Questo CSS-combustibile ( prodotto ) si identifica come un combustibile di buona qualità e con prestazioni termiche allineate a quelle dei carbone.

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2 PREMESSA La presente relazione tecnica è allegata all istanza di modifica dell Autorizzazione Integrata Ambientale (cd. A.I.A.) della Cementeria Buzzi Unicem di Vernasca PC), rilasciata con Determinazione Dirigenziale della Amm. Provincia di Piacenza n. 367 del 27/02/2014. In particolare, nelle sezioni del presente documento, vengono riportati gli aggiornamenti della situazione tecnico-organizzativa dell Unità Produttiva, correlati allo studio d impatto ambientale per il progetto del recupero energetico nel forno da cemento della Cementeria di Vernasca (PC) del Combustibile Solido Secondario (CSS), conforme alle disposizioni contenute sia nel Decreto del Ministero dell Ambiente n. 22 del 14/02/2013 Regolamento recante disciplina della cessazione della qualifica di rifiuto di determinate tipologie di combustibili solidi secondari (CSS), ai sensi dell art. 184-ter, comma 2 del D. Lgs. 03/04/2006 n. 152 e smi (pubblicato sulla G. Uff. n. 62 del 14/03/2013), sia nel Decreto del Ministero dell Ambiente 20 marzo 2013 "Modifica dell'allegato X della Parte Quinta del D.Lgs 3/04/2006 n. 152 e smi, in materia di utilizzo del combustibile solido secondario (CSS) (pubblicato sulla G. Uff. n. 77 del 2/04/2013). Questo CSS-combustibile ( prodotto ) si identifica come un combustibile di buona qualità e con prestazioni termiche allineate a quelle dei carbone. Quindi, le informazioni e le documentazioni nel seguito riportate derivano dalla ponderosa documentazione tecnica, allegati ed elaborati grafici (circa 950 pagg.) predisposti per la Valutazione d impatto ambientale per l utilizzo del CarboNeXT, combustibile solido secondario nel forno di cottura clinker della Cementeria Buzzi Unicem di Vernasca e, in particolare, contenuti in: - Quadro di riferimento programmatico - Quadro di riferimento ambientale - Quadro di riferimento progettuale - Relazione di progetto - Relazione paesaggistica - Sintesi non tecnica Pertanto, per le parti di competenza, si rimanda al suddetto S.I.A., predisposto conformemente alle disposizioni contenute nella Legge Regionale 20/04/2012 n. 3 Riforma della L.R. 18/05/1999 n. 9 Disciplina della procedura di valutazione d impatto ambientale, al fine di verificare e dimostrare che la modifica proposta non comporta impatti significativi e negativi per l ambiente. Infine, conformemente alle disposizioni delle Delibere della Giunta Regione Emilia-Romagna n del 2/02/2011, n del 20/04/2012 e s.m.i., la relazione tecnica è stata elaborata tenendo conto di: evitare di ripresentare schede e/o allegati contenenti tipologie di informazioni già indicate nei reporting annuali e altri dati già dichiarati o già precedentemente forniti (cfr. alla documentazione tecnica allegata all istanza di rinnovo della A.I.A. prot. 12/13/EAS/FR del 4/04/2013 e/o al suddetto S.I.A.) e sistematicamente registrati nel Piano di Monitoraggio e Controllo (cd. PM&C), nonché quelli in possesso delle Autorità competenti e di ARPA; 2

3 focalizzare l attenzione sulla descrizione degli aspetti aggiornati o modificati rispetto alla domanda precedente, in un'ottica rivolta non solo verso l'assetto e le trasformazioni dell'impianto e delle relative pertinenze, ma anche verso le evoluzioni del contesto ambientale e territoriale in cui si inserisce l'impianto e dei progressi tecnologici intervenuti dal momento della precedente istruttoria; quindi, per le parti non trattate o non aggiornate, attestare esplicitamente che non hanno subito modifiche rispetto a quanto riportato nella vigente di A.I.A.; identificare specificatamente gli impatti della modifica proposta, attraverso un livello di approfondimento appropriato per la descrizione e per la successiva valutazione e definizione delle proposte di miglioramento o progressivo adeguamento finalizzato a conseguire la sostenibilità ambientale dell'impianto alla luce dell'analisi delle migliori tecniche disponibili (BAT o MTD) sviluppate per lo specifico settore di appartenenza (BRef); infine, ottemperare alle modifiche apportate alla Parte II e IV del D.Lgs 152/2006 dal D.Lgs 4/03/2014 n. 46 Attuazione della Direttiva 2010/75/UE relativa alle emissioni industriali, dai successivi decreti ministeriali e circolari interpretative di Ministero Ambiente e Regioni, nonché alle variazioni introdotte dalla legislazione nazionale (cfr. Legge 11/08/2014 n. 116, Legge 11/11/2014 n. 164, etc..) per adeguare la normativa ambientale all evoluzione delle disposizioni europee. In particolare, le indicazioni (con revisioni minimali) riguardano le Sezioni C4.1 e C4.2 Applicazione delle MTD, C4.5 Co-combustione del CSS-Combustibile CarboNeXT nel forno di cottura clinker, D2.4 Emissioni in atmosfera della linea di cottura clinker e Tabelle D3.2.2 e D3.2.4 Piano di monitoraggio e controllo delle Condizioni della A.I.A. vigente. Nel vari paragrafi, vengono anche indicati gli interventi tecnico-gestionali realizzati o previsti per il progressivo adeguamento al BRef References Document on BAT in the cement and lime manufacturing industries (revisione maggio 2010, pubblicato sulla GU.CE del 25/06/2010) e alle Conclusioni sulle BAT, stabilite con Decisione della Commissione Europea n. 2013/163/UE del 26/03/2013 (pubblicata sulla GU.CE del 9/04/2013), ai sensi degli art. 3, pp. 2 e14, art. 13, p. 5 e art. 75, p. 1 della Direttiva 2010/75/UE. Infine, nei cap. C4.5.6 viene riportata una esaustiva illustrazione della eco-compatibilità del recupero energetico del CSS-combustibile nel forno da cemento, con oggettive evidenze dell assenza di impatti significativi e negativi per l ambiente. 3

