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1 LUNEDÌ 21 LUGLIO 2014 ANNO 53 - N In Italia EURO 1,40 italia: Milano, Via Solferino 28 - Tel Roma, Piazza Venezia 5 - Tel Del lunedì Servizio Clienti - Tel mail: servizioclienti@corriere.it PROTEGGI LA TUA CASA E RADDOPPIA LE TUE VACANZE! Regolamento del concorso su un estate italiana Cena in terrazza Gioele Dix che ora parla solo di bontà di Elvira Serra a pagina 24 Preferirei di no Quelli che a Merkel aggiungono Frau di Maria Laura Rodotà a pagina 25 Oggi su CorrierEconomia Mercati Investimenti sicuri tra azioni e bond La guida alle migliori opportunità nel supplemento Assicurazioni & Previdenza UNIQA Protezione SpA - Udine Aut. ex art. 65 R.D.L. 29/04/1923 n > Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano LA RIFORMA (FORSE) C È, L IMPEGNO MENO LAVORO, RINVII E DISTRAZIONI di MAURIZIO FERRERA L Italia sta chiedendo più flessibilità all Europa sulle regole di bilancio e in cambio promette incisive riforme economiche. La partita è delicata, ma non potrà iniziare sul serio se il governo Renzi non dà prima qualche segnale immediato sulle riforme. Il fronte su cui, giustamente, vi sono le maggiori aspettative è il mercato del lavoro, che funziona malissimo e ostacola la crescita. I dati parlano chiaro. Su cento italiani fra 20 e 64 anni, meno di 60 hanno un occupazione. In Germania sono 77, nel Regno Unito 75, in Francia 70. Anche negli altri Paesi c è stata la crisi, perciò non si può dar la colpa solo a questo. La distanza rispetto ai valori dell area euro era già molto alta prima del Nello scorso maggio si sono creati 50 mila nuovi posti di lavoro. È una buona notizia, ma nello stesso mese la Germania ne ha creati (fatte le debite proporzioni) quattro volte di più. Dobbiamo cambiare passo, e alla svelta. I problemi «strutturali» del mercato del lavoro italiano sono noti. I servizi per l impiego sono inefficienti e molte imprese non trovano persone con le qualifiche richieste. La cassa integrazione tiene artificialmente in vita aziende e posti di lavoro decotti, mentre gli ammortizzatori sociali non proteggono adeguatamente i veri disoccupati. Fisco e burocrazia scoraggiano gli investimenti, in particolare dall estero. E, soprattutto, i rapporti di lavoro sono disciplinati da una giungla di norme e di fattispecie contrattuali, peraltro soggette a continui conflitti interpretativi. Oggi in Italia assumere è un vero e proprio terno al lotto. Dal 1996 ad oggi sono state fatte tre grandi riforme (Treu, Biagi e Fornero). Il bilancio? Grandi ambizioni, misure non all altezza degli obiettivi, applicazioni incomplete, niente valutazione. E nessuna modifica (o quasi) alla disciplina del lavoro a tempo indeterminato, risalente ai primi anni 70. Il credito che Matteo Renzi si è guadagnato a Bruxelles è in buona parte dovuto agli impegni presi sul fronte dell occupazione. Il Jobs Act è stato presentato come un provvedimento capace di aggredire, questa volta davvero, i problemi strutturali, inclusa la rigidità in uscita. Sono finora seguite due iniziative concrete: il decreto Poletti sui contratti a termine e il disegno di legge delega sul mercato del lavoro. È proprio su quest ultimo che il governo deve giocare bene le sue carte. Il testo contiene novità promettenti sugli ammortizzatori e sulle politiche attive. Ma il vero nodo è l articolo 4 della delega, dove si prevede una drastica semplificazione del codice del lavoro, rendendolo finalmente certo e comprensibile. Verrebbe inoltre introdotto un contratto di lavoro a tempo indeterminato «a tutele crescenti» in sostituzione dell attuale disciplina e un «contratto di ricollocazione» per accompagnare i lavoratori nella transizione da un posto ad un altro. Queste innovazioni cambierebbero in modo virtuoso gli incentivi per imprese e lavoratori e segnerebbero una inequivocabile svolta rispetto al passato. Riuscirà Matteo Renzi a far passare la riforma, superando le resistenze del sindacato e di una parte del Pd? La delega è ferma in Commissione al Senato e si rischia il voto finale a settembre. Un brutto segnale, che certo non depone a favore della serietà e fermezza d intenti. È chiaro che l articolo 4 è una forca caudina sul piano politico. Ma se Renzi non sarà capace di attraversarla, la sua credibilità riformatrice ne uscirà indebolita. Forse irrimediabilmente. Tra le vittime 17 bambini. Obama a Netanyahu: molto preoccupato. Catturato un soldato La battaglia dei cento morti Strage a Gaza: uccisi 87 palestinesi e 13 militari israeliani Il progetto Una strada taglia-tasse per le piccole imprese di ENRICO MARRO settembre il governo A varerà un decreto che rivoluzionerà la tassazione per le piccole imprese che usano i regimi fiscali semplificati: circa 4 milioni di contribuenti per i quali dovrebbe arrivare la tassazione per cassa e non più per competenza. Il reddito d impresa si calcolerà su entrate e uscite effettive e non su costi e ricavi teorici. Si dovrebbe così superare il problema dei mancati incassi dovuti ai ritardi nei pagamenti. Le tasse, dunque, si pagheranno solo su quanto realmente incassato. A PAGINA 10 Giannelli Salvini rieletto segretario: per ora non vedo alleati di FRANCESCO ALBERTI A PAGINA 9 CESURA / GABRIELE MICALIZZI La carta Mogherini IL SILENZIO SU PUTIN CHE OSTACOLA UN AMBIZIONE L esercito israeliano ha intensificato gli di ANGELO PANEBIANCO attacchi di terra nella Striscia di Gaza. Uccisi 87 palestinesi; tra le vittime 17 bambini. e c era un ministro degli Negli scontri hanno perso la vita 13 soldati S Esteri europeo che dello Stato ebraico. In una telefonata al avrebbe avuto la convenienza premier israeliano Netanyahu, il presidente Obama ha auspicato «un immediato dandogli la massima a uscire immediatamente, e cessate il fuoco» basato sull accordo che pubblicità, con un durissimo pose fine alle ostilità nel novembre comunicato anti Putin sulla ALLE PAGINE 2 E 3 Frattini, Montefiori, Olimpio, Vecchi vicenda dell aereo malese quasi sicuramente abbattuto dai ribelli filorussi (se non addirittura da soldati russi), MA COSÌ IL PAESE questo tal ministro era Federica Mogherini. Tanto più RISCHIA DI PERDERE che le dure prese di posizione contro i russi di Obama e della di ETGAR KERET Merkel le avevano comunque spianato la strada. Sarebbe rima di Hamas abbiamo combattuto servito, in altre parole, P contro l Olp e dopo Hamas, con la qualcosa di più del troppo speranza di essere ancora qui, prudente e troppo burocratico combatteremo certamente contro qualche auspicio secondo cui «la altra organizzazione palestinese. L esercito Russia deve assicurare piena e potrà vincere le battaglie, ma solo un credibile collaborazione alle compromesso politico potrà garantire pace indagini» che si può leggere e sicurezza ai cittadini israeliani. nel sito del ministero. Striscia di Gaza: i soccorsi ai feriti palestinesi nel quartiere di Shajaiya ieri dopo l'offensiva dell esercito israeliano A PAGINA 3 CONTINUA A PAGINA 29 Da oggi i primi voti sul Senato. Renzi: no all ostruzionismo Berlusconi chiama Alfano: «Italiani stanchi, basta liti» Silvio Berlusconi riprende il dialogo con Angelino Alfano. Gli ha telefonato ieri sera, dopo aver assistito in tv all amichevole Monza-Milan: «Angelino, è arrivata l ora di smetterla di litigare. Gli italiani sono stanchi di tutto questo. Dobbiamo rimboccarci le maniche e metterci a lavorare per riunire il centrodestra». Sul fronte delle riforme, cominciano oggi le prime votazioni sul disegno di legge costituzionale per il nuovo Senato. L esecutivo vuole chiudere in fretta. Tuttavia gli emendamenti sono quasi 8 mila. Il premier Renzi: no all ostruzionismo. DA PAGINA 6 A PAGINA 9 Intervista a Prandelli Nazionale e critiche: macché fuga, ero in stato comatoso «Il nostro calcio non gioca per l Italia» di BEPPE SEVERGNINI il progetto tecnico che non ha «È funzionato! E la responsabilità è mia»: in un intervista al Corriere, l ex commissario tecnico degli Azzurri Cesare Prandelli replica alle critiche dopo l eliminazione al Mondiale e le sue dimissioni. «Io non sono scappato da nes-su-no». E sul calcio in Italia: «Va rivisto. La squadra più importante non è l Inter, né la Juve, la Roma, la Fiorentina o il Milan. È la Nazionale. Solo così si arriva preparati ai grandi eventi». ALLE PAGINE 36 E 37 ANSA / CORRADO LANNINO Dubbi dei nutrizionisti Una bevanda e non mangi più: l invenzione del cibo liquido di GIUSEPPE GUASTELLA A PAGINA 23 «Costa Concordia» Quella scritta che riaffiora (e ci dà un po di fiducia) di MARCO IMARISIO i è voluto molto tempo per raddrizzare la Costa C Concordia. La scritta emersa ieri (sopra) ci ricorda che talvolta sappiamo essere all altezza della situazione. A PAGINA 17 AFP / GIUSEPPE CACACE

2 italia: Lunedì 21 Luglio 2014 Corriere della Sera 2 Primo Piano # Medio Oriente I conflitti Giorno di sangue Vecchi e bambini tra le 100 vittime Le forze israeliane perdono 13 militari Hamas annuncia la cattura di un soldato Francia Scontri e assalti alle sinagoghe parigine DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI Nonostante il divieto delle autorità, le manifestazioni di sostegno a Gaza e gli incidenti non si fermano a Parigi. Dopo gli scontri di sabato nel quartiere di Barbès, ieri centinaia di persone hanno affrontato la polizia a Sarcelles, alla periferia della capitale. Automobili incendiate, lancio di pietre contro gli agenti che hanno risposto sparando proiettili di gomma e lacrimogeni. Scontri violenti in particolare nei pressi della sinagoga, colpita da bottiglie molotov. Intorno alle 19 poi si è sparsa la voce che gli estremisti islamici stavano per dare l assalto a rue de Rosiers, la via simbolo della comunità ebraica parigina, nel cuore del Marais. I commercianti hanno chiuso le saracinesche e sono arrivati una decina di camion della polizia; gli agenti hanno presidiato la vicina stazione di metropolitana Saint Paul. Schierati anche i militanti della «Ligue de défense juive», il movimento in prima linea nel difendere le sinagoghe dall attacco di domenica 13 luglio, ma poi accusato anche da alcune voci all interno della comunità ebraica di provocazioni. «Gaza, là una guerra, qui una polveriera», titola in prima pagina oggi il quotidiano Libération. Il governo difende la contestata linea di proibire le manifestazioni nella regione parigina: «Questi eccessi inaccettabili giustificano ancora di più la nostra scelta» ha detto il premier Manuel Valls alla commemorazione per il 72 anniversario della retata del Vél d Hiv ( ebrei arrestati e deportati nel luglio 1942). Valls ha denunciato «un nuovo antisemitismo, che si diffonde su Internet e nei nostri quartieri popolari, che nasconde il suo «odio dell ebreo» dietro un antisionismo di facciata e dietro l odio per lo Stato di Israele». Stefano DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Storie Cooperazione Distrutto l asilo finanziato dall Italia GAZA L esercito israeliano ieri ha raso al suolo il Centro per l infanzia «La terra dei bambini» di Umm Nasser a Gaza, finanziato dalla Cooperazione italiana e gestito dalla ong Vento di terra. Il centro ospitava un asilo con 130 bambini, un ambulatorio pediatrico e una mensa che forniva pasti ai bambini e alle famiglie povere del villaggio. La struttura «non è mai stata utilizzata a fini militari e lo staff mai ha avuto contatti con le milizie islamiste», ha detto l ong che ha chiesto al ministero degli Esteri e alla Conferenza episcopale italiani e alla Ue, finanziatori del centro, di muoversi presso Israele perché renda conto di questa azione. Le lacrime e gli ultimi baci Il dolore privato dei padri GERUSALEMME «Siamo gli infermieri, adesso potete uscire». Adesso sono tre ore senza i cannoni dei carrarmati che sparano proiettili tra le case, senza i missili dell aviazione e il rumore costante dei droni, come tagliaerba che affettano il cielo. Adesso arriva dopo la notte più sanguinosa da quando le truppe israeliane sono entrare nella Striscia di Gaza: i morti palestinesi nel quartiere di Shajaiya sono più di sessanta, tra loro vecchi, bambini, chi non è riuscito o non è potuto fuggire, chi ha scelto di restare. Da tre giorni l esercito israeliano avvertiva di abbandonare i palazzi, la zona sarebbe diventata campo di guerra. I fondamentalisti di Hamas invocavano la resistenza, chiedevano ai civili di non abbandonare l area, minacciavano: «Abbiamo consegnato una granata a ogni abitante, da lanciare invece delle pietre». Negli scontri della notte tra sabato e domenica sono stati uccisi 13 soldati israeliani, le perdite più gravi in una sola battaglia da quella nel villaggio libanese di Bint Jbeil, durante il conflitto contro Hezbollah di otto anni fa. E da quando il premier Benjamin Netanyahu ha dato l ordine di procedere con l invasione, i militari morti sono 18: più dei caduti totali nelle due precedenti operazioni a Gaza (2009 e 2012). Hamas proclama di aver catturato un soldato, fornisce il nome (Shaul Aron) e il numero sulla piastrina: l identità è però la stessa di uno dei caduti e il ministero della Difesa israeliano smentisce che sia stato preso vivo. Sarah Hussein dell agenzia France Presse descrive Shajaiya «come un paesaggio lunare desolato e disseminato di cadaveri». Il fumo nero oscura il cielo, le prime ambulanze riescono a percorrere il vialone durante la tregua umanitaria chiesta dalla Croce Rossa a Israele e ad Hamas. I soccorritori si muovono controcorrente, gli abitanti fuggono a migliaia dalla zona, scalzi, senza essere riusciti a prendere nulla da casa, gruppi di bambini soli che si tengono per mano, anziani sulla sedia a rotelle. Mischiati tra loro anche miliziani armati con il volto coperto dai passamontagna, i fucili mitragliatori avvolti nei lunghi scialli. Tra i morti di Shajaiya c è il figlio (con tutta la famiglia) di Khalil al-haya tra i leader del movimento. Che alla radio, la sua voce diffusa a Gaza, promette vendetta: «Otterremo una grande vittoria, il suo sangue e quello degli altri martiri non sarà stato versato invano». I portavoce dell esercito israeliano dicono che dal quartiere sono stati lanciati l 8 per cento dei missili sparati contro le città israeliane in questi tredici giorni di guerra. L incursione di terra spiegano era necessaria per distruggere le batterie che non potevano essere attaccate dal cielo con l aviazione. I tredici soldati ammazzati appartengono tutti alla brigata Golani: 7 sono caduti quando il loro blindato è passato su una trappola esplosiva. Hamas sostiene anche di aver utilizzato un attentatore suicida. I miliziani uccisi dall inizio dell offensiva di terra sarebbero 130. «Le vittime civili commenta Netanyahu in un intervista alla emittente americana Cnn non sono volute da noi ma da Hamas. Sfruttano le morti telegeniche dei palestinesi per la loro causa». I morti nella Striscia dall inizio degli scontri sono almeno 436 (100 solo ieri) oltre mila i feriti. «In questo momento l esercito è concentrato nell eliminare i tunnel scavati dai fondamentalisti: questa fase dovrebbe essere conclusa in 2-3 giorni. L offensiva generale andrà avanti fino a quando non tornerà la calma, continueremo a combattere fino alla fine. Questa volta dopo il cessate il fuoco, dovrà essere stabilito un programma di smilitarizzazione della Striscia, perché non si trasformi ancora in una fortezza del terrore equipaggiata dall Iran». Anche ieri gli estremisti sono riusciti a lanciare oltre 80 razzi verso Israele, dall inizio del conflitto due civili sono morti. Abu Mazen denuncia il «crimine contro l umanità» e proclama tre giorni di lutto in Cisgiordania. Il presidente palestinese è in Qatar per provare a mediare un cessate il fuoco. A Doha avrebbe incontrato anche Khaled Meshaal, tra i leader di Hamas, e Ban Ki-moon, il segretario generale delle Nazioni Unite, che è atteso in Israele. Per ora i negoziati attraverso il Cairo sembrano fermi. Gli egi- Per la prima volta nella tragedia palestinese mostrate le immagini della disperazione al maschile slegata dai riti collettivi DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il padre è sdentato come il bambino che porta in braccio, urla e piange come il bambino che porta in braccio. Il dolore di chi resta: del volontario che apre il portellone dell ambulanza e trova il fratello insanguinato, la rassegnazione dell uomo seduto tra le macerie di una casa che non abiterà più, la disperazione dei ragazzini rimasti senza la famiglia in un solo attacco, l incredulità del genitore che ha perso l unico figlio atteso da tanto. Sono le storie dietro le immagini. Fratello Il padre e il fratello di uno dei bimbi uccisi sulla spiaggia Quella che emerge questa volta è la sofferenza privata. Le foto mostrano le lacrime, le bocche stravolte dalle grida, il tentativo di un ultimo bacio. Non sono gesti esibiti, non sono gli inevitabili scatti dei funerali di Gaza, quei riti collettivi tutti maschili dove la rabbia e la richiesta di vendetta provano a riempire il vuoto dei singoli, dove gli slogan ammutoliscono la commozione. Questi sono gli uomini che hanno scelto di non combattere, di abbracciare i figli e non di imbracciare un fucile mitragliatore. Piangono da soli perché spesso restano soli. I mariti palestinesi non sono bloccati in casa dalla cura dei bambini, sono loro a uscire per cercare di recuperare il cibo o qualche candela per le notti senza elettricità. Sotto i bombardamenti, la strada può essere più sicura delle mura di un appartamento. D.F. Allarme Due bimbe in braccio al papà in una strada deserta OLIVER WEIKEN /EPA FINBARR O REILLY/REUTERS Rifugio Un padre consola la figlia in un aula scolastica Dopo l attacco Un parente di un bimbo colpito da un razzo KHALIL HAMRA/AP

