indirizzo del computer dell utente request/somemessage # il valore di qualche messaggio, nella # stringa di interrogazione root: l oggetto principale Zope. Per esempio root/control_panel restituisce il pannello di controllo di Zope. template: il modello correntemente interpretato. Per esempio template/id da l ID del modello attualmente visualizzato. traverse_subpath: contiene una lista degli elementi che devono ancora essere attraversati. Questa è una variabile avanzata e si raccomanda di utilizzarla solo una volta compreso il meccanismo di attraversamento ed acquisizione. user: l oggetto utente corrente. Per esempio user/getusername da il nome utente dell utente corrente. CONTEXTS: l elenco di molte di queste variabili. Nota Con l eccezione di CONTEXTS tutte queste variabili possono essere ridefinite a piacimento in un espressione tal:define. Tuttavia questo può portare confusione in tutti quelli che utilizzeranno il codice e non è quindi raccomandato. Il modello di pagina test_context mostra tutti valori di queste variabili oltre che alla posizione di alcuni oggetti (vedere il Listato 5-1). Può essere utile per scovare eventuali errori o comprendere meglio il significato delle variabili. Aggiungiamolo come modello di pagina chiamata test_context quindi accediamo alla scheda Test per vedere il risultato. Listato 5-1. test_context

128 128 INDICE <html> <head /> <body> <h1>debug information</h1> <h2>contexts</h2> <ul> <tal:block tal:repeat="item CONTEXTS"> <li tal:condition="python: item!= request " tal:define="context CONTEXTS;"> <b tal:content="item" /> <span tal:replace="python: context[item]" /> </li> </tal:block> </ul> <h2>request</h2> <p tal:replace="structure request" /> </body> </html> Il modello di pagina test_context produce il risultato mostrato in Figura Introduzione alla sintassi delle espressioni TAL Il Template Attribute Language (TAL) fornisce tutti i pezzi necessari alla creazione di una rappresentazione dinamica. TAL definisce otto istruzioni: attributes, condition, content, define, omit-tag, on-error, repeat and replace. Siccome i modelli di pagina sono documenti XML validi tutti gli attributi TAL devono essere in lettere minuscole e ogni elemento può aver associato ogni istruzione una solo volta. Negli esempi che seguono si sono inseriti dei ritorni a capo all interno delle definizioni degli elementi per migliorare la leggibilità del codice; questo non compromette la validità del codice ed è abbastanza comune nei sorgenti di Plone. Tuttavia è opzionale e non è richiesto. tal:attributes: modificare gli attributi di un elemento L istruzione tal:attributes permette di rimpiazzare uno o più attributi di un elemento. Un istruzione contiene il nome dell attributo da modificare e, separata da uno spazio, l espressione che specifica il suo valore. Per esempio: <a href="#" tal:attributes="href context/absolute_url"> Qui c è il Link </a> Questo assegna all attributo href del collegamento il valore del risultato dell interpretazione di here/absolute_url. L attributo href è stato già definito su questo elemento in modo che un grafico, aprendo questa pagina, veda un elemento corretto (anche se il collegamento potrebbe non avere senso fintanto che il modello non viene interpretato). Un esempio di risultato dato della valutazione del modello è il seguente: <a href=" c è il Link</a>

129 5.3. CAPIRE LA SINTASSI DI BASE DEI MODELLI DI PAGINA 129 Figura 5.6: Figura 5-6. Un esempio di tutte le varibili definite in uno script

130 130 INDICE Dato che ogni elemento può avere più attributi, tal:attributes permette di modificarne uno o più simultaneamente specificando più espressioni. Per modificare più attributi in un sol colpo le espressioni vanno separate con un punto e virgola (;). Se gli attributi o i valori da inserire contengono un punto e virgola esso va quotato inserendone un altro immediatamente dopo (;;). Per esempio, per modificare entrambi gli attributi href e title dell elemento procediamo come segue: <a href="#" tal:attributes="href context/absolute_url; title context/title_or_id">link</a> Un esempio di risultato ottenuto è il seguente: <a href=" title="plone Book">Link</a> Le istruzioni tal:attributes e tal:replace sono mutuamente esclusive in quanto replace elimina l elemento su cui agisce. Se il sistema dei modelli di pagina di Zope si accorge che su un elemento sono state utilizzate le due istruzioni mostra un messaggio di avvertimento e ignora l attributo tal:attributes. Se l espressione indicata per il valore di un attributo restituisce il valore default allora nessuna modifica è apportata. Per esempio: <a href="#" tal:attributes="href python:request.get( message, default)"> Link </a> In questo esempio si utilizza la funzione get dell oggetto request. Se la richiesta avanzata alla pagina contiene la variabile message allora il primo valore viene utilizzato, se la variabile message non è presente viene utilizzato il secondo valore, default. Quindi solo specificando il parametro message la modifica ha luogo. tal:condition: valutare condizioni L istruzione tal:condition permette di verificare una condizione prima di intepretarne un elemento. Per esempio: <p tal:condition="request/message"> C è un messaggio </p> <p tal:condition="not: request/message"> Nessun messaggio </p> Il paragrafo con il testo per un messaggio viene visualizzato solo se la variabile request ha un un attributo message ed il suo valore è vero (per esempio: la lunghezza della stringa è maggiore di zero). Avere la possibilità di verificare una condizione è inutile se non può essere verificata la condizione opposta; questo è possibile grazie all espressione not:. Il prefisso not: inverte l espressione, così not: request/message è interpretato come vero solo se l attributo message della variabile request è falso (per esempio: la lunghezza della stringa è zero). In questo caso l attributo message dell oggetto request deve comunque esistere. In TAL sono interpretati come falsi: il numero zero qualsiasi numero complesso o float che indica zero (per esempio 0.0) stringhe di lunghezza nulla (per esempio )

131 5.3. CAPIRE LA SINTASSI DI BASE DEI MODELLI DI PAGINA 131 una lista o una tupla vuote un dizionario vuoto il valore None di python il valore nothing di TALES mentre sono interpretati come veri: il valore default qualsiasi numero diverso da zero stringhe di lunghezza non nulla stringhe composte di soli spazi (per esempio ) qualsiasi altra cosa tal:content: aggiungere del testo L istruzione tal:content è probabilmente la più usata in un modello di pagina. Questa istruzione è anche una delle più semplici, rimpiazza il contenuto di un elemento con il valore specificato. Per esempio: <i tal:content="context/title_or_id">qualche titolo</i> Il risultato di esempio è il seguente: <i>un determinato titolo</i> Il testo Qualche titolo è rimpiazzato con il valore dell espressione context/title_or_id. Se il testo da inserire contiene elementi HTML essi verranno quotati; il prefisso structure permette di inserire elementi HTML senza che essi siano quotati. Per esempio: <i tal:content="structure here/title_or_id">do not escape HTML</i> Se l elemento a cui è applicato l attributo tal:content contiene altri elementi, tutti essi verranno rimpiazzati. Gli attributi tal:content e tal:replace sono mutuamente esclusivi; non possono essere assegnati entrambi allo stesso elemento, verrà segnalato un errore se si prova a farlo. Se il valore dell attributo tal:content è default il contenuto dell elemento non viene modificato. tal:define: definire variabili L istruzione tal:define permette di creare variabili che potranno essere utilizzate all interno del modello. Per esempio: <p tal:define="title here/title_or_id">... <i tal:content="title">titolo</i>... </p>

132 132 INDICE In questo esempio la variabile title è creata assegnandovi il risultato dell espressione here/title_or_id; successivamente la variabile title è utilizzata in un istruzione tal:content. Se non diversamente specificato la variabile è creata solo localmente con visibilità limitata all elemento corrente. Nel precedente esempio, quindi, solo gli elementi interni al marcatore p possono utilizzare la variabile title. È possibile ridefinire la variabile dovunque all interno dell istruzione o utilizzarla in altri elementi quante volte si necessita. Per creare una variabile utilizzata globalmente è possibile utilizzare il prefisso global. Questo permette di accedere alla variabile da qualsiasi parte del modello, non solamente all interno dell elemento che la definisce. Per esempio: <p tal:define="global title string:foo bar">... <i tal:content="title">titolo</i>... </p> <i tal:content="title">anche qui abbiamo un titolo</i> Inoltre Plone incorpora un gran numero di definizioni globali in modo che gli utenti possano usarle semplicemente nei loro script. Siccome ognuna di queste definizioni può essere soggetta a modifiche si raccomanda di utilizzare tali variabili con occulatezza. Queste definizioni mettono a disposizione un gran numero di variabili globali. Per esempio, per ottenere il titolo del sito Plone, è possibile semplicemente usare quanto segue: <p tal:content="portal_title" /> È possibile trovare queste definizioni nella ZMI selezionando portal_skins, quindi plone_templates ed infine global_defines. Si trova un elenco completo di tutte le definizioni e una spiegazione del loro significato nell Appendice A _. tal:omit-tag: rimuovere elementi L istruzione tal:omit-tag è poco comune. Essa permette di rimuovere un marcatore. Dato che il sistema di modelli di pagina di Zope richiede l uso di marcatori HTML, pagine complicate possono richiedere spesso l uso di molti elementi che possono portare all aggiunta di marcatori non necessari. Utilizzando questa istruzione il marcatore a cui è applicata è rimosso lasciandone solo il contenuto. Per esempio: <p tal:omit-tag="">questo è un testo</p> Il risultato è il seguente: Questo è un testo In questo esempio viene visualizzato Questo è un testo mentre il marcatore è stato omesso. Opzionalmente come argomento può essere specificata un espressione. Se l espressione viene interpretata come falsa allora l istruzione tal:omit-tag non ha effetto. Per esempio, questo non fa nulla: <p tal:omit-tag="nothing">questo è un testo</p> Un alternativa all istruzione tal:omit-tag è l uso dello spazio dei nomi tal come illustrato nel paragrafo Consigli utili del Capitolo 6.

133 5.3. CAPIRE LA SINTASSI DI BASE DEI MODELLI DI PAGINA 133 tal:on-error: effettuare la gestione degli errori L istruzione tal:on-error fornisce un metodo per gestire gli errori. Essa agisce in modo simile all istruzione tal:content, anch essa produce la sostituzione del contenuto dell elemento a cui è applicata, ma è attivata solo quando accade un errore. Il seguente è un esempio: <p tal:content="request/message" tal:on-error="string: Nessun messaggio">testo messaggio</p> Se c è un errore interpretando l espressione request/message allora l attributo tal:on-error è attivato. Questo causa il rimpiazzo del contenuto dell elemento con il testo Nessun messaggio. Sfortunatamente l istruzione on-error è piuttosto limitata. Non può distinguere tra differenti errori e permette di specificare una sola istruzione da interpretare. Questa limitazione è voluta per evitare un abuso di questa istruzione. La gestione degli errori deve essere effettuata nella logica dell applicazione. Fortunatamente, per tutti gli argomenti delle istruzioni, è possibile fornire un alternativa alla prima espressione, se essa viene interpretata con qualcosa diverso da vero o falso (in altre parole, se si incorre in un errore). Ogni alternativa è separata da una barra verticale ( ), più alternative possono essere fornite per un istruzione. Se si fa affidamento su variabili definite nella richiesta inoltrata si aggiunga sempre un alternativa nothing alla fine per assicurarsi che non venga segnalato un errore di tipo AttributeError. Per esempio: <p tal:content="request/message" tal:condition="request/message nothing"> C è un messaggio </p> <p tal:condition="not: request/message nothing"> Nessun messaggio </p> Questo secondo esempio è più prolisso ma preferibile per un paio di ragioni: il grafico può vedere sia l alternativa per la condizione positiva, sia quella per la condizione negativa è possibile gestire gli errori in maniera più complessa che semplicemente visualizzando una stringa tal:repeat: realizzare iterazioni L istruzione tal:repeat permette di iterare su oggetti ed è una delle istruzioni più complicate. Un istruzione contiene il nome della variabile alla quale assegnare l elemento corrente per ogni iterazione, separata da uno spazio dall espressione che restituisce i valori su cui iterare. Un esempio di iterazione: <table> <tr tal:repeat="row context/portal_catalog"> <td tal:content="row/title">titolo</td> </tr> </table>

134 134 INDICE In questo esempio l espressione here/portal_catalog restituisce un elenco di risultati. Siccome l iterazione comincia sull elemento che specifica la riga della tabella, per ogni elemento nell elenco dei risultati viene creata una nuova riga nella tabella. Similmente a tal:define ad ogni iterazione un nuovo elemento dell elenco viene assegnato ad una variabile locale (in questo caso la variabile row). Questo esempio mostra una riga per ogni elemento dell elenco dei risultati. È possibile accedere ad alcune utili variabili all interno dell istruzione tal:repeat. Queste varibili sono accessibili attraverso l oggetto repeat, che viene aggiunto al namespace. Per esempio, per accedere all indice corrente, si utilizza il seguente codice: <table> <tr tal:repeat="row context/portal_catalog"> <td tal:content="repeat/row/number">1</td> <td tal:content="row/title">titolo</td> </tr> </table> La lista completa delle variabili accessibili tramite l oggetto repeat è la seguente: index l indice di iterazione, a partire da zero. number l indice di iterazione, a partire da uno. even questa variabile è vera se l indice di iterazione è pari (ad esempio 0, 2, 4,...). odd questa variabile è vera se l indice di iterazione è dispari (ad esempio 1, 3, 5,...). start questa variabile è vera per la prima iterazione. end questa variabile è vera per l ultima iterazione. lenght il numero totale di iterazioni. letter l indice di iterazione espresso con una lettera minuscola (ad esempio a-a, aa-az, ba-bz,... za-zz, aaaaaz, e così via), a partire da uno. Letter versione maiuscola della variabile letter roman l indice di iterazione espresso in numeri romani (ad esempio i, ii, iii, iv, v, e così via), a partire da uno. Attraverso l oggetto repeat sono accessibili anche le variabili first e last, piuttosto insolite e raramente utilizzate. Queste due variabili permettono di memorizzare informazioni sui dati nell iterazione. Utilizzando i valori che si vogliono memorizzare in un espressione un valore booleano è restituito. Questo ne è un esempio: <ul> <li tal:repeat="val context/objectvalues"> First: <i tal:content="repeat/val/first/meta_type" />, Last: <i tal:content="repeat/val/last/meta_type" />: <b tal:content="val/meta_type" />, <b tal:content="val/title_or_id" /> </li> </ul>

135 5.3. CAPIRE LA SINTASSI DI BASE DEI MODELLI DI PAGINA 135 tal:replace: aggiungere del testo L istruzione tag:replace è simile all istruzione tal:content, con una differenza: rimuove il tag. Per esempio: <p tal:replace="context/title_or_id">some title</p> Questo visualizza il risultato dell espressione context/title_or_id ma rimuove il tag p dal risultato. È equivalente al codice che segue: <p tal:content="here/title_or_id" tal:omit-tag="">some title</p> Se l elemento a cui è applicato l attributo tal:replace contiene altri elementi allora tutti gli elementi contenuti verrano rimpiazzati. Non è possibile utilizzare l istruzione tal:replace assieme all istruzione tal:attributes o all istruzione tal:content; sono mutuamente esclusive e viene segnalato un errore se si provano ad assegnare allo stesso elemento Introduzione all ordine di esecuzione L ordine con cui le istruzioni TAL sono scritte non è l ordine in cui esse sono interpretate perché esse sono realmente elementi XML (e l XML non rispetta l ordine degli attributi). L ordine in cui le istruzioni sono interpretate è il seguente: 1. define 2. condition 3. repeat 4. content 5. replace 6. attributes 7. omit-tag Non è possibile utilizzare le istruzioni content e replace sullo stesso elemento perché esse sono mutuamente esclusive. Utilizzando l istruzione attributes sullo stesso elemento insieme replace o omit-tag non ha significato in quanto gli attributi vengono rimossi. L attributo on-error non è menzionato nell elenco perché esso è interpretato non appena si incappa nel primo errore in qualsiasi degli elementi elencati Esempio: visualizzare informazioni sull utente Per illustrare gli argomenti sin qui trattati procediamo adesso con la creazione di un modello di pagina che esegue un semplice compito: mostrare le informazioni che riguardano un utente del sistema. In questo esempio un azienda utilizza internamente Plone come intranet. Ogni dipendente è registrato all interno di Plone e possiede una login; tuttavia non c è una semplice pagina che mostri i dipendenti o come contattarli. Creeremo una semplice pagina di informazioni sull utente che mostri l indirizzo , l home page, una foto, e l ora dell ultimo login.

136 136 INDICE Il primo prototipo di questa pagina è facilmente realizzato con TAL, TALES e un po di conoscenza delle funzionalità di base degli strumenti Content Management Framework (CMF). Sfortunatamente, visto che le Application Management Interfaces (API) per questi strumenti sono abbastanza complesse, parte del codice risulterà più lungo di quanto non dovrebbe essere. A questo livello non ci si preoccupi troppo dell API; verrano descritte più approfonditamente nel Capitolo 9 _. Si dia per il momento l API per scontata e ci si concentri sul TAL. Per prima cosa creiamo un modello di pagina; selezioniamo portal_skin, quindi custom*, aggiungiamo un modello di pagina dandogli ID **user_info modificandolo infine come indicato di seguito. Per il listato completo del modello di pagina consultare l Appendice A _. Esaminando il listato completo si vede che esso comincia con i marcatori html e body. Per comodità si raggruppano le principali definizioni in un marcatore div: <div tal:omit-tag="" tal:define=" username request/username nothing; userobj python: here.portal_membership.getmemberbyid(username); getportrait nocall: here/portal_membership/getpersonalportrait; getfolder nocall: here/portal_membership/gethomefolder "> In questo marcatore div ci sono quattro definizioni: una per ottenere il nome utente ricevuto attraverso la richiesta del client e una per convertire il nome utente in un oggetto di tipo utente. Le ultime due definizioni assicurano di avere dei riferimenti validi ai metodi che restituiscono la foto dell utente e la sua cartella personale; queste sono nuovamente delle definizioni di convenienza che servono per rendere il codice che segue più semplice. Utilizzare un marcatore div, o qualche altro marcatore simile a questo, che raccolga una serie di definizioni, è una procedura comune all interno del sistema dei modelli di pagina di Zope. Esso semplicemente mantiene ordine all interno del codice. Successivamente inseriamo due semplici condizioni per assicurarci che un utente sia definito: <p tal:condition="not: username"> Non è stato selezionato alcun nominativo. </p> <p tal:condition="not: userobj"> Il nominativo selezionato non esiste. </p> Se nessun nome utente è stato specificato nella richiesta, allora l espressione request/username nothing assegna alla variabile username il valore nothing e quindi il test fallisce. In più se il nome utente non è valido la variabile userobj risulterà None e un messaggio di errore verrà visualizzato per entrambe queste condizioni. Adesso siamo pronti per visualizzare le informazioni sull utente: <table tal:condition="userobj"> <tr> <td> <img src="" tal:replace="structure python: getportrait(username)" /> </td> Siccome è possibile visualizzare le informazioni relative all utente solo se un utente è stato trovato, ce ne assicuriamo con una semplice condizione applicata alla tabella: tal:condition= userobj. Per visualizzare una foto dell utente, utilizziamo il metodo getportrait precedentemente definito. Questa funzione restituisce l HTML

137 5.3. CAPIRE LA SINTASSI DI BASE DEI MODELLI DI PAGINA 137 completo necessario a visualizzare l immagine: per questo il marcatore structure assicura che esso sia correttamente visualizzato. In aggiunta vogliamo visualizzare alcune proprietà come name ed . Il codice seguente visualizza una di queste, restituendo la cartella home: <li tal:define="home python: getfolder(username)" tal:condition="home"> <a href="" tal:attributes="href home/absolute_url" >Cartella personale</a> </li> Per prima cosa si utilizza un define per assegnare l oggetto che rappresenta la cartella personale dell utente alla variabile home. In un sito Plone creare una cartella personale per gli utenti è opzionale, quindi è necessario controllare che la cartella esista prima di visualizzare un collegamento ad essa. Fortunatamente, a causa dell ordine di esecuzione delle istruzioni TAL, la definizione viene interpretata prima della condizione. Con questo si visualizza un collegamento alla cartella utilizzando l attributo absolute_url dell oggetto. Il modello di pagina prosegue con altre righe relative alla visualizzazione di altre utili ed eccitanti proprietà dell utente. Come la maggior parte delle cose in Plone la chiave risolutiva è trovare le giuste chiamate alle API per poi elaborarne i risultati in base alle necessità. Infine la pagina termina chiudendo tutti i marcatori che vanno chiusi. Se tutto va bene è possibile consultare la pagina accedendo all URL dove [nomeutente] va sostituito con un nome utente che esiste nel sito Plone. Al momento questo modello di pagina abbastanza limitato. Solo un utente con il ruolo di manager può vedere questa pagina, può visualizzare solo i dati relativi ad un solo utente per volta e le informazioni per l utente sono piuttosto poche. Nel Capitolo 6 vedremo come espandere questo esempio e come aggiungere la possibilità di riutilizzare qualche componente e la possibilità di tradurre il testo in altre lingue. Duplicate explicit target name: appendice a.

138 138 INDICE

139 Capitolo 6 Capitolo 6: Introduzione a modellazione e scripting avanzato in Plone 139

140 140CAPITOLO 6. CAPITOLO 6: INTRODUZIONE A MODELLAZIONE E SCRIPTING AVANZATO IN PLONE

141 Indice Nel capitolo precedente abbiamo trattato come funziona il sistema dei modelli di pagina Zope Page Template. Per comprendere i modelli di pagina, nel Capitolo 5 abbiamo trattato anche la gerarchia degli oggetti, l acquisizione, e il Template Attribute Language Espression Syntax (TALES). Usando il codice del capitolo precedente, siamo ora in grado di generare pagine web dinamiche. In quel capitolo abbiamo mostrato anche un modello di pagina di esempio che mette insieme il codice, trattato la costruzione dei fondamenti del sistema di modellazione di Plone e fornite le informazioni chiave necessarie per usarlo. Ora è tempo di muoversi all interno delle caratteristiche più avanzate dei modelli di pagina e più genericamente della modellazione in Plone. Presentiamo, prima, il Macro Expansion Template Attribute Language (METAL) ed lo spazio dei nomi I18N per l internazionalizzazione. Come lo spazio dei nomi TAL, anche questi offrono funzionalità allo sviluppatore del sito. Per coloro che muoiono dalla voglia di sapere precisamente come sia assemblata una pagina Plone, la sezione Guardare dentro Plone usando METAL offre molte risposte. Fino ad ora abbiamo mostrato come sia possibile usare semplici espressioni Python nei modelli di pagina. Ovviamente, talvolta un espressione Python di una-riga non è sufficiente. Così nella sezione Scrivere codice Python per Plone, mostreremo come portare Python al successivo livello e come aumentare la potenza del nostro codice Python. Infine, tratteremo un esempio comune, mostrando come mettere insieme un modulo in Plone. Questo esempio utilizza i concetti imparati nei capitoli precedenti, integrandoli tutti assieme mostrando precisamente come Plone si occupa dei moduli. 6.1 Capire la modellazione avanzata in Plone Uno degli aspetti belli dei modelli di pagina è che funzioni diverse sono chiaramente separate in spazi di nomi diversi. Nel capitolo precedente, abbiamo visto lo spazio dei nomi TAL. Quello non è l unico spazio dei nomi disponibili nei modelli di pagina ; altri due spazi dei nomi sono fondamentali in Plone. Il primo è METAL. Come il nome, abbastanza lungo, suggerisce, è simile a TAL in quanto è un linguaggio di attributi e lo si inserisce negli attributi degli elementi. Comunque, il suo scopo primario è far si che sia possibile riusare pezzi di codice provenienti da altri modelli di pagina, reso possibile con l utilizzo degli slot e delle macro. Il secondo è I18N, che permette di tradurre il contenuto dei modelli di pagina. Questo è usato in Plone per localizzare l interfaccia in più di 30 lingue e per molti utenti è una delle caratteristiche fondamentali di Plone. Come vedremo, la possibilità di localizzare testo interessa tutti gli utenti, anche quelli che costruiscono un sito monolingua. Inizieremo con METAL Guardare dentro Plone usando METAL Finora abbiamo visto come usare TAL per creare dinamicamente parti di pagine. Questo in realtà non permette di fare modellazione molto complessa. Non c è un vero meccanismo per posizionare un intestazione standard in 141

142 142 INDICE alto a ciascuna pagina, se non usando un etichetta TAL. METAL è un metodo per consentire un preprocessing dei modelli e di offrire alcune funzioni più potenti di TAL. Ogni funzione METAL inizia con il prefisso metal:. metal:define-macro Il comando metal:define-macro permette di definire un elemento da citare in un altro modello. Il nome della parte referenziata è il nome della macro. Ciò che segue è un esempio che definisce boxa come una parte che si desidera usare altrove: <div metal:define-macro="boxa">... </div> Quell elemento div è ora una macro che può essere citata in altri modelli. La macro si riferisce solamente alla parte della pagina citata dall elemento che, in questo caso, è il marcatore div. È quindi piuttosto comune inserire svariate di queste definizioni di macro in una singola pagina, rispettando il formato Hypertext Markup Language (HTML), come nel seguente esempio: <html xmlns:tal=" xmlns:metal=" i18n:domain="plone"> <body> <div metal:define-macro="boxa">... </div> <div metal:define-macro="boxb">... </div> </body> </html> Essendo uno dei obiettivi primari dei modelli di pagine, questa pagina contiene codice HTML valido che può essere modificato da un designer. Quando la macro è chiamata, il codice HTML esterno al marcatore div verrà scartato. metal:use-macro Il comando metal:use-macro usa una macro che è stata definita con define-macro. Quando un modello definisce una macro usando il comando define-macro, essa è accessibile agli altri modelli attraverso una proprietà macros. Per esempio, se si vuole estrarre la macro portlet del modello portlet_login, si può fare come segue: <div metal:use-macro="context/portlet_login/macros/portlet"> Qui verrà inserito lo slot informativo </div> Questo recupererà la macro e ne inserirà il risultato al proprio posto. Come mostrato, il comando use-macro prende un espressione path che punta al modello e poi alla macro specificata nel modello stesso.

143 6.1. CAPIRE LA MODELLAZIONE AVANZATA IN PLONE 143 Esempio: Usare le macro use-macro e define-macro Come esempio, quello che segue è un modello chiamato time_template. Questo modello mostra la data e l ora corrente sul server Plone. Questa è una funzione veramente utile e che per comodità di riutilizzo può essere inserita in una macro. Questo è il modello di pagina dell esempio che contiene la define-macro: <html> <body> <div metal:define-macro="time"> <div tal:content="context/zopetime"> Data e ora </div> </div> </body> </html> Se il nostro modello è stato chiamato time_template, allora possiamo citare questa macro in un altro modello. Possiamo ora referenziare questa macro in diversi modelli. Questa è un modello di esempio: <html> <body> <div metal:use-macro="context/time_template/macros/time"> Se c è un messaggio qui viene inserita la macro. </div> </body> </html> Quando questo modello è restituito, l HTML prodotto da Plone avrà un come questo: <html> <body> <div> <div>2004/04/15 17:18: GMT-7</div> </div> </body> </html> metal:define-slot Uno slot è una sezione di una macro che l autore di un modello si aspetta venga sostituita da un altro modello. Si può pensare come ad un buco nel nostro modello di pagina dove, ci aspettiamo, qualche altra cosa lo riempia. Tutti i comandi define-slot devono essere contenuti all interno di una define-macro. Per esempio: <div metal:define-macro="master"> <div metal:define-slot="main">... </div> </div>

144 144 INDICE metal:fill-slot Questo riempie uno slot che è stato definito con il comando define-slot. Una macro fill-slot deve essere definita con il comando use-macro. Quando la parte define-macro è chiamata, la macro cercherà di riempire tutti gli slot definiti con gli appropriati fill-slot. Ecco un esempio di fill-slot: <div metal:use-macro="master"> <div metal:fill-slot="main"> Qui verrà inserito lo slot main </div> </div> Esempio: usare macro e slot Ritornando all esempio precedente, ora lo miglioreremo un pochino. Se vogliamo mettere un messaggio personalizzato che preceda l ora, allora aggiungeremo uno slot all inizio del time_template, dentro la define-macro. Lo slot è chiamato time ed è il seguente: <html> <body> <div metal:define-macro="time"> <div metal:define-slot="msg">time slot</div> <div tal:content="context/zopetime"> Data e ora </div> </div> </body> </html> Ora, nel modello di pagina chiamante, possiamo richiamare la fill-slot: <html> <body> <div metal:use-macro="context/time_template/macros/time"> <div metal:fill-slot="msg">l istante è:</div> Se c è un messaggio qui viene inserita la macro. </div> </body> </html> Il risultato finale è vedere la time-slot rimpiazzata come segue: <html> <body> <div> <div>l istante è:</div> <div>2004/04/15 17:18: GMT-7</div> </div> </body> </html>

145 6.1. CAPIRE LA MODELLAZIONE AVANZATA IN PLONE 145 Come Plone usa macro e slot Le macro e gli slot sono simili dal momento che entrambi estraggono contenuti da altri modelli ed inseriscono contenuti, ma lo fanno in maniera differente. La differenza è evidente nel modo in cui vengono usati. Le macro sono elementi di un modello che vengono chiamate esplicitamente, invece gli slot sono buchi in un modello che aspettano che di essere riempiti da altri modelli. Per esempio, nel caso dei portlet Plone come il calendario, la navigazione e così via sono macro che vengono esplicitamente chiamate. Infatti, se nella Zope Management Interface (ZMI) guardiamo il file cliccando su portal_skin, poi su plone_template ed infine cliccando main_template, vedremo che l intera pagina consiste di macro e di slot. A questo punto, probabilmente c è un po di confusione, ma quando questo viene chiamato, esegue una serie di macro e mette insieme tutto. Ciò permette all utente di modificare facilmente qualsiasi parte di un sito Plone sovrascrivendo tale macro, come vedremo nel prossimo capitolo. Per esempio:... <div metal:use-macro="here/global_siteactions/macros/site_actions"> Site-wide actions (Contact, Sitemap, Help, Style Switcher etc) </div> <div metal:use-macro="here/global_searchbox/macros/quick_search"> The quicksearch box, normally placed at the top right </div>... Continuando la lettura di main_template, si incontrano alcune definizioni di slot. Brevemente ricorderemo come viene realizzata una pagina di Plone. Quando un oggetto è mostrato, viene visualizzato un modello di quella vista per quel contenuto. Quando si vede un immagine, è mostrato il modello image_view, e quel modello controlla come l immagine viene mostrata. Per far questo, il modello riempe lo slot main. Se guardiamo nel modello image_view, vedremo che contiene il seguente codice: <div metal:fill-slot="main">... </div> Se ritorniamo di nuovo al main_template, vedremo che contiene una definizione define-slot per lo slot main: <metal:bodytext metal:define-slot="main" tal:content="nothing"> Page body text </metal:bodytext> Ciascun tipo di contenuto possiede un diverso modello, e ciascun modello definisce come usare differentemente lo slot main. Cosicchè, ciascun tipo di contenuto assume un aspetto personale e particolare definito da un modello. Solo un elemento è scomparso dall equazione. In qualche modo quando viene chiamato image_view, il modello sa di dover usare main_template. Nel modello image_view, viene usata la macro proveniente da main_template. Questo è definito nel seguente HTML: <html xmlns=" xml:lang="en-us" lang="en-us" metal:use-macro="here/main_template/macros/master" i18n:domain="plone"> In questo caso, il main_template ha lo slot main riempito dallo slot definito come main nel modello che viene reso. Ciò che segue è la cronologia di come viene costruita la pagina quando si guarda un immagine:

146 146 INDICE 1. image_view 2. main_template 3. image_view 4. main_template 5. define-slot= main 6. fill-slot 7. image_view 8. fill-slot 9. main_template 10. main_template Questo permette a Plone di essere flessibile in termini di come ciascuna pagina è definita. Per esempio, main_template definisce più di uno slot; c è anche un slot per inserire codice Cascading Style Sheets (CSS): <metal:cssslot fill-slot="css_slot"> <metal:cssslot define-slot="css_slot" /> </metal:cssslot> Se una vista ha bisogno di un proprio insieme di istruzioni CSS, potremo definire questo slot nella vista, e verrà riempito quando reso. Alcune delle macro in main_template definiscono a loro volta degli slot che vengono riempiti dallo stesso main_template in modo tale che se necessario possano essere ridefiniti. Comunque, questa è una tecnica avanzata che potrà essere usata solo una volta che ci saremo impadroniti dei fondamentali Introduzione all internazionalizzazione Plone sta sforzandosi di mantenere sempre un gran numero di traduzioni di alta qualità. Il fatto che Plone offra un interfaccia utente accessibile in più di 30 lingue è un punto fondamentale per la sua commercializzazione. Questo vuol dire anche che I18N 11 è una caratteristica basilare dei modelli. Il namespace I18N è uno spazio dei nomi come TAL o METAL che possiedono specifiche etichette. Questa sezione mostra ciò di cui gli utenti hanno bisogno di conoscere circa i modelli. In un modello potete aggiungere un marcatore i18n ad un elemento per permettere la traduzione di un attributo o del suo contenuto. Esistono sei etichette: attributes, data, domain, source, target e translate. La configurazione di base consiste nell avvolgere il brano di testo che desiderate tradurre ed aggiungere gli attributi i18n adatti. Per esempio, se vogliamo tradurre il seguente: <i>del testo</i> esso diverrebbe come: <i i18n:translate="etichetta_del_testo">del testo</i> Ogni localizzazione offre una traduzione di Del testo, e lo strumento di traduzione individua la stringa tradotta e la mostra all utente. Quando si effettua la traduzione, ogni stringa per essere tradotta deve avere un unico ID che la contraddistingue. Per esempio, una stringa come Ricerca potrebbe avere un ID etichetta_oggetto_ricerca. Questo ID permette alla stringa di essere identificata unicamente e la traduzione di essere riutilizzata.

147 6.1. CAPIRE LA MODELLAZIONE AVANZATA IN PLONE 147 i18n:translate Questo traduce i contenuti di un elemento, con un ID opzionale passato come un etichetta. Per esempio, il seguente creerà una stringa con ID stringa_titolo: <h1 i18n:translate="stringa_titolo">questo è un titolo</h1> Questo esempio mostra un testo statico che non subisce variazioni. Comunque, in alcune situazioni il pezzo di testo potrebbe essere preso da un database o da un oggetto e potrebbe essere dinamico. Lasciando l etichetta translate vuota, l ID della stringa viene calcolato a partire dal valore del campo. Nell esempio seguente, se il titolo ritornato dall espressione path here/title fosse Alice nel Paese delle meraviglie, allora questo titolo verrà passato allo strumento di traduzione. Se non esiste alcuna traduzione, verrà restituito il valore originale: <h1 tal:content="here/title" i18n:translate=""> Questo è un titolo. </h1> Il comando di traduzione è probabilmente uno dei marcatori i18n più comunemente usati, e lo vedremo in tutti i modelli di Plone. Non solo consente di tradurre parti statiche del nostro sito, come etichette di modulo, messaggi di aiuto, e descrizioni, ma anche le parti più dinamiche del sito che possono cambiare spesso, come i titoli delle pagine. i18n:domain Questo setta il dominio per la traduzione. Per prevenire conflitti, ogni sito potrebbe avere multipli domini o gruppi di traduzioni; per esempio, potrebbe esserci un dominio per Plone ed uno per la nostra applicazione personalizzata. Plone usa il dominio plone che è il dominio di default di Plone: <body i18n:domain="plone"> Non si tratta di un comando che useremo spesso; comunque, se stiamo scrivendo un applicazione personalizzata, potremmo trovare utile avere un dominio per evitare conflitti con altri dominii. i18n:source Questo setta il linguaggio sorgente del testo da tradurre. Non è usato in Plone: <p i18n:source="en" i18n:translate="">del testo</p> i18n:name Questo fornisce una via per preservare elementi in un grande blocco di testo così che il blocco di testo possa essere riordinato. In molte lingue, non vengono solamente cambiate le parole ma anche l ordine. Se dobbiamo tradurre un intero paragrafo o una frase che contiene piccoli pezzetti che non dovrebbero essere tradotti, allora possono essere passati attraverso:

148 148 INDICE <p i18n:translate="messaggio_libro"> The <span tal:omit-tag="" tal:content="book/color" i18n:name="age">blue</span> Book </p> Questo produrrà il seguente messaggio: The {color} Book Se il linguaggio tradotto costringesse ad un diverso ordine, le parole possono venire spostate e comunque si otterrebbe il contenuto dinamico posizionato nel posto giusto. In italiano, questo avrebbe bisogno di essere tradotto in questo modo: Il Libro {color} i18n:target Questo imposta la lingua di destinazione della traduzione. Non è usato in Plone. i18n:attributes Questo permette la traduzione di attributi all interno di un elemento, piuttosto che il contenuto. Per esempio, un marcatore image ha l attributo alt che mostra una visualizzazione alternativa dell immagine: <img href="/qualcheimmagine.jpg" alt="un certo testo" i18n:attributes="alt alternate_image_label" /> Attributi multipli devono essere separati con un punto e virgola, nello stesso modo di tal:attributes. i18n:data Questo offre un modo di tradurre qualsiasi cosa oltre che le stringhe. Un esempio è un oggetto DateTime. Un etichetta i18n:data richiede una corrispondente etichetta i18n:translate così che sia disponibile un ID di messaggio valido. Per esempio: <span i18n:data="here/currenttime" i18n:translate="timefmt" i18n:name="time">2:32 pm</span>... beep!

149 6.1. CAPIRE LA MODELLAZIONE AVANZATA IN PLONE 149 Figura 6.1: Figura 6-1. Plone.org in francese

150 150 INDICE Translation Service Ora che abbiamo trattato i marcatori, tratteremo del meccanismo per eseguire la traduzione. Di suo Plone dispone di un meccanismo I18N. Questo permette di internazionalizzare l interfaccia utente così che messaggi, schede, e moduli possono essere tutti tradotti. A questo livello non trattiamo il reale contenuto che gli utenti aggiungono. Se si aggiunge un documento in inglese e si vede la pagina richiedendola in francese, troveremo il documento inglese con il testo francese di contorno (vedere Figura 6-1). Plone legge le intestazioni HTTP che un browser spedisce al client richiedendo una determinata lingua. Se il nostro browser è in inglese, allora non vedremo granché. Per cambiare le impostazioni della lingua in Internet Explorer, si faccia come segue: Nota manca qualche cosa... Una volta fatto questo, scegliamo i nostri siti Plone favoriti e visitiamoli col browser. Le traduzioni di Plone sono effettuate attraverso uno strumento chiamato Placeless Translation Service (PTS). Possiamo localizzare lo strumento PTS nel pannello di controllo di Zope; in fondo alla pagina vedremo un opzione per il Placeless Translation Service. Clicchiamolo, ed apriamo tutte le traduzioni che esistono. Queste traduzioni sono lette direttamente dal File System; clicchiamo una traduzione per vedere le informazioni sul linguaggio, come il traduttore, la codifica, ed il percorso del file. Tutti i file in realtà sono conservati nella directory i18n della directory CMFPlone. Le traduzioni sono eseguite usando due file, un file.po ed un file.mo 12. Per esempio, plone-de.po contiene le traduzioni per il tedesco (de è il suffisso per il tedesco). Il file.mo è la versione compilata del file.po e sono usati da Plone per un miglior rendimento. Non abbiamo mai bisogno di guardare nel file.mo, così che potremo proprio ignorarlo. Il.po è il file che può essere modificato per una traduzione. Se apriamo questo file in un editor di testo, vedremo una serie di linee che iniziano con il testo msgid o msgstr. Al di sopra di msgid v è attualmente il codice dove si presenta il comando i18n, così che si possa risalire a quale pezzo della pagina si sta traducendo. Per esempio: #: from plone_forms/content_status_history.pt #. <input attributes="tabindex tabindex/next;" value="apply" class="context" name="workflow_action_submit" type="submit" /> #. #: from plone_forms/personalize_form.pt #. <input attributes="tabindex tabindex/next;" tabindex="" value="apply" class="context" type="submit" /> #. msgid "Apply" msgstr "Anwenden" Nelle due parti del precedente modello di pagina, la parola Apply, sarà tradotta in Anwenden per gli utenti tedeschi. Quello che viene tradotto è determinato dai marcatori i18n che sono stati inseriti nei modelli di pagine, come precedentemente visto. Se vogliamo cambiare questa traduzione o aggiungere la nostra personale variazione, allora dobbiamo solamente cambiare il file.po. Se nessun msgstr viene trovato, allora viene restituita la traduzione inglese di default. Una volta che fatto questo cambiamento, riavviamo Plone. Quando accade ciò, Plone ricompilerà questi file nella versione.mo e la nostra traduzione sarà aggiornata.