4 QUADRO SINTETICO MODIFICHE DELLE CONDIZIONI DELL A.I.A. (cfr. Determinazione Dirigenziale n. 367 del 27/02/2014) A. SEZIONE INFORMATIVA A1. Definizioni INVARIATO A2. Informazioni sull impianto INVARIATO A3. Iter istruttorio n.a. A4. Autorizzazioni e comunicazioni sostituite e/o integrate INVARIATO B. SEZIONE FINANZIARIA B1. Calcolo tariffe istruttorie n.a. B2. Calcolo fidejussioni INVARIATO C. SEZIONE DI VALUTAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE C1. Inquadramento ambientale e territoriale INVARIATO C2. Descrizione del processo produttivo e dell attuale assetto impiantistico INVARIATO C3. Valutazione degli impatti, criticità individuate, opzioni considerate e proposte dal gestore (aria, acqua, suolo, rifiuti, indicatori ambientali) C4. Valutazione delle opzioni e dell assetto impiantistico proposti dal gestore, con identificazione dell assetto impiantistico rispondente ai requisiti IPPC INVARIATO C4.1 Valutazione e posizionamento delle migliori tecniche disponibili - MTD (BAT) AGGIORNATO C4.2 Applicazione delle MTD INTEGRATO in alcuni capitoli C4.3 Recupero come materia di rifiuti speciali non pericolosi INVARIATO C4.4 Piano di miglioramento proposto dal Gestore AGGIORNATO C4.5 Co-Combustione del CSS-combustibile CarboNeXT nel forno di cottura clinker NUOVO D. SEZIONE DI ADEGUAMENTO DELL IMPIANTO E SUE CONDIZIONI DI ESERCIZIO D1. Piano di adeguamento dell impianto e sua cronologia, condizioni, limiti e prescrizioni D2. Condizioni generali per l esercizio dell impianto AGGIORNATO D2.1 Finalità INVARIATO D2.2 Condizioni relative alla gestione dell impianto INVARIATO D2.3 Comunicazioni e requisiti di notifica generali INVARIATO AGGIORNATO D2.4 Emissioni in atmosfera E8: forno+molino D2.5 Emissioni acque reflue domestiche e meteoriche di prima pioggia INVARIATO D2.6 Emissioni sonore INVARIATO D2.7 Gestione dei rifiuti prodotti INVARIATO D2.8 Utilizzo rifiuti INVARIATO D2.9 Energia INVARIATO D2.10 Piano di dismissione e bonifica INVARIATO D3. Piano di monitoraggio e controllo dell impianto Allegato 1 D3.1 Indicazioni di carattere generale INVARIATO D3.2 Quadri sinottici delle attività di monitoraggio e controllo (D3.2.1 D ) INVARIATO (escluso aggiornamento tabelle: D3.2.2 Combustibili-CSS, D3.2.4 Emissioni forno, D3.2.9a 4

5 A. SEZIONE INFORMATIVA A1 DEFINIZIONI vedere: A.I.A. n. 367/2014 e documentazione agli atti A2 INFORMAZIONI SULL IMPIANTO vedere: A.I.A. n. 367/2014 e documentazione agli atti A3 ITER ISTRUTTORIO vedere: A.I.A. n. 367/2014 e documentazione agli atti A4 AUTORIZZAZIONI E COMUNICAZIONI SOSTITUITE e/o INTEGRATE vedere: A.I.A. n. 367/2014 e documentazione agli atti B. SEZIONE FINANZIARIA B1 CALCOLI TARIFFE ISTRUTTORIE n.a. (vedere: A.I.A. n. 367/2014 e documentazione agli atti) B2 CALCOLO FIDEJUSSIONI vedere: A.I.A. n. 367/2014 e documentazione agli atti C. SEZIONE DI VALUTAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE C1 INQUADRAMENTO AMBIENTALE E TERRITORIALE vedere: A.I.A. n. 367/2014 e documentazione agli atti 5

6 C2 DESCRIZIONE DEL PROCESSO PRODUTTIVO E DELL ATTUALE ASSETTO IMPIANTISTICO C2.1 Analisi del ciclo produttivo C2.1.1 Produzione annua (capacità produttiva: t/a clinker) C2.1.2 Ciclo produttivo C2.1.3 Combustibili C2.1.4 Sistema di controllo C2.1.5 Materie prime C2.1.6 Logistica C2.1.7 Emissioni fasi produttive vedere: A.I.A. n. 367/2014 e documentazione agli atti C3 VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI, CRITICITA INDIVIDUATE, OPZIONI CONSIDERATE E PROPOSTE DAL GESTORE C3.1 Matrice aria C3.2 Matrice acqua C3.3 Matrice suolo C3.4 Matrice rifiuti C3.5 Emissioni in atmosfera - Indicatori ambientali vedere: A.I.A. n. 367/2014 e documentazione agli atti C4 VALUTAZIONE DELLE OPZIONI E DELL ASSETTO IMPIANTISTICO PROPOSTI DAL GESTORE, CON IDENTIFICAZIONE DELL ASSETTO IMPIANTISTICO RISPONDENTE AI REQUISITI IPPC C4.1 Valutazione e posizionamento delle migliori tecniche disponibili - MTD (BAT) Le misure di contenimento delle emissioni in atmosfera e di salvaguardia dell ambiente e della salute umana riguardano la progressiva applicazione delle BAT Cemento e, soprattutto, le prestazioni energetiche e ambientali correlate al forno di cottura clinker. Peraltro, i principi ispiratori della Politica Ambiente e Sicurezza del Gruppo prevedono il conseguimento di elevati livelli di protezione dell ambiente nel suo complesso, ottenibile attraverso l adozione di misure tecnico-gestionali richiamate dal BRef per alleggerire il cosiddetto ecological footprint. 6

7 Tenendo quindi conto delle Conclusioni sulle BAT (cfr. Decisione della Commissione Europea n. 2013/163/UE del 26/03/2013), si conferma che da anni Buzzi Unicem ha progressivamente adottato le migliori tecnologie disponibili per garantire la costante minimizzazione delle incidenze ambientali ascrivibili alle proprie attività produttive. La valorizzazione dell eco-efficienza e dell eco-compatibilità viene costantemente perseguita attraverso interventi efficaci ed economicamente sostenibili, derivanti dall analisi della fattibilità tecnico-economica relativa alla progressiva applicazione delle n. 28 BAT individuate nel BRef Cemento (rev. maggio 2010) e soprattutto indirizzati a: - minimizzare i consumi di risorse naturali ed energetiche; - minimizzare la produzione di rifiuti; - ridurre le emissioni (in aria, acqua e suolo) e i livelli sonori; - sviluppare innovativi strumenti gestionali e schemi certificativi, in linea con l evoluzione dello scenario legislativo europeo (es. studio LCA di clinker e cementi e certificazione EPD dei cementi); - attuare sistematici audit per la verifica del costante rispetto degli standard prestazionali ed il controllo continuo degli aspetti ambientali più significativi; - pianificare le attività di formazione e aggiornamento di tutto il personale (interno e esterno) verso la prevenzione e riduzione integrate dell inquinamento, con l attivazione di tutte le iniziative finalizzate al controllo delle varie incidenze ambientali. Ne consegue che, ad oggi, le uniche misure di mitigazione ancora da applicare e realizzabili sono direttamente connesse all implementazione del recupero energetico di combustibili con contenuto biogenico, cioè il CarboNeXT - considerato, a livello europeo, una delle migliori tecniche disponibili per il settore [cfr. pp (d,f), , delle Conclusioni sulle BAT ], con la conseguente riduzione delle emissioni di NOx, SO 2 e CO 2, anche con riferimento all adeguamento normativo cogente ascrivibile alla Direttiva 2010/75/UE IED e al recepimento in Italia con il D.Lgs n. 46/2014, come descritto e approfondito nei punti successivi. La valutazione e individuazione delle BAT applicabili, in mancanza delle Linee Guida MTD nazionali, come previsto dall art. 29-sexies, comma 5 del D.Lgs 152/2006, sono basate sul BRef di riferimento References Document on BAT in the cement [ ] manufacturing industries del dicembre 2001 e sulla revisione del 18 maggio 2010 (pubblicata sulla GUCE del 25/06/2010). Comunque, questo riferimento alle BAT del settore del cemento non comporta la previsione di valori limite di emissione (ELV), ma solamente la definizione di livelli di emissione associati (LEA), come chiaramente indicato nella prefazione alle stesse e nel cap. 1.5 con: - Laddove si parli di livelli di emissione o consumi associati con le migliori tecniche disponibili, ciò sta a significare che detti livelli rappresentano la prestazione ambientale che si potrebbe prevedere in conseguenza dell applicazione, nel settore, delle misure /tecniche descritte, tenendo presente costi e vantaggi impliciti nella definizione di BAT. Tuttavia, non sono i valori limite, né delle emissioni, né del consumo e non devono essere intesi come tali (pag. 170); - Le BAT (inclusi i livelli di emissione e consumi associati al loro uso) di cui si tratta in questo capitolo sono BAT in senso generale (vale a dire ritenute appropriate per il settore nel suo insieme). Sono da usarsi come punto di riferimento rispetto al quale giudicare le attuali prestazioni ambientali di un impianto preesistente oppure una proposta per l installazione di un nuovo impianto (pag. 171); 7

