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3 ARRO NOTIZIE Direttore Responsabile Paolo Gobbi in questo numero Direzione Amministrazione Pixel Pubblicità srl Via C. Beccaria Roma Tel Fax pixel@pixelpubblicita.it Redazione ARRO (Associazione Regionale Romana Orafi) Via Properzio, Roma Tel info@orafaromana.it orafaromana.it Autorizzazione Registrazione del Tribunale di Roma n. 400/2001 del Commissione Stampa info@orafaromana.it Paolo Rocchi (coordinatore) Marco Ansaldi Giuliano Ansuini Mario Didone Marco Fasoli Giannenrico Ferri Paolo Paolillo Pubblicazione trimestrale primavera/estate 2009 Numero doppio Progetto grafico ed impaginazione Pixel Pubblicità srl Via C. Beccaria, Roma Tel Fax Tiratura copie, di cui 600 distribuite ai soci dell Associazione Regionale Romana Orafi Stampa Tipografia Palombi & Lanci srl Via Maremmana Inf. km 0,500 Villa Adriana Tivoli Stampato nel mese di giugno 2009 ASSOCIATA pagina 16 la CULTURA SBARCA in CINA la Redazione pagina 20 è TEMPO di CAMBIARE di Claudio Franchi pagina 24 pagina 3 pagina 4 INTERVISTA a FRANCESCO DE ANGELIS BVLGARI in NOME del GIOIELLO di Claudio Franchi LETTERA del PRESIDENTE pagina 6 la ROMANA in MOSTRA a PECHINO di Paolo Rocchi pagina 22 PROGETTO come RICCHEZZA di Marco Fasoli pagina 31 CARTE DI CREDITO l ANELLO DEBOLE... di Federico Saccani

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5 L E T T E R A D E L P R E S I D E N T E Cari Soci, la crisi non ha voluto risparmiare neanche noi, cosicché per la prima volta in trent anni abbiamo assaporato l amarezza di veder diminuire i nostri fatturati e di conseguenza i profitti. Non è certo di conforto il fatto che questa esperienza venga condivisa con tutte le altre categorie di prodotti in considerazione del fatto che la crisi è totale e, soprattutto, strutturale e sovranazionale dettata dall assenza di domanda. È in momenti come questi che si deve mettere in atto la capacità di rilettura e di riorganizzazione del nostro comparto, che si deve impegnare tutta la forza intellettiva e la tonicità fisica che un azienda ed un imprenditore devono avere. E con la modestia di rimettersi in gioco, di rivedere le strategie, di accettare i cambiamenti, che si dimostra l attitudine all imprenditoria, e non è una mera questione di età, ma di approccio e di attitudine. L Associazione, per questo, ha perseverato nella sua opera di sviluppo dei programmi, atti alla qualificazione e riqualificazione del settore, tramite i suoi corsi e una poderosa azione di marketing che tende a far conoscere il marchio dell ARRO, sia in ambito locale che internazionale. Divulgare il nome ARRO non è solo un operazione di marketing, ma una consistente azione di rivalutazione dei percorsi espressivi della gioielleria romana che ci avvicinano sia ai nostri committenti, che a noi stessi, rilanciando quella capacità inventiva che non ha pari. La Mostra di Pechino ne è stato un chiaro esempio. Ha dimostrato, infatti, che siamo riusciti ad incantare e a far sognare anche chi di noi conosce, forse, solo il nome. L evento ha, di fatto, dimostrato che il mercato si conquista con la forza delle idee, della storia e con la forza delle differenze perchè l omologazione culturale non piace a questo mondo, ma soprattutto ha permesso di constatare che chi ha una storia, una cultura e la predisposizione genetica all invenzione (vedi la grande Mostra di Bulgari, per i 125 anni dalla fondazione, che invito tutti a visitare, perché istruttiva e bellissima), ha un arma in più, o meglio possiede il mezzo per sconfiggere questa maledetta crisi globale. Se tutto ciò è stato possibile realizzarlo a Pechino per qualcuno di noi, sono convinto che si possano ottenere gli stessi risultati anche qui. Ci dobbiamo impegnare ad attrarre i consumatori, quella fetta di mercato disposta a comprare, distraendola da altri prodotti che non hanno certamente il fascino della gioielleria; la nostra immagine spesso è utilizzata in pubblicità per sponsorizzare altri tipi di prodotti: oro, platino, perle, per non parlare dei diamanti che sono i più richiesti. Pertanto quello che si evince è che le nostre gioie hanno una fortissima capacità attrattiva che spesso, solo per abitudine, non sfruttiamo, o forse lo facciamo troppo poco. Per noi è naturale che un diamante brilli, che l oro sia concupiscente, che il corallo è un agglomerato animale e che il tutto sia così affascinante ma la domanda è: abbiamo l entusiasmo per rappresentarlo? se sì, siete sulla strada giusta, se no guardatevi dentro e probabilmente scoprirete il perché. Paolo Paolillo 3

6 Gioielleria e oreficeria, un binomio che si associa spontaneamente a tradizione e innovazione, rappresentano l emblema del patrimonio produttivo e culturale di Roma e del Lazio in ogni parte del mondo SEI DOMANDE A FRANCESCO DE ANGELIS Assessore alla piccola e media impresa, commercio e artigianato della Regione Lazio, non ha dubbi: il settore orafo è una delle più importanti peculiarità produttive del made in Lazio, un biglietto da visita pregiato e prezioso della Regione di Roma sul mercato cinese. Assessore, quali sono le motivazioni che hanno indotto la Regione a promuovere le sue produzioni orafe sul mercato cinese? «L importanza della Cina e del suo vastissimo mercato non la scopriamo certamente oggi. Si tratta di un Paese ricco di storia e cultura, ma anche caratterizzato da una capillare rete commerciale, industriale e artigianale. Già da diversi anni lavoriamo per rafforzare il dialogo tra Cina e Lazio, con una serie di importanti eventi. Ed oggi, ancor più, la Cina presenta le condizioni ideali per consolidare progetti di internazionalizzazione e di partenariato, progetti che da un lato puntano a rafforzare i livelli di scambio commerciale e di collaborazione industriale, dall altro costituiscono anche un importante strumento di conoscenza e di confronto sulle capacità innovative e sulle tecniche produttive». Cosa può offrire in questo senso il Lazio? «Il nostro sistema produttivo è leader nazionale in fatto di innovazione e creatività. Il petrolio del Lazio è costituito proprio da fattori come la creatività, la ricerca, il gusto, il design. Fattori che non nascono oggi ma sono il frutto di una sapiente tradizione, che affonda le sue radici nella storia del nostro territorio. La gioielleria laziale ne è uno splendido esempio. Prodotti che hanno una loro specifica identità e una caratteristica fondamentale: quella dell unicità. Eventi come Roma, il gioiello: la fabbrica dei sogni, rappresentano ad un tempo sia la volontà consapevole dei produttori orafi del Lazio di confrontarsi con il sistema Cina, sia una vetrina internazionale di alcune delle creazioni più esclusive dei nostri laboratori di eccellenza». Quanto possono incidere progetti come questo sulla competitività di un prodotto o di un segmento produttivo? «Certamente eventi promozionali ed esposizioni costituiscono altrettanti momenti privilegiati per promuove- 4

