I marmi in Italia L Italia da sempre rappresenta il paese culturalmente ed economicamente più importante nel campo delle pietre ornamentali in
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- Gabriela Morelli
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1 Marmi I marmi in senso stretto, cioè i calcari ricristallizzati per metamorfismo, sono i materiali ideali per la scultura e l architettura in quanto assommano tutta una serie di proprietà fisico-meccaniche favorevoli, quali la compattezza ed isotropia, la bassa durezza, le ottime lavorabilità e lucidabilità. Essi hanno inoltre un aspetto brillante e colorazione piacevole. Per queste loro caratteristiche, i marmi sono stati il materiale lapideo più utilizzato dall uomo fin dall antichità per una vasta serie di manufatti quali statue, bassorilievi o elementi architettonici vari, come colonne, pilastri, architravi, lastre di rivestimento e tombali.
2 I marmi in Italia L Italia da sempre rappresenta il paese culturalmente ed economicamente più importante nel campo delle pietre ornamentali in generale ed, in particolare, dei marmi. Ciò è dovuto sia al fatto che l Italia è sempre stata, nel corso dei millenni, al centro delle principali civiltà, sia perchè il nostro paese è costituito, dal punto di vista geologico, da un territorio estremamente variegato, particolarmente ricco di rocce carbonatiche variamente metamorfosate
3 Le pietre ornamentali piemontesi In Piemonte la pietra da sempre rappresenta il materiale più utilizzato per costruzioni: murature, pavimentazioni, rivestimenti, lose, elementi architettonici vari sono spesso realizzati nelle numerosissime varietà di rocce affioranti nelle diverse unità della catena alpina. In Piemonte le pietre ornamentali rivestono pertanto una grande importanza economica. Inoltre esse assumono particolare significato nella conservazione dei beni architettonici ed artistici. L attività di restauro delle opere piemontesi è stata spesso realizzata con rocce esteticamente simili alle originali (per colore) ma non provenienti al medesimo sito estrattivo.
4 MARMI PIEMONTESI Di particolare importanza risulta lo studio dei marmi piemontesi coltivati, soprattutto in passato, in diverse varietà provenienti da differenti unità strutturali della catena alpina. Molti marmi piemontesi rappresentano infatti materiali di grande pregio storico. Essi provengono, generalmente, da lenti di piccole dimensioni afferenti a diverse unità geologiche, anche di diverso grado metamorfico. Particolarmente celebri furono i marmi delle vallate cuneesi, che rappresentarono molte varietà differenti per colore e disegno, di largo impiego nelle chiese e nei palazzi di tutta la regione
5 1: Depositi quaternari BACINO TERZIARIO LIGURE PIEM. 2: Depositi oligo-miocenici del Monferrato 3: depositi Oligo- miocenici delle Langhe, Collina di Torino e Gonfolite APPENNINO SETTENTRIONALE 4: Liguridi Esterne 5: Liguridi Interne DOMINIO SUDALPINO 6: Bacino Lombardo 7: Depositi clastici post-ercinici 8: Vulcaniti permiane 9: Graniti dei Laghi 10: Serie dei Laghi 11: Zona Ivrea Verbano 12: Zona del Canavese DOMINIO AUSTROALPINO 13: Plutoni Periadriatici (Biella e Vico) 14: II Zona Diorito Kinzigitica 15: Zona Sesia Lanzo DOMINIO PENNIDICO 16: Falda Piemontese Esterna 17: Falda Piemontese Interna 18: Massicci Cristallini Interni (UPS) 19: Zona Brianzonese Interna 20: Zona Brianzonese Esterna 21: Zona Sub-Brianzonese e Flysh a Hel. 22: Unità Pennidiche Inferiori (UPI) DOMINIO ELVETICO 23: Coperture Meso-Cenozoiche 24: Massicci Cristallini esterni
6 Tra le molteplici varietà di marmi piemontesi si ricordano: Marmi della Val di Susa di Chianocco e Foresto marmo bianco dolomitico a mica bianca, talvolta venato. Già sfruttati dai Romani, per secoli vennero utilizzati nella città di Torino. Tra le principali applicazioni si ricordano le colonne binate di Piazza San Carlo e la facciata di Palazzo Madama. Facciata del Duomo di Torino. Arco di Augusto di Susa.