8 - Nelle raccomandazioni agli utilizzatori del documento viene specificato che: Come citato nella prefazione, il presente documento non propone valori limite di emissione. Le migliori tecniche disponibili e gli intervalli indicati per i livelli di emissione o consumo associati con l uso delle BAT (intervalli BAT-LEA) dipendono etc (pag. 171). Inoltre, occorre considerare le modifiche normative introdotte dalla Direttiva 2010/75/UE del 24/11/2010, cd. "IED - Industrial Emission Directive", che accorpa e sostituisce n. 7 Direttive settoriali, tra cui le previgenti Direttive 96/61/EC e 2008/1/CE su Impianti IPPC/AIA e la Direttiva 2000/76/EC (in Italia cfr. D.Lgs 133/2005) su WID Waste Incineration/ Coinceneration Directive. Questa Direttiva è stata recepita in Italia dal D.Lgs 4/03/2014 n. 46, che modifica alcune disposizioni normative contenute nella Parte II e IV del D.Lgs 152/2006 (ad esempio, con inserimento del Titolo III-bis alla Parte IV). Soprattutto, il progressivo adeguamento alle nuove disposizioni della Direttiva IED comportano alcune novità relative ai forni da cemento esistenti, quali in particolare: a) attribuzione di carattere legalmente vincolante ai documenti di riferimento sulle migliori tecniche disponibili (BRef) e ai valori limite associati alle BAT; quindi, per il rilascio e/o rinnovo e/o modifica delle A.I.A., l'autorità competente dovrà tenere conto di "quanto stabilito dalle Conclusioni sulle BAT cemento", stabilite con Decisione della Commissione Europea n. 2013/163/UE del 26/03/2013. b) il coincenerimento di rifiuti è una BAT per il settore cemento [cfr. al BRef: pp , , 1.5.4, nonché alle Conclusioni BAT : pp (d,f), , ]. c) nel caso del coincenerimento di rifiuti, devono essere rispettate le prescrizioni della Direttiva 2000/76/CE WID (ora modificata dalla Direttiva 2010/75/UE), come inequivocabilmente riportato nei pp e del BRef e nel Campo di applicazione (pag. 6) delle Conclusioni, dove viene espressamente indicato che: Nel caso di coincenerimento di rifiuti, devono essere rispettate le prescrizioni della Direttiva sull Incenerimento dei Rifiuti WID (Direttiva 2000/76/CE). d) specifiche prescrizioni per l esercizio e le emissioni in atmosfera correlate alle attività di coincenerimento di rifiuti nei forni da cemento esistenti (cfr. agli artt. 237-octies, 237-undecies, 237-duodecies, 237-quattuordecies e all Allegato 2, pp. A.2, B e C del Titolo III-bis alla Parte IV del D.Lgs 152/2006). e) in questo contesto, i limiti di emissione dei forni da cemento sono definiti dall Allegato 2, p. A.2 Disposizioni speciali relative ai forni da cemento che coinceneriscono rifiuti, con le seguenti precisazioni: - p. 2.1 valori limiti di PTS, NO 2, SO 2, COT, HCl, HF espressi come valori medi giornalieri (monitoraggio continuo), calcolati attraverso il rilevamento dei valori medi semiorari; - p. 2.2 valori di emissione medi (campionamento periodico quadrimestrale) (cfr. Allegato 2. pp. A.2.1 e C) per n. 12 metalli pesanti (campionamento 1 ora) e per IPA (n. 11 congeneri) e PCDD/PCDF (campionamento 8 ore); - soprattutto (cfr. Allegato 2, pp. A.2.3 e A.2.4) per valori limiti di CO, SO 2, COT, l Autorità può fissare limiti e/o concedere deroghe nel caso in cui il coincenerimento dei rifiuti non dia luogo a queste emissioni ovvero quando gli inquinanti emessi non derivano direttamente dal coincenerimento di rifiuti o dalla combustione di combustibili tradizionali, quali ad esempio gli inquinanti derivanti dai prodotti o dai materiali necessari per la produzione. 8

9 f) imposizione del limite medio giornaliero di NOx=500 mg/nm 3 dal 10 gennaio 2016, ai sensi dell art. 237-duovicies, comma 1 e Allegato 2, p. A.2.1 del Titolo III-bis alla Parte IV del D.Lgs 152/2006. Quindi, in base a quanto precedentemente esposto, i valori limite di emissione del forno di cottura clinker esistente (con qualsiasi assetto produttivo e, quindi, con o senza coincenerimento di combustibili alternativi) sono riportati nella tabella seguente. Parametri Unità di misura Valore limite (ELV) Polveri mg/nm 3 secco rif. 10% O 2 25 Ossidi di azoto (NO 2 ) mg/nm 3 secco rif. 10% O (*) Ammoniaca (NH 3 ) mg/nm 3 secco rif. 10% O 2 30 (100 m.d.) Ossidi di zolfo (SO 2 ) mg/nm 3 secco rif. 10% O Acido cloridrico (HCl) mg/nm 3 secco rif. 10% O 2 10 Acido fluoridrico (HF) mg/nm 3 secco rif. 10% O 2 1 Composti organici (COT) mg/nm 3 secco rif. 10% O 2 80 Hg µg/nm 3 secco rif. 10% O 2 50 Cd + Tl µg/nm 3 secco rif. 10% O 2 50 As + Cr + Co + Cu + Mn + Ni + Pb + Sb + V µg/nm 3 secco rif. 10% O IPA ng/nm 3 secco rif. 10% O PCB-DL ng TE/Nm 3 secco rif. 10% O 2 0,1 PCDD + PCDF ng TE/Nm 3 secco rif. 10% O 2 0,1 (*) adeguamento al valore limite delle emissioni di NOx entro 10 gennaio