7 re prodotti e servizi. Ma non devono rimanere suggestioni limitate nel tempo. Devono invece costituire altrettante occasioni per far comprendere, per comunicare le capacità che il nostro territorio riesce ad esprimere nelle sue diverse espressioni. Le imprese del Lazio stanno giocando un ruolo di straordinaria importanza sui mercati internazionali. E questo non nasce dal caso, ma dalla capacità che hanno di coniugare tradizione e innovazione». Come è possibile dunque alimentare il patrimonio delle PMI? «Occorre puntare con decisione sulla formazione. Per tutelare la tradizione, dobbiamo saperla tramandare. E per farlo occorre formare i giovani ai mestieri artigianali. A tale scopo la Regione ha stabilito che le imprese artigianali artistiche operanti da almeno cinque anni, potranno attivare nel Lazio le botteghe-scuola, che consistono in percorsi formativi che abbinano tecnica e pratica degli allievi per l apprendimento delle arti e dei mestieri. Formare i giovani ai mestieri artigianali significa garantire l esistenza in vita della tradizione artigianale. Anche perché non c è qualità se alla base non c è adeguata preparazione e attitudine all aggiornamento». Secondo lei, dunque, esiste anche all estero un mercato per le PMI? «Certo, le piccole imprese hanno margini d internazionalizzazione, a patto che sappiano collaborare tra loro, aggregandosi. In questo senso la Regione sta operando sia per valorizzare le eccellenze laziali all estero, sia per offrire alle PMI laziali strumenti concreti per consentire loro di conoscere e operare meglio sui mercati, aggregarsi e partecipare alle strategie ed ai programmi di sviluppo all estero. Internazionalizzarsi non significa solo esportare. Significa dotarsi di una cultura e di una dimensione internazionale, vuol dire rafforzare la propria capacità competitiva. Chi opera all estero deve innanzitutto darsi una organizzazione solida ed efficiente all interno. Per essere incisiva sui mercati, dunque, l impresa deve fare leva sulle proprie risorse locali, irrobustendosi all interno e poi comprendere che la strategia vincente sta nella capacità di aggregarsi, per competere insieme». Assessore, un ultima domanda. Cos è per lei il fascino di un gioiello? «Un anello con brillanti, un collier, un bracciale d oro trasmettono emozioni sia a chi li indossa sia a chi li ammira. Non sono solo oggetti, sono l essenza stessa del bello. Ogni volta che vedo all opera un maestro orafo, resto ammirato dall arte creativa, dai gesti che compiono, di un prezioso ma informe metallo, un gioiello di bellezza unica e irripetibile. È un mestiere difficile, quello dell orafo. Serve intuizione, manualità, fantasia, creatività. Serve amore per la bellezza. Ma tali qualità devono essere accompagnate anche da una perfetta tecnica di base, dal sapere, dalla sapienza del fare. E tutte queste qualità si combinano armoniosamente nei gioielli che gli artigiani del Lazio hanno esposto a Pechino, per un autentica fabbrica dei sogni». 5

8 L I N T E R V I S T A di Paolo Rocchi GIOIELLIERI E ARTIGIANI FOTO DI MORENO MAGGI ROMANI A PECHINO: LA CRONACA DI UN SUCCESSO L evento promosso da ARRO in terra cinese era atteso da molto tempo. E stato un lavoro complesso, costruito nel tempo e nell economia di quel progetto di riqualificazione dell ARRO che ha già prodotto importanti risultati. Dalla formazione, alla valorizzazione della cultura di progetto, giungono gli appuntamenti internazionali per divulgare le potenzialità del Comparto romano di gioielleria. Il percorso è lungo e articolato tanto che sarà utile attingere dalla viva voce di Claudio Franchi, curatore dell evento di Pechino. Come nasce l idea di questa mostra? 6

9 E giusto sottolineare che l evento è figlio del progetto di riqualificazione del quale costituisce un punto di arrivo e al contempo di partenza. E un punto di arrivo perché segue le tappe di Colonia e di Palazzo Incontro, eventi che possiamo considerare laboratorio di esperienza per giungere al risultato odierno: non a caso abbiamo pensato al sottotitolo la fabbrica dei sogni, che è da oltre un anno marchio depositato. È invece un punto di partenza, perché l'operazione promossa da ARRO, presso lo spazio 798 di Pechino, si propone di valorizzare i contenuti immateriali del nostro lavoro, con l ambizione di ampliare il messaggio ad altre forme espressive complementari al gioiello, il cui fine è di raccontare un modo nuovo di vivere le emozioni. Insomma in ARRO si sente la necessità, studiato il settore e le problematiche ad esso connesse, di tracciare strade innovative per lo sviluppo dell arte orafa. Cosa intendi quando dici che il progetto ha l ambizione di ampliare il messaggio ad altre forme complementari al gioiello? Vedi, in qualunque viaggio dell uomo, anche in quello dell anima, si muovono l'occhio e l'olfatto, la mente e le viscere, la ragione e il gesto istintuale. A questi sensi, a queste ragioni e' affidato il compito di trasmettere un'idea complessa dell'arte che, come sosteneva Rosenberg, e' un modo speciale di pensare : In questo contesto la pratica curatoriale e' di fondamentale importanza. Come curatore ho tracciato un percorso interdisciplinare di un dialogo fatto di relazioni, quindi di persone e idee. Il viaggio a Pechino ha proposto lo sviluppo della cultura di progetto che ha in Stefano Ricci il caposaldo di questo importante tema - spesso assente nel nostro Foto di gruppo di alcuni espositori presenti a Pechino nel giorno dell inaugurazione della mostra. FOTO DI MORENO MAGGI 7

