Intergruppo Innovazione Sharing Economy

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1 11 novembre 2014 Intergruppo Innovazione Sharing Economy Veronica Tentori introduce la serata, ricordando il percorso dell intergruppo sul tema della Sharing Economy avviato con il convegno dell 11 settembre alla Camera dei Deputati, in cui si era potuto approfondire il nuovo modello di business insieme alle start up innovative ospiti della giornata (Uber, Airb&b, Cortilia, Starteed, Gnammo, Zooppa). Questo nuovo momento in presenza delle associazioni AISE (associazione italiana sharing economy) e OUISHARE (associazione internazionale) è invece occasione per affrontare il tema anche a livello più ampio, toccando anche gli aspetti ed i mutamenti sociali e culturali che l economia collaborativa sta introducendo. Presidente AISE, economia del settore Digital Introduce l Associazione italiana sharing economy AISE associazione punto di riferimento delle realtà che si stanno affacciando ai temi dell'economia collaborativa. Il compito è fornire scenari informativi e relazioni tra stakeholder come per esempio servizi didattica ed eventi sul territorio. L'associazione è nata perché la sharing economy è soprattutto un comportamento sociale oltre che un modello profit. connector di OUISHARE Italia Simone racconta la storia di OUISHARE, che nasce nel 2011 a Parigi (LINK d'approfondimento In due anni l'associazione è progredita talmente tanto da avere in ogni continente i suoi connector (o leader regionali attivi) e i members. Ha una struttura organizzativa orizzontale. Si occupa di fare ricerca e di mappare le opportunità per i livelli territoriali e per assistenza alla pubblica amministrazione. OUISHARE è un "Think to tank" intorno al tema della sharing economy, popolata dalla ricerca indipendente. Uno degli obiettivi è la crescita della community (ora sono presenti 800 persone al mondo). L idea di economia collaborativa, che va distinta dal concetto di sharing economy che prevede profitto, permette di superare i limiti concettuali che separano i marketplace della domanda/offera in ambiti quali il consumo collaborativo (baratto, riuso), produzione collaborativa (fablab), conoscenza collaborativa (wikipedia, babbel), finanza collaborativa (crowdfounding). Vi è una grande trasformazione delle abitudini delle persone, che privilegiano l accesso e il riuso al possesso. Inoltre si creano soluzioni problemi quali la tragedia ambientale. E un movimento post ideologico, supera anche profit e no profit. Si tratta di modelli partecipati, sostenibili socialmente e ambientalmente. Negli eventi delle conferenze di OUISHARE partecipano grandi aziende, politici, startup e Venture, alcuni partecipanti sono legati al profitto altri a change maker. Qual è il ruolo della PA e della Politica? La politica non deve sprecare questa occasione politica/sociale, senza scelte politiche questi modelli potrebbero andare solo nella direzione dove porta il mercato.

2 Marta Rossato member OUISHARE Collabora con OUISHARE, in particolare nel connettere le amministrazioni locali e gli attori locali. Inoltre approfondisce il tema dello sviluppo locale sul turismo e i processi partecipativi collegati ad esso. Spiega l'obiettivo di creare un punto di riferimento per le amministrazioni locali, creando quindi un punto di raccordo e migliorando il dialogo coi cittadini. Christina member OUISHARE (presentazione) Il suo apporto a OUISHARE riguarda lo sviluppo sostenibile attuabile tramite la sharing economy. Fa notare che durante una riunione al TDLAB, nel momento in cui è stato introdotto il tema dell'economia collaborativa, non vi èstato ascolto/interesse dalle associazioni di categoria. Vi è una contrapposizione tra le piattaforme digitali e le associazioni di categoria. Come si può dialogare? Qual è il modo corretto per parlare con le varie associazioni e sensibilizzarle sul tema? La tutela del consumatore come si interfaccia? Stefano Quintarelli Domande sui lati negativi della Sharing economy: "Non stiamo assistendo alla sostituzione della regolamentazione per la tutela del consumatore? Chi deve controllare? C'è rischio di monopolio, qual è la garanzia degli attori del mercato fuori dalla giurisdizione? Rischio di prevalenza dei soggetti privati rispetto alla legge e a figure pubbliche". Mauro Del Barba La sharing economy crea una disintermediazione tale da creare alcune preoccupazioni oltre che le opportunità (es. aspetto fiscale). Se queste preoccupazioni non vengono regolamentare/gestitesi rischia un potenziale sbarramento della politica. L'obiettivo è armonizzare la sharing economy, ma come? Il modello principe della Sharing è la creazione di un modello di condivisione sociale, oltre che di risparmio economico. La sharing economy è un processo naturale che può creare monopoli ma sicuramente valorizza le necessità dell'utenza ("quello che vuole la gente"). Ci sono risposte diversificate, beneficio parallelo tra cittadini e amministrazioni. Ora poche realtà catalizzano l attenzione per un problema di regolamentazione. Bisognerebbe ragionare non sul profitto, ma sul risparmio, ottimizzare i tempi, usare gli spazi inutilizzati. E vero che esiste un problema di chiarezza e didefinizione: un ambito va regolamentato, uno va favorito dalla PA. Poi c è la questione della fiducia, il controllo a disposizione di migliaia di utenti.

