Il sistema dei Confidi lombardi e il ruolo delle Camere di commercio nel sostegno alle imprese

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Il sistema dei Confidi lombardi e il ruolo delle Camere di commercio nel sostegno alle imprese"

Transcript

1 Il sistema dei Confidi lombardi e il ruolo delle Camere di commercio nel sostegno alle imprese Rapporto 2011

2

3 Il sistema dei Confidi lombardi e il ruolo delle Camere di commercio nel sostegno alle imprese Rapporto 2011

4 Il presente lavoro nasce dalla collaborazione tra Unioncamere Lombardia e il Consorzio camerale per il credito e la finanza. In particolare, la ricerca è stata curata da Gianmarco Paglietti, Roberto Calugi, Carlo Bettonica e Valentina Morelli con la collaborazione di Renato Montalbetti. Simmetrix srl ha curato il focus sull esperienza degli schemi di garanzia in Spagna. Si ringraziano le Camere di commercio, le Associazioni di categoria, le Federazioni dei confidi e i confidi per la preziosa collaborazione offerta nella raccolta e nella verifica dei dati e nella condivisione dei risultati. 2

5 Indice PREMESSA 5 PRIMA PARTE - L EVOLUZIONE DELLA NORMATIVA 9 1. L emendamento del Testo Unico Bancario Il nuovo schema delle disposizioni di vigilanza per gli intermediari finanziari La manovra finanziaria (DL 201 del 6 dicembre 2011) e il decreto liberalizzazioni SECONDA PARTE - GLI INTERVENTI CAMERALI A SOSTEGNO DEI CONFIDI I conferimenti ai fondi rischi dei confidi Le iniziative per l abbattimento dei tassi di interesse Altri interventi del sistema camerale lombardo a supporto dei confidi Il fondo Confiducia TERZA PARTE - IL SISTEMA DEI CONFIDI LOMBARDI L evoluzione del sistema Le garanzie La patrimonializzazione I finanziamenti e i rapporti con le banche Il network territoriale I servizi Federfidi Lombarda QUARTA PARTE - PROPOSTE DI INTERVENTO Considerazioni finali e possibili indirizzi per le policies camerali FOCUS - BEST PRACTICES TERRITORIALI IN ITALIA 51 FOCUS - ESPERIENZE ESTERE A CONFRONTO: IL CASO SPAGNOLO Le origini e la normativa La struttura del mercato Il confronto con il sistema dei confidi italiano Le iniziative nel ALLEGATO - I CONFIDI CENSITI 89 3

6 4

7 PREMESSA 5

8 Il mercato delle garanzie è stato caratterizzato nel corso degli ultimi anni da un processo che ha condotto, da un lato, a una sostanziale razionalizzazione del sistema con la drastica riduzione del numero degli operatori e, dall altro, alla nascita di una articolazione multipolare, caratterizzata dalla presenza di una cinquantina di intermediari vigilati, attorno ai quali continua a operare una ancora ampia moltitudine di confidi non vigilati che, talvolta, continuano a rivestire un ruolo di primaria importanza nell ambito delle economie locali. Allo stesso tempo, si rileva la presenza di tutta una serie di altri operatori e di strumenti, per lo più pubblici, nati per integrare o sostenere le politiche di facilitazione dell accesso e di mitigazione delle condizioni del credito per le imprese. E sempre più evidente, in questo quadro - e le esperienze maturate nel recente passato lo dimostrano con chiarezza - l importanza strategica che le reti, siano esse territoriali, di filiera, inter-istituzionali, hanno nel favorire una efficiente allocazione delle risorse (sempre più scarse). In questo senso, il lavoro svolto dalle Camere di commercio per favorire l incontro tra imprese, banche, confidi, istituzioni europee e nazionali si sta dimostrando fondamentale e ha favorito la conclusione di importanti accordi destinati, ad esempio, a sbloccare i crediti verso la pubblica amministrazione, a garantire la liquidità alle aziende in crisi congiunturale, ad anticipare i fondi per la cassa integrazione guadagni. Per quanto riguarda, nello specifico, il sistema delle garanzie, il sostegno pubblico si è rivelato fondamentale per permettere ai confidi di continuare a svolgere il ruolo di facilitatori del credito verso le aziende strutturalmente più deboli e di affrontare, al contempo, i costi e i rischi legati al passaggio di status o alla costruzione di soggetti di dimensioni di rilevanza regionale. Ciò anche alla luce delle norme di Basilea, che hanno comportato la necessità di rivedere e ripensare gli strumenti tradizionalmente utilizzati per conferire risorse ai confidi, sia per garantirne la massima efficacia a favore delle imprese, sia per permettere loro, in primis a quelli vigilati, di poterle valorizzare adeguatamente ai fini del consolidamento patrimoniale. In questo senso, le recenti norme della manovra finanziaria e del decreto sulle liberalizzazioni hanno offerto uno strumento in più (o forse un vincolo in meno) per permettere anche ai soggetti pubblici di contribuire a quel consolidamento patrimoniale ormai imposto non solo dalle regole prudenziali ma anche dalle stesse esigenze operative dei confidi. Il tutto finalizzato, naturalmente, a raggiungere l obiettivo strategico dell azione camerale, ovvero facilitare l accesso al credito delle aziende. Nel nuovo contesto che si è venuto a delineare, sono tre gli aspetti critici su cui vale la pena soffermarsi. Innanzitutto il costo del credito. I notevoli problemi incontrati dalle banche dal lato della raccolta e della patrimonializzazione e le difficoltà affrontate dai confidi dal lato dei costi gestionali e della qualità del portafoglio delle garanzie hanno condotto a un progressivo innalzamento del costo complessivo del credito per le aziende. Gli interventi operati dalle Camere di commercio in questo ambito sono notevoli e, nella sola Lombardia, hanno impegnato quasi 13 milioni di euro nel corso dell ultimo biennio. E, però, evidente la necessità di un intervento coordinato e in profondità che interessi l intera filiera del credito. In questo senso, il ruolo dei confidi è essenziale. Lo è dal lato delle banche, poiché spetta ad essi fornire quelle informazioni qualitative e anche quantitative che spesso 6

9 mancano e che rendono maggiore il profilo di rischio dei prenditori. Lo è dal lato delle imprese, poiché essi possono fornire quella assistenza operativa, sotto forma di consulenza specialistica, di affiancamento nel reperimento di risorse e nella definizione di strategie finanziarie, utile per ridurre l opacità dei propri bilanci, per migliorare il proprio rating e, di conseguenza, il pricing dei finanziamenti. Subentra, a questo punto, il secondo aspetto critico, ovvero quello dei costi di gestione dei confidi, in particolare di quelli vigilati. Gli adempimenti richiesti in materia di vigilanza, di segnalazione dei rischi, di controlli interni, di normativa anti-riciclaggio, sommandosi alle esigenze organizzative necessarie per affrontare, anche a livello di struttura, il passaggio di status, hanno fatto lievitare questi costi. Costi sia in termini finanziari, sia in termini di risorse umane, sia in termini di qualità del portafogli di garanzie. La necessità di garantire o quantomeno di avvicinarsi all auto-sostenibilità economica e finanziaria, i vincoli di operatività legati, in parte, alla clausola di mutualità e, in parte, a una ancora diffusa diffidenza verso i nuovi ambiti di azione che la normativa offre ai confidi vigilati, senza dimenticare il ruolo (pubblico) di facilitatori del credito verso imprese strutturalmente rischiose, ha fatto sì che la crescita degli attivi fosse perseguita soprattutto attraverso l aumento dei volumi di garanzie, con la conseguenza di un sostanziale peggioramento della qualità del portafoglio di rischio dei confidi, tradizionalmente migliore rispetto alla media del mercato. Diversificazione dei servizi e degli ambiti di operatività, specializzazione dell assistenza alle imprese, riduzione del rischio appaiono intrinsecamente legati. In questo senso, il ruolo delle Camere di commercio può essere senza dubbio di stimolo, di accompagnamento e anche di formazione per facilitare una trasformazione dei confidi, soprattutto di quelli vigilati, che non sia solo di status regolamentare o di struttura organizzativa, ma che vada a incidere anche sulla loro stessa operatività, valorizzando quelle opportunità che la normativa offre ma che allo stato attuale non sono ancora sufficientemente utilizzate. Si pone, a questo punto, il terzo aspetto critico dell attuale fase di transizione. La corretta valorizzazione degli strumenti che la normativa mette a disposizione dei confidi vigilati. Uno dei motivi principali, se non il principale, che ha spinto molti confidi a intraprendere la via della trasformazione in intermediari vigilati è la possibilità di concedere garanzie personali eleggibili per Basilea 2. Allo stato attuale, sebbene risulti una tendenziale preferenza da parte delle banche a favore dei confidi vigilati, non si è però manifestata una evidente, concreta e corretta valorizzazione e valutazione delle garanzie personali ai fini del calcolo dell assorbimento patrimoniale. La preferenza accordata ai confidi vigilati è legata più alla dimensione, al prestigio, alla conoscenza che non alla qualità delle garanzie che essi possono offrire. Tanto è vero che, spesso, soprattutto nelle realtà locali il radicamento sul territorio dei confidi non vigilati fa gioco sul tipo di garanzia offerta, così come la concessione di garanzie reali risulta indifferente, se non addirittura preferita, a quella di garanzie personali. E evidente che spetta innanzitutto al mercato, facilitato in questo anche dall irrigidimento delle regole di patrimonializzazione previste da Basilea 3, trovare strumenti e percorsi per garantire la corretta valutazione delle garanzie. Il sistema camerale, però, può senz altro 7

10 utilizzare il proprio ruolo di interfaccia istituzionale tra i diversi soggetti in campo per favorire, innanzitutto, un confronto costruttivo tra banche e confidi che permetta di dare la giusta valorizzazione alle garanzie offerte dai confidi vigilati. Al tempo stesso, tenuto conto del valore aggiunto che i confidi non vigilati ancora offrono in molte realtà locali, può farsi senza dubbio promotore anche di reti e di accordi tra i confidi che permettano loro di offrire un supporto efficace alle imprese senza rinunciare, laddove questo rappresenti un tratto distintivo imprescindibile, all autonomia e alla caratterizzazione locale delle strutture minori. 8