3 Corriere della Sera Lunedì 21 Luglio 2014 italia: Primo Piano 3 # Ospedale Una donna palestinese con gli abiti macchiati dal sangue dei familiari (Reuters) ziani hanno deciso di tenere aperto «senza limiti di tempo» il valico di Rafah al sud della Striscia. Era una delle richieste di Hamas per ritornare alla calma. Gli israeliani non sono pronti ad accettare l intervento del Qatar (tra i primi finanziatori del movimento fondamentalista) e della Turchia. Netanyahu ha accusato di «antisemitismo» il premier turco Recep Tayyip Erdogan, che aveva detto: «Siete più barbari di Hitler». Davide L intervento La mappa La diplomazia La Casa Bianca inquieta per il bilancio degli scontri nella Striscia Obama chiama Netanyahu «Cessate il fuoco subito» La gaffe di Kerry: «Altro che attacco chirurgico» Washington comprende Israele ma è inquieta per il bilancio degli scontri. Il presidente Obama lo ha detto in modo chiaro telefonando al premier israeliano Netanyahu al quale ha espresso «seria preoccupazione» per l elevato numero di vittime palestinesi. Per questo la Casa Bianca, come ha sottolineato la Casa Bianca, chiede un immediato cessate il fuoco e un intesa che riprenda quella che mise fine alla crisi del Segnali che sembrano indicare pressioni anche più decise nel privato come dimostra una strana piroetta di John Kerry. In una dichiarazione pubblica il segretario di Stato americano ha suonato una canzone: «Lo Stato ebraico è assediato da un gruppo terroristico e ha diritto di difendersi dagli attacchi di Hamas». Ma qualche ora dopo, è sembrato pensarla diversamente. E non di poco. Kerry, senza rendersi conto che un microfono della rete Fox era «aperto» così l hanno raccontata le fonti ha usato termini sarcastici sulla tattica israeliana: «Altro che operazione precisa». Poi ha proseguito rivolto a un collaboratore: «L escalation è significativa. Dobbiamo andare, dobbiamo andare stasera» nella regione. Il giornalista che lo stava intervistando ha cercato di strappargli di più e gli ha chiesto se non ritenesse che Israele avesse esagerato nell uso della forza, Kerry ha ripiegato su una posizione vaga: «È difficile avere questo tipo di operazioni». La gaffe sempre che la «fuga«non sia stata voluta ricorda come i rapporti tra il segretario di Stato e Gerusalemme non siano mai stati facili. Ora però, con un bilancio terrificante c è la necessità di trovare una soluzione. Per questo Kerry si recherà al più presto in Medio Oriente prima tappa al Cairo unendosi agli sforzi già in atto. Al centro della mediazione c è sempre il Qatar, vicino agli islamisti palestinesi. Ieri ci sono stati i primi contatti del segretario dell Onu Ban Ki moon con il presidente palestinese Abu Mazen e altri seguiranno oggi. Doha ospita alcuni dirigenti in esilio di Hamas, tra i quali Khaled Meshaal, che dovrebbe vedere Abu Mazen. Il massimo esponente delle Nazioni Unite ha condannato le «atrocità» e ha ammonito Israele a usare moderazione: «Gaza è una ferita aperta che va suturata». Critiche che sommate all appello di Obama segnalano come la pressione su Gerusalemme possa crescere. L idea sul quale la diplomazia sta lavorando è un piano che prevede la fine del blocco di Gaza, il rilascio di prigionieri da parte di Israele, un impegno per il cessate il fuoco. Tutti punti che sarebbero stati messi a punto con l aiuto del Qatar. Il piccolo stato del Golfo prova a manovrare come ha fatto nelle primavere arabe. Ha fiancheggiato i moti popolari a Tunisi, ha proseguito in Egitto cavalcando la rivolta anti-mubarak, quindi ha pilotato la ribellione contro Gheddafi. Quando è deflagrata la crisi siriana, ha sperato di ripetere lo schema libico. Solo che Damasco non era Tripoli. Complicate le relazioni con i vicini, ostili all asse del Qatar con la Fratellanza musulmana. Le tensioni esterne si sono sommate a quelle interne, con la designazione di un nuovo emiro a Doha. Un cambio seguito da un periodo di inevitabile assestamento. Qualcuno ha parlato di «perdita di influenza». Mosse in parte determinate dall ampio schieramento contrario alle ingerenze del Qatar. «Nell intera regione c è un sentimento di rabbia verso l emirato» ha rimarcato un portavoce egiziano. In realtà secondo alcuni osservatori quella del Qatar è stata solo una scelta tattica ed ora con il disastro di Gaza ha trovato un varco per inserirsi. Guido Olimpio L ESERCITO POTRÀ VINCERE, MA IL PAESE PERDERÀ di ETGAR KERET Nell ultima settimana mi imbatto sempre più spesso in un noto slogan: «Let the Idf win», ovvero: «Lasciate vincere l esercito israeliano». Molti dei ragazzi che lo citano sulle loro pagine Facebook sono sicuri che sia stato appena inventato in onore dell operazione in corso a Gaza. Io, però, sono abbastanza vecchio da ricordare che è nato come adesivo per auto e in seguito è divenuto un mantra. Questo slogan, ovviamente, non è destinato a Hamas o ai cittadini dei Paesi europei ma alla gente che vive qui e racchiude la maledetta visione del mondo di Israele negli ultimi quattordici anni. Il suo primo, errato, presupposto è che in Israele c è chi impedisce all esercito di ottenere una vittoria e di conseguenza la pace e la tranquillità auspicate. Tali entità sabotatrici sono, ovviamente, io, mia moglie e tutti i nostri amici della sinistra che, di volta in volta, impediamo al nostro onnipotente esercito di vincere incatenandone le possenti braccia con articoli noiosi e appelli disfattisti a mostrare sentimenti di umanità e di empatia. Se non ci fossero dei traditori come noi l esercito israeliano avrebbe già vinto da un sacco di tempo portandoci la pace alla quale aneliamo per l eternità. L altro presupposto, molto più pericoloso, è che l esercito, di fatto, può vincere. «Siamo pronti a sopportare tutti questi razzi, senza nessuna tregua» dice la famiglia di turno EGITTO Mar Mediterraneo GAZA CITY GAZA ISRAELE Own Al-Shawwa Street Ahmed Oraby G A Z A C I T Y Al-Yarmok Street Al Quds Salah Al deen Quartiere di Shajaiya intervistata nel sud di Israele «purché questa storia finisca una volta per sempre». Dodici anni, quattro operazioni a Gaza e siamo rimasti con lo stesso slogan distorto. I bambini che andavano in prima elementare durante l operazione «Scudo difensivo» sono ora soldati che entrano a Gaza e in ognuna di queste operazioni c è sempre qualche politico di destra e qualche analista militare che spiega che «questa volta dovremo andare fino in fondo». E quando li guardi sullo schermo non puoi fare a meno di chiederti a quale «fondo» si riferiscano. Perché anche se tutti i combattenti di Hamas verranno annientati qualcuno crede davvero che, assieme a loro, sarà annientata anche l aspirazione del popolo palestinese all indipendenza nazionale? Prima di Hamas abbiamo combattuto contro l Olp e dopo Hamas, con la speranza di essere ancora qui, combatteremo certamente contro qualche altra organizzazione palestinese. L esercito potrà vincere le battaglie ma solo un compromesso politico potrà garantire pace e L autore Scrittore e regista Etgar Keret, 46 anni, è uno scrittore e regista israeliano. Fra le sue opere, la raccolta di racconti «Missing Kissinger» e il film «Jellyfish», premiato al Festival di Cannes nel 2007 Dodici anni, quattro operazioni a Gaza e siamo rimasti con lo stesso slogan distorto Bandiera bianca Famiglia in fuga dai raid sicurezza ai cittadini israeliani. Ma questo, secondo le forze patriottiche che gestiscono la campagna in corso, è proibito dirlo perché sono proprio discorsi del genere a ostacolare la vittoria dell esercito. Quindi, quando l operazione sarà finita e ognuna delle due parti conterà i propri morti, ancora una volta il dito accusatore sarà puntato verso di noi. È terribile commettere un errore tragico che può costare la vita a molte persone. È molto più terribile commetterlo ancora e ancora e ancora. Quattro operazioni, un numero enorme di morti e torniamo sempre allo stesso punto. L unica cosa che cambia è la tolleranza della società israeliana verso le critiche. Durante quest ultima operazione abbiamo potuto constatare che la destra ha perso la pazienza nei confronti del confuso concetto di «libertà di espressione». Nelle ultime due settimane siamo stati testimoni del pestaggio di manifestanti della sinistra da parte di attivisti della destra, di apertura di pagine di Facebook chiamate «Morte a quelli di sinistra» e di appelli al boicottaggio di chi potrebbe impedire all esercito di ottenere l agognata vittoria. A quanto pare il sanguinoso percorso compiuto da un operazione all altra in Israele non è circolare, come pensavamo. È a spirale e la direzione di questa spirale è verso il basso, verso nuovi baratri che, purtroppo, avremo modo di conoscere. (Traduzione di Alessandra Shomroni) Il Papa BUONI, CATTIVI E L APPELLO: NON GIUDICATE di GIAN GUIDO VECCHI reghiamo in silenzio, «P chiedendo la pace; tutti, in silenzio...». Francesco china il capo e socchiude gli occhi. Il Papa all Angelus ha ricordato i cristiani di Mosul «perseguitati e cacciati via» dai jihadisti dell Isis, i conflitti nel pianeta e in particolare in Ucraina e Medio Oriente, ha invocato «dialogo e riconciliazione» ed esclamato: «La violenza non si vince con la violenza, la violenza si vince con la pace!». Alla fine resta la preghiera silenziosa per un mondo prigioniero della logica di guerra. È «il problema del male del mondo» che Bergoglio affronta commentando la parabola evangelica della zizzania, «termine che in ebraico deriva dalla stessa radice del nome Satana e richiama il concetto di divisione», fino a spiegare: «Noi a volte abbiamo una gran fretta di giudicare, classificare, mettere di qua i buoni, di là i cattivi...». Francesco contrappone «la paziente attesa del proprietario del campo», che nella parabola «rappresenta Dio», alla «impazienza dei servi» che vorrebbero strappare la zizzania «seminata dal maligno di notte». Ma la realtà è complicata, con la zizzania si rischia di strappare anche il grano. «Questo nemico e astuto: ha seminato il male in mezzo al bene, così che è impossibile a noi uomini separarli nettamente; Dio, alla fine, potrà farlo». Quella cristiana è la pazienza di chi «vede i germi del bene» e sa che «il male non ha né la prima né l ultima parola». Il che, avverte il Papa, «non significa indifferenza al male», ma «la fiducia incrollabile» che «il male sarà eliminato»: e la zizzania, nel giudizio finale, «bruciata». Francesco si è soffermato sulle «comunità cristiane di Mosul e altre parti del Medio Oriente» che «sin dall inizio del cristianesimo hanno vissuto con i loro concittadini»: «I nostri fratelli sono perseguitati, cacciati via, devono lasciare le loro case senza poter portare niente con loro». A loro, esprimendo «la mia vicinanza e la mia costante preghiera», si è rivolto direttamente: «Carissimi fratelli e sorelle tanto perseguitati, io so quanto soffrite, io so che siete spogliati di tutto».

4 italia: Lunedì 21 Luglio 2014 Corriere della Sera 4

5 Corriere della Sera Lunedì 21 Luglio 2014 italia: Primo Piano 5 Medio Oriente I conflitti # L'analisi LA DECADENZA DELL ISLAM E IL MITO DEL RITORNO ALLA PUREZZA di ROBERTO TOTTOLI oi siete la migliore comunità mai suscitata fra gli uomini, dice un V passo del Corano (3:110). E la promessa fu a lungo mantenuta: la Bagdad del califfato abbaside o la Cordova musulmana non avevano nulla da invidiare alle più grandi capitali cosmopolite della storia. A quei tempi l islam era quello dei grandi dibattiti teologici e della filosofia, della religiosità popolare ma anche della speculazione giuridica più articolata. Non mancavano gli ulema che difendevano la tradizione, ma erano una voce insieme ad altre, sovente inascoltata. In un Impero che permetteva prosperità dall Oceano Atlantico alla Cina, c era stato spazio per tutti, soprattutto per la convinzione che fosse l islam a garantire il primato. Per capire che le cose erano cambiate e che l Occidente cristiano, soprattutto dopo la scoperta dell America, era cambiato, ci volle l invasione di Napoleone dell Egitto nel Da allora cominciò un altra storia: un mondo musulmano conquistato dagli stati europei e sotto dominazione coloniale nel volgere di pochi decenni. Fu un mondo scaraventato drammaticamente di fronte alla modernità europea, con equilibri sociali e religiosi messi in discussione. Il Dramma L invasione napoleonica scaraventò drammaticamente il mondo arabo di fronte alla modernità europea fattore religioso cominciò allora ad entrare in gioco nei tentativi che dall Egitto all India si fecero per creare un «modernismo» islamico, che accogliesse le novità occidentali. Era un modo per preservare la propria fede e difenderla davanti a una realtà troppo diversa dal passato glorioso, cercando di sfuggire alla crisi profonda. Con scarso successo. Da subito non mancarono posizioni diverse, da parte di chi a questa frustrante nuova realtà proponeva come soluzione a tutti i problemi il Corano e la tradizione profetica. Furono i primi radicali moderni, a partire dai Fratelli Musulmani, che condividevano con i modernisti la diagnosi: se l islam si era ridotto così era perché dopo la morte di Maometto la comunità aveva sbagliato qualcosa in quella lunga storia medievale. Però per i radicali la terapia era diversa: non ci si doveva adattare all occidente, bensì difendere l essenza della propria tradizione, tornare alle «origini». E così, in un mondo arabo e islamico che ha visto tramontare negli ultimi decenni speranze di sviluppo politico e sociale, l islam è rimasto ben presto l unica forza in campo. Alla lunga sta prevalendo la linea tradizionalista, incarnata negli ultimi anni dai salafiti. Un islam, il loro, arroccato in difesa contro ogni possibile influenza esterna, che dà solo certezze e che sta tragicamente cancellando differenze e sensibilità diverse. Il salafismo soddisfa in fondo i desideri di sconfiggere frustrazioni mai superate e di dominare una realtà sempre più complessa. Anche se, purtroppo per tanti altri musulmani, va in un altra direzione rispetto alla loro storia e al resto del mondo. La famiglia «Picchiata e spogliata di tutto Così sono sfuggita ai fanatici» Il racconto dei cristiani scappati da Mosul dopo l editto dell Isis Fedeli di Oriente Una comunità antica sempre più ridotta In Iraq le comunità di fedeli ai vari riti cristiani, alcune delle quali fondate più di 1700 anni fa, erano 1,5 milioni nel Oggi sarebbero rimasti circa 200/300 mila Il rito che usa ancora la lingua di Cristo La Chiesa con più fedeli è quella cattolica caldea, che nei suoi riti utilizza ancora l aramaico, ovvero la lingua di Cristo. Presente soprattutto nel Nord, riconosce il Papa di Roma Gli attacchi dopo il 2003 e la fuga dal «Califfato» Dalla caduta di Saddam la situazione dei cristiani è peggiorata e molti sono emigrati. L avanzata dei jihadisti dell Isis ha costretto altre migliaia di fedeli a fuggire E stata dura per Nawal lasciare la casa dove ha vissuto per 68 anni. L anziana donna non se n era andata da Mosul nemmeno dopo che i miliziani dell Isis le avevano portato via il marito, il 9 giugno scorso, all inizio dell offensiva islamista nella città irachena. Lui non aveva ceduto all aut aut dei jihadisti (o diventi musulmano o ti uccidiamo)e da allora non si è più visto. Sono criminali senza remore, quelli, deve aver pensato Nawal. Così prima che l editto di venerdì contro gli «infedeli» scadesse, ha racimolato le sue cose e si è fatta coraggio: si è chiusa la porta alle spalle ed ha iniziato a fuggire verso Erbil, capitale del Kurdistan, la regione dove si stanno rifugiando le decine di migliaia di cristiani cacciati dal nuovo califfato in questi giorni. La loro partenza segna l ultimo e forse definitivo esodo di cristiani dalla città, svuotata a forza da comunità che risalgono ai primi secoli della cristianità. A piedi, da sola, Nawal ha affrontato i 90 chilometri che separano la sua città dalla frontiera. Non è stata astuta come altre cristiane che durante la fuga hanno indossato il velo per sviare gli islamisti ai checkpoint ed evitare di vedersi confiscati soldi, oro e Libia Preghiera Cristiani pregano nella chiesa di Mar Aframa a Qaraqoush (Ap) cellulari. Così la sua marcia stanca si è presto interrotta, il suo cammino sbarrato dai miliziani dell Isis. O diventi musulmana o ti ammazziamo, le hanno intimato. Credeva fosse giunta la sua ora, il tempo di ricongiungersi al marito. Invece dopo averla spogliata di tutto e picchiata, gli estremisti l hanno lasciata andare. Alla frontiera ha trovato un passaggio in auto per Erbil dove si ora si trova ospite di parenti. Senza nulla, ma al sicuro. Anche una sua parente, Fazia, insegnante sulla sessantina, venerdì è scappata da Mosul, dove da giorni agli «infedeli» sono stati tagliati luce, gas e acqua. Con lei il marito, due figli e una sorella non Scontri all aeroporto di Tripoli Tre morti e scalo ancora chiuso TRIPOLI Dopo una breve tregua durata appena due giorni sono ripresi gli scontri, anche con armi pesanti, all aeroporto di Tripoli tra due gruppi armati che si affrontano da più di una settimana per il controllo dello scalo. Una posizione strategica per la quale a fronteggiarsi sono da un lato le brigate di Zintan, che controllano l aeroporto dal 2011, e dall altro quelle di Misurata. Un responsabile dello scalo ha spiegato che «l aeroporto ha subìto un attacco a colpi di razzi Hawn e di mortaio, l attacco più importante da quando sono iniziati gli scontri nella zona». Sarebbero almeno tre i morti, e due i feriti. L aeroporto di Tripoli è chiuso dalla scorsa domenica e continua a mantenere sospesa la sua attività. Dall inizio dei combattimenti sono stati danneggiati anche una ventina di aerei. Anche nel resto del Paese la situazione continua a essere tesa e a Bengasi, seconda città della Libia, due militari sono morti in diversi attacchi, mentre altri due sono rimasti uccisi in vari scontri in altre città libiche. Nada Insegnante universitaria, 45 anni, Nada (preferisce non rivelare il cognome per sicurezza) dice di «aver capito già il 9 giugno, all inizio dell offensiva jihadista, che tirava una brutta aria. Così siamo scappati tutti in Kurdistan» Bashar Il marito di Nada, titolare di una fabbrica di piastrelle di marmo, a differenza di molti altri cristiani fuggiti come lui da Mosul non è stato aggredito sulla strada verso Erbil. Insieme alla famiglia, è così riuscito a portare con sé denaro e oro, anche se ha dovuto abbandonare la casa e la fabbrica Tamara La primogenita 18enne di Nada e Bashar, studentessa, è ora nella capitale del Kurdistan iracheno insieme alla sorella Shirin di 17 anni, a un fratellino e ai genitori. Tutti e cinque hanno trovato ospitalità presso una famiglia curda che non li conosceva ma ha aperto loro le porte In salvo Nawal, 68 anni, è stata derubata dai miliziani anche delle scarpe. Ma a piedi nudi è arrivata in salvo a Erbil sposata. Anche loro diretti a Erbil. Anche loro fermati dai miliziani islamici prima di arrivare alla frontiera e derubati di tutto, anche della carta d identità, quasi volessero azzerare la religione delle persone visto che nel documento è indicata la fede professata. Li hanno privati persino delle scarpe, obbligandoli a camminare a piedi nudi in una calura torrida sbeffeggiandoli con frasi del tipo «ora fatevi comprare delle nuove scarpe dai vostri sacerdoti». Anche Fazia e famiglia alla frontiera hanno trovato un passaggio in auto fino a Erbil, dove ora sono ospiti di parenti. Senza nulla, ma con la speranza di ritornare a casa. Prima o poi questo incubo finirà, va ripetendo Fazia. Suo fratello Waed, 51 anni, ha scelto un altra strada per mettere al sicuro la famiglia e i suoi beni. Venerdì con moglie e figli si è rifugiato dai vicini di casa, dei musulmani: ha consegnato loro tutti i suoi averi: soldi, oro, oggetti preziosi. Se mai si fossero rivisti avrebbe potuto riaverli indietro, ha pensato. Perché la speranza di tornare è quello che li aiuta a partire. I vicini hanno ricambiato la fiducia accompagnando Waed e la sua famiglia in auto alla frontiera. Ed è filato tutto liscio. Meglio se così si può dire è andata a Nada, insegnante universitaria di 45 anni, l unica tra le donne di questa rete familiare allargata che è riuscita a lasciare Mosul portando in salvo i suoi averi. Il 9 giugno, all inizio dell offensiva jihadista, ha capito subito che tirava una pessima aria: così è scappata in Kurdistan con il marito Bashar, titolare di una fabbrica di piastrelle di marmo, e i tre figli ormai adolescenti. Dalla frontiera hanno raggiunto in auto Dehok. Qui hanno trovato ospitalità in una famiglia curda che non conoscevano. Le case in Kurdistan stanno aprendo le porte agli sfollati. Ma il carico sta diventando troppo pesante. La regione, già provata per l accoglienza data a decine di migliaia di sfollati siriani, si è ritrovata a gestire l emergenza dei cristiani in fuga da Mosul. Erano 60 mila nel 2003, sono scesi a 35mila il mese scorso e ora, per la prima nella storia non ci sono più cristiani a Mosul, ha lamentato il patriarca caldeo Louis Sako alla France Presse. Non resteremo a vita, prima o poi torneremo nelle nostre case, vanno ripentendo Nada e le sue cugine. Alessandra Muglia