7 Marmi del cuneese (Monregalese) Marmi di Frabosa varietà bianca, bigia e verzina. Marmo calcitico a dolomite e silicati. Cappella della Sindone. Cipollino dorato di Valdieri colore avorio con venature dorate, uso per interni, sala lauree del Politecnico Bardiglio di Valdieri Colore grigio Usato per interni in molte chiese e palazzi (San Filippo, Consolata). Marmo di Brossasco (Calcinere, Venasca, Isasca). Struttura granoblastica a grana grossolana a mica bianca ed altri silicati. Utilizzato per basamento colonne San Filippo
8 Marmi della Val Corsaglia - Breccia di Casotto, Persichino, Rosso Val Corsaglia. Interni Gran Madre e Maria Ausiliatrice Bigio Moncervetto - Colonne interne Basilica di Superga. Marmi della Val Germanasca Marmo di Perrero (Marmo Gaggino)- marmo bianco a venature verdi di metabasiti. Marmo bianco di Praly Utilizzato cancellata di Palazzo reale a Torino
9 Distretto Ossolano Marmo di Candoglia Colore rosato (metabasiti). Uso esclusivo della fabbrica del Duomo di Milano Marmo di Ornavasso Varietà Grigio Boden e Rosa Val Toce. Absidi delle chiese di S. Carlo e S.Cristina. Rivestimento edifici piazza C.N.L. Marmo dolomitico di Crevoladossola. Varietà Palissandro Marmi della Zona Sesia - Lanzo - Marmo di Massucco Marmi della Zona Piemontese - Marmo di Pont Canavese
10 Marmi nella Torino storica Le varie fasi di sviluppo della città di Torino vedono l impiego dei marmi nelle costruzioni più significative nella storia cittadina, dai resti romani alle costruzioni rinascimentali e barocche. La loro industria, nota fin dall epoca romana, decadde nel Medio Evo, per poi rifiorire nel 700 e 800, per essere poi superata da quella di altre regioni italiane. La loro identificazione con la specificazione della zona di provenienza diventa pertanto strumento essenziale per la loro valorizzazione archeologica ed architettonica
11 Il riconoscimento dei marmi, per la loro ben nota somiglianza macro e microscopica, risulta generalmente molto difficile e nella maggioranza dei casi va affrontato su basi archeometriche. Risulta inoltre utile ricorrere alla combinazione di più metodologie analitiche
12 Il progetto di ricerca Studio della distribuzione di elementi in tracce in singole fasi mineralogiche per la caratterizzazione petrografica e minerochimica dei marmi piemontesi con particolare riguardo al loro pregio storico e contemporaneo ed al loro utilizzo nell edilizia e nell architettura moderna. La caratterizzazione minero-chimica di dettaglio mediante metodi anche non distruttivi (PIXE, catodoluminescenza) risulta strettamente necessaria per definirne con precisione la provenienza e la genesi.
13 Fra le tecniche che si prevede di utilizzare nelle ricerche di laboratorio un ruolo fondamentale sarà svolto dal microscopio elettronico a scansione (SEM), equipaggiato con una microsonda elettronica e un rivelatore di catodoluminescenza pan- e monocromatica
14 La catodoluminescenza permette di discriminare, sulla base degli elementi in traccia, rocce altrimenti non facilmente distinguibili, come i marmi bianchi Conteggi Lunghezza d'onda (nm) Grafico n.5-spettro Cl del marno Afyon su calcite sp7 sp8 sp Conteggi sp13 sp14 sp15 sp Lunghezze d'onda (nm) Grafico n.3-spettro CL del marmo Macael su calcite
15 Studio per la caratterizzazione dei marmi utilizzati nel portale di ingresso di Casa Cavassa a Saluzzo, realizzato nei primi decenni del 500 da Matteo Sanmicheli
16 Studio di reperti lapidei del Museo Civico d arte antica di Torino al fine di caratterizarli dal punto di vista petrografico e, possibilmente, di determinarne la provenienza mediante uno studio archeometrico multistrumentale
17 Caratterizzazione dei marmi di reimpiego presenti all interno delle murature dell Abbazia della Novalesa. Nelle sue murature sono largamente impiegati materiali lapidei provenienti dall Unità di Ambin (gneiss, micascisti e quarziti), dalla Zona Piemontese (calcescisti e carniole) e da numerosi frammenti di marmi bianchi saccaroidi di provenienza non locale
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