11 PRIMA PARTE L EVOLUZIONE DELLA NORMATIVA 9

12 Nel corso degli ultimi mesi sono state emanate alcune norme che aggiornano il quadro giuridico di riferimento per i confidi, pur rimanendo ancora da definire formalmente il nuovo assetto istituzionale (in particolare, per quanto riguarda l Organismo di vigilanza), secondo quanto previsto dal nuovo Testo Unico Bancario. Sono tre le principali innovazioni introdotte: - innanzitutto la possibilità, prevista dall ultima manovra del governo, offerta a enti pubblici e grandi imprese di entrare nella compagine sociale dei confidi vigilati, conferendo quote del capitale sociale. Si tratta di una norma che completa e amplia quanto già previsto attualmente circa la possibilità per soggetti diversi dalle PMI di sostenere finanziariamente i confidi, in considerazione anche del ruolo pubblico da essi svolto, soprattutto nel corso degli ultimi anni, facilitando l accesso al credito delle imprese strutturalmente più deboli e quindi meno appetibili per il sistema bancario; - in secondo luogo, la possibilità, prevista dal decreto sulle liberalizzazioni, di aprire il capitale sociale dei confidi anche ai liberi professionisti, pur nel rispetto di precisi limiti, soprattutto per quanto riguarda la partecipazione agli organi decisionali; - in terzo luogo, l avvio della consultazione pubblica sullo schema di decreto relativo alle disposizioni di vigilanza sugli intermediari finanziari, con particolare riferimento alla sezione dedicata ai confidi vigilati. Si tratta della formalizzazione delle norme di attuazione dei recenti emendamenti apportati al quadro giuridico complessivo, finalizzata a rafforzare il sistema complessivo con interventi che regolano in modo più dettagliato requisiti e limiti di attività degli operatori. Nelle pagine che seguono verranno presentati, in sintesi, i principali provvedimenti adottati nel corso dell anno, inquadrandoli naturalmente nello schema giuridico complessivo in cui operano i confidi. 1. L emendamento del Testo Unico Bancario Nel processo di riforma degli intermediari finanziari si inserisce il D. Lgs. 13 agosto 2010, n , adottato in seguito all emanazione della direttiva europea in materia di credito al consumo 2, che ha modificato l intero impianto normativo in cui si muovono gli operatori del settore finanziario. La principale novità prevista dal decreto 141 è l introduzione di un unico Albo degli intermediari finanziari, che di fatto va ad eliminare la distinzione tra soggetti iscritti nell elenco generale ex art. 106 e soggetti iscritti nell elenco speciale ex art. 107 del Testo Unico Bancario (d ora in poi TUB), come previsto dalla normativa attuale 3. Il nuovo art. 106 del TUB, infatti, contempla l esistenza di un unico Albo, tenuto da Banca d Italia, a cui debbono iscriversi anche i confidi maggiori. Il passaggio all Albo unico comporta un cambiamento di paradigma che prevede un rafforzamento dei poteri di intervento della Banca d Italia sui soggetti vigilati. In particolare, sono stati introdotti controlli più stringenti sull accesso al mercato e 1 Il D. Lgs. 13 agosto 2010, n.141 è stato modificato dai successivi decreti correttivi: D. Lgs. 14 dicembre 2010, n. 218 (decreto correttivo) e schema di decreto legislativo correttivo del 6 ottobre 2011 (secondo correttivo). 2 Direttiva 2008/48/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 aprile 2008 relativa ai contratti di credito ai consumatori. 3 Articolo 13 del Decreto legge 30 settembre 2003, n

13 sull assetto proprietario degli intermediari. La Banca d Italia, infatti, avrà maggiori poteri di vigilanza sull intero iter di attività degli intermediari, che va dal rilascio dell autorizzazione all esercizio dell attività a tutta la fase di operatività degli stessi. L autorizzazione è subordinata alla sussistenza di requisiti piuttosto rigidi e simili a quelli contemplati dalla disciplina per il rilascio dell autorizzazione all esercizio dell attività bancaria, che riguardano la forma giuridica, la sede legale, l adeguatezza patrimoniale, nonché requisiti di onorabilità dei titolari di partecipazioni e di professionalità, onorabilità e indipendenza degli esponenti aziendali 4. Tali poteri possono concretarsi anche nella sospensione degli organi di amministrazione e controllo e di revoca dell autorizzazione, al ricorrere di determinate condizioni, così come disposto dagli artt. 113-bis e 113-ter del nuovo TUB. Ivi si specifica, inoltre, che qualora risultino gravi irregolarità nell amministrazione ovvero gravi violazioni delle disposizioni legislative, amministrative o statutarie, la Banca d Italia può disporre che uno o più commissari, per un periodo non superiore ai sei mesi, assumano poteri di amministrazione dell intermediario finanziario. La Banca d Italia ha, inoltre, il compito di determinare l adeguatezza patrimoniale, il contenimento del rischio nelle sue diverse configurazioni, l organizzazione amministrativa e contabile e i suoi controlli interni, nonché l informativa da rendere al pubblico sulle predette materie. La stessa Autorità può convocare gli amministratori, i sindaci e i dirigenti degli intermediari finanziari, ordinare la convocazione dei loro organi collegiali e proporre l assunzione di determinate decisioni, nonché adottare tutta una serie di provvedimenti di carattere specifico, riguardanti ad esempio la restrizione delle attività o della struttura patrimoniale. Al potere di vigilanza si affianca il potere di ispezione, che conferisce alla Banca d Italia la possibilità di effettuare controlli e richiedere documenti, qualora lo ritenga necessario. Ai confidi vigilati, per contro, viene concessa la possibilità di svolgere una serie di attività complementari alla garanzia collettiva, che in ogni caso rimarrebbe l attività principale, quali sono l erogazione di garanzie nei confronti dello Stato e la gestione di fondi pubblici di agevolazione. In relazione ai confidi non vigilati, il nuovo assetto normativo prevede la possibilità di esercitare esclusivamente l attività di garanzia collettiva dei fidi. Questi confidi, anche di secondo grado, sono disciplinati dall art. 112 del nuovo TUB e sono iscritti in un elenco tenuto da un Organismo di vigilanza creato ad hoc, previsto dall art. 112 bis, che ha personalità giuridica di diritto privato dotato di autonomia organizzativa, statutaria e finanziaria. All Organismo è affidato non solo il compito della gestione ordinaria dell elenco, ma anche la vigilanza sull intera disciplina di settore, essendo dotato di ampi poteri d informativa, ispezione e sanzionatori. Nello specifico, le attività affidate all Organismo secondo quanto previsto dall art. 112 bis del nuovo TUB sono: - determinazione e riscossione dei contributi a carico degli iscritti; - vigilanza sulla soddisfazione da parte degli iscritti dei requisiti di ammissione; - possibilità di richiedere atti e documenti; - possibilità di effettuare ispezioni; 4 Crf. artt. 25 e 26 del Testo Unico Bancario che dispongono rispettivamente Requisiti di onorabilità dei partecipanti e Requisiti di professionalità, onorabilità e indipendenza degli esponenti aziendali. 11

14 - possibilità di opporsi a nuove operazioni dei confidi; - possibilità di avvalersi delle Federazioni di rappresentanza per lo svolgimento delle proprie attività. La sostanziale assenza di controllo su questi confidi che caratterizza il sistema attuale è, dunque, sostituita da una struttura di vigilanza incentrata su un Organismo esclusivo ossia deputato unicamente al controllo sui confidi non vigilati. È comunque previsto il coinvolgimento della Banca d Italia che ha, a sua volta, il compito di vigilare sull Organismo al fine di verificare l adeguatezza delle procedure adottate. Tale organismo è un autorità indipendente rispetto ai soggetti controllati ed efficiente, ossia dotata di una struttura di governance e organizzativa minima per potere massimizzare la flessibilità gestionale e minimizzare i costi operativi. L iter per l entrata a regime del nuovo Organismo può essere così sintetizzato: - il Ministero dell Economia e delle Finanze, sentita la Banca d Italia, disciplina la struttura, i poteri e le modalità di funzionamento dell Organismo, nonché i requisiti di professionalità e onorabilità degli organi di gestione e i criteri per la loro nomina e sostituzione; - la Banca d Italia propone al Ministero i nomi dei componenti dell Organismo e stabilisce le modalità di vigilanza dello stesso. I confidi minori possono continuare ad operare secondo le vigenti disposizioni fino ai dodici mesi successivi alla costituzione dell Organismo di vigilanza ma, almeno tre mesi prima della scadenza di tale termine, hanno l obbligo di presentare domanda di iscrizione all elenco. 2. Il nuovo schema delle disposizioni di vigilanza per gli intermediari finanziari Affinché le nuove disposizioni siano concretamente applicabili, è necessaria l emanazione della normativa secondaria da parte del Ministero dell Economia e delle Finanze di concerto con Banca d Italia. A tal fine, lo scorso 12 gennaio, la Banca d Italia ha avviato una consultazione pubblica sullo schema delle Disposizioni di vigilanza per gli intermediari finanziari che sarà aperta fino al 12 marzo La consultazione è finalizzata alla condivisione e al confronto sulle misure previste per rafforzare la struttura del sistema finanziario e sottoporre ad un maggiore e più efficace sistema di vigilanza gli operatori del settore. La nuova normativa riguarda esclusivamente gli intermediari finanziari ex art. 107 del quadro giuridico attualmente in vigore, ossia tutti i soggetti finanziari sottoposti alla vigilanza di Banca d Italia, mentre è ancora in fase di elaborazione la normativa secondaria relativa ai confidi minori. Il documento specifica che, nel definire le disposizioni secondarie in materia di intermediazione finanziaria, la Banca d Italia ha osservato il principio di proporzionalità, tenendo in considerazione la complessità operativa, dimensionale e organizzativa, nonché la natura dell attività svolta; a tal proposito, è stata inserita una sezione specifica relativa ai confidi, che tiene conto delle peculiarità di tali soggetti. 12

15 Le regole di carattere generale, applicabili a tutti gli intermediari vigilati, riguardano: - autorizzazione: l autorizzazione è subordinata alla valutazione del programma di attività e della struttura organizzativa dell intermediario che ne fa richiesta. Come previsto per le banche, anche l acquisizione di partecipazioni qualificate nel capitale di un intermediario finanziario o di una società finanziaria capogruppo è subordinata al rilascio dell autorizzazione da parte di Banca d Italia; - governo societario: sono introdotte regole di governo societario, ispirate a quelle delle banche, che delineano i compiti e le responsabilità degli organi aziendali; - controlli interni: la disciplina del sistema dei controlli interni è stata sistematizzata, prevedendo tre tipologie di controllo: controlli di linea, controlli sulla gestione dei rischi e revisione interna. Le funzioni aziendali di controllo devono altresì essere indipendenti sia rispetto alle attività controllate sia tra loro 5 ; - vigilanza prudenziale: agli intermediari finanziari sarà applicato un regime di vigilanza equivalente a quello delle banche e, dunque, fondato su tre pilastri secondo quanto stabilito dagli accordi di Basilea. Per quanto riguarda il requisito patrimoniale complessivo, è confermato il rapporto pari al 6% delle esposizioni ponderate per il rischio per quanti non effettuino una raccolta diretta del risparmio; per quanto riguarda la concentrazione dei rischi, gli intermediari finanziari rispettano i medesimi limiti prudenziali previsti per le banche 6 ; - vigilanza informativa: un aspetto di grande innovazione riguarda l obbligo degli intermediari di fornire alla Banca d Italia un informativa preventiva sui principali eventi della vita aziendale, ad esempio fusioni e scissioni. In virtù del rispetto del principio di proporzionalità, lo schema in consultazione dedica una sezione particolare alla disciplina dei confidi tenuti ad iscriversi all Albo. In primis, nel definire la ripartizione fra confidi maggiori e minori, si conferma l attuale soglia di 75 milioni di euro di attività finanziaria, al superamento della quale i confidi saranno obbligati ad iscriversi all Albo. Le principali peculiarità relative alla disciplina dei confidi riguardano: autorizzazione: il capitale minimo dei confidi è fissato a 2 milioni di euro, un importo inferiore rispetto ai 3 milioni richiesti agli altri intermediari finanziari che erogano garanzie; si precisa, inoltre, che a differenza degli altri intermediari, i confidi possono adottare anche la forma di società consortile a responsabilità limitata 7 ; partecipazioni detenibili: come per gli intermediari finanziari, anche i confidi possono assumere partecipazioni in altre imprese. Tuttavia, per non snaturare le finalità mutualistiche dei confidi, sono stati posti alcuni vincoli rispetto alle disposizioni 5 La consultazione specifica che solo nelle realtà meno complesse e di ridotte dimensioni (attivo inferiore o uguale alla soglia di 100 milioni di euro) è possibile derogare alla regola generale e, dunque, attribuire ad un unica funzione indipendente i compiti di controllo. Per una definizione dettagliata di imprese minori si rimanda al Titolo IV, Capitolo 4, Sez. I, par. 2 della consultazione Disposizioni di vigilanza per gli intermediari finanziari. 6 In via transitoria, fino al , è, tuttavia, consentito agli intermediari di superare il limite di esposizione verso un cliente o un gruppo di clienti connessi, pari al 25% del patrimonio di vigilanza. Per l esposizione eccedente tale limite è prevista l applicazione di uno specifico requisito patrimoniale; in ogni caso, l esposizione verso un cliente o gruppo di clienti connessi non può superare il 40% del patrimonio di vigilanza. 7 Lo schema di decreto legislativo correttivo (secondo correttivo) recante Ulteriori modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 13 agosto 2010, n.141, recante attuazione della direttiva 2008/48/CE relativa ai contratti di credito ai consumatori, nonché modifiche del titolo V del Testo Unico Bancario in merito alla disciplina dei soggetti operanti nel settore finanziario, degli agenti in attività finanziaria e dei mediatori creditizi prevede che, ai fini dell autorizzazione, gli intermediari finanziari possono adottare la forma di società per azioni, in accomandita per azioni, a responsabilità limitata o cooperativa. 13