6 italia: Lunedì 21 Luglio 2014 Corriere della Sera 6 Primo Piano # Il Parlamento Le scelte Riforme, da oggi si vota Accelerazione di Renzi «Via il sasso dai binari» Possibili ritocchi su referendum e Colle Confindustria «Pil a più 1,9% in cinque anni se si colmano i ritardi» I ritardi strutturali accumulati dall Italia rallentano la crescita. Se il Paese, invece, accelerasse sulle riforme tanto necessarie, il Pil salirebbe di 1,9 punti percentuali in 5 anni, di 4,6 in 10 e di 20,8 in 50. Lo prevede uno studio presentato ieri da Confindustria che torna a fare sentire il fiato sul collo al mondo politico e all esecutivo. Rielaborando le stime della Commissione Ue, gli economisti di viale dell Astronomia sostengono che i vantaggi sarebbero complessivamente maggiori rispetto a quelli stimati per Irlanda (4,5 punti dopo 10 anni), Francia (4 punti dopo 10 anni) e Germania (1,3 punti dopo 5 anni e 2,4 dopo 10). In questa classifica, in pratica, l Italia si piazzerebbe solo poco dietro ai benefici che otterrebbe la Grecia (6 punti di Pil in 5 anni e 15 in 10), Spagna (4,4 punti dopo 5 anni e 5 dopo 10) e Portogallo (3 punti in 5 anni e 5 in 10 anni). «I ritardi sono così ampi che i benefici che si possono ottenere colmandone anche solo la metà, sono molto consistenti e in Italia, più che altrove, le riforme innalzano il Pil», spiega Confindustria che al governo rinnova l invito a fare presto perché «è essenziale che agli annunci, che hanno alimentato grandi e positive aspettative, seguano i fatti». Ad impattare più di tutti su una possibile crescita del Pil sono gli interventi sul mercato del lavoro legati alla creazione di politiche attive, ma soprattutto, si legge nel dossier preparato dal Centro studi dell organizzazione guidata da Giorgio Squinzi, come prevedono gli ultimi «scenari economici» di giugno, «il coinvolgimento degli inattivi, dell occupazione femminile e degli over 60». Dalle stime di Confindustria, infatti, più donne al lavoro significherebbe una crescita di 0,7 punti di Pil in soli 5 anni e di 1,6 punti in 10 anni. Note non meno positive dall occupazione di over 60 che potrebbero fornirebbe «un contributo consistente» di 0,2 punti in 5 anni e di 0,6 punti di Pil dopo 10 anni. Tutt altro che trascurabile, inoltre, l effetto che si avrebbe sul Pil dallo spostamento della tassazione dal lavoro al consumo: un intervento «a costo zero», sottolinea Confindustria, che garantirebbe un aumento di 0,4 punti in 5 anni e di 0,5 punti percentuali di Pil dopo 10 anni. Per aumentare la concorrenza, invece, l impatto della riduzione del costo di apertura di attività economiche sarebbe pari a 0,3 punti di Pil in 10 anni. Bene, anche se di più lungo periodo, la ripercussione sulla ricchezza prodotta dall aumento dei laureati: secondo l elaborazione di Confindustria, un risultato positivo sarebbe quantificabile solo dopo 50 anni con un contributo dell 1,9 punti percentuali di Pil. Per potenziare gli investimenti in ricerca, invece, la strada da battere suggerita dagli industriali sarebbe quella di aumentare il credito di imposta. Francesco Di Frischia Il confronto Attese anche aperture sul Titolo V, che potrebbero far rientrare la Lega tra i favorevoli ROMA Matteo Renzi lo definisce un «lavoro faticoso ma strategico». È quello che insieme a un gruppo di una ventina di imprenditori, tra cui gli amministratori delegati di Eni e Finmeccanica, Claudio Descalzi e Mauro Moretti, sta facendo in questa sua visita nell Africa centrale, la prima di un presidente del Consiglio italiano in quell area. Obiettivo principale del premier é mandare in porto «una strategia energetica di diversificazione». É un problema, quello dell approvvigionamento energetico, che sta molto a cuore all inquilino di palazzo Chigi. Di qui l operazione Mozambico, il primo dei tre Paesi visitati, dove l Eni investirà nei prossimi sei anni 50 miliardi di dollari in progetti, portati avanti da due consorzi, di cui, in uno è capofila. «Se va in porto questa operazione straordinaria ha spiegato Renzi che entrerà in vigore nel , avremo gas sufficiente per i prossimi 30-40,anni, il che significa occuparsi del futuro dei nostri figli». Quindi, ieri, é stata la volta del Congo, seconda tappa di questa tre giorni africana del presidente del Consiglio. In quest occasione l Eni ha firmato un accordo di cooperazione per nuove iniziative nel bacino. L Eni opera in quel paese dal ROMA «Togliamo con pazienza il sasso dai binari del Paese». Matteo Renzi ripete di non essere preoccupato («non credo che questo Paese sia nelle mani di una minoranza che vuole fare ostruzionismo») ma vuole imprimere un ultima accelerazione alle riforme. Da oggi a Palazzo Madama si comincia con le prime votazioni sul disegno di legge costituzionale di riforma del Senato. Il testo è già stato approvato dalla commissione Affari costituzionali, in una versione modificata sostanzialmente rispetto a quella varata dal governo. E ora da più parti si chiedono ulteriori modifiche. Ma l esecutivo vuole chiudere in fretta: l obiettivo massimo è finire entro la fine di luglio, ma sarebbe comunque considerato un buon risultato il varo entro la pausa estiva, prima della settimana della Ferragosto. Le resistenze sono tante e si sostanziano in un grande numero di emendamenti, ben 7.800, dei quali di Sinistra e Libertà. Ma non è solo l ostruzionismo dell opposizione (Sel, ma anche Lega e M5S) a preoccupare. Dentro i principali partiti ci sono esponenti che hanno chiaramente espresso il loro dissenso su alcuni punti chiave della riforma, a cominciare dall elettività del Senato. Eppure il patto tra Partito democratico e Forza Italia, rafforzato anche dall assoluzione di Silvio Berlusconi, pare molto solido. Il rinnovato slancio del leader di Forza Italia avrebbe fatto rientrare una parte della protesta interna e i dissidenti sarebbero scesi da 14 a 10. Il ministro Maria Elena Boschi non vede «grandi margini di trattativa sulle modifiche richieste». I punti fondamentali non dovrebbero essere toccati, compresa la (non) elettività dei senatori e l immunità. Il che non vuol dire che non ci possano essere altri ritocchi, anche significativi. Per esempio, l accordo pare più vicino su tre punti. Il primo è quello dell elezione del capo dello Stato. Ci sono margini perché possa essere discusso l emendamento del democratico Miguel Gotor (secondo firmatario Pier Ferdinando Casini) che estende la platea dei grandi elettori ai 73 parlamentari europei, aumentando le garanzie. In più la platea si spalmerebbe in diversi momenti elettorali, evitando il rischio del «voto emotivo», legato a un solo turno. L emendamento è firmato da 83 senatori, 60 dei quali del Pd. Altro punto delicato, che potrebbe essere toccato, è quello che riguarda le firme necessarie per proporre un referendum abrogativo: la modifica dell articolo 75 le ha fatte salire da 500 mila a 800 mila. Aumento giustificato dall incremento della Il Congo è incluso dalla Banca Mondiale tra le 10 economie più dinamiche dell Africa. Nel Paese il settore petrolifero pesa per il 75% sulle entrate di bilancio. L Italia è partner storico del paese africano e si colloca come secondo partner europeo dopo la Francia anche in virtù della presenza Il futuro di Palazzo Madama SINDACI* CONSIGLIERI REGIONALI* DI NOMINA PRESIDENZIALE** *In carica fino al rinnovo delle assemblee territoriali Il totale dei membri della nuova camera alta: ora sono 315 più i senatori a vita La riforma del titolo V La riforma del titolo V prevede l'eliminazione delle materie concorrenti tra Stato e Regioni Saranno di competenza esclusiva dello Stato: il sistema nazionale l'ordinamento scolastico; della protezione l'università e la ricerca; civile 2 Le tappe La prima approvazione entro il 10 agosto 1 popolazione, rispetto al 1945, ma criticato da più parti. Questa soglia potrebbe scendere ora a 700 o 750 mila. Mentre rimarrebbe invariato il «quorum mobile»: il referendum sarebbe valido con la metà più uno dei votanti delle ultime Il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi ha detto che confida di chiudere le votazioni in aula sulla riforma del Senato «qualche giorno prima del 10 agosto». Il governo, ha aggiunto il ministro, si concederà poi una settimana di pausa a Ferragosto. Poi, di nuovo al lavoro di lunga data dell Eni oltre a quella di 750 connazionali e di altre imprese che operano soprattutto nei settori dell ingegneria, delle costruzioni e dei servizi. Complessivamente l interscambio commerciale tra l Italia e il Congo ammonta a circa 420 milioni di euro ne Dopo il Congo, Angola, il lavoro; il governo del territorio 3 **Questi 5 senatori vengono nominati dal capo dello Stato e restano in carica per 7 anni la produzione, il trasporto e la distribuzione nazionale dell'energia; le grandi reti di trasporto Il viaggio Dopo il Mozambico, ieri tappa in Congo dove l Eni ha firmato un accordo di cooperazione Export e energia, le ragioni della missione in Africa Il capo del governo: qui stiamo facendo un lavoro faticoso, ma strategico Applausi elezioni (considerando il 70 per cento, sarebbe il 35 più uno, riducendo così il potere di veto degli astensionisti). Infine, un tema caro al Nuovo centrodestra, cioè la riduzione del potere di veto del Senato sulle leggi di bilancio. Il sì definitivo è atteso nel Dopo la prima approvazione, il testo sulle riforme dovrà subire un secondo passaggio alla Camera e al Senato, a non meno di tre mesi di distanza. Il premier Matteo Renzi ha annunciato che il pacchetto dovrà essere approvato nei primi mesi del 2015 Il presidente del Consiglio Matteo Renzi con il presidente della Repubblica del Congo Denis Sassou Nguesso durante la visita a Brazzaville (Afp) Renzi non vuole freni alle riforme: «Il regolamento del Senato parla chiaro e credo che ci siano le condizioni per un intervento che rispetti le regole e consenta un dibattito serio». Nessun autoritarismo, perché è improbabile che venga usata la cosiddetta «ghigliottina» nelle prime due settimane, con sedute che arriveranno fino alle 22. Ma dopo i 15 giorni, è possibile che la presidenza del Senato accetti un contingentamento dei tempi. Si comincia stamattina con gli ultimi interventi della discussione, le repliche dei relatori e del ministro Boschi. Dal vicecapogruppo Claudio Martini si attendono aperture sul Titolo V, che potrebbero far rientrare la Lega tra i favorevoli alle riforme. Alessandro Trocino ultima tappa del tour del premier. Renzi è arrivato a Luanda ieri sera e, insieme al viceministro Carlo Calenda e agli imprenditori ha un programma molto serrato per la giornata di oggi che inizierà con un incontro con imprenditori locali e italiani. Già, perché in Mozambico, come nel Congo e in Angola, il presidente del Consiglio non é andato solo per mandare avanti la sua strategia energetica, ma anche per un altro motivo, La delegazione Tra gli imprenditori gli amministratori di Eni e Finmeccanica che ha spiegato lui stesso nel corso di una conferenza stampa che ha tenuto, ieri sera, appena arrivato a Luanda. Un altro cavallo di battaglia del premier é infatti l export, su cui il governo italiano punta molto per la ripresa del Paese: «Nei mille giorni che ci siamo dati per attuare il nostro programma ha spiegato Renzi prevediamo un aumento di un punto di Pil solo lavorando sull export».

7 Corriere della Sera Lunedì 21 Luglio 2014 italia: Primo Piano 7 # I nodi IL REFERENDUM Le sottoscrizioni necessarie per presentare i quesiti diventano 800 mila (contro le attuali 500 mila). Il quorum sarà abbassato IL BILANCIO DELLO STATO Il nuovo Senato non voterà il bilancio dello Stato. Ma su questo punto c è chi chiede maggiori poteri per l Aula L ELEZIONE DEL CAPO DELLO STATO Il presidente della Repubblica sarà eletto da deputati (630) e senatori (100). Ma è possibile che tra i grandi elettori siano inseriti anche gli eurodeputati La polemica CORRIERE DELLA SERA E Pelù torna all attacco del premier Piero Pelù torna all attacco di Matteo Renzi. Dopo l intervento sul palco del concertone del Primo Maggio, il rocker ha rilanciato la polemica contro il presidente del Consiglio al festival Collisioni di Barolo, nelle Langhe, dove ha presentato la sua autobiografia Identikit di un ribelle. Quello di Renzi, secondo Pelù, è «un pensiero unico». In piazza San Giovanni, il leader dei Litfiba era stato ancora più duro, attaccando il premier «boy scout» praticamente su tutto, dagli F35 al bonus di 80 euro, definito «elemosina», scatenando una vasta polemica in rete e la reazione compatta del Partito democratico. L intervista Il ministro: chiariamoci anche sul Carroccio, vogliono seguire la linea dello sfascio indicata da Salvini? Lupi: ma Forza Italia rinunci ai denigratori «Ci sono politici e opinionisti di quell area il cui obiettivo è soltanto quello di attaccarci» MILANO La mette così: «Per dialogare bisogna che Forza Italia abbandoni le posizioni estremiste». Il ministro Maurizio Lupi pensa «ai personaggi, politici o opinionisti del giornale di famiglia, che sembrano avere come unico obiettivo e pensiero fisso quello di insultare e denigrare il Nuovo Centrodestra». Ma si riferisce anche alle dichiarazioni del segretario leghista Matteo Salvini: «Vada avanti così, predicando la rivolta al governo, all euro, agli immigrati, e si troverà da solo». Andiamo con ordine, ministro. La sentenza di assoluzione per Silvio Berlusconi agevola il vostro percorso di riavvicinamento a FI? «Ciò che ci aveva diviso non erano certo le questioni giudiziarie e vent anni di battaglie contro l uso politico della giustizia. La rottura è nata sul fatto che per noi viene prima l Italia di Forza Italia». Quindi, non cambia nulla? «La sentenza ci conforta da un punto di vista umano e politico, e ci conferma che la nostra richiesta di una riforma della giustizia era corretta e ben posta. Il tema però è sempre lo stesso: abbiamo perso 10 milioni di voti e se 10 milioni di elettori ci voltano le spalle significa che non abbiamo saputo cambiare con coraggio l Italia. Il dialogo parte da qui». Quindi, su questa base si può ragionare? «Certamente sì. I moderati vogliono essere protagonisti del cambiamento del Paese o essere ininfluenti? Forza Italia è la faccia buona di Giovanni Toti o gli insulti gratuiti di alcuni suoi colleghi di partito, preoccupati solo di vedere Ncd annientato? Noi non intendiamo tornare a casa o peggio tornare all ovile ma costruire una nuova grande coalizione popolare di centrodestra». Toti è il leader, in questa fase. «E quindi deve dirci se sta con gli estremismi della Lega e con alcuni del suo partito». Ma lei con Toti parla? Vi confrontate? «Sì. E non solo con lui. Il nostro obiettivo non è recuperare i 10 milioni di voti con una nuova edizione di una La faccia buona Il partito è rappresentato dalla faccia buona di Giovanni Toti o da quella di chi ci insulta? Il retroscena Il progetto: federare i partiti e primarie di coalizione. Pranzo in settimana È disgelo tra Berlusconi e Alfano «Ora riunire il centrodestra» Telefonata tra i leader. «Angelino, smettiamola di litigare» ROMA «Angelino, adesso è arrivata l ora di smetterla di litigare. Gli italiani sono stanchi di tutto questo. Dobbiamo metterci a lavorare per riunificare il centrodestra». E l altro, di rimando: «Presidente, l affetto da parte nostra nei suoi confronti è rimasto immutato. E la sua assoluzione chiude anni di sofferenza che io, per esserle stato vicino, conosco benissimo». Il «contatto» alla fine c è stato. E che contatto. Poco prima delle otto di ieri sera, dopo aver guardato in televisione all amichevole Monza-Milan, Silvio Berlusconi ha alzato il telefono e ha chiesto al centralinista di Arcore: «Per favore, chiamatemi Angelino Alfano». E la telefonata tra l ex premier e il suo ex delfino che non si sentivano direttamente da mesi ha avuto luogo. Il nome del ministro dell Interno era nella lunghissima lista di «telefonate in entrata» a cui l ex Cavaliere non aveva ancora risposto. Ieri sera però, poco prima che i cancelli di Villa San Martino si aprissero per far entrare la vettura con a bordo Adriano Galliani e Filippo Inzaghi (il vertice sul Milan ha sostituito in extremis la cena politica), il leader di Forza Italia che ha trascorso la domenica con la compagna Francesca Pascale e i figli ha raccolto il segnale di distensione da parte del presidente del Nuovo Centrodestra. E ne ha lanciato uno a sua volta. «Basta litigare, gli italiani sono stanchi, adesso lavoriamo per riunire i moderati», ha scandito Berlusconi. «Il nostro affetto nei suoi confronti è rimasto immutato», gli ha risposto Alfano. È il primo mattone del cantiere della ricomposizione del centrodestra. La prima pietra sulla ricostruzione di una «federazione di partiti» di cui Forza Italia vecchia foto, magari ritoccata, ma costruire insieme una forte alternativa a Renzi e alla sua sinistra. Per questo ci rivolgiamo innanzitutto a chi sta lavorando con noi in questo governo, avendo accettato la sfida concreta e il coraggio del cambiamento anziché la rabbia di chi urla allo sfascio, penso all Udc, a un pezzo di Scelta Civica e a tanti moderati rimasti un po senza casa. Noi oggi siamo la possibilità che il cambiamento non avvenga con l egemonia della sinistra». Che condizioni ponete? «Vogliamo che si prosegua sulla strada delle riforme e che si parta dalla legge elettorale e dalle preferenze. Non accettiamo si giochi ad alzare lo sbarramento per tagliarci fuori: chi prende un milione e 200 mila voti ha titolo per essere presente in Parlamento. E poi dobbiamo capirci sulla Lega». In che senso? «Forza Italia vuole seguire la linea, legittima, che il segretario Salvini ha indicato ancora oggi a conclusione del congresso (ieri, ndr)? Forza Italia condivide la linea dello sfascio del Paese e dei rapporti con l Europa sostenuta dal leader del Carroccio, ormai più vicino alla Le Pen che a Berlusconi?». La strada Il nostro obiettivo non è tornare a casa o, peggio, nell ovile, ma fare una grande coalizione e il Nuovo Centrodestra dovrebbero essere il motore a cui Berlusconi pensa dalla notte del 25 maggio, giorno del successo del Pd di Matteo Renzi alle Europee. Il cruccio, nel frattempo, s è fatto assillo. E, dopo l assoluzione nel processo Ruby, la teoria si sta per trasformare in pratica. Il piano che ha in testa l ex Cavaliere è ambizioso. Prevede l avvio di «un percorso costituente» che riunisca i partiti della diaspora del centrodestra in una «federazione». Con una road map che per adesso sarebbe solo abbozzata. E che prevede la formazione di «una consulta La risposta dell ex delfino «L affetto nei suoi confronti è rimasto immutato. La sua assoluzione chiude anni di sofferenza che io conosco bene» dei partiti» (da FI a Ncd, passando per Fratelli d Italia e la Lega), la stesura di una dichiarazione di intenti, l abbozzo di un programma e la certificazione che ci saranno alla fine del percorso le «primarie di coalizione» per scegliere il candidato premier. Senza dimenticare la maxi tornata di regionali che si svolgerà in mezza Italia da novembre (Calabria ed Emilia Romagna) alla primavera prossima (Campania, Puglia, Umbria, Marche, Veneto...), dove il «fronte moderato» punta a presentarsi unito scegliendo i candidati con «una consultazione aperta». Con le primarie, insomma. Ma il riavvicinamento tra Forza Italia e il Nuovo Centrodestra è un percorso in cui anche i «riti simbolici» avranno un Chi è Gli esordi Maurizio Lupi, 54 anni, milanese, è ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. Attivista di Comunione e liberazione fin da giovane, si laurea in Scienze Politiche alla Cattolica; giornalista pubblicista, negli anni 80 è ad del settimanale Il Sabato. Dal 1994 al 2013 amministra Fiera Milano Congressi L impegno in politica Nel 1993 viene eletto consigliere comunale della Dc a Milano. Dal 1997 al 2001 è assessore allo Sviluppo del territorio nella giunta Albertini. Nel 2001 è deputato di FI, nel 2008, vicepresidente della Camera. L anno scorso, l allora premier Enrico Letta gli affida la poltrona di ministro ai Trasporti. Quando Berlusconi rifonda Forza Italia, Lupi segue Alfano nelle file di Ncd ruolo decisivo. Come potrebbe averlo il pranzo che Berlusconi e Alfano potrebbero mettere in agenda già per questa settimana. Tra i berlusconiani si parla della data del 24 luglio, giovedì, fra tre giorni. Ma, avrebbero convenuto l ex premier e il titolare del Viminale alla fine della telefonata di ieri sera, «risentiamoci martedì (e cioè domani, ndr) e decidiamo come fare». Ha fretta di riunire tutti i moderati, Berlusconi. Ed è tutt altro che intenzionato a inserire la «clausola dell uscita dal governo» nel menù del dialogo con Alfano. Come ha spiegato benissimo a un amico Giovanni Toti, «se Angelino rimane al governo, noi adesso siamo molto più contenti». Al contrario, «se Ncd si staccasse dalla maggioranza renziana, saremmo nei guai». Soprattutto, è il sottotesto, per il verosimile precipitare di una legislatura che in questo momento, in caso di elezioni anticipate, sondaggi alla mano premierebbe Renzi. E così, minuto dopo minuto, ora dopo ora, è da venerdì che Berlusconi non smette di stare al telefono per riannodare i fili di quel centrodestra che pareva defunto. Ha parlato molte volte con Nunzia De Girolamo, ambasciatrice alfaniana presso i forzisti della cerchia ristretta e viceversa). E ieri ha risposto anche alle telefonate di qualche «vecchio amico» che negli ultimi mesi ha lasciato gli azzurri per trasferirsi nel Ncd. Come Paolo Bonaiuti e Fabrizio Cicchitto, tanto per fare due esempi. In attesa del faccia a faccia di domani con Raffaele Fitto, durante il quale l ex Cavaliere prevede di «far tornare finalmente il sereno anche dentro Forza Italia». Tommaso Labate È preoccupato dalla deriva di destra che potrebbe prendere il centro? «Io la vedo così: se vuoi allearti anche a forze estremiste, devi avere un centro molto, molto forte. Questa è la missione che deve darsi un nuovo grande partito popolare che possa riunificare i moderati e recuperare il consenso perduto». Cosa pensa della politica di Salvini? Perché sostiene che rischia di isolarsi? «Perché non puoi annunciare la guerra allo Stato, inneggiare alla disobbedienza fiscale e allo sfascio. I cittadini chiedono soluzioni ai loro problemi e la soluzione non è questa. Del resto, Salvini lo sa bene e infatti con loro governiamo in due grandi e importanti regioni, come la Lombardia e il Veneto. E governare significa usare buon senso, essere responsabili, occuparsi dei bisogni quotidiani della gente. Non distruggere le macchine del Pos...». Tornando alle prove di riunificazione, quale sarà il prossimo banco di prova? «Quello elettorale, sono le regionali del prossimo marzo. Mi auguro che entro allora, ma nulla è scontato, avremo trovato la strada per costruire un area e una proposta politica e programmatica fortemente alternativa a Matteo Renzi». Elisabetta Soglio I rapporti Nel Pdl Le tensioni falchi-colombe ai tempi di Letta Nell aprile 2013, il Pdl decide di sostenere il governo guidato da Enrico Letta (Pd). Gli azzurri hanno cinque membri nell esecutivo: Angelino Alfano Maurizio Lupi, Gaetano Quagliariello, Beatrice Lorenzin e Nunzia De Girolamo. In estate si accentua nel Pdl la frattura tra falchi (ostili al governo) e colombe (filogovernativi) Il no a FI Lo strappo di Alfano, la nascita di Ncd Per tutta l estate del 2013 i falchi del Pdl, guidati da Daniela Santanchè e Denis Verdini, lavorano alla rinascita di FI e premono per uscire dal governo. Alfano si chiama fuori dal progetto: fonda un partito autonomo, il Nuovo centrodestra, e resta al governo assieme agli altri ministri in carica Gli attriti L ok a Renzi e le stoccate dell ex Cavaliere Da subito, i rapporti tra FI e Ncd si dimostrano molto tesi. E quando, lo scorso febbraio, Letta si dimette e Renzi diventa premier, Ncd conferma l intenzione di restare al governo, con FI all opposizione. «Alfano non ha il quid della gratitudine», dice a maggio Berlusconi Il disgelo I contatti e la mano tesa dell azzurro Toti In maniera più o meno informale, i tentativi di ricomporre il dissidio non si sono mai arrestati. Due giorni fa, dopo l assoluzione di Berlusconi sul caso Ruby, Giovanni Toti, consigliere politico dell ex Cavaliere, ha teso la mano agli alfaniani: «Ora la riunificazione tra FI e Ncd è più vicina»

