D. Lgs. 81/08. Titolo VI Movimentazione manuale dei carichi. Movimentazione manuale dei carichi
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1 MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81, Titolo VI, Capo I, Allegato XXXIII 1 D. Lgs. 81/08 Titolo VI Capo I: Disposizioni generali Capo II: Sanzioni Allegato XXXIII Elementi di riferimento Fattori individuali di rischio Riferimento a norme tecniche 2 Gli articoli 167, 168 e 169, contenuti nel Titolo VI del decreto legislativo in esame, predispongono una serie di vincoli aggiuntivi per prevenire il rischio di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari, che rappresentano una percentuale significativa degli incidenti sul lavoro indennizzati dall'inail 3 1
2 Attività a maggior rischio TRA I LAVORATORI Servizio sanitario Servizi assistenziali Industria ceramica Cavatori Addetti facchinaggio Addetti trasporto e traslochi Lavoratori edili, carpentieri Conduttori macchine operatrici Meccanici, saldatori, manovali Agricoltori Autotrasportatori TRA LE LAVORATRICI Assistenti infermiere Ausiliari sanità Inservienti sanità Pulizie Portinerie Parrucchiere Estetiste Ufficio Cuoche Cassiere Macchinari vari Dall indagine conoscitiva del Parlamento 4 4 Lavoratori interessati Impiegati Fattorini Lavoratori edili Casalinghe Personale assistenza pazienti Personale ospedaliero Lavoratori imprese pulizia Autisti Trasportatori Traslochi e facchinaggio Lavoratori mercati generali Lavoratori magazzinaggi 5 5 Il Titolo VI riproduce quasi fedelmente lo schema introdotto dal decreto legislativo 626/1994 con l'omologo Titolo V; Novità 1: rimando all allegato XXXIII, per la più puntuale individuazione dei fattori di rischio e dei riferimenti, di tipo oggettivo e soggettivo (riferimenti a norme tecniche e tutela del lavoro minorile); Novità 2: Capo II relativo alle sanzioni Novità 3: Obbligo dell addestramento 6 2
3 La presenza di rischi connessi alle attività di movimentazione manuale di carichi impone, al datore, di effettuare una specifica valutazione, i cui risultati andranno ad integrare il documento di sicurezza di cui agli articoli 17 e 28 e i relativi POS; Di conseguenza la necessità di sottoporre i lavoratori coinvolti a sorveglianza sanitaria mirata da parte del medico competente, in modo da verificare, e monitorare, lo stato di salute del lavoratore 7 Il lavoro comporta attività di movimentazione? NO SI Esiste un possibile rischio di lesioni dorso lombari? NO Nessuna misura di prevenzione SI E possibile ausiliare o meccanizzare le operazioni? SI Vi è un possibile rischio residuo? SI NO NO Determinare e attuare le misure di prevenzione NO Il rischio è Insignificante? SI 8 Alcune differenze tra 626/94 e 81/08: campo di applicazione (articolo 167 ): il legislatore estende il campo di applicazione al concetto di sovraccarico biomeccanico; L'articolo 47 del decreto legislativo 626/1994, faceva espresso riferimento alle sole patologie dorso-lombari, le quali ne costituiscono solo una parte, seppure la più rilevante, con il limite di aver escluso altre tipologie di danni ad esse non direttamente riconducibili, quali, ad esempio: Patologie agli arti superiori, alle ginocchia ed al rachide cervicale che, invece, ora, stante l'attuale definizione, potranno essere prese in considerazione. 9 3