151 6.1. CAPIRE LA MODELLAZIONE AVANZATA IN PLONE 151 Per Plone, l opzione predefinita è sempre quella di usare il file di traduzione inglese se non viene fornito nessun linguaggio ovvero nessuna traduzione sia disponibile. Infatti, il file plone-en.po è vuoto, in modo che nessuna traduzione sia disponibile. Perciò, Plone fa la ricaduta finale (fallback), non effettua traduzione, e mostra il testo nel modello di pagina. Il testo in tutti i modelli di pagine è in inglese visto che la maggior parte degli sviluppatori parlano inglese. Il vantaggio di ciò è che non v è traduzione in inglese. Perciò, si può fare una nuova traduzione copiando il file plone.pot in un nuovo file col nome plone-xx.po. Il valore di xx deve essere uguale al codice del paese della nostra traduzione. Possiamo trovare un elenco di codici di linguaggio presso Una volta avviata la traduzione, aggiustiamo i valori all inizio del file, incluso il codice di linguaggio e iniziamo a tradurre. Se abbiamo realizzato un nuovo file di linguaggio, allora il team di Plone I18N sarà felice di accettarlo e aiuterà a completarlo. La mailing list del team di Plone è presso Tradurre il contenuto che le persone via via aggiungono è davvero un compito complicato: si sta lavorando ad una soluzione, ma non c è ancora nulla di definitivo. L approccio migliore è al momento usare due prodotti, Plone- LanguageTool e i18nlayer ; entrambi possono essere trovati nel progetto Collective di SourceForge. Comunque, entrambi sono prodotti per sviluppatori molto esperti per comprenderli pienamente ed integrarli; speriamo che qualche cosa come questi vi sia nella prossima versione del libro Esempio: Visualizzare informazioni su più utenti Nel capitolo 5 _ abbiamo usato semplice comandi TAL per mostrare più in dettaglio le informazioni di un utente. Quel modello ha alcuni limiti; uno è che mostra solamente un utente per volta. Abbiamo visto come con un semplice tal:repeat sia possibile ripetere dei contenuti, ma ora useremo una macro per realizzare questa pagina in forma più modulare. Cambieremo il modello di pagina user_info così da elencare ogni membro del sito. Invece di cercare un username che venga passato alla richiesta, verrà usata la funzione listmembers che restituisce un elenco dei membri del sito: <div metal:fill-slot="main"> <tal:block tal:define=" getportrait nocall: here/portal_membership/getpersonalportrait; getfolder nocall: here/portal_membership/gethomefolder "> <table> <tr tal:repeat="userobj here/portal_membership/listmembers"> <metal:block metal:use-macro="here/user_section/macros/usersection" /> </tr> </table> </tal:block> </div> Noteremo che ora il codice di user_info è molto più breve. L utente ritornato da listmembers è passato in tal:repeat. Per ciascun utente, vi sarà una riga di tabella e poi una macro per mostrare informazioni all utente. 11 La sigla I18N è la contrazione del termine inglese internationalization, prendendo le due lettere agli estremi e saltandone appunto In realtà, le versioni recenti di PTS sono in grado di utilizzare direttamente i file.po e non c è più motivo di doverli compilare nel formato.mo. [N.d.T.]

152 152 INDICE In quella riga di tabella, la variabile userobj, definita localmente, ora contiene le informazioni dell utente. Di certo, ora avremo necessità di creare una macro chiamata usersection in un modello di pagina: nell esempio la macro è contenuta nel modello user_section. Questo modello contiene tutto il codice che era tra i marcatori row nella tabella. Di nuovo, possiamo trovare un listato completo per questo modello di pagina nell Appendice B _: <div metal:define-macro="usersection" tal:define="username userobj/getusername">... L unico vero cambiamento è che la use-macro nel modello main deve essere rimossa da una nuova macro definita in modo che questa macro possa essere definita. Poiché l username non viene più passato esplicitamente, abbiamo bisogno di ottenere l username dell oggetto utente usando il metodo getusername. Per esaminare la pagina risultante, visitiamo l indirizzo e dovremmo vedere un elenco di utenti. La pagina ora è di facile uso, mostrando diversi utenti contemporaneamente. Il codice è più modulare, avendo posizionato le informazioni dell utente in una macro separata che può essere modificata indipendentemente. Questa pagina ancora non è perfetta ma sarà migliorata nei capitoli successivi Esempio: Creare un nuovo Portlet con gli annunci di Google Nel capitolo 4 abbiamo affermato come sia facile modificare i portlet in un sito Plone; aggiungere un nostro portlet personale non è molto più difficile. Per scrivere un nostro slot personale, dovremo creare un nuovo modello di pagina con una macro all interno. Poi un espressione TALES che punta alla macro verrà aggiunta all elenco dei portlet, visualizzando il portlet nella pagina. Il modello di base per un portlet è il seguente: <div metal:define-macro="portlet"> <div class="portlet"> <!-- Enter code here --> </div> </div> Tutto quello di cui abbiamo bisogno di fare è inserire del codice appropriato nel portlet. Google nel 2003 ha reso disponibile un sistema di annunci testuali per poterli posizionare nel proprio sito. Gli annunci sono basati su quello che Google ritiene essere interessante per il nostro sito, basandosi sui risultati delle ricerche effettuate sul sito stesso. Il sistema di Google è disponibile presso Per visualizzare gli annunci (ed essere pagati per questo), dobbiamo registrarci sul sito web di Google, dove ci verrà chiesto di scegliere i colori e lo stile. Siccome metteremo questo in uno slot, raccomandiamo la dimensione skyscraper. Fare una copia dello JavaScript che il sito fornisce. Dopo di che, dovremo creare un portlet: portal_skins/custom googleads googlebox <!-- Digitiamo il codice qui --> Il risultato finale dovrebbe essere qualche cosa come il listato 6-1; comunque, la nostra versione dovrebbe avere un valore valido per google_ad_client, piuttosto che youruniquevalue. Questo valore informa Google quale sito ordina questo annuncio e chi dovrà essere pagato. Abbastanza curiosamente, non inserendo un ID valido in quella posizione, Google mostrerà felicemente gli annunci ma non ci pagherà! Listato 6-1. Visualizzatore degli annunci da Google

153 6.2. SCRIVERE CODICE PYTHON PER PLONE 153 <div metal:define-macro="portlet"> <div class="portlet"> <script type="text/javascript"><!-- google_ad_client = "youruniquevalue"; google_ad_width = 120; google_ad_height = 600; google_ad_format = "120x600_as"; //--></script> <script type="text/javascript" src=" </script> </div> </div> Quindi, per includere questo sul nostro sito, come mostrato nel capitolo 4, aggiungiamo il portlet seguente al nostro elenco di portlet: here/googleads/macros/portlet 6.2 Scrivere codice Python per Plone In Plone esistono almeno quattro livelli differenti per creare logica. Il livello più semplice di uso di Python in Plone sono le espressioni Python TALES che abbiamo trattato nel capitolo precedente. Un espressione Python, comunque, permette di inserire solamente una riga di codice; spesso vorremo fare qualche cosa di più complesso. Anche più comune è il problema di non voler assolutamente mischiare la logica all interno del modello. Posizionare logica nel nostro modello è in generale una cattiva abitudine; ogni volta che si può spostare qualche cosa che non sia esplicitamente la logica di presentazione fuori dal modello, ci si risparmia un bel mal di testa. Separare logica e presentazione permette di far lavorare facilmente persone diverse su diverse parti del progetto, e migliora il riuso del codice. Gli altri livelli di aggiungere scripting in Plone avvengono più o meno nel seguente ordine: Template attribute expressions Questo offre espressioni ed un modo di inserire piccoli frammenti di logica o dei semplici percorsi in vari posti. Script (Python) objects Questi sono semplici script che sono eseguiti in Plone in ambiente ristretto. External method objects Questi sono moduli più complicati che non vengono eseguiti in ambiente ristretto. Python products Questo è il modo fondamentale con cui sono scritti internamente CMF e Plone; questo offre accesso a qualsiasi cosa in Plone. I prodotti Python sono un oggetto avanzato e sono trattati nel capitolo 14. Dopo un espressione, il livello successivo di complessità è un oggetto Script (Python). Questo oggetto permette diverse linee di codice Python, e può essere chiamato da un espressione. Quando un oggetto Script (Python) viene eseguito, si incorre in un piccolo sovraccarico extra per il fatto che Plone deve attivare quell oggetto. Comunque, questo sovraccarico è minimo perché v è un compromesso fra chiarezza, separazione e rendimento. Il nostro consiglio è di mettere, se possibile, molta logica all interno di Python e di tenere semplici e puliti i modelli di pagina. È facile reinserirlo, in un secondo tempo, se vi sono problemi di rendimento, ma almeno capiremo quello che sta accadendo.

154 154 INDICE Uso degli oggetti Script (Python) Un oggetto Script (Python) è probabilmente ciò che tradizionalmente si pensa in Plone come ad uno script. È un frammento Python che si può scrivere e quindi chiamare da altri modelli o direttamente attraverso il web. Plone possiede in realtà moltissimi script per effettuare varie funzioni fondamentali. Uno Script (Python) è, in termini di potenza, una via di mezzo fra un espressione ed un External Method. Per aggiungere un oggetto Script (Python), andiamo nella ZMI, selezioniamo Script (Python) nel menu di scelta, e clicchiamo Add, come dimostrato in figura 6-2. Figura 6.2: Figura 6-2. Aggiungere un oggetto Script (Python) Diamo allo script un ID come test_py e poi clicchiamo Add and Edit. Questo aprirà la pagina di modifica dell oggetto Script (Python) come mostrato in figura 6-3. Possiamo modificare direttamente lo script attraverso il web. Se facciamo un errore di sintassi, verrà evidenziato dopo aver cliccato Save Changes, come mostrato in figura 6-4. Se non vi sono errori nel nostro Script (Python), possiamo cliccare la scheda Test per vedere quello che sarà l output. In questo caso, l esempio è piuttosto noioso; stampa il testo seguente: This is the Script (Python) "test_py" in Uno script inoltre ha le seguenti opzioni: Title Il modulo di modifica ha un opzione Title che fornisce un titolo allo script. Questo verrà mostrato nella ZMI, così sarà più facile ricordare ciò che fa. Parameter List Questo è un lista di parametri che lo script prende, come variablea o variableb=none. Questo, infatti, è l elenco standard di parametri che ci si aspetta in una funzione standard Python. Alcuni parametri, comunque, sono sempre definiti in questo oggetto; possiamo vederli cliccando la scheda Bindings. In questa scheda, già vediamo un elenco delle variabili contenute dall oggetto che ora dovrebbero avere nomi familiari. In seguito vi sono le variabili associate allo script accessibili da un oggetto Script (Python):

155 6.2. SCRIVERE CODICE PYTHON PER PLONE 155 Figura 6.3: Figura 6-3. Modificare un oggetto Script (Python)

156 156 INDICE Figura 6.4: Figura 6-4. Un deliberato errore di indentazione nell oggetto Script (Python)

157 6.2. SCRIVERE CODICE PYTHON PER PLONE 157 context Questo è l oggetto dal quale viene chiamato lo script. container Questo è l oggetto contenitore dello script. script Questo è l oggetto Script (Python) stesso; l equivalente in Zope Page Templates è template. namespace Questo è per quando questo script viene chiamato dal Document Template Markup Language (DTML); che è un qualche cosa che non succede in Plone. traverse_subpath Questo è il percorso Uniform Resource Locator (l URL) dopo il nome dello script che è una caratteristica avanzata. Ora mostreremo un semplice esempio che unisce questi argomenti nel sistema dei modelli di pagina di Zope, usando l esempio di un espressione Python, fornita nel capitolo precedente, che somma due numeri. Come abbiamo visto, si può costruire un modello di pagina come segue: <p>1 + 2 = <em tal:content="python: 1 + 2" /></p> Il seguente è l equivalente che utilizza uno oggetto script (Python). seguente: Cambiiamo lo script test_py alla linea return 1+2 Come si è visto all inizio del capitolo precedente, richiamiamo un oggetto fornendo il suo percorso in un espressione. Quindi, in un modello di pagina, ora possiamo fare qualcosa del tipo: <p>1 + 2 = <em tal:content="here/test_py" /></p> L oggetto test_py è acquisito nell espressione path e chiamato e quindi ritorna indietro al modello Python e lo stampa. Ora abbiamo richiamato uno script dal nostro modello! Questo è evidentemente un esempio piuttosto semplice, ma a nostro giudizio vi sono una grande quantità di cose che possiamo fare con uno oggetto Script (Python) che giustamente non è possibile fare in un modello di pagina. In un oggetto Script (Python), si possono specificare titolo, parametri, ed impostare i binding usando la notazione ## all inizio dello script. Quando salviamo uno script con questo testo in cima, Plone rimuoverà questa linea e cambierà gli appropriati valori nell oggetto. Questa sintassi viene molto utilizzata, in questo libro, negli oggetti Script (Python) per essere sicuri che si abbia il titolo corretto ed i parametri. Quindi, possiamo riscrivere lo script precedente come segue: ##title=returns 1+2 ##parameters= return 1+2 Script in Plone Scrivere codice in Plone è un soggetto piuttosto complicato perché non appena siamo capaci di scrivere script in Plone, vorremmo prendere in considerazione l Application Programming Interface (API) di tutti gli oggetti e degli strumenti che possiamo voler usare. Spiegare le API va oltre lo scopo di questo libro; mostreremo invece come fare semplici compiti usando gli oggetti Script (Python). Una volta che avremo preso confidenza con loro, descriveremo ulteriori specifiche funzioni API. I modelli di pagina possono accedere in modo semplice ai dizionari e alle liste Python. Ma spesso non si hanno dati in una di queste forme convenienti, così si ha bisogno di saltare all interno con un oggetto Script (Python), formattare esattamente i dati, e poi passarli di nuovo al modello di pagina.

158 158 INDICE Il formato più conveniente dei dati è un lista di dizionari che permette di combinare in una funzione la potenza di un tal:repeat e di una path expression. Come esempio, vediamo una funzione che prende un lista di oggetti. Ciascun oggetto è in effetti un oggetto in una cartella. Per ognuno di questi oggetti, dobbiamo controllare se l oggetto è stato aggiornato negli ultimi cinque giorni. Il listato 6-2 mostra un piccolo utile portlet che abbiamo messo insieme per un sito che cerca di localizzare questo tipo di informazioni e di evidenziarli con precisione. Listato 6-2. Ritornare oggetti più vecchi di cinque giorni ##title=recentlychanged ##parameters=objects from DateTime import DateTime now = DateTime() difference = 5 # as in 5 days result = [] for object in objects: diff = now - object.bobobase_modification_time() if diff < difference: dct = {"object":object,"diff":int(diff)} result.append(dct) return result In questo oggetto Script (Python) abbiamo presentato un paio di concetti nuovi. Prima, importiamo il modulo DateTime di Zope usando la funzione import. Il modulo DateTime, trattato nell Appendice C, è un modulo che fornisce accesso alle date. È abbastanza semplice, ma se creiamo un nuovo oggetto DateTime senza parametri, allora troveremo la data e l ora corrente; questa è la variabile now. Quando si sottraggono due oggetti DateTime, viene restituito il numero di giorni. Si può confrontare questa differenza con quella richiesta dall utente e, se è più grande, aggiungerlo alla lista dei risultati. Il risultato è un lista di oggetti dizionario, come mostrato nel listato 6-3. Listato 6-3. Il Risultato del listato 6-2 [ { }, { },... diff : 1, object : <PloneFolder instance at 02C0C110> diff : 4, object : <PloneFolder instance at 02FE3321> Così ora che abbiamo il risultato nell ordine corretto, abbiamo bisogno di un modello di pagina che passi la lista di oggetti e processi il risultato. Un esempio di ciò è il seguente: <ul> <li tal:repeat="updated python: context.updatescript(context.contentvalues()) Questo modello ha una chiamata tal:repeat in cima che richiama lo script (in questo caso, chiamato update- Script). A questa funzione viene passato un valore, una lista di contentvalues, dal contesto corrente. Precedentemente si è chiamato l oggetto Script (Python) usando un espressione path; si può fare questo con context/updatescript. Comunque, non si possono passare parametri attraverso lo script che è stato chiamato con

159 6.2. SCRIVERE CODICE PYTHON PER PLONE 159 questa sintassi, così deve essere invece utilizzata una espressione Python, che è python: context.updatescript(). La funzione contentvalues ritorna la lista di ogni oggetto contenuto in una cartella. Successivamente, guardiamo al codice per ogni iterazione: <a href="#" tal:attributes="href updated/object/absolute_url" tal:content="updated/object/title_or_id"> The title of the item</a> <em tal:content="updated/diff" /> days ago </li> </ul> Come mostrato, possiamo iterare attraverso questa lista di valori, e possiamo usare allora espressioni path per accedere prima al valore ripetuto (update), poi all oggetto (object), ed infine ad un metodo di questo oggetto (title_or_id). Questo è un esempio di utilizzo di una logica complicata processata e passata ad un oggetto Script (Python). Python in ambiente limitato Diverse volte abbiamo menzionato che gli oggetti Script (Python) e le espressioni Python TAL vengono tutti eseguiti in restricted Python. Quello del Python limitato è un ambiente che ha alcune funzioni rimosse. Queste funzioni possono essere potenzialmente pericolose in un ambiente web come è Plone. La ragione originale è che si possono avere utenti non fidati (ma autenticati) che scrivono codice Python sul nostro sito. Se apriamo un account in uno dei diversi host web liberi per Zope, troveremo che si possa fare questo. Comunque, se abbiamo dato a persone il diritto di farlo, non vogliamo che loro abbiano accesso a certe cose come il File System. In Python limitato, alcune funzioni comuni di Python sono state rimosse per ragioni di sicurezza, dir ed open non sono disponibili. Questo vuol dire che, gli oggetti Script (Python), non possono essere introspettivi, e che l accesso al File System è limitato. Sono disponibili all utente alcuni moduli Python. La maggior parte di loro sono solo per sviluppatori esperti; per ulteriori informazioni, si veda la documentazione attinente o il codice del modulo: string Questo è il modulo Python per le stringhe ( random Questo è il modulo Python casuale ( whrandom Questo è il modulo Python whrandom. Si dovrebbe usare quasi sempre random ( math Questo è il modulo Python relativo alle funzioni matematiche ( DateTime Questo è il modulo proprio di Zope per le date. sequence Questo è un modulo Zope per ordinare facilmente delle sequenze. ZTUtils Questo è un modulo Zope che offre varie utilità. AccessControl Questo dà accesso al modulo Access di Zope. Products.PythonScripts.standard Questo dà accesso alle funzioni standard di processo delle stringhe DTML come html_quote, thousands_commas e così via. Se vogliamo importare un modulo che non è nella lista precedente, possiamo trovare allora eccellenti istruzioni nel modulo PythonScript. Lo troveremo presso Zope/lib/Python/Products/PythonScripts/module_access_examples Comunque, un procedimento più semplice è disponibile usando un External Method.

160 160 INDICE Uso degli oggetti external Method Un External Method è un modulo Python scritto nel File System e che può accedere a Plone. Siccome è scritto nel File System, non viene eseguito in modalità lim itata di Python, e perciò è conforme alle impostazioni di sicurezza standard di Plone. Questo vuol dire che si può scrivere uno script che fa qualsiasi cosa si voglia e lo si chiama poi da un modello di pagina. Compiti comuni includono l apertura e la chiusura dei file, accedere ad altri processi o a file eseguibili, ed eseguire compiti che Plone o Zope non possono effettuare con semplicità in qualche altro modo. Per ovvie ragioni, quando stiamo scrivendo uno script che può fare questo, abbiamo bisogno di essere sicuri che non stiamo facendo qualcosa di pericoloso, come leggere file di password del nostro server o cancellare un file che non si voglia cancellare. Per aggiungere un External Method, andiamo nel File System della nostra istanza home e cerchiamo la directory Extensions. In questa directory, aggiungiamo un nuovo file Script (Python); per esempio, come mostrato in Figura 6-5 abbiamo aggiunto test.py nella cartella del nostro computer Windows. Ora possiamo aprire test.py e modificare il suo contenuto, scrivendo qualunque codice Python si voglia. L unico accorgimento è che dobbiamo avere una funzione di entrata che richieda almeno un argomento, self. Questo argomento è l oggetto dell External Method di Plone che aggiungeremo fra breve. Ciò che segue è un esempio di funzione di ingresso che legge il file README.txt fuori dalla stessa directory Extensions e lo restituisca all utente (dovremo cambiare il percorso per puntare al nostro file): def readfile(self): fh = open(r c:\program Files\Plone\Data\Extensions\README.txt, rb ) data = fh.read() return data Ora che abbiamo fatto questo, abbiamo bisogno di mappare un External Method a questo script. Questo è un oggetto Zope, così ritorniamo alla ZMI, clicchiamo portal_skin e poi clicchiamo custom. Finalmente, selezioniamo External Method dal box a cascata Add New Items. Quando si aggiunge un External Method, si ha bisogno di dare il nome del modulo (senza il.py) e la funzione di ingresso, così che in questo caso avrà un modulo come in Figura 6-6. Dopo avere cliccato Save Changes, si può premere la scheda Test per vedere quello che succede quando viene eseguito. In questo caso, dovremmo trovare una linea o due di testo. Siccome abbiamo il modulo Plone External Method, si può accedere ad esso da un modello di pagina nello stesso modo come con qualsiasi altro oggetto. Una path expression a here/test_external farebbe ciò in questo caso. Per esempio: <h1>readme.txt</h1> <p tal:content="here/test_external" /> La vera forza è che si può passare codice da un ambiente non limitato di Python senza alcuna restrizione e da là a qualsiasi funzione che si vuole, senza doversi preoccupare della sicurezza. Anche se questo può sembrare come una funzione leggera, i metodi esterni non sono molto usati in Plone perché la logica più complessa è usualmente posta all interno di un oggetto Product mentre la logica semplice è invece posta in un oggetto Script (Python). Se ci si trova ad usare molto oggetti External Method, si prenda in considerazione uno degli strumenti discussi nel Capitolo 12.

161 6.2. SCRIVERE CODICE PYTHON PER PLONE 161 Figura 6.5: Figura 6-5. Un nuovo External Method, test.py

162 162 INDICE Figura 6.6: Figura 6-6. L External Method aggiunto di recente

163 6.3. CONSIGLI UTILI Consigli utili Poiché i modelli di pagine sono validi Extensible Markup Language (XML) e possono essere usati indipendentemente da Zope o da Plone, abbiamo molti utili script per ripulire il codice nei modelli di pagine e per effettuare controlli di sintassi. Questi sono strumenti supplementari e controlli; Zope attualmente compie tutti i controlli necessari quando carica un modello di pagina. Per un progetto come Plone, può essere utile eseguire controlli automatici sul nostro codice o possiamo verificarlo localmente prima di inviare le modifiche. Per eseguire questi controlli, avremo bisogno di poter abilitare questi strumenti a modificare localmente e di avere Python istallato sul nostro computer. Per ulteriori informazioni sull External Editor, un metodo per modificare in locale codice remoto, si veda Capitolo Introduzione allo spazio dei nomi XML I modelli di pagine usano lo spazio dei nomi XML per generare codice. I programmatori possono usare le regole del namespaces XML per rendersi la vita più facile. All inizio di un modello di pagina, si può vedere una dichiarazione dello spazio dei nomi nel marcatore iniziale: <html xmlns=" Questo pone il namespace predefinito a Extensible HTML (XHTML). Per qualsiasi elemento in esso contenuto, se nessuno spazio di nomi viene definito, viene usato di base tale spazio dei nomi. Per esempio, riconosciamo che l elemento successivo è XHTML perché non ha prefisso: <body> Normalmente per gli elementi e gli attributi TAL e METAL, abbiamo aggiunto il prefisso tal: e METAL: per definire il namespace. Il codice seguente è qualche cosa di cui ora dovreste avere familiarità: <span tal:omit-tag="" tal:content="python: 1+2" /> Questo restituirà 3. Comunque, ciò che segue è un alternativa: <tal:number content="python: 1+2" /> Usando il prefisso tal:, abbiamo definito lo spazio dei nomi predefinito per questo elemento intero come tal. Se nessun altro prefisso è dato, viene usato lo spazio dei nomi tal. Nell esempio, usando il marcatore span, lo spazio dei nomi predefinito è XHTML, così dobbiamo specificatamente definire il prefisso tal: quando si usa la scheda Content. Si noti che il nome di un elemento è descrittivo e non può essere nessuna cosa già definita dal nomespace tal (per esempio, conten*t o *replace). Perché tal:number non è un valido elemento XHTML, il marcatore attuale non verrà visualizzato, ma il contenuto verrà marcato con un inutile omit-tag. Questa tecnica è molto usata in Plone per realizzare codice che sia più piccolo, più facile da correggere, e più semantico Presentare codice pulito HTML Tidy è un eccellente strumento per esaminare e ripulire il codice HTML che può eseguire alcuni compiti utili. Esistono versioni di HTML Tidy per molti sistemi operativi; possiamo scaricarlo da Per gli utenti Windows, trovato l adatto download per la nostra versione Windows, decomprimiamo il file tidy.zip e collochiamo il file tidy.exe nel nostro PATH (di default la nostra cartella Windows, come C:\WINNT).

164 164 INDICE HTML Tidy può mostrare se vi sia qualche errore XHTML nel nostro modello di pagina. Per questi scopi, una opzione del comando (flag) può fare la differenza: -xml. Questo richiede ad HTML Tidy di processare il file come XML e riportare qualsiasi errore XML. Dato l esempio di modello bad mostrato nel listato 6-4, possiamo vedere alcuni errori. Non solo è codice non indentato, ma si sono omesso elementi di chiusura e abbiamo annidamenti invalidi. Listato 6-4. Un esempio di modello di pagina bad : bad_template.pt <!DOCTYPE html PUBLIC "-//W3C//DTD XHTML 1.0 Transitional//EN" " <html xmlns=" <head> <title></title> </head> <body> <p> <div> This is bad HTML, XHTML or XML...<a tal:contents="string: someurl"></a> </p> <img> Further it isnt indented! </body> </html> Se eseguiamo il Listato 6-4 tramite HTML Tidy, vedremo gli errori nel modello ed otterremo un codice gradevolmente indentato, come mostra il Listato 6-5. Listato 6-5. L output prodotto da HTML Tidy $ tidy -q -i bad_template.pt line 11 column 1 - Warning: <img> element not empty or not closed line 10 column 1 - Warning: missing </div> line 10 column 39 - Warning: <a> proprietary attribute "tal:contents" line 11 column 1 - Warning: <img> lacks "alt" attribute line 11 column 1 - Warning: <img> lacks "src" attribute line 9 column 1 - Warning: trimming empty <p> <!DOCTYPE html PUBLIC "-//W3C//DTD XHTML 1.0 Strict//EN" " <html xmlns=" <head> <meta name="generator" content= "HTML Tidy for Linux/x86 (vers 1st August 2003), see /> <title></title> </head> <body> <div> This is bad HTML, XHTML or XML...<a tal:contents= "string: someurl"></a> <img />Further it isnt indented! </div> </body> </html>

165 6.3. CONSIGLI UTILI 165 Le lagnanze su attributi di proprietà riservati possono essere un po noiose. Per controllare che il nostro modello di pagina sia XML valido, aggiungiamo l opzione - xml. L output è meno verboso e indica solo i marcatori mancanti: $ tidy -q -xml bad_template.pt line 15 column 1 - Error: unexpected </body> in <img> line 16 column 1 - Error: unexpected </html> in <img> Eseguire i controlli sulla sintassi Quando modifichiamo un modello di pagina nella ZMI, Zope compie un controllo di sintassi sul documento per cose come i marcatori non validi. Se un marcatore è invalido, un errore sarà mostrato sul modello mentre viene compilato attraverso il web. Se, come noi (e come mostrato nel Capitolo 7), scriviamo la maggior parte dei nostri modelli di pagina nel File System, allora è veramente utile avere un controllo di sintassi semplice per un modello di pagina. Il Listato 6-6 è uno Script (Python) che risiede nel nostro File System ed viene eseguito indipendentemente da Zope. Per eseguirlo, dobbiamo avere un interprete Python, ed il modulo Python PageTemplate deve essere importabile. Per rendere importabile PageTemplate nel nostro interprete Python dobbiamo aggiungere la il path della cartella Products della nostra installazione Zope ai percorsi Python path. Abbiamo diversi modi di fare ciò (trattato in Appendice B _). Listato 6-6. Controlli di Errore sul modello di pagina #!/usr/bin/python from Products.PageTemplates.PageTemplate import PageTemplate import sys def test(file): raw_data = open(file, r ).read() pt = PageTemplate() pt.write(raw_data) if pt._v_errors: print "*** Error in:", file for error in pt._v_errors[1:]: print error if name == main : if len(sys.argv) < 2: print "python check.py file [files...]" sys.exit(1) else: for arg in sys.argv[1:]: test(arg) Per ciascun file passato allo script, la ZMI compila il modello di pagina e vediamo se c è qualche errore TAL. Prendendo il file bad_ template.pt dal listato 6-4, troveremo un errore: $ python zpt.py /tmp/bad_template.pt *** Error in: /tmp/bad_template.pt TAL.TALDefs.TALError: bad TAL attribute: contents, at line 10, column 39 In questo caso, abbiamo evidenziato una non corretta sintassi di tal:content come tal:contents. Questo errore è qualche cosa che HTML Tidy non evidenzia. Sfortunatamente, il processo si ferma al primo errore di sintassi. Se

166 166 INDICE vi sono diversi errori, solamente il primo è evidenziato, ricordiamoci allora che dobbiamo ricontrollare più volte la sintassi. 6.4 Usare i moduli I moduli sono una parte integrale di qualsiasi sito, e quasi ognuno ha bisogno di creare un metodo per realizzare e modificare moduli nel proprio sito Plone. Con l ambiente dei moduli Plone, si può cambiare la validazione che hanno i moduli di processo, da dove prendono l utente e così via. Questo ambiente non è specificamente progettata solo per moduli autonomi che compiano semplici lavori, come richiedere una password, effettuare il login e così via. L ambiente si applica anche a tutti i tipi di contenuto, con l obiettivo di modificarli, cosa che tratteremo in un secondo tempo in questo libro nel Capitolo 11 e Capitolo 13. Tutti i moduli di base hanno almeno due componenti che abbiamo già visto: un oggetto Page Template per mostrare il modulo all utente, ed uno oggetto Script (Python) per analizzare i risultati e eseguire l azione sui risultati. La struttura di controllo del modulo presenta alcuni nuovi tipi di oggetto che sono equivalenti ai tipi che abbiamo visto in questo capitolo. Questi sono l oggetto Controller Page Template, l oggetto Controller Script (Python), ed l oggetto Controller Validator. Questi nuovi oggetti hanno i loro equivalenti oggetti, come mostrato in Tabella 6-1. Questi nuovi oggetti possiedono ulteriori proprietà ed agiscono in modo lievemente diverso dagli oggetti equivalenti. Tabella 6-1. Nuovi tipi di oggetto che il Controller fornisce Tipi di oggetti Controller Fileystem Page Template Controller Python Script Controller Validator Oggetti Zope equivalenti Page Template Python Script Python Script Per aggiungere uno di questi oggetti usando la ZMI, andiamo al box a cascata, e selezioniamo il nome. L ambiente del modulo di controllo crea una sequenza di eventi per un modulo che un utente può successivamente definire. Ciò che segue è la sequenza di eventi che accadono quando si esegue un modulo: Attenzione! manca qualcosa nel file cap6.rst -- Ugo Quando questa sequenza di eventi accade, un oggetto state viene passato e contiene informazioni sullo stato dell oggetto, il successo di qualunque validazione e qualsiasi messaggio sia stato restituito. Nelle sezioni seguenti rivedremo questi passi per mostrare come un modulo può essere validato e poi mostreremo un esempio completo nella sezione Un esempio di posta elettronica: spedire una all amministratore Creare un modulo campione ed associare uno script L inizio di questo processo è un modulo. Sebbene questo sia in realtà un oggetto Controller Page Template, è scritto usando codice TAL standard. Per aggiungerne uno, selezioniamo Controller Page Template dall ormai famigliare box a cascata e diamogli un ID test_cpt. Un modulo Plone è un pezzo di codice davvero lungo se vogliamo utilizzare tutte le opzioni disponibili. Questo pezzo di codice è riprodotto completamente nell Appendice B _ ed è il codice usato nell esempio successivo:

167 6.4. USARE I MODULI 167 <form method="post" tal:define="errors options/state/geterrors" tal:attributes="action template/id;">... <input type="hidden" name="form.submitted" value="1" /> </form> Osservando questo codice, dovreste notare che per poter funzionare nell ambiente, esistono alcune piccole differenze fra questo e quello che si può considerare un modulo standard. Primo, il modulo è impostato per poter inserire se stesso; questo non è opzionale. Secondo, esiste una speciale variabile nascosta; form.submitted. L oggetto Controller Page Template controlla la variabile request per il valore form.submitted per vedere se il modulo sia già stato proposto (submit). Se, invece, vi è stato solo l accesso, - per esempio attraverso un link questo non è opzionale. All inizio del modulo, viene impostata la variabile errors. Il dizionario errors viene creato dall oggetto state che è stato passato al modello. L oggetto state è un oggetto comune, in questo sistema, a tutte i modelli e script. Creare i validatori Una volta che l utente ha cliccato il pulsante Submit sul nostro modulo, i dati saranno inviati ai validatori per essere validati. La validazione è opzionale. I dati non hanno bisogno di essere validati, ma chiaramente qualsiasi applicazione dovrebbe fare ciò. La scheda Validator per un oggetto Controller Page Template ci da un collegamento alla possibile validazione. Uno script di validazione è identico ad un normale oggetto Script (Python) con una variabile aggiuntiva, state. La variabile state è necessaria per poter passare i risultati della validazione. Il Listato 6-7 mostra un semplice script di validazione per controllare se è stato fornito un numero. Listato 6-7. Convalidare che sia stato fornito un numero ##title=a validation script to check we have a number ##parameters= num = context.request.get( num, None) try: int(num) except ValueError: state.seterror("num", "Not a number", new_status="failure") except TypeError: state.seterror("num", "No number given.", new_status="failure") if state.geterrors(): state.set(portal_status_message="please correct the errors.") return state Questo oggetto state contiene informazioni basilari su ciò che è successo durante il processo di validazione. L oggetto state conserva gli errori per ciascun campo, lo stato, e qualsiasi altro valore. Per esempio, se il numero dato non può essere restituito come numero intero, imposta lo stato a failure e ritorna un messaggio d errore per il campo usando il metodo seterror. In un secondo momento questo messaggio d errore verrà mostrato per il campo. Alla fine dello script, qualsiasi errore restituito finora è recuperato attraverso il metodo geterrors. Per aggiungere lo script precedente, clicchiamo portal_skin, clicchiamo custom, e scegliamo il Controller Validator dal box a cascata. Diamogli l ID test_validator. Ora possiamo ritornare alla scheda Validation del nostro oggetto Controller Page Template e possiamo aggiungere un puntatore a questo script di validazione, come mostrato in Figura 6-7.

168 168 INDICE Figura 6.7: Figura 6-7. Aggiungere il test_validator all oggetto Controller Page Template

169 6.4. USARE I MODULI 169 Abbiamo un paio di opzioni per la validazione. Nell esempio li abbiamo ignorati visto che non sono attinenti, ma ciò che segue è la lista delle opzioni: contexttype Questo è il tipo dell oggetto context, all occorenza, questo modello viene eseguito dentro. Questa è una scorciatoia al tipo di contenuto dell oggetto context. Se vogliamo eseguire solo questa validazione su un collegamento, allora possiamo mettere questo valore a Link. button Questo è il pulsante, che, all occorenza, viene cliccato per sottoporre il modulo. Possiamo avere diversi pulsanti su un modulo (per esempio, un pulsante Submit ed uno Cancel). Ciascuno di questi pulsanti può poi mappare una diversa azione; cliccando Cancel si può andare in un posto, e cliccando Submit andare in un altro. validators Questo è un lista di validatori separati da una virgola, che sono gli oggetti Controller Validator che il modello acquisirà. Nell esempio precedente, usiamo l ID per il validatore: test_validator. Nota Quando si scrivono script di validazione, usiamo l oggetto Controller Validator invece di unoggetto Script (Python). Gli oggetti Controller Validator sono proprio ordinari oggetti Script (Python) con un addizionale scheda ZMI Actions. Specificare azioni Le Actions sono le azioni finali dopo che i validatori sono stati eseguiti, e dipendono dallo stato che viene restituito dalla validazione. La scheda Actions per un oggetto Controller Page Template mostra tutte le azioni per il modello di pagina in questione. Possiamo specificare azioni con lo stesso genere delle opzioni di specializzazione come descritto precedentemente attraverso un modulo web, come mostrato in Figura 6-8. Abbiamo le seguenti quattro opzioni per l attuale azione risultante: redirect_to Questo reindirizza all URL specificata nell argomento (un espressione TALES). L URL può essere assoluta o relativa. redirect_to_action Questo reindirizza all azione specificata nell argomento (un espressione TALES) per il corrente oggetto contenuto (per esempio, string:view). In questa fase non abbiamo trattato ancora azioni, ma qualsiasi oggetto contenuto ha azioni come view ed edit. Il Capitolo 11 tratta le azioni per un oggetto. traverse_to Questo traversa l URL specificata nell argomento (un espressione TALES). L URL può essere assoluta o può essere relativa. traverse_to_action Questo traversa l azione specificata nell argomento (un espressione TALES) per il corrente oggetto contenuto (per esempio, string:view). Un esempio di ciò è che se il riempimento del modulo avviene con successo, attraversiamo un oggetto Controller Python Script che abbiamo scritto il quale processa il risultato del modulo. Se la pagina da un errore, torniamo ad attraversare il modello e visualizzamo l errore. La differenza tra un reindirizzamento ed un attraversamento è che il reindirizzamento è una redirezione dell HTTP spedito al browser dell utente. Il browser lo processa e manda quindi l utente alla pagina successiva. Quindi, le azioni di reindirizzamento perdono tutti i valori passati dalle richieste originali. Se abbiamo bisogno di esaminare i contenuti del modulo originale, questo non è l approccio migliore. Invece, raccomandiamo di usare le opzioni di attraversamento. Il risultato è lo stesso; solo che la scelta di attraversare esegue tutto sul server. Così facendo preserva le variabili request e permette di esaminarle con gli script.