16 ordinarie che prevedono il divieto di assunzione di partecipazione di controllo in banche e altre imprese finanziarie e assicurative, nonché limiti stringenti per l assunzione di partecipazioni in imprese non finanziarie 8 ; vigilanza prudenziale: se nei bilanci dei confidi sono presenti poste non specificatamente riconducibili alle categorie individuate dalle disposizioni in materia di patrimonio di vigilanza, la Banca d Italia ne valuta la compatibilità in base ai criteri stabiliti per il patrimonio di vigilanza delle banche. Sono inoltre stabiliti limiti per la computabilità nel patrimonio di vigilanza dei fondi pubblici attribuiti ai confidi 9. Tutti gli intermediari finanziari hanno l obbligo di presentare istanza di autorizzazione per l iscrizione al nuovo Albo entro tre mesi dall entrata in vigore delle disposizioni attuative da parte del Ministero dell Economia e delle Finanze. 3. La manovra finanziaria (DL 201 del 6 dicembre 2011) e il decreto liberalizzazioni I confidi sono destinatari di numerosi interventi da parte dello Stato e degli enti pubblici volti a sostenere la loro attività. Fino ad oggi, però, agli enti pubblici era preclusa la possibilità di partecipare al capitale sociale dei confidi, in quanto socie di questi ultimi potevano essere esclusivamente le piccole e medie imprese come definite dalla normativa comunitaria in materia di aiuti di Stato. Tale limite è stato superato con il Decreto Legge del 6 dicembre 2011, n. 201 (la cosiddetta manovra salva Italia ), convertito nella Legge del 23 dicembre 2011, n. 214 che all art. 39 comma 7 10 prevede la possibilità per enti pubblici e privati e per imprese non finanziarie di grandi dimensioni, di partecipare al capitale sociale dei confidi vigilati e delle banche di garanzia, purché si rispettino precisi vincoli: le piccole e medie imprese socie devono disporre almeno della metà più uno dei voti esercitabili nell Assemblea; la nomina dei componenti degli organi che esercitano funzioni di gestione e di supervisione strategica deve essere riservata all Assemblea. Il cosiddetto decreto liberalizzazioni 11 del gennaio 2012 ha, successivamente, esteso anche ai liberi professionisti la possibilità di partecipare al patrimonio dei confidi, fermi restando i vincoli già previsti per la partecipazione degli enti pubblici. 8 La consultazione specifica che: i confidi possono assumere partecipazioni in a) banche, imprese finanziarie e assicurative in misura non superiore al 20% del capitale della società partecipata; b) società strumentali; c) società non finanziarie nel limite dell 1% del patrimonio di vigilanza del partecipante o del 3%nel casi di partecipazioni in organismi di categoria. 9 Cfr. Titolo VII, Capitolo 1 che integra le disposizioni del Titolo IV, Capitolo 3 della consultazione sulle Disposizioni di vigilanza per gli intermediari finanziari. 10 Art. 39 Misure per le micro, piccole e medie imprese del Decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201 Disposizioni urgenti per la crescita, l equità e il consolidamento dei conti pubblici. 11 Decreto legge del 24 Gennaio 2012, n. 1 recante Disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo e la competitività. 14

17 SECONDA PARTE GLI INTERVENTI CAMERALI A SOSTEGNO DEI CONFIDI 15

18 Nel corso dell ultimo biennio si sono andati rafforzando, nel sistema delle garanzie, alcuni fenomeni, sia su scala regionale che su quella nazionale, che già erano stati individuati nella scorsa edizione del rapporto. Innanzitutto, è proseguito il processo di razionalizzazione e concentrazione del sistema che aveva interessato dapprima il Nord e il Centro del paese e, successivamente, anche il Sud, e che ha condotto alla formazione di quella che abbiamo definito una struttura stratificata su tre livelli: - un primo livello, costituito da strutture unitarie operanti su scala nazionale, - un secondo livello, costituito da strutture ad operatività regionale o interregionale, - un terzo livello, costituito dagli ancora numerosi confidi 106 che operano solitamente su una dimensione prettamente locale. In secondo luogo, ha continuato a consolidarsi il ruolo del Fondo Centrale di Garanzia, che ha registrato una crescita significativa e lineare sia delle operazioni di garanzia diretta, sia di controgaranzia a favore dei confidi impegnati sul territorio. Nel 2010, complessivamente, sono stati attivati finanziamenti per oltre 9 miliardi di euro 12. In terzo luogo, si sono sviluppate e consolidate alcune iniziative promosse da enti pubblici territoriali, finalizzate a creare plafond dedicati all erogazione di garanzie, in forma diretta, indiretta o complementare, a sostegno delle imprese in difficoltà contingente, soprattutto per quante fossero attive in settori o in fasi di sviluppo particolarmente rischiosi per gli intermediari finanziari. Le trasformazioni in atto nel sistema, le attese (e le incertezze) per la definizione del quadro normativo e regolamentare definitivo, le difficoltà derivanti dal prolungamento della crisi economica, la riduzione delle risorse pubbliche disponibili e al tempo stesso la crescita dei costi (e della rischiosità del portafoglio) hanno creato inevitabilmente situazioni di criticità tra gli operatori presenti sul mercato, mettendo in evidenza la necessità di ricercare e favorire soluzioni di sistema per contrastare gli effetti della crisi. In questo senso, i numerosi tavoli di confronto avviati e gli accordi siglati a livello sia nazionale sia locale hanno permesso in molti casi se non di trovare soluzioni efficaci e immediate ai numerosi problemi sul tappeto, quanto meno di individuare e consolidare i possibili ambiti di collaborazione e di avanzare proposte operative che in non pochi casi si sono tradotte in iniziative che hanno visto il coinvolgimento delle diverse componenti istituzionali, associative e imprenditoriali. In questo quadro, si può affermare, con una inevitabile semplificazione, che il sistema camerale ha operato su due fronti principali al fine di favorire l accesso al credito delle imprese: da un lato, agendo a favore o in collaborazione con i confidi, che sempre più si propongono come strumenti operativi delle politiche di sviluppo territoriale; dall altro, assumendo anche, dove necessario, un impegno diretto nella costituzione di fondi di garanzia senza l intermediazione di altri soggetti. 12 Fonte: Unioncamere Nazionale. 16

19 Su scala nazionale, gli interventi del primo tipo, con il diretto coinvolgimento dei confidi, hanno rappresentato la parte preponderante dell impegno profuso dal sistema camerale: nel solo 2010, oltre 68 milioni di euro, stanziati da oltre una sessantina di Camere di commercio, sono stati destinati ai conferimenti diretti a favore dei confidi o ad agevolazioni per l abbattimento dei tassi di interesse delle imprese con la loro intermediazione. Parallelamente, le iniziative assunte senza il loro diretto coinvolgimento e destinate, in larga parte, alla costituzione di fondi di garanzia camerali, hanno impegnato circa 46 milioni di euro. Non va, d altra parte, dimenticato che la stragrande maggioranza di queste ultime risorse (oltre 40 milioni di euro) è stata impegnata per la costituzione di fondi di co- e controgaranzia, spesso secondo un approccio integrato, che sono quindi andati a beneficio, sia pure indirettamente, dell attività degli stessi confidi. Per quanto riguarda in particolare il primo tipo di interventi, sono tradizionalmente tre le principali linee d azione adottate dalle Camere di commercio 13 : - contributi a fondi rischi o alla patrimonializzazione dei confidi, che hanno impegnato il 54,3% delle risorse camerali per un ammontare complessivo di 37 milioni di euro; - interventi in abbattimento dei tassi d interesse per le imprese, pari al 34,8 % delle risorse per un ammontare di 23,8 milioni di euro; - interventi complementari a supporto dei confidi (quali progetti di aggregazione o trasformazione in intermediari vigilati) pari al 10,9% delle risorse, corrispondenti a 7,4 milioni di euro. A livello aggregato, le Camere di commercio del Nord Ovest, nel 2010, hanno destinato circa 7 milioni per gli interventi in abbattimento dei tassi d interesse (con una parte preminente stanziata dal sistema lombardo), 6,7 milioni per contributi a fondo rischi (anche in questo caso è preminente l impegno del sistema lombardo) e 5,7 milioni per altre operazioni di supporto ai confidi (in questo caso è preminente il ruolo del Piemonte). Le Camere di commercio lombarde hanno optato, come si è anticipato e come si vedrà nei paragrafi successivi, per le prime due linee di intervento, stanziando, complessivamente, quasi 11 milioni di euro nel solo Rispetto agli anni scorsi, invece, sono stati di fatto abbandonati gli interventi a favore di operazioni di aggregazione o di accompagnamento alla trasformazione in intermediari vigilati, anche in considerazione del fatto che sono ormai giunte a conclusione le principali fusioni in cantiere negli anni scorsi. Non è tuttavia da escludere che l evoluzione del sistema e della normativa possa innescare una seconda fase del processo di razionalizzazione del mercato, finalizzata a una ancora più equilibrata ripartizione del rischio attraverso una maggior integrazione tra settori e territori, in cui il sistema camerale potrebbe essere nuovamente chiamato a offrire il proprio contributo di indirizzo e di sostegno operativo ai confidi. Nelle pagine che seguono saranno illustrati, come da tradizione, i principali aspetti dell intervento camerale, compreso un doveroso quadro di sintesi del progetto Confiducia. 13 Fonte: Unioncamere Nazionale, dati relativi al