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11 Il taglio del nastro. Da sinistra: Il Presidente della China Jewellery Association, Il Direttore ICE di Pechino Antonino La Spina, l Ambasciatore d Italia in Cina Riccardo Sessa, l on. Luigi Celori, il Presidente dell Arro Paolo Paolillo. 2. Da sinistra Massimo Maria Melis, Giampaolo Bonucelli e signora, Italo Calvarese, Marcello Albanese e signora. 3. Vetrina di Bulgari in esposizione a Pechino. 4. Il presidente Paolillo firma il pannello del red carpet. 5. La dottoressa Pier Paola D Alessandro direttore di Sviluppo Lazio promotore del progetto ARRO. 6. Alcuni invitati alla mostra. 7. Claudio Franchi firma il pannello. 8. Conferenza stampa prima dell inaugurazione della mostra. 9. Ospite fotografa una vetrina in esposizione. 10. La sala espositiva. 11. L Ambasciatore Riccardo Sessa e il dott. Antonino La Spina all uscita della mostra. 12. Alcuni invitati osservano la scultura in esposizione a Pechino presentata da Claudio Franchi. 12 settore - nonché prezioso collaboratore alla pratica curatoriale. L Architetto Maria Eugenia Muratori ha creato una scena barocca di segno contemporaneo raccogliendo le esigenze curatoriali di uno spazio che dialogasse con le opere e il risultato è stato a dir poco esaltante. Le forme d arte installate nel percorso espositivo hanno contribuito sia all architettura degli interni sia allo stimolo sensoriale di un coinvolgimento più ampio dell opera-gioiello, indicando, se possibile, futuri percorsi d avanguardia per un settore spesso povero di idee. Nella sperimentata squadra le intuizioni sono diventate forme significanti ed emozioni da fruire nel percorso del tempo. Per dirlo alla maniera di Moravia " Ho viaggiato come si sogna... ho finalmente viaggiato con abbandono e scoperta..." Ritieni che la complessità di questi messaggi possa essere facilmente recepita? Onestamente non ci aspettiamo di creare una rivoluzio- 9

12 LE SCULTURE IN ESPOSIZIONE Un viaggio tra storia, presente e futuro, un percorso tra le arti per mostrare la creatività di una delle maggiori capitali culturali del mondo: così è stata ideata e realizzata la grande mostra Roma, il gioiello. La Fabbrica dei sogni che ha presentato le importanti espressioni romane dell arte orafa contemporanea e di due scultori nel distretto 798 di Pechino. In questo luogo monumentale, uno dei più importanti quartieri artistici del mondo, che esprime al meglio lo straordinario interesse della Cina per le arti e per i linguaggi del contemporaneo, l ARRO ha messo in campo un esposizione di potente respiro pensata non come una semplice vetrina ma come un ampio progetto di valorizzazione delle potenzialità estetiche e culturali di una città capace finalmente di rivitalizzare la sua storia millenaria con le espressioni più recenti dei suoi sfaccettati linguaggi artistici. Il concetto che ha fondato l intera mostra fortemente voluta da Paolo Paolillo è stato quello dell unione tra l inventiva e il gusto dei grandi orafi di Roma e del Lazio e le due grandi scultureinstallazioni di Roberto Almagno e di Claudio Franchi. In questo modo si è evidenziato con forza il superamento delle vecchie barriere tra le arti erroneamente considerate maggiori o minori e si è dato spazio concreto alla riscoperta di quel passaggio fluido e senza soluzione di continuità che nei secoli scorsi vedeva i grandi scultori monumentali esprimersi anche nel campo dell oreficeria, l arte orafa come terreno di formazione e coltura per la nascita di autori poi destinati a creare alcuni dei capolavori della scultura internazionale e il grande collezionismo che nei suoi palazzi e nelle sue camere delle meraviglie amava raccogliere grandi marmi e monili, bronzetti e cassette argentee o gioielli senza le distinzioni tipiche di una certa cultura museale legata a stereotipi ottocenteschi. La grande mostra pechinese al 798 ha coniugato questa visione al concetto di unità delle arti indotto dal design dando spazio alle diverse forme espressive e alle peculiarità dei singoli autori in un allestimento, ideato dall architetto Maria Eugenia Muratori, che nella sua idea di percorso ha esaltato le creazioni e le personalità dei grandi maestri orafi della Roma di oggi ponendole in un confronto attivo e fecondo con due grandi opere scultoree di Claudio Franchi e Roberto Almagno attraverso una valorizzazione che lega la forza del passato di Roma a una visione futuribile della sua energia creativa. Così l opera di Claudio Franchi gioca sui macro e micro slittamenti, sul passaggio dalla scala personale ed esistenziale del gioiello e del corpo alla scala ambientale e aperta dell installazione come una sorta di grande introduzione al viaggio nelle opere dei maestri orafi che compongono le tappe fondamentali di un tracciato lucente. Così, come un cammino a ritroso dallo splendore alle tenebre il percorso è stato coronato dalla presenza leggera e incombente della grande opera Memoria di Roberto Almagno, un bosco di legni oscuri rimodellati dalla mano dell artista sorto da un terreno di cenere, elementi vibranti e lievi, miracoli di un equilibrio metaforico tra leggerezza e potenza plastica in dialogo con la cultura della scrittura e della calligrafia orientale per unire due culture di grande profondità storica come quella italiana e quella cinese e per divenire infine il simbolo di un arte capace di conservare il rispetto per la natura e il mondo rimanendo attivamente al centro delle dialettiche e delle innovazioni della complessità contemporanea. PROFESSOR LORENZO CANOVA Docente di storia dell arte contemporanea 10