4 MMC: cosa s intende? spingere, tirare, portare o spostare un carico che, per le loro caratteristiche o in conseguenza delle condizioni ergonomiche sfavorevoli, comportano tra l'altro rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorsolombare (compreso il trasporto di persone barellieri, portantini ecc) 10 Movimentazione manuale dei carichi Alcune differenze tra 626/94 e 81/08: Articolo 168 (obblighi D.L.): sostituzione della congiunzione "o", con "e. Rende pertanto obbligatorie quelle soluzioni che il "vecchio" testo prevedeva in via alternativa. Il D.L. pertanto dovrà eliminare alla radice il rischio evitando il ricorso alla MMC privilegiando i processi di meccanizzazione; solo ove ciò non sia possibile (apportando valide giustificazioni non economiche ), il D.L. potrà continuare a farvi ricorso, purché, adotti una serie di misure atte a garantire lo svolgimento in condizioni di sicurezza delle operazioni di movimentazione manuale dei carichi 11 Pertanto, in base all'articolo 168, il datore di lavoro dovrà individuare, preliminarmente (anche nei POS), le attività lavorative che comportino operazioni di movimentazione manuale di carichi potenzialmente rischiose. Ogni qualvolta esse costituiscano effettivamente, sulla base dei fattori indicati nell'allegato XXXIII, una situazione di rischio per i lavoratori addetti, il D.L. dovrà adottare ogni mezzo, anche meccanico o automatizzato (esempio di cantiere gru, argani, paranchi, bracci meccanici, ecc.), tale da escludere il ricorso alla sola forza umana 12 4
5 Alcune differenze tra 626/94 e 81/08: Articolo 169 (Addestramento): si richiede espressamente al D.L. che la formazione e l'informazione siano "adeguate, con l'esplicito richiamo ad un adeguato addestramento in merito alle corrette manovre e procedure da adottare nello svolgimento della loro specifica attività lavorativa. L addestramento implica, rispetto alla formazione, un quid pluris, consistente nell'esplicito dovere di "fare apprendere ai lavoratori l'uso corretto di attrezzature, macchine, impianti, sostanze, dispositivi, anche di protezione individuale, e le procedure di lavoro" (definizione di cui all articolo 2, comma 1, lettere aa) e bb)). 13 Alcune differenze tra 626/94 e 81/08: Art. 168 c. 2 Rif. Allegato XXXIII: Il legislatore privilegia l'espressione "tenendo conto" dell'allegato XXXIII (che, nel comma 2, dell'articolo 168, viene preferita ad "in base"), lasciando intendere che le condizioni previste nel citato allegato non siano più esclusive, ma meramente indicative Allegato XXXIII: viene espressamente riconosciuto alle norme tecniche, ove applicabili, il riferimento per l'attuazione delle finalità di prevenzione e protezione, così come indicate nell' articolo 168, comma 3 e nell' Allegato XXXIII. Nel nuovo paragrafo dell allegato si cita espressamente le norme tecniche della serie ISO 11228, parti , relative alle attività di movimentazione 14 In sintesi Obblighi del D.L.: a) organizzare i posti di lavoro in modo che la movimentazione risulti sicura ed esente da rischi; b) valutare, anche in fase di progettazione (POS), le condizioni di salute e sicurezza connesse a tale attività lavorativa, alla luce delle indicazioni dettate dall'allegato XXXIII ; c) adottare misure adeguate atte ad evitare o ridurre i rischi dorso-lombari, tenuto conto delle caratteristiche del carico e dell'ambiente di lavoro, dei fattori individuali di rischio, nonché delle esigenze connesse all'attività; 15 5