20 4. I conferimenti ai fondi rischi dei confidi Le Camere di commercio hanno continuato a sostenere finanziariamente il sistema dei confidi attraverso conferimenti destinati al patrimonio o ai fondi rischi che, nel corso dell ultimo biennio, hanno sfiorato gli 8,6 milioni di euro. Il dato del 2011, che si attesta poco al di sotto dei 4 milioni di euro, conferma la dinamica che già si era manifestata nel 2010: terminata la fase degli interventi d emergenza, si è registrato un sostanziale riallineamento dei fondi concessi sui livelli pre-crisi. Ammontare dei conferimenti stanziati per la contribuzione ai fondi rischi dei confidi Totale % Bergamo ,8% Brescia ,1% Como ,2% Cremona ,2% Lecco ,1% Lodi ,0% Mantova ,3% Milano ,4% Monza ,0% Pavia ,0% Sondrio ,0% Varese ,9% Totale ,0% Nel corso del 2011, sono 7 le Camere di commercio che hanno stanziato contributi diretti a favore dei confidi, generalmente assegnati tramite bandi aperti a tutti gli operatori senza distinzioni tra confidi vigilati e non vigilati. Confermando il dato del 2010, le Camere di commercio di Bergamo, Brescia e Varese hanno stanziato la parte preponderante (oltre il 78%) delle risorse mobilitate a livello regionale, a cui si aggiungono quote comunque significative da parte delle Camere di commercio di Cremona, Mantova, Lecco e Como. Il processo di razionalizzazione e, al contempo, di apertura del mercato ha condotto a un progressivo superamento della dimensione locale che un tempo caratterizzava la quasi totalità dei confidi, favorendo l insediamento anche di strutture provenienti da altre province o, addirittura, altre regioni. Per avere un quadro dell evoluzione dei mercati locali della garanzia si è, pertanto, chiesto alle Camere di commercio di indicare in quali proporzioni sono state ripartite le risorse assegnate nell ultimo anno in base alla localizzazione dei confidi. Pur non disponendo di informazioni complete e tenendo conto che il dato si riferisce al biennio , si può rilevare che l 88% dei fondi è stato assegnato a confidi con sede legale in Lombardia 14 mentre il 12% è stato assegnato a confidi con sede legale al di fuori della regione. 14 Più nello specifico, il 57% a confidi con sede legale nella provincia di riferimento della Camera di commercio, il 31% a confidi con sede legale in altre province della Lombardia. 18

21 Complessivamente, nell ultimo quinquennio, le Camere di commercio hanno conferito direttamente ai confidi come contributi per patrimonializzazione, fondi rischi e operazioni di aggregazione e riorganizzazione oltre 28 milioni di euro, di cui oltre un terzo nel 2009, anno di punta della crisi. Ammontare complessivo dei fondi stanziati dal sistema camerale lombardo, nel quinquennio 2007/2011, per la patrimonializzazione o il consolidamento dei fondi rischi dei confidi (Valori in euro) Tre quarti dell intero stock di risorse destinate ai confidi nel corso del quinquennio sono stati stanziati dalle Camere di commercio di Milano, Varese e Brescia. Ammontare complessivo dei fondi stanziati dalle Camere di commercio, nel periodo 2007/2011, per la patrimonializzazione o il consolidamento dei fondi rischi dei confidi (Valori in euro) Milano Varese Brescia Bergamo Cremona Mantova Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio 5. Le iniziative per l abbattimento dei tassi di interesse Una seconda, importante, linea di intervento delle Camere di commercio è costituita dagli interventi finalizzati all abbattimento dei tassi di interesse versati dalle imprese. Si tratta di un ambito d azione di notevole importanza per il sostegno del sistema produttivo, sia perché va a incidere direttamente sul costo del credito, sia perché produce un effetto immediato e tangibile per gli imprenditori, in un momento particolarmente difficile dell economia nazionale. 19

22 Nel corso del 2011, per questa linea d azione sono stati stanziati quasi 7 milioni di euro, con un incremento di circa il 13% rispetto all anno precedente. Ammontare dei fondi stanziati per l abbattimenti dei tassi di interesse per le imprese Totale % Bergamo ,1% Brescia ,6% Como ,6% Cremona ,3% Lecco ,0% Lodi ,8% Mantova ,2% Milano ,4% Monza ,5% Pavia ,6% Sondrio , ,7% Varese ,2% Totale ,0% Anche in questo caso si è voluto fare un esercizio statistico, che naturalmente ha un valore puramente indicativo, per verificare come si siano ripartiti, in linea tendenziale, questi fondi utilizzando anche in questo caso come discriminante la tipologia di confidi che li hanno intermediati. In questo caso, il 90% circa delle risorse è stato stanziato a favore di imprese assistite da confidi con sede legale sul territorio della regione 15 a fronte di un circa 10% a favore di aziende assistite da confidi con sede legale esterna alla Lombardia. A differenza dei conferimenti ai fondi rischi che, in genere, assumono un carattere congiunturale, come è avvenuto nel caso del picco della crisi nel 2009, quando furono triplicati gli stanziamenti rispetto all anno precedente, i fondi destinati all abbattimento dei tassi di interesse rappresentano uno strumento strutturale e sostanzialmente standardizzato nel tempo. Ammontare complessivo dei fondi stanziati dal sistema camerale lombardo, nel quinquennio 2007/2011, per l abbattimento dei tassi di interesse versati dalle imprese (Valori in euro) Più precisamente, il 72% con sede legale nella provincia e il 18% con sede legale in altre province della Lombardia. 20

23 Anche in questo caso, Brescia, Milano e Varese hanno stanziato, complessivamente, quasi i tre quarti dell intero flusso di fondi del quinquennio, ma va sottolineato che tutte le Camere di commercio, sia pure in funzione del proprio bacino di utenza, hanno mobilitato risorse significative per contribuire al contenimento del costo dell accesso al credito per le imprese del territorio. Ammontare totale dei fondi stanziati da ciascuna Camera di commercio, nel quinquennio 2007/2011, per l abbattimento dei tassi di interesse (Valori in euro) Brescia Milano Varese Como Mantova Monza Lecco Bergamo Sondrio Lodi Pavia Cremona 6. Altri interventi del sistema camerale lombardo a supporto dei confidi Nel corso degli ultimi anni, le Camere di commercio sono state chiamate a svolgere, di fatto, una funzione di tutoraggio finalizzata ad accompagnare, anche con strumenti non finanziari, il percorso di trasformazione dei confidi operanti sul territorio. Così com è avvenuto nel resto d Italia, anche in Lombardia i confidi hanno dovuto affrontare, simultaneamente, l apertura del mercato a nuovi player, il passaggio a un approccio di mercato condizionato da vincoli di redditività e di volumi di produzione, l implementazione delle nuove regole imposte dagli accordi di Basilea e dalle normative europee e nazionali e, da ultimo, l aumento della rischiosità sistemica come conseguenza della crisi dei mercati finanziari. Questi fenomeni di notevole portata hanno indotto le Camere di commercio ad avviare, nel corso degli ultimi anni, interventi complementari al supporto finanziario diretto, di carattere formativo e informativo, finalizzati a offrire alle imprese e ai confidi stessi una serie di strumenti utili per orientarsi nel nuovo corso. Si sono così adottate iniziative quali la predisposizione di sportelli e di vademecum informativi per le imprese, accompagnati spesso a interventi sul territorio e a comunicazioni mirate per riuscire a intercettare le esigenze delle aziende e facilitare la diffusione della conoscenza dei servizi offerti dai confidi. Allo stesso tempo, sono state realizzate iniziative per fornire ai confidi l opportunità di riqualificare e/o specializzare i propri dipendenti. Vale la pena citare, come esempio, la seconda edizione del corso di alta specializzazione sul sistema delle garanzie della Lombardia, organizzato dal Consorzio Camerale per il credito e la finanza con la 21

24 promozione di Unioncamere Lombardia, della Camera di commercio e della Provincia di Milano, destinato ai confidi operanti sul territorio della regione. Le Camere di commercio si sono peraltro impegnate in una serie di interventi formativi e informativi, spesso in collaborazione con qualificati rappresentanti della Commissione europea e delle istituzioni nazionali, in primis Banca d Italia, Ministero dell Economia e delle Finanza, Ministero dello Sviluppo Economico, nonché delle associazioni quali ABI e AssoConfidi, per contribuire a far conoscere, presso gli operatori del territorio, le novità normative, le proposte in discussione, le prospettive e le opportunità di intervento nell ambito del sistema creditizio e finanziario. Interventi che hanno riscosso un notevole favore da parte degli operatori coinvolti e che mettono in risalto l importanza del ruolo di costruzione e animazione di reti territoriali svolto dalle Camere di commercio. 7. Il fondo Confiducia Il fondo Confiducia è lo strumento di sistema che Unioncamere Lombardia e le Camere di commercio, in partnership con la Regione, attivarono nel 2009 per arginare gli effetti della crisi e facilitare l accesso al credito delle PMI con sede legale sul territorio della regione. Complessivamente, il sistema camerale e la Regione stanziarono 57 milioni di euro, di cui: 51 milioni per finanziamenti garantiti dai confidi aderenti a Federfidi Lombarda e 6 milioni per finanziamenti garantiti dai confidi non aderenti a Federfidi Lombarda. Gli stanziamenti destinati alle imprese garantite dai confidi aderenti a Federfidi Lombarda furono ripartiti come nella tabella seguente: Ripartizione degli stanziamenti per provincia destinati ai confidi aderenti a Federfidi Lombarda Provincia Risorse camerali Risorse della Regione Totale % Bergamo ,6% Brescia ,3% Como ,4% Cremona ,8% Lecco ,5% Lodi ,9% Mantova ,4% Milano ,7% Monza ,8% Pavia ,4% Sondrio ,6% Varese ,6% Totale ,0% L impegno finanziario complessivo a carico del sistema camerale è ammontato, come si è detto, a 31 milioni di euro, ripartito secondo le quote riportate nel grafico seguente. 22

25 Ripartizione degli stanziamenti camerali per la quota di Confiducia destinati ai confidi aderenti a Federfidi Lombarda Sondrio 1,6% Pavia 4,4% Monza 3,7% Varese 11,6% Bergamo 14,6% Brescia 17,3% Milano 33,7% Como 3,4% Cremona Lecco 1,7% Lodi 2,6% Mantova 1,9% 3,4% In base al regolamento del fondo furono previste due misure: - finanziamenti chirografari della durata fino a 60 mesi con relativo piano di ammortamento (compreso preammortamento massimo di 12 mesi); - castelletti di sconto, anticipi fatture, anticipi export, anticipi import, anticipi contratti, anche in forma promiscua, salvo buon fine, (con l esclusione di fidi di cassa), con una durata di 12 mesi rinnovabili fino a 24 mesi. Il credito massimo concedibile per impresa è variato tra i e i euro a seconda del tipo di azienda e di misura. Confiducia operava con la concessione di cogaranzie e controgaranzie a supporto dei confidi operanti sul territorio che, grazie al suo intervento, poterono offrire una quota di garanzia estendibile fino al 70% dei finanziamenti concessi alle PMI. Il 31 marzo 2011 si è chiusa formalmente l attività del Fondo. A quella data, erano state presentate oltre pratiche per un ammontare complessivo superiore al al miliardo di euro 16. Nella tabella seguente sono riportati i dati di riepilogo relativi alle pratiche presentate e al relativo importo dei finanziamenti. Numero di pratiche e ammontare dei finanziamenti a valere sul fondo Confiducia Provincia Numero pratiche % Importo finanziamenti % Bergamo ,3% ,1% Brescia ,9% ,5% Como 798 5,5% ,4% Cremona 262 1,8% ,8% Lecco 150 1,0% ,5% Lodi 238 1,6% ,2% Mantova 649 4,5% ,9% Milano ,0% ,3% Monza 592 4,1% ,4% Pavia 490 3,4% ,3% Sondrio 198 1,4% ,4% Varese ,6% ,2% Totale ,0% ,0% 16 Elaborazioni su dati forniti da Unioncamere Lombardia. 23