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14 L I N T E R V I S T A Insomma in tutto questo c è un trascinatore? Trascinatore è limitante, il termine esatto è piuttosto deus ex machina. Mi piace ricordare che circa dieci fa Paolo Paolillo fece un paziente lavoro di ricerca di coloro che potevano costituire un valore aggiunto per l attività dell ARRO. Tra i tanti validi consiglieri scovati nel comparto, chiamò Stefano Ricci, riconosciuto designer di fama internazionale e gli chiese di realizzare un progetto di riqualificazione per l ARRO. Mi contattò, ancora in una fase embrionale della mia crescita da storico e critico d arte, stimolandomi in una crescita che ha portato ai risultati odierni. Ha costruito con pazienza la complessa strategia di relazioni istituzionali spendendo moltissimo tempo e mettendo in gioco una forza di volontà e di idee sino ad allora sconosciuta in ARRO. Se andiamo a guardare i risultati ottenuti dall ARRO negli ultimi anni non è difficile identificare i successi con il mandato del nostro attuale Presidente. Paolo Paolillo è a mio avviso l unica risorsa insostituibile della nostra Associazione, poiché è difficile nella nostra società contemporanea trovare persone che riescono a guidare una squadra riconoscendo ai componenti il loro effettivo valore. Tornando all evento di Pechino, quindi è la squadra che ha colto un risultato di grande valore. Infatti, l attività svolta in ARRO produce effetti sensibili. Pechino ne è la testimonianza. ne. O forse si. Non è importante cosa ci aspettiamo noi in ARRO. E comunque utile guardare alla comunicazione fatta dell evento da alcune testate giornalistiche locali e riviste specializzate del settore. Seppure il nostro comunicato stampa spiegasse con chiarezza l innovativa chiave di costruzione dell evento, in nessun caso si è verificato che qualcuno abbia raccolto la complessità di questi messaggi. Anzi, la comunicazione si è fermata alle solite note semplificate di 31 gioiellieri che hanno portato il proprio prodotto a Pechino, Nessuna menzione è stata fatta per il dialogo inscindibile con lo spazio, con le opere d arte, insomma con quegli elementi che per noi sono stati basilari per esaltare il potere emozionale delle immagini. Ma questo importa poco, la storia è fatta di utopie e in ARRO siamo consci di aver avviato da tempo una strada difficile, che si scontra con un lungo periodo di dormiente abbandono delle menti. Noi andiamo avanti grazie ad un pensiero che da tempo ci viene trasferito dal Presidente Paolillo: la forza delle idee. Perché è stata scelta la sede di Pechino per questo evento? Anche questa scelta è stata fortemente ponderata, nulla è stato lasciato al caso. Nella depressa economia globalizzata abbiamo identificato nell arte contemporanea l unico settore fibrillante, stimolante e stimolato da 12

15 L I N T E R V I S T A gioiello può farsi promotore di una rinascita di valori e quindi rivestire anche un potenziale sociologico oltre che artistico. Del resto Roberto Almagno ha presentato a Pechino un opera che parla di questo nuovo corso: la sua installazione fatta di esili legni vibranti in dialogo con la luce, si propone anche come forma-segno per una pregevole collezione di gioielli ed entrambe le proposte si possono definire poetiche espressioni di un pensiero unico e distintivo. collezionisti e da un pubblico ampio di conoscitori. Da tempo siamo convinti che il gioiello debba recuperare il valore di opera, svincolarsi dalla riproducibilità illimitata, liberarsi del lacciolo della brandizzazione omologante. Così abbiamo identificato il luogo più importante nel mondo per l arte contemporanea: l Art Zone 798 di Pechino, un distretto industriale dell epoca maoista riqualificato in tempi recenti e affidato agli artisti. L abbiamo studiato e ne abbiamo recepito le potenzialità. Il gioiello in uno spazio dell arte contemporanea? Comprendo lo stupore. In effetti si è disabituati a vedere il gioiello come forma d arte. Ma la nostra non è presunzione, semmai un ragionamento logico. Il gioiello si è gradualmente trasformato in un bene di consumo. I marchi del lusso si sono adeguati alla standardizzazione, abbandonando la loro originaria propensione a servire clienti esigenti. Oggi è prevista solo la serializzazione e i sogni non possono essere fatti in serie. Un pubblico sempre più ampio di clienti facoltosi, desiderosi di distinguersi, ha dirottato il proprio interesse dal gioiello all arte, riconoscendo a quest ultima un valore che il gioiello non ha più. In tal senso la nostra sfida è rivolta ad un recupero che è scritto nella storia, basta studiarla per capire come risolvere i problemi dell uomo e non cadere in errori che per l essere umano sono ciclici. Abbiamo costruito un idea percorribile: riportare il gioiello nello spazio dell arte, farlo dialogare con la misura gigante dei linguaggi dell arte contemporanea; trasformare questo limite in vantaggio: l estetica del piccolo come recupero del particolare, costringere con il mezzo del gioiello a riconquistare attenzione per le piccole cose preziose e non essere distratti dal vuoto di ciò che stupisce solo per la dimensione. E questo sembra essere il momento migliore. Nello stesso ambito dell arte contemporanea si critica la bulimia del gigantismo. Il Insomma sembra di essere proiettati in un altra dimensione: arte, sociologia, emozioni, certo tutto ciò appare stimolante, ma è realisticamente percorribile? Quali risultati produce in tal senso l esperienza di Pechino? In ARRO abbiamo sempre pensato in termini pratici. Seppure qualcuno possa pensare che la cultura sia un elemento accessorio è in realtà la parte innervante di una efficiente comunicazione marketing. Il sociologo Giampaolo Fabris ha più volte introdotto il tema dei valori immateriali come gli unici che possono stimolare il pubblico all acquisto di un prodotto. Ma per arrivare ad identificare questi valori immateriali è utile una strategia che possa essere applicata correttamente al settore di riferimento. Il gioiello è fatto prima di emozione poi di materiali preziosi. Svilirlo in serializzazioni illimitate e ridurlo a semplice logo equivale a svuotarlo di contenuti, di interesse. Cosa è successo invece a Pechino: abbiamo scelto uno 13