10 C4.2 Applicazione delle MTD In questa sezione, solo per le parti oggetto di modifica e/o integrazione rispetto a quanto già riportato nella vigente A.I.A., vengono richiamati gli interventi tecnico-gestionali realizzati o previsti per il progressivo adeguamento alle BAT settoriali, nonché il puntuale confronto con le BAT individuate dal BRef Cemento (revisione maggio 2010) e dalle Conclusioni sulle BAT, stabilite con Decisione della Commissione Europea n. 2013/163/UE del 26/03/2013. Comunque, l individuazione e la scelta delle BAT applicabili sono essenzialmente basate sulla valutazione e correlazione tra la riduzione dei fattori di emissione e gli aspetti economici e di competitività (costi d investimento e variazione di costo del cemento prodotto) e la significatività dei parametri di esercizio (applicabilità tecnica, consumo energetico, materiali di consumo ed esperienza acquisita). Come chiaramente indicato nella prefazione del BRef, nonché al 3 considerando della suddetta Decisione UE, l individuazione delle BAT non comporta la previsione di valori limite di emissione (ELV), ma solamente la definizione di livelli di emissione associati (LEA). Inoltre, si fa rilevare che, nel caso di coincenerimento di rifiuti, devono essere rispettate le prescrizioni della Direttiva 2000/76/CE WID (ora modificata dalla Direttiva 2010/75/UE), così come espressamente indicato ai pp , delle BAT e al Campo di applicazione (pag. 6) della Decisione UE (cfr. alla indicazione *) C4.2.1 Ciclo produttivo vedere: A.I.A. n. 367/2014 e documentazione agli atti C Energia vedere: A.I.A. n. 367/2014 e documentazione agli atti C Emissioni in atmosfera C4.2.3.a Emissioni di polveri e PM 10 vedere: A.I.A. n. 367/2014 e documentazione agli atti 10

11 C4.2.3.b Emissioni di ossidi di azoto Descrizione (cfr. ai pp. di cap. 1.5 del BRef Cemento) Stato di attuazione Emissioni di NOx (punto ) (*) [cap , p. 19 (a d) di Conclusioni BAT ] 17. Ridurre le emissioni di NOx dovute agli effluenti gassosi del processo di cottura utilizzando singolarmente o in combinazione le misure /tecniche sottoelencate: 17a. Misure tecniche primarie (quali raffreddamento della fiamma, bruciatori Low-NOx, automatizzazione controllo del processo, ). 17b. Combustione a stadi (con combustibili tradizionali e/o rifiuti), anche in combinazione con l uso di un precalcinatore e mix di combustibili ottimizzato. 17c. Riduzione Selettiva Non Catalitica (SNCR). 17d. Riduzione Selettiva Catalitica (SCR), condizionata allo sviluppo di processi e catalizzatori adatti per il forno da cemento. 18. Quando si utilizza la Riduzione Selettiva Non catalitica SNCR, applicare: - misure /tecniche idonee a garantire un idonea efficienza di riduzione degli NOx; - un rapporto stechiometrico ottimale per ottenere un buon rendimento di abbattimento degli NOx e contemporaneamente la minor emissione di NH 3 non reagita (cd. ammonia slip). L applicazione combinata delle suddette misure /tecniche di abbattimento dovrebbe consentire: - per NOx: LEA 450 mg/nm 3 (valore medio giornaliero) in presenza di concentrazioni di NOx >1000 mg/nm 3, dopo l applicazione delle sole misure primarie (cfr. p. 17a). per NH 3 : LEA 50 mg/nm 3 (valore medio giornaliero). [cap , p. 20 (a,b,c) di Conclusioni BAT ] ATTUATO Installazione di bruciatori Low-NOx per testata e precalcinatore del forno Installazione del sistema automatizzzato di gestione del processo (parametri di esercizio, potenza, emissioni, monitoraggio SME.). ATTUATO La miscela di combustibili tradizionali (petcoke e/o carbon fossile) e combustibili alternativi viene alimentata ai bruciatori posizionati sia in testata forno, che in precalcinazione. ATTUATO Nel 2009, installato SNCR, con iniezione nei gas esausti (all uscita del forno rotante) di una soluzione acquosa di urea (al 40% circa), così da ridurre NO in N 2, con regolazione continua dell immissione di reagente attraverso il monitoraggio SME delle emissioni di NO 2 e NH 3. NON APPLICABILE ATTUATO (vedere punto precedente) Ad oggi, l adozione delle suddette tecniche di abbattimento assicurano un valore medio tendenziale annuale delle emissioni di NOx (monitorate dallo SME) inferiore a 700 mg/nm 3. Questo livello emissisivo dovrebbe ridursi ulteriormente con il progressivo incremento del recupero energetico di combustibili alternativi (media 0,4 % N, contro 2% N di carbone). Nb. Il raggiungimento della concentrazione di NOx 500 mg/nm 3 (valore medio giornaliero) avverrà secondo i termini tecnici e temporali, previsti dal D.Lgs 46/2014 di recepimento della Direttiva IED, correlati comunque alla progressiva co-combustione del CarboNeXT. (vedere anche Nota). 11