26 Il sistema camerale ha, inoltre, destinato 6 milioni di euro per interventi in controgaranzia da parte di Confiducia destinati a finanziamenti garantiti da confidi non aderenti a Federfidi Lombarda. Le risorse sono state assegnate ai confidi che abbiano stipulato appositi accordi con le singole Camere di commercio. Anche in questo caso, i confidi aderenti hanno potuto estendere la propria copertura fino al 70% dei finanziamenti erogati. Anche per questi confidi sono state previste due misure analoghe a quelle fissate per i confidi aderenti a Federfidi. 24

27 TERZA PARTE IL SISTEMA DEI CONFIDI LOMBARDI 25

28 8. L evoluzione del sistema Nel corso degli ultimi 5 anni, il sistema dei confidi lombardi ha subito una radicale trasformazione che ha visto il passaggio da un contesto notevolmente frazionato ad uno fortemente caratterizzato dalla presenza di pochi player di medie e di grandi dimensioni, talvolta operanti anche su scala nazionale. A livello regionale si è assistito ad un processo di aggregazione che ha condotto, finora, a: - la nascita di due confidi industriali, uno dei quali ha anche avviato strategie di espansione extraregionale; - la costituzione di tre confidi regionali artigiani (tra cui il primo intermediario vigilato della regione) che hanno riunito una quindicina di strutture provinciali e locali; - la creazione di un unico confidi nell ambito Confesercenti, che successivamente ha aderito a un confidi operativo su scala nazionale; - la nascita di due confidi agricoli, uno dei quali ha successivamente aderito a una struttura nazionale; - l adesione di un confidi della cooperazione al polo nazionale di settore; - la fusione interregionale di un confidi artigiano; - la costituzione di una struttura federale tra i confidi del commercio e del terziario a cui hanno aderito anche due confidi dell artigianato e della CDO. Parallelamente al processo di razionalizzazione e di regionalizzazione del sistema si è assistito anche ad una progressiva apertura del mercato che ha visto l entrata di player di rilevanza nazionale, sia in virtù di proprie politiche di sviluppo commerciale, come nel caso di Eurofidi, sia come effetto (almeno in via principale) di politiche di aggregazione e di espansione per linee esterne, come nel caso di Italia Comfidi, di Sviluppo Artigiano, di Creditagri e di Cooperfidi. Né va dimenticato il percorso di aggregazione che ha condotto alla nascita di Federfidi Lombarda, confidi vigilato di secondo grado, nato dalla fusione tra Federfidi Lombarda e Artigiancredit Lombardia, di cui si parlerà nel paragrafo finale di questo capitolo. Come si vedrà nelle pagine successive, i principali attori del sistema controllano circa i tre quarti del mercato delle garanzie in Lombardia. E un fenomeno che, inevitabilmente, va a incidere sulle stesse scelte di politica economica degli enti territoriali, in primis le Camere di commercio, che devono tener conto, alla luce delle dinamiche della spesa pubblica, di rigidi criteri di efficienza ed efficacia dei propri interventi. Non si può, d altra parte, dimenticare il ruolo che ancora giocano, in non poche realtà locali, i confidi non vigilati che talvolta, lungi dal rappresentare un residuo anacronistico, continuano a essere un punto di riferimento per la comunità imprenditoriale (e anche bancaria) locale, grazie anche alla efficace valorizzazione del proprio radicamento territoriale e di una rete di rapporti solida e funzionale alla selezione e alla gestione del portafoglio-rischi. Il tema del trade off tra crescita dimensionale, radicamento territoriale ed efficienza gestionale è ormai diventato uno dei punti critici su cui concentrare la riflessione in merito ai possibili sviluppi del processo di aggregazione tuttora in corso. Qual è la dimensione ottimale che permette ai confidi di raggiungere un equilibrio economico-finanziario senza 26

Il futuro dei Confidi 106 e 107 alla luce del D.lgs. del 13/08/2010 n. 141

Il futuro dei Confidi 106 e 107 alla luce del D.lgs. del 13/08/2010 n. 141 Il futuro dei Confidi 106 e 107 alla luce del D.lgs. del 13/08/2010 n. 141 Prof.ssa Rosa Adamo Corso di Istituzioni di Economia degli Intermediari Finanziari Sommario 1. L istituzione di un unico albo

Dettagli

INTERVENTI E INIZIATIVE DELLA CAMERA DI COMMERCIO

INTERVENTI E INIZIATIVE DELLA CAMERA DI COMMERCIO Finanza agevolata, bandi, credito d'imposta INTERVENTI E INIZIATIVE DELLA CAMERA DI COMMERCIO Castellanza, LIUC - Università Cattaneo 2 ottobre 2014 INTERVENTI E INIZIATIVE DELLA CAMERA DI COMMERCIO PRINCIPI:

Dettagli

Garanzia confidi_sezione breve termine

Garanzia confidi_sezione breve termine Garanzia confidi_sezione breve termine Scheda prodotto DESCRIZIONE PRODOTTO CapitaleSviluppo attraverso il servizio di accesso alla garanzia dei confidi offre alle imprese un importante strumento atto

Dettagli

Approfondimento 6.11 w - La nuova normativa relativa agli intermediari finanziari

Approfondimento 6.11 w - La nuova normativa relativa agli intermediari finanziari Approfondimento 6.11 w - La nuova normativa relativa agli intermediari finanziari INTERMEDIARI FINANZIARI ART. 106 TUB, CONFIDI, AGENTI IN ATTIVITÀ FINANZIARIA, MEDIATORI CREDITIZI E OPERATORI PROFESSIONALI

Dettagli

FEDERAZIONE AUTONOMA BANCARI ITALIANI

FEDERAZIONE AUTONOMA BANCARI ITALIANI SEGRETERIA NAZIONALE 00198 ROMA VIA TEVERE, 46 TEL. 06.84.15.751/2/3/4 FAX 06.85.59.220 06.85.52.275 SITO INTERNET: www.fabi.it E-MAIL: federazione@fabi.it FEDERAZIONE AUTONOMA BANCARI ITALIANI Ai Sindacati

Dettagli

SEDE DI CAGLIARI. Il credito all economia regionale: Il ruolo degli Intermediari e la nuova regolamentazione di settore

SEDE DI CAGLIARI. Il credito all economia regionale: Il ruolo degli Intermediari e la nuova regolamentazione di settore FORUM PERMANENTE SUL CREDITO E LA FINANZA II^ CONFERENZA REGIONALE SUL CREDITO E LA FINANZA PER LO SVILUPPO Il credito all economia regionale: Il ruolo degli Intermediari e la nuova regolamentazione di

Dettagli

Il contratto di Rete

Il contratto di Rete 18 settembre 2014 Numero 2 Il contratto di Rete Speciale Contratto di Rete Con l art. 3, comma 4 ter, D.L. 5/2009, convertito con modificazioni in L. 33/2009, e successive modifiche e integrazioni, è stato

Dettagli

Il Ministro dello Sviluppo Economico

Il Ministro dello Sviluppo Economico Il Ministro dello Sviluppo Economico Vista la legge 23 dicembre 1996, n. 662 e, in particolare, l articolo 2, comma 100, lettera a), che ha istituito il Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese;

Dettagli

Regolamento sui limiti al cumulo degli incarichi ricoperti dagli Amministratori del Gruppo Banco Popolare

Regolamento sui limiti al cumulo degli incarichi ricoperti dagli Amministratori del Gruppo Banco Popolare Regolamento sui limiti al cumulo degli incarichi ricoperti dagli Amministratori del Gruppo Banco Popolare febbraio 2013 1 1 PREMESSA... 3 1.1 Oggetto... 3 1.2 Perimetro di applicazione e modalità di recepimento...

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO APPROVATO DAL CONSIGLIO GENERALE NELL ADUNANZA DEL 28/06/2013 Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro 1 INDICE AMBITO DI APPLICAZIONE p. 3 TITOLO I: PRINCIPI

Dettagli

Vigilanza bancaria e finanziaria

Vigilanza bancaria e finanziaria Vigilanza bancaria e finanziaria DISPOSIZIONI DI VIGILANZA IN MATERIA DI POTERI DI DIREZIONE E COORDINAMENTO DELLA CAPOGRUPPO DI UN GRUPPO BANCARIO NEI CONFRONTI DELLE SOCIETÀ DI GESTIONE DEL RISPARMIO

Dettagli

MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015

MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015 MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015 Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca IL DIRETTORE GENERALE VISTA la legge 18 dicembre 1997, n. 440, recante istituzione

Dettagli

REGOLAMENTO PER LE EROGAZIONI EMBLEMATICHE DELLA FONDAZIONE CARIPLO

REGOLAMENTO PER LE EROGAZIONI EMBLEMATICHE DELLA FONDAZIONE CARIPLO REGOLAMENTO PER LE EROGAZIONI EMBLEMATICHE DELLA FONDAZIONE CARIPLO 1. Finalità degli interventi emblematici 2 2. Ammontare delle assegnazioni e soggetti destinatari 2 3. Aree filantropiche di pertinenza

Dettagli

NORME IN MATERIA DI SOSTEGNO ALLA INNOVAZIONE DELLE ATTIVITÀ PROFESSIONALI INTELLETTUALI

NORME IN MATERIA DI SOSTEGNO ALLA INNOVAZIONE DELLE ATTIVITÀ PROFESSIONALI INTELLETTUALI NORME IN MATERIA DI SOSTEGNO ALLA INNOVAZIONE DELLE ATTIVITÀ PROFESSIONALI INTELLETTUALI Art. 1 (Finalità e oggetto della legge) 1. La presente legge, nel rispetto del decreto legislativo 2 febbraio 2006,

Dettagli

il sistema delle piccole e medie imprese (PMI) costituisce uno degli assi portanti dell economia piemontese;

il sistema delle piccole e medie imprese (PMI) costituisce uno degli assi portanti dell economia piemontese; REGIONE PIEMONTE BU47 22/11/2012 Deliberazione della Giunta Regionale 31 ottobre 2012, n. 45-4869 DGR n. 10-12155 del 21/9/2009 e DGR n. 24-1837 del 07/04/2011. Concessione di euro 2.000.000,00 al patrimonio

Dettagli

LA NOSTRA PARTECIPAZIONE

LA NOSTRA PARTECIPAZIONE ha interpretato e sostenuto negli anni lo sviluppo della mutualità, l affermazione dei principi solidaristici e la responsabilità sociale dell Impresa Cooperativa che ottiene benefici tramite la costituzione

Dettagli

5 per mille al volontariato 2007

5 per mille al volontariato 2007 Indice COORDINAMENTO REGIONALE DEI CENTRI DI SERVIZIO PER IL VOLONTARIATO DELLA LOMBARDIA 5 per mille al volontariato 2007 Inquadramento Come funziona Beneficiari Come le OdV possono accedere 1. Iscrizione

Dettagli

Proposta di legge n.192/9^ di iniziativa del Consigliere Imbalzano recante: Misure a favore dei Consorzi di garanzia collettiva fidi in agricoltura"

Proposta di legge n.192/9^ di iniziativa del Consigliere Imbalzano recante: Misure a favore dei Consorzi di garanzia collettiva fidi in agricoltura Consiglio regionale della Calabria Seconda Commissione Proposta di legge n.192/9^ di iniziativa del Consigliere Imbalzano recante: Misure a favore dei Consorzi di garanzia collettiva fidi in agricoltura"

Dettagli

CREDITO E SVILUPPO delle PMI nel Lazio: opportunità, vincoli e proposte per il sistema regionale

CREDITO E SVILUPPO delle PMI nel Lazio: opportunità, vincoli e proposte per il sistema regionale CREDITO E SVILUPPO delle PMI nel Lazio: opportunità, vincoli e proposte per il sistema regionale Realizzato dall EURES Ricerche Economiche e Sociali in collaborazione con il Consiglio Regionale dell Economia

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI FANO

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI FANO REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI FANO 1 INDICE AMBITO DI APPLICAZIONE p. 3 TITOLO I: PRINCIPI GENERALI Art. 1 Finalità del processo di gestione del patrimonio

Dettagli

tra Provincia di Lecce, Provincia di Torino, Camera di Commercio I.A.A. di Lecce e BIC Lazio

tra Provincia di Lecce, Provincia di Torino, Camera di Commercio I.A.A. di Lecce e BIC Lazio PROTOCOLLO D INTESA PER LA PROMOZIONE DELLE RETI D IMPRESA In data tra Provincia di Lecce, Provincia di Torino, Camera di Commercio I.A.A. di Lecce e BIC Lazio premesso che Con l'art. 3, comma 4-ter, del

Dettagli

COMUNE DI CASTELLAR (Provincia di Cuneo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014/2016.