16 L I N T E R V I S T A spazio espositivo che replicava nelle fattezze architettoniche un aula basilicale romana, un edificio longitudinale con archi a volta, contrafforti in laterizio ed una galleria prospettica di memoria borrominiana. Lo spazio è stato valorizzato con uno studiato allestimento scenografico. L Architetto Muratori ha collocato drappi di tessuto alle pareti, attenuando la luce proveniente dall esterno con l intento di produrre una soffusa ambientazione, nella quale 31 vetrine auto-illuminate sembravano quasi veleggiare riproducendo l idea di modulicolonne: una atmosfera fortemente evocativa dell'architettura effimera della festa barocca del Seicento. L architetto ha poi utilizzato le due installazioni come punti di fuga opposti dello spazio architettonico, oltre che come ideali connessioni di collegamento dello spiegamento delle opere-gioiello. Il risultato per il visitatore è stato quello di una atmosfera avvolgente, assolutamente inedita. L occhio e la mente venivano conquistati dall ambientazione soffusa; l interesse veniva catturato dalle isole di luce in uno spazio fisico definito, ben diverso dalla confusione che esiste nelle consunte fiere di settore. Le installazioni avevano un senso emozionale oltre che didattico e divenivano argomento di curiosità e discussione. In sintesi la strategia espositiva restituiva al riguardante un bene prezioso: l immaginazione e la voglia di scoprire. Sono queste le condizioni ideali per proporre l acquisto di un bene che non è utile se non per ciò che produce: l emozione e il sogno. Quindi c è un risultato che possiamo definire concreto a seguito della mostra? Senza alcun dubbio, anzi direi che c è più di un risultato concreto. La mostra è stata visitata da persone in quindici giorni e l effetto che ne è conseguito è stato l invito ufficiale di due istituzioni cinesi ad esporre i contenuti del catalogo in due conferenze: una fiera di gioielleria a Shenzhen e l Università di Wuhan. L invito professionale è stato esteso al sottoscritto, a Stefano Ricci, in qualità di co-curatore e Marco Fasoli, quale responsabile organizzativo dell evento. Il pubblico cinese è fortemente interessato al concept proposto, all aspetto della storicizzazione degli eventi della scuola orafa romana, alla chiave critica avanzata nelle lettura delle opere di gioielleria. Direi che non ci si poteva aspettare nulla di più concreto dell internazionalizzazione del marchio ARRO e della nostra scuola orafa, in uno dei mercati più interessanti del mondo. Questa notizia sembra il coronamento di un progetto di successo Certamente. Ma possiamo augurarci che l attenzione che abbiamo creato a Pechino possa essere replicata altrove, in special modo nel nostro Paese, anche se sono ben conscio che vale la regola del non essere mai profeti in Patria. Come ultima domanda vorrei dire che non passa inosservata la presenza di Bulgari in una mostra collettiva, evento quanto mai insolito. Nei saggi storici del nostro catalogo Bulgari è rappresentato come il padre della gioielleria romana del Novecento, un nome che ha saputo raccontare nel mondo lo stile della nostra cultura creativa del prezioso. La sensibilità dimostrata dai vertici dell azienda nel riconoscersi in questo progetto è segno della forza aggregante dell associazionismo. Nonostante Bulgari sia ampiamente strutturato a livello internazionale, si è calato nella dimensione della scuola romana, con artigiani e gioiellieri che certo non possono competere con la forza d immagine di questa azienda ultracentenaria. Eppure il movimento che si sta creando genera un grande interesse: dalla lezione della casa di via Condotti si è sviluppato un movimento fatto di codici espressivi distintivi, di abilità d eccellenza, di materie preziose trasformate in emozioni pure. E la lezione indelebile della scuola romana di gioielleria. 14

17 MORENO MAGGI PHOTOGRAPHER Moreno Maggi, tra i più affermati fotografi italiani di Architettura, Interni e Fine Art, inizia la sua carriera negli anno 80 a New York lavorando presso lo studio di famosi fotografi di Architettura (Paul Warshal, James D Addio e Elliot Fine), Fine Art (Jim Kiernan) e Annual Report (William Rivelli). Allo stesso tempo si iscrive al Fashion Institute of New York dove completa il corso in still life and fashion photography. Dopo dieci anni di professione in USA rientra in Italia ed inzia a collaborare regolarmente con grandi studi di architettura tra cui lo Studio Fuksas, lo Studio Piano, lo Studio Portoghesi per cui segue progetti sia in Italia che all estero. Collabora regolarmente anche per le piu importanti riviste italiane del settore tra cui Casabella, Domus, Area, D Architettura, A.D., L Arca, Ville e Casali, Abitare etc. nonché con riviste internazionali tra cui Architectural Records in Usa, Arkitekture and Bau Forum in Austria, Zeitscrift fur Architecture Detail in Germany, Pitman s Publishing in Inghilterra etc. Partecipa regolarmente a progetti di documentazione architettonica antica e moderna in accordo con docenti delle maggiori Università Italiane (Vedi progetto Superluoghi) e viene regolarmente invitato da Università italiane a discutere sulla fotografia in relazione con l architettura (Etica ed estetica della fotografia di architettura). Le sue fotografie sono state esposte a New York, Washington, Pechino, Roma, Milano, Ancona etc.; nel quadro di progetti di documentazione architettonica di progetti specifici nonché per progetti di ricerca personale sia a colori che in B/W. Risiede a Roma e New York quando non viaggia in tutto il mondo documentando progetti di architettura ed interior.

18 A T T U A L I T A La Redazione LA CULTURA SBARCA IN CINA 16

19 A T T U A L I T A Aseguito dell evento espositivo Roma, il Gioiello, la Fabbrica dei Sogni presso lo spazio 798 di Pechino, si registrano alcuni avvenimenti che promettono interessanti sviluppi in terra cinese. Il catalogo e la conseguente organizzazione dell esposizione hanno creato un inaspettato quanto atteso interesse da parte del pubblico cinese. La pubblicazione è stata letta e studiata accuratamente, suscitando curiosità e attrazione verso la scuola romana del gioiello. L estensione di questa comunicazione è stata affidata a Marco Fasoli che, nella sua presenza a Pechino per l intero periodo della mostra, ha tessuto una serie di importanti relazioni scaturite nell invito, da parte di organizzazioni private e dello Stato, a ritornare in Cina con la richiesta di soddisfare l interesse nei confronti della nostra storia e della nostra cultura. L invito raccolto da Marco Fasoli, ed esteso ai curatori del catalogo, Claudio Franchi e Stefano Ricci, si è rivelato una vera e propria missione professionale. La prima tappa è stata la città di Shenzhen, a pochi chilometri da Hong Kong, nella quale gli organizzatori hanno dato vita ad un forum dal titolo Roman Jewellery s Design, Market and History, Culture Forum privilegiando quindi in modo entusiastico l aspetto culturale della scuola romana. Il forum, che ha visto i tre esperti impegnati in una conferenza seguita da un ampio ed appassionato dibattito, è stato organizzato nell economia della 5th China (Shenzhen) International Cultural Industries Fair, una mostra che raccoglie le produzioni più recenti del panorama cinese. Shenzhen rappresenta il 70% della produzione orafo-gioielliera dell intero paese. L accoglienza è stata calorosa e la partecipazione molto attenta ai temi trattati ha svelato ai nostri esperti un pubblico non certo impreparato alla cultura del gioiello. Da Shenzhen Franchi, Fasoli e Ricci si sono poi spostati nella città di Wuhan, sede del secondo appuntamento previsto nel ciclo di conferenze. Wuhan è una città di otto milioni di abitanti, attraversata dal fiume 17