12 Nota sulle emissioni di NOx L adeguamento delle emissioni degli ossidi di azoto, secondo quanto previsto dal Bref europeo e dall Allegato 2, p. A.2 del Titolo III-bis alla Parte IV del D.Lgs 152/2006 (così come modificato dal D.Lgs 46/2014 di recepimento della Direttiva 2010/75/UE IED ) con rispetto del limite cogente di NOx = 500 mg/nm 3 (riferito a gas secco e 10% O 2 ), è pianificato entro il 10 gennaio 2016 (cfr. art. 237-duovicies, comma 1 del D.Lgs 152/2006), con utilizzo del sistema SNCR esistente. Indubbiamente, l incremento della co-combustione di CarboNeXT, in modo continuativo, regolare e in percentuali superiori al 30%, non potrà che contribuire a limitare le reazioni che portano alla generazione di NOx termico e NOx chimico; infatti, i risultati di numerose campagne di misura su forni dotati di preriscaldatore a cicloni e precalcinatore del tutto similari a quello di Vernasca, i dati della letteratura scientifica e gli studi LCA confermano che la riduzione delle emissioni di NOx è direttamente correlabile al progressivo coincenerimento dei combustibili alternativi (con basso N molare), in sostituzione del petcoke, comportante anche un minor utilizzo del sistema SNCR e, quindi, una minor quantità di reagente immesso nei gas esausti del forno e, conseguentemente, il contenimento di potenziali emissioni incontrollate di ammoniaca. In questo contesto, si segnalano anche due autorevoli contributi: - L utilizzo di combustibili alternativi nei forni da cemento consente di ridurre le emissioni di NOx rispetto alla marcia a combustibili fossili. Il beneficio quantificato dalla Commissione EUROPEA (2003) è stimato pari a 0,36 kgnox/t CDR utilizzato (Prof. Genon, Dr. Brizio - Poli TO e ARPA, 2008). - I dati del Dipartimento Provinciale dell ARPA di Cuneo mettono in relazione una diminuzione degli NOx nelle emissioni con l utilizzo di combustibile da rifiuto in alternativa al combustibile fossile (Provincia Cuneo, Forum PA 2009). Come più volte rilevato, è importante verificare l effettiva e complessa cinetica di formazione dello NOx chimico (35 55% dello NOx totale; azoto del combustibile che si combina con altri atomi di azoto a formare N 2 e/o reagisce con l ossigeno dando così origine agli NOx) correlabile sia alle differenziate e peculiari condizioni termiche e fluodinamiche del processo di cottura, sia all alimentazione dei bruciatori con combustibili tradizionali (carbon fossile, petcoke, ocd/cav) rispetto alla co-combustione del CarboNeXT, caratterizzato da un minore contenuto di azoto molare (circa 0,4% N contro 2% del carbone). Infatti, le molecole contenenti azoto, chimicamente legate nel combustibile, reagiscono con l ossigeno presente nell aria di combustione sviluppando diversi composti azotati, con una velocità di reazione direttamente proporzionale alla temperatura, all eccesso d aria e alla tipologia dei combustibili (miscele con maggiore o minore facilità a bruciare); invece, un contributo alla minore generazione di NOx deriva da condizioni ipostechiometriche (difetto d'aria) nel flusso dei gas esausti e, soprattutto, dalla presenza di componenti incombusti (idrocarburi, CO) in zona riducente, con grado di ossidazione dipendente dalla lenta miscelazione nel calcinatore tra il flusso dei gas esausti e il necessario volume di aria comburente calda proveniente dal raffreddatore (aria III^). In futuro, questo valore obiettivo potrà essere rivisto e anche migliorato in base alla verifica dell'effettiva cinetica ed efficacia del processo di riduzione degli ossidi di azoto, correlato ai diversificati quantitativi di recupero energetico e alla formazione dello NOx chimico, attraverso il monitoraggio continuo delle emissioni di NOx ed il controllo e la progressiva ottimizzazione del rendimento del sistema di abbattimento, per evitare consumi eccessivi di reagente ed il fenomeno della "fuga" di composti ammoniacali. 12

13 E comunque opportuno ricordare che la formazione di ossidi di azoto, così come i consumi termici, sono fortemente influenzati dalla marcia non regolare e costante del forno, che richiede un eccessivo apporto calorico, indispensabile per raggiungere e mantenere la temperatura di sinterizzazione (circa 1450 C) per la formazione di clinker qualitativamente accettabile e, nello stesso tempo, sopperire alla produzione ridotta e/o alle numerose fermate/avviamenti della linea di cottura. Successivamente a regime, in presenza di un recupero energetico stabile e continuativo di CarboNeXT, potrà anche essere testata e valutata l applicazione di nuove tecniche gestionali e sistemi operativi atti a migliorare l efficienza dello SNCR, comportanti, ad esempio, l iniezione del reagente su più livelli (multistage injection), con nebulizzatori gestiti da un sw idoneo a monitorare l andamento delle temperature e della distribuzione dei gas esausti nel condotto ascendente (zona calcinatore), così da comandare l attivazione del reagente solo nell intervallo di temperatura ( C) e con un tempo di permanenza e %O 2 (zona ossidante) ottimali per assicurare la massima reazione di abbattimento degli NOx. Schema di posizionamento nebulizzatori (verde) e termocoppie (rosso) Esempio di studio sul monitoraggio 13

14 C4.2.3.c Emissioni di ossidi di zolfo vedere: A.I.A. n. 367/2014 e documentazione agli atti Descrizione (cfr. ai pp. di cap. 1.5 del BRef Cemento) Stato di attuazione ATTUATO Emissioni di odori (punto ) Ridurre le emissioni odorigene causate da composti solforosi e carboniosi. Il forno con preriscaldatore a cicloni, in marcia combinata con il molino crudo, assicura un intrinseca capacità "autodepurante", che realizza un vero e proprio intervento riduttivo in seno al processo con spontanea captazione degli SOx in misura superiore al 98%, cioè fissazione sui sali solidi del clinker (solidificazione) degli SOx prodotti per ossidazione dello zolfo, presente nelle materie prime e nel carbone. Inoltre, anche l utilizzo del CarboNeXT, scaricato in tramogge e trasportato con sistemi chiusi, non necessita di alcun pre-riscaldamento e il contenuto di composti volatili è specificatamente destinato alla completa combustione nei bruciatori del forno. Nota sulle emissioni di SO 2 I risultai dei campionamenti delle emissioni dei forni di cottura clinker del Gruppo Buzzi Unicem, confermano, in modo oggettivamente riscontrabile, che le concentrazioni di SO 2 sono completamente indipendenti dalla tipologia di rifiuti recuperati; peraltro, la caratterizzazione del CarboNeXT evidenzia un contenuto di zolfo (<0,3%) e sostanze organiche significativamente inferiori a quelle rilevate nei combustibili tradizionali (polverino di carbone e olio combustibile denso/cav). In particolare, riprendendo argomentazioni ormai conclamate, supportate anche dai risultati dell andamento delle emisisioni monitorate dagli SME, si evidenziano i seguenti punti: - le emissioni di SO 2, ascrivibili all attuale processo produttivo, dotato di ciclo a via secca e accoppiamento diretto del forno di cottura con il molino crudo, sono determinate principalmente dal livello di "zolfo volatile" contenuto nelle materie prime naturali; - il contenimento delle emissioni di SO 2 risulta essere completamente indipendente dal contenuto di zolfo nel combustibile per le spiccate proprietà di "abbattitore di zolfo" del forno di cottura, vero e proprio reattore chimico, dove le materie prime immesse, a carattere globalmente basico, subiscono profonde reattività chimiche e si combinano con i prodotti della combustione. Quindi, una parte del contenuto in zolfo del combustibile si combina con il materiale in cottura, sicché le emissioni dei forni da cemento contengono SOx in quantitativo notevolmente inferiore allo stechiometrico rispetto al tenore di zolfo del combustibile; questa peculiaretà è direttamente ascrivibile all'intrinseca capacità "autodepurante", che realizza un vero e proprio intervento riduttivo in seno al processo con spontanea captazione degli SOx in misura superiore al 98%, cioè fissazione sui sali solidi del clinker (solidificazione) degli SOx prodotti per ossidazione dello zolfo. 14