170 170 INDICE Figura 6.8: Figura 6-8. Aggiungere un azione

171 6.4. USARE I MODULI Un esempio di posta elettronica: spedire una all amministratore Vedremo ora un vero esempio ed utilizzeremo il resto di questo capitolo per costruirlo. Un esigenza comune è un modulo personale che spedisce un al Webmaster. Costruiremo questo tipo di modulo nelle sezioni seguenti. Lo script completo, il modello di pagina, ed il codice associato sono disponibili nell Appendice B _. Se non vogliamo realmente digitare tutto questo, possiamo vedere questo esempio on-line sul sito Web del libro; ed inoltre possiamo scaricarlo come file compresso dal sito Web del libro Plone ( e dal sito web Apress ( così possiamo installarlo da soli e possiamo provarlo. Questo esempio ha solo due campi nel modulo: la della persona che sottopone il modulo ed i commenti di questa persona. In questo modulo viene richiesta la della persona, così potremo rispondere ai suoi commenti. Costruire il modulo Il modulo è la parte più grande e più complicata di questa procedura, soprattutto perché v è tanto lavoro da fare per supportare la gestione degli errori. Questo modulo è un oggetto Controller Page Template chiamato feedbackform. Per assicurarsi che sia contenuto nel modello principale, inizieremo il modulo in un metodo standard: <html xmlns=" xml:lang="en-us" lang="en-us" i18n:domain="plone" metal:use-macro="here/main_template/macros/master"> <body> <div metal:fill-slot="main" tal:define="errors options/state/geterrors;"> Un aggiunta opzionale qui è errors options/state/geterrors che posiziona qualsiasi cosa e tutti gli errori all interno della variabile locale per usi futuri. A causa del requisito del modulo di poter far riferimento indietro a se stesso, viene impostata questa azione in TAL, con l espressione template/id. Questo percorso estrae l ID del modello e lo inserisce nell azione, così che questo percorso funzionerà sempre, anche se rinominiamo il modello. Notiamo che stiamo aggiungendo anche marcatori i18n per essere sicuri che questo modulo possa essere localizzato: <form method="post" tal:attributes="action template/id;"> <legend i18n:translate="legend_feedback_form"> Website Feedback </legend> Ciò che segue è l inizio della riga dell indirizzo . Definiamo qui una variabile chiamata error_ _address che posizionerà una stringa di errore se v è una stringa appropriata nel dizionario errors. Quel valore di errore sarà generato dal validatore qualora dovesse generarsi un errore là: <div class="field" tal:attributes="class python:test(error_ _address, field error, field )"> tal:define="error_ _address errors/ _address nothing;"> La seguente è l etichetta per il campo indirizzo . In questa etichetta includeremo un div per il testo di aiuto. L elemento span diventa ora il familiare punto rosso vicino all etichetta così che l utente sappia che è richiesto:

172 172 INDICE <label i18n:translate="label_ _address">your address</label> <span class="fieldrequired" title="required">(required)</span> <div class="formhelp" i18n:translate="label_ _address_help"> Enter your address. </div> Successivamente aggiungeremo l elemento attuale: <div tal:condition="error_ _address"> <tal:block i18n:translate="" content="error_ _address">error </tal:block> </div> <input type="text" name=" _address" tal:attributes="tabindex tabindex/next; value request/ _address nothing" /> </div> All inizio di questo blocco, esamineremo per vedere se c è un errore. Se c è, la classe per l elemento cambiato sarà la classe field error; questa classe mostrerà una bel riquadro arancio attorno al campo. Successivamente, se è accaduto un errore in questa zona (come abbiamo già sperimentato), sarà visualizzato il corrispondente messaggio. Finalmente, mostrerà l elemento del modulo, e se v è un valore per _address già nella richiesta, popolerà l elemento del modulo con quel valore. Il tabindex è un utile strumento di Plone. Contiene un numero sequenziale che viene incrementato per ogni elemento, e ogni volta imposta un nuovo valore HTML tabindex per ciascun elemento nel modulo. Questa è una bella caratteristica per l interfaccia utente; vuole dire che ciascun elemento del modulo può essere salvato senza doversi preoccupare di ricordare il numero tabindex perché questo viene generato automaticamente. Questo è un grosso lavoro per un elemento, ma è soprattutto codice pronto all uso (boilerplate); possiamo facilmente copiarlo o possiamo cambiarlo. Possiamo trovare il resto del modulo nell Appendice B _. Creare un validatore Nell esempio abbiamo solamente un elemento richiesto (la ), così è un semplice pezzo di Python chiamato valid .vpy ad eseguire il lavoro. I contenuti di questo script sono i seguenti: = context.request.get( _address, None) if not state.seterror( _address, is required, new_status= failure ) if state.geterrors(): state.set(portal_status_message= Please correct the errors. ) return state Se nessun indirizzo può essere trovato, questo script aggiunge un errore al dizionario degli errori con la chiave _address ed un messaggio. Questa chiave è usata nel modello di pagina per vedere se è stato generato un errore in quel particolare campo. Eseguire lo script Questo esempio ha un semplice script che restituisce i valori (che sono già convalidati) e realizza un indirizzo da questi. Questo è un oggetto Controller Python Script; proprio come un oggetto Script (Python)

173 6.4. USARE I MODULI 173 standard con una variabile aggiuntiva state, e, come un Controller Page Template, possiamo fornirgli azioni per quando esso viene invocato: mhost = context.mailhost address = context.request.get( _address ) administrator address = context. _from_address comments = context.request.get( comments ) # the message format, %s will be filled in from data message = """ From: %s To: %s Subject: Website Feedback %s URL: %s """ # format the message message = message % ( address, administrator address, comments, context.absolute_url()) mhost.send(message) Ora abbiamo visto una semplice script per spedire posta elettronica. Questa è un comune script che vedremo spesso. Fondamentalmente, gli oggetti MailHost in Plone prendono una come una stringa, affinché sia conforme alla specifica Request for Comment (RFC) per la che ha gli indirizzi From e To. In questa , prende l indirizzo dell amministratore che abbiamo specificato nella configurazione del portale e spedisce la posta elettronica a quella persona. L unica parte addizionale di questo script è aggiungere L impostazione dello stato. Questo prepara un messaggio che fornisce alcuni feedback all utente: screenmsg = "Comments sent, thank you." state.setkwargs( { portal_status_message :screenmsg} ) return state Assemblare le tre parti Al momento, comunque viene richiesta la della persona, così potremo rispondere ai suoi commenti. Costruire il modulo Il modulo è la parte più grande e più complicata di questa procedura, soprattutto perché v è tanto lavoro da fare per supportare la gestione degli errori. Questo modulo è un oggetto Controller Page Template chiamato feedbackform. Per assicurarsi che sia contenuto nel modello principale, inizieremo il modulo in un metodo standard: <html xmlns=" xml:lang="en-us"

174 174 INDICE lang="en-us" i18n:domain="plone" metal:use-macro="here/main_template/macros/master"> <body> <div metal:fill-slot="main" tal:define="errors options/state/geterrors;"> Un aggiunta opzionale qui è errors options/state/geterrors che posiziona qualsiasi cosa e tutti gli errori all interno della variabile locale per usi futuri. A causa del requisito del modulo di poter far riferimento indietro a se stesso, viene impostata questa azione in TAL, con l espressione template/id. Questo percorso estrae l ID del modello e lo inserisce nell azione, così che questo percorso funzionerà sempre, anche se rinominiamo il modello. Notiamo che stiamo aggiungendo anche marcatori i18n per essere sicuri che questo modulo possa essere localizzato: <form method="post" tal:attributes="action template/id;"> <legend i18n:translate="legend_feedback_form"> Website Feedback </legend> Ciò che segue è l inizio della riga dell indirizzo . Definiamo qui una variabile chiamata error_ _address che posizionerà una stringa di errore se v è una stringa appropriata nel dizionario errors. Quel valore di errore sarà generato dal validatore qualora dovesse generarsi un errore là: <div class="field" tal:attributes="class python:test(error_ _address, field error, field )"> tal:define="error_ _address errors/ _address nothing;"> La seguente è l etichetta per il campo indirizzo . In questa etichetta includeremo un div per il testo di aiuto. L elemento span diventa ora il familiare punto rosso vicino all etichetta così che l utente sappia che è richiesto: <label i18n:translate="label_ _address">your address</label> <span class="fieldrequired" title="required">(required)</span> <div class="formhelp" i18n:translate="label_ _address_help"> Enter your address. </div> Successivamente aggiungeremo l elemento attuale: <div tal:condition="error_ _address"> <tal:block i18n:translate="" content="error_ _address">error </tal:block> </div> <input type="text" name=" _address" tal:attributes="tabindex tabindex/next; value request/ _address nothing" /> </div>

175 6.4. USARE I MODULI 175 All inizio di questo blocco, esamineremo per vedere se c è un errore. Se c è, la classe per l elemento cambiato sarà la classe field error; questa classe mostrerà una bel riquadro arancio attorno al campo. Successivamente, se è accaduto un errore in questa zona (come abbiamo già sperimentato), sarà visualizzato il corrispondente messaggio. Finalmente, mostrerà l elemento del modulo, e se v è un valore per _address già nella richiesta, popolerà l elemento del modulo con quel valore. Il tabindex è un utile strumento di Plone. Contiene un numero sequenziale che viene incrementato per ogni elemento, e ogni volta imposta un nuovo valore HTML tabindex per ciascun elemento nel modulo. Questa è una bella caratteristica per l interfaccia utente; vuole dire che ciascun elemento del modulo può essere salvato senza doversi preoccupare di ricordare il numero tabindex perché questo viene generato automaticamente. Questo è un grosso lavoro per un elemento, ma è soprattutto codice pronto all uso (boilerplate); possiamo facilmente copiarlo o possiamo cambiarlo. Possiamo trovare il resto del modulo nell Appendice B _. Creare un validatore Nell esempio abbiamo solamente un elemento richiesto (la ), così è un semplice pezzo di Python chiamato valid .vpy ad eseguire il lavoro. I contenuti di questo script sono i seguenti: = context.request.get( _address, None) if not state.seterror( _address, is required, new_status= failure ) if state.geterrors(): state.set(portal_status_message= Please correct the errors. ) return state Se nessun indirizzo può essere trovato, questo script aggiunge un errore al dizionario degli errori con la chiave _address ed un messaggio. Questa chiave è usata nel modello di pagina per vedere se è stato generato un errore in quel particolare campo. Eseguire lo script Questo esempio ha un semplice script che restituisce i valori (che sono già convalidati) e realizza un indirizzo da questi. Questo è un oggetto Controller Python Script; proprio come un oggetto Script (Python) standard con una variabile aggiuntiva state, e, come un Controller Page Template, possiamo fornirgli azioni per quando esso viene invocato: mhost = context.mailhost address = context.request.get( _address ) administrator address = context. _from_address comments = context.request.get( comments ) # the message format, %s will be filled in from data message = """ From: %s To: %s Subject: Website Feedback %s URL: %s """ # format the message

176 176 INDICE message = message % ( address, administrator address, comments, context.absolute_url()) mhost.send(message) Ora abbiamo visto una semplice script per spedire posta elettronica. Questa è un comune script che vedremo spesso. Fondamentalmente, gli oggetti MailHost in Plone prendono una come una stringa, affinché sia conforme alla specifica Request for Comment (RFC) per la che ha gli indirizzi From e To. In questa , prende l indirizzo dell amministratore che abbiamo specificato nella configurazione del portale e spedisce la posta elettronica a quella persona. L unica parte addizionale di questo script è aggiungere L impostazione dello stato. Questo prepara un messaggio che fornisce alcuni feedback all utente: screenmsg = "Comments sent, thank you." state.setkwargs( { portal_status_message :screenmsg} ) return state Assemblare le tre parti Al momento, comunque esistono tre entità separate: un modulo, un validatore ed uno script d azione. Ora hanno bisogno di essere assemblati per formare una concatenazione, per questo dobbiamo ritornare all oggetto Controller Template. Clicchiamo la scheda Validator, e digitiamo un nuovo validatore che punti allo script valid . Aggiungiamo inoltre un azione di successo per quando il processo abbia correttamente traversato lo script send . Sullo script send , ora possiamo aggiungere un altro traversamento di ritorno a feedbackform così che dopo che viene eseguita correttamente send , l utente sarà rispedito alla pagina originale. Nota Uno script di validazione molto più completo appare in Plone chiamando validate_ addr che controlla che la posta elettronica sia nel formato corretto. Se vogliamo usare invece questo script, possiamo puntare il validatore ad esso. Questo è fatto! Ora dovremmo essere capaci di esaminare il modulo sul sito web del libro. Per renderlo più facile, abbiamo fatto una scheda FeedBack, che punta al modello feedbackform e da qui ora possiamo fornire un feedback su questo libro!

177 Capitolo 7 Capitolo 7: Personalizzare l aspetto di Plone 177

178 178 CAPITOLO 7. CAPITOLO 7: PERSONALIZZARE L ASPETTO DI PLONE

179 Indice Note alla traduzione del capitolo layer: livello Page Template: Modelli di pagina skin: skin, pelle, aspetto breadcrumbs: briciole Nei precedenti due capitoli abbiamo trattato alcune delle componenti essenziali dell interfaccia utente di Plone compresi gli aggetti Script (Python) e i modelli di pagina. È il momento di trattare esattamente come si costruisce l aspetto di un sito Plone. Questo capitolo include gli oggetti dei precedenti capitoli e ne introduce di nuovi. Per partire vediamo tutte le definizioni chiave e gli elementi compresi in un sito Plone. Riparleremo di termini già sentiti come skin e livelli. Poi tratteremo la personalizzazione dell interfaccia utente concentrandoci sulla potenza messa a disposizione dello sviluppatore del sito dal foglio di stile (Cascading Style Sheet - CSS). Parleremo delle variabili chiave e di come sia possibile cambiarle. Riparleremo poi della personalizzazione del logo e degli elementi dello skin mettendo insieme tutti gli argomenti di cui abbiamo parlato nei tre capitoli precedenti. Poi mostreremo come realizzare un nuovo skin e spiegheremo le tecniche per sviluppare tutto questo sul filesystem. Per terminare finiremo il capitolo con un sito di esempio. Mostreremo specificamente il sito Maestro che è stato utilizzato dalla NASA per distribuire dati riguardo i rover su Marte. Quello è un sito ad alto traffico realizzato con Plone e lo skin che usa è un caso interessante per la personalizzazione di un sito. Questo esempio reale su come si può personalizzare e modificare un sito Plone faciliterà la personalizzazione del proprio sito. 7.1 Introduzione agli Skin di Plone Quando viene mostrato un documento in Plone, il contenuto di quel documento appare nell ormai famigliare interfaccia verde e blu. Uno skin determina esattamente come deve essere mostrato all utente quel documento, incluse le immagini e gli stili che circondano il contenuto. Uno skin per gruppi di elementi, riveste quel pezzo di contenuto e lo presenta in una determinata maniera. Per generare la rappresentazione che vede l utente, uno skin include vari elementi, inclusi elementi statici, come delle immagini, e pezzi dinamici, come gli script. Nel precedente capitolo, il modulo per il feedback era un esempio che aggiungeva alcuni elementi allo skin per crearne uno nuovo. Quell esempio conteneva la logica sotto forma di un oggetto Python (script) e nuove pagine sotto forma di modello di pagina (page template). Abbiamo aggiunto quegli elementi allo skin per consentire all utente di interagire tramite il modulo. 179

180 180 INDICE È possibile assemblare un nuovo skin per Plone utilizzando più o meno elementi di uno già esistente. Si possono fare piccoli aggiustamenti o profonde modifiche allo skin come si può notare girando per i siti della comunità come per esempio e Ogni sito Plone deve possedere perlomeno uno skin da utilizzare come default ma può avere quanti skin vogliono gli sviluppatori. Un utente può eventualmente passare da uno skin all altro, se lo sviluppatore del sito ha previsto di renderlo possibile, ma questo caso è applicato raramente. Lo skin Plone predefinito è quello che si può vedere su un sito Plone come con la famigliare interfaccia verde e blu. Ma Plone non deve necessariamente apparire così o essere vagamente somigliante ad un sito Plone (standard n.d.t.), il suo aspetto è completamente nelle nostre mani. Prendiamo per esempio l elenco dei siti che si vede in ciascuno di quei siti mostra una differente personale esperienza per l utente. In molti casi quei siti possono passare da uno skin ad un altro e mostrare all utente aspetti differenti. Altri siti usano la potenza e la flessibilità insita nell interfaccia di Plone per creare e modificare i contenuti internamente mentre mostrano un aspetto completamente differente agli utenti esterni. Abbiamo visto molte discussioni su questo nelle mailing list; Plone deve avere un aspetto simile ad un sito Plone (predefinito n.d.t.)?, Può essere mostrato in un modo ad un utente ed in un altro ad un altro utente?, Può avere l aspetto del proprio sito aziendale? La risposta a tutte queste domande è si : l unico limite è la propria immaginazione (ed il tempo che si è disposti a impiegare nella personalizzazione del proprio sito) Uso dei livelli dentro uno Skin Uno skin è suddiviso per collezioni logiche di modelli e di script dette livelli. La modifica di queste singole collezioni consente la semplice aggiunta o la rimozione di elementi da parte dell utente. I livelli sono rappresentati in uno skin con un elenco gerarchico di cartelle. A ciascun livello corrisponde un nome di una cartella, ed ogni cartella contiene gli elementi dello skin. Per esempio uno skin può avere i seguenti livelli: custom, gruf, plone_ecmascript, plone_wysiwyg... L ordine dei livelli di quest elenco è la chiave di come Plone trova gli elementi. Quando viene richiesto un elemento dallo skin, come per esempio l immagine logo.jpg, lo skin guarda tra i livelli per trovarla. Lo skin parte cercando nel primo livello assegnato (nel nostro esempio custom). Se lo skin non riesce a trovare l elemento nel primo livello, passa al secondo (nell esempio gruf ). Poi prosegue cercando nell elenco dei livelli fino a che non trova l elemento cercato. Se non trova quell elemento solleva un errore 404 e lo passa al browser. Un concetto simile in molti sistemi è l uso della variabile d ambiente PATH. Quando si lancia un comando o si cerca un programma il sistema operativo cerca nelle cartelle del file system specificate nella variabile PATH. Un approccio simile lo si ha con i livelli, quando i livelli sono attraversati alla ricerca di un certo elemento. Predisponendo la precedenza dei livelli superiori rispetto a quelli sotto, gli sviluppatori e gli amministratori possono quindi personalizzare e manipolare il proprio sito tramite i livelli. Se non si desidera un particolare elemento di uno skin Plone, spostandolo in un livello, è possibile deciderne la modalità di visualizzazione. È possibile ordinare i propri livelli con lo strumento portal_skins che affronteremo di seguito Gestire gli Skin con lo strumento portal_skins In Plone per definire le caratteristiche dello skin e dei livelli si usa lo strumento portal_skins. Lo strumento portal_skins fornisce inoltre un servizio ed una API (application programming interface) per la creazione e l uso degli skin. Per accedere allo strumento portal_skins si va nella interfaccia di Zope ZMI e si clicca su portal_skins. Ci sono due schermate chiave nella ZMI; la prima, la scheda Contents, mostra tutte le cartelle e viste delle directory del file system (FSDVs) posizionate dentro questo strumento (vedere Figura 7-1).

181 7.1. INTRODUZIONE AGLI SKIN DI PLONE 181

182 182 INDICE Figura 7-1. I contenuti dello strumento portal_skins in una installazione Plone standard Non tutte le cartelle o le viste delle directory del file system della scheda Contents sono livelli, ma è possibile trasformarle in livelli. Inoltre, la seconda importante schermata, la scheda Properties, mostra tutti gli skin e livelli definiti nel proprio sito Plone (vedere la Figura 7-2). Figura 7-2. Gli skin e i livelli di una installazione Plone standard Come mostra la figura 7-2, l elenco di questi livelli è abbastanza lungo. Sebbene ciò intimidisca, questo gran numero di livelli permette allo sviluppatore un grado di flessibilità e di riusabilità notevole. Ciascuno skin è mostrato sulla sinistra con una propria area di testo sulla destra contenente i livelli di quello skin. Come detto in precedenza, Plone, per trovare elementi, ricerca nei livelli dall inizio alla fine. Ciascun livello è il nome di una cartella o di un FSDV della scheda Contents. Nella Figura 7-2 si vede una cartella plone_ecmascript e in Figura 7-1 c è l oggetto FSDV corrispondente. Un FSDV è un nuovo oggetto di Plone che offre una utile funzionalità; consente l accesso diretto agli elementi dello skin che sono stati definiti nel file system piuttosto che nel database ad oggetti di Zope, come d abitudine. FSDV rende facili lo sviluppo e la personalizzazione. Leggendo direttamente gli oggetti dal file system, per gli sviluppatori è molto più semplice scrivere o modificare il codice che genera il sito. Quando si installa Plone lo skin viene scritto dentro il file system. Quando si personalizza un oggetto se ne fa una copia locale dentro il database di Plone. L uso di un FSDV consente di mantenere una netta separazione tra il codice scaricato dalla rete ed il codice personalizzato nella propria istanza locale. Plone 2 è fornito con due skin, Plone predefinito e Plone Tableless. Lo skin Plone predefinito usa le tabelle per rendere il corpo principale affiancato da due celle di tabella dalle parti contenenti i riquadri (slot) di destra e di sinistra. Per compatibilità con i browser questa è l impostazione predefinita. Comunque, cambiando a Plone Tableless, si ottiene uno skin che sembra uguale tranne che non ci sono tabelle che producono la pagina, il che ci da, come sviluppatori del sito, maggiore flessibilità. Mentre scriviamo lo skin Plone Tableless da un po di problemi con alcuni browser, tipo Internet Explorer. Speriamo che in futuro lo skin Plone Tableless possa diventare lo skin predefinito di Plone. Per cambiare lo skin scorrere fino al fondo del modulo dove si trova lo skin predefinito e selezionare lo skin di default dall elenco di scelte. Selezionando l opzione Skin Flexibility gli utenti potranno scegliere successivamente un proprio skin dalla sezione preferenze personali Ritornando nella scheda Contents dello strumento portal_skins si può notare che alcune delle cartelle, la custom per esempio, sono cartelle standard di Zope. Hanno infatti la normale icona delle cartelle. Altre, per esempio plone_images, sono viste FSDV che puntano ad aree del file system. Queste hanno la stessa icona delle cartelle ma con un lucchetto verde dentro. Questo lucchetto indica che non è possibile aggiungere o modificare degli elementi di una vista FSDV tramite web; è possibile farlo solo tramite il file system. Per capire dove risiedono i file di una vista FSDV nel proprio disco rigido cliccare sulla scheda Properties dell FSDV. Per esempio dalla scheda Contents dello strumento portal_skins cliccare Properties e verrà elencato il path del file system di CMFPlone/skins/plone_images. Questo path è la posizione di questa cartella sul file system relativo alla istanza principale specificata nel processo di installazione. Siccome si possono vedere i file tramite il web nell FSDV oppure dal file system, per leggerli vi si può accedere in entrambi i modi. E siccome visualizzare file tramite il file system è decisamente piu amichevole e facile, ci riferiamo ad un file come al path di un file system, a cui si può accedere con strumenti famigliari. 7.2 Personalizzare gli Skin Abbiamo visto come interagiscono skin e livelli. Ora vediamo come personalizzare un sito Plone. Iniziamo ritornando all esempio del Capitolo 4 dove abbiamo imparato a personalizzare il logo. Usando le conoscenze acquisite su come funzionano gli skin, sapremo proseguire e personalizzare lo skin. Continueremo poi mostrando la potenza del CSS di Plone e come personalizzarlo. Infine tratteremo il modello di pagina principale (main template) che abbiamo già visto nei precedenti capitoli e ripasseremo tutti i suoi elementi.

183 7.2. PERSONALIZZARE GLI SKIN 183

184 184 INDICE Personalizzare il Logo, ripetizione Nel Capitolo 4 abbiamo imparato come personalizzare il logo dell angolo in alto a sinistra del sito Plone ma abbiamo sorvolato su cosa realmente accade. Questa sezione rivisita quell esempio. L immagine logo.jpg è l immagine che appare in ogni pagina nell angolo in alto a sinistra. Vediamo quindi cosa succede quando un browser cerca di visualizzare questa pagina. Quando Plone riceve la richiesta di quella immagine egli cerca tra i livelli per trovare logo.jpg. In un sito predefinito c è un elemento in plone_images denominato logo.jpg. Siccome questo è un oggetto FSVD, come detto precedentemente, non è possibile modificare l immagine via web. In vista di future modifiche al sito non si vorrà neppure modificarlo sul file system. Guardiamo meglio cosa fa il pulsante Customize. Se guardiamo nuovamente questo pulsante possiamo vedere che c è, a sinistra del pulsante, un elenco di scelta di cartelle contenute nello strumento portal_skins. Nota Le cartelle elencate sono quelle esistenti nel database di Zope. Le viste FSDV non sono incluse nell elenco; per default vengono mostrate solo cartelle. Cliccando sul pulsante Customize si crea una copia nella cartella locale dell elemento selezionato nell elenco di scelta. Per default questa è la cartella custom, quidi ora avremo una copia nella cartella custom. Quando Plone cerca l elemento logo.jpg, accede alla versione della cartella custom. Guardando nuovamente i livelli dello skin predefinito di Plone, la cartella custom è il livello in cima allo skin. Quando viene chiamato logo.jpg verrà trovata l immagine nel livello personalizzato (custom). Così è come viene reso il nuovo logo.jpg. Mettere elementi personalizzati nella cartella custom è la strada più veloce per iniziare a distinguere il proprio sito Plone. La cartella custom è una cartella Plone standard ed è quindi possibile inserirvi quanti elementi si vogliono per sovrascrivere gli elementi precedenti Introduzione al foglio di stile (CSS) di Plone La rappresentazione visiva di un sito Plone in un browser è messa insieme quasi interamente usando il CSS. Forse il miglior sistema per capire cosa fa il CSS per un sito Plone è quello di paragonare la Figura 7-3 con la Figura 7-4. La prima mostra Plone con il foglio di stile, e la seconda mostra Plone senza alcun foglio di stile. Figura 7-3. Plone con foglio di stile Figura 7-4. Plone senza foglio di stile Consiglio Se si desidera riprodurre questa visualizzazione, rimuovere l uso del foglio di stile dal browser. Internet Explorer non consente di farlo facilmente ma Firefox ( il browser a sorgente aperto basato su Mozilla, lo fa facilmente. In Firefox selezionare Tools - Web Developer - Disable - Disable Styles. Col suo grande uso di CSS ed altri numerosi strumenti di sviluppo, Firefox è il browser scelto da molti sviluppatori. La differenza non è da poco. Il CSS determina non solo la rappresentazione visiva della pagina ma anche il suo aspetto. Cambiando il CSS è possibile modificare questa rappresentazione e l aspetto di un sito Plone (con i vincoli del CSS). Realizzare l aspetto di Plone utilizzando il CSS è una impressionante attività svolta da talentuosi utenti sviluppatori di interfacce. Quelli che seguono sono alcuni dei benefici dell usare il CSS per determinare l aspetto:

185 7.2. PERSONALIZZARE GLI SKIN 185

186 186 INDICE

187 7.2. PERSONALIZZARE GLI SKIN 187 Il CSS fornisce un livello di separazione tra la presentazione ed il modello di pagina che genera la presentazione. È possibile effettuare molte modifiche senza dover toccare il sottostante modello di pagina. Tutto quello che serve è un esperto sviluppatore di CSS. Il CSS rende più veloce il sito poiché invia file più piccoli. Ciascun file HTML (Hypertext Markup Language) è più piccolo di quanto l aspetto del sito non è descritto nell HTML bensì nel CSS, che può essere mantenuto nella cache. Il CSS consente di personalizzare l aspetto senza rompere il sottostante lavoro sull accessibilità. Livelli del codice Quando viene resa una pagina Plone sono almeno tre i livelli di codice che creano la pagina. Per esempio, per le schede che appaiono in cima ad un sito Plone, questo è il modo come vengono assemblate: Attenzione!????? manca qc??? <lallo> Quindi piuttosto che chiedersi come é possibile personalizzare le schede, è meglio decidere esattamente quale personalizzazione vogliamo fare. Ciò può significare modificare il CSS, l HTML, i dati o le schede sottostanti. Le regole generali sono le seguenti: Attenzione!????? manca qc??? <lallo> In effetti Plone è talmente personalizzabile, a così tanti livelli, che è frequente chiedersi quale sia il punto da personalizzare. Per essere sicuri che future modifiche nei modelli di pagina di Plone non compromettano il design delle nostre applicazioni cerchiamo di non modificare i modelli. Si raccomanda invece di provare a lavorare prima sul CSS e sulle azioni. In questo modo, quando i modelli cambieranno in versioni future di Plone, vi sarà meno possibilità che nasca un problema Personalizzare caratteri, colori e spaziature Il foglio di stile attuale che fa gran parte del lavoro, plone.css, contiene numerose variabili inserite usando il DTML, l HTML dinamico (Dynamic HTML). In questo libro non trattiamo il DTML; questo è probabilmente l unico uso che se ne fa in Plone, quindi non è necessario conoscerlo già, e, se possibile, raccomandiamo di evitare di studiarlo! Il sistema Zope Page Templates ha tutto quello che ci serve. In rete esistono dei riferimenti eccellenti al DTML per Zope; riferirsi comunque a ( La sintassi DTML di questo foglio di stile è veramente semplice; ciascuna variabile è correlata ad un corrispondente attributo di un foglio di proprietà. Per accedere a questo foglio di proprietà cliccare su portal_skins, plone_styles e poi su base_properties. Nella Figura 7-5 si vede come questo file viene mostrato nella ZMI. Figura 7-5. Le proprietà base del foglio di stile Per esempio, dtml-fontcolor; individua la variabile fontcolor e la mette nel foglio di stile in modo che qui fontcolor è black. Ora possiamo vedere dove la variabile è referenziata nel file plone.css. Per accedere al file CSS, cliccare su portal_skins, plone_styles e poi plone.css. In questo file è possibile vedere che mainfontcolor è referenziata in più punti, per esempio è referenziata nel corpo di una pagina; in questo modo:

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189 7.2. PERSONALIZZARE GLI SKIN 189 body { font: dtml-fontbasesize; <dtml-var fontfamily>; background-color: dtml-backgroundcolor;; color: dtml-fontcolor;; } margin: 0; padding: 0; Si può continuare a leggere il foglio di stile, se si vuole realmente, ma cambiare la variabile è sempre il modo più rapido per vedere esattamente su cosa interviene. Ritornare alla ZMI, cliccare portal_skin cliccare su plone_styles, cliccare poi base_properties e quindi cliccare il bottone Customize. Come si potrà vedere, questo creerà un oggetto nella ZMI che è possibile personalizzare. Questa volta l oggetto personalizzato è davvero una cartella che ha le proprietà contenute nella cartella. Per accedere alle proprietà che abbiamo appena personalizzato, cliccare portal_skin, cliccare custom e quindi cliccare base_properties. In seguito, selezionare la scheda Properties (vedere Figura 7-6). Figure 7-6. Le proprietà della cartella Questa elenco di proprietà permette di modificare le proprietà di maincolor a qualche cosa di differente, per esempio red o #cc9900. Cambiare il valore di quella proprietà, e cliccare Save Changes. Ritornando al sito Plone, si dovrebbe quindi vedere il nuovo gradevole colore. Nel Capitolo 4 abbiamo visto un esempio dove, per cambiare una scheda in cima ad una pagina, gli utenti possono cambiare le azioni. Anche se è possibile inserire un azione con il primo carattere maiuscolo (come Members) questa viene poi visualizzate in lettere minuscole nella pagina web. Questo perché il CSS trasforma il testo in minuscolo per via della proprietà texttransform nel foglio delle proprietà. Per bloccare questa trasformazione, cambiare la proprietà texttransform a none. Nel foglio di stile, le proprietà sono definite per tutti i colori, la spaziatura, ed il tipo di carattere usati in un sito Plone. La tabella 7-1 descrive tutti i parametri. Tabella 7-1. Proprietà del CSS Nome della variabile logoname fontfamily fontbasesize fontcolor backgroundcolor linkcolor linkactivecolor linkvisitedcolor borderwidth borderstyle borderstyleannotations globalbordercolor globalbackgroundcolor globalfontcolor headingfontfamily Descrizione Il nome del file del logo del portale La famiglia di caratteri usata per il testo che è un intestazione La dimensione dei caratteri in base alla quale viene calcolato tutto Il colore principale dei caratteri Il colore di sfondo Il colore usato per i collegamenti normali Il colore usato per i collegamenti attivi Il colore usato per i collegamenti visitati Lo spessore di molti bordi in Plone Lo stile delle linee di demarcazione (di default solid) Lo stile delle linee dei bordi attorno ai commenti, e così via Il colore dei bordi usati nelle schede principali, nelle portlet e così via Il colore di sfondo delle schede selezionate, intestazioni delle portlet, e così via Il colore dei caratteri nelle schede e nelle intestazioni delle portlet La famiglia di caratteri per i titoli h1, h2, h3, h4, h5 e h6

190 190 INDICE Nome della variabile Descrizione headingfontbasesize La dimensione usata come base per calcolare le diverse dimensioni dei titoli contentviewbordercolor Il colore del bordo della scheda nella scheda Contents contentviewbackgroundcolor Il colore di sfondo della scheda view nella scheda Contents contentviewfontcolor Il colore dei caratteri delle schede nella scheda Contents texttransform Se trasformare a testo minuscolo le portlet, schede, e così via evenrowbackgroundcolor Il colore di sfondo delle righe dispari negli elenchi oddrowbackgroundcolor Il colore di sfondo delle righe pari negli elenchi notifybordercolor Il colore del bordo degli elementi di notifica p. es.: messaggio di status, calendario notifybackgroundcolor Il colore di sfondo degli elementi di notifica helpbackgroundcolor Il colore di sfondo del calendario e pop-up widget discreetcolor Il colore di crediti, byline del documento, modulo di aiuto portalminwidth La larghezza minima del portale columnonewidth La larghezza della colonna di sinistra columntwowidth La larghezza della colonna di destra Personalizzare il CSS Se si hanno poche personalizzazioni, è possibile metterle in plonecustom.css. Questo è il secondo foglio di stile che viene caricato dopo plone.css. Usando la funzionalità a caduta dei fogli di stile, è possibile applicare qualsiasi modifica a plonecustom.css per sovrascrivere il foglio di stile. Per esempio, per cambiare la byline che appare sul fondo di ciascuna pagina, è sufficente cambiare plonecustom.css. Di nuovo, accediamo al file attraverso la ZMI, e quindi clicchiamo Customize. Questo crea una copia di quel foglio di stile nella cartella custom. Per modificare il byline, muoverlo al lato sinistro ed impostarlo a grassetto, come dimostrato in Figura 7-7. Figura 7-7. Il nuovo byline in grassetto sulla sinistra Per fare ciò aggiungere il seguente: div.documentbyline { text-align: left; font-weight: bold; } Qui abbiamo impostato due attributi per l elemento byline: text-align e font-weight. Notare che non abbiamo cambiato nessun altro attributo dell elemento byline; gli attributi rimasti sono ereditati dal foglio di stile originale. Con alcune semplici linee di CSS, abbiamo cambiato il sito e assicurato che altre modifiche a Plone non influenzeranno il nostro sito. Modificare plonecustom.css è la migliore scelta per delle piccole modifiche. Usando fogli di stile diversi, è possibile utilizzare Plone ed offrire un aspetto diverso a client diversi. Spesso i siti Web hanno un pulsante che stampa una pagina più semplice, senza molta formattazione. Plone attenua questo problema offrendo un foglio di stile separato; quando un browser stampa la pagina, quel foglio di stile formatta la pagina. Tutti i fogli di stile alternativi sono inclusi in cima ad una pagina; si possono trovare cliccando portal_skin, cliccando plone_template e quindi header.pt.

191 7.2. PERSONALIZZARE GLI SKIN 191

192 192 INDICE Nota Un foglio di stile un po insolito è il foglio di stile di proiezione. È supportato solamente da Opera, e quando il browser è usato in modalità a pieno-schermo, le intestazioni girano in pagine separate e mostrano un interfaccia in stile Personalizzare il modello di pagina principale Come visto nel capitolo precedente, per dare un certo aspetto in una pagina a Plone, abbiamo bisogno di usare la macro master del main_template. Ciascuna pagina Plone usa questa macro e quindi riempie gli slot adatti. Dando un sguardo nei dettagli al modello principale, è possibile vedere come una pagina Plone venga costruita da un modello di pagina e quindi vedere con precisione come si possano singolarmente personalizzare quegli elementi della pagina. Se si guarda la pagina principale di Plone, si notano numerosi elementi. La Figura 7-8 mostra una pagina Plone con tutti gli elementi chiave dell interfaccia utente. La Tabella 7-2 descrive ognuno degli elementi ed il loro scopo. Per ogni elemento della Figura 7-8 si trova un numero corrispondente nella tabella. Figura 7-8. Tutti gli elementi principali dell interfaccia utente di Plone Tabella 7-2. Elementi dell interfaccia utente Name Description No. 1 Site logo Mostra il logo. 2 Search form Mostra il modulo ricerca. 3 Portal tabs Mostra le schede in alto nel sito. 4 Personal bar Mostra le informazioni personali di quell utente come il login e la cartella personale. 5 Breadcrumbs Mostra la posizione del contenuto corrente.

193 7.2. PERSONALIZZARE GLI SKIN 193 Name Description No. 6 Left slot Determina dove vengono mostrate le portlet aggiunte con proprietà left_slot. 7 Content tabs Mostra le azioni con la categoria content_tabs per quella parte di contenuto. 8 Content drop-down lists Mostra dei menu a discesa per questo contenuto, il workflow e i nuovi tipi di contenuto. 9 Document actions Mostra le azioni per questo particolare pezzo di contenuto: stampa o Byline Mostra una descrizione del contenuto e del suo autore. 11 Right slot Determina dove vengono mostrate le portlet aggiunte con proprietà right_slot. 12 Footer Mostra le informazioni in fondo alla pagina. 13 Colophon Mostra ulteriori informazioni sotto il piè di pagina. Non abbiamo ancora trattato una sezione di questo modello di pagina: il contenuto. Tutto il testo da Welcome to Plone giù fino a The Plone Team è il contenuto aggiunto e modificato dagli utenti. Questo è lo slot principale del modello di pagina che viene riempito con un particolare tipo di contenuto o modello di pagina, come abbiamo visto. Nel Capitolo 6 abbiamo trattato l uso degli slot; in quel capitolo abbiamo mostrato come, usando lo slot principale, possiamo essere sicuri che il contenuto appaia in una pagina Plone. Quindi, determinati i componenti della nostra pagina Plone, com è possibile personalizzarne una singola parte? La risposta è: trovare la sezione corrispondente nel main_template, vedere quale parte chiama, e poi personalizzarla. Per questa ragione, tratteremo in dettaglio il modello principale. A prima vista, il modello principale appare molto lungo e complicato, ma è costituito essenzialmente tutto da macro, ed il suo scopo principale è di prelevare contenuto da altre aree. È possibile trovare il modello principale cliccando portal_skin, cliccando plone_templates, e cliccando quindi main_template. La filosofia retrostante al modello principale è che un utente non dovrebbe aver bisogno di modificare la configurazione del modello corrente, a meno che si siano pianificate grandi modifiche. Siccome il modello principale preleva tutto il contento da altri posti all interno di Plone, è possibile modificare la pagina così assemblata personalizzando quei singoli elementi. Questo significa che è possibile modificare solo le sezioni che interessano piuttosto che modificare l intero modello. Il modello principale usa pesantemente lo spazio dei nomi dell XML (Extensible Markup Language) per presentare il più semplicemente possibile il codice METAL. Per esempio: <metal:headslot define-slot="head_slot" /> <!--Uno slot dove è possibile inserire gli elementi dell header da un modello--> Qui, il nome del marcatore non è un elemento standard dell XHTML (Extensible HTML); invece, usa il prefisso metal: per definire uno spazio dei nomi come metal:headslot. Questo da i seguenti vantaggi: L elemento headslot è semantico, cioé descrive l elemento. È facile evidenziare che questo è lo slot per aggiungere qualsiasi cosa che si voglia aggiungere in cima alla propria pagina. Gli attributi in quell elemento usano lo spazio dei nomi dell elemento se non altrimenti dichiarato; quindi, invece di metal:fill-slot, si può usare solo fill-slot. Il marcatore corrente non è un marcatore XHTML valido, così non verrà visualizzato. Comunque, se la traduzione del marcatore genera qualcosa di XHTML valido, allora l XHTML viene visualizzato. Quando viene usata una macro, il contenuto nel modello chiamante viene rimosso, così è possibile mettere nel modello chiamante dei commenti inseriti nella macro come testo. Per esempio:

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195 7.2. PERSONALIZZARE GLI SKIN 195 <div metal:use-macro="here/global_searchbox/macros/quick_search"> Il box di ricerca veloce, normalmente posizionato in alto a destra </div> In base al commento, è facile capire che questa macro si riferisce al box di ricerca nell angolo in alto a destra di un sito (elemento 2 in Figura 7-8). Per vedere la macro, si trovi lo script denominato global_searchbox e la macro quick_search contenute al suo interno. Il modello principale continua con macro principali, recuperando informazioni da diversi modelli e script, e costruisce la pagina nel modo giusto. Dopo questa sezione, il modello principale giunge al contenuto principale della pagina che è l oggetto che dev essere reso. Nel Capitolo 6 abbiamo spiegato la differenza tra uno slot ed una macro; ricordiamo che un modello definisce gli slot che poi vengono riempiti dal contenuto. In realtà c è un solo slot di qualche importanza per il contenuto, ed l abbiamo detto molte volte: lo slot principale (main slot). Una argomento comune in Plone che può generare confusione è come definire uno slot all interno di un altro slot (a riempimento). Per esempio, il seguente è la definizione per il css_slot: <metal:cssslot fill-slot="css_slot"> <!-- Uno slot dove si può inserire il CSS da un modello --> <metal:cssslot define-slot="css_slot" /> </metal:cssslot> Questo tipo di schema sembra un pò strano, ma definisce lo slot e quindi ricrea lo slot a riempimento. Se guardiamo attentamente il modello principale, questi slot sono proprio nell header use-macro, così la macro degli header può riempire questo slot. Ma vogliamo anche il modello finale per riempire lo slot, per questa ragione lo slot viene ridefinito. Questo vuol dire che uno slot può essere ora riempito in due posti che è una utile tecnica per modificare i modelli. Continuando l esame per il resto del modello principale, giungiamo alle colonne di sinistra e di destra, al piè di pagina ed al Colophon. Si noti che la colonna sinistra può apparire prima del contenuto principale di una pagina (peraltro, solo se la nostra lingua si legge da sinistra a destra), ma il foglio di stile la mette là. Questo assicura che se si visita il sito con un browser testuale, il contenuto principale appaia prima e non dopo tutte le opzioni di navigazione. Tabella 7-3 Descrive le macro e gli slot del modello principale Nome Descrizione Slot o Macro Cache headers Imposta la cache degli header HTTP per il Macro: cacheheaders in contento. global_cache_settings Head slot Permette al contenuto di aggiungere l elemento Slot: head_slot head di una pagina. CSS slot Permette al contenuto di aggiungere del Slot: css_slot CSS personalizzato per la pagina. JavaScript head slot Permette al contenuto di aggiungere Java- Slot: javascript_head_slot Script personalizzato alla pagina. Site actions Permette di avere una serie di azioni sopra Macro: site_actions in global_siteactions la ricerca. Di default questo permette di cambiare la dimensione dei caratteri. Quick search Portal tabs Il box cerca è mostrato nell angolo in alto a destra. Le schede del portale (normalmente blu) che normalmente sono in alto a sinistra. Le schede realmente mostrate sono determinate dalle azioni. Questo valore determina come le schede sono rese in HTML. Macro: quick_search in global_searchbox Macro: portal_tabs in global_sections

196 196 INDICE Personal bar La barra parsonale in alto a destra: login, logout, e cosi via. Macro: personal_bar in global_personalbar Path bar Il path briciole che inizia con Tu sei qui Macro: path_bar in global_pathbar Content views Le schede in cima al contenuto (normalmente verdi). Queste sono mostrate sola- global_contentviews Macro: content_views in mente se modificabili dall utente corrente. Le schede realmente mostrate sono determinate dalle azioni. Questo valore determina come le schede sono rese in HTML. Content actions Il piccolo elenco drop-down di azioni nell angolo a destra della barra dei contenuti. Portal status message Un messaggio mostrato ogni qual volta qualcosa viene cambiata. Macro: content_actions in global_contentviews Macro: portal_message in global_statusmessage Header L intestazione di un pezzo di contenuto. Slot: header main La parte principale di un pezzo di contenuto. Slot: main Sub La parte inferiore di un pezzo di contenuto Slot: sub dove compaiono i commenti su un oggetto. Left portlets Gli slot o le portlet mostrati a sinistra della Macro: left_column in portlets_fetcher pagina. Ci sono alcune definizioni qui; column-one-slot è l intera colonna sinistra, e portlets-one-slot è l analogo slot. Se non è definito alcuno slot, chiama la macro. Right portlets Gli slot o le portlet mostrati a destra della Macro: right_column in portlets_fetcher pagina. Vedere Left portlets. Footer Copyright e altri messaggi. Macro: portal_footer in footer Colophon Messaggi vari nella parte inferiore. Macro: Colophon in Colophon Dotati di queste informazioni, ora cambiare l aspetto della pagina è solo una questione di personalizzare le macro o gli slot. Si raccomanda nuovamente di non personalizzare realmente il modello principale di pagina stesso, ma di personalizzare invece le parti che vengono chiamate dal modello principale. La sezione successiva mostra alcuni esempi di personalizzazioni che è possibile fare a Plone Frammenti di personalizzazione Le seguenti sezioni mostrano alcuni esempi che dimostrano delle semplici personalizzazioni che si possono fare al proprio sito Plone. Alcune soluzioni offrono uno o due modi diversi di effettuare lo stesso compito Rimuovere un Block Un trucco abbastanza pulito è la possibilità di rimuovere facilmente un blocco dall interfaccia utente come la barra degli indirizzi o il box di ricerca. Abbiamo due modi di farlo; il più ovvio è personalizzare la macro che visualizza l elemento. Per esempio, per rimuovere le briciole, possiamo cliccare portal_skin, cliccare plone_template, cliccare global_pathbar e poi spegnere l elemento (breadcrumbs) al livello del modello di pagina; per esempio, possiamo cambiare il codice che segue: <div metal:define-macro="path_bar" id="pathbar"

197 7.2. PERSONALIZZARE GLI SKIN 197 tal:define="breadcrumbs python:here.breadcrumbs(here); portal_url portal_url here/portal_url"> quindi aggiungiamo le seguenti linee: <div metal:define-macro="path_bar" id="portal-breadcrumbs" tal:condition="nothing" tal:define="breadcrumbs python:here.breadcrumbs(here); portal_url portal_url here/portal_url"> Questo significa che personalizzare un modello di pagina non è proprio un problema e che da ora è un qualche cosa con la quale dobbiamo avere famigliarità. L approccio lievemente diverso è la possibilità di nascondere elementi a livello CSS. Questo vuol dire che l oggetto viene ancora reso e che l HTML viene generato, ma che non viene dato ai client di chi non può vederlo. Siccome l HTML viene ancora generato, questa non è la soluzione ottimale, ma è un bel trucco. La maggior parte degli elementi Plone possiede un identificatore unico Document Object Model (DOM); che, per esempio, nel caso delle briciole è portal-breadcrumbs, come si può vedere nel codice precedente. Per bloccare la visualizzazione di portal-breadcrumbs, semplicemente aggiungiamo a plonecustom.css le seguenti righe di codice: #portal-breadcrumbs { display: none; } Cambiare le schede del portale Abbiamo già mostrato come sia possibile cambiare il testo delle schede del portale cambiando le azioni. Sono visualizzate usando il foglio di stile, e non usando delle tabelle (anche se gli utenti possono pensare inizialmente così). Guardando alla Tabella 7-3, possiamo vedere che il codice per le schede del portale è in portaltabs. Per rendere punteggiato il bordo delle schede non selezionate, si può semplicemente cambiare il foglio di stile plonecustom come segue: #portal-globalnav li a { border: 1px dotted; } Le schede sono una serie elementi composti di elenchi puntati (li) e di ancore (an) HTML, così cambiando il CSS per questi elementi, possiamo cambiare l aspetto delle schede. In un secondo tempo nella sezione Caso reale: Esame dello Skin Nasa mostreremo come cambiare queste schede in immagini. Mediante l uso del CSS si può muovere l ubicazione di qualsiasi elemento tramite l attributo position. Successivamente, trasportiamo le nostre schede in cima allo schermo, sopra il logo ed il box di ricerca. Per fare questo, usiamo il valore assoluto della posizione che permette di definire la posizione usando gli attributi left, right, top e bottom. Aggiungiamo il seguente codice al nostro foglio di stile plonecustom per posizionare le schede del portale in cima al nostro sito Plone: #portal-globalnav { position: absolute; top: 0em; } Questa è una tecnica potente per muovere degli elementi. Ci sono più opzioni per posizionare gli elementi, incluso il posizionamento relativo ma quello richiede un po di lavoro con il CSS per trovare il posizionamento corretto.