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21 A T T U A L I T A Azzurro, importante e millenaria via navigabile e commerciale. La città non è famosa solo per essere il maggiore centro produttivo di fibre ottiche e industria pesante del paese, ma anche per essere la sede di 108 università impegnate nella formazione di oltre un milione di studenti. I nostri esperti sono stati accolti presso l Università Statale di Tecnologia e Geologia e hanno organizzato i loro interventi per il Dipartimento di Gioielleria. La facoltà è organizzata in un campus che ospita studenti oltre ad altri esterni. Peculiarità del Dipartimento di gioielleria è quello di contemplare sia la parte teorica sia quella tecnico pratica come valore di completezza del processo formativo. La qualità della preparazione degli studenti è piuttosto elevata dal momento che l ingresso in Dipartimento è stabilito da una selezione rigida che privilegia il merito. I giovani studenti occupano l intera giornata di attività dividendosi tra i laboratori di costruzione orafa, analisi gemmologica, taglio delle pietre e le aule per l apprendimento delle materie teoriche e progettuali. La completezza e l integrazione delle diverse fasi formative fornisce ai giovani gli strumenti per una preparazione adeguata alla futura collocazione nel mercato del lavoro. Il Dipartimento offre il proprio supporto per le analisi gemmologiche anche alle imprese, arrivando a produrre oltre un milione di certificati nell arco di un anno. Il basso costo di un certificato gemmologico (1,5 euro) contribuisce allo sviluppo del mercato del gioiello con forti connotazioni di garanzia per il consumatore. La partecipazione alle conferenze dei tre esperti è stata ampia, entusiastica ed attiva, vista l articolazione degli interventi che prevedeva le seguenti specificità: per Franchi i criteri stilistici, storici e costruttivi del gioiello, oltre a cenni di metodologia per il restauro e la conservazione; per Ricci la centralità del progetto; per Fasoli i principi del marketing e della comunicazione. Le conferenze si concludevano alle dopo essere iniziate sin dalle Tra gli aspetti che hanno maggiormente colpito va sottolineata, oltre alla calda accoglienza del corpo docenti e del Vice Rettore Prof. Frank M.X.Yang, la presenza del Segretario Politico del Partito Comunista. Fasoli, Franchi e Ricci si sono intrattenuti con il Segretario e con il Vice Rettore che hanno esposto loro il desiderio di coinvolgerli in un rapporto di collaborazione di docenza per i prossimi tre anni. Questo aspetto evidenzia l importanza che i massimi organismi politici dello stato cinese danno alla formazione e alla cultura, considerandoli elementi essenziali per lo sviluppo ed il futuro economico della nazione e valorizzando con visione lungimirante l interscambio con le professionalità di livello internazionale. Non meno toccante è stata la partecipazione degli studenti accorsi nell aula magna gremita al limite della capienza. I giovani alla fine dell ultimo intervento hanno trattenuto ed impegnato con domande acute e pertinenti i tre esperti, intrattenendoli fino alle Graditissima a questo punto la sorpresa dell incarico ufficiale di assunzione in qualità di Professori Docenti dell Università di Tecnologia e Geologia Cinese di Wuhan, Istituto di Gioielleria, con decorrenza immediata e per la durata di un triennio. La cerimonia di assegnazione del titolo è avvenuta in un clima di festoso entusiasmo generale, coinvolgendo l intero corpo docente e gli studenti. Questa importante opportunità crea le condizioni per trasferire e comunicare la cultura e la storia dell oreficeria romana ad un livello che non è solo quello del mercato, ma di studio e ricerca storica, critica e scientifica. Aspetti questi che nella loro totalità si rivelano in Cina molto considerati per la costruzione di un mercato efficiente e competitivo. L esperienza universitaria si presenta anche come terreno di potenziale apprendimento dei valori di conoscenza di un mercato a noi poco noto, ma che tutti guardano come una grande opportunità. Questi valori potranno essere acquisiti durante le prossime esperienze professionali di Franchi, Fasoli e Ricci e costituire un terreno di preziosa valenza professionale. 19