3 Paolo Coppola Bisogna definire dei confini, ad esempio dato un modello di sharing economy quanto questo può incidere sull'economia di un soggetto tale da creare reddito piuttosto che ripianare solamente le spese sostenute? Esiste una soglia indicativa di un'operazione fatta per "arrotondare", piuttosto che per "guadagnarci"? Esistono criteri in grado di differenziare il profitto professionale da quello "amatoriale" senza sottostare a regole? Una delle soluzioni ai problemi/quesiti di Coppola è quello di limitare il periodo di un'attività (es. i giorni di affitto di un locale) come avvenuto in altre realtà europee. Lorenzo Basso L'opportunità è chiara ma bisogna affrontare i problemi. Mauro Del Barba La sharing economy è un feomeno positivo ma bisogna creare modelli di transizione, modificando la normativa attuale. D'accordo a creare delle regole in grado di gestire l'opportunità (cita alcuni esempi esteri). La regolamentazione si fa con le buone pratiche. Ci sono anche problemi legati ad assicurazioni, fiscalità, ma anche a zoning (magari alcune zone vanno limitate). Marta Rossato Bisogna creare un sistema di regolamentazione per un beneficio reciproco tra cittadini e PA. Il problema delle regole è soprattutto emerso per le grandi aziende. L'obiettivo delle sharing economy è ridurre i costi e ottimizzare i processi (cita esempi di coworking o baby sitting). Bisogna capire come la PA possa condividere le risorse che ci aiuterebbero nel raggiungimento degli obiettivi. Enza Bruno Bossio Affascinata dalla Sharing Economy perchè può mettere in discussione il modello finanziario attuale e porre l uomo ( il valore d uso e non il valore di scambio), al centro della relazione economica. Sono le tecnologie a rendere abilitante la sharing economy ed in questo senso rappresentano l attuazione marxiana della rivoluzione industriale che conduce alla liberazione dell uomo dal lavoro. Ovviamente, questo non è vero se il livello del discorso rimane all interno di uno scambio intermediato da soggetti di business secondo una logica meramente finanziaria. Nel nostro contesto, cioe quello di uno Stato di diritto che ha bisogno di regole certe, si rende necessario individuare una normativa che regolamenti le relazioni economiche e finanziarie e impedisca cosi forme di evasione fiscale.

4 Adriana Galgano Le licenze non garantiscono la qualità (es. Booking) La politica è in ritardo sul tema "noi dovremmo essere degli anticipatori": quello che rischiamo che succeda è che si faccia a meno della politica essendo troppo lenta alla realtà. La sharing allarga il mercato. Stefano Quintarelli Il fallimento delle regole e del sistema non è motivo per creare monopolisti privati; bisogna migliorare il sistema. La strada di mediazione è decidere quando una cosa è sporadica rispetto a quello che non lo è. N Non va bene quando c'è un operatore che fa danno al mercato per la sua posizione dominante (BEPS). La politica ha reso pesanti le regole del mondo lavorativo pertanto le persone si auto organizzano creando i fenomeni descritti nella Sharing Economy. Gabriele Fiorentini (Collaboratore giuridico On. Catalano) C'è bisogno di una regolamentazione diversa per ogni tipo di prodotto/servizio, in quanto le rispettive normative tutelano beni giuridici dotati di diversa rilevanza e impatto. Per quanto riguarda i servizi di trasporto, è urgente un intervento rispetto al carpooling, al fine di distinguere la legittima condivisione di un veicolo dall illegittima fornitura di un servizio in violazione del sistema di licenze esistenti. Segnala che la Corte di Cassazione francese l anno scorso ha emanato una sentenza su tale problematica, optando per un modello fondato sulla distinzione tra pagamento del servizio finalizzato a coprire i costi ammesso e pagamento tale da costituire un illegittima remunerazione del servizio in assenza di licenza. Con Catalano stanno preparando appositi emendamenti alla proposta M5S depositata in materia. Mauro Del Barba Rimane il problema concettuale per capire come si svolge la transizione da un modello economico a un altro ad esempio trovando e modificando la regolamentazione per ogni ambito della sharing. Del Barba rimane comunque preoccupato dei grossi player e della fiscalità. Lorenzo Basso