198 198 INDICE Muovere gli slot di sinistra e di destra Abbiamo discusso degli slot di sinistra e di destra nel Capitolo 4, ed abbiamo mostrato come aggiungere un nuovo slot all elenco degli slot. Abbiamo potuto anche notare che i termini left slot e right slot possono essere un po fuorvianti. L opzione predefinita è mostrare gli slot in quelle posizioni, ma è facile spostarli. Nota Questo funziona solamente quando si sta usando lo skin Plone Tableless. Questa non è l impostazione predefinita, quindi si dovrà modificare lo skin con lo strumento portal_skin, come discusso precedentemente in Gestire gli Skin con lo strumento portal_skins. Per esempio, se volessimo trasportare la portlet sinistra sul lato destro della pagina, allora potremmo fare questo cambiando plonecustom.css come segue: #portal-column-one { float: right; } #portal-column-content { float: left; } Questo trasporta la colonna più a sinistra sul lato destro e spinge la sezione principale alla sinistra Nascondere l aiuto dei moduli Se volessimo nascondere l aiuto in tutti i moduli,sicuramente non vorremmo cambiare tutti i modelli. Ma potremmo assumere una tattica simile al nascondere la barra degli indirizzi ed impostare solo display:none negli elementi del modulo. Il codice seguente ha l effetto desiderato di non mettere l elemento in ingresso su una nuova riga: div.formhelp { display: none; } La Figura 7-9 mostra la pagina di feedback senza le briciole, con l aiuto nascosto, con le schede punteggiate e con lo slot di sinistra messo sulla destra della pagina, il tutto modificato con solo poche linee di CSS. Figura 7-9. L effetto combinato di alcuni degli esempi Come cercare l elemento X? Come abbiamo mostrato, i modelli, gli script, e le immagini contenute nelle cartelle skin di una installazione Plone creano uno skin Plone. In questa cartella ci sono molti file, cosicché navigare attraverso ogni file sarebbe lungo e controproducente quando questi file vengono modificati. Risulta invece utile per capire le tecniche di base per trovare gli elementi che si vogliono modificare. Si tenga presente a quale livello si vuole personalizzare l elemento. Come precedentemente notato, abbiamo tre livelli per visualizzare un oggetto. Se vogliamo cambiare la rappresentazione visiva o la sua posizione, allora si può cambiare il CSS e non occorre fare ulteriore lavoro.

199 7.2. PERSONALIZZARE GLI SKIN 199

200 200 INDICE Se il CSS non è sufficiente, allora la successiva migliore mossa sarà fare una ricerca nei modelli. Per esempio, supponiamo di voler cambiare il testo che viene mostrato sulla pagina quando un utente si registra, o di voler cambiare l intera pagina. In questo esempio, modifichiamo la pagina mostrata nella Figura 7-10 e lo fa uno script che fa qualche cosa di insolito. Figura La pagina Benvenuto! Ora sei connesso. Ci sono alcuni indizi per trovare questo modello per poi poterlo modificare; li proveremo subito, uno ad uno Cercare usando l URL L URL di una pagina (Uniform Resource Locator) si traduce in una serie di oggetti di Plone che vengono attraversati. Nella Figura 7-10, abbiamo attraversato fino alla pagina login_success. In questo caso, la parte finale dell URL è login_success, come si può vedere nella barra degli indirizzi in figura Quando un oggetto è caricato in un FSDV, l estensione viene eliminata, così da cercare un modello o uno script che inizi con login_success. Figura Cercare un ID In Zope è possibile effettuare questa ricerca con lo strumento portal_skin e cliccando la scheda Find. Una volta là, digitare login_success nel campo with ids. Lasciare inalterate tutte le altre impostazioni, e cliccare il pulsante Find. Sicuramente troveremo il modello login_success. Si può fare questa ricerca anche nel File System, in funzione del proprio sistema operativo e degli strumenti disponibili. Il modo più rapido di trovare questo file in Linux è posizionarsi nella nostra cartella CMFPlone e fare come segue: $ cd skins $ find -name login_success* -print./plone_forms/login_success.pt In Windows, si apra la cartella CMFPlone con Windows Explorer e poi si clicchi sulla scheda Search. Poi inserire il nome del file login_success e cliccare Search. Questo dovrebbe fornire un elenco di file simili. Questa ricerca dovrebbe dare come risultato CMFPlone/plone_forms/login_success.pt. Se si fa la stessa ricerca nella ZMI, cliccare portal_skin, cliccare plone_forms e quindi cliccare login_success Cercare un pezzo di testo Un approccio piuttosto grezzo che qualche volta ha successo è fare una ricerca a pieno testo nel codice per localizzare l elemento che visualizza la pagina. Per esempio, osservando la pagina in figura 7-12, si può vedere che contiene il testo Notice that the top. Il modo più semplice di trovare i bit che visualizzano quel testo è cercarlo. Figura Cercare testo In Zope è possibile anche effettuare questa ricerca con lo strumento portal_skin cliccando sulla scheda Find. Una volta là, inserire Notice that the top (il testo che vogliamo cercare - n.d.t.) nel campo containing. Lasciare invariate tutte la altre impostazioni, e cliccare il pulsante Find. Sicuramente troveremo il modello login_success. Possiamo operare la stessa ricerca anche nel File System, in funzione del nostro sistema operativo e degli strumenti disponibili. Il modo più rapido di trovare questo file in Linux è posizionarsi nella nostra directory CMFPlone e fare come segue:

201 7.2. PERSONALIZZARE GLI SKIN 201

202 202 INDICE

203 7.2. PERSONALIZZARE GLI SKIN 203

204 204 INDICE $ grep -ri "Notice that the top" * plone_forms/login_success.pt: Notice that the top In Windows, aprire la cartella CMFPlone con Windows Explorer e cliccare la scheda Search. Poi digitare i contenuti del file come Notice that the top (il testo che vogliamo cercare - n.d.t.), e cliccare Search. Questo dovrebbe dare un elenco di file simili. Usando questa tecnica piuttosto grezza, abbiamo trovato un modello, login_success, che visualizza il messaggio di ritorno all utente. Questa tecnica ha i seguenti problemi: Cura del contenuto in caratteri minuscoli nel CSS; fare sempre le ricerche in modalità case insensitive (predefinito in Windows). E irritatamente cercare home quando nel modello c è Home e nel CSS è in caratteri minuscoli. Se si sta cercando di farlo in un linguaggio diverso dall inglese, il contenuto potrebbe essere localizzato e causare così il fallimento della ricerca. Occasionalmente potrebbe non esserci testo ricercabile che corrisponda; in questo caso, l approccio raccomandato è di ricercare tramite l URL. 7.3 Creare nuovi Skin e Livelli Finora abbiamo parlato di personalizzare lo skin esistente. Il processo per creare un nuovo skin completo o un nuovo livello non è davvero molto diverso. Trattiamo ora un punto chiave, mettere i nostri modelli e script nel File System. Creare modelli e script nel File System e, in generale, la creazione di nuovi skin e livelli è il miglior modo di garantire a lungo termine la possibilità di manutenzione e la flessibilità. Non solo è più facile creare elementi dello skin con strumenti famigliari nel File System, ma ciò permette anche di ridistribuire più facilmente il nostro codice. Scrivere nel File System è lo stile scelto da quasi tutti gli sviluppatori Plone, con delle modifiche minori, se necessarie, nella cartella custom Realizzare un nuovo skin Come abbiamo visto, uno skin in realtà non è nulla di più di una raccolta di livelli. Per un nuovo skin, vogliamo mettere tutto il nostro codice personalizzato in un solo luogo, così andiamo nello strumento portal_skin, aggiungiamo una nuovo contenitore, e gli diamo l ID custom_chrome. Quindi, per aggiungere un nuovo skin, dobbiamo cliccare su portal_skin, selezionare la scheda Properties, ed aggiungere un nuovo skin sotto il testo Add a new skin. Abbiamo bisogno di inserire una serie di livelli che vogliamo preparare per questo skin. In questo esempio, abbiamo aggiunto un nuovo skin chiamato Custom Chrome ed una serie di livelli, come mostrato in Figura Figura Aggiungere lo skin Custom Chrome Quindi abbiamo aggiunto i livelli per lo skin. In questo caso, lo skin non ha in sé un livello denominato custom; invece ha una cartella chiamata custom_chrome. Abbiamo quindi due diversi skin che usano due livelli e due cartelle. Qualsiasi oggetto aggiunto alla cartella custom_chrome riguarda quello skin, non lo skin predefinito Plone Default.

205 7.3. CREARE NUOVI SKIN E LIVELLI 205

206 206 INDICE Usare Skin multipli Come abbiamo già menzionato, un sito Plone standard possiede due skin, Plone Default e Plone Tableless. Nella sezione precedente, abbiamo aggiunto un nuovo skin, Custom Chrome. Come abbiamo discusso nel Capitolo 4, è possibile impostare lo skin predefinito usando l interfaccia Plone. Cliccare configurazione di plone, e poi cliccare il pulsante Skin. Questo rispecchia le opzioni disponibili nella ZMI dopo avere cliccato portal_skin, selezionato la scheda Properties, ed essere andati in fondo alla pagina. Inoltre abbiamo un ulteriore scelta: REQUEST *nome variabile*. Questa è la variabile richiesta che conterrà le informazioni dello skin dell utente. Il valore predefinito è plone_skin che è il nome del cookie. Ma potrebbe essere passato anche tramite altre variabili di richiesta come una (stringa) query. È disponibile solo dalla ZMI. È inoltre possibile impostare skin programmaticamente. Questo consente agli sviluppatori di mostrare skin diversi ad utenti differenti in base a logiche di affari o del sito. Per esempio, se un utente sta scrivendo contenuto per un sito, potrebbe vedere lo skin standard di Plone. Se invece è un utente anonimo, allora potrebbe vedere uno skin totalmente diverso. Piuttosto che lasciare scegliere all utente, che sia il sito a prendere questa decisione. Se proprio si vuole, si può basare la scelta dello skin sulla cartella a cui si sta accedendo; comunque questo approccio potrebbe portare in confusione, così non lo raccomandiamo. Per cambiare lo skin, aggiungiamo un oggetto Script (Python) chiamato setskin alla radice del nostro sito Plone. Poi aggiungiamo il codice seguente: ##title=skin changing script ##parameters= req = context.request if req[ SERVER_URL ].find( internal.somesite.org ) > -1: context.changeskin("plone Default") context.changeskin("custom Chrome") La vera logica per determinare lo skin dipende dalle regole di affari del sito. In questo caso chiunque acceda a otterrà lo skin predefinito di Plone, e chiunque acceda a visualizzerà lo skin Custom Chrome. Sfortunatamente, un inconveniente è che non si può determinare lo skin in funzione del livello di sicurezza dell utente (per esempio, gli utenti autenticati che vedono uno skin ed i manager un altro). Questa funzionalità piuttosto banale non è ancora disponibile attualmente, senza un pesante hacking del sito Plone. Nota Basare la scelta dello skin sulle informazioni di client non autenticati è pratica comune ma non completamente sicura perché si sta avendo fiducia nelle informazioni del client. L accertare che questo sia sicuro dipende dalle nostre particolari impostazioni di rete. In molti casi, si può facilmente amministrarere questo con un firewall o mediante l uso di un server proxy come Apache che può essere configurato per rendere impraticabili tutte le richieste esterne a Tratteremo l integrazione con Apache nel Capitolo 10. Per attivare questo codice, assegnamo una regola di accesso a questo oggetto. Questo vuol dire che ogni volta che vi sarà un accesso a questo sito Plone, questo script (Python) verrà eseguito. Ogni volta che lo script viene lanciato lo skin verrà impostato in base allo script. Per assegnare una regola a questo script, selezionare dal menu a cascata Set Access Rule e quindi inserire il nome del nostro oggetto Script (Python). Ora proviamolo visitando il sito, e vediamo quale skin otteniamo. Dobbiamo stare attenti con le regole di accesso perché vengono eseguite su ogni chiamata di quella cartella (o del sito Plone); dobbiamo assicurare che siano corrette e che non possa avvenire qualcosa di dannoso. Se abbiamo scritto accidentalmente un oggetto Script (Python) brutto o scorretto e non riusciamo a riavere accesso neppure tramite la ZMI per ripararlo, allora possiamo togliere le regole di accesso riavviando Plone con la seguente variabile di ambiente:

207 7.3. CREARE NUOVI SKIN E LIVELLI 207 SUPPRESS_ACCESSRULE = 1 L Appendice B _ spiega come utilizzare le variabili di ambiente quando non si è famigliari con questo processo Realizzare un nuovo skin nel File System In tutti questi capitoli stiamo usando la ZMI. Ma quello che gli sviluppatori di Plone usano di più per qualsiasi lavoro serio è il File System. Realizzare uno skin nel File System è davvero facile. Andiamo nella cartella home dell istanza della nostra installazione Plone. All interno della directory Products, creiamo una nuova cartella; il nome di questa cartella è il nome del prodotto, così per convenzione è qualche cosa di breve, senza spazi o sottolineature o lettere maiuscole e minuscole mescolate. PloneBookExample, CMFPlone, e PloneSilverCity sono degli esempi. In questa cartella, creiamo un nuovo file chiamato init.py ed una cartella denominata skins. Nel file init.py, dobbiamo aggiungere le due linee seguenti: from Products.CMFCore import DirectoryView DirectoryView.registerDirectory( skins, globals()) Successivamente, riavviamo Plone, e poi clicchiamo su portal_skin per aggiungere un FSDV. Ciò apre un elenco di cartelle registrate. Muoviamoci in giù finché troviamo quello che corrisponde alla cartella che abbiamo registrato; questo sarà il nome della directory con /skin alla fine. Inseriamo un ID che abbia senso, e clicchiamo Add. Ora abbiamo una cartella vuota dove poter aggiungere i livelli del nostro skin Eseguire il debug di uno Skin Un altra ragione per cui abbiamo usato ripetutamente la ZMI, piuttosto che il File System è che quella restituisce gli errori e che è comoda per collocare oggetti all interno di altri. Un ulteriore caratteristica positiva dell uso della ZMI è che i cambiamenti sono immediati. Se si cambia un oggetto e poi si aggiorna, immediatamente si vedono i cambiamenti (presumendo che non usiamo la cache). Questo non avviene con il File System. Se si cambia qualche cosa nel File System, questo non viene aggiornato in Plone. Questo per ragioni di prestazioni. Plone non ha alcun modo di sapere che abbiamo fatto quelche cambiamento, e deve aggiornare la copia di quel oggetto nella cache di Zope. Senza entrare nei meccanismi del sistema di notifica dei file, un sito Plone ha due stati: modalità di produzione e modalità debug. Quando Plone è in modalità di debug, controlla tutte le cartelle, trova i file che sono stati cambiati, e quindi aggiorna Plone. Questo significa che si può fare un cambiamento, ed immediatamente sarà visualizzato. Invece, quando viene eseguito in modalità di produzione, non si vedono le modifiche fatte finché non si aggiorna lo skin (si veda il Capitolo 11) o si riavvia Zope. Per ragioni ovvie, se si sta sviluppando uno skin Plone, eseguire in modalità di debug è quindi il modo migliore. Nel Capitolo 2 abbiamo mostrato come cambiare la configurazione di Plone per eseguirlo in modalità debug. Come veloce riepilogo, apriamo il file zope.conf all interno della cartella etc della nostra installazione ed assicuriamoci che la direttiva debug-mode sia impostata ad on Usare oggetti nel File System I FSDV permettono di mappare solamente quegli oggetti Zope che specificamente sono stati configurati per essere usati in questa modo. Determinano gli oggetti Zope basandosi sull estensione del nome del file. I contenuti di questo file sono i contenuti di un attributo dell oggetto, di solito il contenuto principale, come i contenuti binari di un immagine o il testo contenuto nel modello.

208 208 INDICE Per creare un oggetto nel nostro FSDV vuoto, andiamo semplicemente nella cartella dello skin ed iniziamo aggiungendo i file che corrispondono agli oggetti che vogliamo creare. Una volta che il file è caricato in Zope come oggetto Zope, quell estensione viene eliminata. Per esempio, some_template.pt diventa un modello di pagina nel File System con l ID some_template. La Tabella 7-4 descrive le estensioni. Tabella 7-4. Estensioni Estensioni Tipi di oggetto Oggetto equivalente in Zope.pt,.zpt,.html,.htm Filesystem Page Template Page Template.cpt Controller Filesystem Page Controller Page Template Template.py Filesystem Script (Python) Script (Python).cpy Controller Python Script Controller Python Script.vpy Controller Validator Controller Validator.doc,.pdf,.swf,.jar,.cab,.ico,.js,.css Filesystem File File.gif,.jpg,.jpeg,.png Filesystem Image Image.props Filesystem Properties Object Folder with Properties.zsql Filesystem Z SQL Method ZSQL Method.dtml Filesystem DTML Method DTML Method Quindi, per trovare un immagine nella nostra cartella, vediamo i file.gif o.jpeg. Per cercare un oggetto Script (Python), aggiungiamo quindi un file che termini con.py Impostare i metadati degli oggetti del File System I contenuti extra di un oggetto come titolo, sicurezza o cache sono conservati in un file separato. Questo file ha lo stesso nome del file originale, con aggiunto alla fine.metadata. Se il file originale è, per esempio, logo.jpg, allora i metadati saranno contenuti nel file logo.jpg.metadata. Il file dei metadati è nel formato.ini di Windows con coppie chiave = valore. Questo formato è stato esteso per contenere informazioni su moduli per l oggetto Form Controller che vedremo nella prossima sezione. Tutte le opzioni, anche la presenza di questo file, sono opzionali. Il seguente è un esempio del file: [default] title = Test object cache = RAMCache proxy = Manager [security] Access contents information = 1:Manager,Anonymous Quelli che seguono sono i valori che possono essere impostati in questo file: title Questo è il titolo applicato all oggetto nella ZMI di Plone; questo verrà mostrato nei modelli di Plone. cache Questo è l ID dell oggetto cache nel quale si vuole che l oggetto sia tenuto (in cache). Per default Plone viene fornito con due oggetti per la cache: una gestione della cache RAM (RAM Cache Manager) ed una gestione della cache HTTP (HTTP Cache Manager). Il Capitolo 14 tratta la funzione di questi due oggetti. proxy Questo è il ruolo proxy che si vuole applicare a questo oggetto. Si veda il Capitolo 9 _ per ulteriori informazioni.

209 7.3. CREARE NUOVI SKIN E LIVELLI 209 security Questa è l area della sicurezza che permette l impostazione di più linee. La chiave contiene il nome del permesso. Il lato destro contiene le impostazioni dell acquisizione, seguito dai ruoli separati da virgole. Per esempio, View = 0:Manager significa che solamente gli utenti con i ruoli di member e di manager possono vedere un oggetto, e che le impostazioni di sicurezza non sono acquisite per quel permesso Usare validatori nel File System Per specificare validatori nel File System, si aggiunga il volore validator al file validator del file.metadata dovrebbe essere come questa:.metadata. La sezione [validators] validators = validate_script1, validate_script2 Questo eseguirà i due script di validazione: validate_script1 e validate_script2, in questo ordine. Uno script di validazione esaminerà i dati e, se c è un problema, aggiungerà errori al modulo controller state. I contexttype e le opzioni button hanno bisogno di una sintassi lievemente diversa. Validazioni sono eseguite sul contesto che viene eseguito, per esempio un documento o una immagine. Potremmo avere due differenti validazioni da eseguire una per il documento ed una per l immagine. Per esempio, per avere un diverso script di validazione da eseguire quando questo è invocato come un documento, si aggiunga la linea seguente: validators.document = validate_script2 Possiamo variare la validazione in base al pulsante cliccato sul modulo aggiungendo il nome del pulsante nel modulo al lato sinistro del validatore. Il nome del pulsante deve cominciare con form.button. Per esempio: <input type="submit" name="form.button.button1" value="first" /> Il file metadata dovrà allora somigliare al seguente: validators..button1 = validate_script1 I.. sono uno spazio per il tipo di contenuto, cosicché se, come in precedenza, vogliamo che questo accada per button1 su un documento, allora il file dei metadati dovrà essere come segue: validators.document.button1 = validate_script5

210 210 INDICE Usare le azioni nel File System Trovare esempi di skin su File System ed il libro degli esempi Tutti gli esempi di questo libro sono stati raccolti in uno skin che è possibile installare. Lo si può trovare sul sito web del Plone Book all indirizzo e sul sito web dell editore Apress a È disponibile come un file.zip dello skin; dopo averlo scaricato e decompresso, si troverà che la struttura del file è simile a quella precedentemente descritta. Abbiamo un file init.py ed una cartella di skin. Nella cartella degli skin troviamo una serie di modelli di pagina, oggetti del controllo di validazione e tutti i corrispondenti file con i metadati. Se si vuole installarlo, copiamo la cartella PloneBookExamples nella cartella Products della nostra istanza home. Riavviamo Plone, e quindi clicchiamo configurazione di plone. Selezioniamo Add/Remove Products, e vedremo una proposta per PloneBookExamples; controlliamolo, e poi clicchiamo installa. Ora abbiamo installato i modelli e possiamo andare alla feedbackform per ritrovare il modello di pagina discusso nel capitolo precedente. Quello che ha fatto la procedura d installazione è di automatizzare il processo di aggiunta di un FSDV e successivamente aggiungere un livello per ciascun skin. Se si clicca su portal_skin e poi si seleziona la scheda Properties, vedremo che è stato aggiunto il nuovo livello plone_book_examples. Come per i validatori, possiamo specificare anche azioni nel file.metadata. La sintassi per la sezione delle azioni del nostro file dovrebbe somigliare a questa: [actions] action.success = traverse_to:string:script1 Nell esempio precedente, quando il modulo è inviato e gli script di validazione ritornano con uno stato success, l attraversamento dell azione viene chiamato con l argomento string:script1. Tale argomento è in realtà un espressione. L azione predefinita per lo stato failure è di ricaricare il modulo corrente. Il modulo avrà accesso a tutti i messaggi di errore tramite l oggetto state nelle sue opzioni. Di nuovo, possiamo specificare una particolare azione in un particolare contesto; per esempio, per specificare un azione di successo quando si è su un documento, possiamo fare come segue: action.success.documnent = traverse_to:string:document_script Di nuovo è possibile specificare l azione per il pulsante come segue <input type="submit" name="form.button.button1" value="button" /> aggiungendo il seguente codice al file.metadata: action.success..button1 = traverse_to:string:script1 In questo esempio non abbiamo alcun contesto esplicito, quindi è valido per qualsiasi tipo di contesto. 7.4 Caso reale: Esame dello Skin Nasa Nel gennaio 2004 due sonde della Nasa sbarcarono su Marte: Spirit ed Opportunity. Questi robot, controllati da remoto, perlustrarono la superficie di Marte, inviarono immagini ed analisi della superficie. Le sonde furono un grande successo, inviarono stupende immagini della superficie di Marte che entusiasmarono il mondo. Una piccola parte di questo ingranaggio era un sito web all indirizzo Questo sito pubblicò un programma chiamato Maestro. Per citare il sito web, il suo scopo era il seguente:

211 7.4. CASO REALE: ESAME DELLO SKIN NASA 211 Potete scaricare una versione ridotta del programma che gli scienziati della Nasa usano per guidare Spirit ed Opportunity. Aggiornamenti sono inoltre disponibili per Maestro che contiene i dati reali di Marte che potete aggiungere alla vostra copia di Maestro. Rivolgendosi a Plone, il gruppo responsabile di questo sito sviluppò un sito che mostrava rapidità e facilità di accesso. In quel caso, un gran numero di membri della comunità e di volontari aiutarono i membri del team Maestro a sviluppare il sito. La Figura 7-14 mostra il sito Plone al lavoro. Figura Il sito Maestro Probabilmente riconoscerete dei segni simili ad un sito Plone: le schede in cima, la barra personale nell angolo in alto a destra, e le usuali briciole. Per altre cose, il sito sembra piuttosto diverso da un sito Plone standard. Nelle sezioni seguenti, mostreremo precisamente come questo fu fatto. Bene, in realtà è piuttosto semplice perché la maggior parte dell aspetto fu messo insieme usando il CSS. Ci furono pochi o nessuno cambiamento oltre che cambiare il foglio di stile custom ed alcune nuove immagini. Guardate prima di tutto le modifiche non-css al sito che sono state ottenute cambiando alcuni modelli ed alcune proprietà Rimuovere le portlet ed alcuni degli elementi principali Il sito non ha portlet. Sono stati rimossi perché in questo sito nessuno di loro è utile. Invece, le notizie appaiono sulla pagina iniziale. Per rimuovere queste portlet dal nostro sito, andiamo alla radice del sito Plone e clicchiamo Properties. Nei campi del modulo cancelliamo tutti i valori vicino a left_slots ed a right_slots. Nel sito di Maestro, sono stati rimossi alcuni elementi. Alcune volte abbiamo trovato che questa sia la migliore cosa da fare per le caratteristiche che non sono necessarie in un sito. Può essere un poco faticoso restringere ogni elemento dell interfaccia utente di un sito Plone, ma in realtà non dobbiamo farlo sempre; invece, rimuoviamo solamente gli elementi dei quali non abbiamo bisogno. Alcuni elementi qui sono stati rimossi: le azioni del sito, il box di ricerca, il piè pagina, ed il Colophon. Per terminare, quei modelli che producono il codice furono personalizzati, e poi modificati così che non visualizzassero nulla. Per esempio, per rimuovere il box di ricerca, nella ZMI cliccare su portal_skin, cliccare plone_template, e quindi cliccare global_searchbox. Successivamente, cliccare il pulsante Customize. Poi modificate il modello come segue: <html xmlns=" xml:lang="en" lang="en" i18n:domain="plone"> <body> <div id="portal-searchbox" metal:define-macro="quick_search" tal:condition="nothing"> Nothing to see here. </div> </body> </html> Questa è la tecnica che abbiamo mostrato precedentemente per rimuovere gli elementi; impostare solamente tal:condition sull elemento macro per assicurare che la condizione sia a false.

212 212 INDICE

213 7.4. CASO REALE: ESAME DELLO SKIN NASA Personalizzare i colori Impostare i colori di base del sito nell oggetto base_properties. Questo oggetto è stato personalizzato, ed i colori cambiati con i seguenti colori (se non menzionati, gli altri elementi sono immutati): linkcolor: #776a44 globalbordercolor: #776a44 globalbackgroundcolor: #e0d3ad globalfontcolor: #776a44 Il cambiamento di colore più evidente è il globalbackgroundcolor, che interessa i colori della barra personale e che è stato cambiato da blu a marroncino. Queste modifiche minori ai colori modificheranno il foglio di stile cosicché corrisponderà esattamente alle immagini ed all aspetto complessivo e sembrerà grazioso Creare il foglio di stile La gran parte di questo sito è il foglio di stile che è riportato interamente nell Appendice B _. Qui esaminiamo alcune delle parti principali del foglio di stile. Questo foglio di stile è basato su plonecustom.css che è stato personalizzato nella cartella custom. Poi, alcuni degli elementi della pagina web, sono stati sovrascritti nel nuovo file plonecustom.css. Primo, l intero sfondo per il corpo è impostato al colore # body { background: #343434; } Secondo, il reale contenuto di una pagina Plone, la parte che può essere modificata è contenuta all interno di una classe chiamata documentcontent. Siccome il colore di sfondo dell elemento documentcontent è impostato a bianco nel file principale plone.css, lo sfondo del testo è bianco e forma l area bianca nel mezzo dello schermo. Quindi, l immagine del satellite ed il robot in alto nel sito web è una immagine grande. Si può posizionare in cima usando il CSS. Il codice per farlo è il seguente: #portal-top { background: url(" transparent no-repeat; padding: 162px 0 0 0; position: relative; } Questo codice CSS imposta i parametri per l elemento che ha l ID portal-top. Se si guarda il codice HTML di un sito Plone, si vede l elemento portal-top in cima alla pagina, giusto sotto l elemento body. Impostando lo sfondo per quell immagine all URL dell immagine in questione, si può ottenere la visualizzazione dell immagine. L immagine è alta 162 pixel, e questo è il motivo perché il padding per la cima dell elemento #portal-top è impostato a 162px. Se non si fa questo, allora tutti gli elementi sottostanti saranno spinti su, e si sovrapporranno all immagine. L immagine di testa è larga 677 pixel, e si noterà che il testo nella pagina va a riempire in modo pulito il sotto dell immagine, piuttosto che spuntar fuori a sinistra o a destra. È possibile fare ciò impostando il valore dell elemento a 680px. L elemento HTML visual-portal-wrapper è attualmente giusto sotto il body, e pone l ampiezza per l intero corpo pagina. Il codice di questo è il seguente:

214 214 INDICE #visual-portal-wrapper { width: 680px; margin: 1em auto 0 auto; } Questo imposta l ampiezza fissa per tutte le pagine, che sta bene finché ci si assicura che l ampiezza sia più piccola dell ampiezza dello standard industriale di 800 punti. Nessuna problema per come l utente renda grande la finestra del browser, la parte principale della pagina non crescerà mai oltre quei 680 punti, assicurando che corrisponda gradevolmente all immagine. Probabilmente le altre ovvie modifiche sono le schede in alto nella pagina che ora sono immagini invece dei soliti box standard di Plone. Tre immagini formano le schede in cima alla pagina: uno spazio fra le schede, la parte sinistra della scheda, e la parte destra della scheda. Mettendo insieme queste tre immagini, si ottiene l effetto della scheda. La Figura 7-15 mostra queste tre immagini. Figura Le tre immagini che combinandosi formano la tab Per modificare il CSS, si ricordi che ciascuna delle schede è in realtà un elemento di elenco contenente all interno un elemento con l ID portale-globalnav. Per impostare lo spazio di sfondo fra ciascuna scheda, lo skin prima imposta lo sfondo per l intero elemento. Di nuovo, si noti che mettendo l altezza dell immagine a 21 pixel, l identica dimensione dell immagine, abbiamo assicurato che ci sia lo spazio adatto per l immagine. Il codice è il seguente: #portal-globalnav { background: url(" transparent; padding: 0; height: 21px; border: 0; margin: 0 0 1px 6px; clear: both; } Per impostare l immagine sulla sinistra in fondo della scheda, usare l immagine iniziale. Impostare l immagine iniziale ponendo il valore nell elemento li, piuttosto che nell elemento anchor in questo modo: #portal-globalnav li { display: block; float: left; height: 21px; background: url("/liststart.gif") transparent no-repeat; padding: px; margin: 0 0.5em 0 0; } Finalmente, impostare la parte destra della scheda aggiungendo un immagine all elemento anchor. Per fare questo modificare l elemento anchor all interno della scheda. Il codice seguente mostra dove si imposta l immagine di background perché sia la parte destra:

215 7.4. CASO REALE: ESAME DELLO SKIN NASA 215 #portal-globalnav li a { display: block; float: left; height: 21px; background: url("/listitem.gif") transparent right top; padding: 0 33px 0 0; border: 0; line-height: 2em; color: black; font-size: 90%; margin: 0; } Ora, abbiamo sostituito a sufficenza l aspetto standard delle schede Plone con pulsanti great-looking Creare la pagina Splash Questa pagina ha un altro elemento chiave. La pagina frontale del sito è una pagina splash che mostra un bel grafico ed invita l utente ad entrare. Possiamo aggiungere questo andando nella ZMI e rimuovendo l oggetto index_html che normalmente è là. Una volta rimosso, creiamo un nuovo file chiamato index_html. In questo file, mettiamo del codice personalizzato per realizzare la pagina iniziale, incluso un CSS personalizzato. L elemento principale è un immagine, posta qui dal seguente CSS: div { background: url(/splash.jpg) transparent no-repeat; width: 260px; height: 335px; position: absolute;... } Il rimanente CSS gestisce la posizione del testo ed i collegamenti all interno di quell immagine. Questa pagina non ha alcun elemento Plone; è HTML statico Conclusioni Questo appare come un sito ragionevolmente complesso, con un CSS relativamente semplice che fa la maggior parte del lavoro duro. Usando il CSS abbiamo cambiato l aspetto di Plone senza aver una grande conoscenza di Plone oltre l HTML. Inoltre, assicurando che le immagini siano posizionate usando il CSS, abbiamo conservato le funzioni fondamentali di accessibilità. Grazie alla Nasa ed a tutte le persone della comunità Plone coinvolte per l aiuto dato a questo sito e caso di studio. Questi ringraziamenti includono ma non sono limitati solamente a John Graham, Alma Ong, Joe Geldart, Michael Zeltner, e Tom Croucher. Duplicate explicit target name: appendice b.

216 216 INDICE

217 Capitolo 8 Capitolo 8: Gestire il controllo di flusso (workflow) 217

218 218 CAPITOLO 8. CAPITOLO 8: GESTIRE IL CONTROLLO DI FLUSSO (WORKFLOW)

219 Indice Note alla traduzione del capitolo workflow: controllo di flusso state: stato transition: transizione worklist: elenco lavori owner: possessore pending: proposto, in revisione namespace: spazio dei nomi issue, report bug: problema Uno dei punti di forza di Plone è lo strumento per il controllo di flusso. Il controllo di flusso ci porta in uno dei temi centrali della gestione di contenuti che è la separazione di logica, contenuto e presentazione. Questo capitolo tratta nel dettaglio il controllo di flusso. Il capitolo inizia trattando alcune definizioni chiave correlate al controllo di flusso e agli strumenti coinvolti in modo da poter iniziare a concettualizzare il controllo di flusso. Una volta chiariti i concetti discutiamo di come aggiungere e modificare il proprio controllo di flusso. In questo capitolo presentiamo alcune semplici modifiche che è possibile fare al controllo di flusso predefinito di Plone. Una serie di esempi aiuta a realizzare obiettivi come la creazione di notifiche, lo spostamento di contenuti e così via. Infine mostriamo le più avanzate funzionalità di sviluppo del controllo di flusso e i più importanti strumenti disponibili. 8.1 Cos è il controllo di flusso? Il Controllo di flusso è una catena di azioni che avvengono su qualcosa per raggiungere uno scopo. Il controllo di flusso esprime spesso delle regole di lavoro esistenti. Ogni attività ha sue differenti regole e sistemi di amministrazione che devono essere svolti da un azienda. Alcuni esempi possono essere: Prima che l orario di un dipendente sia approvato deve essere visto e controllato da un supervisore. In una fabbrica di apparecchi per ogni oggetto costruito, agli utenti deve essere comunicata ogni variazione dell ordine e dell oggetto appena ciò sia stabilito in fabbrica. 219

220 220 INDICE Prima di pubblicare una pagina di un sito web questa dev essere approvata dal responsabile del marketing, approvata dal responsabile del sito e tradotta da un traduttore. Il controllo di flusso separa la logica di queste regole di affari e uniforma il modo di concepire questi cambiamenti. Separando la logica, è poi facile per gli affaristi cambiare l applicazione per centrare i loro obiettivi e le loro regole di affari. Spesso le applicazioni provano a forzare un controllo di flusso su un lavoro perché tale controllo è codificato dentro l applicazione stessa. 8.2 Capire il controllo di flusso in Plone Lo strumento del controllo di flusso di Plone fornisce alcune funzionalità e limitazioni che sono decisive per capire il controllo di flusso di Plone stesso. Il prodotto per il controllo del flusso usato da Plone è il DCWorkflow che un prodotto a sorgente aperto rilasciato dalla Zope Corporation. Sono disponibili altri strumenti per il controllo di flusso ed alcuni stanno per essere incorporati in Plone, come OpenFlow ( - prodotto da italiani! n.d.t.). Comunque, per il momento, DCWorkflow è sufficentemente semplice e potente e fornisce tutte le funzionalità di cui hanno bisogno la maggior parte degli utenti. Il DCWorkflow assume che vi sia un oggetto nel sistema che sia sottoposto al controllo di flusso - per esempio un pezzo di contenuto o un elemento. Assume poi che oggetti dello stesso tipo siano sottoposti al medesimo controllo di flusso. Riproponendo un tipo di contenuto (vedere il Capitolo 11 per ulteriori informazioni su questo argomento) si possono avere contenuti simili sottoposti a controlli di flusso differenti. Il sistema DCWorkflow è incluso in Plone e quindi non vi è nulla di extra da installare. Nella ZMI (l Interfaccia di Gestione Zope Management Interface) è rappresentato dall oggetto portal_workflow Concettualizzare un Controllo di Flusso Prima di spiegare un controllo di flusso spieghiamo alcuni semplici elementi della terminologia: stati e transizioni. Uno stato è una informazione su un elemento di contenuto in un particolare istante. Esempi di stato sono privato, pubblicato, in revisione e bozza. Tutti i controlli di flusso hanno come minimo uno stato di partenza con cui parte ogni contenuto. Il controllo di flusso passa poi il contenuto attraverso una serie di stati sia per l intervento dell utente che per qualche processo automatico. Quando in contenuto raggiunge uno stato finale, rimane in quello stato per un lungo periodo (normalmente per sempre). Il contenuto può arrivare ad uno o più differenti stati finali nel processo di un controllo di flusso. Per spostare da uno stato ad un altro un certo pezzo di contenuto è necessaria una transizione. Una transizione congiunge uno stato iniziale con uno stato finale. Una transizione può avere molte funzionalità associate, come vedremo più avanti, ma, per il momento, ci basta sapere che una transizione sposta un contenuto da due stati. Una transizione viene normalmente impostata da qualche forza esterna come il click di un utente su un pulsante di una pagina web o uno script che interagisce con una pagina. Visualizzare un controllo di flusso, specie quando si parla di qualcosa di nebuloso come contenuto, può confondere un po. Può aiutare il pensare ad una scadenza giornaliera. Un caso così, l esempio seguente mostra il controllo di flusso di un conto di una carta di credito, si è fortunati se lo si riceve ogni mese: 1. La compagnia emittente prepara un conto e ce lo invia tramite Riceviamo il conto e lo mettiamo sulla scrivania. Talvolta il conto sta li sulla scrivania per qualche tempo in attesa della fine del mese. Occasionalmente è necessario chiedere spiegazioni a qualcuno a proposito di certe spese del tipo Cos erano quei vestiti che hai comperato?. 3. Per qualsiasi domanda o problema importante si torna alla compagnia emittente causando talvolta l emissione di un nuovo conto (sebbene questo avvenga molto raramente).

221 8.2. CAPIRE IL CONTROLLO DI FLUSSO IN PLONE Normalmente, alla fine del mese, quando si fanno tutti gli addebiti, poi si paga il conto. Da questo quindi si possono ricavare alcuni stati. Guardando i passi precedenti vediamo che non è proprio necessario creare altri stati per ricevere il conto, inclusi l aprirlo e metterlo sulla scrivania. Ugualmente non dobbiamo preoccuparci per ogni movimento che arriva. Anche se questi sono tutti passi validi che realmente avvengono, provare a fare un controllo di flusso per tutti gli stati può essere macchinoso. É possibile, piuttosto, riassumere il controllo di flusso nei seguenti stati: Emissione Il conto della carta di credito viene preparato per esserci spadito. Revisione Riceviamo il conto della carta di credito e lo mettiamo sulla nostra scrivania per controllarlo Pagamento Il conto della carta di credito viene pagato, messo in archivio e dimenticato per sempre. Ora che abbiamo estratto gli stati possiamo pensare ai cambiamenti che avvengono. Per ugnuno di questi stati dev esserci almeno una transizione che possa cambiare da uno stato ad un altro il conto: Invio La banca spedisce il conto della carta di credito Pagamento Paghiamo il conto della carta di credito. Rigetto C è qualcosa di sbagliato nel conto e non viene approvato. La Figura 8-1 mostra questo insieme di transizioni e di stati. Nella figura i riquadri rappresentano gli stati con il loro nome scritto dentro. Le frecce rappresentano le transizioni da uno stato al prossimo con il nome della transizione in corsivo. Figura 8-1. Una semplice macchina degli stati per il pagamento dei conti delle carte di credito. Abbiamo quindi estratto questi processi di lavoro per pagare il conto di una carta di credito con un controllo di flusso. Il prossimo passo è pensare ai ruoli ed alla sicurezza relative al conto della nostra carta di credito. Questo controllo di flusso ora contiene la logica del lavoro per una applicazione che debba processare le carte di credito Capire Ruoli e Sicurezza nel Controllo di Flusso In qualsiasi sistema complesso si hanno utenti di tutti i ruoli e gruppi. I ruoli in Plone danno una grande flessibilità sulla sicurezza ma possono anche renderla più complicata. Il Capitolo 9 _ tratta della sicurezza, dei ruoli locali, dei gruppi ma in questa sezione trattiamo alcuni punti chiave sul come questi argomenti sono correlati al controllo di flusso. Quando un pezzo di contenuto passa da uno stato ad un altro del controllo di flusso, il processo di controllo può cambiare le impostazioni di sicurezza di quel contenuto. Le impostazioni di sicurezza determinano quale utente può effettuare quella azione su quel pezzo di contenuto. Manipolando le impostazioni di sicurezza del controllo di flusso, è possibile causare la modifica della sicurezza di un pezzo di contenuto durante il suo ciclo vitale. Gli utenti provenienti da sistemi statici o da Zope spesso sono confisi in quanto, in Zope, tutti i pezzi di contenuto hanno le medesime impostazioni di sicurezza durante l intera loro vita.