15 - In proposito, anche: Per quanto riguarda l SO 2, l utilizzo di combustibili alternativi non produce conseguenze peggiorative sui livelli di emissione del forno, anche perché i rifiuti utilizzati contengono meno zolfo dei combustibili convenzionali" (Del Borghi, 2009). L andamento del valore medio giornaliero di SO 2 è pertanto direttamente e univocamente ascrivibile allo zolfo volatile e/o inorganico (solfuri e solfiti) contenuto nelle materie prime naturali utilizzate, in quanto sicuramente il tenore di zolfo caratterizzante il CarboNeXT è minimale (<0,3%) e significativamente inferiore a quello normalmente registrato nel polverino di carbone (fino al 6% S), oppure durante la marcia diretta (molino crudo fermo). In queste condizioni di esercizio, anche l utilizzo di reagenti basici non assicura una significativa riduzione delle emissioni, essendo l adsorbimento chimico (chemisorzione) degli ossidi di zolfo alquanto contenuto per livelli emissivi di SO 2 inferiori a mg/nm 3. Pertanto, tenendo conto che andamenti emissivi del tutto similari caratterizzano anche i forni da cemento europei dotati di preriscaldatore a cicloni e precalcinatore, l autorizzazione A.I.A. dovrebbe contenere una clausola di garanzia che subordini alla tipologia delle materie prime utilizzate nel processo ed alle condizioni di marcia del forno l effettiva possibilità di assicurare il costante rispetto dei limiti di emissione proposti (su base media giornaliera e 10% O 2 ). C4.2.3.d Emissioni di monossido di carbonio (CO) e composti organici (COT) vedere: A.I.A. n. 367/2014 e documentazione agli atti Nota sulle emissioni di COT e CO Le approfondite considerazioni sulle caratteristiche generali delle emissioni di COT e CO, utili per fornire un quadro di riferimento e idonei strumenti di supporto allo studio della tematica e della previsione teorica dei livelli emissivi nello specifico caso del forno da cemento, destinato al recupero energetico di combustibili non convenzionali, evidenziano inconfutabilmente che mentre nei processi termici (combustione) la presenza di composti organici volatili (e di monossido di carbonio) spesso è associata ad una combustione parziale, nei forni da cemento, l emissione risulta invece contenuta, grazie al lungo tempo di permanenza dei gas esausti, alle alte temperature ed alle condizioni ossidanti. Le emissioni di COT possono verificarsi nelle prime fasi del processo (preriscaldatore, precalcinatore), quando le sostanze organiche contenute nelle materie prime si volatilizzano, contemporaneamente al riscaldamento della farina cruda. In proposito, anche i pareri di autorevoli esperti (Genon - Poli TO, Del Borghi - Ce.Si.S.P GE, Brizio - ARPA, etc) confermano che le concentrazioni di COT sono completamente indipendenti dalla tipologia di rifiuti combustibili recuperati e direttamente ascrivibili ai composti organici volatili contenuti nelle materie prime: La temperatura della fiamma ( C) e i tempi di residenza prolungati rendono trascurabile il livello di carbonio organico dovuto all incompleta ossidazione dei combustibili, assicurando una distruzione estremamente efficace dei composti organici. L emissione di COT può verificarsi nelle prime fasi del processo (preriscaldamento, calcinazione), quando i composti organici eventualmente presenti nelle materie prime possono essere volatilizzati". 15

16 Inoltre, per quanto riguarda il monossido di carbonio (CO), è opportuno osservare che normalmente la presenza di questa sostanza nei fumi di combustione è sintomatica dei processi che avvengono in difetto di aria comburente, indicando quindi la possibilità di formazione di composti incombusti indesiderati. In altri termini, la valutazione del CO emesso costituisce indirettamente una valutazione della qualità della combustione; dunque, la fissazione di una concentrazione limite in impianti ordinari contribuisce alla qualità delle emissioni. Invece, nel caso del forno da cemento, la presenza di CO nelle emissioni non è, come nel caso delle caldaie, un indice della qualità della combustione. Infatti, nel processo di cottura clinker, questa viene invece garantita dalle alte temperature dell aria secondaria di combustione (>850ºC), dall eccesso di ossigeno e dalle elevate temperature della camera di combustione (temperatura di parete >1400ºC). Peraltro, il CO, principalmente originato dalle sostanze organiche contenute nelle materie prime, non viene neppure individuato come un limite specifico per i forni da cemento che effettuano il coincenerimento di rifiuti, come riportato nell Allegato 2, p. A.2 del Titolo III-bis alla Parte IV del D.Lgs 152/2006 (così anche nell Allegato IV-Parte 4, p. 2 della Direttiva 2010/75/UE). Di conseguenza, l adozione di un limite per il CO nelle emissioni del forno da cemento costituisce un atto addirittura inconsistente, anche alla luce del fatto che gli standard di qualità dell aria per il CO sono considerevolmente elevati (pari a 10 mg/m 3 come media massima per 8 ore/giorno). C4.2.3.e Emissioni di gas responsabili dell effetto serra (CO 2 ) vedere: A.I.A. n. 367/2014 e documentazione agli atti Nota sulle misure di riduzione delle emissioni di CO 2 Escludendo la soluzione della contrazione dei livelli produttivi, le possibili strategie di intervento per un ulteriore contenimento delle emissioni di CO 2 diretta sono correlabili agli scenari riportati in tabella: Tipologia di intervento Riduzione del fattore di emissione kg CO 2 /t cemento % Riduzione di 1 punto % del rapporto clinker/cemento 9 1,2 Riduzione del consumo di energia termica di 10 kcal/kg clk (42 MJ/t clk) oppure di energia elettrica di 10 KW/t cemento 3 0,5 Incremento del 10% del recupero energetico di combustibili alternativi 25 3,5 La scelta di utilizzare combustibili alternativi (farine animali e/o CSS/ CarboNeXT ), caratterizzati da un significativo contenuto biogenico in co-combustione con i combustibili fossili tradizionali, contribuisce positivamente al bilancio globale delle emissioni di gas ad effetto serra, grazie alla sostituzione di fonti non rinnovabili (carbone, ocd/cav) con materiali che dovrebbero comunque essere inceneriti in impianti dedicati oppure smaltiti in discarica, con conseguenti emissioni di CO 2 aggiuntive. 16

