Il mito dell'antico e la città contemporanea

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1 Il mito dell'antico e la città contemporanea Rassegna stampa 20 marzo 2017

2 RASSEGNA STAMPA Lunedì, 20 marzo 2017 Articoli 08/03/2017 La Nuova di Venezia e Mestre Pagina 40 Mostra allo iuav 1 07/03/2017 Il Gazzettino Pagina 62 Taccuino veneziano 2 18/03/2017 La Nuova di Venezia e Mestre Pagina 39 FRANCESCO AMENDOLAGINE Tra mito dell'antico e città contemporanea 3 11/03/2017 GLIBBO Iuav Open Day

3 8 marzo 2017 Pagina 40 La Nuova di Venezia e Mestre Mostra allo iuav La mostra Il mito dell'antico e la città contemporanea presenta numerose opere di architettura progettate e realizzate da Augusto Romano Burelli e da Paola S. Gennaro, per molti anni docenti dello Iuav, e sarà inaugurata oggi, mercoledì 8 marzo alle 17 nella Galleria del rettorato. La mostra, che resterà aperta fino al 30 marzo, documenta la loro pluriennale ricerca, oggetto della recente donazione all'archivio Progetti dell' ateneo. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress

4 7 marzo 2017 Pagina 62 Il Gazzettino Taccuino veneziano APPUNTAMENTI FONDAZIONE LEVI Domani, alle 18.30, alla Fondazione Ugo e Olga Levi (San Marco 2893) musica dell' Ensemble ArteDonna del liceo musicale Marco Polo Les Chanmsons de Bilitis. IUAV Ciclo di conferenze sulle aziende dal titolo Impresa docet. Domani pomeriggio, con inizio alle 13, ai Magazzini Ligabue Magazzino 6 interviene Francesca Cester, senior designer della De' Longhi. MUSICA In occasione della festa della donna domani, alle al centro culturale protestante, a palazzo Cavagnins, Mimose con Maria Novella Dei Carraresi che sarà accompagnata al pianoforte da Alessandro Vecchiato. LA MOSTRA Sarà inaugurata domani, alle 16 all' aula magna dello Iuav l' esposizione di Augusto Burelli Il mito dell' antico e la città contemporanea. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress

5 18 marzo 2017 Pagina 39 La Nuova di Venezia e Mestre Tra mito dell'antico e città contemporanea di Francesco Amendolagine Ritornano nella Galleria del Rettorato dell' Iuav ai Tolentini fino al 30 marzo messi in mostra con raffinata essenzialità da Serena Mafioletti, i disegni degli architetti Augusto Romano Burelli e Paola Gennaro. Ritornano là, da dove idealmente non si erano mai allontanati perché della storia di questa università ne fanno parte integrante e gli spazi che ospitano i disegni sono gli stessi che hanno visto il distendersi della loro carriera accademica. Burelli, laureatosi nel '69/'70 giunse alla direzione del Dipartimento di Progettazione Architettonica negli anni '91/'97. Docente dalla didattica volutamente non accattivante, gli studenti lo ricordano affascinati, anche contro voglia, per il suo intimo legame con il numero e per il suo rifiuto ad ogni compromesso logico e morale. Aderì al Gruppo di Architettura, individuando nel rigore progettuale di Carlo Aymonino il punto di riferimento per procedere nella ricerca formale e approfondendo le due matrici fondanti la sua weltanschauung: il mondo classico, rispecchiandosi nelle ricerche dell' amico grecista Carlo Odo Pavese e la filosofia tedesca del XIX secolo, ancorandosi alle figure di Schopenhauer e Nietzsche le cui citazioni siglano quasi sempre i disegni fornendone la chiave di lettura. Romano Burelli è stato uno degli architetti che ha individuato nell' affermazione professionale il necessario riscontro alla ricerca di una chiarezza di metodo e di forme come dimostrano i progetti in area tedesca che lo dichiarano architetto affermato ma volutamente schivo alle espressioni del successo mediatico. La mostra rivela la sua fattiva partecipazione all' architettura europea della fine del XX secolo che venne siglata dalla consegna del premio il Leone di Pietra della Biennale d' Architettura di Venezia del Ecco, accostati cronologicamente scorrono i progetti dell' House 4 dell' Unter der linden di Berlino del , il Centro evangelico a Potsdam del 1996, la ricostruzione della Chiesa di Sant' Elena nel Friuli terremotato, il concorso della Biblioteca di Alessandria, l' ipotesi di ricostruzione del letto di Ulisse e una Moschea di Sinan ad Istanbul. In vero sono "belli come quadri" ma questa espressione banalizza le opere esposte perché, anche se la ricerca del colore, dell' impostazione formale, l' incastro piranesiano delle sezioni, dei prospetti e delle piante hanno un fortissimo impatto visivo, bisogna riconoscere che questi disegni rimangono sempre veri strumenti di lavoro sottesi a una rigorosa impostazione matematica oltre che quella geometrica. L' introduzione del Rettore Alberto Ferlenga ha sottolineato come questa generosa donazione rientri in un piano di acquisizioni. RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress Continua > 3

6 18 marzo 2017 Pagina 39 < Segue La Nuova di Venezia e Mestre FRANCESCO AMENDOLAGINE Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress