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Geronimo Ferrero
6 anni fa
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1 Università degli Studi di Messina Valorizzazione e promozione del golfo del Tindari di Alessandro Spatafora Relatore: Armando Curatola 2009/2010

2 1.1. Le origini del paese Il promontorio roccioso di Tindari fu popolato già dai primi anni dell età del bronzo: intorno al 1400 a.c. risalgono i resti di un centro abitato ritrovati al di sotto delle case greco-romane dell Insula IV. Tyndaris fu una delle ultime colonie greche in Sicilia: la sua fondazione risale al 396 a.c. per volere del tiranno di Siracusa Dionigi il Vecchio ; sorse come avamposto di Siracusa nel settore nord-orientale dell isola, in una posizione strategica per il controllo delle rotte marittime verso le Eolie e lo Stretto di Messina e per la difesa dalle mire espansionistiche di Cartagine. La città fu chiamata Tyndaris in onore dei giovani eroi Castore e Polluce - i Dioscuri o Tindaridi- mitologici figli di Leda e Tindaro, scelti dagli abitanti come divinità protettrici 2. La città ebbe un notevole sviluppo economico grazie al commercio, all agricoltura ed alla pesca; in pochi anni arrivò a 2 F. Gligora, Tindari la sua storia antica ed il suo Santuario, edizioni Condine Roma, 1966, pag. 27 8

3 battere moneta coniando pezzi in oro,argento e bronzo come dimostrano i vari ritrovamenti archeologici, mentre il territorio controllato si estendeva per 160 chilometri quadrati, dal torrente Oliveri a Capo Calavà. Inoltre gli scavi archeologici rivelano la pianta regolare della città ordinata in vie rettilinee, i decumeni e i cardini che dividevano i vari isolati, le cosiddette insulae, al cui interno erano collocate le case. 9

4 1.2. La distruzione di Tindari Nel I secolo d.c. Tyndaris fu colpita da una frana che fece crollare la parte nord-orientale della città. Secondo il racconto dello scrittore Plinio il Vecchio nella Naturalis Historia: il mare tolse alla Sicilia la metà della città di Tyndaris. Da quel momento cominciò per la città un periodo di decadenza e spopolamento; gli abitanti si dispersero nelle campagne circostanti il colle, buona parte del centro abitato fu abbandonato, gli edifici pubblici andarono in rovina e i loro materiali furono utilizzati per rinforzare la nuova e più ristretta cinta muraria. La situazione fu aggravata, nella tarda età imperiale, da vari eventi sismici, in particolare dal terremoto del 365 che devastò la Sicilia e l Africa settentrionale. La città si riprese gradualmente, anche se non raggiunse più l antico splendore. 10

5 All inizio del dominio bizantino, Tindarys divenne sede vescovile ed intorno all VIII secolo potrebbe essere stato costruito il primo santuario della Madonna Nera, sulle rovine del tempio di Cerere, sulla sommità dell antica Acropoli. Tra l , la città fu quasi completamente distrutta dagli arabi e la popolazione in fuga, andò ad accrescere il primitivo nucleo della futura Patti fondata nel 1094 dai Normanni e con il trasferimento della sede vescovile a Patti, si accentuò il decadimento di Tindari che rimase un villaggio con pochissimi abitanti. 11

6 1.3. Origini del culto della Madonna del Tindari L epoca in cui ebbe origine il culto della Madonna Nera sul colle del Tindari risale ai tempi delle persecuzioni iconoclastiche cioè nel d.c. Nel 726 d.c. l Imperatore d Oriente Leone III Isaurico, proibì con un editto il culto delle immagini. Questo editto colpiva soprattutto i fedeli d Oriente che, per non incorrere nelle gravi sanzioni previste dall Editto, capirono che non restava che distruggere le immagini o affidarle di nascosto ai marinai perché le portassero in Occidente. Secondo la tradizione una nave di ritorno dall'oriente, tra le tante cose, portava nascosta nella stiva una cassa contenente una statua lignea raffigurante una Madonna col bambino. La nave colpita da una improvvisa tempesta, fu costretta ad interrompere il viaggio ed a rifugiarsi nella baia del Tindari, oggi Marinello. 12

7 Calmata la tempesta i marinai decisero di riprendere il viaggio, ma non riuscirono a spostare la nave. Tentarono numerose volte, ma essa restava immobile. Essi decisero allora di alleggerire il carico, ma solo quando, tra le altre cose, scaricarono la cassa contenente il venerato Simulacro della Vergine, la nave poté muoversi e riprendere la rotta. La volontà della Vergine non poteva essere più manifesta: voleva che il Suo simulacro restasse in questo posto, da Essa prescelto. E così fu fatto. Infatti partita la nave, alcuni pescatori del luogo raccolsero il materiale buttato: aperta la cassa trovarono la statua della Vergine e decisero di trasportarla al Tindari, dove già da tempo esisteva una fiorente comunità cristiana. Il colle del Tindari divenne così il sacro, mistico colle di Maria. Questa leggenda che contiene nella sua essenza un tiepido raggio d amore, una serena luce di poesia, forse la più commovente e gentile poesia che abbia aleggiato su queste terre dall evento del 13

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