222 222 INDICE Ritornando all esempio, noi possiamo interferire con le impostazioni di sicurezza del conto della carta di credito. Un modo per rappresentarlo è quello di produrre una tabella che espanda in termini generici la sicurezza delle transizioni che possono avvenire in ciascuno dei vari stati, come mostrato in Tabella 8-1. Tabella 8-1. Le Transizioni e le Entità che possono farle Stato Noi Banca Emissione Invia Revisione Paghiamo Rigetta Pagamento A questo punto nella Tabella 8-1 vediamo le transizioni e chi può farle. Non abbiamo ancora pensato all accesso che deve effettuare ciascun utente per realizzare una azione su un oggetto in ogni punto. Per esempio in quale punto è possibile che qualcuno modifichi il conto, e quando può essere visto questo? Queste sono dette azioni nella terminologia Plone, come viene mostrato nella Figura 8-2. Speriamo di avere solo noi l accesso agli ordinativi della nostra carta di credito! Ugualmente in ogni passaggio la banca è in grado di vedere il conto della carta di credito e di rispondere a domande su di essp. Tabella 8-2. Le Azioni e le Entità che possono farle Stato Noi Banca Emissione Vede, Modifica Revisione Vediamo Vede Pagamento Vediamo Vede In realtà, quando viene emesso, non ci è possibile modificare il conto della nostra carta di credito, solo la banca lo può fare. Possiamo mandare di ritorno il nostro conto respingendolo ma la banca non è detto che voglia le nostre modifiche. In una situazione come questa assumiamo che la banca sia proprietaria del conto della carta di credito. Ciò dimostra il concetto detto possesso. Possiamo ricevere conti di carte di credito diverse da banche diverse ed in ciascun caso possiamo pensare alla banca come alla proprietaria del conto. Ciascuna banca possiede il proprio conto di carta di credito ma la banca A non possiede il conto della banca B. La Tabella 8-3 combina le transizioni con le azioni cambiando rispettivamente i termini Noi e Banca con Pagante e Possessore Tabella 8-3. Le Transizioni e le Azioni Combinate, più i Ruoli della gente Stato Pagante Possessore Emissione Invia, Vede, Modifica Revisione Paga, Rigetta, Vede Vede Pagamento Vede Vede Ovviamente questo è un esempio alquanto limitato, ma illustra com è possibile applicare un controllo di flusso a degli stati base. Qui potrebbero avvenire altri tipi di transizione, per esempio, saremmo più che felici se qualcun altro pagasse il conto della carta di credito per noi, ma ciò è talmente improbabile che non lo aggiungeremo al controllo di flusso o alla sicurezza. Prima di mostrare come creare e modificare il controllo di flusso vediamo il controllo di flusso predefinito di Plone.

223 8.2. CAPIRE IL CONTROLLO DI FLUSSO IN PLONE Introduzione al controllo di flusso di Plone Plone è fornito di un insieme di controlli di flusso predefiniti per il nostro sito. Questi controlli di flusso prevedono una percorso logico nello spostamento dei contenuti dentro un sito Plone. Un sito Plone standard ha due controlli di flusso: il controllo di flusso normale e il controllo di flusso delle cartelle. Le seguenti sezioni trattano a turno ciascuno di questi. Controllo di flusso predefinito (Default Workflow) Nel Capitolo 3 _ abbiamo trattato il controllo di flusso e le impostazioni della pubblicazione dei contenuti predefiniti. Abbiamo discusso di ciascuno stato del controllo di flusso. Comunque una immagine è meglio di migliaia di parole così la Figura 8-2 mostra gli stati del controllo di flusso predefinito fornito con Plone. Figura 8-2. Il Controllo di Flusso predefinito fornito con Plone La Figura 8-2 mostra i principali stati e transizioni. Questa immagine ha una linea grigia punteggiata che rappresenta una sorta di divisione della sicurezza. A sinistra della linea è la parte dove normalmente i possessori del contenuto interagiscono con il contenuto stesso. A destra di quella linea c è la parte dove sono i revisori che interagiscono con i contenuti.

224 224 INDICE Nota Il possessore di un contenuto è la persona che ha creato in origine il contenuto. Un possessore è un particolare collaboratore di un siti Plone. Sebbene esisteno molti membri in un sito solo una persona può essere il possessore di un pezzo di contenuto di un sito Plone. Siccome il ruolo di possessore viene determinato quando un oggetto viene creato, il ruolo di possessore è un ruolo speciale. Come nell esempio della carta di credito, esiste un insieme di impostazioni di permessi per il controllo di flusso predefinito. La Tabella 8-4 mostra tutti i permessi e gli stati. Tabella 8-4. I Permessi predefiniti del Controllo di Flusso Stato Anonimo Autenticato Possessore Manager Revisore Proposto View View View Edit Edit Privato Edit Edit View Pubblicato View View View Edit View Visibile View View Edit Edit View View fa riferimento ai seguenti permessi: Access Contents Information e View Edit fa riferimento al seguente permesso: Modify Portal Content Come si può vedere nella Tabella 8-4, l impostazione predefinita è che solo quando un contenuto è nello stato privato è certamente nascosto a qualsiasi altra persona. Quando un contenuto è nello stato Pubblicato solo un manager può modificarlo. In una prossima sezione, Modificare i permessi, vedremo come cambiare facilmente questi permessi via web. Controllo di Flusso delle Cartelle Abbiamo trattato anche il controllo di flusso delle cartelle nel Capitolo 3 _ quando abbiamo parlato la pubblicazione dei contenuti. Comunque, come abbiamo notato in quel capitolo, non esiste lo stato Proposto (Pending) per le cartelle. Abbiamo invece un controllo di flusso più semplice, come mostra la Figura 8-3.

225 8.3. AGGIUNGERE E MODIFICARE IL CONTROLLO DI FLUSSO 225 Figura 8-3. Il Controllo di Flusso predefinito per le cartelle fornito con Plone Altri Controlli di Flusso In un sito Plone sono disponibili numerosi controlli di flusso, inclusi controlli privati, controlli per comunità, controlli per la pubblicazione diretta (one-step workflow n.d.t.) e così via. ZopeZen ha un suo controllo di flusso come pure PloneCollectorNG. DCWorkflow ha ben quattro controlli di flusso. Attualmente vi sono due controlli di flusso nel prodotto PloneWorkflows del progetto collettivo in SourceForge ( il controllo di flusso per comunità e quello per la pubblicazione diretta. Il primo è molto simile al controllo di flusso predefinito di Plone con poche variazioni. Il controllo di flusso per la pubblicazione diretta ha solo due stati: Privato e Pubblicato. Al momento non è semplice installare e disinstallare i controlli di flusso, e non c è un modo semplice per far transitare i contenuti da uno stato ad un altro. Per esempio se si installa il controllo di flusso per la pubblicazione diretta su uno stato già esistente, sarà necessario aggiustare gli stati di tutti gli oggetti per metterli in uno degli stati nuovi. Questa è probabilmente una situazione semplice, ogni cosa nello stato Pubblicato può rimanere com è, mentre tutto il resto deve passare allo stato Privato. 8.3 Aggiungere e modificare il Controllo di Flusso Ora che abbiamo parlato del controllo di flusso predefinito arriviamo al punto chiave che con ogni probabilità abbiamo già in mente: Come possiamo cambiare le impostazioni predefinite? Ebbene, come con quasi tutto in

226 226 INDICE Plone, è possibile aggiungere, modificare e cancellare tutto di un controllo di flusso tramite la ZMI. Lo strumento che gestisce i controlli di flusso è il portal_workflow. Nelle sezioni che seguono vedremo come vengono assegnati i controlli di flusso e poi entreremo nei dettagli di tutte le sue impostazioni Impostare il Controllo di Flusso per un Tipo di Contenuto Dopo aver cliccato su portal_workflow possiamo vedere un elenco di assegnamenti dei controlli di flusso. Una caratteristica del DCWorkflow è che ogni tipo di contenuto ha uno ed un solo controllo di flusso a lui assegnato; la Figura 8-4 mostra questi assegnamenti.

227 8.3. AGGIUNGERE E MODIFICARE IL CONTROLLO DI FLUSSO 227 Figura 8-4. L elenco dei controlli di flusso per tipo In questa pagina vediamo un elenco con ogni tipo di contenuto ed il controllo di flusso che vi è applicato. Se non è specificato alcun controllo di flusso (in altre parole, se il valore è a blank), allora non viene applicato alcun controllo. Come esempio, l impostazione predefinita per il tipo Portal Site è a blank. Sicuramente non si desidera provare a far transitare ad altro stato il sito Plone medesimo ma solo gli oggetti contenuti. Se il valore è Default, a questo tipo di contenuto verrà applicato il controllo di flusso predefinito in cima alla pagina. Nella Figura 8-4 viene applicato il controllo di flusso folder_workflow ai tipi tema e folder, mentre per tutti gli altri tipi viene applicato il controllo plone_workflow. I nomi dei controlli di flusso riferiscono al nome degli oggetti

228 228 INDICE di controllo importati o creati con lo strumento di controllo del flusso. Per ulteriori informazioni sui controlli di flusso disponibili, selezionare la scheda Contents. Questa apre l elenco dei controlli di flusso che vengono letti nel sistema, come mostra la Figura 8-5. Figure 8-5. I Controlli di Flusso disponibili È possibile aggiungere controlli di flusso cliccando sul pulsante Add Workflow. Questo apre l elenco dei controlli disponibili, per crearne uno selezionare un tipo di controllo di flusso ed inserire un nome per esso. Per creare un controllo di flusso che sia vuoto ma che sia configurabile via web, selezionare dc_workflow e dargli un nome appropriato; per esempio inserire mio_workflow Modificare un Controllo di Flusso Nella scheda Contents è possibile cliccare su un controllo di flusso per accedere alla schermata della gestione di quel workflow: a tutti gli stati, transizioni e funzionalità associate. La serie di schede in cima alla pagina mostrano molto bene le funzionalità del controllo di flusso: Stati, Transizioni, Elenco lavori, Script e Permessi. Giriamo ora in tutte queste schede ed in alcune altre opzioni che sono disponibili. Se non altrimenti specificato tutte le prossime schede sono accessibili da questa pagina principale del controllo di flusso. La creazione o la modifica di un controllo di flusso può richiedere molti click e può fare un po di confusione. Se siamo sviluppatori ci terremo all uso del file system e volendo, fare tutto con Python, parleremo di questo più avanti in questo capitolo nella sezione Scrivere un Controllo di Flusso in Python. Impostare lo Stato Iniziale Per impostare lo stato iniziale andiamo nella scheda States dove vediamo gli stati disponibili e dove possiamo notare che, vicino ad uno, c è un asterisco, come mostra la Figura 8-6.

229 8.3. AGGIUNGERE E MODIFICARE IL CONTROLLO DI FLUSSO 229 Figura 8-6. Impostare lo stato iniziale per questo controllo di flusso Impostiamo lo stato iniziale per il nostro controllo di flusso spuntando il box accanto allo stato e cliccando poi Set Initial State. Qualsiasi contenuto generato con questo controllo di flusso avrà quello stato iniziale. Qualsiasi contenuto già esistente rimane nello stato in cui si trovava; cambiare lo stato iniziale successivamente non modifica lo stato. Per ciascun controllo di flusso è possibile impostare solo lo stato iniziale. Come impostare lo stato iniziale a privato In molti siti può avere senso che un contenuto non venga mostrato o che non sia accessibile agli utenti, se non ai soli amministratori o ai possessori, se non dopo che sia stato completato. La maniera migliore per ottenere questo è quello di impostare lo stato iniziale degli oggetti a qualche valore che garantisca questo grado di sicurezza: per esempio, privato. Nello stato privato solo i revisori, i manager e i possessori possono vedere l elemento. Per impostare lo stato predefinito a privato dalla ZMI, cliccare su portal_workflow e selezionare la scheda Contents. Poi cliccare plone_workflow, selezionare la scheda States e poi scegliere lo stato predefinito spuntando il box accanto a private. Cliccare infine il pulsante Save Changes. Ora i nuovi contenuti nascono nello stato private e non sono più accessibili da tutti. Attenzione! nell originale c è un errore? dice di spuntare accanto a visible - lallo

230 230 INDICE Modificare gli Stati La scheda States elenca gli stati che sono definiti in questo controllo di flusso. All inizio del capitolo abbiamo detto che uno stato rappresenta un oggetto in un determinato istante. Ogni stato ha un ID unico che usualmente è un semplice verbo come in revisione o pubblicato (pending, published). Per aggiungere uno stato inserire un ID e cliccare Add in fondo alla pagina. Sono visibili anche le seguenti opzioni: Title Il titolo dello stato viene mostrato nel sito Plone e dev essere quindi user-friendly. Description La descrizione può essere una lunga descrizione dello stato. Non viene attualmente mostrata agli utenti ma potrebbe esserlo in futuro. Possible transitions Questa elenca tutte le possibili transizioni che possono intervenire sullo stato. Quest elenco contiene elementi solo se realmente esiste almeno una transizione nel sistema. Selezionare semplicemente le transizioni di cui abbiamo bisogno per questo stato. Selezionando una transizione per questo stato stiamo scegliendo che il punto iniziale per questa transizione sia questo stato. Per modificare uno stato, inserire le modifiche e premere Save per confermare. La scheda Permission si aprirà con i permessi che verranno applicati ad un oggetto quando si troverà in questo stato. Ciò può significare il cambiamento dei permessi su un oggetto quando arriva (transiziona) a questo stato. Il modulo è sufficentemente auto esplicativo; per abilitare l utente anonimo a vedere l oggetto, spuntare il box che corrisponde a View ed ad Anonimous e cliccare Save, come mostra la Figura 8-7. Figura 8-7. Pagina dei permessi degli stati Se si cambiano i permessi per un certo stato del controllo di flusso nasce un problema che è necessario risolvere. Ogni contenuto esistente in quello stato non ha impostati i nuovi permessi. Quel contenuto ha i permessi del

231 8.3. AGGIUNGERE E MODIFICARE IL CONTROLLO DI FLUSSO 231 vecchio controllo di flusso ed è necessario aggiornarli. Quando abbiamo finito di fare tutte le modifiche andiamo alla pagina principale del controllo di flusso e clicchiamo su Update Security Settings, come mostra la Figura 8-4. Questo aggiornamento può prendere un bel po di tempo in quanto dipende dal numero di oggetti su cui si interviene. La scheda Variables consente di assegnare un valore ad una variabile quando l oggetto è in questo stato. Il controllo di flusso determina l elenco delle variabili disponibili per ciascun stato. Per maggiori informazioni vedere la sezione Modificare le variabili Modificare le transazioni La scheda Transitions elenca le transizioni che esistenti in questo controllo di flusso. All inizio del capitolo abbiamo detto che una transizione rappresenta i possibili cambiamenti dello stato di un oggetto. Ciascuna transizione ha lcune variabili che sono mostrate nella pagina di sommario. Per aggiungere una transizione inserire un ID e cliccare Add in fondo alla pagina, come mostra la Figura 8-8.

232 232 INDICE Figura 8-8. Pagina di dettaglio della transizione Se ora clicchiamo su una transizione apriamo i seguenti dettagli per questa transizione: Title È il titolo di questa transizione. Description La descrizione dettagliata per questa transizione. Destination state È lo stato che sarà raggiunto dopo questa transizione. Lo stato sorgente iniziale è definito assegnando la transizione allo stato.

233 8.3. AGGIUNGERE E MODIFICARE IL CONTROLLO DI FLUSSO 233 Trigger type Indica come verrà svolta questa transizione. Automatic significa che avviene appena un oggetto arriva a questo stato. Initiated by user action è la scelta più comune ed è che un utente debba attivare la transizione cliccando un collegamento. Script (before) Esegue questo script prima che avvenga la transizione. Script (after) Esegue questo script dopo che la transizione è avvenuta. Guard È il grado di sicurezza per questo stato (spiegata brevemente). Display in actions box Indica come viene mostrata questa transizione in Plone. Inserendo un valore assicura che la transizione sia inserita come azione. Si potrà quindi ottenere la transizione come azione chiamando le azioni. Tra questi valori il Destination state è davvero interessante. Anche se abbiamo sostenuto in precedenza che le transizioni normalmente cambiano uno stato, ciò non è richiesto. Siccome ogni transizione è in grado di lanciare script e scrivere qualcosa nella history, a volte è utile non cambiare stato. Per un esempio di questo modo d uso, vedere la sezione Uso del controllo di flusso per tracciare le modifiche, più avanti in questo capitolo. Se vogliamo che la transizione cambi lo stato, selezioniamo il nuovo stato come stato di destinazione. Una transizione può avere più punti di partenza ma solo una destinazione; se abbiamo bisogno di avere destinazioni multiple sono necessarie altrettante transizioni. Possiamo specificare script da eseguire prima o dopo la transizione. Due semplici esempi sono muovere un oggetto in un controllo di flusso e inviare una notifica . La sezione Problemi comuni ed esempi tratta entrambi i casi. Prima che qualsiasi transizione possa essere eseguita, una sentinella di guardia controlla l intera transizione assicurando che l utente che ha lanciato la transizione abbia i diritti per farlo. La sentinella è composta dai seguenti tre componenti: Permission(s) Sono i permessi richiesti. Permessi multipli devono essere separati da punti e virgola (;). Role(s) Sono i ruoli richiesti. Ruoli multipli devono essere separati da punti e virgola (;). Expression È una espressione del controllo di flusso. Per ulteriori informazioni vedere la sezione Modificare le espressioni del controllo di flusso più avanti in questo capitolo. Per ciascun valore specificato la sentinella deve valutarla a true prima di poter continuare. Se la prova con uno di questi valore fallisce, la transizione non viene eseguita. Si noterà che solitamente le sentinelle hanno specificati solo uno o due valori. Modificare le variabili La scheda Variables elenca le variabili che sono state create e modificate nel controllo di flusso. Non ne abbiamo parlato molto finora perché ci siamo concentrati sugli stati e sulle transizioni. Questa sezione tratta delle variabili. Non sempre è possibile, e non si consiglia di provarlo, incapsulare tutte le informazioni necessarie in un controllo di flusso, semplicemente usando gli stati e le transizioni. Ma è possibile usare le variabili per contenere alcune informazioni correlate al controllo di flusso. Come, nel precedente esempio della carta di credito, il conto può essere pagato in svariati modi (Servizio di Internet banking, assegno e così via). È possibile conservare l ammontare del metodo (100 Euro, per esempio) in una variabile. Ad un rigetto o modifica del conto questo ammontare dovrà essere aggiornato. Lo scopo di una variabile è di avere qualcosa che cambia al cambiare di ogni stato e transizione. Ritornando alla pagina principale del controllo di flusso, clicchiamo la scheda Variables per vedere l elenco di tutte le variabili. Per aggiungere una variabile, inserire l ID per la variabile e premere su Add in fondo alla pagina. Per determinare in qualsiasi momento in quale stato si trovi un oggetto, il DCWorkflow contiene lo stato corrente in una variabile dell oggetto. Il nome predefinito di questa variabile è review_state.

234 234 INDICE Nota Se si ha la necessità di cambiarlo perché va in conflitto con qualche altro nome, è possibile farlo in fondo alla pagina. Questo causerà però la perdita dello stato da parte di tutti gli oggetti attuali, quindi porre molta attenzione nel cambiare questo valore. Ogni variabile del controllo di flusso possiede le seguenti proprietà: Description È la descrizione della variabile Make available to catalog Queste variabili vengono messe in un elenco che può essere mostrato al catalogo. Non inserisce indici o metadati nel catalogo, questo dev essere fatto manualmente. Store in workflow Determina se le informazioni debbano essere conservate nel controllo di flusso piuttosto che nell oggetto. Variable update mode Determina quando aggiornare la variabile Default value Determina un valore predefinito formato stringa Default expression È il valore predefinito tramite una espressione. Se è presente viene usato al posto di Default value (per maggiori informazioni vedere la sezione Modificare le espressioni del controllo di flusso più avanti nel capitolo). Info. guard Sono impostazioni di sicurezza per questa variabile. Queste impostazioni di sentinella sono simili a quelle analoghe delle transizioni, comunque qui la sentinella interviene quando si accede alla variabile. Modificare l elenco dei lavori La scheda Worklist consente l accesso a tutti gli elenchi dei lavori che sono assegnati in questo controllo di flusso. Un elenco lavori (worklist) è un metodo per interrogare il controllo di flusso per informazioni a proposito dei suoi numerosi oggetti. Per esempio, vorremmo chiedere facilmente al controllo di flusso tutti i crediti della nostra carta di credito che non abbiamo ancora pagato. Per aggiungere un worklist inserire un ID e premere Add. Ciascun elenco lavori ha le seguenti proprietà: Description È la descrizione dell elenco lavori. Cataloged variable matches È il valore a cui deve corrispondere la variabile per essere inserita in questo elenco lavori. La variabile corrispondente è la variabile di stato del controllo di flusso contenuta nell elenco delle variabili (il nome della variabile predefinito per questa variabile è review_state). Display in actions box Sono informazioni da mostrare nell interfaccia utente. l inserimento di un valore assicura che la transizione sia inserita come azione. Sarà quindi possibile ottenere questa transizione come azione chiamando le azioni. Guard È una sentinella all accesso di quest elenco lavori. Ritornando all esempio della carta di credito, se vogliamo sapere tutti i conti che dobbiamo ancora approvare, potremmo mettere queste informazioni in un worklist. Per prima cosa la variabile review_state dovrà contenere lo stato corrente per ciascun elemento. Tutti i conti della carta di credito che devono essere approvati devono essere nello stato review. Poi aggiungiamo un elenco lavori con il nome di review_queue dove il valore della variabile sia pending. Possiamo quindi chiamare l elenco di tutti gli elementi in review_queue. Sebbene l elenco lavori sia un modo conveniente per conservare informazioni, Plone non lo usa. Plone usa invece ZCatalog per chiamare gli oggetti che sono sottoposti a controllo di flusso. Siccome gli elenchi lavori di DCWorkflow usano lo strumento di catalogazione, il risultato è il medesimo.

235 8.3. AGGIUNGERE E MODIFICARE IL CONTROLLO DI FLUSSO 235 Modificare gli Script La scheda Scripts elenca gli script disponibili in questo controllo di flusso. Questo elenco è una reale cartella standard nella ZMI e vi si può aggiungere quasi ogni cosa. Ma in questa cartella dovremo aggiungere solo script Python e l unica ragione per farlo dovrebbe essere aggiungere uno script per una gestione avanzate delle transizioni. Per aggiungere uno script dalla scheda Scripts selezionare Scripts dal menù a cascata e dare un ID allo script. Lo script è passato ad uno ed un solo oggetto, che è l oggetto base del controllo di flusso delle espressioni; per ulteriori informazioni su questo oggetto vedere la sezione Modificare gli script del Controllo di Flusso più avanti nel capitolo. Per esempio, se vogliamo accedere all attuale oggetto nel controllo di flusso, possiamo usare uno script Python come il seguente: ##parameters=state_change obj = state_change.object Ciò che succede in questo script è cosa da sviluppatori, noi possiamo far girare quasi ogni cosa qui. Possiamo controllare eventi, e accedere ad altri controlli di flusso e transizioni. Per degli esempi di script vedere le sezioni Inviare notifiche via e Spostare oggetti più avanti nel capitolo. Quando viene eseguito lo script, viene eseguito con l utente che avvia la transizione. Se è necessario eseguirlo come qualcun altro, è possibile assegnargli un ruolo proxy. Ritornando alle transizioni, è possibile assegnare questo script ad un numero arbitrario di transizioni nelle opzioni script (after) e script (before). È possibile avviare lo script sia prima che dopo una transizione. Modificare i Permessi La scheda Permissions elenca i permessi gestiti da questo controllo di flusso. Abbiamo già visto questi permessi esaminando gli stati. In questa scheda si imposta l elenco dei permessi gestibili da quegli stati. Per aggiungere un nuovo permesso, selezionare il permesso dall elenco a cascata e selezionare Add. É possibile modificare un documento pubblicato? Ebbene, nel controllo di flusso predefinito, se non si ha il ruolo di manager non è possibile modificare un documento pubblicato. Se si abilita il possessore del documento a modificarlo si dovrà poi sottoporlo nuovamente a revisione. Comunque questa sembra una richiesta comune ed è banale soddisfarla. Nalla ZMI cliccare portal_workflow e selezionare la scheda Contents. Poi cliccare plone_workflow e selezionare la scheda States. Cliccare infine su published e scegliere la scheda Permission. Spuntare il box che corrisponde a concedere all owner la possibilità di modificare i contenuti del portale. *Insert 3294s0801.tif* Cliccare su Save Changes per salvare i nostri permessi. Siccome abbiamo alterato le impostazioni della sicurezza dobbiamo cliccare su portal_workflow, selezionare la scheda Contents e poi cliccare su Update security settings. Questo aggiorna tutti gli oggetti del nostro sito ed assicura che i (nuovi) permessi vengano applicati agli oggetti esistenti. Ora i possessori possono modificare i loro documenti anche quando essi sono nello stato published. Modificare gli script del Controllo di Flusso Gli script danno allo sviluppatore l opportunità di intervenire sulla logica di una transizione. Questa logica può essere quasi ogni cosa si desidera. Potremmo controllare che siano rispettate alcune condizioni (per esempio, è stato fatta la correzione degli errori ortografici del documento?) o se sono state effettuate alcune delle azioni speciali. Quando l oggetto è sottoposto a transizione viene chiamato lo script.

236 236 INDICE Quando viene chiamato uno script, gli viene passato un parametro extra. Questo parametro extra fornisce l accesso a tutti i tipi di elementi e attributi correlati alla transizione. Questo parametro è denominato state_change ed ha i seguenti attributi: status è lo stato del controllo di flusso object È l oggetto sottoposto a transizione nel controllo di flusso workflow È l oggetto workflow corrente dell oggetto sottoposto a transizione transition È l oggetto transizione che viene eseguito old_state È lo stato originario dell oggetto new_state È lo stato di destinazione dell oggetto kwargs Sono gli argomenti parole-chiave passate al metodo doactionfor gethistory È un metodo che non prende parametri e ritorna una copia della history degli oggetti del controllo di flusso. getportal È un metodo che non prende parametri e ritorna l oggetto Plone root ObjectDeleted(folder) Dice al controllo di flusso che l oggetto che sta per essere sottoposto a transizione è stato cancellato; prende l oggetto a cui si desidera ritorni l utente. Passa all eccezione la cartella a cui si vuol redirigere l utente (vedere la sezione Spostare oggetti più avanti nel capitolo) ObjectMoved(newObject, newobject) Dice al controllo di flusso che l oggetto che sta per essere sottoposto a transizione è stato spostato. Passa all eccezione la cartella a cui si vuol redirigere l utente (vedere la sezione Spostare oggetti più avanti nel capitolo) getdatetime È un metodo che non prende parametri e ritorna l oggetto DateTime relativo alla transizione Per esempio, per sapere a quale sia lo stato di destinazione della transazione e in che momento, è necessario un oggetto Script (Python) come il seguente, che ci darà proprio questa informazione. Lo script scrive le informazioni relative alla transizione nel file di log: ##parameters=state_change st = From %s to %s on %s % ( state_change.old_state, state_change.new_state, state_change.getdatetime()) context.plone_log(st) Consiglio Mentre si scrive un oggetto Script (Python) è possibile aver bisogno di scrivere in un file di log per facilitare la correzione degli errori (debug). Uno script denominato plone_log fa proprio questo, prende una stringa e la passa alle funzioni di registrazione di Plone. Di conseguenza, chiamando context.plone_log si ha un utile strumento per correggere gli errori. Quando si assegna uno script ad una transizione si hanno due possibilità: before e after (prima e dopo). Come suggeriscono i nomi, uno script impostato a before viene lanciato prima della transizione. Ciò è sfruttabile per script che devono controllare se qualcosa deve avvenire prima che la transizione sia lanciata, come controllare se un altro oggetto o pagina dipendenti siano stati aggiornati o che non vi siano errori ortografici. Uno script impostato ad after viene lanciato una volta che la transizione è stata completata, anche se, in qualsiasi momento, una eccezione inaspettatamente sollevata dallo script, può far fallire la transizione e far rimanere l oggetto nel suo stato originale, mentre l eccezione viene mostrata all utente.

237 8.4. PROBLEMI COMUNI ED ESEMPI 237 Modificare le espressioni del controllo di flusso In questo capitolo abbiamo visto valori che possono essere espressi tramite espressioni del controllo di flusso. Per esempio il valore assegnato ad una variabile che è il risultato di una espressione del controllo di flusso. Questa espressione non ha niente di speciale; è semplicemente una espressione TAL (Template Attribute Language) con alcune differenti variabili disponibili. Abbiamo già studiato le espressioni TAL nel Capitolo 5 _ e quindi dovremmo avere famigliarità con quelle espressioni e le loro opzioni, come del Python, stringhe e path expression. A differenza delle espressioni TAL standard, alcuni parametri extra vengono passati allo spazio dei nomi (namespace) relativo ad un determinato controllo di flusso. Lo spazio dei nomi di una espressione del controllo di flusso contengono i seguenti parametri: here È l oggetto sottoposto a transizione nel controllo di flusso container È il contenitore dell oggetto sottoposto a transizione nel controllo di flusso state_change È l oggetto del cambiamento di stato referenziato nella sezione Modificare gli script del Controllo di Flusso transition È la transizione che viene eseguita, identico a state_change.transition. status È lo stato originario dell oggetto, identico a state_change.old_state. workflow È il controllo di flusso per questo oggetto scripts Sono gli script disponibili in questo controllo di flusso user È l utente che esegue la transizione 8.4 Problemi comuni ed esempi Ora presentiamo alcuni comuni problemi che si possono risolvere facilmente usando il controllo di flusso. Quando un utente provoca una transizione nel controllo di flusso, questa transizione gira usando l account di quello specifico utente. In quasi tutti i seguenti esempi, un utente normale può non avere i permessi sufficienti per completare l operazione. Per esempio, gli utenti con il ruolo di member non hanno normalmente il diritto all accesso all elenco degli utenti a meno che questo permesso non sia stato dato loro esplicitamente. Per risolvere questo problema di permessi, come già segnalato, ad alcuni dei seguenti oggetti Script (Python) è stato dato un ruolo leggermente diverso. Per impostare un ruolo proxy su uno script, accedere alla scheda Proxy di un oggetto o poi selezionare l utente che deve lanciare lo script, come mostra la Figura 8-9.

238 238 INDICE Figura 8-9. Impostare le opzioni proxy su uno script Ci assicureremo, ovviamente, che i nostri script siano eseguiti con il ruolo minimo necessario, il che dipende direttamente da cosa fa il nostro script Introduzione delle espressioni del Controllo di Flusso Le successive espressioni per il controllo di flusso sono alcuni utili esempi che possono essere usati in varie posizioni Per ottenere i commenti, o una stringa vuota, da questa transizione usiamo: python:state_change.kwargs.get( comment, ) Per ottenere il titolo della cartella che contiene l oggetto usiamo container/title Per provare se il vecchio stato è review usiamo: python: state_change.old_state == review Per avere l utente che sta eseguendo la transizione usiamo: user/getid Così se vogliamo tracciare chi è l ultimo utente che ha eseguito una transizione sull oggetto, è possibile aggiungere una variabile last user nel controllo di flusso. Lo si può fare andando nel controllo di flusso e cliccando la scheda Variables. Poi aggiungiamo la variabile last_user. Se si imposta la variabile Default expr a user/getid, ogni volta che l oggetto cambia, questo valore viene tenuto per noi.

239 8.4. PROBLEMI COMUNI ED ESEMPI Uso del controllo di flusso per tracciare le modifiche In una particolare applicazione di un nostro cliente abbiamo dovuto tener traccia del momento in cui un elemento viene modificato e delle ragioni di questa modifica in modo che quando successivamente si guarda l elemento si possa trovare un commento per ogni cambiamento. Grazie al controllo di flusso questo è facile ottenerlo. Nel nostro caso il controllo di flusso aveva solo uno stato ma ora questo funziona per quasi tutti i workflow. In quello, abbiamo aggiunto una transizione denominata edit. Quella transizione non modifica realmente lo stato dell oggetto; lo stato di destinazione per la transizione era (Remain in state), che significa che non deve evvenire alcun cambiamento. Quando viene modificato un oggetto, viene chiamato un metodo per effettuare la modifica. Per esempio, quando viene modificato un documento, il metodo chiamato è document_edit.cpy. Si può trovare questo script cliccando su portal_skins, poi su plone_form_scripts e quindi su document_edit. Tutto quello che si deve fare è aggiungere a quello script una riga prima dell ultima: context.portal_workflow.doactionfor(new_context, edit, comment= ) Il metodo doactionfor di portal_workflow effettua le transizioni date (nel nostro caso edit) per l oggetto che viene passato (nel nostro caso context). Ogni volta che l oggetto viene modificato viene eseguita quella transizione edit. Ciò causa l aggiunta di una riga all elenco dei commenti che mostra chi ha modificato l oggetto, quando è stato aggiunto e qualsiasi commento ad esso associato. Quando un oggetto viene modificato, non vengono inseriti realmente commenti, quindi per essere un po più avanzati, dobbiamo modificare il modello di modifica dei documenti (edit template) affinché includa un campo commenti. Poi possiamo accedere a questo elenco di commenti andando nella scheda State dove viene mostrato, in fondo, l elenco delle modifiche Spostare oggetti Una utile possibilità è lo spostamento di un oggetto durante il controllo di flusso. Per esempio potremmo spostare tutti i rilasci stampa in una cartella denominata Press Release ogniqualvolta ne viene pubblicato uno. I contenuti possono essere creati e modificati ovunque e poi spostati con la pubblicazione in questa cartella. Lo script di esempio nel Listato 8-1 sposta l oggetto che è sottoposto al controllo di flusso nella cartella Members. Per aggiungere questo script andare nello strumento del controllo di flusso nella ZMI e selezionare la scheda Scripts. Poi scegliere Script (Python) dal box con l elenco a cascata. Dare al nuovo oggetto il nome moveobject quindi inserire il Listato 8-1 in questo script. Listato 8-1. Spostare un oggetto ##parameters=state_change # get the object and its ID obj = state_change.object id = obj.getid() # get the src folder and the destination folder dstfldr = context.portal_url.members srcfldr = obj.aq_parent # perform the move objs = srcfldr.manage_cutobjects([id,]) dstfldr.manage_pasteobjects(objs)

240 240 INDICE # get the new object new_obj = dstfldr[id] # pass new_obj to the error, *twice* raise state_change.objectmoved(new_obj, new_obj) Dobbiamo fare ancora alcune cose; primo, assegnare questo script ad una transizione. Normalmente si usa uno script simile nella transizione publish. Per far questo andiamo in quella transizione ed assegnamo il valore moveobject al campo script (after). Secondo, esiste un altro piccolo problema: questo script sposta gli oggetti nella cartella Members. Probabilmente abbiamo in mente una destinazione migliore. Per fare un tale spostamento l utente deve avere i diritti appropriati per muovere oggetti tra queste cartelle. Normalmente solo un manager può spostare oggetti dentro la cartella Members. Così è necessario dare allo script il ruolo proxy di manager. Si può farlo cliccando su Scripts, poi su moveobject e selezionando la scheda Proxy. Assegnare il ruolo di manager allo script. Nel Capitolo 9 _ si possono avere ulteriori informazioni sulla sicurezza e sui ruoli locali. Guardando il codice, prima lo script ottiene l oggetto e l ID dell oggetto dallo spazio dei nomi della transizione. Poi ottiene la cartella sorgente e quella di destinazione. Poi effettua il copia incolla utilizzando l interfaccia API (Application Programming Interface) di Zope ObjectManager. È possibile ovviamente determinare programmaticamente queste cartelle, magari in base all utente che realizza la transizione o al tipo di contenuto che viene spostato. Infine si ottiene l oggetto e lo si passa ad una eccezione ObjectMoved. L eccezione ObjectMoved è una speciale eccezione del DCWorkflow. Dandole due volte il nuovo oggetto come parametro, il nuovo oggetto viene passato al front-end Plone. Ciò risulta critico e quindi quando l utente viene mandato all oggetto in seguito alla modifica, è alla nuova posizione dell oggetto, non a quella vecchia. Possiamo ovviamente scrivere una funzione che riporti indietro l oggetto qualora fosse respinto, magari nella cartella home del collaboratore. Un altro caso speciale e ancora più insolito e di cancellare un oggetto con il controllo di flusso. Normalmente la cancellazione è una azione del contenitore dell oggetto quindi è insolito trovarla in un controllo di flusso. Per questo scopo si può sollevare l eccezione ObjectDeleted. Il Listato 8-2 mostra lo script per effettuare una cancellazione. Listato 8-2. Cancellare un oggetto ##parameters=state_change # get the object obj = state_change.object id = obj.getid() # get the parent folder, delete the object srcfldr = obj.aq_parent srcfldr.manage_delobjects([id,]) # raise the object deleted method and pass # the folder you want to return to raise state_change.objectdeleted(srcfldr) Possiamo chiamare questo script deleteobject e cancellare completamente oggetti tramite il controllo di flusso. Di nuovo, per assicurare che l errore sia sollevato, Plone vuol sapere cosa fare; in questo caso, egli prende l utente dalla cartella contenente quell oggetto.

241 8.4. PROBLEMI COMUNI ED ESEMPI Inviare notifiche via Se si ha un sito Plone che un utente non visita regolarmente è abbastanza stupido mettere informazioni su cosa deve essere revisionato e quando. Si può trasformare il controllodi flusso in un rudimentale sistema di notifica utilizzandolo per inviare una agli utenti. I canale di notifica delle è solo un piccolo esempio, Può diventare un messaggio istantaneo, come un messaggio di testo spedito via telefono e così via. Lasciamo le altre possibilità all immaginazione. In questo esempio, inviamo una tramite l oggetto MailHost sul server ad ogni utente del sistema che abbia il ruolo di reviewer, dicendo loro che un nuovo oggetto è stato sottoposto a revisione. È uno script realmente più complicato del primo che abbiamo mostrato poco fa, in quanto effettua alcuni passi: definizione delle variabili, ricerca del nome dell account di ciascun revisore, ricerca dell indirizzo , invio di una . Il Listato 8-3 mostra lo script. Listato 8-3. Inviare una notifica ##parameters=state_change # the objects we need object = state_change.object mship = context.portal_membership mhost = context.mailhost administrator address = context. _from_address # the message format, %s will be filled in from data message = """ From: %s To: %s Subject: New item submitted for approval - %s %s URL: %s """ Questo imposta il messaggio e gli oggetti di cui avevamo bisogno. Oltre all oggetto soggetto a transizione, abbiamo bisogno anche di un riferimento allo strumento per la gestione degli utenti portal_membership e al server SMTP (Simple Mail Transfer Protocol) via MailHost. Il messaggio è facilmente configurabile per mandare una in ogni formato si desideri. Poi usiamo il metodo listmembers dell oggetto portal_membership per ottenere un elenco dei collaboratori. Per ciascun collaboratore si può vedere in seguito se il ruolo di revisore è nell elenco dei ruoli per quell utente chiamando il metodo getroles: for user in mship.listmembers(): if "Reviewer" in mship.getmemberbyid(user.id).getroles(): Il lettore astuto noterà che girare su ogni collaboratore in un sito Plone può essere un po lento se si hanno migliaia di utenti. Nel prossimo capitolo modifichiamo questo script per avere l elenco degli utenti di un determinato gruppo. Non è possibile inviare una se non si un indirizzo dell utente, quindi controlliamo prima che ci sia un indirizzo valido. Manca solo formattare il messaggio e spedirlo. Per far questo si può usare la funzionalità di sostituzione di stringhe di Python e passarle i quattro parametri che corrispondono ai %s della variabile message impostata all inizio dello script. Dopo questa sostituzione la variabile msg contiene la che vogliamo spedire. Per spedirla chiamiamo semplicemente il metodo send dell oggetto MailHost e passare la stringa della

242 242 INDICE if user. msg = message % ( administrator address, user. , object.titleorid(), object.description(), object.absolute_url() ) mhost.send(msg) Il risultato è la seguente che verrà spedita: From: administrator@agmweb.ca To: andy@agmweb.ca Subject: New item submitted for approval - Plone s great We all know Plone is a great product, but with the newest release it s gotten even better... URL: L Appendice B _ contiene il listato completo di questo script Uso del PloneCollectorNG PloneCollectorNG è un raccoglitore di problemi disponibile in Plone. Ci sono molti tracciatori di problemi in giro ma questo è quello che usiamo e raccomandiamo in Plone. In effetti sembra che scrivere un tracciatore sia alquanto comune tra gli sviluppatori. Una delle cose realmente simpatiche del controllo di flusso è che abitua gli utenti a significativi cambiamenti nell uso di una applicazione. Come per lo sviluppatore, sviluppare prodotti agganciati ad un DCWorkflow consente all applicazione di rimanere flessibile. Si può trovare PloneCollectorNG all indirizzo Il prodotto aggiunge durante l installazione una serie di tipi di contenuto, uno dei quali è PloneIssueNG, che è un issue (report bug, problema). Piuttosto di mettere nel codice (hard-coding) esattamente come il problema cambia nel database, al problema viene assegnato un controllo di flusso separato. Quel controllo di flusso contiene stati, transizioni, variabili ed elenchi lavori appropriati. Ad ogni passaggio si può ricavare in quale stato si trova un oggetto chiamando il metodo getinfofor di portal_workflow. Questo utile metodo accetta un oggetto e la variabile da cercare. Nel controllo di flusso di Plone- CollectorNG questa variabile è denominata state, mentre nel controllo di flusso Plone è detta review_state. Per trovare lo stato di un oggetto usiamo per esempio: portal_workflow.getinfofor(obj, "review_state") Possiamo trovare i possibili stati di un oggetto esaminando lo stato dell oggetto direttamente nel controllo di flusso, in questo modo: portal_workflow[ pcng_workflow ].states._mapping.keys() Come risultato avremo che se l utente vuol avere un semplice sistema di tracciatura dei problemi, allora modificare questo controllo di flusso via web diventa banale (se, quando è stata sviluppata l applicazione, è stato considerato lo strumento di controllo di flusso). Compariamo questo sistema ad un altro popolare bug-tracking, Bugzilla dove, cambiare uno stato o una transizione richiede ore ed ore di programmazione Perl per trovare tutte le referenze ad uno stato di errore (bug s state) nel codice (hard-coded).