COMUNE DI CASTELLAR (Provincia di Cuneo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014/2016. COMUNE DI CASTELLAR (Provincia di Cuneo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014/2016. Indice: Premessa 1. FONTI NORMATIVE 2. STRUMENTI 3. DATI DA PUBBLICARE 4. INIZIATIVE DI

Dettagli

SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N

SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N.262 DEL 28 DICEMBRE 2005 CONCERNENTE I PROCEDIMENTI PER L ADOZIONE DI ATTI DI REGOLAZIONE Il presente documento, recante lo schema di

Dettagli

REGOLAMENTO DI ORGANIZZAZIONE E FUNZIONAMENTO DELLE SEZIONI TERRITORIALI

REGOLAMENTO DI ORGANIZZAZIONE E FUNZIONAMENTO DELLE SEZIONI TERRITORIALI REGOLAMENTO DI ORGANIZZAZIONE E FUNZIONAMENTO DELLE SEZIONI TERRITORIALI dell AISLA Onlus Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica Organizzazione non lucrativa di utilità sociale Indice Titolo

Dettagli

MISURE ECONOMICO FINANZIARIE

MISURE ECONOMICO FINANZIARIE Valentina Piuma mercoledì, 18 settembre 2013 G i o r n a ta d e l D e c r e to del fare MISURE ECONOMICO FINANZIARIE Art. 1 Rafforzamento del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese La norma è

Dettagli

IL FONDO OGGI E DOMANI

IL FONDO OGGI E DOMANI IL FONDO OGGI E DOMANI Lo schema di gestione che ha caratterizzato il Fondo fin dalla sua origine nel 1986 prevede un unico impiego delle risorse su una linea assicurativa gestita con contabilità a costi

Dettagli

LEGGE REGIONALE N. 36 DEL 27-11-2006 REGIONE PIEMONTE. Autorizzazione ed accreditamento dei soggetti operanti nel mercato del lavoro regionale.

LEGGE REGIONALE N. 36 DEL 27-11-2006 REGIONE PIEMONTE. Autorizzazione ed accreditamento dei soggetti operanti nel mercato del lavoro regionale. LEGGE REGIONALE N. 36 DEL 27-11-2006 REGIONE PIEMONTE Autorizzazione ed accreditamento dei soggetti operanti nel mercato del lavoro regionale. Fonte: BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE PIEMONTE N. 48 del

Dettagli

ASSUNZIONI AGEVOLATE 2015: sgravi contributivi per chi assume a tempo indeterminato (Legge n. 190 del 23.12.2014)

ASSUNZIONI AGEVOLATE 2015: sgravi contributivi per chi assume a tempo indeterminato (Legge n. 190 del 23.12.2014) CIRCOLARE INFORMATIVA N. 2 FEBBRAIO 2015 ASSUNZIONI AGEVOLATE 2015: sgravi contributivi per chi assume a tempo indeterminato (Legge n. 190 del 23.12.2014) Gentile Cliente, con la presente desideriamo informarla

Dettagli

Quale tipo di società scegliere per il proprio business

Quale tipo di società scegliere per il proprio business Quale tipo di società scegliere per il proprio business È possibile scegliere la forma giuridica più conveniente all interno di queste quattro categorie: 1) Impresa individuale 2) Società di persone 3)

Dettagli

PROGETTO DI FUSIONE (art. 2501-ter C.C.)

PROGETTO DI FUSIONE (art. 2501-ter C.C.) PROGETTO DI FUSIONE (art. 2501-ter C.C.) Il Consiglio di amministrazione della Banca di Credito di Impruneta società cooperativa, con sede in Impruneta (FI) e il Consiglio di amministrazione del Credito

Dettagli

BANDO SPORTELLI PER L ASSISTENZA FAMILIARE IN RETE PROGETTI PER IL POTENZIAMENTO DEI SERVIZI A SPORTELLO

BANDO SPORTELLI PER L ASSISTENZA FAMILIARE IN RETE PROGETTI PER IL POTENZIAMENTO DEI SERVIZI A SPORTELLO BANDO SPORTELLI PER L ASSISTENZA FAMILIARE IN RETE PROGETTI PER IL POTENZIAMENTO DEI SERVIZI A SPORTELLO 1. Finalità dell intervento Con il presente bando la Provincia di Varese ha come obiettivo la qualificazione

Dettagli

Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato

Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato PROTOCOLLO DI INTESA TRA l AUTORITA PER LE GARANZIE NELLE COMUNICAZIONI E L AUTORITA GARANTE DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO L Autorità per le garanzie

Dettagli

5.1 Organizzazione delle fonti di finanziamento e coinvolgimento del settore privato

5.1 Organizzazione delle fonti di finanziamento e coinvolgimento del settore privato 5. IL PIANO FINANZIARIO 5.1 Organizzazione delle fonti di finanziamento e coinvolgimento del settore privato La predisposizione del piano finanziario per il POR della Basilicata è stata effettuata sulla

Dettagli

IL FONDO ITALIANO D INVESTIMENTO

IL FONDO ITALIANO D INVESTIMENTO IL FONDO ITALIANO D INVESTIMENTO Roberto Del Giudice Firenze, 10 febbraio 2014 Il progetto Si tratta del più grande fondo italiano di capitale per lo sviluppo, costituito per dare impulso alla crescita

Dettagli

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E INTEGRITA ANNO 2014 2015 2016 -

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E INTEGRITA ANNO 2014 2015 2016 - PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E INTEGRITA ANNO 2014 2015 2016-1 1. Introduzione: organizzazione e funzioni del Comune. Con l approvazione del presente Programma Triennale della Trasparenza e dell

Dettagli

Approvazione CDA del 25 giugno 2009. Limiti al cumulo di incarichi ricoperti dagli amministratori di Unipol Gruppo Finanziario S.p.A.

Approvazione CDA del 25 giugno 2009. Limiti al cumulo di incarichi ricoperti dagli amministratori di Unipol Gruppo Finanziario S.p.A. Approvazione CDA del 25 giugno 2009 Limiti al cumulo di incarichi ricoperti dagli amministratori di Unipol Gruppo Finanziario S.p.A. Regolamento U n i p o l G r u p p o F i n a n z i a r i o S. p. A. Sede

Dettagli

Il Ministro dello Sviluppo Economico. Il Ministro dell Economia e delle Finanze. di concerto con

Il Ministro dello Sviluppo Economico. Il Ministro dell Economia e delle Finanze. di concerto con Il Ministro dello Sviluppo Economico di concerto con Il Ministro dell Economia e delle Finanze Vista la legge 23 dicembre 1996, n. 662 e, in particolare, l articolo 2, comma 100, lettera a), che ha istituito

Dettagli

1. Smobilizzo dei crediti vantati dalle imprese nei confronti della Pubblica Amministrazione; 2. Plafond Progetti Investimenti Italia.

1. Smobilizzo dei crediti vantati dalle imprese nei confronti della Pubblica Amministrazione; 2. Plafond Progetti Investimenti Italia. Protocolli Confindustria-ABI. Smobilizzo crediti PA e Investimenti Roma, 29 Maggio 2012 Confindustria Fisco, Finanza e Welfare Il Direttore Elio Schettino Si allegano i protocolli firmati il 22 maggio

Dettagli

Legge accesso disabili agli strumenti informatici

Legge accesso disabili agli strumenti informatici Legge accesso disabili agli strumenti informatici da Newsletter Giuridica: Numero 81-26 gennaio 2004 Pubblicata sulla Gazzetta la Legge in materia di accesso dei disabili agli strumenti informatici, approvata

Dettagli

SABATINI BIS come chiedere le agevolazioni

SABATINI BIS come chiedere le agevolazioni Le Guide professionalità quotidiana SABATINI BIS come chiedere le agevolazioni a cura di Bruno Pagamici Soggetti beneficiari Investimenti e spese finanziabili Contributo in conto interessi Domanda di agevolazione

Dettagli

CONFIDI, RISTRUTTURAZIONE DEL DEBITO E FONDO DI GARANZIA PER LE PMI Foggia, 27 Maggio 2011

CONFIDI, RISTRUTTURAZIONE DEL DEBITO E FONDO DI GARANZIA PER LE PMI Foggia, 27 Maggio 2011 CONFIDI, RISTRUTTURAZIONE DEL DEBITO E FONDO DI GARANZIA PER LE PMI Foggia, 27 Maggio 2011 TAVOLA ROTONDA Prof. Pasqualina Porretta, Università degli Studi La Sapienza, Roma IL RUOLO DEI CONFIDI NEL SOSTEGNO

Dettagli

II.11 LA BANCA D ITALIA

II.11 LA BANCA D ITALIA Provvedimento del 24 marzo 2010. Regolamento recante la disciplina dell adozione degli atti di natura normativa o di contenuto generale della Banca d Italia nell esercizio delle funzioni di vigilanza bancaria

Dettagli

di Massimo Gabelli, Roberta De Pirro - Studio legale e tributario Morri Cornelli e Associati

di Massimo Gabelli, Roberta De Pirro - Studio legale e tributario Morri Cornelli e Associati 15 Febbraio 2013, ore 12:22 La circolare n. 5 di Assonime Consorzi per l internazionalizzazione: le regole per IVA e imposte dirette Il D.L. n. 83/2012 ha istituito la figura dei consorzi per l internazionalizzazione,

Dettagli

Azienda Pubblica di Servizi alla Persona Opere Sociali di N.S. di Misericordia Savona

Azienda Pubblica di Servizi alla Persona Opere Sociali di N.S. di Misericordia Savona PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA La trasparenza è uno strumento per il controllo diffuso da parte dei cittadini dell attività amministrativa e un elemento dell azione di prevenzione

Dettagli

Spett.le Dipartimento del Tesoro Direzione IV dt.direzione4.ufficio2@tesoro.it dt.direzione5.ufficio4@tesoro.it

Spett.le Dipartimento del Tesoro Direzione IV dt.direzione4.ufficio2@tesoro.it dt.direzione5.ufficio4@tesoro.it Spett.le Dipartimento del Tesoro Direzione IV dt.direzione4.ufficio2@tesoro.it dt.direzione5.ufficio4@tesoro.it Oggetto: osservazioni al documento di consultazione del Ministero dell economia e delle finanze,

Dettagli

Piaggio & C. S.p.A. Relazione Illustrativa

Piaggio & C. S.p.A. Relazione Illustrativa Piaggio & C. S.p.A. Relazione Illustrativa Autorizzazione all acquisto e disposizione di azioni proprie, ai sensi del combinato disposto degli artt. 2357 e 2357-ter del codice civile, nonché dell art.