17 Questo contenuto in biomassa assicura la riduzione delle emissioni di CO 2 in termini di emissioni evitate; infatti, qualsiasi biomassa non utilizzata va incontro a distruzione naturale per autocombustione con conseguente emissione di CO 2 in quantità uguali al processo industriale di combustione; pertanto, i flussi di massa di CO 2 emessi sono considerati neutrali e non climalteranti sia che si producano in natura, sia che derivino da processi industriali. Tenendo conto dei risultati delle indagini analitiche, eseguite dalla Stazione Sperimentale dei Combustibili di Milano, la combustione di 1 t di CarboNeXT nel forno da cemento consente sia di evitare 1,75 t di emissioni CO 2, ascrivibili al risparmio di una quota percentuale di carbone e alle emissioni di metano per smaltimento in discarica (cfr. studi Life Cycle Assessment), sia di ridurre le emissioni indirette di CO 2 ascrivibili ai minori consumi di energia elettrica per la macinazione del carbone in pezzatura, direttamente proporzionale alla percentuale di sostituzione calorica. Inoltre, la co-combustione del CarboNeXT, con minore generazione di gas ad effetto serra (correlata alla fonte rinnovabile, identificabile nella quota di contenuto biogenico), persegue anche gli obiettivi che l Italia si è impegnata a rispettare con la ratifica nel 2002 del Protocollo di Kyoto, nonché i target vincolanti definiti dalla Decisione 406/2009/CE e dalla comunicazione della Commissione UE COM (2011)112 dello 8/03/2011 sulla Roadmap per una transizione al 2050 ad una economia competitiva a basse emissioni di carbonio [cfr. anche alla Delibera n. 17 del 8/03/2013 del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, recante l aggiornamento del piano di azione nazionale per la riduzione dei livelli di emissione di gas a effetto serra e per la progressiva decarbonizzazione del Paese ], direttamente correlati all attuazione di diversificate tipologie di azioni prioritarie, finalizzate allo sviluppo della filiera nazionale delle tecnologie verdi, all implementazione di un sistema energetico ad alto rendimento, [ ], al risparmio energetico nei processi industriali, al recupero e valorizzazione dei rifiuti, all incentivazione delle fonti rinnovabili. C4.2.3.f Emissioni di acido cloridrico e fluoridrico vedere: A.I.A. n. 367/2014 e documentazione agli atti C4.2.3.g Emissioni di microinquinanti organici vedere: A.I.A. n. 367/2014 e documentazione agli atti Descrizione (cfr. ai pp. di cap. 1.5 del BRef Cemento) Emissioni di PCDD /PCDF (punto 1.5.7) (*) ATTUATO Stato di attuazione 25. Evitare o mantenere basse le emissioni di PCDD/F derivanti dagli effluenti gassosi del processo di cottura, applicando singolarmente o in combinazione le misure /tecniche finalizzate a: - controllo del cloro, composti organici volatili e rame presenti nelle materie prime e nei combustibili; - evitare la combustione in precalcinazione di combustibili con elevato contenuto di cloro e di composti organici alogenati; - minimizzare la durata di raffreddamento, il contenuto % di O 2 e il tempo di permanenza dei gas esausti a temperature comprese tra 300 C e 450 C; Vedere anche punti precedenti: 10a - 10c; 11a - 11c Con l attivazione del coincenerimento del CarboNeXT, il forno verrà dotato di by-pass del cloro, per ridurre il ricircolo del cloro e degli alcali e garantire una marcia più regolare del forno, con minori fermate correlabili alle operazioni di pulizia e stasamento delle tubazioni e cicloni del preriscaldatore. 17

18 - bloccare immediatamente l alimentazione dei rifiuti durante le fasi di avviamento e fermata del forno. L applicazione combinata delle suddette misure /tecniche di abbattimento dovrebbe assicurare un LEA di PCDD/PCDF <0,1 ng I-TEQ/Nm 3 (cfr. a valore medio riferito al periodo di campionamento spot di 6 8 ore). Le polveri BPD verranno utilizzate nella macinazione cemento. [cap , p. 27 (a f) di Conclusioni BAT ] Osservazioni sulla cinetica di formazione - distruzione dei microinquinanti organici nel forno di cottura clinker. Le garanzie di protezione ambientale connesse al recupero energetico di combustibili alternativi nel forno di cottura sono basate sulle caratteristiche del forno, identificabile come un vero e proprio reattore chimico, regolato da specifiche condizioni termocinetiche e da peculiari parametri di esercizio, quali elevata stabilità, inerzia termica e tenore di ossigeno, altissime temperature (>1600 C), ambiente fortemente ossidante nella zona di fiamma per costante eccesso d aria, lunghi tempi (>15 sec) di contatto tra materiale e gas esausti, forte turbolenza dei fumi ed ambiente basico. Inoltre, nei moderni sistemi dotati di preriscaldatore a cicloni (come Vernasca), i gas esausti del forno preriscaldano le materie prime immesse e si raffreddano rapidamente nell intervallo di temperature compreso tra 450 C e 280 C; questi specifici parametri di esercizio assicurano condizioni ideali per la neutralizzazione dei gas acidi prodotti dalla combustione, per la completa termodistruzione dei composti organici pericolosi e per l inglobamento dei cloruri inorganici nel reticolo dei silicati ed alluminati costituenti il clinker. La maggior parte delle risultanze analitiche sui meccanismi di formazione dei microinquinanti organo-clorurati derivano, principalmente, da studi eseguiti su impianti di termodistruzione di rifiuti solidi urbani e da studi teorici di laboratorio. In questi casi, la formazione di PCDD/PCDF è direttamente connessa alla combinazione di radicali liberi, mediante meccanismi di formazione dipendenti dalla geometria del processo e del tamburo rotante, dalle condizioni di combustione, dalle caratteristiche del materiale in alimentazione e dai sistemi di abbattimento dei fumi. Da un punta di vista teorico, i PCDD/PCDF possono: a) essere presenti nel combustibile o nel materiale in ingresso all'impianto in piccole quantità; b) formarsi in fase gassosa da precursori cloroaromatici mediante: - reazioni omogenee (fase gas-gas) - reazioni di condensazione eterogenee (fase gas-solido) tra precursori in fase gassosa e superfici catalitiche di particolato c) formarsi per de-novo sintesi, che coinvolge reazioni eterogenee tra particolato carbonioso ed apportatori di cloro organico ed inorganico. La motivazione espressa al punto a) non giustifica elevati livelli emissivi, in quanto è dimostrato che i PCDD/PCDF si decompongono rapidamente a circa 900 C. Le temperature in fase gassosa nel forno di cottura sono superiori a 1400 C, garantendo la completa distribuzione di eventuali tracce di PCDD/PCDF. Le reazioni b) e c) che coinvolgono i precursori cloro-aromatici sono predominanti nella postcombustione e nelle sezioni di scambio di calore dei combustori, dove la temperatura varia tra 600 e 250 C ed il tempo di residenza dei fumi e del particolato è dell ordine di 1 sec. 18