243 8.4. PROBLEMI COMUNI ED ESEMPI Distribuire e scrivere il Controllo di Flusso Se si ha un controllo di flusso molto esteso per la propria applicazione, ci sono alcuni differenti modi di distribuirlo. Le prossime sezioni chiudono la trattazione del controllo di flusso presentando una coppia di tali opzioni. Scrivere tramite la ZMI Probabilmente scrivere il controllo di flusso tramite la ZMI è il modo più semplice anche se più laborioso. Sebbene la ZMI porti spesso la gente a impazzire, essa rimane la via più semplice per impostare le opzioni. Sfortunatamente una volta che si è iniziato a scrivere il controllo di flusso tramite la ZMI siamo bloccati in quel paradigma. In altre parole non vi è un modo semplice per modificare o alterare quel controllo di flusso sul file system. Ovviamente, abbiamo parlato, precedentemente in questo capitolo, della modifica di un controllo di flusso via web. Per esportare un controllo di flusso dalla ZMI, cliccare su portal_workflow e selezionare la scheda Contents, selezionare i controlli di flusso che si desidera esportare spuntando i box sulla sinistra nella ZMI cliccando poi import/export. Nella parte in cima della pagina di esportazione, selezionare Download to local machine e cliccare export. Viene creato un file con estensione.zexp che può essere salvato e redistribuito. Selezionando XML Format si ottiene un file nel formato XML (Extensible Markup Language) con estensione.xml. Se si ha un controllo di flusso in formato.zexp o.xml l importazione in Plone è assolutamente lineare. Mettere quel file nella cartella di importazione di Zope sul file system. Può essere sia la cartella home dell istanza sia la cartella Zope. Clicchiamo poi portal_workflow, scegliamo la scheda Contents e clicchiamo su import/export. Nella parte in cima alla pagina si può vedere un semplice modulo che prende il nome di un file da importare. Inseriamo qui il nome del file e lasciamo selezionato Take ownership of imported objects. Clicchiamo il pulsante Import per importare il controllo di flusso. Il controllo di flusso viene importato e gli viene dato il nome specificato nell esportazione. Scrivere un Controllo di Flusso in Python La maniera preferita dai programmatori per scrivere un controllo di flusso è probabilmente usare Python, in quanto può essere fatto tutto con Python e facilmente distribuito. Primo, facciamo un modulo Python nel file system. In cima al file importiamo gli strumenti necessari, come segue: from Products.CMFCore.WorkflowTool import addworkflowfactory from Products.DCWorkflow.DCWorkflow import DCWorkflowDefinition Secondo, facciamo una funzione che crei il controllo di flusso. L Appendice A _ elenca le API per scrivere un controllo di flusso un po più in dettaglio. Ma possiamo semplicemente barare e guardare ai numerosi esempi disponibili nel progetto PloneWorkflow nel collective ( o anche in quelli contenuti in Plone. Per esempio: def sample(id): """ Sample workflow """ ob = DCWorkflowDefinition(id) ob.states.addstate( private ) ob.states.addstate( public ) # add transitions return ob Finalmente registriemo il controllo di flusso nel sistema così:

244 244 INDICE addworkflowfactory(sample, id= sample_workflow, title= Sample workflow ) Questo script deve far parte della installasione di un prodotto. Il Capitolo 12 tratta dello scrivere ed installare prodotti. Ora, naturalmente, è disponibile una scorciatoia, che si chiama DCWorkflowDump. Questa prende il codice dalla ZMI e lo sbatte (dump) dentro un modulo Python. Il codice sorgente di DCWorkflowDump è disponibile nel collective ( ma anche nel sito web del manuale Plone all indirizzo si può trovare un file.zip con il codice. Per installare DCWorkflowDump, decomprimere il file e copiare la cartella denominata DCWorkflowDump nella cartella Products della nostra installazione Plone. Come controllo per sapere se siamo nella cartella giusta, verifichiamo che la stessa cartella contenga, tra le altre cose, una cartella per DCWorkflow. Poi riavviamo l istanza Plone. Una volta riavviato Plone, rechiamoci nella ZMI in quel particolare controllo di flusso e noteremo una nuova scheda denominate dump. Scegliamo quella pagina per vedere la schermata di dump e clicchiamo su Dump it! per ottenere il controllo di flusso. Questo prende il nostro controllo di flusso e lo formatta in Python. Salviamo questo file nel nostro prodotto e quindi ora abbiamo un file Python da manipolare. Questo prodotto è un valido strumento poiché consente di creare il controllo di flusso con la ZMI e poi distribuirlo e alterarlo tramite Python. Duplicate explicit target name: capitolo 3. Duplicate explicit target name: capitolo 5. Duplicate explicit target name: capitolo 9. Duplicate explicit target name: appendice a. Duplicate explicit target name: appendice b.

245 Capitolo 9 Capitolo 9: Gestire la sicurezza e gli utenti 245

246 246 CAPITOLO 9. CAPITOLO 9: GESTIRE LA SICUREZZA E GLI UTENTI

247 Indice Plone ha un potente e granulare modello di sicurezza. Tale sistema consiste in una miriade di opzioni per la sicurezza ad ogni livello tanto che ogni oggetto può avere una propria configurazione della sicurezza per un certo utente, ruolo o gruppo e così via. Per rendere il problema trattato in questo capitolo vogliamo condividere una citazione interessante: La sicurezza è dura. (Security is hard.) Jim Fulton, capo architetto di Zope La sicurezza per Plone è così potente e sfaccettata che può essere veramente duro farne il debug e gestirla. Ma forse nessun altra parte di un sito Plone è così importante come quello da cui si ottengono i permessi relativi alla sicurezza. Lasciare un difetto nella sicurezza del sito è probabilmente la più grande stupidaggine che si possa fare e, per questa ragione, tratteremo la sicurezza in modo esaustivo. In questo capitolo prima tratteremo tutta la terminologia sull utente e le interfacce chiave con cui gli utenti interagiscono. Poi tratteremo l aggiunta e la modifica di utenti e gruppi tramite l interfaccia Plone. Successivamente passeremo per gli strumenti chiave e le API (Application Programming Interfaces) che gestiscono gli utenti e la loro sicurezza. Poi tratteremo l uso degli strumenti Python per generare script per intervenire sugli utenti e le loro proprietà. Infine tratteremo la sicurezza del server e l autenticazione espansa dell utente fornendo un dettagliato esempio su come incorporare gli utenti da un server LDAP (Lightweight Directory Access Protocol). 9.1 Amministrare gli utenti Uno dei più comuni problemi che deve risolvere un amministratore di portale Plone è quello di comunicare con i collaboratori del sito. L amministrazione comprende usualmente la gestione delle password e la modifica delle impostazioni per i collaboratori (member). È possibile effettuare le operazioni più semplici via web, ma, naturalmente,per effettuare modifiche massicce, il miglior amico di qualsiasi amministratore è un linguaggio di scripting come Python. Se si ha un gran numero di utenti si troverà la sezione Manipolazione degli utenti con degli script, più avanti in questo capitolo, particolarmente interessante Utenti, ruoli e gruppi Utenti, ruoli e gruppi sono concetti fondamentali in Plone. Prima di trattare come modificarli vediamo nei dettagli in cosa consistono. 247

248 248 INDICE Utenti Chiunque stia visitando un sito Plone è riferito come utente. L utente può essere o non essere formalmente autenticato (registrato) e l utente non autenticato è detto utente anonimo. Gli utenti autenticati sono quelli che si sono loggati con un account esistente. Se non si ha un proprio account è solitamente possibile crearselo. Gli utenti anonimi sono il livello più basso degli utenti perciò hanno abitualmente le maggiori restrizioni. Una volta che un utente si è registrato ottiene il ruolo conferitogli dal proprio account. Un utente è identificato con un breve identificatore (username), per esempio lallo. Per default l installazione di Plone non crea altri utenti oltre a quello aggiunto a Zope dall installer per dare accesso come amministratore. Il nome di questo utente è quello impostato nell installer, usualmente è admin. Ruoli Un sito Plone ha una serie di ruoli; un ruolo è la categorizzazione logica degli utenti. Piuttosto che impostare i permessi individualmente per ciascun utente i permessi vengono assegnati ad ogni ruolo. Ad ogni utente possono essere assegnati da nessuno a più ruoli: per esempio un utente può essere un collaboratore e un manager. Ciascun ruolo è identificato con un nome semplice, per esempio: Collaboratore (Member). Un sito Plone ha cinque ruoli predefiniti suddivisi in due gruppi: ruoli assegnabili e non assegnabili. I ruoli assegnabili sono quelli che si possono dare ai propri utenti in modo che quando si loggano assumano quel ruolo. I ruoli non assegnabili sono quelli che non vengono assegnati specificamente ma che vengono assunti dentro il sito Plone. Per esempio non si attribuisce il ruolo di anonimo ad un utente. Quelli che seguono sono i ruoli non assegnabili: Anonimo: (Anonymous) Questo è un utente che non si è loggato nel sito. Può essere qualcuno che non ha un account o che semplicemente non si è ancora registrato. Autenticato: (Authenticated) Questo ruolo è riferito ad ogni utente che è loggato nel sito, indipendentemente da qualsiasi altro ruolo gli sia stato assegnato. Per definizione un utente può essere anonimo o autenticato; questi due ruoli sono mutualmente esclusivi. Siccome il ruolo di utente autenticato non è particolarmente efficente in granularità, non è raccomandato per applicazioni principali. Quelli che seguono sono i ruoli assegnabili: Possessore: (Owner) È un ruolo speciale che viene assegnato all utente quando crea un oggetto. Viene applicato all utente solo per quell oggetto, le informazioni vengono memorizzate nell oggetto. Normalmente non si assegna esplicitamente il ruolo di possessore a qualcuno. Plone lo fa automaticamente. Collaboratore: (Member) È il ruolo di default per un utente che si è loggato in un sito. Chiunque entri nel sito usando il pulsante registrati (join) dell interfaccia Plone assume questo ruolo. Revisore: (Reviewer) Questo è un utente con più permessi rispetto ad un collaboratore ma meno di quelli di un manager. I revisori sono utenti che possono modificare o revisionare contenuti inseriti da collaboratori; non può però modificare la configurazione del sito o alterare gli account degli utenti. Manager Un manager può fare quasi tutto ad un sito Plone e quindi questo ruolo deve essere assegnato solo a sviluppatori ed amministratori sicuri. Un manager può cancellare o modificare contenuti, eliminare utenti, alterare la configurazione del sito o anche eliminare completamente il sito.

249 9.1. AMMINISTRARE GLI UTENTI 249 Gruppi I gruppi sono concettualmente diversi dai ruoli. I ruoli implicano che l utente ha differenti permessi rispetto a chi ha un ruolo differente mentre un gruppo è una categorizzazione logica degli utenti. Per esempio il settore marketing potrebbe essere un gruppo e lo studio tecnico un altro gruppo. Ciascun utente può appartenere a zero o più gruppi. I gruppi sono opzionali, non è necessario usarli ma il Plone Team li ha considerati sufficentemente utili da integrarli. Gli sviluppatori di siti possono utilizzare i gruppi secondo le loro necessità vuoi per un settore piuttosto che per una certa classe di utenti. Per quelli che per la prima volta usano Plone raccomandiamo di lasciare inalterati i gruppi, per default non vengono creati gruppi. Nota Per implementare i gruppi si usa GRUF (Group User Folder). I gruppi non fanno parte di Zope ma sono uno strumento extra aggiunto per Plone. GRUF è stato sviluppato e aggiunto da Ingeniweb Scheda per la condivisione Trattando il processo di pubblicazione dei documenti, nel Capitolo 3 _ abbiamo saltato la scheda per la condivisione perché è una funzionalità avanzata che non sempre si vuole usare. La scheda per la condivisione è una azione delle portal actions, quindi, se si desidera che non appaia, recarsi in quello strumento tramite la ZMI (Zope Management Interface) e disabilitare l opzione visible. Però la scheda per la condivisione è decisamente utile perché consente di assegnare differenti ruoli locali a utenti e gruppi su un oggetto di Plone. Se si ha un contenuto che è stato aggiunto ad un sito Plone e si vuole che un altra persona lo possa modificare è necessario dare a questa più permessi su quell oggetto. Ciò è detto dare un ruolo locale e consiste nell espandere i diritti di un utente su un elemento. Se si scrive un (nuovo) documento in Plone se ne diventa il possessore e si hanno i relativi diritti. Se vogliamo collaborare su questo documento con un collega, prima di pubblicarlo, dobbiamo dare al collega più permessi affinché egli possa modificare quel documento. Per far questo ci si reca nella scheda per la condivisione e si danno gli ulteriori permessi al collega. Nota È possibile assegnare ruoli locali ad una cartella o ad un documento base. Se si assegnano ruoli locali ad una cartella tale regola viene assegnata ad ogni oggetto in quella cartella. La scheda per la condivisione appare solamente nei posti dove si ha il diritto di modificarla; uno di questi posti è la propria cartella personale. Cliccare su cartella personale e poi su condivisione. La Figura 9-1 mostra la scheda per la condivisione. Essa ha tre funzioni principali: si può assegnare ad un utente un ruolo locale sull oggetto, assegnare ad un intero gruppo un ruolo locale sull oggetto e vedere chi ha già determinati ruoli. Per trovare un utente a cui assegnare un ruolo introdurre un termine per la ricerca (per esempio Guido) che produrrà un elenco con gli utenti che corrispondono al criterio immesso. Si potrà quindi cliccare sull utente e scegliere un ruolo dall elenco a cascata. Per esempio, nella Figura 9-2 diamo a specchio il ruolo di manager su questa cartella. Nell esempio precedente abbiamo assegnato un ruolo ad un singolo utente ma questo sistema potrebbe risultare noioso se fatto per numerosi utenti... a meno che non li assegnamo a dei gruppi. Se vogliamo che tutto il settore marketing possa modificare il nostro documento possiamo farlo in questo modo. Per accedere ai gruppi cliccare su Visualizza gruppi che apre l elenco dei gruppi disponibili nel sito e consente di assegnare un ruolo locale ad un gruppo. Nella Figura 9-3 stiamo assegnando il ruolo di possessore al gruppo Intranet su questa cartella.

250 250 INDICE Figura 9.1: Figura 9-1. Accedere alla scheda condivisione

251 9.1. AMMINISTRARE GLI UTENTI 251 Figura 9.2: Figura 9-2. Assegnare un ruolo a un utente

252 252 INDICE Figura 9.3: Figura 9-3. Assegnare un ruolo a un gruppo Per finire, nella Figura 9-4, possiamo vedere quali utenti e gruppi abbiano dei ruoli in questa pagina ed eventualmente rimuoverli. Una volta che si è assegnato un ruolo locale su un oggetto a qualcun altro, gli viene automaticamente concesso l accesso alla scheda di condivisione. A quel punto nulla impedirà loro di poter rimuovere i nostri propri ruoli da quel contenuto Amministrazione attraverso il web Con l interfaccia Plone è facile modificare l assegnazione dell utente a determinati gruppi, le sue informazioni, aggiungere gruppi e così via. Ciò è possibile tramite il pannello di controllo di Plone semplicemente cliccando su Configurazione di Plone e poi Amministrazione di Utenti e Gruppi. Verranno mostrate due schede: Utenti e Gruppi. Cliccare sulla scheda Utenti per accedere all elenco degli utenti del sistema. La maschera è sufficentemente autoesplicativa: è possibile rimuovere un utente, eliminare la password (in questo caso viene inviata all utente via mail comunque) oppure cambiare l indirizzo tutto dalla medesima maschera, come viene mostrato in Figura Cliccando su un utente si può accedere alle preferenze per quell utente, fare delle modifiche e poi salvare. Per aggiungere un nuovo utente cliccare su Aggiungi un nuovo utente. Questo apre la scheda di registrazione dell utente di cui è possibile modificare i dati. Considerato il grande numero di utenti che può avere un sito Plone i dati sono raggruppati nella abituale maniera plonesca. Si può immettere una stringa che verrà ricercata tra tutti i gli utenti per rintracciare quelli in cui corrispondano il nome o l indirizzo. È possibile aggiungere, modificare e rimuovere gruppi cliccando sulla scheda Gruppi. Per aggiungere un gruppo cliccare sul pulsante Aggiungi un nuovo gruppo. Questo apre una scheda per il gruppo: l unico campo richiesto obbligatoriamente è il Titolo, che dovrebbe essere un nome breve ma descrittivo per il gruppo; abitualmente un gruppo è direttamente correlato ad una attività aziendale o del sito.

253 9.1. AMMINISTRARE GLI UTENTI 253 Figura 9.4: Figura 9-4. Esaminare e rimuovere i ruoli Quando si è inserito un gruppo e si hanno alcuni utenti si possono mappare utenti e gruppi. Ancora una volta è possibile farlo tramite il pannello di controllo di Plone. È possibile sia cliccare sull utente e dargli dei gruppi che cliccare su un gruppo e mettervi degli utenti. Quando vanno usati i gruppi? L uso dei gruppi è opzionale ed è possibile anche scegliere di non usarli. Un buon uso dei gruppi, comunque, è per realizzare delle aree di lavoro (workspace). In un sito Plone standard gli utenti possono aggiungere e modificare i contenuti della propria cartella; ogni elemento della cartella appartiene quindi a chi lo ha creato. Purtroppo questo sistema non è ben scalabile; dopo tutto il punto è che si vorrebbe che alcune persone possano modificare un documento e condividerlo, naturalmente! Qui è dove intervengono i Gruppi e le aree di lavoro. Come esiste la cartella per i collaboratori (Members n.d.t) che contiene tutte le cartelle degli utenti altrettanto esiste una cartella denominata GroupWorkspaces. Viene creata per default allorquando viene aggiunto un gruppo ed in questa cartella vi è una cartella per ciascun gruppo. Così se si aggiunge un gruppo denominato Marketing, si potrà trovare una cartella in GroupWorkspaces/Marketing. Qualsiasi utente del gruppo Marketing avrà il diritto di aggiungere, modificare e cancellare contenuti nell area di lavoro Marketing; in altre parole ora abbiamo una cartella per quel gruppo. Questo è equivalente ad aggiungere un gruppo e poi assegnare un ruolo locale per quel gruppo su quella cartella. Questo è solo un esempio di quanto può essere utile un gruppo; un altro è l uso dei gruppi nel controllo di flusso. Nel capitolo precedente abbiamo trattato i workflow e com è possibile inviare una mail a certe persone quando accade qualcosa. Se un membro del gruppo Marketing ha aggiunto un elemento, per esempio, si può inviare una mail a tutti gli appartenenti a quel gruppo piuttosto che singolarmente a ciascuno. La sezione Determinare gli altri utenti in un certo gruppo descrive come farlo. Nel sito web di Plone, per esempio, gli utenti sono in gruppi di sviluppo ciascuno responsabile di una parte di Plone, come il team che gestisce i rilasci del software e quello dedicato alla documentazione.

254 254 INDICE Figura 9.5: Figura 9-5. Modifica degli utenti

255 9.2. STRUMENTI PER LA REGISTRAZIONE DEGLI UTENTI 255 Amministrazione dei gruppi Ci sono due modi per amministrare i gruppi dal pannello di controllo di Plone. Si può sia selezionare un utente e cliccare sui gruppi per quell utente che andare in un gruppo e cliccare sugli utenti per quel gruppo. Nello stesso modo è possibile aggiungere ed eliminare gruppi per un utente. Per aggiungere un utente ad un gruppo, comunque, recarsi nella pagina di ricerca utenti e cliccare un utente, poi cliccare la scheda associato ai gruppi che mostrerà i gruppi di quell utente. Per esempio la Figura 9-6 mostra i gruppi per l utente azazel. Per aggiungere l utente ad un gruppo, spuntare il box del gruppo e poi cliccare su aggiungi l utente ai gruppi selezionati. Allo stesso modo è possibile rimuovere un utente da un gruppo selezionando il box accanto al gruppo e poi cliccando su rimuovi i gruppi selezionati. Si accede ad una interfaccia simile, ma per la gestione dei gruppi, cliccando su configurazione di plone, selezionando Amministrazione utenti e gruppi e cliccando gruppi. Cliccare un gruppo e si otterrà un elenco degli utenti appartenenti al gruppo e da lì si potrà aggiungere o rimuovere i membri. Assegnare dei ruoli ai gruppi Quindi abbiamo visto che gli utenti possono avere dei ruoli ma anche che i gruppi possono avere ruoli. Può sembrare un po eccessivo ma si pensi, per esempio, ad un gruppo di supervisori che abbiano la necessità di fare qualsiasi cosa sul contenuto aggiunto da uno dei loro collaboratori. Per far questo in un sito devono avere il ruolo di revisore. Per impostare un gruppo di supervisori cliccare su Configurazione di Plone, selezionare Amministrazione utenti e gruppi, cliccare gruppi e poi aggiungi un gruppo. Dare al gruppo il nome di Supervisore e completare la scheda. Nella scheda successiva c è un elenco dei gruppi e dei ruoli ad essi assegnati. Per assegnare il ruolo di revisore a questo gruppo spuntare il box in corrispondenza del ruolo di revisore per quel gruppo come mostrato nella Figura 9-7. È stato semplificato il modo di assegnare il ruolo di revisore agli utenti ed ora è possibile amministrare i revisori tramite l interfaccia Plone. Inoltre è facile conoscere programmaticamente i revisori potendo esaminare il gruppo ed ottenere l elenco dei suoi membri. L idea dei gruppi con dei ruoli è in verità un leggero scostamento di paradigma rispetto allo sviluppo standard di Zope dove si è abituati al fatto che i ruoli vengono assegnati ai singoli utenti. È possibile fare ancora così anche in Plone ovviamente, ma in Plone è facile assegnare i ruoli ad un gruppo. Nota Per definizione, quando vengono controllati i permessi di un utente su un oggetto sono presi in considerazione alcuni fattori. Prima sono controllati i ruoli assegnati all utente. Secondariamente vengono controllati i ruoli che l utente ottiene dai gruppi a cui appartiene. Questo da il gruppo di permessi complessivo che l utente può utilizzare. 9.2 Strumenti per la registrazione degli utenti Prima che gli utenti diventino membri di un sito devono iscriversi nel sito. Gli utenti possono agevolmente iscriversi cliccando sul collegamento iscriviti nell angolo in alto a destra del sito Plone (standard n.d.r.). L abbiamo trattato nei dettagli all inizio del Capitolo 3 _ dove abbiamo visto come gli utenti possono entrare e registrarsi ad un sito. Il processo di registrazione degli utenti è già molto avanzato ma sono disponibili ulteriori opzioni. Questo processo è gestito da tre strumenti chiave: portal_registration, portal_memberdata e portal_membership. Le sezioni che seguono presentano questi tre strumenti.

256 256 INDICE Figura 9.6: Figura 9-6. I gruppi di questo utente

257 9.2. STRUMENTI PER LA REGISTRAZIONE DEGLI UTENTI 257 Figura 9.7: Figura 9-7. Impostare il ruolo di revisore per il gruppo Supervisor

258 258 INDICE Iscrizione nel portale Lo strumento portal_registration fornisce azioni e in particolare una azione chiave di Plone: l iscrizione. Cliccando su questo collegamento si accede alla scheda di iscrizione. Per default qualsiasi utente (anonimo incluso) che non si sia ancora loggato può cliccare questo collegamento per registrarsi. Quando gli utenti usano il modulo di iscrizione hanno due opzioni in Plone: validare l indirizzo o non validarlo. L unica maniera sicura per validare un indirizzo è quella di inviare un messaggio a quell indirizzo e controllare se si ottiene una risposta adeguata. Come opzione predefinite in Plone la validazione non è attiva; cioé quando gli utenti si registrano, per default, forniscono a Plone il loro nome, l indirizzo ed una password. Possono quindi loggarsi ed usare normalmente il sito. È la stessa scheda che abbiamo visto nel Capitolo 3 _. Se invece è attivata la validazione dell indirizzo , gli utenti possono dare solo un nome, un username e un indirizzo , come mostrato in Figura 9-8: la password verrà generata automaticamente dal sistema e spedita all utente usando l indirizzo specificato. Dopo aver salvato l indirizzo saremo riportati alla maschera di login ed il processo di registrazione potrà continuare nel modo normale. Per abilitare la validazione degli indirizzi nell interfaccia Plone cliccare Configurazione di Plone e selezionare Configurazione del Portale. In Politica della Password selezionare Genera la password iniziale dei collaboratori e cliccare Salva per confermare le modifiche. Se si desidera vedere o modificare il messaggio che ricevono gli utenti è possibile modificare il page template che lo genera. Lo si trova cliccando su plone_skins, poi su plone_templates ed ancora su registered_notify_template. Azioni per gli utenti Se si desidera aggiungere qualche altra azione per gli utenti, prima della registrazione, questo è il posto per farlo. Per esempio se si vuole aggiungere una pagina che evidenzi la politica della privacy questo è un buon posto. Per farlo, prima si aggiunga la pagina con tutto le informazioni che si vogliono in questa politica. Avrà senso dare alla pagina un ID utile. per esempio privacy.html e metterlo nella root del sito Plone. Nella ZMI andare in portal_registration ed aggiungere una nuova azione con le seguenti informazioni: Name: Privacy Id: privacy Action: string: ${portal_url}/privacy.html Condition: not: member Permission: Add portal member Category: user Visible: selected Ora, se non si è loggati, si ottiene il collegamento privacy alla propria pagina sulla privacy. L impostazione della categoria ad user assicura che esso appaia nella barra personale Dati dei Collaboratori del Portale Lo strumento portal_memberdata contiene i dati del collaboratore per ogni utente. L utente Plone ha una serie di informazioni come stile, ultimo login, il tipo di editor preferito (WYSIWYG editor) e così via. Quando un utente si registra in un sito viene creato un record con dati di default nel portal_memberdata. È possibile impostare le proprietà di questo record in questo strumento: cliccare su portal_memberdata e selezionare la scheda Properties per vedere i valori di default. In Plone sono i seguenti:

259 9.2. STRUMENTI PER LA REGISTRAZIONE DEGLI UTENTI 259 Figura 9.8: Figura 9-8. Iscrizione di un utente con la validazione della abilitata

260 260 INDICE Questo è l indirizzo . portal_skin Questa è deprecata; ignorare questa proprietà. listed Mostra questo utente nella cartella Collaboratori (Boolean). Per default questa opzione è abilitata. login_time Questa è la data del login dell utente per questa sessione. last_login_time Questa è la data dell ultimo login dell utente. fullname Questo contiene il nome completo dell utente. error_log_update È usato dalla maschera dei log degli errori, ignorare questa proprietà. formtooltips Nelle vecchie versioni di Plone c erano delle opzioni su come devevano essere visualizzati gli aiuti. Ciò non è più rilevante e quindi si ignori questa opzione. visible_ids Questo mostra gli ID degli oggetti. Abilitandolo il primo campo della scheda di ogni contenuto è Nome che può essere cambiato per rinominare gli oggetti. Per default questa opzione è abilitata. wysiwyg_editor Questo è l editor da usare nelle maschere di modifica dei dati. Tramite l interfaccia di Zope è possibile aggiungere o togliere elementi da quest elenco. Comunque, aggiungere o togliere elementi da qui non cambia automaticamente l aspetto dell interfaccia che l utente sta modificando. Nel Capitolo 3 _ abbiamo visto che, cliccando su preferenze personali, gli utenti possono accedere e modificare molte di queste preferenze. Se si vogliono modificare queste preferenze si deve personalizzare questa scheda. I valori di questi campi sono quelli che vengono dati per default ad ogni nuovo utente quando si registra; per esempio, l impostazione predefinita è che tutti i Collaboratori siano elencati nella Tabella dei Collaboratori, a meno che gli utenti non decidano altrimenti esplicitamente. Quindi, per esempio, se si desidera che per default nessun Collaboratore sia elencato nella ricerca, è necessario cambiare l impostazione in questa scheda. Nella scheda portal_memberdata trovare listed tra le Properties e deselezionare quell opzione. Poi cliccare Save Changes per confermare: i nuovi utenti non saranno più elencati. Lo strumento portal_groupdata contiene i medesimi dati ma per i gruppi. Le proprietà di default per i gruppi sono: title Il titolo per il gruppo description Una descrizione per il gruppo Un indirizzo listed Se elencare il gruppo agli utenti Questi strumenti mantengono i dati negli strumenti stessi piuttosto che nella cartella acl_users principale. Se si desidera trasportare le informazioni utente tra server Plone sarà necessario farlo anche per gli strumenti: spostare la cartella acl_users non è sufficente. È possibile farlo importando ed esportando questi strumenti; comunque, prima di importarli in un nuovo sito Plone è necessario eliminare gli strumenti esistenti altrimenti si riceverà un errore Portal Membership Lo strumento portal_membership gestisce alcune altre proprietà; specificamente mappa i dati del collaboratore con i Collaboratori. L accesso tramite la ZMI a portal_membership presenta molte opzioni. quelle che seguono sono le più importanti:

261 9.2. STRUMENTI PER LA REGISTRAZIONE DEGLI UTENTI 261 Set members folder Questa è la cartella che contiene tutte le cartelle utente. Questa cartella deve esistere. L impostazione predefinita è Member. Control creation of member areas Per default alla registrazione viene creata un area utente. Questa creazione è opzionale comunque. Deselezionare Turn folder creation off per disabilitarla. L impostazione predefinita è on. Nella scheda Action si trovano tutta una serie di azioni che sono correlate all utente che si registra, come my favorites, my preferences e così via. Tutte queste hanno la categoria user cosicché appaiano tutte nell angolo in alto a destra. Lo strumento portal_groups fornisce attrezzi simili a quelli in portal_membership ma per i gruppi. Ugualmente, quando viene creato un gruppo, viene creato un area del gruppo dove ciascun componente del gruppo può aggiungere e modificare contenuti API utili Lo strumento portal_membership ha uno dei più usati set di funzioni API. Spesso si vogliono trovare informazioni chiave come gli utenti attualmente loggati, se l utente è anonimo e così via. Lo strumento portal_membership fornisce questi metodi; i seguenti sono i più importanti: isanonymoususer() Questo ritorna true se l utente è anonimo. getauthenticatedmember() Questo ritorna gli utenti attualmente registrati completi delle proprietà in portal_metadata. Se nessun utente è registrato ritorna uno speciale utente nobody con nessuna mappatura per le proprietà di portal_metadata. listmemberids() Questo ritorna l ID di tutti gli utenti. listmembers() Questo ritorna tutti gli oggetti dell utente. getmemberbyid(id) Questo ritorna tutti gli oggetti utente per un dato ID. gethomefolder(id=none) Questo ritorna la cartella home per un dato ID. L ID è opzionale e se non viene dato ritorna la cartella dell utente corrente. gethomeurl(id=none) Questo ritorna l URL della cartella home dell utente. L ID è opzionale e se non viene dato ritorna l URL della cartella dell utente corrente. L utente che viene ritornato da queste funzioni viene completato con i dati provenienti da portal_memberdata in modo che le sue proprietà siano attribuite all oggetto dell utente. Quindi, per esempio, quello che segue è un piccolo oggetto Script (Python) per trovare l indirizzo e mail dell utente andrea. ##parameters= u = context.portal_membership.getmemberbyid("andrea") return u Autenticazione tramite Cookie Per default Plone usa l autenticazione tramite cookie per i suoi utenti, il che significa che gli utenti devono avere i cookie attivati nei loro browser per potersi registrare. Questa autenticazione è fornita al sito Plone dall oggetto cookie_authentication che contiene la funzionalità per il login degli utenti. Se veramente si vuole utilizzare l Hypertext Transfer Protocol (HTTP) per l autenticazione si può semplicemente rimuovere questo oggetto; ma non viene sinceramente raccomandato in quanto l autenticazione HTTP in moltissimi siti non funziona. Questo oggetto fornisce i seguenti elementi che si possono modificare dalla ZMI:

262 262 INDICE Authentication cookie name Questo è il nome del cookie che verrà usato per conservare l autenticazione dell utente. Questo vien fatto mantenendo una chiave per quell utente, che conserva i dati per il login. Il valore di default è ac User name form variable Questo è il nome della variabile che contiene l username nella scheda di login. Il valore di default è ac_name. User password form variable Questo è il nome della variabile che contiene la password nella scheda di login. Il valore di default è ac_password. User name persistence form variable Questo è il nome della variabile che contiene la chiave di persistenza. Il valore di default è ac_persistent. Login page ID Quando un utente desidera registrarsi, questa è la pagina che gli viene inviata per effettuare la registrazione. Il valore di default è require_login. Logout page ID Se un utente sta per fare il logout gli può essere inviata una pagina con un bel messaggio. Il valore di default è logged_out. Failed authorization page ID Quando fallisce l autenticazione questa è la pagina che viene mostrata. default questo valore è blank perché Plone usa un sistema diverso. Per Use cookie paths to limit scope Questo imposta che il cookie sia locale alla cartella corrente e a tutte le cartelle sotto questa. Lasciandolo a blank significa che indipendentemente dalla pagina dove ci si autentica lo si fa per l intero sito. Per cambiare il cookie che dev essere usato piuttosto che quello predefinito semplicemente cambiare il valore in questa scheda e cliccare Save. Comunque si lasci mettere in guardia rispetto a questo, se si modifica il nome del cookie, tutti i cookie esistenti nei computer degli utenti saranno ignorati e quindi questi dovranno registrarsi nuovamente. Se si desidera una pagina differente per il login si può anche personalizzare il page template require_login o modificare il valore di quella variabile L effettiva cartella dell utente È possibile accedere alla affettiva cartella dell utente di un sito Plone cliccando sulla cartella acl_users nella ZMI. Questo apre l interfaccia Group User Folder (GRUF) che consente di scegliere tra varie opzioni. L interfaccia di GRUF è veramente simile alle opzioni che si hanno tramite il pannello di controllo di Plone. È possibile aggiungere e modificare gli utenti ed i gruppi tramite una interfaccia comoda ed avanzata. Cliccando sugli utenti e sui gruppi è possibile modificare questi elementi. Cliccando sulla scheda Contents si può scegliere tra utenti e gruppi; cliccare su Utenti e poi su acl_users*. Finalmente si arriva alla reale cartella di un utente. Appare come la cartella utente standard. È possibile vedere l elenco degli utenti e, per modificarne uno, basta semplicemente cliccare sull username come viene mostrato in Figura 9-9. Da qui è possibile modificare la password ed i ruoli di un utente. A questo punto si sarà notato che il gruppo Management è rappresentato come un ruolo in modo da non provocare collisioni nei nomi. Il nome è storpiato in group_management. Se si desidera che questo utente diventi un utente di questo gruppo si deve farlo qui. Non c è molto altro da fare qui che non si possa fare al livello più alto, quindi non si viene quaggiù se non quando si devono cambiare la password o impostare un dominio.

263 9.2. STRUMENTI PER LA REGISTRAZIONE DEGLI UTENTI 263 Figura 9.9: Figura 9-9. Modifica dei dati dell utente

264 264 INDICE 9.3 Impostare i permessi Abbiamo trattato ora gli utenti, i ruoli ed i gruppi ma c è ancora altro; il livello più basso delle impostazioni relative alla sicurezza è un permesso. Come suggerisce il nome stesso, dare un permesso ad un utente significa dargli la capacità di fare qualcosa, come vedere un oggetto, aggiungere un documento, ottenere l elenco dei contenuti di una cartella e così via. Ogni tipo di permesso è identificato univocamente con un nome significativo come View, Add portal content, o List folder contents. I permessi non vengono applicati al singolo utente ma ad un ruolo. Ogni ruolo possiede determinati permessi, e l utente assume quei ruoli particolari. Tramite la ZMI e la scheda Security è possibile trovare tutte le impostazioni relative alla sicurezza di Zope, incluse quelle per il sito Plone, per la cartella root di Zope, per tutti gli oggetti ed i contenuti oltre che per l aspetto. Cliccando sulla scheda Security si vedono tutti i permessi ed i ruoli che li mappano in una griglia come mostra la Figura Nella Figura 9-10 si può vedere la serie di impostazioni di sicurezza di questo oggetto. Vengono mostrate in una griglia di campi di spunta: a sinistra vi sono i permessi in ordine alfabetico e quasi in cima ci sono i ruoli anch essi in ordine alfabetico. Questa pagina è decisamente lunga e ingombrante, così ci sono due scorciatoie. Cliccare su Permission per ottenere tutti i ruoli per questo permesso; per esempio la Figura 9-11 mostra le impostazioni per il permesso Access future portal content. Cliccando su un ruolo si ottengono tutti i permessi per quel ruolo, che è molto più facile che nel lungo elenco, come mostrato in Figura Per tutti questi permessi si tratta di cliccare sui box per i permessi che si desiderano oppure selezionare le opzioni nel box di scelta e cliccare Save. Quando viene spuntato il box Acquire Permission le impostazioni di sicurezza per questo oggetto sono ereditate (acquisite), se non è spuntato i permessi non sono acquisiti. L acquisizione è la capacità di un oggetto di cercare nella gerarchia degli oggetti per trovare i permessi (da ereditare n.d.t) e combinarli nei permessi definitivi (complessivi). Nota Tramite la pagina dei permessi si possono cambiare anche le (proprie) impostazioni di sicurezza dell utente manager; bloccare l utente manager potrebbe essere una pessima idea, quindi è bene che ciò sia possibile per default. Ora si vedano i permessi di Access contents information. Nella ZMI andare nella cartella radice e scegliere la scheda Security. L impostazione predefinita per questo permesso è che nessun ruolo vi è abilitato; cioè le impostazioni per ciascun utente sono a vuote. Invece l opzione Acquire Settings è attiva, il che significa che si deve guardare negli oggetti contenitori nella gerarchia per determinare i permessi di questo oggetto. Si vada ora nella cartella root di Zope e si clicchi sulla scheda Security. Si aprirà l elenco dei permessi per la cartella root e quasi certamente vi saranno delle opzioni per il permesso Access contents information per questa cartella; in particolare, i ruoli anonymous e manager hanno questo permesso. Quando i permessi vengono acquisiti, anche tutte le sottocartelle acquisiranno le medesime impostazioni dei permessi. Questo significa che il sito Plone ed ogni oggetto del sito Plone avranno questi permessi. Di conseguenza se si intende impostare un permesso per l intero sito è sufficente configurare il permesso nella root di Plone e tutti gli oggetti acquisiranno quei permessi. Nota L eccezione è rappresentata dagli oggetti che hanno un workflow che specificatamente disabilitano l acquisizione. Ciò è trattato nella sezione Sicurezza e Workflow, più avanti in questo capitolo.