6 In sintesi Obblighi del D.L.: d) sottoporre a sorveglianza sanitaria i lavoratori addetti alla movimentazione manuale di carichi, sulla base della valutazione del rischio e dei fattori individuali di rischio; e) informare, formare e addestrare adeguatamente i lavoratori adibiti alla movimentazione manuale di carichi, secondo quanto disposto nel successivo articolo (Allegato XXXIII) Elementi di riferimento per la V.R. 1) Caratteristiche del carico: rispetto a peso, volume, presa, stabilità, geometria dello spostamento (troppo pesante; ingombrante o difficile da afferrare; in equilibrio instabile; il contenuto rischia di spostarsi; posizionato lontano dal tronco; richiede torsioni o inclinazioni del tronco); 2) Sforzo fisico richiesto: correlato ad alcune caratteristiche proprie del carico (è eccessivo; può essere effettuato solo con la torsione del tronco; è compiuto con il corpo in posizione instabile; può comportare un movimento brusco del corpo) 17 Elementi di riferimento per la V.R. 3) Caratteristiche dell'ambiente di lavoro: la cui inadeguatezza può incrementare l'incidenza del rischio (lo spazio libero, soprattutto verticale, è insufficiente; il pavimento presenta rischi di inciampo o di scivolamento; la manipolazione del carico avviene a livelli diversi; il pavimento o il punto di appoggio sono instabili; temperatura, umidità e circolazione dell'aria sono inadeguate); 4) Esigenze connesse all'attività: derivanti dall'organizzazione del lavoro (sforzi fisici per la colonna dorso-lombare troppo frequenti e troppo prolungati; insufficiente periodo di riposo fisiologico o di recupero;distanze troppo grandi di sollevamento, abbassamento o trasporto; pavimento o punto di appoggio instabili; ritmi imposti da processi non controllabili dal lavoratore); 18 6
7 5) Fattori individuali di rischio per la V. R. 1) differenze di genere e di età; 2) inidoneità fisica; 3) inadeguatezza del vestiario; 4) insufficienza o inadeguatezza delle conoscenze, della formazione o dell'addestramento impartiti; 19 6) Norme tecniche per la V. R. Le Norme ISO (International Organization for Standardization) della serie si occupano dell'ergonomia nella movimentazione manuale di oggetti (in senso esteso) e sono costituite da 3 Norme: ISO (sollevamento e trasporto manuale di carichi); ISO (traino e spinta manuale di carichi) ISO (compiti ripetitivi di movimentazione di piccoli carichi ad alta frequenza). 20 La ISO specifica i pesi limite raccomandati (o meglio la massa raccomandata) sia in funzione della percentuale e tipologia di popolazione da proteggere, sia in funzione della geometria del sollevamento, della frequenza di sollevamento, delle condizioni di presa,... (analogamente al metodo NIOSH) sia delle eventuali azioni di trasporto abbinate al sollevamento. Differenza rispetto al metodo NIOSH "Italiano", e che non sono valutabili i sollevamenti effettati con un singolo arto o da due operatori (come peraltro previsto dallo stesso metodo NIOSH "originale"). il metodo ISO 11228, consente anche una procedura di analisi semplificata o a steps; l'approccio a steps consente (al verificarsi di determinate condizioni) una valutazione rapida del rischio senza ulteriori analisi e calcoli 21 7
8 Calcolo del rischio movimentazione CP) COSTANTE DI PESO ETA' MASCHI FEMMINE Costante di peso (Kg) > 18 ANNI A) ALTEZZA DA TERRA DELLE MANI ALL'INIZIO DEL SOLLEVAMENTO ALTEZZA (cm) >175 FATTORE 0,77 0,85 0,93 1,00 0,93 0,85 0,78 0,00 B) DISTANZA VERTICALE DI SPOSTAMENTO DEL PESO FRA INIZIO E FINE DEL SOLLEVAMENTO (B) DISLOCAZIONE (cm) >175 FATTORE 1,00 0,97 0,93 0,91 0,88 0,87 0,86 0,00 C) DISTANZA ORIZZONTALE TRA LE MANI E IL PUNTO DI MEZZO DELLE CAVIGLIE (DISTANZA MASSIMA RAGGIUNTA) DISTANZA (cm) >63 FATTORE 1,00 0,83 0,63 0,50 0,45 0,42 0,00 D) DISLOCAZIONE ANGOLARE DEL PESO IN GRADI Dislocazione Angolare >135 FATTORE 1,00 0,90 0,81 0,71 0,52 0,57 0,00 E) GIUDIZIO SULLA PRESA DEL CARICO GIUDIZIO