8 italia: Lunedì 21 Luglio 2014 Corriere della Sera 8 Primo Piano # Il Parlamento Le scelte 5 Stelle, balletto sulla trattativa Altre domande al Pd (via blog) Currò: ora un congresso e vediamo se Casaleggio ha i voti ROMA Contrordine, si cambia ancora. Dopo lo stop al tavolo, i 5 Stelle ci ripensano un altra volta. Venerdì il blog aveva scritto: «Non c è più tempo». Ieri sera, un nuovo post ha concesso un extra bonus al Pd. Matteo Renzi passa con tanto di fotomontaggio (non si sa se è una promozione) dalla qualifica di bradipo a quella di gasteropode (mollusco). Il post-comunicato è firmato dai 4 della delegazione (Luigi Di Maio in testa), ma anche da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio (a differenza dell ultimo che era firmato solo dai quattro). Il rilancio mette nero su bianco 6 punti dettagliati, con paletti ancora più rigidi rispetto al passato e conclude: «Torneremo al tavolo non appena avrete risposto». Sarcastica la risposta del Pd, affidata a Pina Picierno: «Oggi è giorno pari. Grillo ha voglia di dialogare. Astenersi commentatori fino a domani: cambierà idea di nuovo. Poi martedì sarà in vena di dialogo: speriamo di azzeccare il giorno giusto». Un colpo di scena che suscita sconcerto tra i parlamentari a 5 Stelle (che non ne sapevano nulla) e che disorienta il gruppo, già frastornato. La brusca sterzata di venerdì aveva costretto a un altrettanto brusco riallineamento Il tweet «Lo sbarco sulla luna? Una farsa» Luigi Di Maio, che aveva puntato sulla trattativa. E aveva spaccato il Movimento: con i falchi ringalluzziti e i dissidenti sempre più irrequieti. Ora la correzione di rotta, perché la rottura non era stata ben digerita da tutti. Nel comunicato si dice di non volere più «spettacoli inconcludenti», come l ultimo streaming e di volere «trasparenza e serietà». Si chiede un premio di maggioranza «ma compatibile con i paletti della Consulta»; si considera il doppio turno (sul quale c era stata un apertura) «un elemento distorsivo accettabile solo per le amministrative»; si chiede una soglia minima per il premio di maggioranza; si ribadisce il sì alle preferenze e il no alle soglie di sbarramento. Nel Movimento è il caos. Nei giorni scorsi Grillo aveva spiegato di volersi ritagliare il ruolo di «motivatore», lasciando a Casaleggio il compito di guida politica. Il leader carismatico da settembre sarà a Roma ogni settimana per incontrare i parlamentari. Un ruolo maldigerito da molti 5 Stelle, non solo dissidenti. Di Maio sabato aveva spiegato che «Grillo e Casaleggio conteranno sempre meno». Dichiarazione ardita, che sembrava più un tentativo di dimostrare autonomia, dopo la sconfessione, che l annuncio di un cambiamento. E infatti ieri è arrivato il Il deputato del M5s Carlo Sibilia dubita dello sbarco dell uomo sulla luna. Il tweet ha ricevuto commenti sarcastici ma anche apprezzamenti comunicato a firma congiunta. Smarriti i «talebani», che avevano rialzato la testa. Alessandro Di Battista proprio ieri aveva parlato di «piduisti» lanciando il grido di battaglia: «Resistere!». Inviperiti i dissidenti. Tra loro un Tommaso Currò durissimo: «Il tavolo è stato gestito male sin dall inizio. Dopo aver preso a pesci in faccia il Pd per un anno, non ci si può sedere pretendendo di comandare. Lo streaming era solo un giochino da ganzi, per chi ce l ha più lungo, un operazione poco seria: la politica non si fa davanti alle telecamere». Currò lancia un idea, condivisa da alcuni colleghi: «Diventiamo un partito vero, visto che di fatto lo siamo: apriamo una fase costituente e facciamo un Congresso. Grillo faccia il presidente, così vediamo se fa sul serio quando dice che è un garante. E Casaleggio, se vuole fare il capo, si candidi a segretario: vediamo se ha i voti». Currò non si sente isolato: «Sono in tanti a pensarla come me. Il malcontento cresce. Non si capisce perché alcune materie vengano sottoposte al web e altre no. E comunque della Rete si fa un uso scorretto, la si manipola. È un gioco. E una fregatura». Alessandro Trocino Le evoluzioni Tra appelli e attacchi al premier 1 3 Nel giro di una settimana, sul blog di Beppe Grillo si sono intensificati i post indirizzati al premier Matteo Renzi. Argomento: le riforme. Il 14 luglio (1), Renzi viene definito «il bradipo fiorentino». E Grillo lo incalza: «Aspettiamo una risposta nelle prossime 24 ore». Il 19 luglio (2), dopo il faccia a faccia con il premier, la delegazione del M5s scrive: «Ci dispiace per il Pd ma non c è più tempo». Il terzo post (3), firmato da Grillo e Casaleggio viene pubblicato la notte del 19 luglio e annuncia l intenzione di sottoporre le riforme al voto online dei militanti. Ieri il post (4) con cui il M5S presenta a Renzi 6 proposte 2 4 Il caso La riforma prevede il taglio dello stipendio dei parlamentari, non degli assistenti. E i consiglieri regionali si stanno organizzando I futuri senatori già pensano ai loro portaborse MILANO Una volta li chiamavano portaborse. Il bilancio del Senato li inquadra con un espressione più neutra: «Personale delle segreterie particolari». Tutti assunti a tempo determinato e legati ai senatori da un rapporto fiduciario. Sul loro numero esatto, il mistero è assoluto (in passato, un indagine dell Ispettorato del lavoro portò alla luce un vasto sottobosco di lavoratori in nero). Si sa però quanto sono costati gli stipendi dei «collaboratori» nel 2013: 12 milioni e 150 mila euro. È una delle voci di spesa contenute nel bilancio del Senato: una torta da 541,5 milioni di euro. L esborso è articolato in decine di rivoli: dagli stipendi ai vitalizi, dalla rappresentanza al personale ai servizi informatici. Un flusso che la spending review collegata alla riforma del Senato certamente ridurrà ma non riuscirà a prosciugare di colpo. «L unica certezza è che con la riforma spariranno gli stipendi dei senatori», dicono negli uffici di palazzo Madama. La nuova Aula sarà infatti composta da 95 tra sindaci e La riforma Dalla Lega al Pd, i consiglieri regionali chiedono che siano confermati i «collaboratori»: «A Roma ci servirà una mano» consiglieri regionali (più 5 membri nominati dal Colle) che non prenderanno alcuna indennità aggiuntiva. E già questo comporterà un risparmio annuale di 80 milioni e 151 mila euro. Fin qui tutto bene. È sul resto che le certezze svaniscono. Perché, pur senza stipendio, i futuri senatori avranno comunque bisogno di alcune figure di supporto. Difficile dunque che spariscano dal bilancio annuale le spese attualmente previste per i portaborse (i 12,1 milioni di euro di cui sopra), le consulenze (2,2 milioni) e l attività dei gruppi parlamentari (21 milioni e 350 mila euro, in parte destinati ad altri contratti a termine). Questa, almeno, è l aria che tira tra gli addetti ai lavori. Ne è convinta anche Valentina Tonti, specializzata in gostwriting, vicepresidente dell associazione Collaboratori parlamentari che da tempo si battono per essere contrattualizzati dall istituzione Senato (sul modello dell Ue) e non dagli eletti: «Visto che i futuri senatori non lavoreranno a Roma a tempo pieno dice Tonti credo proprio che avranno necessità di qualcuno che segua per conto loro i lavori dell Aula». Una richiesta condivisa anche dai consiglieri regionali, ai quali la riforma assegnerà il ruolo aggiuntivo di senatore. Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega Nord alla Regione Lombardia, ne fa una questione di efficienza: «Il doppio incarico sarà impegnativo: andare a Roma, viaggiare... Per questo sarà importante avere qualcuno che ci possa dare una mano ai gruppi». Idem la capogruppo pd dell Emilia-Romagna Anna Pariani: «Ancora è prematuro parlarne, ma credo che qualche collaboratore ci sarà utile, altrimenti l istituzione non riuscirà a funzionare bene». Il consigliere dem siciliano Giuseppe Lupo suggerisce piuttosto di utilizzare al meglio gli assunti a tempo indeterminato di palazzo Madama: «Anche perché al Senato ci andremo di tanto in tanto». Già, gli assunti a tempo determinato. In Senato sono un esercito di 829 persone (da non confondere con i portaborse): segretari, stenografi, assistenti e coadiutori. Nel 2013 sono costati 130,8 milioni di euro. Un altra voce che non potrà di euro spesi nel 2013 per gli stipendi dei 12,1milioni portaborse sparire. Così come, naturalmente, saranno confermate le pensioni degli ex dipendenti: ogni anno 115 milioni e 200 mila euro. E i vitalizi concessi agli ex senatori: 82 milioni di euro. Pierpaolo Velonà ESCLUSIVA TURBANITALIA CROCIERE IN TURCHIA TURCHIA INDACO & ACQUAMARINA PLUS 8 giorni / 7 notti in pensione completa. Voli Pegasus Airlines via Istanbul da Bergamo, Roma Fco e Bologna Due itinerari unici lungo il tratto più suggestivo della costa della Turchia con una combinazione perfetta tra natura e cultura, baie e golfi, porti animati e siti archeologici con barca di categoria superiore. Spazi ampi a bordo Cambusa più ricca con due cene barbecue e due cene di pesce Cena di pesce in ristorante sul mare 4 persone di Equipaggio Teli mare omaggio Set da bagno Servizi con box doccia e aria condizionata. 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9 Corriere della Sera Lunedì 21 Luglio 2014 italia: Primo Piano 9 Il Parlamento Le scelte Salvini avverte: la nuova Lega corre da sola Il leader contro il patto Renzi-Berlusconi: le alleanze non si fanno sulle sentenze DAL NOSTRO INVIATO PADOVA All applauso caldo dei 400 delegati ha risposto immortalandoli dal palco con l ipad. A suo agio, padrone di un condominio politico dove i rapporti di vicinato spesso hanno fatto scintille. L undicesimo congresso federale nella storia della Lega Nord è sbarcato ieri per la prima volta in Veneto (a Padova, ex Stalingrado conquistata alle ultime amministrative da Massimo Bitonci) e Matteo Salvini, 41 anni, di cui 24 vissuti all ombra del Carroccio, ha messo i suoi sigilli sulla creatura che fu di Bossi, dando uno stop alle polemiche interne («Non possiamo permettercele») e ottenendo da Flavio Tosi parole concilianti («Io sono leale, anche se non si deve essere soldatini» ha puntualizzato il sindaco di Verona e segretario della Liga), indizi di una tregua che vedremo quanto durerà. Congresso di lotta (fiscale soprattutto) e orgoglio (con l indipendenza sempre sullo sfondo). Sarà per quell inaspettato 6,2% conquistato alle Europee, sarà per le macerie che deturpano il campo del centrodestra, sarà perché l onda d urto renziana sconsiglia liti intestine, fatto sta che il segretario federale è entrato da padrone, per uscirne «da leader indiscusso» (parole del governatore veneto Luca Zaia), da un congresso nel quale il Carroccio ha rivendicato il ruolo di «unica alternativa alla sfiducia del Paese», bollato come «pericoloso e antidemocratico fino al midollo» il premier Renzi, rilanciato la guerra all euro e consegnato a Salvini con la quasi unanimità dei delegati (un solo contrario) le chiavi Coppia Salvini con la compagna Giulia Martinelli al centro di una polemica per l assunzione alla Regione Lombardia (Cavicchi) della segreteria fino al 15 dicembre del Una Lega che non cerca compagni di viaggio. Per la verità, anzi, neanche li vede: «Il centrodestra oggi non esiste, è una categoria dello spirito», ha affondato Salvini, mettendo in chiaro che non esistono alleanze «nello stile ammucchiata» con chi «va a braccetto con Renzi sulle riforme e in Europa con la Merkel». A Giovanni Toti, consigliere politico di Forza Italia, secondo il quale «o la Lega dialoga con noi o resterà marginale», il segretario federale ha risposto secco: «Non torno alle sommatorie di partito: o c è un progetto comune o resto marginale, ma con qualche milione di voti». Risposta che sembra per ora azzerare l eventualità di primarie nel centrodestra con conseguente rischio di scontri nel Carroccio tra Tosi (vicino a Maroni) e lo stesso Salvini. Anche sulla recente assoluzione di Berlusconi, il segretario leghista non ha concesso molto: «Ne sono umanamente felice, ma le alleanze non si fanno in base alle sentenze», ha affermato, sottolineando poi («Ma sarà una coincidenza astrale») come sia Berlusconi sul caso Ruby che il figlio Pier Silvio (caso Mediatrade) abbiano ottenuto pronunciamenti favorevoli da parte della magistratura «dopo aver manifestato una certa accondiscendenza nei confronti di Renzi». Ma più che le alchimie, è una proposta forte quella che Salvini voleva consegnare ai delegati e l ha trovata in una sorta di grande serrata nazionale «da far saltare per aria lo Stato». La data sarebbe quella del 14 novembre prossimo: «Pensate cosa succederebbe se da Nord a Sud, tutti coloro che producono lavoro e sono perseguitati da Equitalia dicessero basta, oggi non pago, non apro il negozio, non faccio scontrini». Per ora è La rivolta fiscale In programma una serrata nazionale contro Equitalia, fissata per il prossimo 14 novembre solo un idea, ma Salvini ci punta: «Sarà una rivoluzione fiscale dopo la quale proporremo un aliquota fiscale del 20% per tutti». Altro obiettivo, portare al Sud il verbo padano («La Lega può essere un punto di riferimento»), ma su questo Umberto Bossi ha frenato dal palco: «È bene che ognuno guardi in casa propria». Infine il governatore Maroni, con la testa all Expo e all avviso di garanzia che l ha raggiunto. Uno sfogo, il suo: «Sono trasparente come l acqua, ma incazzato: facciano le stesse indagini sui viaggi di Renzi e della Kyenge, poi ridiamo. La verità è che Lombardia e Veneto sono gli ultimi presidi di democrazia». Francesco Alberti Il caso Dal Veneto all Emilia. Bonaccini: strumento formidabile, ma se dal territorio emerge un nome forte non servono I «dem» e la scelta dei candidati: in bilico il totem delle primarie L investitura Il congresso conferma il segretario fino al 2016 con un solo voto contrario Zaia: è il capo indiscusso MILANO «Gli italiani che sono andati a votare non ci hanno dato soltanto due euro, ma l idea che si possa ancora credere nella cosa pubblica». Matteo Renzi è appena stato eletto segretario del Pd, la sera dell 8 dicembre 2013, e innanzitutto ringrazia, oltre agli elettori, lo strumento: e cioè le primarie. Il voto per selezionare la classe dirigente del centrosinistra ha vissuto periodi di scintillante popolarità lo stesso presidente del Consiglio senza primarie non sarebbe diventato, da outsider, sindaco di Firenze né segretario del Pd e momenti di caos e polemiche (come a Reggio Calabria, Modena e Reggio Emilia, per non parlare di Napoli nel 2011, affluenza record e poi voto annullato tra sospetti di brogli e infiltrazioni camorristiche). In questo periodo dello strumento si torna a discutere: il Pd ragiona se usarle oppure no in Emilia-Romagna per il dopo Errani (probabile voto a novembre) e anche in Veneto (elezioni nel 2015) non è ancora certo che lo sfidante del centrodestra venga scelto da una consultazione popolare. Il caso di scuola in questo momento è il Piemonte: si è votato a maggio e nel Pd, di fronte all ipotesi che si candidasse Sergio Chiamparino, non ci hanno pensato un minuto: niente primarie e dritti alle Regionali, vincendo. In Sardegna a febbraio andò in un modo ancora diverso: le primarie si fecero, le vinse Francesca Barracciu che poi fu coinvolta nell inchiesta sulle spese del Consiglio regionale. Il Pd a guida Renzi le chiese un passo indietro, cambiò candidato e vinse le elezioni con il professor Pìgliaru. Il responsabile Enti locali della segreteria Renzi, Stefano Bonaccini, ha il dossier-regionali sul tavolo e premette: «Delle primarie non abbiamo paura, lo strumento è formidabile». Bonaccini, che è anche segretario in Emilia-Romagna, spiega la sua regola: I casi Emilia-Romagna, un nome per il dopo Errani 1In Emilia-Romagna si voterà per le Regionali in autunno dopo le dimissioni per una condanna del presidente Vasco Errani. Il Pd regionale ha istituito un comitato per le primarie e iniziato le consultazioni con gli altri partiti del centrosinistra «Le primarie sono nel nostro dna, ci si attrezza per farle sempre: dopodiché se dal territorio emerge una personalità forte, non c è bisogno che venga indicata da Roma, si impone da sola». Ecco il caso in cui le primarie si possono anche non fare. Il codice Chiamparino, si potrebbe dire. «Ma anche Serracchiani in Friuli o Zingaretti nel Lazio», aggiunge Bonaccini: «Con figure così non c è stato bisogno». La «regola» di Bonaccini vale anche per l Emilia e il Veneto «ma ora è presto per parlarne: in Abruzzo, per fare un esempio, Luciano D Alfonso ha fatto le primarie e poi ha vinto, in Piemonte La sfida in Veneto dopo anni di sconfitte Governatori 2In Veneto le elezioni regionali saranno nella primavera del Il centrosinistra sfida il governatore uscente leghista Luca Zaia a capo di una giunta di centrodestra. Il Pd è risultato il primo partito della regione alle scorse elezioni europee Il presidente del Veneto Luca Zaia (a sinistra) e quello lombardo Roberto Maroni (a destra) durante il congresso della Lega. Il mandato del primo scade nel 2015, quello del secondo nel 2018 (Newpress) Chiamparino non le ha fatte e poi ha vinto: e non è che in Piemonte conclude hanno festeggiato di meno». In Veneto l anno prossimo il Pd si gioca la partita della vita: sconfitto (e duramente) per vent anni dal centrodestra, stavolta, visti anche i risultati eccellenti delle Europee, ha una grande chance: «Le primarie sono la cosa più normale risponde il segretario regionale Roger De Menech ma se da qui all autunno si trovasse un Messi... possiamo pensarci». Che il Messi del Pd in Veneto possa essere Alessandra Moretti, parlamentare vicentina, ex portavoce di Bersani e capolista con Renzi alle Europee(oltre 230 mila preferenze), il segretario ora non lo dice: «Per non fare le primarie ci vogliono le stesse condizioni del Piemonte, altrimenti sempre meglio farle: in passato ogni volta che non le abbiamo fatte, abbiamo sbagliato». E chissà cosa faranno i democratici a La corsa in Puglia per succedere a Vendola 3Si vota nel 2015 anche in Puglia. Nel centrosinistra è iniziata la corsa per la successione a Nichi Vendola. In corsa alle primarie del 30 novembre ci sono per ora l ex sindaco pd di Bari Michele Emiliano e il senatore di Sel Dario Stefàno Venezia per il dopo-orsoni: primarie oppure tutti con il senatore Felice Casson, uno dei (pochi) oppositori di Renzi a Roma ma nome «forte» in città? Le primarie su scala nazionale sono state usate per la prima volta il 16 ottobre 2005 per decidere il candidato premier dell Unione. Il professor Stefano Ceccanti, costituzionalista e senatore pd, fu uno dei garanti di quel voto a cui parteciparono oltre 4 milioni di persone: «Per me lo strumento è ancora integro. Possono esserci due sole eccezioni: quando il centrosinistra ha un uscente con grande seguito (che sia sindaco, governatore o premier) oppure quando c è una candidato così forte che si impone». Ma chi lo decide che è «così forte»? «Se nessuno lo sfida, allora si possono non fare» risponde Ivan Scalfarotto, attuale sottosegretario alle Riforme, che, giovane e sconosciuto, si buttò comunque tra Prodi e Bertinotti in quella consultazione del «Io sono un tifoso delle primarie, ma non un fanatico, come tutti gli strumenti va usato con il cervello». In attesa di sapere come andrà in Veneto e in Emilia (mentre in Puglia è sicuro che si faranno) «le primarie conclude Ceccanti restano il metodo migliore per selezionare una classe dirigente; se le sceglie anche il centrodestra, potrebbero a quel punto essere regolamentate per legge. Conviene anche a loro. Altrimenti che alternativa hanno per trovare un nuovo leader? La soluzione dinastica mi sembra un po debole». Massimo Rebotti Il leader radicale Pannella, stop allo sciopero: sospettano un tumore ROMA Marco Pannella ieri pomeriggio ha sospeso lo sciopero della fame e della sete. Forse nemmeno il leader radicale ha tenuto il conto di quanti scioperi sta facendo per protestare contro la situazione delle carceri italiane. Il suo fisico sì, però. E questa volta sono stati i medici ad implorare Pannella di soprassedere alla sua protesta pacifica. Questa volta è stata una biopsia ai polmoni a far suonare un campanello d allarme, violento e pericoloso. «L ipotesi è che si tratti di un fatto tumorale», ha spiegato lo stesso leader radicale dai microfoni della sua radio. E ha aggiunto: «Tutti sanno che quando si parla di tumori c è una gamma articolata e diversa di fenomeni, si tratta ora di capire quale. Per avere i risultati della biopsia serviranno novedieci giorni». Lui però ha accettato di sospendere soltanto per trentasei ore il suo Satyagraha, la sua protesta pacifica di astensione dal cibo e dai liquidi. «Ho fiducia in Claudio Santini, il medico della clinica dove sono stato ricoverato. Quindi sospendo, però non smetto» ha detto Marco Pannella. Sono diciannove giorni che Pannella porta avanti il suo sciopero insieme alla segretaria del Partito radicale, Rita Bernardini. I medici gli hanno lanciato un appello accorato. «Pannella è in un evidente stato di denutrizione testimoniato da un peso di 75 chilogrammi», hanno scritto i medici in una nota, spiegando che al leader radicale è stato riscontrato «un processo espansivo polmonare la cui natura è tutta ancora da determinare». La protesta di Marco Pannella e di Rita Bernardini è una richiesta precisa: «intervenire immediatamente per garantire le cure oggi negate a migliaia di detenuti che non possono essere curati nelle strutture carcerarie». Secondo Pannella i responsabili di questa situazione sono il ministero della Giustizia, quello della Sanità e i magistrati di sorveglianza. Al.Ar. J