265 9.3. IMPOSTARE I PERMESSI 265 Figura 9.10: Figura Impostazioni di sicurezza

266 266 INDICE Figura 9.11: Figura Le impostazioni di un permesso

267 9.3. IMPOSTARE I PERMESSI 267 Figura 9.12: Figura Le impostazioni per il ruolo di Revisore

268 268 INDICE È possibile impostare permessi su qualsiasi oggetto in Zope tramite la ZMI. Questo può essere la cartella radice di Zope, un sito Plone, una cartella come la cartella Members o anche una parte di contenuto. Ogni oggetto ha il proprio insieme di permessi ma non tutti gli oggetti hanno la stessa scelta di permessi. Per esempio il permesso Add... è disponibile in ogni cartella. Ma siccome questo permesso non avrebbe senso per oggetti non-contenitori (per definizione un oggetto deve essere una cartella per poter avere degli oggetti aggiunti), non sono presenti. Qualsiasi prodotto o parte di codice Python nel proprio sito Zope può definire la propria sicurezza, quindi può essere un po difficile definire esattamente cosa lascia fare un permesso. La Tabella 9-1 descrive alcuni dei permessi chiave e cosa fanno. Tabella 9.1: Tabella 9-1. I permessi più comuni di Plone Permesso Access contents information Add... Add portal member Copy or Move Delete objects List folder contents List portal members Modify portal content Set own password Set own properties View Descrizione Questo permesso consente l accesso ad un oggetto senza necessariamente consentire di vedere l oggetto. Per esempio un utente potrebbe voler vedere il titolo dell oggetto in un elenco di risultati, anche se l utente non può vedere il contenuto di quel file. Ci sono numerosi permessi Add, ciascuno relativo ad un tipo di oggetto che un utente può aggiungere. Per un normale sito Plone tutti i permessi sono raggruppati insieme in Add portal content. Abilita la possibilità di registrarsi ed un sito Plone e di ottenere un account. Questo permesso da il diritto di copiare o muovere un oggetto. Di conseguenza se gli utenti hanno questo permesso hanno pure bisogno di avere il permesso per incollare l oggetto a destinazione. Questo permesso da il diritto di cancellare un oggetto. In un ambiente Zope standard, questo permesso è impostato sulla cartella, in Plone il controllo è su ogni oggetto. Questo permesso da un elenco dei contenuti di una cartella; non controlla se si hanno i permessi per vedere gli oggetti elencati. Questo permesso da il diritto di elencare i Collaboratori (members) del sito e di ricercare tra essi. Questo è il permesso prendi-tutto, consente qualsiasi modifica ad un oggetto come cambiarne il contenuto, le sue parole chiave o altre proprietà. Questo permesso è applicato a quasi tutti gli oggetti. Questo permesso da il diritto di modificare la propria password in un sito Plone. Questo permesso da il diritto di cambiare le proprie proprietà in un sito Plone. Questo permesso consente all utente di vedere l oggetto in questione. View non significa solo poter visualizzare l HTML ma anche accedere via File Transfer Protocol (FTP), WebDAV, ed altre forme di accesso Aggiungere un ruolo Assegnare ruoli agli utenti significa trovare una serie compatibile di permessi per ogni ruolo in modo che questo raggruppamento di permessi abbia un senso. Questo non è sempre possibile. Un determinato utente può aver bisogno talvolta di qualcosa di differente da utenti simili. Comunque, dal punto di vista dello sviluppatore, meno numerosi e più semplici sono mantenuti i ruoli tutto risulta più facile. Non è troppo complicato, ma iniziare urgentemente creando un ruolo per ogni opzione di

269 9.3. IMPOSTARE I PERMESSI 269 sicurezza concepibile può essere una pessima idea. Si andrebbe velocemente in gran confusione. Si raccomanda quindi di mantenere limitato il numero di ruoli e che siano generici per l intero sito. Per aggiungere un ruolo, andare nella cartella Plone, cliccare sulla scheda Security e scorrere fino in fondo (è assai lunga). In fondo c è un semplice modulo per aggiungere o rimuovere altri ruoli. Aggiungere il nome del nuovo ruolo e cliccare su Add Role Operazioni tipiche È possibile impostare alcune opzioni di sicurezza in modo da far eseguire regolarmente dei compiti. Prima di effettuare profonde modifiche alle impostazioni di sicurezza, comunque, si raccomanda di eseguire un back-up del sito Plone. Questo è trattato nel Capitolo 13. Bloccare l iscrizione al sito Per impedire l iscrizione al sito da parte di nuovi utenti si deve impostare il permesso Add portal member per gli utenti anonimi nella cartella root di Zope. Si potrà sia deselezionare qui questa impostazione per l utente anonimo come andare al sito Plone e togliere l impostazione Acquire Permission. Bloccare la possibilità di fare ricerche Per impedire le ricerche nel sito da parte degli utenti si imposta, nella cartella root del sito Plone, il permesso Search ZCatalog per gli utenti anonimi. Quindi modificare quel permesso deselezionando Anonymous o qualsiasi altro utente. Bloccare l accesso al sito da parte degli utenti anonimi Ah, bene, per fermare l accesso al proprio sito da parte dell utente anonimo serve un piccolo trucco in quanto sarebbe abbastanza complicato rimuovere completamente l accesso anonimo: gli utenti devono pur essere in grado di accedere al login! Ciò che realmente si vuole in questa situazione è di essere in grado di restringere l accesso ai contenuti. Ciò è possibile restringendo i permessi del proprio controllo di flusso (workflow) Sicurezza e workflow Come abbiamo sviscerato nel Capitolo 7, il controllo di flusso gestisce la sicurezza di ogni oggetto del workflow. Fa questo modificando i reali permessi di quell oggetto. Abbiamo appena visto come si possono vedere le impostazioni di sicurezza di ciascun oggetto; si potrànno quindi controllare come le impostazioni di sicurezza degli oggetto in un determinato stato possano essere differenti dalle impostazioni di sicurezza di un oggetto in un altro stato. Se si clicca su portal_workflow, si seleziona la scheda Contents, si clicca su plone_workflow e quindi ancora sulla scheda States si vedranno gli stati disponibili. Cliccare su uno stato e quindi scegliere la scheda Permission si vedranno i permessi per quel determinato stato, come mostrato in Figura Come si può vedere, quando un oggetto è stato messo nello stato pubblicato, l utente anonimo ha il permesso Access contents information e View. Ciò significa che gli utenti possono vederne il contenuto. Si noti come collaboratori o possessori non possono modificare i loro contenuti poiché non hanno quel permesso. I permessi applicati dal controllo di flusso sono applicati nella tabella Permission dov è possibile impostare tutti i permessi che sono gestiti dal controllo di flusso. Dopo aver modificato le impostazioni di sicurezza è necessario andare nello strumento plone_workflow e cliccare su Update security settings altrimenti la sicurezza degli oggetti ed il controllo di flusso rimarranno differenti.

270 270 INDICE Figura 9.13: Figura I permessi dello stato pubblicato

271 9.3. IMPOSTARE I PERMESSI 271 Nota Siccome i permessi cambiano quando vi è una transizione sull oggetto, qualsiasi altra modifica ai permessi di un oggetto fatta tramite la ZMI viene rimossa se (e non solo se) tali permessi sono gestiti dal controllo di flusso. Per questa ragione si deve trattenersi dalla fretta di fare piccoli interventi sulla sicurezza dei tipi di contenuto della ZMI, frenarsi dal modificare l oggetto sito Plone ed il suo controllo di flusso. Sentinelle Tutte le transizioni hanno una loro sentinella che consente all amministratore di selezionare i permessi autorizzati prima che l utente completi la transizione. Quando si verifica se un utente può fare una transizione il controllo avviene in questo ordine: controllo dei permessi, controllo dei ruoli e quindi controll dell espressione. Se passa ogni controllo la transizione può avvenire. Quelle che seguono sono tutte le impostazioni di una sentinella: Permission È l elenco dei permessi concessi, separati da punto e virgola - per esempio, Review portal content; Modify portal content. Roles È l elenco dei ruoli che sono accettabili da questa transizione, separati da punto e virgola - per esempio, Manager; Reviewer). Expression Questa è una espressione di controllo di flusso scritta con il linguaggio Template Attribute Language Expression Syntax (TALES) che può applicare una condizione personalizzata. Per esempio, la seguente transizione, avverrà solo se è in una cartella di nome Members; non è un permesso reale, ma è nettamente un trucco: python: if Members in state_object.getphysicalpath() Nota getphysicalpath è un metodo di tutti gli oggetti di Zope che ritorna la posizione nella gerarchia degli oggetti di Zope ignorando qualsiasi posizione virtuale (virtual hosting n.d.t.) Ruoli proxy Nel precedente capitolo abbiamo discusso alcuni metodi validi per la notifica agli utenti e per spostare del contenuto quando questo è sottoposto a controllo di flusso. Quando ciò accade, lo script è eseguito appena l utente lancia la transazione controllata. In questo caso il nostro script potrebbe fare qualcosa che l utente può o non può avere il permesso di fare. Per esempio si potrebbe non volere che un utente possa aggiungere qualcosa alla cartella di nome public tranne che tramite il controllo di flusso. Questo è il problema: vogliamo che lo script sia eseguito con un ruolo più alto. Un ruolo proxy è qualcosa con cui il nostro utente non interagisce e non è tenuto a conoscere ma c è un metodo per aggirare questo problema. Per esempio, diciamo che vorremmo che l utente fosse in grado di scegliere un qualsiasi altro utente del sito. Non vogliamo che possa vedere l elenco di tutti gli utenti ma semplicemente l elenco di utenti in questo particolare contesto. Per eseguire lo script l utente deve avere il permesso List portal members per ottenere appunto l elenco dei collaboratori, e però non vogliamo darlo all utente anonimo. Allo script che esegue quel comando dovrà essere dato un ruolo proxy più alto, probabilmente Member. Per far questo andiamo allo script tramite la ZMI, clicchiamo sulla scheda Proxy e clicchiamo Member. Se questo script si basa sul file system, allora queste informazioni possono essere aggiunte al file dei metadati. Per esempio, il file.metadata avrebbe le seguente riga: proxy = Member. Ora questo script sarà eseguito come member, risolvendo i nostri problemi di sicurezza!

272 272 INDICE 9.4 Manipolazione degli utenti con degli script Ora abbiamo un intero gruppo di utenti nel nostro sito Plone ed abbiamo bisogno di alcuni script di aiuto per l amministrazione degli utenti di quel sito. Oltre qualche centinaia di utenti diventa veramente difficile effettuare modifiche via web; le prossime sezioni danno alcuni esempi di script per svolgere alcuni importanti lavori Registrazione in massa di utenti Se si deve registrare un gran numero di utenti si ha bisogno di uno script per importarli. Questi utenti possono venire importati in Plone da qualsiasi sistema. Ma comunque, se questi utenti sono già in una risorsa esterna come possono essere LDAP, un database relazionale o altre fonti, è possibile integrarli direttamente con quella fonte. Per ora prendiamo un file con un gruppo di utenti separati da virgole, con i seguenti contenuti: username, nome completo, indirizzo e gruppi. Nell esempio che segue, andremo in questo elenco, aggiungeremo ciascun utente con quelle impostazioni e poi modificheremo le loro proprietà in modo che abbiano le impostazioni corrette. Il file.csv conterrà quindi qualcosa simile a: "User Name", "Full Name", " ", "Groups" "Andy", "Andy Mckay", "andy@enfoldsystems.com", "Systems,Sales,Development"... Un file.csv è un file dove i valori sono separati da virgole, che può essere creato e modificato con qualsiasi programma di fogli di calcolo, come Microsoft Excel o OpenOffice. È possibile quindi esportare il file con quel formato (valori separati da virgole) e finalmente importarlo dentro Plone. Siccome questo comporta l uso di svariati metodi che sono protetti (restricted) è necessario farlo con un metodo esterno: # An external method to import user import csv # the full path to your csv file filename = "/var/zope.zeo/extensions/test.csv" def importusers(self): reader = csv.reader(open(filename, "r")) pr = self.portal_registration pg = self.portal_groups out = [] # if your csv file contains a header line that # explains the contents of each column ignoreline = 1 Questo è solo il codice di setup; in altre parole esso imposta tutte le variabile che useremo nello script. All inizio importiamo il modulo csv che è un modulo compreso nel Python 2,3 e consente un veloce parsing dei file.csv. Il file.csv è nella variabile filename, che contiene il path completo del file; se si inserisce un path relativo Plone potrebbe andare a finire a guardare nel posto sbagliato. Come detto in precedenza viene passato al metodo il parametro self e da questo sarà possibile ottenere i due strumenti necessari: portal_registration per fornire l accesso alle API di registrazione e portal_groups per fornire l accesso alla API dei gruppi. for row in reader: if ignoreline:

273 9.4. MANIPOLAZIONE DEGLI UTENTI CON DEGLI SCRIPT 273 ignoreline = 0 continue # check we have exactly 4 items assert len(row) == 4 id, name, , groups = row groups = groups.split(, ) # make a password password = pr.generatepassword() poi cicliamo su ogni riga ed otteniamo l ID, il nome, l indirizzo ed i gruppi. Poi generiamo una password casuale invocando generatepassword. Questo genera una password casuale formata da sei caratteri maiuscoli, minuscoli e numeri. Se si vogliono basare gli ID o la password sulle informazioni in arrivo nello stesso modo dell username o dell indirizzo , qui si può farlo. In questo caso, abbiamo messo tutti i gruppi nello stesso campo separati da virgole (per esempio Sales,Marketing ). Quindi è necessario separarli in un elenco di nomi unici del tipo: try: # add in member pr.addmember(id = id, password = password, roles = ["Member",], properties = { fullname : name, username : id, , } ) # groups are separated by commas for groupid in groups: group = pg.getgroupbyid(groupid) group.addmember(id) out.append("added user %s" % id) except ValueError, msg: # if we skipped this user for a reason, tell the person out.append("skipped %s, reason: %s" % (id, msg)) # return something return "\n".join(out) Fatto questo abbiamo tutte le informazioni necessarie per poter registrare i nostri utenti, possiamo fare la effettiva registrazione. La eseguiamo invocando la funzione addmember che è una funzione di portal_registration e che registra gli utenti. Viene passato alla funzione un dizionario delle coppie chiave/valore come sono indirizzo e username. Quindi, per ogni gruppo, viene chiamata getgroupbyid per ottenere il gruppo e poi viene invocata addmember sul gruppo. Come suggerito dal nome questa registra l utente in quel gruppo. Fatto questo rimane il problema di stampare qualcosa per la persona per cui si è effettuata l importazione. Per farlo per il proprio sito, è necessario metterlo nella cartella Extension nel server Plone e denominarlo import_users_with_groups.py. Poi si devono aggiungere manualmente i gruppi che si vogliono nel proprio sito, questo script infatti non crea i gruppi per noi. Preparare il file.csv; se i propri utenti sono memorizzati

274 274 INDICE in qualche sistema sarà necessario trovare la strada per esportarli in questo formato. Modifichiamo il nome del file nello script in modo che punti al nostro file. Poi aggiungiamo un metodo esterno al nostro sito Plone con i seguenti valori: ID: import_users_with_groups Module name: import_users_with_groups Function name: importusers Una volta aggiunto questo metodo esterno lo si prova con il pulsante Test e si ottiene il risultato voluto! Modifica delle impostazioni degli utenti Se si installa un nuovo prodotto o si fa una nuova impostazione può essere necessario modificare in blocco i metadati dell utente. Per esempio, installando un nuovo editor WYSIWYG e volendo che questo sia il nuovo default per ogni utente sono necessarie due cose: Cambiare le impostazioni di default per ogni nuovo utente. Per questo cliccare su portal_metadata e selezionare la scheda Properties. Impostare qui il default e tutti i nuovi utenti otterranno quel valore. Cambiare le impostazioni per ciascun utente esistente; può essere fatto solo con un metodo esterno come il successivo: def fixusers(self): pm = self.portal_membership members = pm.listmemberids() out = [] for member in members: # now get the actual member m = pm.getmemberbyid(member) # get the editor property for that member p = m.getproperty( wysiwyg_editor, None) out.append("%s %s" % (p, member)) if p is not None and p!= Epoz : m.setmemberproperties({ wysiwyg_editor : Epoz,}) out.append("changed property for %s" % member) return "\n".join(out) Mettiamo questo codice in un modulo Python nella cartella Extension della nostra istanza Plone. Denominiamo il modulo fixuserscript.py. Poi, dalla ZMI aggiungiamo un metodo esterno con i seguenti parametri: ID: fixusers Module name: fixuserscript Function name: fixusers Usiamo la scheda Test per provare il codice. Lo script girerà su ciascun collaboratore del sito ed imposterà il valore per l editor WYSIWYG a Epoz. Lo fa ottenendo innanzitutto l elenco di tutti i Collaboratori; c è un metodo in portal_membership denominato listmemberids che lo fa per noi. Per ciascuno dei Collaboratori, esamina la proprietà usata da Plone per determinare l editor preferito (in questo caso la proprietà wysiwyg_editor). Se questa proprietà non ha il valore Epoz allora invocherà setmemberproperties per cambiarla. Questo è un buon sistema per girare su tutti i Collaboratori. Quindi, usando i metodi setmemberproperties e getproperty, è possibile esaminare o cambiare le proprietà di Collaboratore possedute da ciascun utente.

275 9.4. MANIPOLAZIONE DEGLI UTENTI CON DEGLI SCRIPT Determinare gli altri utenti in un certo gruppo Abbiamo accennato in precedenza della possibilità di inviare messaggi a tutti i componenti del gruppo di lavoro di un oggetto. È possibile aggiungerlo al controllo di flusso ma prima è necessario creare uno script per far questo. Nell esempio che segue usiamo una coppia di funzioni per applicarlo agli utenti. Quello seguente è lo script getgroupusers che prende un oggetto e ritorna un elenco di utenti: ##parameters=object=none # object is the object to find all the members of the same group for users = [] # get the creator username = object.creator() user = context.portal_membership.getmemberbyid(username) pg = context.portal_groups # loop through the groups the user is in for group in user.getgroups(): group = pg.getgroupbyid(group) # loop through the users in each of those groups for user in group.getgroupusers(): if user not in users and user!= username: users.append(user) return users In questo script stiamo dando un oggetto e dobbiamo trovare il suo creatore chiamando il metodo Creator. Una volta ottenuto questo utente, si può chiamare getgroups, un metodo dell oggetto dell utente, che elenca tutti i nomi di tutti i gruppi a cui appartiene quell utente. Dopo, prendiamo ciascuno di quei gruppi e da quell elenco troviamo gli username di un gruppo. Quindi, finalmente, abbiamo tutti gli username. Ora per ciascuno di questi utenti non vogliamo duplicati e vogliamo che non coincidano con la persona che ha fatto la modifica all oggetto. L elenco utenti così ottenuto, conterrà tutti gli altri utenti che sono negli stessi gruppi di chi possiede l oggetto. Sarà possibile quindi innestarlo nello script di notifica via del controllo di flusso tratto dal Capitolo 7. Per esempio per lo script di notifica via del controllo di flusso è possibile richiamare quanto fatto nel seguente modo: for user in mship.listmembers(): if "Reviewer" in mship.getmemberbyid(user.id).getroles(): Questo gira su ciascun utente e controlla se ha il ruolo di Collaboratore. Lo script precedente va denominato getgroupusers e messo nella cartella portal_skins/custom. Ciò significa la possibilità di accedervi tramite l acquisizione del namespace contestuale; in breve context.getgroupusers(object) ci ritornerà gli utenti: users = context.getgroupusers(object) for id in users: user = mship.getmemberbyid(id) In questo modo ora invieremo una a ciascun componente del gruppo piuttosto che a tutti i revisori! Accedere alle informazioni utente dai page template Nel Capitolo 6 abbiamo fatto un modello di pagine (page template) che consente ad un utente di inviare feedback all amministratore del sito tramite un modulo. In quel modulo un campo di inserimento permette all utente di

276 276 INDICE inserire un indirizzo che poi sarà possibile validare. Comunque, se un utente è registrato e se ne conosce l indirizzo sarebbe bello presentarglielo automaticamente. Il codice esistente per quel campo è questo che segue: <input type="text" name=" _address" tal:attributes="tabindex tabindex/next; value request/ _address nothing" /> Ora, se esiste un valore per l indirizzo nella request da un precedente tentativo di riempimento dovremo mostrare quello. Altrimenti dovremo vedere se esiste un indirizzo per l utente corrente. Le modifiche al modulo che seguono assicurano che (il campo del - n.d.t.)) l indirizzo sia riempito: <input type="text" name=" _address" tal:define="user context/portal_membership/getauthenticatedmember; user/ nothing" tal:attributes="tabindex tabindex/next; value request/ _address nothing" /> Correzione e comprensione della sicurezza Abbiamo capito che la sicurezza non è solo una delle parti più dure di Plone ma anche che è una delle più difficili da correggere e collaudare. Siccome il modello è granulare e complicato, può essere estremamente difficile trovare perché e dove avviene un errore. Talvolta il messaggio di errore o le informazioni ricevute sono difficili da decifrare o addirittura è proprio difficile trovare informazioni specifiche. Collaudare la sicurezza è ancora più difficile poiché nei siti con molti ruoli, si dovrebbe fare un test completo di regressione per ciascuno di quegli utenti per ciascuna di quelle situazioni. Ma spesso, visto il costo che implica, non vengono affatto eseguiti questi collaudi di regressione. Avere un difetto nella sicurezza, però, è probabilmente una delle cose peggiori che possono succedere per quei siti che contengono informazioni confidenziali. Plone consente di fare ciò che si vuole; lascia tranquillamente spararsi nei piedi, quindi fare attenzione! VerboseSecurity VerboseSecurity è un prodotto autonomo incluso nell installer. È possibile scaricare VerboseSecurity da Come suggerisce il nome, fornisce un messaggio dettagliato dell errore (che si riceve - n.d.t.) quando non si riesce a fare qualche cosa in Plone poiché non si è autorizzati. Purtroppo, se si sono fatte impostazioni della sicurezza troppo lasche, questo prodotto non può aiutare granché. VerboseSecurity può girare tranquillamente su un server Plone senza creare problemi di prestazioni quindi è possibile farlo girare sul server di produzione e di sviluppo. Possono esserci solo dei piccoli spunti di impegno extra quando qualcuno non è autorizzato a fare qualcosa e viene sollevato un errore e i nuovi moduli di sicurezza lo intercettano. Comunque, siccome il messaggio di errore è molto dettagliato, non si vuole esporlo agli utenti. Dice molto di più di quanto gli utenti debbano sapere sul nostro sistema! Non dovrà mai rivelare informazioni protette da password su utenti, ruoli e permessi. Ovviamente, il server di produzione deve poter lavorare sempre in modo perfetto quindi non vi è necessità di installarlo li. L implementazione originale della routine di controllo dei permessi è scritta in Python. Appena si è stabilizzata la API e gli sviluppatori hanno intuito il sovraccarico causato dalla sicurezza, essa è stata riscritta in C. Per default gira la implementazione più veloce di C ma ciò significa che VerboseSecurity non può aggiustare il modulo dei permessi per essere più verboso. Si ha raramente bisogno di impostare un tale livello di dettaglio, abitualmente sono sufficenti le informazioni che già si ottengono. Altrimenti, se si ha la necessità di ricevere maggiori informazioni, si dovrà lanciare Plone con la seguente variabile d ambiente:

277 9.4. MANIPOLAZIONE DEGLI UTENTI CON DEGLI SCRIPT 277 ZOPE_SECURITY_POLICY=PYTHON Per far funzionare VerboseSecurity basta assicurarsi che VerboseSecurity sia nella cartella Products (per maggiori dettagli vedere il Capitolo 10) e quindi riavviare Plone. Andare all oggetto cookie_authentication, che è l elenco delle opzioni per l autenticazione al sito e, nel modulo, cambiare l opzione per login_page da require_login a bank (empty), come mostrato in Figura 9-14 Ora si andare a ricreare le circostanze dell errore che si deve correggere. Ricordarsi di registrarsi come l utente che ha ricevuto l errore. Questo è il motivo per cui è comodo avere due differenti browser che accedono al sito. Uno per amministrare, uno per collaudare. Quando avviene l errore, un dialogo di autenticazione HTTP viene lanciato nello schermo. A quel punto, premere Cancel e si otterrà un dettagliato messaggio di errore, come quello mostrato in Figura Il messaggio è piuttosto lungo ed autoesplicativo. A questo punto, normalmente, si passa all altro browser esaminando le impostazioni dei permessi per l oggetto considerato per vedere quale causa può esserci. Problemi tipici Ci sono un paio di errori che è facile individuare quando si lavora con Plone. Il primo non è correlato direttamente a Plone ma stimabilmente ripetitivo: controllare che l utente che genera l errore sia proprio quello che si crede. Spesso si sente dire Funziona in un browser ma non in un altro. Questo dipende abitualmente dal fatto che oltre ad aver scambiato i browser si è anche cambiato utente. Continuando con le ovvietà, ricontrollare che l utente abbia il ruolo che ci si aspetta debba avere. Questo può significare andare nella acl_users, per vedere quale ruolo ha realmente l utente ricontrollando che sia quello atteso. Poi si pensi ad ogni gruppo a cui l utente appartiene. Guardando di nuovo nella acl_users vedremo se e perché gli utenti possono ottenere ruoli extra in un gruppo. Finalmente, ricordando che un ruolo di un utente può anche essere alterato dai ruoli locali delle cartelle o degli oggetti, questo è un po più difficile da definire chiaramente in quanto non vi è un sistema per dire quale cartella o quale oggetto abbia ruoli locali. Una volta sicuri di chi realmente sia l utente e del ruolo che ha sull oggetto, si è in grado di sapere quali sono realmente i permessi sull oggetto stesso. Come si è visto, due oggetti simili (per esempio due documenti) possono avere impostati differenti permessi e differenti ruoli. L utente che ha creato l oggetto ha il ruolo di possessore per quel documento mentre un altro ha su di esso solo il ruolo di collaboratore. Siccome il controllo di flusso cambia i permessi su un documento mano a mano che passa da uno stato ad un altro, anche questo può cambiare i permessi. Bloccare il sito Plone Non c è un modo semplice per farlo in quanto è inconcepibile un sito bloccato. Comunque il principio base è che gli utenti siano abilitati a fare il minimo necessario e niente più - per questo è il caso di ricontrollare le impostazioni di default e di rimuovere quelle (i permessi n.d.t.) di cui eventualmente non si ha bisogno. Chi è veramente paranoico può addirittura iniziare a rimuovere funzionalità dall interfaccia utente e fermare il girovagare degli utenti mediante la modifica del Cascading Style Sheets (CSS). Ovviamente bisogna ricordarsi che non è sufficente rimuovere la scheda di una azione o impedire l accesso al modello di pagina (page template) se l utente può ancora, per esempio, modificare un documento. Con un po di conoscenza di Plone egli può lanciare la pagina tramite uno script o qualche altro malizioso meccanismo. Ci si accorge ben presto, se si prova abbastanza, che in Plone è possibile ottenere la pagina di modifica di un (qualsiasi n.d.t.) documento che si sta visualizzando semplicemente agendo sull indirizzo URL (Uniform Resource Locator). Comunque non si può realmente modificare quella pagina; si può solo riuscire a chiamare la sua scheda di modifica.

278 278 INDICE Figura 9.14: Figura Modifica delle impostazioni di login per il sito

279 9.4. MANIPOLAZIONE DEGLI UTENTI CON DEGLI SCRIPT 279 Figura 9.15: Figura Un ben dettagliato messaggio di errore

280 280 INDICE Se il server gira liberamente senza restrizione di accesso ci si assicuri che vi sia un web server davanti al nostro ZServer Zope. Come abbiamo detto nel Capitolo 10 lo ZServer fornito con il pacchetto è una implementazione semplice senza quei controlli e la sicurezza che un vero server web deve avere. Per gli altri servizi di Zope, come FTP e WebDAV, si introduca un server proxy 13, se possibile, se si ha l intenzione di permettere l accesso a tali servizi da parte di utenti insicuri (normalmente non è così). 9.5 Integrazione di Plone con altri servizi Le sezioni che seguono trattano della sicurezza esterna all istanza Plone (per esempio tutte le impostazioni di sicurezza necessarie per avviare effettivamente Plone sul Server). Parleremo poi dell uso di Plone con LDAP in modo da poter riutilizzare in Plone utenti di un server esterno La sicurezza del proprio server Abbiamo trattato la sicurezza degli utenti dentro un sistema Plone ma c è un altro importante argomento: la sicurezza e l impostazione del server Plone all interno del proprio sistema operativo. Come per qualsiasi altra applicazione web, l operazione di impostazione dei permessi di accesso per il server prima di mostrarlo al mondo, è abbastanza critica. Il meccanismo di installazione di Zope è bravo e fa molte di queste cose per noi, ma ci sono alcuni aspetti da conoscere che presentiamo qui avanti. L utente che esegue Zope Ci si assicuri che l utente che esegue Zope abbia il minimo dei permessi necessari per completare l operazione. L utente che esegue Zope deve poter leggere e scrivere in tutto il file system di Zope. Deve poter scrivere le cartelle con i file di log ed il database dell istanza Zope: le cartelle var e log della nostra istanza Zope. Il modo migliore per far questo in Linux è quello di aggiungere un account dedicato con un utente denominato plone che lo gestirà; si può inoltre limitare l accesso a questo utente nel malaugurato caso di un tentativo di manomissione di Plone. In Linux, se si vuole che Plone si appoggi su porte con un numero basso (sotto la 1024), come la 21 o la 80, è necessario far girare Plone come root. Ci si collegherà a quelle porte come root per poi cambiare con un altro utente esistente. Per far questo si dovrà specificare un valore per l effective-user nel file di configurazione; zope.conf. Questo cambia le porte di ascolto e l utente; un esempio è effective-user zope. La migliore alternativa è non fare nulla di tutto ciò e invece far girare Zope su una porta più alta, come la Si può poi proteggere questa porta con un firewall e usare Apache o qualche altro web server che giri sulla 80 e con un proxy verso la Il Capitolo 10 tratta più in dettaglio questo argomento. L equivalente in Windows è l utente che lancia il servizio; per default che lo fa è l account LocalSystem. Anche qui è possibile cambiare l utente che fa partire Plone. Se si sta cercando di far partire Plone su un computer Windows che non ha servizi (cosa che non raccomandiamo o supportiamo), Plone partirà localmente con l utente che ha avviato manualmente il server. Alcuni prodotti possono richiedere l installazione di software aggiuntivo per la fornitura di funzionalità come la manipolazione di immagini, la conversione di documenti e così via. Se si sta installando qualcuno di questi strumenti, si ricordi che possono richiedere un po di lavoro per interagire con successo con il proprio sito Plone. Per esempio, installando pdftohtml per la conversione di documenti PDF in Windows, è necessario, affinché il comando sia letto, lanciare il servizio con un utente che abbia i permessi sufficenti affinché Zope possa interagire con quel software. In questo caso, se il server è dietro ad un firewall, non vi sono problemi. 13 in modo che il sistema di autenticazione sia assolutamente sicuro. (n.d.t.)

281 9.5. INTEGRAZIONE DI PLONE CON ALTRI SERVIZI 281 Ottenere l accesso di emergenza Se si ha un sito Plone ma non si può accedere alla ZMI in quanto non si conosce o si è persa la password, vi si può accedere tramite un account di emergenza. Per crearlo è necessario avere un accesso al file system della nostra istanza del sito Plone. Se non lo si ha si dovrà prima in qualche modo provvedere ad ottenerlo. Si vada quindi nella root della propria istanza Plone allo script zpasswd.py. Lo si trova nella cartella Zope (in ZOPE_HOME). Sul nostro computer lo script zpasswd.py è in /opt/zope-2.7/bin/zpasswd.py. Quindi per creare una password si faccia quanto segue: $ cd /var/zope $ python /opt/zope-2.7/bin/zpasswd.py access Username: emergency Password: Verify password: Please choose a format from: SHA - SHA-1 hashed password CRYPT - UNIX-style crypt password CLEARTEXT - no protection. Encoding: SHA Domain restrictions: Ciò crea un file access nell istanza Zope. Si riavvii Zope e ci si logghi nella ZMI usando l username e la password inseriti in quello script. Questo utente ha un significato speciale per Plone ed è detto emergency user. Una volta loggati come utente di emergenza non è possibile creare oggetti ma è però possibile crearsi un nuovo utente e successivamente loggarsi con quello. Per motivi di sicurezza è opportuno, in seguito, eliminare il file access. Ottenere l accesso di emergenza su Windows L installazione Windows di Plone fornisce una interfaccia grafica per creare con facilità l accesso di emergenza. Selezionare Start - Program Files - Plone - Plone e scegliere l opzione Emergency User. Questo consente di creare un nuovo utente, modificare la password attuale dell utente di emergenza o rimuovere qualsiasi utente di emergenza esistente, come mostrato in Figura Per creare un nuovo utente cliccare su Create User. Nella maschera di dialogo aggiungere un username ed una password. Questo crea un file sul file system che contiene il nome e la password. Nello stesso modo, cliccando su Change Password si modifica la password di questo utente. Dopo aver aggiunto l utente o modificato la password è necessario riavviare Zope. Per riavviare Plone, andare nella scheda Control, cliccare Stop, quindi cliccare Start. Cliccare poi Manage Root e inserire l username e la password appena impostati. Si entrerà come utente di emergenza, il che significa che non si possono creare oggetti ma si può creare un nuovo utente per potersi loggare successivamente con quell account Utilizzo di sistemi di autenticazione esterni Plone tiene tutti i suoi utenti nel database ad oggetti di Zope in un elenco separato, come si è visto nel Capitolo 8. Come sempre ciò non è la perfezione e verrà il momento che si vorrà usare un altro servizio per autenticare

282 282 INDICE Figura 9.16: Figura Creazione di un nuovo utente di emergenza gli utenti. Il sistema alternativo più diffuso è LDAP o Microsoft s Active Directory, che comunica usando il protocollo LDAP. Comunque vogliamo effettivamente integrare una applicazione che conserva gli utenti in un database relazionale. Al momento che scriviamo il sito ASPN di ActiveState usa Zope per i contenuti ma gli utenti possono utilizzare il sistema di autenticazione degli utenti Microsoft Passport. L installazione di schemi di autenticazione esterni è ora abbastanza semplice grazie all eccellente lavoro di molti sviluppatori. Provando ad impostarlo si nota che la parte più difficile è stata costruire il software ed impostare l integrazione tra sistemi. Cautela! Nella prossima sezione lavoreremo sulla cartella acl_users di un sito Plone. Mai cancellare o alterare la cartella acl_users nella radice dell istanza Zope! Se lo si fa e la propria cartella utenti per qualche ragione si corrompe (per esempio se va giù il server), l intero sito sarà bloccato e non sarà più possibile ottenere un qualsiasi accesso, neppure come amministratore. Ci si assicuri di modificare solo la cartella utenti del sito Plone. Utilizzo di LDAP Prima è necessario impostare un server LDAP o qualche cosa che comunichi con LDAP, come Active Directory (anche se apparentemente Active Directory ha alcune irregolarità). In questo esempio installiamo openldap su un server Red Hat e su un server Windows. Per Windows si trova una versione precompilata all indirizzo È stata testata con Python 2.3. Scaricare e decomprimere il file e mettere i contenuti in c:\program Files\Plone\Python\lib\site-packages Poi installare LDAPUserFolder. Su Linux per scaricare openldap recarsi all indirizzo La versione da noi provata includeva i pacchetti RPM e Li abbiamo compilati seguendo le istruzioni, andando poi al per scaricare le appropriate librerie LDAP Python e poi abbiamo compilate

283 9.5. INTEGRAZIONE DI PLONE CON ALTRI SERVIZI 283 anche quelle. Quella da noi provata è la versione 2.0.0pre05-1.i386.rpm. Assicurarsi di usare il medesimo interprete Python usato per far girare Plone. Dopo aver sistemato questi graziosi particolari è necessario assicurarsi che il modulo _ldap.so sia importabile in Python. La via più semplice per farlo è lanciare il seguente: $ python -c "import _ldap" Se non si ricevono errori, è stato importato correttamente. Se si sono ricevuti errori si dovrà tornare sui propri passi. Quindi andare e prendere LDAPUserFolder da La versione da noi provata era la 2.1 beta 2. Scaricare il file, decomprimerlo e muovere il contenuto nella cartella Products della installazione Zope. Per esempio: $ tar -zxf LDAPUserFolder-2_1beta2.tgz $ mv LDAPUserFolder /var/zope/products Ora riavviare Plone, andare nel pannello di controllo ed assicurarsi che sia mostrato lì nella pagina Products del pannello di controllo. Maggiori dettagli nel Capitolo 10. Quindi, in Plone possiamo cliccare su acl_users, cliccare Sources, e scorrere fino all opzione Users source #1. Selezionare quindi LDAPUserFolder, e poi spuntare I m sure, come mostrato nella Figura Ciò crea una nuova cartella utenti che rimpiazza l esistente, quindi prestare cura a non perdere alcunché di critico. Infatti questo è un buon momento per effettuare un back-up. Poi cliccare OK. Nelle impostazioni di LDAPUserFolder aggiungere le opzioni che corrispondono alle impostazioni LDAP esistenti. Dovrebbe ora essere già possibile cliccare sulla scheda Users e cercare tra gli utenti esistenti nella propria cartella LDAP. Database relazionali e altri exuserfolder, extensible user folder, è un eccellente sostituto per le cartelle utente. È facile da installare, basta scaricarlo da fare la solita danza per decomprimerlo, e copiarlo nella nostra cartella Products. Di nuovo, dopo aver fatto ripartire Plone, si dovrebbe poter cliccare su acl_users, selezionare Sources e scorrere fino all opzione Users source #1. Selezionare quindi exuserfolder e spuntare I m sure. A questo momento exuserfolder può autenticare verso: Radius SMB LDAP database relazionali Per far questo è necessario installare l adattatore specifico per il database relazionale; fortunatamente sono disponibili adattatori per i maggiori database relazionali. Ulteriori informazioni sono disponibili; è possibile trovarne di eccellenti nelle cartelle exuserfolder con un file ReadMe per quasi tutti gli argomenti. IL Manuale di Zope tratta l impostazione dell accesso ad un database relazionale in (originale: Duplicate explicit target name: capitolo 3.

284 284 INDICE Figura 9.17: Figura Aggiungere un LDAPUserFolder

285 Capitolo 10 Capitolo 10: Integrazione con altri Sistemi 285

286 286 CAPITOLO 10. CAPITOLO 10: INTEGRAZIONE CON ALTRI SISTEMI

287 Indice Note alla traduzione del capitolo Rich Editor: Editor grafico L integrazione è un enorme problema per molte imprese che possiedono già un gran numero di altri sistemi in loco. Dato che Plone è un progetto open source, possiede molti prodotti, add-on, personalizzazioni e strumenti che offrono gratuitamente funzionalità aggiuntive. Questo è un bene; questi prodotti supplementari spesso sono forniti a chiunque li voglia. Inoltre, in quanto linguaggio open source, Python possiede un intero ambiente free, eccellenti prodotti (chiamati spesso pacchetti). La maggior parte di tali prodotti non riguarda comunque direttamente Plone. In altre parole, non forniscono funzionalità solo a Plone, ovvero quello che fanno normalmente i prodotti Plone. Tuttavia, la gente spesso chiede, Plone può fare la cosa X? La risposta spesso è, sì, se può farla Python. In seguito alcuni dei prodotti Python più popolari: Python Imaging Library (PIL) Permette di manipolare, convertire, ed analizzare immagini ( ReportLab Permette di creare dinamicamente file Portable Document Format (PDF) con immagini, grafici, e le altre amenità ( Windows extensions Fornisce un interfaccia a tutte le Windows Application Programming Interfaces (APIs); rende, per esempio, possibile usare oggetti Component Object Model (COM) ( Pygame E un ambiente di lavoro che consente agli utenti di scrivere giochi in Python. Qualcuno in Plone lo ha usato per avere accesso all interfaccia del livello media; consente la creazione di immagini o suoni ( OpenOffice.org bindings Offre collegamenti in modo tali da poter fare pressoché qualsiasi cosa sui documenti di OpenOffice.org, fare anche il parsing di documenti Microsoft Office, per esempio come vedremo nel Capitolo 13 ( mxtidy Questo pacchetto localizza e corregge problemi nei file Hypertext Markup Language (HTML), inclusi i modelli di pagina ( Questi eccellenti add-ons hanno di solito installer grafici per Windows che ne facilitano l installazione. Se non si utilizza Windows, allora il modulo distutils per Python offre una semplice interfaccia a linea di comando per installare qualsiasi prodotto. Come sempre, la chiave fondamentale per installare ogni cosa è di leggere le istruzioni contenute nei file scaricati. Questo capitolo si concentrerà sull installazione di prodotti che offrono funzionalità aggiuntive a Plone. È possibile trovare un insiene di pacchetti Python presso 287

288 288 INDICE Licenze Open-Source La maggior parte dei pacchetti open source viene rilasciata con una particolare licenza che descrive come il pacchetto possa essere usato. Prima di usare qualsiasi codice di terze-parti, si dovrebbe controllare la licenza per vedere se sia compatibile con le proprie necessità. Plone è licenziato sotto la General Public License (GPL), che si può trovare presso e nel file LICENSE.txt della propria installazione di Plone. Se si è lo sviluppatore di un sito web Plone si può felicemente creare e sviluppare siti web senza alcun problema. Gli utenti del sito web non dovranno preoccuparsi mai della licenza del codice; loro usano semplicemente un normale sito web. Come per molte licenze, la licenza limita la redistribuzione e vendita di codice di altre persone. Di solito le licenze sono facili da leggere e da capire, ma nell incertezza probabilmente basta farla guardare da un professionista legale qualificato. Qui ci limitiamo a descrivere le principali licenze che esistono nel mondo Zope e puntare a dove si possono trovare ulteriori informazioni: Zope Public License Python License GPL Lesser GPL Installare prodotti Plone Un prodotto (product) è un modulo da installare all interno di Plone per offrirgli ulteriori funzionalità. Anche se il nome prodotto sembra implicare un costo, in questo caso, così non è la maggior parte dei prodotti sono free ed a sorgente aperto. Il termine prodotto di fatto descrive qualche cosa scritto nel File System e distribuito per essere usato in altri siti Plone. Installare un prodotto generalmente comporta i seguenti due passi: 1. Installarlo affinché sia registrato all interno di Zope 2. Installarlo in ciascuna istanza di Plone in cui si intende usarlo La grande varietà di add-on disponibile implica che sia abbastanza difficile fornire regole sicure e veloci su ciò che si deve fare per installarli. Come suggeriamo ripetutamente in questo capitolo, si devono sempre leggere i file di installazione del prodotto, che normalmente spiegano come installarli. Se si ha bisogno di ulteriore aiuto, contattare una mailing list o l autore del prodotto per ulteriori informazioni; comunque, assicurarsi prima di aver letto le istruzioni. Quando si installano prodotti, bisogna ricordarsi che si sta installando codice che potrebbe essere incompleto e che non è possibile avere garanzie sulla sua qualità. È nella natura dello open source, ove le persone tendono a scrivere prodotti per poi abbandonarli per indirizzarsi verso altri progetti. In un mondo ideale, prima di installare qualsiasi cosa, si dovrebbe prendere tempo ed assicurarsi di leggerlo riga per riga. In realtà, non lo si può fare. Infatti, la maggior parte dei prodotti è veramente buona. Solamente si deve porre attenzione a fare delle prove prima di installarli nel proprio sito da un milione di dollari.