Dettagli

RELAZIONE PROGRAMMATICA ANNO 2010

RELAZIONE PROGRAMMATICA ANNO 2010 Associazione dei Laureati in Economia dell Università degli Studi di Udine RELAZIONE PROGRAMMATICA ANNO 2010 Sede Legale: Via Tomadini 30/a 33100 Udine C.F. 94078730309 info: 0432249960 - e-mail: info@aule.it

Dettagli

Elenco Intermediari operanti nel settore finanziario n. 27193. RELAZIONE SULLA GESTIONE AL BILANCIO AL 31.12.2012

Elenco Intermediari operanti nel settore finanziario n. 27193. RELAZIONE SULLA GESTIONE AL BILANCIO AL 31.12.2012 CITHEF S.C. a R.L. Sede Legale: Via Santa Lucia, 81 80132 Napoli Capitale Sociale:euro 610.330 i.v. R.E.A. Napoli n.507434 Registro Imprese di Napoli e C.F. 06629110633 Elenco Intermediari operanti nel

Dettagli

Agevolazioni a supporto dell internazionalizzazione. Brescia, 5 novembre 2015

Agevolazioni a supporto dell internazionalizzazione. Brescia, 5 novembre 2015 Agevolazioni a supporto dell internazionalizzazione Brescia, 5 novembre 2015 2 Agevolazioni a supporto dell internazionalizzazione Contributi a fondo perduto Voucher Export Manager Campo Libero Bando Reti

Dettagli

REGOLAMENTO INTERNO DI AMMINISTRAZIONE E CONTABILITÀ. Approvato con delibera del Consiglio di Amministrazione del 10 giugno 2015 1/50

REGOLAMENTO INTERNO DI AMMINISTRAZIONE E CONTABILITÀ. Approvato con delibera del Consiglio di Amministrazione del 10 giugno 2015 1/50 REGOLAMENTO INTERNO DI AMMINISTRAZIONE E CONTABILITÀ Approvato con delibera del Consiglio di Amministrazione del 10 giugno 2015 1/50 REGOLAMENTO INTERNO DI AMMINISTRAZIONE E CONTABILITÀ Articolo 1 - Oggetto

Dettagli

Le Sezioni speciali per l internazionalizzazione del Fondo Centrale di garanzia STATO DELL ARTE

Le Sezioni speciali per l internazionalizzazione del Fondo Centrale di garanzia STATO DELL ARTE Le Sezioni speciali per l internazionalizzazione del Fondo Centrale di garanzia STATO DELL ARTE Perché l internazionalizzazione? IL PROGETTO Le imprese esportatrici contribuiscono in misura significativa

Dettagli

Periodico informativo n. 150/2015

Periodico informativo n. 150/2015 Periodico informativo n. 150/2015 Bilancio: le principali novità dal 2016 Gentile Cliente, con la stesura del presente documento informativo intendiamo metterla a conoscenza che con il D.Lgs. n. 139 del

Dettagli

Disposizioni per favorire l accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici

Disposizioni per favorire l accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici Disposizioni per favorire l accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici DISEGNO DI LEGGE Art. 1. (Obiettivi e finalità) 1. La Repubblica riconosce e tutela il diritto di ogni persona ad accedere

Dettagli

Piaggio & C. S.p.A. Relazione Illustrativa

Piaggio & C. S.p.A. Relazione Illustrativa Piaggio & C. S.p.A. Relazione Illustrativa Autorizzazione all acquisto e disposizione di azioni proprie, ai sensi del combinato disposto degli artt. 2357 e 2357-ter del codice civile, nonché dell art.

Dettagli

PON R&C - STATO DI ATTUAZIONE DEGLI STRUMENTI DI INGEGNERIA FINANZIARIA AL 30.04.2014

PON R&C - STATO DI ATTUAZIONE DEGLI STRUMENTI DI INGEGNERIA FINANZIARIA AL 30.04.2014 PON R&C - STATO DI ATTUAZIONE DEGLI STRUMENTI DI INGEGNERIA FINANZIARIA AL 30.04.2014 Con riferimento agli strumenti di ingegneria finanziaria attivati dall OI MiSE-DGIAI nell ambito competitività del

Dettagli

RISOLUZIONE N. 5/E. Roma, 19 gennaio 2015

RISOLUZIONE N. 5/E. Roma, 19 gennaio 2015 RISOLUZIONE N. 5/E Direzione Centrale Normativa Roma, 19 gennaio 2015 OGGETTO: Consulenza giuridica IRAP Determinazione della base imponibile ed aliquota applicabile ai CONFIDI (Art. 6 del D.Lgs. 15 dicembre

Dettagli

PIEMONTE. D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005

PIEMONTE. D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005 PIEMONTE D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005 Oggetto: Programmazione della rete scolastica nella Regione Piemonte - anni scolastici 2005/06-2006/07 art. 138 del D.lgs 112/98. Indicazioni programmatiche inerenti

Dettagli

MANOVRA ANTICONGIUNTURALE 2009 INCENTIVI ALLE IMPRESE

MANOVRA ANTICONGIUNTURALE 2009 INCENTIVI ALLE IMPRESE MANOVRA ANTICONGIUNTURALE 2009 INCENTIVI ALLE IMPRESE In risposta alle sollecitazioni delle parti sociali, l aggiornamento e l attuazione della manovra anticrisi prevede le seguenti iniziative: A) INIZIATIVE

Dettagli

REGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE

REGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE DELIBERAZIONE DELLA 2 L. 196/97 Art. 17. Approvazione del Regolamento istitutivo del Dispositivo di accreditamento delle strutture formative della Regione Marche (DAFORM). LA VISTO il documento istruttorio

Dettagli

Allegato 1. Legge 30 luglio 2010, n. 122 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78. Art.42.

Allegato 1. Legge 30 luglio 2010, n. 122 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78. Art.42. Allegato 1 Legge 30 luglio 2010, n. 122 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78 Art.42. Reti di imprese 1. (soppresso dalla legge di conversione) 2. Alle imprese

Dettagli

Piano di Sviluppo Competenze

Piano di Sviluppo Competenze Piano di Sviluppo Competenze La proprietà e i diritti d'autore di questo documento e dei suoi allegati appartengono a RES. Le informazioni in esso contenute sono strettamente confidenziali. Il documento,

Dettagli

Decreto 13 maggio 1999, n. 219. Disciplina dei mercati all ingrosso dei titoli di Stato.

Decreto 13 maggio 1999, n. 219. Disciplina dei mercati all ingrosso dei titoli di Stato. Decreto 13 maggio 1999, n. 219 Disciplina dei mercati all ingrosso dei titoli di Stato. IL MINISTRO DEL TESORO DEL BILANCIO E DELLA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA Visto il decreto legislativo 24 febbraio 1998,

Dettagli

Avvertenza: il presente Regolamento è in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.

Avvertenza: il presente Regolamento è in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Avvertenza: il presente Regolamento è in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Regolamento recante la disciplina dell adozione degli atti di natura normativa o di

Dettagli

Roma, 21 settembre 2015

Roma, 21 settembre 2015 Roma, 21 settembre 2015 CREDITO, SVIMEZ: CONFIDI AL SUD TROPPO PICCOLI E POVERI, EROGANO IL 25% RISPETTO A QUELLI DEL CENTRO-NORD La SVIMEZ: Servono interventi organici nell ambito del credito e dei Confidi

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO DELLA FONDAZIONE BANCA DEL MONTE DI ROVIGO

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO DELLA FONDAZIONE BANCA DEL MONTE DI ROVIGO REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO DELLA FONDAZIONE BANCA DEL MONTE DI ROVIGO AMBITO DI APPLICAZIONE TITOLO I PRINCIPI GENERALI Finalità del processo di gestione del patrimonio Fondo stabilizzazione

Dettagli

RISOLUZIONE N.100/E QUESITO

RISOLUZIONE N.100/E QUESITO RISOLUZIONE N.100/E Roma, 19 ottobre 2011 Direzione Centrale Normativa OGGETTO: Interpello ai sensi dell articolo 11 della legge n. 212 del 2000 Articolo 1, commi 280-283, della legge 27 dicembre 2006,

Dettagli

RUOLO DELLA PROVINCIA PER IL RAFFORZAMENTO DEI SERVIZI ALL IMPIEGO - IL MODELLO LOMBARDO L ESPERIENZA DELLA PROVINCIA DI LECCO

RUOLO DELLA PROVINCIA PER IL RAFFORZAMENTO DEI SERVIZI ALL IMPIEGO - IL MODELLO LOMBARDO L ESPERIENZA DELLA PROVINCIA DI LECCO RUOLO DELLA PROVINCIA PER IL RAFFORZAMENTO DEI SERVIZI ALL IMPIEGO - IL MODELLO LOMBARDO L ESPERIENZA DELLA PROVINCIA DI LECCO La rete degli operatori - L.R. 22/2006 Il sistema regionale è composto da

Dettagli

CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE

CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE REGOLAMENTO DI DISCIPLINA DELLE ATTIVITA' DI PROMOZIONE E SOSTEGNO DELLA RICERCA DEL CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE Approvato dal Consiglio direttivo nella seduta

Dettagli

Art. 1 Definizioni. Art. 2 Finalità. Art. 3 Costituzione Fondo Regionale. Art. 4 Durata. Art. 5 Beneficiari del Fondo. Art. 6 Iniziative ammissibili

Art. 1 Definizioni. Art. 2 Finalità. Art. 3 Costituzione Fondo Regionale. Art. 4 Durata. Art. 5 Beneficiari del Fondo. Art. 6 Iniziative ammissibili REGOLAMENTO PER IL FUNZIONAMENTO DEL FONDO REGIONALE DI GARANZIA Art. 1 Definizioni Art. 2 Finalità Art. 3 Costituzione Fondo Regionale Art. 4 Durata Art. 5 Beneficiari del Fondo Art. 6 Iniziative ammissibili

Dettagli

L IMPEGNO DELLE IMPRESE LOMBARDE PER LA RESPONSABILITA SOCIALE EDIZIONE 2013

L IMPEGNO DELLE IMPRESE LOMBARDE PER LA RESPONSABILITA SOCIALE EDIZIONE 2013 L IMPEGNO DELLE IMPRESE LOMBARDE PER LA RESPONSABILITA SOCIALE EDIZIONE 2013 LE CAMERE DI COMMERCIO INVITANO LE IMPRESE A PARTECIPARE ALLA SELEZIONE DELLE MIGLIORI BUONE PRASSI AZIENDALI PER LA RESPONSABILITÀ

Dettagli

Allegato alla DGR n. del

Allegato alla DGR n. del Accordo ai sensi dell art. 15 della legge n. 241/90 tra il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, la Regione Puglia e l'istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA)

Dettagli

CONCORSO DI INTERESSI SU PRESTITI CONCESSI ALLE PMI ADERENTI AI CONSORZI DI GARANZIA COLLETTIVI FIDI ART. 1 OGGETTO E FINALITA DEGLI AIUTI

CONCORSO DI INTERESSI SU PRESTITI CONCESSI ALLE PMI ADERENTI AI CONSORZI DI GARANZIA COLLETTIVI FIDI ART. 1 OGGETTO E FINALITA DEGLI AIUTI Allegato alla Delib.G.R. n. 50/27 del 10.11.2009 CONCORSO DI INTERESSI SU PRESTITI CONCESSI ALLE PMI ADERENTI AI CONSORZI DI GARANZIA COLLETTIVI FIDI L.R.10 gennaio 2001 n.. 2 Titolo T II DIRETTIVE DI