10 italia: Lunedì 21 Luglio 2014 Corriere della Sera 10 Primo Piano La crescita I conti Tasse e fatture digitali, Fisco più semplice Le misure in arrivo per le piccole imprese: reddito su entrate e uscite di cassa Il governo mette a punto i prossimi decreti della riforma delle imposte ROMA Obiettivo Fisco amico, soprattutto delle piccole imprese. Varati i primi due schemi di decreto legislativo di attuazione della delega fiscale, uno sulle semplificazioni e la dichiarazione precompilata e l altro sulla riforma del catasto, il governo sta preparando un terzo decreto su «abuso di diritto» e riordino delle sanzioni, che potrebbe approdare in Consiglio dei ministri ai primi di agosto. A settembre, invece, arriverà un quarto decreto che rivoluzionerà la tassazione per le piccole imprese che usano i regimi fiscali semplificati: circa 4 milioni di contribuenti per i quali dovrebbe arrivare la tassazione per cassa e non più per competenza. Il reddito d impresa si calcolerà cioè su entrate ed uscite effettive e non su costi e ricavi teorici. In questo modo si dovrebbe superare il problema dei mancati incassi dovuti ai ritardi nei pagamenti. Le tasse, in altri termini, si pagheranno solo su quanto realmente incassato. La novità sarà accompagnata dall incentivazione della fatturazione elettronica anche tra privati (registri e adempimenti semplificati), che dovrebbe appunto accorciare i termini di pagamento. Inoltre, per favorire la capitalizzazione delle piccole aziende è in arrivo una importante novità: le società individuali e di persone si vedranno tassare il reddito che resta in azienda in base alla nuova Iri (Imposta sul reddito imprenditoriale, prevista dalla delega) secondo l aliquota proporzionale allineata all Ires 120 (società di capitali), cioè miliardi. il 27,5%, mentre solo la parte di reddito che verrà prelevata dall imprenditore e dai soci subirà l aliquota Irpef di competenza, concorrendo alla formazione dell imponibile complessivo. Infine, arriveranno anche un nuovo regime forfettario al posto del regime dei minimi articolato secondo il settore economico di attività e un sistema semplificato per le imprese di nuova costituzione. È la stima del gettito che mediamente ogni anno non entra nel bilancio pubblico a causa della diffusa evasione fiscale. A fronte di questa stima l evasione recuperata negli ultimi anni oscilla tra i 12 e i 13 miliardi l anno, cioè appena il 10% Il cronoprogramma di attuazione della riforma fiscale prevede quindi a ottobre la presentazione del decreto legislativo di riordino della giungla delle agevolazioni fiscali. Il provvedimento sarà collegato alla legge di Stabilità 2015 perché da questo capitolo dovrebbero arrivare alcuni miliardi di risparmi. Una partita che si trascina da diversi anni e che nessun governo è riuscito a chiudere. Il processo di riforma sarà quindi completato con i decreti sul nuovo processo tributario, con la revisione della riscossione nazionale locale, che dovrebbe separare i destini dell Agenzia delle entrate e di Equitalia (oggi posseduta al 51% dalla prima) e col riordino del regime di tassazione trasnazionale. Il tutto sarà accompagnato da un azione dell Agenzia delle entrate più concentrata a prevenire l evasione fiscale. In questo senso il decreto sull abuso di diritto e le sanzioni che dovrebbe essere approvato all inizio di agosto è decisivo. Si tratta infatti di disinnescare la causa di una parte importante del contenzioso fiscale che poggia appunto sulla difficoltà interpretativa delle norme, aprendo da un lato spazi all elusione e all evasione e dall altro a comportamenti vessatori dell amministrazione fiscale. Per questo si tratta di fare chiarezza distinguendo nettamente, per esempio, tra condotte legittime in quanto finalizzate a pagare meno imposte possibili e condotte invece che hanno come scopo l evasione. La definizione dell abuso di diritto verrà accompagnata da una depenalizzazione delle fattispecie minori. Per esempio la dichiarazione infedele per piccoli importi non dovrebbe più far scattare un processo penale ma verrebbe punita con sanzioni amministrative. Decisioni che il governo si aspetta portino a un aumento del grado di fedeltà dei contribuenti e a una diminuzione delle liti giudiziarie. L intero processo di riforma va però accelerato. La legge delega 23 è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale l 11 marzo ed è entrata in vigore il 27. I primi due decreti attuativi (semplificazioni e catasto) sono stati licenziati dal governo a fine giugno, ma non sono ancora definitivi. I decreti infatti passano all esame delle commissioni parlamentari competenti, che deve concludersi entro un mese, e poi tornano in Consiglio dei ministri per l approvazione conclusiva. La riforma prevede che tutti i decreti legislativi debbano essere approvati entro un anno. I provvedimenti da emanare sono numerosi. Tra gli altri anche quelli sul riordino dei giochi, e sul potenziamento della lotta all evasione, oltre che la stima e il monitoraggio della stessa: una novità assoluta in Italia. La riforma del Fisco è appena agli inizi. Enrico Marro Crescita e finanze Il debito pubblico in milioni di euro, a maggio ,6% sul Pil 2013 La previsione sul Pil Banca d Italia +0,2% Confindustria Governo +0,2% +0,8% Commissione europea +0,6% Ocse +0,5% Fondo monetario +0,6% +0,3% l aumento dei prezzi tra giugno 2013 e % Gli occupati, in migliaia 2013 maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre 2014 gennaio febbraio marzo aprile maggio +1,3% +1,3% +1,2% +1,1% +1,1%

11 Corriere della Sera Lunedì 21 Luglio 2014 italia: Primo Piano 11 La produzione industriale, variazioni % su 12 mesi 0-4,6-2,3 Gli sconti sulla casa Fonte: Banca d Italia; Eurostat; Istat -2,9-3,8-4,6-0,4 +0,9 maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre gennaio febbraio marzo aprile maggio Valore degli investimenti in ristrutturazioni edilizie (inclusi riqualificazioni energetica e bonus mobili) in miliardi di euro 27,8 17,7 19, La legge Cosa prevede la legge di Stabilità 2014: proroga fino al 31 dicembre la possibilità di usufruire della detrazione Irpef (50%) con un limite massimo di spesa di 96 mila euro per unità immobiliare. La detrazione sarà del 40% per le spese sostenute nel È prevista la detrazione al 50% per l'acquisto di mobili e elettrodomestici destinati a immobili oggetto di ristrutturazione. La detrazione va calcolata per le spese effettuate dal 6 giugno 2013 al 31 dicembre 2014 per importi fino a 10 mila euro. Per tutti i contribuenti l'obbligo è di ripartire l'importo di spesa detraibile nell'arco di 10 anni. La nomina Il tedesco «Der Spiegel»: da Merkel no a D'Alema alla guida degli Esteri Ue Non si trova la soluzione per la nomina dell Alto rappresentante della politica estera dell Ue. Dopo l impasse sulla candidatura del ministro degli Esteri Federica Mogherini, sarebbe arrivata una seconda bocciatura per un candidato italiano. I protagonisti della vicenda stavolta sarebbero due nomi illustri come la cancelliera Angela Merkel (foto) e l ex premier Massimo D Alema. Secondo la versione online del settimanale tedesco «Der Spiegel», la cancelliera ha «rifiutato» il «compromesso» avanzato dal premier Matteo Renzi, che avrebbe proposto di sostituire la candidatura di Federica Mogherini con quella di Massimo D Alema, che il giornale tedesco definisce «un vecchio comunista», per il posto di Alto rappresentante della politica estera dell Ue. Rimane in bilico dunque la poltrona di ministro degli Esteri europeo che spetterebbe a un italiano. Cinque giorni fa da fonti vicine al presidente della Commissione Juncker arrivò una bocciatura per la candidata Mogherini: «È un -1,2 +1,3 +0,4 Valore dei lavori incentivati rispetto al totale dei lavori di ristrutturazione in percentuale -0,1 +1,4 39,1 43,2 60, ,8 CORRIERE DELLA SERA buon candidato, ma ha dieci-undici Paesi contro». A motivare il no, quella che viene ritenuta una vicinanza di Mogherini al presidente russo Vladimir Putin e la sua posizione giudicata troppo morbida con la Russia dopo l esplosione della crisi ucraina. Adesso, quindi, sarebbe arrivato un secondo no, con la presa di posizione da parte della cancelliera tedesca su D Alema, secondo «Der Spiegel». Il bonus Gli sconti fino al 65% su lavori edilizi e risparmio energetico Effetto incentivi fiscali sulle ristrutturazioni in casa Balzo del 46% in un anno Spesi 27,8 miliardi nel E il rialzo prosegue ROMA Gli italiani li utilizzano sempre di più. Certo è che i bonus fiscali destinati ai lavori di ristrutturazione edilizia sono diventati molto attraenti in virtù di detrazioni che arrivano fino al 65%. Un beneficio economico che genera un trascinamento sulla spesa totale degli investimenti destinati a ristrutturazioni edilizie e risparmio energetico. Il dato è misurabile e rende l idea dell effetto volano: tre anni fa sono stati spesi 17,7 miliardi, nel 2012 il totale è salito a 19,2 miliardi e nel 2013 è balzato a 27,8 miliardi. Tradotto vuol dire un aumento di circa il 46% nell ultimo anno. Buona parte del merito, come detto, va ascritto agli incentivi fiscali ormai percepiti dai proprietari di immobili in tutta la loro utilità e convenienza. Tanto che il trend dei primi mesi del 2014 conferma la costante crescita della spesa da parte delle famiglie italiane in lavori di ristrutturazione edilizia e interventi sul fronte del risparmio energetico. Secondo un analisi del Cresme (Centro ricerche economiche sociali di mercato per l edilizia) nel primo bimestre dell anno sono stati investiti quasi 5,8 miliardi di euro, ossia il 54% in più di quanto registrato nel medesimo periodo del Il meccanismo del credito di imposta sta dimostrando, insomma, di garantire un robusto traino per il settore edilizio, oltre che un modello efficace per combattere l evasione fiscale. Proprio all emersione del cosiddetto nero è ascrivibile parte del balzo della spesa in lavori edili segnato nell ultimo biennio. A spanne nel 2013 il bonus casa ha rappresentato circa 2 punti del prodotto interno lordo. Numeri pesanti considerando il contesto del comparto edilizio. A gennaio i dati Istat hanno registrato un calo della produzione nelle costruzioni del 7,9% rispetto all anno precedente. In negativo anche l indice destagionalizzato di febbraio della produzione edilizia con una flessione del 3,7%. Indicatori che spingono a individuare le coperture e le modalità per prorogare o, addirittura, rendere definitivi i maxi bonus. In caso contrario a partire dal mese di gennaio le spese per interventi di recupero edilizio vedranno passare la detrazione dal 50 al 40%. Dall inizio del 2016 il credito di imposta tornerà ad essere del 36% e il limite di spesa scenderà, dagli attuali 96 mila euro, a 48 mila euro. Analoga limatura è prevista per gli interventi di riqualificazione energetica destinati agli edifici, a cui spetta al momento Il boom Gli incentivi per la ristrutturazione della casa attivano detrazioni che arrivano fino al 65%. L effetto positivo è evidente nei numeri: tre anni fa sono stati spesi 17,7 miliardi, nel 2012 il totale è salito a 19,2 miliardi e nel 2013 è balzato a 27,8 miliardi. Equivale a un aumento di circa il 46% in un anno. Nel 2013 il bonus casa ha rappresentato circa due punti percentuali di Pil. Il trend continua anche quest anno: secondo un analisi del Cresme (Centro ricerche economiche sociali di mercato per l edilizia) nel primo bimestre dell anno sono stati investiti quasi 5,8 miliardi di euro, ossia il 54% in più di quanto registrato nel medesimo periodo del Una vera e propria boccata d ossigeno per un comparto come quello dell edilizia in una crisi inarrestabile che a gennaio ha fatto registrare un ulteriore calo del 7,9% rispetto all anno precedente. un beneficio fiscale pari al 65%. La percentuale è destinata a passare al 50%, per i pagamenti effettuati a partire dal Tanto che da più parti il governo viene sollecitato a provvedere per tempo a garantire continuità all attuale sistema di incentivazione. Il presidente della commissione Ambiente, Ermete Realacci, da tempo va ripetendo che gli eco bonus stanno funzionando correttamente e che sarebbe imperdonabile non farne un incentivo strutturale per agevolare il risparmio energetico e le opere antisismiche. A fare il tifo per tale orientamento sono gli addetti ai lavori di un settore che, secondo l Ance (Associazione costruttori), stante 1 euro di spesa genera una ricaduta complessiva sull economia di 3,3 euro. Così, alla luce di una fase economica in cui sia il settore delle nuove costruzioni sia quello delle grandi opere stentano a riprendersi, spingere l acceleratore su una politica di recupero e riqualificazione dell edilizia residenziale sembra la soluzione più immediata. Al momento i titolari del ministero dello Sviluppo Economico (Federica Guidi) e quello delle Infrastrutture (Maurizio Lupi) stanno ragionando sulle possibili misure da adottare, ma a nessuno dei due sfugge che una delle leve da utilizzare per il rilancio dell edilizia sia proprio quella fiscale. A ribadirlo sono ancora le cifre elaborate dal Cresme. Gli interventi che beneficiano di incentivi rappresentano una voce crescente del valore complessivo delle opere di riqualificazione nell edilizia. In sintesi nel 2011 coprivano il 39% del totale (17,7 miliardi su 45,3 miliardi) nel 2013 hanno raggiunto il 60,7%, cioè 27 miliardi su un totale di 45 miliardi di euro. Andrea Ducci L intervista Il docente di Princeton e ricercatore dell Istituto Bruegel di Bruxelles: sì a una revisione limitata e calibrata del debito pubblico «La flessibilità non salverà l Italia. Meglio rinegoziare i Btp» L'economista Mody: lo spazio d azione sui conti? È un concetto che ogni Paese intende a modo suo DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES Messaggio urgente per Matteo Renzi: inutile inseguire la flessibilità, «è solo una parola che ogni Paese intende a modo suo, non sarà lei a salvare l Italia, e neppure i cosiddetti investimenti produttivi». E allora, professor Ashoka Mody? «Allora ci vuole un approccio molto più radicale: una limitata, e ben regolata, ristrutturazione del debito dell Italia nei confronti dei suoi creditori privati. Questo concetto ha per alcuni un suono di tragedia, magari greca, ma non è così». Ashoka Mody, economista indiano dell Università di Princeton, e ricercatore dell Istituto Bruegel di Bruxelles, butta il classico sasso nello stagno, anzi nella palude: una parola come «ristrutturazione» o «rinegoziazione del debito» è quasi un tabù, a Roma come (un tempo) ad Atene. Ma il professore è convinto che Renzi debba muoversi in fretta. Perché? «Intanto perché è impossibile, nello schema attuale dell Eurozona, cambiare la regola sul contenimento del deficit al 3% del Prodotto interno lordo. Anzi, le 28 diverse regole di altrettante nazioni. Se vuoi uno schema in cui ci sia della flessibilità, allora qualcuno deve allenarsi a cedere qualcosa. Ma chi deciderà?». Torniamo dunque alla ristrutturazione del debito pubblico italiano «Sì. Come dicevo dev essere limitata, calibrata. Ed è da lì che giungerà una qualche flessibilità per Renzi, dalla rinegoziazione delle obbligazioni, dal pagamento di diversi interessi, con un sostegno parallelo in liquidità della Banca centrale europea, e del Fondo monetario internazionale. L Italia avrà così un po di respiro». Sempre che si riesca a trovare la Verso l euro Già nel 1998 la Germania diceva: Roma chiede più flessibilità ma vuole solo liberarsi di vincoli-catene determinazione o il coraggio di parlarne. «Lo so, quando la gente parla di debito in ristrutturazione pensa subito a un grande evento catastrofico, che distruggerà ogni cosa intorno». Lei è molto più ottimista? «Io penso invece a una modesta soluzione che, guadagnando qualche anno, ci dia i margini per ricominciare a investire nella crescita. Nel 2008 il debito italiano era il 104% del Pil, nel 2010 il 120%, ora il 136%. Ogni anno, è una sorta di bersaglio mobile. Ma insieme alla ristrutturazione, ci vorrà anche un altra misura». Quale? La svalutazione Ci vuole un azione internazionale, con l Italia, per indebolire l euro: oggi è troppo forte «Un ridimensionamento dell euro. Un azione internazionale, cui partecipi l Italia, per indebolire l euro, che oggi è molto forte se comparato con una debole Eurozona». Torniamo alla flessibilità, è probabile che Renzi dovrà continuare a chiederla, ma perché lei sembra diffidarne tanto? «Perché sono discorsi che vanno avanti da tanto. Perché già nel 1998, quando ci fu un vertice di sei mesi che fu il primo passo per includere l Italia nell Eurozona, l ambasciata tedesca a Roma spedì un cablogramma: l Italia, diceva, chiede più flessibilità sulle regole di bilancio ma in realtà vuole solo liberarsi di vincoli e catene». E questa sua idea che la flessibilità sia più o meno un coperchio buono per tutte le pentole? «Ma sì, come la governance o la politica comune, parole che ancora non sappiamo bene che cosa significhino, parole create per coprire le differenze nazionali fra i Paesi nella speranza di un compromesso che portasse la chiarezza, mentre hanno creato collisioni di interessi. Posso fare una previsione?». Il profilo Ashoka Mody è un economista indiano dell Università di Princeton, negli Stati Uniti, e ricercatore dell Istituto Bruegel di Bruxelles, in Belgio Certo. «Quando Renzi tornerà dalla signora Merkel per chiedere ancora un poco di flessibilità, lei gli risponderà ma certo, naturalmente, queste cose le abbiamo già tutte nel nostro patto di Stabilità e di crescita. E si ricomincerà da capo. Ma il principio più importante resta quello stabilito fra Germania e Bce: le regole di bilancio devono essere approfondite piuttosto che alleggerite. E se un Paese si comporta prudentemente, non avrà problemi: un debito pubblico sotto il 60% del Pil, un deficit che non superi il 3% del Pil, e in più le riforme strutturali, dove può esserci un problema?». Qualcuno però ha chiesto clemenza, e l ha avuta. La Francia ha un deficit sul 4,3% del Pil, come può esigere altra comprensione? «Lo fa proprio perché l ha chiesta in passato, e l ha avuta. Una volta che acconsenti, è più difficile dire di no. Ma nel caso della Francia non si tratta di un fattore economico, bensì politico». Luigi Offeddu loffeddu@corriere.it