5 Vogliamo inserire o no delle regole? Aprire questo mercato è positivo ma è necessario affrontare le tematiche relative ai diritti degli utenti e dei lavoratori per non fare semplicemente dumping sull attuale economia ma garantire invece nuove opportunità e aprire nuovi mercati. E' utile affrontare le sfide che questo settore, nato grazie alle nuove tecnologie, ci pone ma serve riflettere su quali regole (poche e semplici) debbano essere inserite per salvaguardare i soggetti più deboli della società (siano essi lavoratori o utenti). Paolo Coppola Bisogna provare a fare una proposta di legge cercando di definire alcuni punti: è possibile definire soglie o limiti per discriminare l'attività professionale e quella non professionale? gestire i limiti orizzontali per tutti i settori (es. tempo e redditività) definire il social lending evidenziare eventuali limiti dei beni e servizi proposti impedire che qualcuno possa "impedire di condividere" (es. wifi) incentivi al coworking o coproduzione regolamentare baratto o pseudo baratto Adriana Galgano Bisogna puntare all'integrazione del modello. Maurizio Rossi Bisogna rispettare i soggetti deboli del mercato. Cita l'esempio del problema dell'informazione è sulla qualità e dei posti di lavoro. I posti di lavoro devono essere tutelati e le regole devono essere uguali per tutti. E' bene che ci siano nuovi stimoli e soggetti nel mercato ma è bene regolamentarlo. OUISHARE è una risorsa per la politica. Marta Rossato "Come cittadino mi interesserebbe sapere il ruolo della politica e della normativa. Chiederei alla politica un ruolo di precursore, soprattutto alle amministrazioni locali." Conclusioni: concorde sulla regolamentazione delle micro economie e la politica deve essere presente. Veronica Tentori Conclude la serata con alcune riflessioni e spunti per futuri approfondimenti da parte dell intergruppo, provando anche a riepilogare le principali questioni emerse.

6 Primo elemento: con le varie forme di economia collaborativa le persone possono trasformare una passione/opportunità/hobby per arrotondare le proprie entrate dal punto di vista economico o in un attività lavorativa integrativa, potendo scegliere anche dove, come e quando erogare dei servizi. Qui si pone una prima questione: fino a che punto? Possiamo definire dei limiti? E giusto che chi fa un attività sporadicamente per arrotondare lo stipendio debba sottostare agli stessi vincoli di chi lo fa di professione? E possibile che si debba considerare la differenza tra profitto e risparmio, ossia ammettere nella definizione di economia collaborativa il concetto di risparmio, ma non di profitto? C è anche un discorso di tutela dei consumatori. Le associazioni possono aiutarci anche a capire come funziona all estero. Dal punto di vista sociale è interessante evidenziare come queste forme di economia collaborativa possano migliorare la qualità della vita delle persone, come si passi dal concetto di possesso a quello di accesso o scambio, non avendo più necessità di possedere. La portata a livello di innovazione sociale di questo fenomeno è molto alta. Un secondo elemento è quello della reputazione virtuale: anche questo elemento può essere considerato importante a livello di innovazione sociale e culturale. Le piattaforme creano delle comunità che hanno delle regole il cui rispetto viene costantemente verificato da utenti ed erogatori attraverso le recensioni. Chi non rispetta le regole viene escluso. C è una partecipazione attiva nel processo di regolamentazione, elemento interessante da approfondire. Infine il ruolo che la politica può giocare: non siamo del tutto in ritardo sul tema, c è spazio per intervenire e c è la consapevolezza del fenomeno. E normale che quando c è un momento di passaggio ed un cambiamento dirompente ci sia una discrasia tra vecchio e nuovo sulle regole, ma la politica non può fermare il cambiamento. Ci sono punti che vanno approfonditi, scelte che vanno fatte, ma la mentalità di approccio deve essere rivolta al futuro, non può essere confinata in schemi e modelli passati. Ruolo dell intergruppo è anche sensibilizzare il resto del mondo politico.

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