22 A T T U A L I T A di Claudio Franchi È TEMPO DI CAMBIARE La società muta in continuazione e compito di un associazione è quello di studiare i cambiamenti e indicare ai propri soci le potenziali strade da percorrere per non rimanere invischiati e arretrati nelle secche dell immobilismo. L ARRO si occupa di ciò, ma ai soci spetta il compito di partecipare, verificare, contribuire con forme attive di coinvolgimento. Per cambiare ci vuole coraggio, partecipazione e condivisione. Il Censis evidenzia nel rapporto "Diario dell'inverno di crisi": Stime affidabili ci dicono che nel 2009 le famiglie italiane risparmieranno 24,1 miliardi di euro grazie all'abbassamento dei mutui e dei costi dell'energia, ma è come se il consumatore stia ancora ruminando la realtà, cercando di capire come orientare in consumi questa implicita maggiore disponibilità. Ma l'aspetto dei consumi è quello di più difficile lettura: se da una parte sale l'ottimismo (l'indice di fiducia dei consumatori Isae sale da 99,6 a 102,6), al tempo stesso predominano comportamenti prudenti negli acquisti. Lo stile di consumo è ormai profondamente cambiato, rileva ancora il Censis, aggiungendo che vincerà chi riuscirà ad intercettare meglio tali mutamenti e quando i consumi ripartiranno saranno quelli di un consumatore più attento, alla ricerca di buoni prezzi o di alta qualità. Nell osservare questi dati mi è tornato in mente un libro letto oramai cinque anni orsono: Il tempo di cambiare, un saggio che lucidamente invita a riflettere sulle politiche dissennate della globalizzazione attraverso un possibile scenario di un mondo diverso ma possibile. Ebbene in quel testo l autore evidenzia gli aspetti deteriori di politiche troppo appiattite sull esasperazione del concetto di consumo e sulla perdita graduale dei valori della cultura definita in senso ampio. Così accade che l inquietante scenario sociale del nostro scorcio di tempo appaia tutt altro che solido e compatto, mentre la costruzione di una identità individuale cerchi ancora e invano un fondale solido al quale ancorarsi. La modernizzazione invece deve fare i conti con l inevitabile ciclo biologico e storico di ogni evento dell umano fluire, ovvero siamo giunti alla fase finale di un processo che pur garantendo benessere nel passato, oggi giunge alla fine della propria corsa e agli occhi dei fragili convincimenti dell uomo contemporaneo ciò viene percepito come difficile da accettare. L inossidabile certezza nel progresso, l illimitata fiducia nel potere della ragione, dell innovazione tecnologica, delle scoperte scientifiche, comincia a vacillare nella mente della gente comune. La società moderna si è cullata nell illusione che tutto poteva essere risolto dall innovazione mentre il recupero dei valori fondanti della nostra civiltà è stato sconsideratamente identificato come superato. Pertanto la società contemporanea si trova ad un inevitabile bivio: o continuare a testa bassa, nella consapevolezza falsa e fuorviante che il progresso corrisponda alla velocizzazione esasperata dei ritmi imposti dalla discuti- 20

23 A T T U A L I T A bile dottrina globalizzante o ripensare i valori dell uomo e recuperarne più efficacemente, attraverso la lezione della storia, gli aspetti positivi e costruttivi. Ciò che non accettiamo, o fatichiamo ad accettare, è che lo stile di vita dell uomo sia cambiato. L attuale crisi delle merci, trasversale ad ogni categoria di bene di consumo e ad ogni nazione, sia ricca sia povera, è indice di un eccesso produttivo di ogni genere di merce, di una esasperata serializzazione di prodotto, rispetto alle reali esigenze di chi dovrebbe servirsene. La crescita verticale delle produttività, permessa da una forma sempre più diffusa di isterismo tecnologico, ha creato una saturazione che non può essere risolta se non con il ridimensionamento di ciò che viene prodotto in eccesso. In tal senso il monito di Giovanni Sartori, espresso in un articolo del Corriere della Sera del 1998, riecheggia con possente frastuono: se l'investimento è in tecnologia, se è ancora in macchine (o, come si dice in inglese, capital intensive), allora non riduce la disoccupazione. Le stesse strategie di marketing si possono oramai dichiarare fallimentari dal momento che non riescono più a manipolare le menti dei consumatori. Tanto che in sede Censis viene spontaneo chiedersi chi sarà in grado di intercettare meglio i mutamenti dei nuovi stili di consumo, evidenziando che anche nell ambito della statistica ci si riferisce sempre all eterna sfida, sino ad oggi ampiamente vinta dalle strategie di marketing, quella di costringere il consumatore a fare il proprio dovere: ovvero spendere! Non viene in mente a nessuno invece che le merci che attualmente invadono in modo dissennato l orbe terracqueo non servono a nessuno. Né si giunge alla logica e scontata consapevolezza che la crisi doveva prima o poi giungere, dal momento che uomini e donne sono stati costantemente manipolati verso l acquisto di ogni genere di prodotto, con il risultato che ci siamo finalmente resi conto che della stragrande maggioranza di questi prodotti possiamo fare a meno. Ma certo non possiamo fare a meno delle emozioni e dei sogni. Due categorie di prodotto che, guarda caso, in un passato neanche troppo lontano, albergavano nel gioiello, forma espressiva storicamente innervante la storia dell uomo. La crisi che investe tutta l economia mondiale ci restituirà,nel migliore dei casi,una struttura diversa della domanda mondiale. Il modello basato su un consumismo esasperato, che si preoccupa di distruggere sistematicamente risorse non riproducibili e di pregiudicare l intero patrimonio ambientale, dovrà orientarsi verso una riduzione nel consumo indiscriminato di beni a favore di merci di alto livello qualitativo. Ecco che allora il gioiello non potrà sfuggire a questa logica. I nostri prodotti dovranno risultare ricchi di contenuti immateriali, dovranno essere raccontati dalla capacità di una oratoria persuasiva e da quelle abilità che oggi vengono considerate erroneamente- superate, o nel migliore dei casi, irraggiungibili, quali la manualità colta, la cultura di progetto, le conoscenze umanistiche, la ricerca e la sperimentazione formale. Sarà difficile d ora in poi non fare i conti con ciò che è stato posto all evidenza da un altra indagine del Censis, questa volta promossa dall ARRO e sottoposta all attenzione spesso disattesa dei Soci: qui i gioiellieri si sono mostrati succubi delle marche molto di più di quanto non lo siano i loro clienti. L oggetto artigianale unico, il pezzo inimitabile ha un aura e un valore in termini di status che i gioielli di marca (talvolta perfino quelli di griffe preziose) non hanno. E in questo concordano tanto i romani quanto i turisti. Eppure nonostante un messaggio così forte e chiaro, nonostante una azione produttiva come mai in ARRO è stata avviata, con il risultato di una fotografia finalmente esauriente di ciò che i nostri clienti pensano di noi, del nostro lavoro, la maggior parte degli operatori del Settore fa finta di nulla o si crogiola nella postmoderna ideologia dell ignorante presuntuoso. Ma il futuro è nel sapere, al quale l uomo è principalmente legato per la possibilità di decidere il proprio destino, e quindi avere l opportunità di migliorarlo. Invece la nostra modernità abbonda di un altro poco invidiabile primato: quello che Giulio Ferroni definisce l asinità contemporanea: somari ci sono stati tutti i tempi, ma il somaro classico tendeva quasi sempre a prendere atto della propria ignoranza; l asinità contemporanea è invece lucida, plastificata, arrogante, pretenziosa, ha perduto ogni rapporto con il solido fondo della materia; non ha complessi e per lo più non riconosce se stessa, immersa in un brodo che le fa apparire tutto facile, tutto indifferente, tutto alla sua portata. Troppo spesso, purtroppo, abbiamo a che fare con questa ignoranza arrogante che non lascia spazio alla crescita, che non considera il valore della ricerca e della cultura come l unica via per ovviare alla cristallizzata stasi del nostro Settore. Ora, con una crisi che ci ha messo alle corde, con una prepotenza che non lascia scampo, nessuno potrà più sfuggire alle proprie responsabilità. Non rendersi conto di una necessità di un cambiamento, non produrlo, non misurarsi con l inevitabile e irrinunciabile riqualificazione professionale, significherà avviare un suicidio professionale. Dovremo solo verificare, nel prossimo futuro, se tale suicidio sarà limitato o di massa. 21