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13 Corriere della Sera Lunedì 21 Luglio 2014 italia: Esteri Il fronte diplomatico L Europa alza la voce: Mosca collabori o scatteranno nuove sanzioni DALLA NOSTRA INVIATA BRUXELLES L ultimatum a Vladimir Putin arriva da Francia, Germania e Regno Unito: il presidente russo deve «ottenere» che i separatisti di Donetsk garantiscano agli ispettori Osce «accesso libero e illimitato» all area del disastro, altrimenti il Consiglio dei ministri degli Esteri che si riunisce domani a Bruxelles prenderà provvedimenti. Un escalation di toni che aggrava l isolamento internazionale di Mosca dopo l abbattimento nei cieli ucraini del volo MH17 con 298 persone a bordo. Ieri il segretario di Stato americano John Kerry ha ribadito che sono stati i ribelli dell autoproclamata Repubblica a lanciare il missile terra aria SA11 contro il volo Amsterdam-Kuala Lumpur, aggiungendo che esistono «prove circostanziate» della responsabilità russa: «Non vogliamo trarre conclusioni definitive, ma la Russia sostiene i separatisti, li arma, li addestra e non ha ancora fatto il necessario per cercare di portarli sotto controllo. Questo è il momento della verità». L indignazione internazionale monta man mano che emergono dettagli sul trattamento riservato ai corpi delle vittime «rimossi dall area protetta e gettati sui camion da separatisti ubriachi», dice ancora Kerry alla tv Nbc. In sintonia con Washington l Europa alza la voce e delimita le possibilità di manovra di Putin. La minaccia congiunta del presidente francese Hollande, della cancelliera tedesca Il ministro Mogherini La responsabile degli Esteri ha parlato al telefono con l omologo ucraino Klimkin: offerto un esperto italiano Merkel e del premier britannico Cameron allude a nuove sanzioni da parte dell Ue ancora alle prese con la messa in atto delle misure annunciate dai capi di Stato e di governo prima della tragedia: al tavolo di domani approderanno le posizioni di 28 Paesi chiamati a concordare una linea politica comune. Tra reciproche accuse di strumentalizzazione, il nodo critico è la definizione del ruolo del Cremlino, che negli ultimi otto mesi ha annesso la Crimea e sostenuto i ribelli dell Ucraina orientale diventata terra di nessuno al centro di un conflitto asimmetrico e feroce. Cameron non usa mezzi termini e definisce il disastro «il diretto risultato dell azione russa per destabilizzare uno Stato sovrano, violarne l integrità territoriale, appoggiare milizie criminali. O il presidente Putin cambia approccio sull Ucraina o l Occidente cambierà approccio con la Russia». Per Mosca, che si dice vittima di una guerra di disinformazione, è partito il conto alla rovescia: se non trova un modo per uscire dall impasse, avverte il neo ministro degli Esteri di Londra Philip Hammond, «rischia di diventare un paria nel mondo». In serata il premier Matteo Renzi, presidente di turno dell Unione, ha precisato che il Consiglio di domani dovrà dare «risposte nette e chiare». Il ministro degli Esteri, Federica Mogherini,ha avuto un colloquio telefonico con il suo omologo ucraino, Pavlo Klimkin, che l ha aggiornata sull accesso all area in cui è caduto l aereo e le operazioni di recupero dei corpi delle vittime. La Farnesina ha offerto alle autorità centrali di Kiev il contributo italiano alle indagini con l invio di un ispettore dell Agenzia per la sicurezza del volo. Maria Serena Natale Il volo malese Le prove di Kiev contro Mosca. I capi separatisti a Donetsk: si combatte ancora Stazione Miliziani a Torez. In quei 3 vagoni frigo quasi 200 cadaveri Il colloquio Il leader separatista: «Abbiamo noi le scatole nere» DAL NOSTRO INVIATO DONETSK Parlare di «giallo» sulle responsabilità per la tragedia del Boeing della Malaysia Airlines nei cieli dell Ucraina orientale diventa sempre più difficile. Con il trascorrere dei giorni emergono infatti sempre più schiaccianti le prove del pesante coinvolgimento di Mosca e dei separatisti ucraini (o, come loro si definiscono, attivisti della «Repubblica Popolare di Donetsk»). Le ultime rivelazioni riguardano i dettagli forniti dai servizi segreti del governo di Kiev. Ieri il responsabile del contro-spionaggio, Vitaly Nayda, ha ribadito che i suoi apparati sin dal 14 luglio (tre giorni prima della tragedia) avevano segnalato che i separatisti erano entrati in possesso di missili terraaria in grado di arrivare ben oltre le quote dei metri ( piedi) utilizzate normalmente dagli aerei di linea. Lo stesso governo di Kiev era corso ai ripari. Il primo provvedimento era stato preso il primo di luglio, vietando il volo sulla regione al di sotto dei piedi. Il 14 luglio, quando i separatisti avevano abbattuto un aereo da trasporto militare Antonov An-26 con otto soldati a bordo all altezza di piedi sopra la città di Luhansk, il limite di volo era stato alzato a piedi. Ma le prove più controverse e, se confermate, estremamente gravi per Mosca riguardano la presenza dei missili Buk- M11 russi (anche noti come SA-11 Gadfly) nella zona controllata dai separatisti. Già il 29 giugno le stesse milizie filo-russe sui social network avevano sostenuto trionfanti di essere in possesso di questi missili. La loro origine non è chiara: catturati da una base dell esercito di Kiev in marzo, oppure mandati da Mosca più di recente? Il governo russo nega di aver inviato alcun missile terra-aria. Eppure Nayda sostiene che una batteria di Buk era presente da tempo tra le file dei ribelli assieme a tre esperti militari russi, senza specificare però da quando. A suo dire la rete spionistica di Kiev ha poi monitorato lo spostamento delle batterie dei Buk dalle zone dei separatisti al territorio russo in due viaggi poche ore dopo l abbattimento dell aereo malese. Il primo sarebbe avvenuto alle due della mattina del 18 luglio, il secondo solo due ore dopo. In una batteria sarebbero stati visibili tutti i quattro missili in dotazione. Nella seconda sarebbe mancante uno: è quello assassino? Corpi ammassati nei vagoni frigo Mancano i resti di 100 passeggeri I movimenti delle batterie anti-aeree tra Russia e Ucraina Scatole nere Il ritrovamento In un frame di un video di Sky News si intravede quella che sarebbe una delle scatole nere dell aereo della Malaysia Airlines abbattuto giovedì scorso in Ucraina orientale. Il video sarebbe stato girato venerdì e mostra una delle persone che hanno partecipato alle ricerche, e che hanno setacciato un area di circa 34 chilometri quadrati, con in mano un contenitore arancione simile a quelli usati come involucri per le scatole nere In custodia Il premier della Repubblica di Donetsk, Alexander Borodai, ha poi annunciato che le due scatole nere «sono nel palazzo di governo sotto il mio controllo personale e saranno consegnate agli esperti internazionali al loro arrivo». Calcio La domanda è pesata come un macigno ieri durante la conferenza stampa del «premier» separatista di Donetsk, Alexander Borodai, il quale più volte ha ribadito: «Noi non possediamo assolutamente missili in grado di sparare tanto in alto». Prima di aggiungere: «Solo negli ultimi giorni, dopo la tragedia del Boeing civile, siamo entrati in possesso di missili terra-aria modello Strela, che però non arrivano neppure a metri di quota». Il duello sulle responsabilità e le tensioni che ne conseguono non aiutano le operazioni di recupero dei corpi e l inchiesta tra i rottami dell aereo. Sino ad ora sono stati recuperati dai volontari e dalle organizzazioni paramilitari separatisti quasi 200 corpi, ne mancano ancora un centinaio. La grande maggioranza (sembra 167, ma il numero varia continuamente) è raccolta in tre vagoni frigorifero fermi nella stazione ferroviaria di Torez controllata dai separatisti, 60 chilometri a est di Donetsk. Il luogo è stato visitato ieri dai rappresentati dell Osce, i quali hanno confermato che si trovano in sacchi di plastica nero, molti con un cartellino di riconoscimento (ma per tanti la cosa non è stata possibile). Tra i molti problemi logistici c è però quello del funzionamento delle celle frigorifere in temperature esterne che a metà giornata superano facilmente i 30 gradi. Ieri pomeriggio i frigoriferi si erano bloccati a causa Sei giocatori dello Shaktar in fuga ANNECY Sei giocatori dello Shaktar Donetsk, squadra dell est dell Ucraina, hanno fatto perdere le loro tracce dopo l amichevole giocata sabato sera ad Annecy, in Francia, contro l Olympique Lione. Cinque dei sei giocatori che, dopo la partita persa per 4 a 1, si sarebbero allontanati dal resto della squadra sono: Alex Teixeira, Dentinho, Douglas Costa, Facundo Ferreyra e Fred (omonimo dell attaccante del Brasile ai recenti mondiali). Secondo alcune fonti vicine alla squadra i giocatori si «sono rifiutati di rientrare in Ucraina», molto probabilmente per timore delle crescenti tensioni nel Paese. Donetsk è stata infatti eletta a capitale dai ribelli filo-russi e a poche decine di chilometri dalla città è stato abbattuto giovedì l aereo della Malaysia Airlines. della mancanza di carburante. A Torez le autorità garantiscono che entro domattina la cosa sarà risolta. A loro difesa, i responsabili tra i separatisti di Donetsk si dicono pronti a collaborare con la comunità internazionale per trasportare i corpi al di fuori del loro territorio e facilitare l inchiesta. Ma nei fatti insistono nel ribadire che la «situazione di guerra» rende tutto più complicato. «A chi pensa che la tragedia dell aereo malese potrebbe favorire il cessate il fuoco, dico che in effetti non è cambiato nulla. Qui si combatte come prima, ai morti si aggiungono altri morti», ha dichiarato ancora Borodai. I suoi guerriglieri accusano Kiev di aver ingaggiato battaglia anche presso i resti del Boeing abbattuto. Ma non ci sono conferme indipendenti. E nei fatti i separatisti ne approfittano per imporre nuove condizioni ad un eventuale cessate il fuoco. La più rigida chiede il ritiro delle forze lealiste al governo di Kiev dalle regioni conquistate nelle ultime settimane. Una situazione che rende estremamente complicato l eventuale arrivo di esperti internazionali e delle famiglie delle vittime. In un primo tempo era stato ventilato che potessero raggiungere il luogo della tragedia. Ma ora questa eventualità si fa praticamente impossibile. Lorenzo Cremonesi DAL NOSTRO INVIATO DONETSK Si difende attaccando Alexander Borodai, primo ministro dei secessionisti filo-russi ucraini. «Come mai il governo di Kiev non ha fatto venire subito tecnici internazionali sul luogo dove è caduto l aereo malese? Certo hanno tanto da nascondere!», ha esclamato durante una conferenza stampa ieri al palazzo dell amministrazione regionale nel centro di Donetsk. Ma Borodai è andato oltre la propaganda e ha cercato di chiarire alcune delle questioni più scottanti. «Tra i tanti rottami raccolti a terra Il «premier» Alexander Borodai dai nostri uomini crediamo di aver individuato anche le scatole nere. Ma non disponiamo di esperti in grado di esaminarle, attendiamo il loro arrivo». Quanto al «giallo» sulla raccolta dei cadaveri è stato molto chiaro: «Certo non li abbiamo trafugati, come sostenuto stupidamente da tanti siti su internet e dai media ostili. Semplicemente dovevano essere raccolti e messi in una cella frigorifera. Stavano cominciando a decomporsi. Fa caldo e ci sono animali selvaggi nella zona, specie cani randagi». Avete trovato anche i resti del missile che ha abbattuto l aereo? Cosa ne avete fatto? «Non siamo in grado di capire se tra i rottami raccolti vi siano anche quelli del missile. Posso però dire che tutto ciò che è stato trovato dai nostri uomini si trova in Ucraina sotto il nostro controllo». Da Kiev è stata ventilata l ipotesi che la scatola nera sia già a Mosca. «Ripeto, nulla è stato portato fuori dalla regione sotto il nostro controllo. E noi pensiamo di avere trovato le scatole nere, che ora sono qui a Donetsk». L. Cr.

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15 Corriere della Sera Lunedì 21 Luglio 2014 italia: Esteri 15 # Le vacanze del sindaco di New York Fra granite e la visita a Marino la giornata romana di De Blasio ROMA Le vacanze romane di Bill De Blasio, sindaco di New York che ha fatto storcere il naso agli americani per le sue ferie in Italia, sono all insegna della gastronomia. Prima, appena sceso dalla scaletta dell aereo a Fiumicino, la granita al caffé al bar Sant Eustachio, a due passi dal Senato. Poi, la sera, la parmigiana di melanzane a casa degli zii. Infine, oggi, il pranzo dai sapori mediterranei al circolo Antico Tiro a Volo, sodalizio tra i più prestigiosi della Capitale, sulla collinetta che domina i Parioli. In mezzo, una fittissima agenda. Prima l incontro con il sindaco Ignazio Marino (foto Afp), padrone di casa, nel quale dice De Blasio «ho trovato un fratello, parliamo la stessa lingua». Li unisce, infatti, quell essere fuori dagli schemi, l atteggiamento un po naïf, che fa apprezzare al primo cittadino newyorchese il fatto che «Marino giri in bicicletta», che voglia rendere Roma «più fruibile per tutti», che abbia pensato «a pedonalizzare i Fori Gran Bretagna DAL NOSTRO INVIATO L attacco «Con loro non cambierà nulla: l unica cosa veramente interessante che hanno è l aspetto» LONDRA I tabloid inglesi vanno avanti da una settimana, pubblicando le foto della «sfilata delle ministre al numero 10 di Downing street», esercitandosi sull altezza dei tacchi, la profondità dello spacco, l acconciatura dei capelli. Ne è nato un caso politico, fino ad arrivare allo scambio di insulti dell altro giorno. «Sono solo bamboline, con loro non cambierà nulla, e l unica cosa veramente di interessante che hanno è il loro aspetto», ha dichiarato Helen Goodman, la portavoce del partito laburista, 56 anni. Risposta di un ex parlamentare dei Tory, Louise Mensch, 43 anni: «Helen, sei un disgustoso dinosauro«. Il dibattito, almeno per ora, non vola alto. Il primo ministro David Cameron ha affidato al «rimpasto di governo» (reshuffle) il compito di riposizionare il partito conservatore in vista delle elezioni del maggio Due gli obiettivi dei cambi varati il 14 luglio: convincere gli elettori che l esecutivo non si farà divorare dall Europa a guida tedesca; svecchiare e riequilibrare «la squadra» aprendo alle giovani donne. I primi riscontri non sono soddisfacenti. Il sondaggio pubblicato ieri dall Observer segnala che Cameron ha recuperato un punto rispetto al rivale laburista Ed Miliband, dati rispettivamente al 30 e al 34 per cento. Ma gli interpellati non hanno attribuito alcun peso al «reshuffle». In definitiva l opinione pubblica sembra comunque condizionata dalla ricostruzione offerta dai giornali popolari, che vendono, non va mai dimenticato, milioni di copie. Nell edizione di mercoledì 16 luglio il Daily Mail ha presentato la galleria delle nuove arrivate. La foto più grande è dedicata a Esther McVey, 46 anni, ex Imperiali, perché l archeologia va preservata» e che, a casa sua, gli ha fatto prendere le distanze dalla «tolleranza zero» sulla sicurezza dello «sceriffo» Giuliani. Tra i due nasce un idea: una sorta di borsa di studio, finanziata da mecenati, per studenti e giovani artisti. De Blasio, sulle polemiche, glissa. Se la cava con un generico «le origini sono importanti, e l Italia è fonte di ispirazione per tutto». Come dire: sto lavorando, non sono solo in vacanza. Con lui, nel viaggio, la famiglia: la moglie Chirlane, i figli Chiara (che scatta l immancabile selfie sul balconcino del Campidoglio con vista sul Foro) e Dante. Oggi altre visite: prima in Vaticano (dal segretario di Stato Pietro Parolin), poi dal ministro Federica Mogherini e dall ex ministro Cecile Kyenge. Nel pomeriggio, si va a Capri. E poi via, verso Sant Agata de' Goti, Benevento, da dove viene la famiglia De Blasio. Ernesto Menicucci Sotto i riflettori dell opposizione e dei media le donne volute dal primo ministro Cameron per «riequilibrare» il governo «Le neo-ministre? Solo bamboline» La portavoce laburista: scelte per l aspetto La replica di un interessata: zitta, dinosauro Elisabeth Truss 38 anni, nuovo ministro dell Ambiente e delle Risorse agricole. La stampa inglese ha ironizzato sul suo abbigliamento «patriottico», bianco, blu e rosso, come i colori della bandiera nazionale: forse vuole far dimenticare il suo passato antimonarchico? (Reuters) presentatrice televisiva, ora ministro del lavoro. Titolo: «Esther, la regina della sfilata di Downing Street». La «regina» è immortalata sorridente e, guarda caso, proprio nel momento in cui lo spacco della gonna grigia si tende al massimo. Completa il «focus» su McVey una serie di schedine-pagelle di questo tenore: «vestito», «capelli», «gambe», «scarpe», «trucco». Stessi contenuti, ma più sintetico, il profilo che accompagna le foto delle altre ministre o sottosegretarie: Liz Truss, 39 anni, la più giovane (ambiente, alimentazione e agricoltura); Penny Mordaunt, 41 anni (comunità locali); Nicky Morgan, 42 anni (Educazione); Priti Patel, 42 anni (segretaria al Tesoro). Tutta l attenzione, però, si concentra su Esther McVey. Il giorno dopo, giovedì 17 luglio, il Daily Express ripropone la foto della neo ministra in grigio sottolineandone «l ancheggiare» verso il n.10 di Downing street, la sede del premier. E a fianco accosta un immagine che risale al 1999: «McVey posa seminuda, coperta strategicamente da un tappeto». L articolo largheggia sui particolari della sua La replica «Parlano troppo dei miei capelli? Va bene anche così, se questo può indurre le ragazze a entrare in politica» Esther McVey 47 anni, ministro del Lavoro, è considerata la star del nuovo governo Nicky Morgan 41 anni, ministro dell Istruzione e delle Pari opportunità (Afp) vita privata, mentre va al risparmio sulle notizie necessarie per capire se potrà essere una buona ministra oppure no. In realtà la campagna dei tabloid offrirebbe la possibilità di avviare un dibattito interessante sui criteri di ascesa e di nomina ai vertici di uno dei Paesi politicamente più avanzati del mondo, qual è la Gran Bretagna. Nessuna delle ministre coinvolte, però, ha colto l occasione. Esther McVey ha liquidato il diluvio di flash e di notazioni sulla sua chioma bionda con una battuta: «Va bene anche così, se questo può ispirare le ragazze a entrare in politica». Troppo poco per diverse commentatrici e diversi opinionisti. Anche il primo ministro Cameron poteva e può spiegare meglio le sue scelte. Altrimenti corre il rischio, come segnalano appunto i sondaggi, di ottenere l effetto opposto a quello sperato. L ala più radicale dei Tory ha già cominciato ad attaccare Liz Tuss, perché «inesperta». Alcuni opinionisti di grandi quotidiani come il Guardian o l Independent, invece, si chiedono per quale motivo siano stati sostituiti uomini di mezza età considerati di grande talento, a cominciare dal titolare dell Istruzione Michael Gove, 47 anni, solo uno più di Esther McVey. Le ministre resteranno sotto osservazione da qui alla fine del mandato. Giuseppe Sarcina gsarcina@corriere.it Priti Patel 42 anni, è il nuovo sottosegretario del Tesoro (Getty) Francia Voci di nozze fra Hollande e Gayet PARIGI Dove andrà in vacanza il presidente François Hollande? Una domanda «da un milione di dollari», la definisce il quotidiano francese Le Parisien. La posta è alta, ma la risposta li varrebbe tutti. Perché quel che si sussurra nelle stanze della politica d Oltralpe è che l inquilino dell Eliseo intenderebbe approfittare del periodo di riposo, fissato fra il 5 e il 15 agosto, per portare all altare Julie Gayet, l attrice quarantatreenne che è stata la causa della rottura della sua relazione con Valérie Trierweiler. La data delle nozze, secondo le indiscrezioni riportate dal quotidiano che cita un responsabile del Partito socialista, sarebbe fissata per il 12 agosto, giorno del sessantesimo compleanno di Hollande. «La voce circola da almeno tre mesi», avrebbe confidato la fonte. Non è casuale che la rivelazione arrivi da un compagno di partito. All origine della decisione vi sarebbe, infatti, proprio una sollecitazione da Lui François Hollande, 59 anni Lei Julie Gayet, 43, attrice parte del partito a «regolarizzare la sua situazione» in vista delle elezioni del 2017, quando la vita personale del presidente potrebbe diventare un arma nelle mani dei suoi avversari. «Occorre chiarire le cose, dimostrare che quella con Julie Gayet è una vera storia e non un semplice flirt», avrebbe infatti sottolineato la fonte di Le Parisien. La relazione fra l inquilino dell Eliseo e l attrice è venuta alla luce nel gennaio scorso grazie a uno scoop di Closer: le immagini pubblicate dal settimanale mostravano Hollande mentre in scooter, di sera, raggiungeva l appartamento dell attrice. Per settimane l affaire Gayet catalizzò l attenzione dei media ben più delle scelte politiche del presidente francese, che, peraltro, proprio in quei giorni annunciava la svolta «socialdemocratica» del suo governo. Se il matrimonio si farà, per Hollande sarà la prima volta: né Trierweiler, né Ségolene Royal, madre dei suoi quattro figli, erano mai riuscite a convincerlo.