Dettagli

Politica di credito anticrisi

Politica di credito anticrisi Politica di credito anticrisi Scheda prodotto DESCRIZIONE PRODOTTO Per assicurare al sistema produttivo i mezzi finanziari per superare la difficile congiuntura CapitaleSviluppo collabora con i confidi

Dettagli

Randazzo, 9 Novembre 2015

Randazzo, 9 Novembre 2015 Randazzo, 9 Novembre 2015 L'INTERVENTO DEL FONDO DI GARANZIA SULLE OPERAZIONI DI MICROCREDITO divenuto operativo con circolare n. 8 del 26 maggio 2015 1 Il Fondo di Garanzia per le PMI è uno strumento

Dettagli

MODIFICHE AL REGOLAMENTO N. 11768/98 IN MATERIA DI MERCATI

MODIFICHE AL REGOLAMENTO N. 11768/98 IN MATERIA DI MERCATI MODIFICHE AL REGOLAMENTO N. 11768/98 IN MATERIA DI MERCATI DOCUMENTO DI CONSULTAZIONE 27 luglio 2006 Le osservazioni al presente documento di consultazione dovranno pervenire entro il 7 agosto 2006 al

Dettagli

www.lavoripubblici.it

www.lavoripubblici.it RELAZIONE TECNICA Il presente decreto legislativo specifica sostanzialmente obblighi cui i datori di lavoro sono già tenuti, in base alla disciplina generale del corrispondente Titolo I del decreto legislativo

Dettagli

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITÀ

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITÀ Premessa PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITÀ Le recenti e numerose modifiche previste nell ambito del vasto progetto di riforma della P.A. impongono agli Enti Locali il controllo e la

Dettagli

Accordo Quadro. Confesercenti nazionale. Intesa SanPaolo S.p.A.

Accordo Quadro. Confesercenti nazionale. Intesa SanPaolo S.p.A. Accordo Quadro Confesercenti nazionale Intesa SanPaolo S.p.A. Data di sottoscrizione: 15 aprile 2002 Validità : annuale Anno 2007: in vigore Art. 1 Intesa SanPaolo e Confesercenti valuteranno congiuntamente

Dettagli

Chiarimenti in materia di rilascio di garanzie

Chiarimenti in materia di rilascio di garanzie Chiarimenti in materia di rilascio di garanzie L andamento del ciclo economico e le numerose norme che, a vario titolo, richiedono la presentazione di garanzie a supporto di obbligazioni assunte hanno

Dettagli

Microcredito. La soluzione di Intesa Sanpaolo per il microcredito imprenditoriale

Microcredito. La soluzione di Intesa Sanpaolo per il microcredito imprenditoriale Microcredito La soluzione di Intesa Sanpaolo per il microcredito imprenditoriale Gennaio 2016 Normativa relativa al Microcredito in Italia. Il Microcredito è stato oggetto negli anni di continue evoluzioni

Dettagli

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE. d iniziativa del deputato ABRIGNANI. Disciplina delle professioni relative alle attività motorie

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE. d iniziativa del deputato ABRIGNANI. Disciplina delle professioni relative alle attività motorie Atti Parlamentari 1 Camera dei Deputati CAMERA DEI DEPUTATI N. 2914 PROPOSTA DI LEGGE d iniziativa del deputato ABRIGNANI Disciplina delle professioni relative alle attività motorie Presentata il 25 febbraio

Dettagli

Fiscal News La circolare di aggiornamento professionale

Fiscal News La circolare di aggiornamento professionale Fiscal News La circolare di aggiornamento professionale N. 4 09.01.2015 Legge di Stabilità 2015: moratoria dei mutui e finanziamenti La quota capitale della rata può essere sospesa fino al 2017 Categoria:

Dettagli

Piano straordinario per l'occupazione.

Piano straordinario per l'occupazione. Piano straordinario per l'occupazione. Il lavoro, il futuro. MISURA IV.1 Più forti patrimonialmente Agevolazioni per il rafforzamento della struttura patrimoniale delle piccole e medie imprese mediante

Dettagli

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) COMUNE DI RAVENNA Il sistema di valutazione delle posizioni del personale dirigente GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) Ravenna, Settembre 2004 SCHEMA DI SINTESI PER LA

Dettagli

Gruppo Albergatori della provincia di Monza e Brianza REGOLAMENTO

Gruppo Albergatori della provincia di Monza e Brianza REGOLAMENTO Gruppo Albergatori della provincia di Monza e Brianza REGOLAMENTO ART.1 - Denominazione e ambiti di rappresentanza Nell ambito dell Associazione Provinciale Albergatori di Milano di seguito Apam - è costituito

Dettagli

4 Punto. Assemblea ordinaria e straordinaria degli Azionisti Unica convocazione: 11 giugno 2014 ore 11,00. Parte ordinaria

4 Punto. Assemblea ordinaria e straordinaria degli Azionisti Unica convocazione: 11 giugno 2014 ore 11,00. Parte ordinaria Assemblea ordinaria e straordinaria degli Azionisti Unica convocazione: 11 giugno 2014 ore 11,00 Parte ordinaria 4 Punto Autorizzazione all acquisto e disposizione di azioni proprie, ai sensi del combinato

Dettagli

INTERVENTO LE AZIONI DI SISTEMA TRA CAPACITY BUILDING E COOPERAZIONE A RETE (ROMA, 10 MAGGIO 2006)

INTERVENTO LE AZIONI DI SISTEMA TRA CAPACITY BUILDING E COOPERAZIONE A RETE (ROMA, 10 MAGGIO 2006) INTERVENTO LE AZIONI DI SISTEMA TRA CAPACITY BUILDING E COOPERAZIONE A RETE (ROMA, 10 MAGGIO 2006) Siamo nell ultimo anno di programmazione, per cui è normale fare un bilancio dell attività svolta e dell

Dettagli

LEGGE REGIONALE N. 2 DEL 3-01-1985 REGIONE CAMPANIA

LEGGE REGIONALE N. 2 DEL 3-01-1985 REGIONE CAMPANIA LEGGE REGIONALE N. 2 DEL 3-01-1985 REGIONE CAMPANIA >. Fonte: BOLLETTINO UFFICIALE

Dettagli

La legge 78/2014 (c.d. Jobs Act ): il contratto di lavoro a tempo determinato due

La legge 78/2014 (c.d. Jobs Act ): il contratto di lavoro a tempo determinato due La legge 78/2014 (c.d. Jobs Act ): il contratto di lavoro a tempo determinato due anni dopo la Riforma Fornero. a cura di Stefano Petri E stata pubblicata in G. U., n. 114 del 19 maggio 2014, la Legge

Dettagli

concernente la proposta di autorizzazione all acquisto e all alienazione di azioni Signori Azionisti,

concernente la proposta di autorizzazione all acquisto e all alienazione di azioni Signori Azionisti, Relazione del Consiglio di Amministrazione all Assemblea in sede ordinaria convocata per il giorno 29 aprile 2013 in merito al punto n. 4) dell ordine del giorno, concernente la proposta di autorizzazione

Dettagli

REGOLAMENTO PER GLI STAGE

REGOLAMENTO PER GLI STAGE REGOLAMENTO PER GLI STAGE emanato con D.R. n. 5146 del 2000, successivamente modificato con D.R. n. 9 del 16 gennaio 2007 e D.R. n. 198 del 29 novembre 2011 1/5 ART. 1 Ambito di applicazione 1.1 Il presente

Dettagli

REGOLAMENTO PER GLI IMPIEGHI DEL PATRIMONIO

REGOLAMENTO PER GLI IMPIEGHI DEL PATRIMONIO REGOLAMENTO PER GLI IMPIEGHI DEL PATRIMONIO (approvato dalla Commissione Centrale di Beneficenza nella riunione del 28 febbraio 2005; coordinato con le modifiche deliberate il 24 luglio 2007, il 16 dicembre

Dettagli

IL SISTEMA DEI CONFIDI IN ITALIA

IL SISTEMA DEI CONFIDI IN ITALIA Convegno Dedagroup IL SISTEMA DEI CONFIDI IN ITALIA Giuseppe Villa Assoconfidi - Italia Milano, 18 novembre 2014 L ARTICOLAZIONE DELL INTERVENTO Il sistema dei Confidi in Italia e nel contesto europeo

Dettagli

COMUNE DI ROCCAVIONE Provincia di Cuneo

COMUNE DI ROCCAVIONE Provincia di Cuneo COMUNE DI ROCCAVIONE Provincia di Cuneo PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2012/2014 Premessa Le recenti e numerose modifiche previste nell ambito del vasto progetto di riforma

Dettagli

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE COMINARDI, LOMBARDI, DI BATTISTA, TRIPIEDI, CIPRINI, CHIMIENTI, BALDASSARRE, BARONI

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE COMINARDI, LOMBARDI, DI BATTISTA, TRIPIEDI, CIPRINI, CHIMIENTI, BALDASSARRE, BARONI Atti Parlamentari 1 Camera dei Deputati CAMERA DEI DEPUTATI N. 2832 PROPOSTA DI LEGGE D INIZIATIVA DEI DEPUTATI COMINARDI, LOMBARDI, DI BATTISTA, TRIPIEDI, CIPRINI, CHIMIENTI, BALDASSARRE, BARONI Modifiche

Dettagli

Gli interventi di garanzia attivati nell ambito del POR CREO FESR 2007-2013 Regione Toscana 22 ottobre 2015

Gli interventi di garanzia attivati nell ambito del POR CREO FESR 2007-2013 Regione Toscana 22 ottobre 2015 Gli interventi di garanzia attivati nell ambito del POR CREO FESR 2007-2013 Regione Toscana 22 ottobre 2015 La garanzia Lo strumento finanziario della garanzia è finalizzato a produrre effetti di mitigazione

Dettagli

del 26 gennaio 2012 Agevolazioni fiscali e contributive per i premi di produttività - Proroga per il 2012 INDICE

del 26 gennaio 2012 Agevolazioni fiscali e contributive per i premi di produttività - Proroga per il 2012 INDICE Circolare n. 5 del 26 gennaio 2012 Agevolazioni fiscali e contributive per i premi di produttività - Proroga per il 2012 INDICE 1 Premessa... 2 2 Detassazione dei premi di produttività... 2 2.1 Regime

Dettagli

Città di Montalto Uffugo (Provincia di Cosenza) SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE

Città di Montalto Uffugo (Provincia di Cosenza) SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Città di Montalto Uffugo (Provincia di Cosenza) SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Allegato Delibera Giunta Comunale n. 110 del 19 maggio 2014 1) Caratteristiche generali del sistema

Dettagli

I GRUPPI TRANSFRONTALIERI.

I GRUPPI TRANSFRONTALIERI. I GRUPPI TRANSFRONTALIERI. 1. Premessa. Per effetto della globalizzazione dei mercati è sempre più frequente la creazione di gruppi transfrontalieri, di gruppi cioè in cui le diverse imprese sono localizzate

Dettagli

C i r c o l a r e d e l 1 7 d i c e m b r e 2 0 1 5 P a g. 1

C i r c o l a r e d e l 1 7 d i c e m b r e 2 0 1 5 P a g. 1 C i r c o l a r e d e l 1 7 d i c e m b r e 2 0 1 5 P a g. 1 Circolare Numero 33/2015 Oggetto Sommario Contributi per la valorizzazione all estero dei marchi italiani ( Bando Marchi +2 MISE ). Con l Avviso

Dettagli