24 A T T U A L I T A di Marco Fasoli PROGETTO COME RICCHEZZA Il comparto orafo gioielliero ha la necessità di correggere il rapporto fin qui tenuto, tra committente e autore di un progetto. Il riconoscere la titolarità del progetto al professionista che lo ha pensato e prodotto nelle sue parti progettuali dettagliate per approntare la produzione, trova ancora molti ostacoli culturali che poggiano su personalità chiuse in presunzioni arcaiche. Il gioielliere, figura ormai superata dal commerciante, ha oggi più che mai la necessità di approfondire la conoscenza della radice della parola autore, che dal greco auxano far crescere, è colui che prolunga nel tempo quel progresso di trasformazioni volto al miglioramento. Questo concetto lo ritroviamo nella radice latina della parola autore augere accrescere, rispondendo alla necessità del gioielliere di aumentare, attraverso la riconoscibilità dei prodotti, la propria affermazione ed immagine che da solo si impoverirebbe, mescolandosi prima e spegnendosi poi nel magma del mercato. La nostra Associazione non a caso porta avanti il concetto di cultura di progetto, individuando l insieme di professionalità e menti pensanti, riconosciute, come il nuovo valore di percezione progettuale da parte del cliente riflesso nel prodotto. Questo valore competitivo oggi viene totalmente vanificato, in nome di un risparmio economico che porta più verso la copiatura che verso l affermazione dell individualità dell immagine commerciale. Eppure la storia insegna. Quando De Sole chiama lo stilista Tom Ford in Gucci, non tiene nascosto l evento anzi, ne fa un fatto mediatico riconoscendo la creatività dell autore nei nuovi valori simbolici che le collezioni di accessori (borse, cinture, portafogli, occhiali ecc ) riscontravano come successo. Il comunicare costantemente il nome dell autore del successo di Gucci in quegli anni, ha certamente accresciuto la fama di Ford ma fatto ancora più determinante ha aumentato notevolmente la notorietà, il successo delle collezioni ed il fatturato di Gucci, che grazie a questa collaborazione ha espanso la sua presenza nei mercati internazionali. La povertà intellettuale del nostro comparto, porta naturalmente al non riconoscimento del diritto d autore o proprietà intellettuale. Sembra una regola basica, in effetti è un grosso limite confermato da tanti professionisti, progettisti e designer, che quotidianamente rincorrono tentativi di scippi di creatività ed invenzione. Il mercato della contraffazione sembra distante dalle nostre realtà commerciali, per motivi di costi di produzione legati al metallo prezioso, nella realtà la contraffazione e l appropriazione di idee e progetti, a volte pagati ma mai riconosciuti, è poco visibile ma molto frequente. Il successo non si raggiunge in modo casuale, viene costruito ed elaborato, tiene conto delle collaborazioni interne ed esterne dell azienda con le quali costruisce una immagine positiva, un linguaggio positivo e riconoscibile attraverso i prodotti che rappresentano l azienda. Lo sforzo quindi non è quello di risparmiare a tutti costi: risparmiare sugli investimenti di comunicazione, sui costi delle collaborazioni esterne, per non parlare del risparmio dei costi di formazione e motivazione del personale interno fino a non investire sullo sviluppo delle future collezioni, cercando di interpretare in modo posticcio i desideri dei nostri clienti. A questo punto diviene importante riprendere un passaggio del pensiero di Bauman, espresso nel suo saggio consumo, dunque sono : la destinazione ultima di tutte le merci in vendita è il consumo da parte di chi acquista. Gli acquirenti desiderano procurarsi merci da 22

25 A T T U A L I T A consumare se, il loro consumo promette di soddisfarne i desideri. Il prezzo che il cliente potenziale in cerca di soddisfazione è disposto a pagare per le merci offerte dipende dalla credibilità della promessa e dall intensità dei desideri. La credibilità della promessa. Quanti di noi si è mai fermato a pensare se i propri gioielli comunicano, nell essere esposti negli spazi vetrina, la credibilità della promessa e se questa promessa è carica di quei valori intangibili ed emotivi che stimolano direttamente il desiderio del cliente. Da soli riusciamo ad interpretare un così complesso mondo in evoluzione come quello del consumo e del mercato, strettamente collegato al continuo e veloce mutamento dei modelli di consumo dei nostri potenziali clienti? Ci siamo mai soffermati a riflettere sul teorema del cambiamento quello che è proposto oggi è superato domani e obsoleto dopodomani? Le sollecitazioni continue delle offerte accelerate dalla comunicazione, dagli standard espositivi in termini di spazio, dal rapporto diretto con il prodotto e l ampio assortimento ha educato i nostri clienti ad una relazione, anche con i nostri prodotti, più sintetica e carica di valori emotivi rinnovati. La gestione di questi valori rinnovati non può più prescindere dalla qualità professionale espressa, condivisa e confortata da collaboratori professionalmente forti. Organizzare un team di talenti specializzati in aree che fino ad oggi abbiamo creduto superflue, deve divenire il primo investimento programmatico da considerare assolutamente opportuno per la sopravvivenza e forse il successo. 25anni di TRANQUILLITA AFFIDABILITA SERIETA ASSICURATIVA PER GLI ORAFI ROMANI PIXEL PUBBLICITA - ROMA Roma - P.le Clodio, 8 - tel fax italgar@studiogarelli.com Albo Broker 0846/S in collaborazione con: Profins s.r.l. - via Zurigo, Milano - Lloyd s Correspondent 23

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