16 italia: Lunedì 21 Luglio 2014 Corriere della Sera 16 Cronache L inchiesta L economo dei Salesiani a processo per il super raggiro da 99 milioni Il documento Il decreto di citazione diretta a giudizio emesso dalla procura di Roma nei confronti del marchese Gerini, del faccendiere Moisè Silvera, dell avvocato Renato Zanfagna e del religioso don Mazzali ROMA Carte truccate per svuotare le casse dei Salesiani. Documenti falsificati per poter ottenere dalla Santa Sede il via libera a una trattativa che in realtà avrebbe portato vantaggi soltanto ai «mediatori». E il disegno illecito aveva tra gli autori lo stesso economo dell ordine religioso, don Giovanni Battista Mazzali. Per questo la procura di Roma ha citato in giudizio il sacerdote e i due intermediari che hanno gestito i rapporti con gli eredi del marchese Alessandro Gerini: l avvocato Renato Zanfagna e il faccendiere Carlo Moisè Silvera. Sono tutti accusati di truffa, sospettati come ha svelato un indagine parallela a quella dei magistrati italiani condotta dalla gendarmeria vaticana di aver contraffatto un documento per sbloccare l elargizione di 100 milioni di euro e così chiudere la guerra giudiziaria sul lascito del nobiluomo. Per ottenere la restituzione dei beni lasciati ai religiosi, i suoi nipoti chiesero aiuto a Silvera dopo 17 anni di causa civile che si era risolta in un nulla di fatto. Il patto fu siglato l 8 giugno del 2007: assegnava cinque milioni ai nipoti, 11 milioni e mezzo al faccendiere. L accordo prevedeva però che la percentuale di Silvera dovesse essere ricalcolata al momento di avere la stima complessiva dell intero patrimonio affidando l «inventario» a una commissione presieduta dall avvocato Zanfagna che fissò l ammontare dei beni in 658 milioni di euro, portando così la provvigione a 99 milioni di euro. Venezia Redentore, fuochi su San Marco Quasi 100 mila persone hanno assistito ai fuochi d artificio in Piazza San Marco a Venezia per la festa del Redentore, con oltre duemila barche ferme in bacino nella notte tra sabato e domenica. La manifestazione celebra da 437 anni la fine della peste del I fuochi sono stati ispirati ai diversi ritmi della musica classica. Alla fine, una «polvere di stelle» ha illuminato il bacino (Getty). Una cifra che i Salesiani hanno sempre rifiutato di versare sostenendo di essere stati truffati. E che Silvera ha sempre preteso, facendo ricorso al tribunale di Milano e ottenendo due anni fa il blocco di tutte le proprietà e dei fondi fiduciari depositati all estero. Nel 2012 la Fondazione Gerini che gestiva l eredità, assistita dall avvocato Michele Gentiloni Silveri presenta una denuncia per truffa. Offre la testimonianza dell allora segretario di Stato, monsignor Tarcisio Bertone, che ammette di aver sollecitato l accordo del 2007 ma di essere stato a sua volta ingannato. La vera svolta arriva però due mesi fa quando lo stesso legale presenta una memoria per illustrare l esito dell inchiesta condotta dalle autorità della Santa Sede. Le verifiche dimostrano la falsificazione della documentazione che nel 2007 concedeva il via libera alla chiusura del negoziato. In particolare nella relazione si evidenzia come la lettera firmata il 19 maggio 2007 dal segretario generale dei Salesiani Marian Stempel per concedere il nulla L accusa Il religioso e due mediatori avrebbero alterato una carta per sottrarre all ordine l eredità di un marchese osta all accordo, sia stata modificata in più punti, addirittura aggiungendo il paragrafo che obbliga la «Direzione generale Opere Don Bosco» al versamento dell indennizzo. A modificare il documento sarebbe stato proprio l economo don Mazzali. Scrivono il procuratore Giuseppe Pignatone e il sostituto Paola Filippi nella citazione che fissa il processo per il 22 aprile del prossimo anno: «Silvera, Zanfagna e Mazzali, in concorso tra loro, con artifici e raggiri consistiti nell indurre il segretario del consiglio generale della Società di san Francesco di Sales a modificare il contenuto del verbale della seduta del 26 gennaio 2007 e gli estratti dello stesso, inducevano in errore la Congregazione per gli istituti di vita consacrata e la società di vita apostolica in ordine alla circostanza che il Consiglio avesse effettivamente preso atto della proposta di transazione e così autorizzato la Fondazione Ecclesiastica Gerini alla sottoscrizione dell atto transattivo per la chiusura del contenzioso avente ad oggetto l eredità del marchese, nonché la Direzione Generale Opere Don Bosco a garantire le obbligazioni nascenti da detto atto transattivo. Ciò al fine di procurarsi ingiusto profitto con danno per la Fondazione e la Direzione Don Bosco pari a 99 milioni di euro di cui 16 versati all atto della sottoscrizione della transazione». «A questo punto commenta l avvocato Gentiloni chiederemo l immediato dissequestro delle somme in modo che possano essere utilizzate per le opere benefiche dei salesiani». Fiorenza Sarzanini fsarzanini@corriere.it

17 Corriere della Sera Lunedì 21 Luglio 2014 italia: Cronache 17 L a QUELLA SCRITTA RIEMERSA CHE CI RESTITUISCE UN PO DI FIDUCIA nave svanirà al risveglio, lasciando dietro di sé una scia di umori maligni come capita sempre dopo un brutto sogno. Domani mattina non ci sarà più, tutto finito. Ma proprio adesso che è emersa, con la scritta rimasta sott acqua per trentuno mesi, enorme, lettere alte quasi tre metri, con il ponte 4 dove vennero trovate quasi tutte le vittime, sembra davvero un fantasma, che incombe su una tranquilla domenica d estate al Giglio. La metafora di un Paese spiaggiato come la Costa Concordia è venuta a noia da molto tempo. Era ingiusta anche all inizio, in quei giorni del gennaio 2012, dove lo spread era l unica cosa che volava alta mentre l umore degli italiani era basso come non mai. Ci venne inflitta dai media stranieri, quell immagine era un di MARCO IMARISIO bastone pronto all uso, e talvolta finimmo anche per crederci, la depressione è sempre contagiosa. Ci è voluto molto tempo per cambiare le cose, per raddrizzarla e infine farla galleggiare. L ultima umiliazione della nave è la gigantesca ciambella di salvataggio che le è stata costruita intorno, tutta l operazione si può in fondo riassumere nello stesso principio applicato ai bambini che non sanno nuotare. Ma quanta fatica, quanto studio per arrivarci. L immagine che oggi sarà sui quotidiani di tutto il mondo ha due possibili significati. Quel Costa Concordia a caratteri cubitali, con le lettere incrostate dal tempo e dall acqua ci ricorda come su quella nave siano morte 32 persone. Perché tra depressione e alzate d orgoglio questa storia è stata soprattutto una tragedia. E dietro all enfasi che oggi sottolinea che si tratta della «più grande nave mai naufragata» c è sempre il dolore di decine di madri, padri, figli. E poi ci siamo noi. Questa gigantesca operazione di recupero l hanno pensata aziende e ingegneri italiani. Niente metafore, non è il caso, neppure oggi. La scritta emersa ieri ci ricorda anche che talvolta sappiamo essere all altezza della situazione. Sarà solo una toppa su un disastro causato dalla stupidità umana, e incrociamo le dita, c è ancora da arrivare a Genova. Ma fino a qui si tratta di un lavoro fatto bene. FOTO ALESSANDRO DI MEO/ANSA La sfida Quattro rimorchiatori provano la tenuta dei cavi di acciaio. Il momento più delicato sarà l attracco in banchina L ultimo miglio della Concordia a Genova ai comandi il pilota del primo viaggio Il relitto quasi pronto alla traversata dal Giglio. «Mi preparo da settimane» DAL NOSTRO INVIATO GENOVA L uomo dell ultimo viaggio celebrò anche il primo. «La portammo in mare aperto dalle acque ristrette del cantiere di Sestri. Ricordo solo che ero preoccupato, ci voleva molta attenzione con una bestia del genere. Nient altro». Era la mattina del 7 luglio La Concordia, il gioiello costruito da Fincantieri, l ammiraglia della flotta di Costa Crociere, conosceva il suo battesimo dopo la sfarzosa cerimonia di cinque giorni prima, con lancio della bottiglia affidato alla modella Eva Herzigova. A bordo salirono l allora capopilota Bozzo e il suo vice, Gianni Lettich. Nove anni dopo, toccherà a quest ultimo riportare indietro la nave diventata celebre in tutto il mondo, per le ragioni sbagliate. Sono ormai tre giorni che sulla diga foranea di fronte al Voltri terminal Europa (Vte) del porto di Genova quattro rimorchiatori aumentano al massimo i giri del loro motore provando la tenuta dei cavi d acciaio delle nuove bitte, ognuna delle quali può reggere, anche a strappo, passando dalla tensione minima alla massima in pochi secondi, un La demolizione Una commessa da 100 milioni che in due anni creerà mille posti di lavoro in un porto colpito dalla crisi dei cantieri e dalla concorrenza estera carico di cento tonnellate. Ne sono state preparate tredici, oggi invece sono stati messi in posizione i distanziatori metallici, necessari a scongiurare urti della nave, tecnicamente declassata a «relitto inerte» secondo la definizione della Capitaneria, contro la diga. Quando verrà il momento, sabato prossimo se tutto procede secondo i piani, Lettich verrà fatto salire a bordo della Concordia quando quest ultima sarà a tre miglia dall entrata di Voltri. Da quel momento sarà lui a impostare la manovra di ingresso nel porto, affiancando Nick Sloane nella sala di controllo, diventando responsabile del miglio finale di questa storia infinita. «Ci penso, certo che ci penso. Ogni giorno che Dio manda in terra». Lettich ha 61 anni, è capopilota dal 2007, dopo aver navigato i mari di tutto il mondo. È un uomo alto e sottile, nato a Genova ma di origine istriane, i genitori e il cognome provengono dall isola Lussino. La sua riservatezza è proverbiale, come l amore per la montagna, quasi una reazione al mestiere che si è scelto. La notte del 7 maggio 2013 lo chiamarono a casa. «È crollata la torre». Il mercantile Jolly Nero si era schiantato contro la palazzina dei piloti. Al momento dell incidente era in corso il cambio turni. Morirono in nove. Lettich avvisò le famiglie. Era lui il capo. Toccava a lui. «Abbiamo ricominciato a lavorare subito, in condizioni difficili. Avevamo perso tutto, la nostra casa, i documenti che c erano dentro, i mezzi Cosa succederà nel porto ligure L arrivo a Genova Voltri è previsto sabato prossimo, dopo 4 giorni di navigazione La nave viaggerà restando sommersa fino al ponte 3 o 4 A B I rimorchiatori principali verranno sganciati e sostituiti da imbarcazioni messe a disposizione dal porto di Genova Si inizierà a trainare la Concordia in retromarcia, fino all ormeggio definitivo 0 Km 1 B Porto di Voltri LE 4 FASI 22 mesi la durata dell operazione 1 Retromarcia A10 A Il convoglio che scorterà la Concordia sarà composto da 17 mezzi Sostituzione dei rimorchiatori GENOVA Genova LA ROTTA La Spezia 0 km 50 Mar Livorno Tirreno Isola di Capraia Isola d Elba CORSICA FRANCIA Porto di Voltri area delle riparazioni navali Diminuzione della velocità GENOVA Aeroporto Cristoforo Colombo 20% del relitto andrà perso Porto antico Isola del Giglio Ormeggio definitivo 2 3 Fiera di Genova Orbetello 0 m Gli arredi 2 I ponti 3 La pulizia 4 Lo smaltimento La Concordia verrà alleggerita dagli arredi e dall allestimento dei ponti per ridurne il peso Il relitto sarà trasferito al «molo ex superbacino» dove verrà eseguito lo smantellamento e demolizione dei ponti superiori La terza fase consisterà in operazioni di smantellamento e pulizia da effettuare a secco per arrivare alla completa demolizione Saranno rimossi i materiali pericolosi, verrà portata a termine la pulizia degli impianti e dei magazzini. I rifiuti a bordo verranno trasferiti sul molo 4 80% della Concordia verrà recuperato CORRIERE DELLA SERA andati distrutti nella tragedia. Non ci siamo seduti, lo dovevamo alle nostre vittime». L ultimo anno è stato difficile. I piloti di Genova sono ancora in attesa di una sede, hanno trascorso mesi interi a fare lavoro d ufficio sul rimorchiatore Hollande, le attività sparse tra darsena e officina, governando un traffico portuale che finora ha contato oltre manovre. Adesso arriva quella più importante, che avrà un carico mediatico senza precedenti. «La trattiamo come una questione professionale, altrimenti arrivano le complicazioni. La studiamo da due settimane: non sarà una passeggiata». A dirla con termini da profani, la manovra consiste nel costeggiamento della diga foranea, l entrata di prua nello specchio d acqua di Voltri, la «marcia indietro» e infine l attracco al terminale Vte, forse il momento più delicato, di fronte al sesto modulo del terminal, davanti alle case del quartiere Prà. «Nessuna emozione. So cosa significa per noi piloti genovesi. Siamo professionisti, e come tali ci comporteremo». Il pudore di Lettich è quasi una prova di genovesità. Ma è vero che l ultima tappa della Costa Concordia significa molto per una città che ha avvertito i morsi della crisi come poche altre in Italia. C è qualcosa di simbolico in quest ultimo mesto ritorno a casa. Dopo la rimozione degli arredi e del materiale non ferroso al Vte, in autunno la nave sarà portata a Sampierdarena, alla banchina dell ex superbacino, l enorme struttura di cemento armato mai completata, venduta ai turchi quasi per disperazione e impotenza. L ultima tappa sarà ai bacini di carenaggio. La Concordia sarà demolita qui, dove invece fu costruito il Rex, il transatlantico da leggenda al quale si ispirava, affondato nel 1944 a Capodistria dagli aerei alleati. Ma il ritorno della figliol prodiga non è solo poesia. «Lavoro importante, lavoro vero, per il nostro futuro» dice Lettich. C è soprattutto la prosa di una commessa da quasi cento milioni di euro che in due anni porterà lavoro a mille persone in un periodo di cantieri bloccati, un occasione più unica che rara per rientrare nel settore delle demolizioni, monopolizzate da porti stranieri che possono vantare costi più bassi e soprattutto un notevole dumping ambientale, controlli pari a zero, acque inquinate, incidenti tremendi per la manovalanza. Nel primo semestre del 2014 sono stati assegnati a Pakistan e Bangladesh ben 280 appalti per la demolizione di navi provenienti dall Europa. Ogni fine significa anche un nuovo inizio. M. Ima. La plancia della nave Un sopralluogo nella plancia della Concordia, dove la notte del naufragio si trovava anche la ballerina moldava Domnica Cemortan (Ansa)