289 10.1. INSTALLARE PRODOTTI PLONE Trovare i prodotti Trovare i prodotti giusti che soddisfano le proprie necessità probabilmente è la parte più difficile dell integrazione. Il sito web Zope.org contiene molti prodotti creati e caricati dagli utenti. Questi prodotti si possono trovare principalmente presso ma se si guarda nella home page di Zope.org, sul lato destro, si vedono gli annunci dei prodotti. Alcuni di questi prodotti sono relativi a Plone, altri a Zope, al Content Management Framework (CMF), o relativi a Python. L altra area fondamentale per trovare prodotti è il progetto Collective presso SourceForge ( I prodotti del progetto Collective risiedono nel Concurrent Versioning System (CVS) di SourceForge. Anche se i prodotti vengono rilasciati frequentemente come tarball, spesso l accesso via CVS è il miglior modo per vederli. In questo momento, non esiste alcuna directory contenente prodotti Plone o il loro stato. (Speriamo che ve ne sia una on-line su Plone.org al momento in cui questo libro sarà pubblicato). Appena sono rilasciati i prodotti, la gente tende a metterli sulla pagina File, ma la cosa migliore è guardare nel CVS. Si può trovare una vista visuale di tutti i file disponibili presso Un repository finale di CVS che contiene utile codice è il repository CVS della Zope Corporations. Pressocché tutto il codice, reso pubblico, è collocato in questo repository CVS. Se si sta cercando il sorgente di Zope 2, allora pure questo è il posto adatto. La cartella Products contiene tutti i prodotti ( Presso si possono trovare ulteriori informazioni su come prelevare il codice Cos è un CVS? Il Concurrent Versioning System CVS è un sistema per mantenere il controllo sul codice sorgente. Gran parte dello sviluppo di codice avviene in un sistema di controllo di codice sorgente, come CVS o uno dei molti prodotti similari che competono con lui, come Subversion, Perforce, BitKeeper e così via. Prelevare file da CVS è semplice, e la maggior parte degli utenti Unix e Linux hanno familiarità con l uso di CVS dalla linea di comando. Per prelevare tutti i prodotti del Collective sul proprio computer (potrebbe essere necessario un bel po di tempo), fate cosi: cvs -d:pserver:anonymous@cvs.sourceforge.net:/cvsroot/collective login Fornite una password vuota blank e continuate con il seguente comando: cvs -z3 -d:pserver:anonymous@cvs.sourceforge.net:/cvsroot/collective co *.* La maggior parte della squadra di sviluppo di Plone che usa Windows utilizza TortoiseCVS il quale si aggancia direttamente alla shell di Windows Esplorer; in Esplorer si può cicclare con il tasto destro per aggiornare ed inviare codice. Per ulteriori informazioni su TortoiseCVS, visitate il sito Installare in Zope Una volta trovato e scaricato un appropriato prodotto, dovremmo installarlo. Prima bisogna installarlo in Zope in modo che possa riconoscere il nuovo prodotto. Per farlo, abbiamo bisogno di trovare la cartella che contiene tutti i prodotti esistenti. Per trovarle, andiamo al pannello di controllo nella Zope Managemet Interface (ZMI). Là possiamo vedere la lista delle cartelle della nostra instanza Plone. Se troviamo un valore per INSTANCE_HOME, allora la nostra cartella Products sarà posizionata in essa. Se non troviamo un valore, troveremo la cartella Products in SOFTWARE_HOME. Pressocché tutti i metodi di installazione di Plone creano per noi INSTAN- CE_HOME. Come mostrato in figura 10-1, la nostra INSTANCE_HOME è /var/book, così la nostra cartella Products è posizionata in /var/book/products.

290 290 INDICE Figura 10.1: Figura Localizzare la nostra cartella Products

291 10.1. INSTALLARE PRODOTTI PLONE 291 Per renderlo parte dell installazione Zope, prendiamo il prodotto scaricato, decomprimiamolo e poniamolo nella cartella Products del nostro server. Attualmente fare ciò è un po complicato e dipende moltissimo da come sia pacchettizzato il prodotto che stiamo provando ad installare. Per mostrare questo più in dettaglio, la sezione seguente spiega come installare un prodotto di esempio, CMFExternalFile, che viene trattato nella sezione Amministrare un file in Plone. Una delle cose belle di CMFExternalFile è che in realtà è composto da due parti, con due download separati. Prima, abbiamo il codice specifico per Zope chiamato ExternalFile. Se si desidera utilizzare questo prodotto al di fuori di Plone, in pieno Zope, possiamo farlo. Secondariamente, abbiamo il codice specifico per Plone e specifico per CMF denominato CMFExternalFile. La maggior parte dei prodotti non ha bisogno di due installazioni; vengono rilasciati autocontenuti in un unico prodotto. Effettuare un installazione su Windows Abbiamo bisogno, prima, di scaricare il prodotto da Zope.org, URL zip e di salvarlo sul nostro computer. Successivamente, decomprimiamo il file. Per farlo possiamo usare WinZip che troviamo su molti computer Windows oggigiorno (noi preferiamo 7-Zip che è disponibile presso /). Dopo la decompressione, troveremo una cartella chiamata ExternalFile. All interno di questa v è la cartella del prodotto (si veda figura 10-2). Possiamo dire ciò perché in questa cartella è presente un intero gruppo di file Python e di testo, incluso INSTALL.txt e README.txt che contengono informazioni su come effettuare l installazione. Successivamente, moviamo la cartella ExternalFile (non il solo contenuto) nella nostra cartella Products. In Windows è localizzata in C:\Program File\Plone 2\DataProducts. In essa vediamo una serie di altre cartella incluse CMFPlone, CMFCore e così via. La cartella ExternalFile ora dovrebbe essere fra queste. Possiamo allora andare a testare l installazione sul server. Effettuare un installazione su Unix Prima, abbiamo bisogno di scaricare il prodotto da Zope.org presso zip e di salvarlo sul nostro computer. Successivamente, decomprimere il file; la maggior parte dei sistemi Unix ha già installato un apposito programma (di unzip). In tal caso, eseguiamo i seguenti comandi: $ unzip ExternalFile zip Archive: ExternalFile zip creating: ExternalFile/CVS/... Dopo aver decompresso, troveremo la cartella ExternalFile. Sappiamo che la cartella ExternalFile è la cartella del prodotto perché in essa v è un intero gruppo di file Python e testo, incluso INSTALL.txt e README.txt che contengono informazioni su come installarlo. Ora moviamo la cartella ExternalFile (non il solo contenuto) nella cartella Products. Questo comando dipende dalla configurazione del nostro server, nel nostro caso è il seguente: $ mv ExternalFile /var/zope/products

292 292 INDICE Figura 10.2: Figura I contenuti della cartella ExternalFile

293 10.2. USARE UN WEB SERVER ALTERNATIVO 293 Esaminare l installazione sul Server Dopo avere installato un prodotto, bisogna (re)inizializzare Plone per i nuovi prodotti che sono stati registrati. Una volta riavviato il server, andiamo nella ZMI ed accediamo alla schermata Product Management del pannello di controllo. Questa elenca tutti i prodotti installati sul server. Se abbiamo installato con successo il prodotto, lo dobbiamo vediamo elencato, come mostra la figura Incidentalmente, possiamo avere, a questo punto, tre cose che possono andare storte. Prima, se non si trova nulla nell interfaccia di gestione, allora abbiamo messo la cartella nel posto sbagliato. Per correggere, controlliamo attentamente sia le istruzioni di installazione, sia l ubicazione della nostra cartella Products, come precedentemente spiegato. Successivamente, possiamo vedere se sia visibile, nella lista dei prodotti, un icona rotta; questo vuol dire che si è cercato di registrare il prodotto in Zope, ma è successo un errore. Clicchiamo su l icona rotta per visualizzare un traceback dell errore che dovrebbe darci una qualche possibilità per ripararlo. Infine, se non siamo stati capace di accedere all interfaccia di gestione dopo avere riavviato, può essere che vi sia un problema più serio. Zope non è stato capace di inizializzarsi poiché Plone trova un errore serio. Per scoprire quale sia il problema, avviamo Plone dalla linea di comando in modabiltà debug, e ci verrà visualizzato sullo schermo un traceback Installare Plone Ora che lo abbiamo installato correttamente in Zope, il passo successivo è più facile. Per installare completamente CMFExternalFile, abbiamo ora bisogno di installare il prodotto CMFExternalFile ( nello stesso modo nel quale abbiamo installato ExternalFile. Dovremo poi riavviare anche Plone. Dobbiamo installare CMFExternalFile in ciascuna istanza di Plone. Non tutti i prodotti Plone lo richiedono, ma la maggior parte lo richiedono. L unico vero modo di saperlo è leggere le istruzioni di installazione. Se vediamo qualcosa come installare nel modo standard di CMF o nella nostra instanza Plone creiamo un External Method, allora abbiamo bisogno di effettuare questo passo. Fortunatamente, in realtà, possiamo trascurare le istruzioni per creare un External Method poiché Plone ha un modo molto più semplice di farlo. In Plone, clicchiamo configurazione di plone e quindi Inserimento/rimozione di prodotti. Vedremo la lista dei prodotti installati sul nostro server e quelli che hanno bisiogno di essere configurati in Plone. Clicchiamo semplicemente il box di spunta vicino al prodotto (in questo caso, CMFExternalFile), e clicchiamo installa, come mostrato in figura Fatto ciò, il prodotto verrà installato. Bene, può essere che se v è un errore, allora esso non viene mostrato nella lista dei prodotti installati. Possiamo essere in grado di risolvere il problema leggendo il file di log, così cliccando il collegamento vicino al nome del prodotto visualizziamo il log. Questo modo di installare è un servizio fornito dallo strumento portal_quickinstaller contenuto in Zope. Per dare un occhiata a ciò che fa davvero questo prodotto, fate un salto alla sezione Integrare Plone con il File System _ Usare un Web Server alternativo Se appartenete ad un organizzazione che già utilizza siti web, allora probabilmente state usando una piattaforma di server web. Virtual Hosting fornisce la capacità di servire diversi siti web su di un server, differenziando i siti in base al loro indirizzo Internet Protocol (IP) o al loro nome. Questo permette ad un server iniziale, come Apache, di passare richieste ad una o più istanze Plone.

294 294 INDICE Figura 10.3: Figura Prodotti correttamente installati

295 10.2. USARE UN WEB SERVER ALTERNATIVO 295 Figura 10.4: Figura La lista di prodotti disponibile all utente

296 296 INDICE Il Virtual Hosting è di solito realizzato mediante regole proxy, sebbene usare un server proxy sia un approccio desiderabile con Plone, non c è problema per quanti siti siano ospitati. Un server proxy è posto fra un client ed un server ed inoltra le richieste del client e del server. Un server proxy dovrebbe essere trasparente all utente. Nel Capitolo 14 mostreremo come si possa usare un server proxy per aumentare drasticamente il rendimento di Plone. Sebbene Plone usi il web server sottostante Zope, ZServer lavora più che bene - pur non essendo un web server completo con qualità industriale che possa essere esposto al mondo. Il server ha diversi problemi riguardo a possibili attacchi Denial of Service (DOS); comunque, questi sono problemi oscuri e difficili da scoprire all interno di ZServer. Nessun attacco noto è stato compiuto contro ZServer sfruttando questi problemi; forse questo a causa della sua relativa oscurità nel mondo reale. ZServer non è progettato specificamente per essere un server di capacità industriale, e per quando sia una feature completa, non è più sviluppato. Usando un server moderno come Apache, stiamo più tranquili, poiché è un server robusto e sicuro sta affrontando il mondo. Chiaramente, se stiamo sviluppando una intranet o un altra applicazione con utenti fidati, questo può non costituire un problema. La figura 10-5 mostra come dovrebbe essere tale installazione; la figura non mostra in realtà computer, solo servizi. Una richiesta proveniente normalmente da Internet al firewall e indirizzata ad Apache ed infine a Plone. Potrebbe essere che siano tutti su macchine diverse. Il punto fondamentale è che non vi dove essere accesso a Plone da utenti non fidati eccetto che attraverso un proxy. Mettendo un server web, come Apache prima di Plone offriamo un intero ambiente di servizi utili che ZServer non possiede. Per esempio, Apache può offrire: riscrivere Uniform Resource Locator (URL), supportare Secure Sockets Layer (SSL), caching, deflation dei contenuti, hosting virtuale, proxying di altri servizi web, pulizia (sanitation) delle richieste entranti, e così via. La richiesta più comune è di modificare un URL a in qualche cosa di più amichevole come Questo viene definito come riscrivere (rewriting) l URL. Anche se un server di proxying non richiede ciò, è molto più facile avendone uno. Il metodo preferito per effettuare proxying per Plone è usare un proxy Hypertext Transfer Protocol (Http). Apache effettua ciò utilizzando il modulo mod_proxy. Quando una richiesta per una pagina entra nel server proxy, questo esegue varie funzioni. Viene creata e spedita una nuova richiesta allo ZServer. Questa risposta è passata indietro al server e poi al client. Chiaramente, questo è del tutto trasparente al client che fa solamente richieste normalmente ad un server. Nota Il vecchio modo di connettere Apache a Plone è attraverso Fast CGI o Persistent CGI. Questi sono più difficili da configurare e in realtà molto lenti quando vengono eseguiti. Anche se su questi oggetti, esiste molta documentazione vecchia, ora esistono soluzioni più efficienti, e così non raccomandiamo più questi metodi Configurare Plone Prima di configurare il proxy del nostro server web, abbiamo bisogno di configurare Plone. Visto che solamente un server per volta può essere connesso ad una porta, modifichiamo Plone in modo che stia in ascolto su una porta con un numero alto. Normalmente questa porta dovrebbe essere bloccata dal firewall e non accessibile da fuori. Porte, per esempio, sono 8080, 9090, 9673 e così via. Il Capitolo 2 offre informazioni su come cambiare le porte su cui è in ascolto un server Plone. Successivamente, vogliamo ottenere probabilmente la riscrizione degli URL per cambiare l URL del nostro sito. Poiché un oggetto Plone vive all interno del Zope Object Database (ZODB) ed ha un ID, esso è accessibile, nell URL, puntando a quell ID, come Per renderlo ancora più amichevole, abbiamo bisogno di tradurre la richiesta al server web da in una richiesta relativa all oggetto corretto in Zope. Ci sono due modi lievemente diversi di farlo, basati sulle proprie necessità. Se stiamo usando un

297 10.2. USARE UN WEB SERVER ALTERNATIVO 297 Figura 10.5: Figura Come lavora un virtual hosting

298 298 INDICE server proxy web o stiamo utilizzando siti basati su nomi di dominio, allora possiamo usare un Virtual Host Monster (VHM). Questo è un oggetto potente e amichevole che renderà la nostra vita molto più semplice, così che raccomandiamo pienamente di usarlo. Abbiamo bisogno di un solo VHM nella radice di un istanza di Zope. L oggetto VHM risiede alla radice di un sito Zope ed intercetta tutte le richieste entranti; modifica poi la richiesta così che la richiesta vada nell area di Zope che desideriamo. Per creare un VHM, nella ZMI, andiamo alla radice del nostro Zope e selezioniamo Virtual Host Monster dall elenco a discesa, nel modulo che viene aperto, digitiamo un ID. Digitiamo vhm, per esempio (non è importante l effettivo ID). A questo punto, se stiamo usando un server web proxy dinanzi a Plone, continuiamo la configurazione di questo server web nella sezione Configurare il Server Proxy. Il passo successivo è necessario solo se non stiamo usando un server web proxy. Clicchiamo l oggetto VHM, aggiunto nella ZMI, e selezioniamo quindi la scheda Mapping che presenterà un lista dei rilevamenti disponibili per gli host su questo oggetto. Il rilevamento prende una richiesta entrante e la mappa a Plone, con la sintassi seguente: host/path dove host è lo hostname che è stato mappato e path è il percorso attuale dell oggetto in Zope. Per esempio: Per assicurare che tutte le variazioni sul nome siano mappate nel percorso, possiamo usare i caratteri jolly nel rilevamento. Per esempio, ciò che segue mappa tutti i sottodomini di somesite.com: *.somesite.com/plone Per aggiungere questa mappatura, andiamo alla scheda Mapping, digitiamo ciascuna mappatura su una nuova riga, e clicchiamo Save. Questo significa che non saremo più in grado di accedere alla radice del nostro sito Zope usando gli indirizzi che abbiamo mappato. Fortunatamente, possiamo ancora accedere alla radice del nostro server Zope usando un indirizzo IP; questo funzionerà ancora perché la mappatura non viene applicata agli indirizzi numerici. La figura 10-6 mostra com è cambia la figura 10-5 quando si accede direttamente al server attraverso l IP e si aggira la riscrittura. Ora abbiamo mappato un dominio chiamato somesite.com in modo che punti ad una particolare istanza Plone. Se una richiesta entrante cerca quel nome di sito, viene inoltrata all istanza Plone Configurare il Server Proxy Ora che abbiamo aggiunto VHM al nostro Plone, è tempo di configurare il server proxy. La configurazione del server proxy dipende, in realtà, dal server che stiamo utilizzando. Le seguenti sezioni trattano in specifico ogni server. Comunque, per far funzionare l hosting virtuale dovremo passare a Plone un URL che l oggetto VHM comprenda. Vale notare che c è un ulteriore vantaggio dell hosting virtuale usando un server proxy. Possiamo effettuare tutta la configurazione dei domini al di fuori da Plone, nel server proxy. Questo vuol dire che il nostro amministratore di sistema ora può amministrare e può utilizzare uno strumento a lui familiare, senza doversi preoccupare di Plone. Il servizio proxying funziona prendendo una richiesta entrante e manipolandola in modo tale, venga spedita a Plone, che una richiesta con un URL speciale. Questa richiesta verrà manipolata e conterrà tutte le informazioni di cui Plone ha bisogno di conoscere per fornire una risposta. Quando questa risposta viene prodotta e viene

299 10.2. USARE UN WEB SERVER ALTERNATIVO 299 Figura 10.6: Figura Hosting virtuale con accesso alla radice

300 300 INDICE spedita di nuovo alla persona richiedente, tutti gli URL devono puntare correttamente al nostro sito. Questo ci assicurerà che i collegamenti, all interno delle nostre pagine, siano tutti corretti. Un URL ha tre componenti principali: L IP o hostname e la porta del server sul quale risiede Plone. L IP o hostname ove Plone risiede affinché tutti i collegamenti, nei documenti risultanti, abbiano l URL corretto. L oggetto reale di Zope a cui accedere e l URL ad esso passato passato. Questa informazione viene passata a Plone trasformando l URL in un grande complicato URL dal formato seguente (le interruzioni di linea sono state aggiunte per renderlo più chiaro): to server]:[port] /VirtualHostBase/[protocol]/[URL]:[port] /[path to virtual host root] /VirtualHostRoot/[actual URL] Vediamo l esempio seguente: Plone è su un box all indirizzo IP in ascolto sulla porta Notate che l indirizzo IP è un indirizzo a cui il server proxy può accedere; non è un indirizzo IP esterno: quello viene gestito dal server proxy. Plone dove apparire come in ascolto sulla porta 80. L effettiva istanza di Plone è /Plone. La richiesta in ingresso è per /Members/andrea. Questo viene tradotto nel lungo URL seguente: ~CCC /VirtualHostBase/http/ ~CCC /VirtualHostRoot/Members/andrea La chiave di funzionamento è che, quando l oggetto VHM vede questo URL, sa precisamente cosa farne. Lo rielabora e spedisce la richiesta all oggetto Plone. Evidentemente, il frammento di pagina effettivo (/Members/andrea) sarà diverso per ogni richiesta ed avrà bisogno di essere calcolato. Ma se sappiamo cosa desideriamo ottenere, possiamo ora configurare il nostro server. Configurare Apache Apache probabilmente è la scelta più popolare da mettere dinanzi a Plone, ed è disponibile per qualsiasi piattaforma, Linux, Unix e Windows ( Dopo avere installato Apache, abbiamo bisogno di passare richieste a Plone usando un proxy Http. Per configurare Apache, abbiamo bisogno di accedere al file di configurazione di Apache; dove risiede dipende dalla vostra installazione di Apache; consultiamo quindi la documentazione Apache. In Windows, la configurazione è accessibile dal menu Start. In Linux, di default, possiamo trovare la configurazione Apache nella cartella /etc presso /etc/apache/httpd.conf o /etc/apache2/httpd.conf. Per modificare questo file, solitamente abbiamo bisogno dei privileggi di root o di avere un accesso come utente privilegiato.

301 10.2. USARE UN WEB SERVER ALTERNATIVO 301 Nota Questo esempio utilizza Apache 2, ma tutti questi comandi sono compatibile all indietro con le precedenti versioni, come Apache Le precedenti versioni di Apache (antecedenti alla versione 1.3.2), comunque, sono conosciute per avere problemi con i cookies. Il modo più facile di riscrivere un URL in Apache è di usare i moduli incorporati riscrittura (rewrite) e proxy. Ciò significa abilitare i moduli mod_rewrite e mod_proxy. In Apache, ogni sito, per default è contenuto all interno di una cartella host virtuale che comincia con il seguente: <VirtualHost *:80> ServerName yoursite.com # other configuration options Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è abilitare la riscrittura ed aggiungere la relativa regola, così come: RewriteEngine On RewriteRule ^/(.*) ~CCC /VirtualHostBase/http/ ~CCC /VirtualHostRoot/$1 [L,P] ~CCC </VirtualHost> La regola chiave del reindirizzamento prende ogni stringa di richiesta passatale e vi appende poi alla fine la regola di reindirizzamento da noi codificata. La [L,P] indica ad Apache che questa è l ultima regola di reindirizzamento, e che deve inviarla al server dato. Dopo avere fatto questo, abbiamo bisogno di riavviare Apache per aggiornare la configurazione. Possiamo trovare ulteriori informazioni sul reindirizzamento leggendo la documentazione del modulo mod_rewrite presso Notate che in questo caso abbiamo messo le informazioni delle regola di reindirizzamento all interno della direttiva dell host virtuale. Possiamo quindi avere diversi host virtuali in Apache, siti PHP, Perl e Java abbiano ognuno un proprio posto in un solo server. Squid Squid è la scelta più popolare fra gli utenti per la sua potenza di caching e per le sue opzioni di configurazione. Squid è disponibile per Unix, e vi sono disponibili, per Windows, anche compilazioni realizzate usando cygwin. Anche se non abbiamo esaminato specificamente la versione Windows, molte persone ci hanno riferito che funzioni bene. Possiamo trovare il download presso Queste note trattano la versione 2.5, l ultima stabile al tempo della stesura. Installare Squid dalla distribuzione sorgente è piuttosto semplice. Dopo averlo scaricato, i comandi seguenti installano Squid: $ tar -xvf squid-2.5.stable3.tar.gz $ cd squid-2.5.stable3 $./configure --prefix=/usr/local/squid... $ make all... $ make install... Sfortunatamente, Squid non possiede regole di reindirizzamento che permettano di modificare le richieste entranti prima del proxying. Tuttavia, Squid Guard ( può eseguire questo lavoro. Esaminamo la versione Dopo averlo scaricato, i comandi seguenti lo installano:

302 302 INDICE $ tar -zxvf squidguard tar.gz $ cd squidguard $./configure... $ make... $ make install... Squid e SquidGuard, ora sono pronti per funzionare; entrambi i file di configurazione hanno ancora bisogno comunque di essere modificati. Possiamo trovare il file di configurazione di Squid in /etc/squid.conf. È un lungo file di configurazione, in cui fortunatamente vengono spiegate, con molto precisione, tutte le opzioni. Queste che seguono, sono le opzioni essenziali da mettere: http_port 80 httpd_accel_host virtual httpd_accel_port 0 http_access allow all http_access allow localhost Queste ultime due righe sono regole di sicurezza per permettere l accesso da browser. Visto che è stato posto dietro ad un firewall, queste sono regole tolleranti. Se stiamo eseguendo Squid all esterno (non protetto da un firewall, ndt), dovremmo leggere in dettaglio, le regole di accesso. Il modo più facile di assicurare questo è cambiare http_access allow all in http_access deny all. In fine, aggiungiamo la riga seguente al file di configurazione: redirect_program /usr/bin/squidguard -c /etc/squid/squidguard.conf Questo imposta il reindirizzamento attraverso SquidGuard usando il file di configurazione presente in /etc/squid/squidg SquidGuard non ha un file di configurazione, ma uno standard, che usa la configurazione dell host virtuale come segue: dbhome /var/lib/squidguard/db logdir /var/log/squid acl { default { redirect ~CCC /VirtualHostBase/http/ ~CCC /Plone/VirtualHostRoot/%p ~CCC } } In ultimo, Squid ha la configurazione che serve per reindirizzare il traffico in modo che il monster host lo conprenda. Le richieste entranti saranno trattate da Squid e poi verranno passate a Plone. Microsoft Internet Information Server Internet Information Server (IIS) non è, come server, la nostra scelta preferita; comunque, visto che molte società lo usano, abbiamo incluso questa sezione. Sfortunatamente, IIS non può effettuare proxying in modo identico a Squid e ad Apache; abbiamo bisogno di un plug-in separato. Poco prima che questo libro fosse stato pubblicato, è stato scritto un proxy gratuito chiamato IIS2Zope che fornisce questa funzionalità.

303 10.2. USARE UN WEB SERVER ALTERNATIVO 303 Comunque, non abbiamo avuto modo di provarlo in un sito ad alto rendimento. Per ulteriori informazioni, vedete Tratteremo invece una soluzione che è semplice da mettere su ed è free. I primi utenti di Zope raccomandavano PCGI, ma, durante il corso degli anni, è divenuto lento e complicato da installare. Abbiamo una soluzione più rapida, usando il linguaggio ASP di Microsoft e le proprietà di IIS. Si chiama ASP 404 ed esegue il reindirizzamento attraverso il linguaggio di programmazione ASP di Microsoft. Da scarichiamo l ultima versione. Prendiamo in considerazione il file ASP404_1-0-b2.zip. Decomprimiamolo, troveremo, in esso, un file, default.asp. Prendiamolo e poniamolo nella radice del sito di cui vogliamo fare proxy; sul nostro server è c:inetpubwwwroot. Successivamente, abbiamo bisogno di modificare questo script con le informazioni corrette con l ubicazione del nostro sito Plone. Apriamo lo script, in un semplice editor di testo, e cambiamo le due righe che contengono le variabili per la configurazione del sito. Specificamente, cambiamo la linea 18 da questo: zopeaddress = " all indirizzo del server di destinazione. In questo esempio, il seguente indirizzo: zopeaddress = " Poi cambiamo la linea 27 da questo: zopepath = "/" all ID dell oggetto Plone, in questo modo: zopepath = "/Plone" Salviamo il file, e chiudiamo l editor. Infine, abbiamo bisogno di informare IIS di comunicare con Plone; qui è dove dobbiamo utilizzare un po di inganno. Apriamo Internet Services Manager, di solito posizionato, in qualche posto, nel pannello di controllo di Windows. Troviamo il sito verso il quale cerchiamo di fare proxy ed accediamo alle proprietà del sito, come mostrato in figura Nelle proprietà, selezioniamo la scheda Custom Erros, ed andiamo giù finché troviamo l errore 404. Fatto doppio click sull errore 404 lo modifichiamo come segue: Message Type: URL URL: /default.asp La figura 10-8 mostra le impostazioni. Salviamo le modifiche cliccando OK. A questo punto, il nostro elenco di errori dovrebbe apparire come in figura Se così è, dovrebbe essere impostato correttamente. Accediamo ad IIS attraverso il browser e bingo vedremo Plone Ciò che succede è che stiamo catturando l errore di un elemento che non può essere trovato in IIS. Lo script ASP, che abbiamo installato, legge allora la richiesta e la inoltra a Plone. Prende la risposta e la passa ad IIS e quindi indietro al browser. Tutto ciò vuol dire che abbiamo aggiunto un semplice programma proxy ad IIS. Qui, tuttavia, abbiamo alcune chiavi di lettura. La prima è che una pagina non deve essere trovata in seguito all intervento del proxy; altrimenti lo script non viene eseguito. Questo è contemporaneamente un bene ed

304 304 INDICE Figura 10.7: Figura Accedere alle proprietà di un sito Figura 10.8: Figura Impostare il reindirizzamento dell errore 404 Figura 10.9: Figura Lista degli errori

305 10.3. INTEGRARE PLONE NEL FILE SYSTEM 305 un male. Possiamo aggiungere cartelle ed immagini ad IIS, e saranno servite al posto di Plone se i nomi corrispondono alla richiesta dal browser. La seconda, la richiesta entrante è analizzata e mandata avanti; questo crea un po di confusione, in diverse situazioni, con tutte le possibili configurazioni di richiesta HTTP. Troveremo anche che tutte le nostre richieste verso Plone sono in realtà registrate come errori 404, da IIS, confondendo gli strumenti di analisi dei file di errori. In generale, quest installazione ha funzionato con la maggior parte delle persone che l hanno utilizzata, ma se è una soluzione per una azienda che dove affrontare qualsiasi situazione essa è improponibile. Offre, comunque, una importante base di lavoro per le persone che vogliono lavorare e sviluppare. Eseguire il debug del Proxy Server Una volta preparato il server e riavviato il tutto, possiamo collaudarlo usando il nostro browser per visitare il sito. Dopo averlo fatto alcune volte, possiamo utilizzare i seguenti consigli quando le cose sembrano non andare completamente come dovrebbero: Testare il sito La regola d oro per la correzione degli errori (debug) del server proxy è sempre di testare il sito registrandosi e bypassare il proprio proxy server. È possibile farlo accedendo direttamente all IP ed alla porta del vostro server Plone. Nel caso dell esempio precedente, potet accedere al sito puntando a ed aggirando così completamente il server proxy. Se non avete, in questo modo, nessun problema accedendo e registrandovi all interno di Plone, ma ne avet, quando cercate di accedervi attraverso il server proxy, si hanno molte probabilità che gli errori si stiano creando sul lato server del proxy. Le versioni più vecchie di Apache 1.3 hanno problemi con i cookies quando si effettua il login; così dovete aggiornarlo con una versione più recente. Controllare l URL Controllate due volte che il vostro server proxy stia inviando l URL corretto che può essere piuttosto lungo e complicato. Spezzatelo, in corrispondenza delle barre inclinate, per esaminarlo in ogni parte. Ricordate che affinché Plone restituisca l URL corretto, gli si devono passare valori corretti. Quindi dovete assicurarvi che la sezione /[protocol]/[url]:[port]section sia corretta. Se il vostro sito sta usando SSL, per esempio, assicuratevi che la parte relativa al protocollo sia https, non http Integrare Plone nel File System Può sembrare un po strano integrare Plone con il File System, ma stiamo parlando di abilitare Plone all uso dei contenuti dal File System. Chiaramente, Plone già esiste come insieme di file installati ed eseguiti dal File System. Tutti i contenuti, in un sito Plone, comunque, sono conservati all interno del ZODB, ma molte persone ci richiedono di voler conservare e di voler servire i loro contenuti direttamente dal File System. In verità, molte persone, osservando Zope e Plone e vedendo le piccole icone di cartelle, presumono che si riferiscono direttamente a cartelle ed elementi del File System. La realtà non è proprio così. Se stessimo usando un database relazionale, come fa la maggior parte dei Content Management Systems (CMS), vorremo ancora fare ciò? Molte persone ci saltano entro pensando che sia un problema; quelle che seguono sono delle ragioni perché si vorrebbe fare ciò: Abbiamo molti brani di contenuto veramente grandi Plone può amministrare file veramente grandi senza nessun problema. Database di oltre 10 gigabyte sono comuni e lavorano più che bene. Se state usando brani, veramente grandi, di contenuti (per esempio, un cliente per cui lavoriamo usa Plone per amministrare il suo DVD - cioè il contenuto reale del DVDs), allora diamo un occhiata a CMFExternalFile ed ad Apache. Per cose veramente grandi una buona via è usare Apache o un altro server per fornire il vostro contenuto.

306 306 INDICE Vogliamo amministrare i contenuti usando programmi che leggono dal File System, come Microsoft Word Possiamo usare un External Editor per modificare un contenuto, conservato in un sito Plone, usando i nostri programmi residenti in locale. Se abbiamo installato Microsoft Word, possiamo caricare un documento Word e quindi modificarlo sul nostro computer. Siamo stufi di modificare codice via web, in piccole aree di testo Di nuovo, prima utilizziamo un External Editor. Secondo, perché fare lavoro, in ogni modo, attraverso il web? Come mostrato nel Capitolo 7, possiamo scrivere tutti gli skin ed i modelli CSS nel File System. Vogliamo poter usare gli strumenti del nostro File System sul contenuto Bene, possiamo montare Plone tramite File Transfer Protocol (FTP) e WebDAV. Entrambi forniscono interfaccie simili al File System che funzionano con Plone. Vogliamo effettuare facilmente il backup del contenuto Nel Capitolo 14 mostriamo come effettuare un backup, come sia semplice fare backup incrementali ed amministrare Plone. Un metodo alternativo d archiviazione, chiamato DirectoryStorage può occuparsi di ciò. Vogliamo usare CVS / Subversion / BitKeeper o qualche altro sistema di controllo dei sorgenti sul contenuto Ah questo avrebbe senso ma, sfortunatamente, non è ancora pienamente integrato. In versioni future, di cui una è denominata provvisoriamente Plone 3, questo potrà essere completamente integrato. Con questi punti in mente, guardiamo ora ai vari modi in cui si possono servire contenuti che risiedono nel File System attraverso Plone Usare il Proxying Web Server Cosi, abbiamo preparato il server Web come precedentemente descritto in questo capitolo. A rischio di ripetersi, quel server web è migliore per fornire semplice contenuto di quanto lo possa essere Plone. Se abbiamo un gran numero di download, mettiamoli semplicemente in una cartella del nostro server che non abbia proxy a Plone e poi colleghiamoli da Plone. Gli utenti cliccheranno solo il collegamento e scaricheranno come al solito. Fare questo con IIS è facile perché IIS, automaticamente, controlla prima per vedere se il file esiste prima di sollevare un errore Definition list ends without a blank line; unexpected unindent Apache invece richiede solamente due linee aggiuntive nel file di configurazione, come nel seguente codice: <VirtualHost *:80> ServerName yoursite.com # other configuration options DocumentRoot /var/downloads RewriteEngine On RewriteRule ^/download(.*) - [L] RewriteRule ^/(.*) ~CCC /VirtualHostBase/http/ ~CCC /Plone/VirtualHostRoot/$1 [L,P] </VirtualHost>

307 10.3. INTEGRARE PLONE NEL FILE SYSTEM 307 In questo esempio, mettiamo il contenuto in /var/downloads, e gli URL per scaricarlo, attraverso Apache, inizieranno con /download. Il motore di reindirizzamento vede che l URL comincia con /download e non vi applica quindi alcuna modifica; questo è il significato della lineetta (-). Specificando il [L] alla fine della riga, nessuna ulteriore regola di reindirizzamento verrà applicata, così il proxy non interviene ed Apache continua come al solito, servendo il file. Questo trucco è utile se cerchiamo di ospitare altri servizi sullo stesso virtual host. In un sito, che noi ospitiamo, Mailman, un gestore di mailing list, tutti gli URL, relativi a Mailman, iniziano con /mailman e /pipermail. Dopo aver impostato correttamente Mailman ed aver fatto tutta la configurazione, abbiamo aggiunto le due righe seguenti alla configurazione e così lavora bene: RewriteRule ^/mailman(.*) - [L] RewriteRule ^/pipermail(.*) - [L] Di nuovo, qui l unico vincolo è che non potete aggiungere oggetti, a Plone, i cui nomi possano essere in contrasto con le vostre regole, come aggiungere cartelle con nomi simili. Per esempio, mailman, pipermail o download, in questo esempio, sarebbero non corretti in quanto gli utenti non potrebbero mai vedere questi oggetti. Potete usare questo metodo per restringere accesso a certe parti del vostro sito, ma raccomandiamo per ciò di usare invece la sicurezza di Plone. A questo punto, Plone, in realtà, non sta amministrando contenuti, così che non vengono gestiti sicurezza, controllo di flusso, o metadati. Il contenuto è completamente fuori da Plone. A volte, tuttavia, questo può essere una buona soluzione Amministrare un file in Plone CMFExternalFile è un prodotto che permette di amministrare contenuto dall interno di Plone ed avere ancora il cuore del contenuto nel File System. Se abbiamo installato ExternalFile e CMFExternal, precedentemente nel capitolo, allora abbiamo tutto impostato; altrimenti ritorniamo alla sezione precedente Installare prodotti in Plone _. Dopo averlo installato, ritorniamo alla nostra interfaccia Plone. Notiamo che se andiamo in Plone, ora possiamo aggiungere un nuovo tipo di contento, chiamato External File. Aggiungiamo un External File, digitato nello stesso modo di come facciamo con un file normale, come abbiamo descritto nel Capitolo 3 _. Infatti, se scaviamo nel codice del programma, notiamo che usa lo stesso template. Comunque, osserveremo una piccola differenza qui. Il file di fatto è stato aggiunto al File System. È messo in una cartella nuova localizzata nella cartella var della nostra installazione Plone. Se non siamo sicuri dove questo sia, andiamo al pannello di controllo e cerchiamo la cartella elencata dall istanza home; la nostra cartella var è localizzata in /var/zope/var. In questa cartella c è una cartella chiamata externalfiles. In questa cartella saranno creati tutti i file caricati all interno di Plone. Se guardiamo in questa cartella, dovremmo trovare il file che abbiamo caricato. Ciò che abbiamo ora è una soluzione di memorizzazione ibrida che conserva il file nel File System ed i metadati dell oggetto (descrizione, parole chiave ed altro) in Plone. Questo è migliore della soluzione con il solo server web, poiché permette al contenuto di avere sicurezza, metadata, e cosi via. Se realmente lo desiderate, configurando correttamente il vostro server di web, potrete avere il contenuto servito da Apache che legge la cartella dalla cartella externalfiles Accedere mediante FTP all interno di Plone Usare FTP è un buon modo per posizionare e trovare contenuto così che si possa modificarlo senza dover usare un browser. Per abilitare l FTP in Plone, assicuratevi che sia attivato nel server. Ritornando al Capitolo 2, possiamo osservare come aggiungere e modificare servizi come questo. In breve, assicuratevi che il vostro file di configurazione di Zope, zope.conf, abbia al suo interno ciò che segue:

308 308 INDICE <ftp-server> address 21 </ftp-server> Nota Se abbiamo il nostro server in ascolto sulla porta 21, dobbiamo assicurarci che null altro stia ascoltando quella porta. Nella maggior parte dei sistemi Unix, avete bisogno inoltre, di avviare il vostro servizio come root così che abbiate i permessi per connettersi ad una porta di basso numero. Per fare ciò, avremo bisogno di impostare l utente effettivo nel vostro file di configurazione di Zope. Si veda la sezione La sicurezza del proprio server nel Capitolo 9 _. Successivamente, avete bisogno di un client FTP per accedere al server. Se siate su Windows, allora potete usare solamente Internet Explorer digitando l indirizzo del server nella barra degli indirizzi. Per esempio, impostiamo l indirizzo del percorso del vostro server Zope (come ftp://localhost:8021/), e avrete accesso agli oggetti nel vostro sito, come mostrato in figura Se per accedere al server servono un username ed una password, dobbiamo allora aggiungerli all URL nella configurazione seguente: ftp://user:password@localhost:8021 /. Se questo piace, sono disponibili molti altri client FTP che permettono di avere un interfaccia più sofisticata. Molti client FTP sono disponibili in Linux, per linea di comando o con GUI, come gftp e Konqueror Accesso WebDAV in Plone WebDAV è un sistema per l authoring dei contenti, usando HTTP, in sistemi come Plone. Questo permette di progettare un server Plone come un File System. Per abilitarlo, dovremo modificare il file di configurazione di Zope come descritto nel Capitolo 2 così che il file di zope.conf contenga ciò che segue: <webdav-source-server> address 1980 </webdav-source-server> Il programma WebDrive, per Windows, è disponibile presso E disponibile, una prova gratuita (free trial), così che possiamo provarlo. Dopo averlo installato, aggiungiamo la connessione al server Plone, e tutto ciò di cui abbiamo bisogno, allora, è accedere direttamente al nostro sito dal File System andando in Windows Explorer, come mostrato in figura Possiamo provare Cadaver ( per Unix, che è un client a linea di comando pieno di caratteristiche. Dopo averlo installato, possiamo connetterci ad un sito Plone dalla linea di comando. Per esempio: cadaver Modificare il contenuto con Editor grafici Modificare il contenuto in una text area è un pessimo modo di costringere gli utenti a scrivere ed a modificare contenuti, una cosa che abbiamo commentato parecchie altre volte. Alcuni editor offrono soluzione per questo. Uno è Epoz che permette, agli utenti, di modificare direttamente documenti nel browser senza dovere conoscere HTML. Se avete molti utenti che inseriscono contenuto, installando Epoz permetteremo ai nostri utenti di modificare i contenuti HTML senza dover davvero conoscere l HTML. Per una redazione, veramente avanzata, potete utilizzare un External Editor che permette di modificare contenuto con un programma locale come Microsoft Word.

309 10.3. INTEGRARE PLONE NEL FILE SYSTEM 309 Figura 10.10: Figura Accesso FTP con Internet Explorer

310 310 INDICE Figura 10.11: Figura Accedere al nostro contenuto Plone usando WebDrive Editor WYSIWYG per il browser Potete trovare la versione esaminata di Epoz presso Epoz richiede un browser moderno, cui molti utenti Plone, comunque hanno bisogno. I browser richiesti sono Internet Explorer 5.5+, Mozilla , e Netscape Scaricate ed installate come al solito Epoz; dopo averlo installato, dovete modificare le vostre preferenze personali, in Plone, per poterlo usare. Dovete accedere a Plone, cliccare preferenze personali, e quindi selezionare Preferenze Personali. Sulla pagina delle preferenze, apriamo il box a cascata Editor del contenuto, selezionate la scelta Epoz, e poi clicchate Salva per inviare le nostre modifiche. Ora avete scelto il vostro editor, andate in un documento (qualsiasi documento lo fa) e cliccate la scheda modifica. Notate che il campo Corpo del testo è ora cambiato significativamente in un editor grafico. L editor dovrebbe essere abbastanza auto esplicativo, con pulsanti famigliari come B per grassetto, I per italico, e così via (si veda Figura 10-12). External Editor External Editor è uno strumento che potete usare, in Plone, per tutti i tipi di contenuto, di template e di codice. Permette di modificare localmente gli oggetti Plone conservati su un sito Plone con programmi di vostra scelta. Per esempio, potete modificare localmente in Microsoft Word un documento Word, conservato sul vostro sito Plone. Quando salvate il documento, viene spedito automaticamente a Plone. l External Editor viene fornito con l installer Plone ed impostato automaticamente sul server. L applicazione è insolita in quanto possiede due componenti: uno per il server ed uno per ogni client che vuole utilizzarlo. Installare il prodotto, lato server, non è necessario se si è usato un installer per installare il proprio Plone. Se non è il nostro caso, il prodotto lato server è disponibile all indirizzo Installare il prodotto nel modo standard, che abbiamo discusso all inizio di questo capitolo, e poi riavviare Zope.

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