19 Tuttavia, tenendo conto che il processo multi-step, necessario alla formazione di PCDD/PCDF, non può competere con il processo di distruzione delle stesse alle alte temperature, registrabili nella zona di combustione, è opportuno ricordare che la formazione di PCDD/DF per sintesi denovo, che coinvolge reazioni eterogenee in fase gas-solido e solido-solido tra particolato carbonioso ed apportatori di cloro organico ed inorganico, è la conseguenza primaria di reazioni tra superfici catalitiche eterogenee, in zone caratterizzate da una temperatura tra C con simultanea presenza di altri 5 fattori quali: cloro organico e inorganico, idrocarburi, catalizzatori metallici come Cu 2+, lunghi tempi di permanenza dei gas a tali temperature e presenza di ossigeno molecolare nel flusso di gas. Infatti, risulta ormai scientificamente acquisito che la sintesi biarilica (formazione del doppio anello aromatico), in presenza di metalli catalitici (es. rame divalente), aumenta di tre ordini di grandezza e che le reazioni di formazione di PCDD/DF più significative sono principalmente ascrivibili alle interazioni chimiche gas / solido, che avvengono nelle zone più fredde a valle della camera di combustione, favorendo quindi l incremento della fase emissiva gassosa (aerosol). Questa situazione non è però riscontrabile nel forno da cemento, in quanto: 1. cloruri: la norma di prodotto (UNI EN 197-1) definisce un limite massimo sul prodotto finito/cemento (<0,1%) e conseguentemente nel clinker; nello stesso tempo, si esegue un sistematico controllo del contenuto di cloro immesso nel ciclo produttivo, poiché la sua presenza nel processo di cottura causa incrostazioni all impianto, che provocano riduzioni dell efficienza termica e fermate non programmate; 2. condizioni termodinamiche: tempo di permanenza dei gas per oltre 4 sec a temperature di C e repentino raffreddamento nel preriscaldatore a cicloni e/o nella torre di condizionamento (in marcia diretta); in tali condizioni si realizza una pirolisi completa dei composti organici clorurati, escludendo la possibilità di reazioni di condensazione eterogenee tra precursori in fase gassosa ed eventuali superfici catalitiche derivanti dal particolato carbonioso e, quindi, evitando qualsiasi fenomeno di ricombinazione; 3. presenza di inibitori come lo zolfo e il calcio e l ambiente fortemente alcalino, che inibisce il cloro libero, rendendolo di fatto indisponibile per la clorurazione di sostanze organiche. Inoltre, la presenza di concentrazioni alquanto contenute di COT in emissione e nelle polveri captate dalle unità filtranti, escludono la possibilità di reazioni di condensazione eterogenee tra precursori in fase gassosa ed eventuali superfici catalitiche derivanti dal particolato carbonioso. Quindi, come anche rilevabile dagli studi e dai dati della letteratura specializzata, il processo di combustione è del tutto ininfluente sulle emissioni di PCDD/PCDF, al netto del contributo derivante dai PCDD/PCDF imputabili alle sostanze organiche presenti nella miscela generatrice; infatti, quando la farina cruda raggiunge questa sezione del processo, tutte le sostanze organiche presenti sono già state sottoposte a completa combustione (SINTEF, 2006). Infine, risulta essere scarsamente accettabile e motivabile l esistenza di un rapporto diretto tra il contenuto di microinquinanti nelle polveri e nella condensa, così come la probabile correlazione tra un elevato riciclo delle polveri e lo stato emissivo gassoso di PCDD/PCDF. Anche le indagini analitiche (relative ad oltre 3000 ore di campionamento sui forni del Gruppo Buzzi Unicem) confermano che, durante il recupero energetico di CSS, le emissioni di microinquinanti registrano differenze minimali rispetto a quelle ascrivibili all utilizzo dei soli combustibili tradizionali, con concentrazioni mediamente pari a 0,005 ng TEQ/Nm 3 (rif. 10% O 2 e gas secco) 19

20 Considerazioni del tutto similari sono riconducibili ai risultati delle indagini analitiche, finalizzate a valutare il contributo sulle emissioni di PCDD/PCDF delle concentrazioni di PCB, eventualmente presenti in alcune tipologie di combustibili alternativi, che rilevano l evidente assenza di alcun nesso causale diretto con le emissioni di questi microinquinanti, confermando che i PCB sono completamente distrutti nel forno da cemento e che, quindi, non possono essere i precursori nella formazione di diossine. Le emissioni di PCB sono univocamente ascrivibili alle materie prime utilizzate nel ciclo di cottura e non si formano nel processo di combustione; inoltre, le concentrazioni di PCB diossina-simili (Σ n. 12 congeneri) si attestano su valori inferiori di almeno 5 ordini di grandezza rispetto ai PCB totali (Σ n. 209 congeneri). C4.2.3.h Emissioni di metalli pesanti Descrizione (cfr. ai pp. di cap. 1.5 del BRef Cemento) Stato di attuazione Emissioni di metalli pesanti (punto 1.5.8) (*) 26. Ridurre al minimo le emissioni di metalli derivanti dagli effluenti gassosi del processo di cottura, applicando singolarmente o in combinazione le misure /tecniche finalizzate a: - scegliere e utilizzare le materie prime e combustibili con basso contenuto di metalli pesanti, soprattutto mercurio; - applicare sistemi di assicurazione della qualità per garantire le caratteristiche chimico-fisiche dei rifiuti e per analizzare i rifiuti da utilizzare come materie prime e/o combustibile nel forno da cemento; - utilizzare efficaci presidi tecnici di filtrazione e periodica estrazione dal processo di cottura delle polveri captate. L applicazione combinata delle suddette misure /tecniche di abbattimento dovrebbe assicurare un LEA (cfr. a valore medio riferito al periodo di campionamento spot di almeno mezz ora) pari a: Hg < 0,05 mg/nm 3 Cd + Tl < 0,05 mg/nm 3 (As + Co + Cr + Cu + Mg + Ni + Pb + Sb + V) < 0,5 mg/nm 3 [cap , p. 28 (a,b,c) di Conclusioni BAT ] ATTUATO Come previsto dal Piano di Monitoraggio e Controllo e dalle procedure e istruzioni operative sia del Sistema di controllo Qualità, sia del Sistema di gestione dell Ambiente. Caratterizzazione chimico-fisica dei rifiuti, con preventiva formulazione di giudizio di compatibilià con ns. processo produttivo, attraverso campionamenti iniziali e/o periodici sia presso i Fornitori, sia al conferimento dei rifiuti in Cementeria, al fine di privilegiare l utilizzo di materiali contenenti bassi tenori di metalli volatili. Inoltre, sono applicale le seguenti tecniche di prevenzione: - abbinamento diretto del forno, dotato di preriscaldatore a cicloni e precalcinatore, e molino crudo (con combinazione della bassa temperatura ed effetto scrubber della farina in alimentazione); - installazione di filtri a maniche ad alta efficienza e anche impianti SNCR; - periodica estrazione dal processo di cottura delle polveri captate (CKD e BPD). (cfr. anche allo Studio sulle sorgenti di emissione di Hg e sull efficacia delle misure di controllo - UNEP, sett. 2010) 20

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