BUONO SCARSO FATTORE 1,00 0,90 F) FREQUENZA DEI GESTI (numero di atti al minuto) IN RELAZIONE ALLA DURATA FREQUENZA 0, >15 CONTINUO < 1 ora 1,00 0,94 0,84 0,75 0,52 0,37 0,00 22 CONTINUO da 1 a 2 ore 0,95 0,88 0,72 0,5 0,3 0,21 0,00 22 CONTINUO da 2 a 8 ore 0,85 0,75 0,45 0,27 0,52 0,00 0,00 Metodo NIOSH PESO LIMITE RACCOMANDATO = CP x A x B x C x D x E x F INDICE DI SOLLEVAMENTO = Peso effettivamente sollevato Kg Peso limite raccomandato National Institute of Occupational Safety and Healt - USA Riguarda i movimenti relativi al SOLLEVARE IL PESO INDICE DI SOLLEVAMENTO < 1 Lavorazione per cui non serve la Sorveglianza Sanitaria INDICE DI SOLLEVAMENTO > 1 Lavorazione per cui serve la Sorveglianza Sanitaria La Norma ISO si occupa della valutazione del rischio per le operazioni di traino-spinta, e prevede 2 metodi di analisi; un metodo "generale" ed un metodo "specialistico". Il Metodo "generale" è in sostanza il metodo Snook Ciriello, e si basa sull'utilizzo di tavole-tabelle sperimentali da cui ricavare i valori limite raccomandati da confrontare con i valori misurati delle azioni di traino e/o spinta. Il Metodo "specialistico" è un metodo complesso che consente di effettuare la valutazione sulla base dei dati demografici ed antropometrici della popolazione in esame. A causa della sua complessità, di fatto è un metodo di scarsa utilità pratica 24 8
9 La Norma ISO si occupa della valutazione del rischio di movimenti ripetuti. La valutazione del rischio si basa sostanzialmente su 2 procedure; una prima procedura di screening iniziale basata sull'uso di una checklist proposta dalla Norma, ed una procedura dettagliata che rimanda ad affermati metodi di analisi riconosciuti a livello internazionale (Metodo RULA, REBA, STRAIN INDEX; OCRA, HAL, OREGE,...) con una espressa preferenza per il Metodo OCRA. 25 Cosa si intende per... lesioni dorso-lombari...? Si intendono lesioni a carico di: ossa, muscoli, tendini, nervi, vasi... a livello dorsolombare Il livello dorso-lombare a cosa si riferisce? A parti della colonna vertebrale, che viene detta anche rachide 26 Che funzione ha nel nostro corpo la colonna vertebrale? Ha funzione di sostegno Quando? nel mantenimento delle posizioni del corpo e nel compimento di movimenti Quale è la struttura del rachide? È formato da segmenti ossei detti vertebre. Le vertebre sono disposte una sull altra e sono in tutto
10 Sistema di leve RACHIDE Zona maggiormente sollecitata nell azione di sollevamento o di trasporto di un carico. SI SVILUPPANO NEL TEMPO Schiacciamento (sciatica) Stiramento (dolori e fitte, migranti, crampi) Ernia del disco FUNZIONAMENTO Nell azione di sollevamento, l apparato osteoarticolare funziona come un sistema di leve. La manovra provoca conseguenza sulla colonna vertebrale Organizzazione del lavoro: Evitare di concentrare in brevi periodi tutte le attività di movimentazione: ciò può portare a ritmi troppo elevati o all esecuzione di movimenti bruschi; Diluire i periodi di lavoro con MMC durante la giornata alternandoli, almeno ogni ora, con altri lavori leggeri: ciò consente di ridurre la frequenza di sollevamento e di usufruire di periodi di riposo; In caso di gesti ripetuti di sollevamento, ricordare che esiste un rapporto ideale tra peso sollevato e frequenza di sollevamento per evitare danni alla schiena Peso massimo sollevabile Frequenza di sollevamento Maschi Femmine Giornata lavorativa 18 Kg 12 Kg 1 volta / 5 min. 15 Kg 10 Kg 1 volta / 1 min. 12 Kg 8 Kg 2 volte / min. 6 Kg 4 Kg 5 volte / min
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