18 italia: Lunedì 21 Luglio 2014 Corriere della Sera 18 UNIONE EUROPEA TRIBUNALE DIROMA Sezione Fallimentare Concordato Preventivo n.52/2012 della società Sapam Immobiliares.r.l. in liq. Giudice delegato Dr. FabioMiccio -LiquidatoregiudizialeDr. LeonardoQuagliata AVVISO DI VENDITA DI IMMOBILI E PARTECIPAZIONE AZIONARIA Il Liquidatore giudiziale del concordato preventivo n. 52/2012 della società Sapam Immobiliare s.r.l. in liq. avvisa che intende procedere alla vendita mediante gara competitiva dei seguentibeni in unoopiù lotti: Lotto n. / Ubicazione del Bene Destinazione d uso - Descrizione 1) Roma - Eur Tre Fontane Terreno edificabile Superficie lorda mq e/o n. parcheggi terreno mq lordi, pari a sup. sviluppatamq lordi ; mqcomm. li (di cui resid , commerc , postiauto res.e0postiauto commerc.) park residenz. n. 464 parkcomm.le n. 152 Dati catastali Fg. 851p.lle MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI Prezzo base di gara in euro Park pubblico -interrato 2) Parco del Broletto -Lecco n.24postiauto Fg. 3 p.lla 2370sub (1, 2 e3 ) cat. D/8 Park pubblico -interrato 3) Parco del Broletto -Lecco n.97postiauto Fg. 3 p.lla 2370sub (1, 2 e3 ) cat. D/8 4) Parco del Broletto -Lecco Dep.to-cantina (cat. C/2) 7 Fg. 3 p.lla 2369 sub ) Parco del Broletto -Lecco Dep.to-cantina (cat. C/2) 125 Fg. 3 p.lla 2370sub ) Parco del Broletto -Lecco Dep.to-cantina (cat. C/2) 35 Fg. 3 p.lla 2370sub ) Parco del Broletto -Lecco Dep.to-cantina (cat. C/2) 12 Fg. 3 p.lla 2370sub ) Parco del Broletto -Lecco Dep.to-cantina (cat. C/2) 79 Fg. 3 p.lla 2370sub Appartamento uso ab. (cat.a/2) 9) Margara - Fubine 72 Fg. 17 p.lla 494 sub 38 e Alessandria +posto auto (cat.c/6) 10) Eur. Bus. Center (c. ZAI) Appartamento uso ufficio 324 Fg. 318 p.lla 499 sub Verona (cat. A/10) 11) Eur. Bus. Center (c. ZAI) Deposito-magazzino (cat. C/2) 24 Fg. 318 p.lla 499 sub Verona 12) Eur. Bus. Center (c. ZAI) Deposito-magazzino (cat. C/2) 24 Fg. 318 p.lla 499 sub Verona 13) Eur. Bus. Center (c. ZAI) Deposito-magazzino (cat. C/2) 25 Fg. 318 p.lla 499 sub Verona 14) Eur. Bus. Center (c. ZAI) Deposito-magazzino (cat. C/2) 24 Fg. 318 p.lla 499 sub Verona 15) Eur. Bus. Center (c. ZAI) Deposito-magazzino (cat. C/2) 24 Fg. 318 p.lla 499 sub Verona 16) Eur. Bus. Center (c. ZAI) Deposito-magazzino (cat. C/2) 25 Fg. 318 p.lla 499 sub Verona 17) Genova Partecipazione 32,34 % in Tecnocittà s.p.a,. c.f , con sede in Genova, perunvalore nominale di euro azioni suuntotalecapitale sociale di euro Previa istanza, da inviareelettronicamente con firma digitale amezzo p.e.c. agli indirizzi: cp roma@pecfallimenti.it, acquamarcia@legalmail.it e direzionegenerale@acquamarcia.it, secondo il format esistente nel sito internet sarà possibile accedere alla data room virtuale (ove sono contenuti ilregolamento di vendita completo, iformat per larichiesta diaccesso alla data room e la proposta irrevocabile di acquisto cauzionata, le perizie di stimeedaltri documenti rilevantiaifini della vendita), esistente all interno del medesimosito internet, perlosvolgimento della due diligence. Anche in assenza dirichiesta diaccesso alla data room virtuale, sarà possibile presentare entro il 1 settembre 2014 una proposta irrevocabile d acquisto cauzionataavente ad oggetto unoopiù beni (la Proposta Vincolante di Acquisto ), secondo il format disponibilesul sito che dovrà essere inviata con firma digitale amezzo p.e.c. agli indirizzi: cp roma@pecfallimenti.it e francesco.rizzuti@postacertificata.notariato.it. In data 23 settembre2014, con inizio alleore 10, dinanzialnotaio Francesco Rizzuti, presso il suostudio in Roma corso VittorioEmanuele II n. 251,si svolgerà la gara competitiva prendendocome prezzo base di gara quellosu indicato ovvero, se superiore, il prezzo della PropostadiAcquisto più alta;con rilancio minimo del 5% delprezzo base di gara. Perulteriori informazioni contattare il Liquidatore GiudizialeDr. LeonardoQuagliata all indirizzo di posta elettronica certificata cp roma@pecfallimenti.it, inviando la medesima comunicazione per conoscenzaagli indirizzi sapamimmobiliare@pec.it e direzionegenerale@acquamarcia.it. Il presente avviso non costituisce proposta irrevocabile, néofferta al pubblico, nésollecitazione al pubblico risparmio, né impegna in alcun modo il Liquidatore Giudiziale a contrarrecon gli offerenti. Il Liquidatore Giudiziale - Dr. LeonardoQuagliata Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche Campania - Molise Ufficio Dirigenziale V - Ufficio Tecnico III - Unità Operativa di Caserta Stazione Unica Appaltante Ente delegato dal Comune di Frignano (CE) (Convenzione Rep. n. 2 SUA/CE del ai sensi dell art. 33 D. Lgs. 163/2006 e s.m.i.) ESTRATTO DI BANDO DI GARA 1. Stazione Unica Appaltante (S.U.A.): Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche Campania - Molise, Ufficio Dirigenziale V - Ufficio Tecnico III - Unità Operativa di Caserta - Via Cesare Battisti n.16 Caserta - Tel. 0823/ Fax 0823/ pec : oopp.caserta@pec.mit.gov.it. 2. Procedura di gara: Procedura aperta ai sensi dell art. 55 del D. Lgs. 163/2006 e s.m.i.; 3. Appalto per l affidamento dei Lavori di potenziamento, ristrutturazione, ammodernamento, ampliamento e razionalizzazione della rete fognaria cittadina - 1 Lotto funzionale - 1 Stralcio esecutivo cantierabile - Comune di Frignano (CE). 4. Importo complessivo dell affidamento: ,00 così distinto: ,85 per lavori a misura a base di gara, soggetto a ribasso ,62 per oneri di sicurezza diretti non soggetti a ribasso ,08 per oneri di sicurezza indiretti non soggetti a ribasso ed ,45 per il costo del personale non soggetto a ribasso. 5. Criterio di aggiudicazione: Prezzo più basso determinato mediante ribasso percentuale sull importo dei lavori posto a base di gara, al netto degli oneri di sicurezza diretti ed indiretti e del costo del personale, ai sensi dell art. 82, comma 2, lett. b) e con l esclusione delle offerte anomale ai sensi degli artt. 122, comma 9e253,comma 20/bis del D. Lgs. n. 163/2006 e s.m.i.; 6. Data gara ore 9,30 da esperire presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti - Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche Campania e Molise, Unità Operativa di Caserta - Via Cesare Battisti n.16 Caserta; 7. Il Bando di gara integrale è stato pubblicato sulla G.U.R.I. n. 81 del ; 8. Altre informazioni: riportate nel Bando, nel Disciplinare di gara e nel Capitolato Speciale d Appalto, pubblicati sui siti: e f.to IL VICARIO DEL PROVVEDITORE - Dott. Arch. Giovanni Di Mambro Per la pubblicità legale e finanziaria rivolgersi a: Via Rizzoli, Milano Tel Fax Via Valentino Mazzola, 66/D Roma Tel Fax Vico II San Nicola alla Dogana, Napoli Tel Fax Via Villari, Bari Tel Fax RCS MediaGroup S.p.A. Via Rizzoli, Milano Impresa P.I. Rabbiosi Giuseppe S.p.A. in Amministrazione Straordinaria A.S. 2/2014 Con provvedimento del 17 luglio 2014, il Giudice Delegato di Impresa P.I. Rabbiosi Giuseppe S.p.A., ha dichiarato l esecutorietà dello stato passivo tardivo delle domande di ammissione e di rivendica, pervenute entro il giorno Si precisa che i termini per l opposizione ex art. 98 L.F. decorreranno dal ricevimento della comunicazione ex art. 92 della L.F. che sarà effettuata a mezzo PEC, ove comunicata o conosciuta, ovvero, in alternativa, a mezzo deposito in Cancelleria ai sensi dell art. 31 bis L.F.. Il testo integrale del decreto di esecutorietà dello stato passivo può essere consultato sul sito web Il Commissario Straordinario Prof.ssa Daniela Saitta MINISTERO DELLA DIFESA Segretariato Generale della Difesa e DNA DIREZIONE ARMAMENTI AERONAUTICI E PER L AERONAVIGABILITA 3 Reparto - Servizio Carbolubrificanti - l^ Sezione AVVISO DI GARA Questa Direzione ha in programma l acquisizione di lubrificanti, oli e grassi per gli Enti/Reparti dell Esercito Italiano, tramite procedura ristretta, ai sensi del Decreto Legislativo 12 aprile 2006, n. 163 con aggiudicazione al prezzo più basso, da espletare ai sensi del citato D.Lgs. e della Direttiva 2004/18/CE. Informazioni possono essere richieste ad ARMAEREO - 3 Reparto Servizio Carbolubrificanti - Viale dell Università, ROMA - Tel. 06/ o 06/ (ore ). Al suddetto Ente dovranno pervenire entro e non oltre le ore del 25 agosto 2014, le eventuali richieste di partecipazione, redatte in carta legale per le Società aventi sede nel territorio Italiano, corredate dalla documentazione indicata nel bando di gara e prevista dal D.Lgs. n. 163/2006 negli art. 34, 38, art. 39 comma 1, 2 e 3, art. 41 comma 1 lett. c), art. 42 comma 1 lett. a) e dalla Direttiva 2004/18/CE negli art. 45, 46, art. 47 comma 1 lett. c), art. 48 comma 2 lett. a) punto ii. Il bando di gara sarà pubblicato sulle Gazzette Ufficiali della Repubblica Italiana (GURl) n. 79 del 14 luglio 2014 della Unione Europea (GUUE) cui è stato inviato il 3 luglio 2014 e sul sito internet: - Sezione bandi di gara. IL DIRETTORE - Gen. Isp. Capo G.A. ESPOSITO Ing. Domenico AVVISO DI GARA GE.S.A.C. S.p.A.- Società Gestione Servizi Aeroporti Campani S.p.A. - Aeroporto Civile Capodichino - Via del Riposo n Napoli - Tel. 081/ Fax 081/ , indirizzo di posta elettronica: ufficio_gare@gesac.it. Indirizzo internet: CIG (codice identificativo gare): C80. Procedura negoziata mediante strumenti telematici, avente ad oggetto il servizio di pulizia dell Aeroporto Internazionale di Napoli Capodichino. Durata: 60 mesi. Importo a base di gara: ,00 + iva, oltre ,00 + iva per oneri di sicurezza per rischi interferenti, non soggetti a ribasso. Modalità di affidamento e criterio di aggiudicazione: procedura negoziata con criterio dell offerta economicamente più vantaggiosa. Termine ricezione domande di partecipazione: entro le ore 10 del giorno 4/8/2014 a mezzo Portale ( L avviso integrale è disponibile sul sito ed è stato inviato all ufficio delle pubblicazioni della Gazzetta Ufficiale dell Unione Europea il 16/7/2014. Responsabile del procedimento: ing. Fabio Pacelli. L Amministratore Delegato - Dott. Armando Brunini TRIBUNALE DI MILANO SEZIONE SPECIALIZZATA IN MATERIA DI IMPRESA DIRPA S.c.a r.l. in A.S. Direttrice Perugia Ancona e Pedemontana delle Marche DIRPA S.c.a r.l. in A.S. in Amministrazione Straordinaria A.S. 4/2013 Con provvedimento del 17 luglio 2014, il Giudice Delegato di Dirpa S.c.a r.l., ha dichiarato l esecutorietà dello stato passivo tardivo delle domande di ammissione e rivendica, pervenute entro il giorno Si precisa che i termini per l opposizione ex art. 98 L.F. decorreranno dal ricevimento della comunicazione ex art. 92 della L.F. che sarà effettuata a mezzo PEC, ove comunicata o conosciuta, ovvero, in alternativa, a mezzo deposito in Cancelleria ai sensi dell art. 31 bis L.F.. Il testo integrale del decreto di esecutorietà dello stato passivo può essere consultato sul sito web Il Commissario Straordinario Prof.ssa Daniela Saitta LICEO STATALE LUCREZIA DELLA VALLE - COSENZA Bando di gara - C.I.G F C D E3 CUP: G83J ) Stazione appaltante: Liceo Statale Lucrezia Della Valle Piazza Amendola, Cosenza Tel. e fax mail CSPM05000T@istruzione.it mail PEC: CSPM05000T@pec.istruzione.it. 2) Oggetto:Progetto PON codice B-2.C-FESR bando con procedura aperta per la fornitura di strumenti/attrezzature musicali, informatiche e relativa installazione. 3) Tipo di procedura: Gara con procedura aperta. 4) Luogo di esecuzione: Cosenza Piazza Giovanni Amendola, 8. 5) Natura del servizio: fornitura di strumenti/attrezzature musicali e relativa installazione. 6) Importo: Euro ,00 iva compresa. 7) Criteri di aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa. 8) Termine ultimo per la ricezione delle offerte: ore 12,00 del 05 settembre ) Responsabile del procedimento: Dirigente Scolastico Prof.ssa Loredana Giannicola. 10) Pubblicazione bando: il bando integrale della gara è pubblicato sul sito internet della Scuola: Responsabile del procedimento: Dirigente Scolastico Prof.ssa Loredana Giannicola. - SEZIONE A - Il Tribunale in composizione collegiale nelle persone dei seguenti magistrati: dott.ssa Marina Tavassi Presidente dott.ssa Paola Gandolfi Giudice a latere dott.ssa Alima Zana Giudice relatore all esito dell udienza in camera di consiglio del nel procedimento per reclamo iscritto al n.r.g. 3820/2014 promosso da: LAMBRETTA SCOOTER LIMITED LTD, FINE WHITE LINE LIMITED LTD, LAMBRETTA S.R.L., con gli avv.ti Giovanni F. Casucci, Niccolò Ferretti, avv.to prof. Cesare Galli -RECLAMANTI- CONTRO G.& L. GESTIONI E LOGISTICA S.R.L., con l avv.to Nicola Gurrado G.& L. INDUSTRIE S.R.L., con l avv.to Nicola Gurrado MOTO WORLD S.R.L. in liquidazione (già LAMBRETTA WORLD S.R.L.), con l avv.to Nicola Gurrado MOTOLIFE ITALIA S.R.L., con gli avv.ti prof. Mario Saverio Spolidoro e Marianna E. Gurrado DMB LAMBRETTA INTERNATIONAL S.R.L., con l avv.to Giovanni Sarnatoro LIFE LONGARI LOMAN S.R.L., non costituita -RECLAMANTIha pronunciato la seguente ORDINANZA P.Q.M. Il Tribunale di Milano in composizione collegiale, sul reclamo proposto in data da LAM- BRETTA SCOOTER LIMITED, FINE WHITE LINE LIMITED e LAMBRETTA S.R.L. contro G&l GE- STIONI E LOGISTICA S.R.L., G.&.l. INDUSTRIE s.r.l., MOTO WORLD S.R.L., MOTOLIFE ITALIA S.R.L., DMB LAMBRETTA INTERNATIONAL S.R.L. e LIFE LONGARI LOMAN S.R.L., in riforma dell ordinanza resa dal giudice di prima istanza in data , così provvede: 1) conferma il provvedimento di descrizione adottato con ordinanza resa in data a favore delle reclamanti contro le reclamate, ad esclusione di Life Longari Loman s.r.l., in relazione alla quale il provvedimento viene revocato; 2) dispone che la documentazione acquisita in sede in descrizione venga messa a disposizione delle parti a cura della Cancelleria; 3) inibisce a DMB Lambretta International s.r.l. l utilizzo nella propria denominazione sociale del segno Lambretta o comunque di altro segno interferente con il marchio di titolarità delle reclamanti; 4) inibisce a tutte le reclamate l utilizzo del segno Lambretta o comunque di altro segno interferente con il marchio di titolarità delle reclamanti in qualunque contesto telematico, anche quale domain name e/o indirizzo di posta elettronica; 5) fissa a titolo di penale l importo di 1000,00 per ogni giorno di ritardo e per ogni violazione e/o inosservanza dell inibitoria di cui ai punti sub. 3) e/o sub. 4), eventualmente accertata a carico di ciascuna delle reclamate a partire dal ventunesimo giorno successivo alla comunicazione della presente ordinanza; 6) autorizza il sequestro di tutti gli scooter e loro accessori recanti attualmente il segno Lambretta e non smarchiati successivamente al ventesimo giorno dalla comunicazione della presente ordinanza, in contraffazione con i marchi delle reclamanti, rinvenuti presso le sedi, gli stabilimenti, i magazzini e le sedi secondarie delle reclamate nonché presso terzi; 7) dispone che l Ufficiale Giudiziario nomini custode e/o custodi dei beni sottoposti a sequestro una delle parti in causa con il consenso delle controparti ovvero, in mancanza, un terzo a scelta dello stesso Ufficiale Giudiziario; 8) dispone la pubblicazione dell intestazione e del dispositivo della presente ordinanza, da effettuare sul quotidiano Il Corriere della Sera per una sola volta a caratteri doppi del normale, a cura delle reclamanti ed a spese delle reclamate, entro trenta giorni dalla comunicazione del presente provvedimento; 9) spese al merito. Si comunichi. Milano, 22 maggio 2014 Il Presidente - dott.ssa Marina Tavassi Il giudice estensore - dott.ssa Alima Zana REGIONE TOSCANA - Giunta Regionale Direzione Generale Organizzazione e Risorse Settore Patrimonio e Logistica Via di Novoli, Firenze, Italia AVVISO DI AGGIUDICAZIONE Procedura e criterio di aggiudicazione: Procedura aperta svolta in modalità telematica ai sensi del D. Lgs. n. 163/2006 art. 55 con il criterio prezzo più basso. Oggetto: Servizi assicurativi a favore della Regione Toscana-Giunta Regionale e per gli Enti aderenti ai sensi dell art. 53LR38/2007,relativa a 13 lotti.l appalto per il LOTTO 3-RCTO è andato deserto. L appalto per il LOTTO 6-Tutela Legale è andato deserto. L appalto per il LOTTO 12- Macchine agricole è andato deserto. L appalto per il LOTTO 13-RC Prodotti è andato deserto. lotto 1 Servizio assicurativo ALL RISKS a favore della Regione Toscana-Giunta Regionale e degli Enti ed Agenzie istituite con Legge Regionale CIG: B54. Nome dell aggiudicatario: Generali Italia SpA - lotto 2 - Servizio assicurativo Oggetti d arte a favore della Regione Toscana- Giunta Regionale CIG: A1 Nome dell aggiudicatario: Lloyd s of London - lotto 4 - Servizio assicurativo Responsabilità Patrimoniale a favore della Regione Toscana-Giunta Regionale e degli enti ed Agenzie istituite con Legge Regionale CIG: CB4. Nome dell aggiudicatario: Lloyd s of London- lotto 5 --Servizio assicurativo Responsabilità Ambientale a favore della Regione Toscana-Giunta Regionale CIG: E08. Nome dell aggiudicatario:aig Europe Limitedlotto 7 - Servizio assicurativo INFORTUNI a favore della Regione Toscana-Giunta Regionale e degli Enti ed Agenzie istituite con Legge Regionale CIG: CC. Nome dell aggiudicatario: Generali Italia SpA lotto 8 - Servizio assicurativo KASKO AUTO PROPRIA a favore della Regione Toscana- Giunta Regionale e degli Enti ed Agenzie istituite con Legge Regionale CIG: Nome dell aggiudicatario: UnipoSai Assicurazioni SpAlotto 9 - Servizio assicurativo RC AUTO E RISCHI ACCESSORI a favore della Regione Toscana-Giunta Regionale e degli Enti ed Agenzie istituite con Legge Regionale CIG: BED. Nome dell aggiudicatario: UnipoSai Assicurazioni SpA lotto10 - Servizio assicurativo Rischio Incendio a favore di Terre Regionali di Toscana Ente Parco San Rossore CIG: A9. Nome dell aggiudicatario: UnipoSai Assicurazioni SpA lotto 11 - Servizio assicurativo Rischio Furto a favore di Terre Regionali di Toscana ed Ente Parco San Rossore CIG: CEF. Nome dell aggiudicatario: UnipoSai Assicurazioni SpA. Luogo di esecuzione della prestazione: Firenze - Italia. Data di aggiudicazione:. Decreto n del 05/06/2013. Data di spedizione del bando alla G.U.C.E.: 04/07/2014. Il Dirigente responsabile del contratto Dott.ssa Angela Di Ciommo REGIONE TOSCANA - Giunta Regionale Direzione Generale Politiche ambientali, energia e cambiamenti climatici Settore Prevenzione del Rischio Idraulico e Idrogeologico Via di Novoli n Firenze ESTRATTO DI BANDO DI GARA Procedura e criterio di aggiudicazione: Aperta. Prezzo più basso mediante offerta a prezzi unitari (ai sensi dell art. 82, comma 2, lett. b, del D.Lgs. n. 163/2006). Oggetto: Lavori di costruzione del Ponte di Stadano nel Comune di Aulla (MS). CIG: CUP: J61B Lavori: Strade, ponti e viadotti (OG 3); Apparecchiature strutturali speciali (OS 11); Componenti strutturali speciali (OS 18-A); Sottofondazioni (OS 21); Lavori in terra (OS 1). Luogo di esecuzione: Comune di Aulla (MS) - Loc. Stadano - Italia. Importo complessivo dei lavori: ,39. Importo dei lavori soggetti a ribasso: ,54. Importo costi per la sicurezza non soggetti a ribasso: ,85. Durata dell appalto: 560 giorni naturali, consecutivi e continui decorrenti dalla data del verbale di consegna dei lavori. Termine per la presentazione delle offerte: entro le ore 13:00:00 del Data di spedizione del bando alla GUCE: Il bando in edizione integrale è pubblicato sulla GUCE e sulla GURI. La documentazione di gara è disponibile sul seguente sito: sezione Regione Toscana - Giunta Regionale. Il Dirigente Responsabile del Contratto Giovanni Massini

19 Corriere della Sera Lunedì 21 Luglio 2014 italia: Cronache 19 # La storia L uomo aveva reagito a una rapina a Pontoglio, nel Bresciano: si è spento dopo 11 giorni di agonia. Arrestati i due aggressori Pietro, il macellaio del sorriso ucciso dai ladri per un auto I clienti: «Era sempre gentile, ci faceva sentire speciali» BRESCIA Aveva 53 anni e due grandi passioni: la famiglia e il lavoro. Pietro Raccagni, macellaio di Pontoglio, era sempre allegro, dispensava sorrisi all adorata moglie Federica e ai due figli Luca e Sara, di 27 e 21 anni, che lavoravano con lui e alla clientela della macelleria di Erbusco. «Era sempre gentile e disponibile» ricorda una cliente «e per la sua famiglia avrebbe fatto qualsiasi cosa». Entrare nella sua macelleria era un piacere: aveva sempre tempo per tutti. «Ricordava il nome di ogni cliente, ti faceva sentire una persona speciale» ricorda con la voce strozzata dal dolore e dall emozione un altra cliente che ancora non riesce a credere che Pietro non sarà più dietro il bancone della macelleria a dispensare sorrisi e gentilezze. «Pietro non era solo un macellaio - fa eco un altro affezionato del negozio - era un amico».«tu papà di amore ce ne hai dato tanto per questo voglio pensare che guarirai presto nel migliore dei modi» aveva postato in Facebook la figlia Sara qualche giorno fa. Ma il sorriso di Pietro si è spento per sempre l altro giorno dopo undici giorni di agonia. In ospedale era stato portato la notte dell 8 luglio. Era in coma. Aveva sorpreso due rapinatori in casa, aveva avuto paura per la sua famiglia e agendo d istinto li aveva seguiti. Uno dei malviventi l aveva colpito alla testa con una bottiglia e lui era caduto Al lavoro Pietro Raccagni nella sua bottega nel Bresciano Su Facebook Moglie e figli avevano invitato tutti a pregare per la vittima: sono arrivati centinaia di messaggi di solidarietà sbattendo con violenza il capo sul cemento, mentre i banditi fuggivano con la sua Mercedes. Da quella notte era scattata una massiccia caccia all uomo, ma nonostante la presenza costante delle forze dell ordine la banda, sfidando la sorte, aveva continuato a colpire seminando il panico. La fortuna dei banditi si è esaurita la notte tra sabato e domenica: due dei presunti responsabili della violenta aggressione sono stati fermati dai carabinieri della compagnia di Chiari e del Nucleo Investigativo di Brescia. Sono accusati di omicidio preterintenzionale e di rapina aggravata. Il primo è stato arrestato a Calcio, in provincia di Bergamo, il complice a Jesolo. Gli arrestati sono di origine albanese, La scheda La rapina L 8 luglio scorso Pietro Raccagni sorprende di notte nella sua villetta di Pontoglio in provincia di Brescia (nella foto) due rapinatori che gli stanno portando via l auto. Reagisce d istinto ma viene colpito alla testa e cade a terra davanti al garage della casa. Viene portato all ospedale privo di sensi e muore dopo 11 giorni di agonia senza mai risvegliarsi dal coma Gli arresti Nella notte tra sabato e ieri i carabinieri hanno arrestato due persone di origine albanese ritenuti i responsabili della rapina e della conseguente morte di Raccagni. I due, assieme ad altri complici sarebbero responsabili di altri colpi nella zona hanno 25 anni e per gli investigatori fanno parte della banda che ha colpito a Pontoglio, Palazzolo, ma anche in altre zone della Lombardia e in Veneto. Il gruppo criminale aveva base logistica a Calcio. Alla banda i carabinieri sono arrivati grazie a una Bmw rubata nel Bresciano e intercettata durante i controlli. Seguendo la vettura i militari sono arrivati al covo dove è stata ritrovata parecchia refurtiva. I carabinieri hanno denunciato anche altre due persone, un albanese e la sua compagna, una ragazza bergamasca. All appello, per completare la banda, manca un quinto personaggio che è ancora ricercato. Gli inquirenti non hanno dubbi, i due albanesi finiti in manette la notte dell 8 luglio erano in via Puccini a Pontoglio, nell abitazione del macellaio. Loro si sono introdotti alle tre di notte nella palazzina e frugando nella borsetta della signora Raccagni hanno trovato le chiavi dell auto. Raccagni ha cercato di fermarli, uno dei rapinatori l ha aggredito alle spalle, colpendolo con una bottiglia. Una vicina di casa ha visto tutto, l ha visto barcollare, fare qualche passo sullo scivolo del box e poi cadere all indietro. Il 53enne era stato soccorso dal figlio e dalla moglie. «Pregate per Pietro» avevano scritto i familiari su Facebook dopo il ricovero. In più di cinquecento avevano raccolto l invito e risposto con messaggi di solidarietà. Gli volevano tutti bene. E la sua tragedia ha scosso l intera comunità. Al posto di Raccagni avrebbe potuto esserci uno chiunque tra loro. Wilma Petenzi Stati Uniti Alla vedova di un fumatore 23 miliardi Un tribunale della Florida ha stabilito che il colosso delle sigarette americano che produce le Camel, la Reynolds American, dovrà risarcire 23,6 miliardi di dollari a una vedova che ha perso il marito a causa di un cancro ai polmoni nel L uomo per oltre vent anni aveva fumato fino a tre pacchetti di sigarette al giorno ed era morto a 36 anni. La moglie ha citato in giudizio la RJ Reynolds sostenendo che non informava i tabagisti con sufficiente chiarezza sui pericoli a cui andavano incontro. Neanche la donna però si aspettava il risarcimento record e, al New York Times, ha raccontato che quando la giuria ha letto il verdetto, aveva capito che la cifra fosse «milioni» di dollari (millions in inglese). È stato il suo avvocato a spiegarle che invece si trattava di miliardi (billions). «È stato semplicemente incredibile», ha detto la vedova di quel matrimonio durato appena sei anni. «Il giudizi va oltre la ragionevolezza: presenteremo ricorso e abbiamo fiducia che la corte non consentirà questo verdetto», ha annunciato Jeffery Raborn vicepresidente della Reynolds. A. Rib. Nella stiva trovati 29 cadaveri Il trentesimo migrante morto è un bambino di un anno di ISABELLA BOSSI FEDRIGOTTI E rano ventinove, l altro ieri, gli africani morti soffocati nella stiva della barca strapiena di migranti. Tutti africani neri considerati gli ultimi della terra e nemmeno sulle carrette del mare specializzate in viaggi della disperazione vige una qualche parvenza di parità: c è, infatti, chi viene trattato più da bestia degli altri e finisce nel vano motore con la botola ermeticamente chiusa sopra la sua testa. Nel frattempo i morti sono diventati trenta perché un altro, pur tratto in salvo su una nave, non ce l ha fatta. Abituati come siamo alla conta, quasi quotidiana, delle vittime della traversata, una in più o una in meno difficilmente, ormai, riesce a toccarci il cuore, perché la pietà può anche essere tanta per la nera umanità senza nome partita e mai arrivata, tanta ma non infinita. È, infatti, la pietà, come le lacrime che, pur nel dolore più grande, a un certo punto, inevitabilmente, si esauriscono. E piano piano si affonda nell indifferenza, come se fosse sabbia mobile. Poi si viene a sapere che il trentesimo morto è un bambino di un anno appena, e d improvviso si ha l impressione che quel piccolissimo migrante non conti per uno soltanto nella macabra, mortifera, quotidiana lista, bensì, per dieci, per venti o anche per molti di più, andando così a risvegliare non soltanto la nostra sopita pietà, ma anche l indignazione e il senso di assoluto, bruciante scandalo. Scandalo e indignazione perché quali altri sentimenti può suscitare la morte di un esserino che rappresenta un concentrato di speranza, prima di tutto, naturalmente, per il suo puro essere bambino, ma poi anche in quanto profugo da una vita impossibile verso una forse un poco più facile e più possibile? Quella piccola, trentesima, inutile vittima diventa, in un certo senso, il simbolo del nostro fallimento: di tutti quanti noi che, mentre discutiamo, senza trovare soluzioni, dell immane problema dell immigrazione, mentre ci litighiamo, tra nazioni europee, su chi dovrebbe farsi carico della disperata umanità che approda nei Paesi più facilmente raggiungibili, non riusciamo, nel frattempo, malgrado l impegno spesso eroico e la sicura buona volontà dei soccorritori, a evitare che, chissà se nella stiva dei neri o, invece, in coperta tra i viaggiatori soltanto un po meno sfortunati, muoia un bambinetto di un anno. Certo il piccolo del quale, forse, non sapremo mai il nome, non è stato il primo: non abbiamo i conti di quanti lo hanno preceduto e ancora tanti, purtroppo seguiranno il suo destino. Difficile, tuttavia, non pensare a lui, non memorizzare il suo immaginario volto di trentesima vittima, minuscola pedina che, aggiuntasi alle altre ventinove cadute, diversamente, però, pesa sul cuore.

20 italia: Lunedì 21 Luglio 2014 Corriere della Sera 20

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