Marco Terenzio Varrone,

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1 Asta di beneficenza per la vendita dell'opera: Marco Terenzio Varrone, realizzata dallo scultore STEFANO COMELLI Sabato 30 Marzo, ore 19:30, presso Officine Fondazione Varrone, Largo San Giorgio, Rieti

2 STEFANO COMELLI Marco Terenzio Varrone

3 L'Opera: Il Marco Terenzio Varrone è stato realizzato durante il Chocofestival Rieti 2013, evento organizzato da L'Opera dall'uno al tre Marzo scorsi nelle due piazze principali del centro storico reatino. La gestazione della scultura, in verità, è stata travagliata, almeno per quanto concerne la scelta del soggetto. Si era deciso, infatti, di rappresentare un monumento che fosse identificativo per la città e che ne celebrasse le origini storiche e culturali. Dopo una lunga riflessione, Stefano Comelli, lo scultore incaricato, su consiglio del comitato organizzatore, ha optato per la celebre e controversa statua del Morsani che ancora oggi veglia su Piazza Oberdan a Rieti. Il Comelli ha impiegato circa tre giorni per ultimare il Varrone. A lavoro finito, l'opera è stata esposta al pubblico, in occasione della cerimonia di chiusura dell'evento, momento nel quale Dino Morsani, autore dell'originale in bronzo, ha ringraziato il Comelli ed apposto la propria firma, accanto a quella dell'autore in segno di approvazione e condivisione artistica. Caratteristiche tecniche: Materiale: Cioccolato fondente Dimensioni: 80x50x30 cm L'Autore: Stefano Comelli nasce artisticamente scultore, nel solco di una tradizione familiare che dall'inizio del secolo scorso vede discendere maestri lapidici, scalpellini, letteristi. Lega le prime sperimentazioni alla pietra, cui giovanissimo fedelmente si dedica nel laboratorio paterno. E alla pietra sono dedicate le prove giovanili che rivelano le attenzioni di un fare precocemente consapevole delle problematiche operative legate ancor più che alle caratteristiche fisiche, alla ricerca delle possibilità endogene della materia: toccare la materia, riconoscerla e trattarla nelle sue recondite qualità, affrontarne e amarne le potenzialità creative inducono l'artista ad approfondimenti sul valore autonomo della materia stessa. Presto dichiara l'appartenenza ad una dimensione sperimentale che lo rende partecipe di una generazione nuova, che si porrà negli anni a venire come riferimento per la rinascita scultorea legata nel territorio agli ultimi echi di un sistema formativo che negli anni Ottanta si estingueva all'interno degli istituti d'arte della regione. "Condominio" (1987) è l'opera dell'esordio con cui Stefano Comelli, non ancora ventenne evidenzia l'assunzione problematica e l'approccio risolutivo delle questioni scultoree fondamentali. Affronta la durezza della pietra d'aurisina e il rosso di Verzegnis in una chiara concezione strutturale impostata sull'appoggio di elementi geometrici cavi, che offrono all'artista motivo razionale di colloquio tra problematiche gravitazionali, tra spazialità interna ed esterna alla scultura, intesa

4 come elemento di discussione cartesiana sullo stato e l'equilibrio di rapporti scultorei primari. Senza dimenticare l'espansione possibile verso un livello emozionale cui il titolo dell'opera sospinge, titolo che sempre nei lavori dell'artista suggerisce realtà di riferimento e avanza ipotesi di lettura. Ai medesimi problemi, pur nella più plastica soluzione, si rivolge "Antiche erosioni", opera del 1988 in pietra d'aurisina e i successivi brani, tra cui ricordiamo "L'onda" (1990), o "Il tempo ritrovato" (1992) ove stringente si fa l'incontro con la poetica di Janez Lenassi, maestro di Comelli a Salisburgo che indica al più giovane scultore modi intensi di rapportare le masse allo spazio, muovendo da tracce su superfici naturali per scendere alla forma e instaurare un dialogo tra la luce, masse e superice teso a coinvolgere molteplici, sottili aspetti percettivi che Comelli spesso in questi anni sviluppa lavorando in simposio. Dai primi anni Novanta l'interesse per la materia sconfina e l'artista valica il legame con la pietra per dilatare l'esperienza e l'indagine verso ogni possibile mezzo scultoreo. Legno, marmo, metallo, ma anche materiali che esulano dalla ufficialità della disciplina divengono allora campo di sperimentazione, strumento per una riflessione sul senso della scultura contemporanea, che Comelli conduce in equilibrio tra le fonti della tradizione e le nuove strategie estetiche e teoriche, legate a una dilatazione spazio-temporale dell'oggetto artistico. Meno disponibili a irrigidirsi in un progetto chiuso e più aperti a lasciarsi coinvolgere nell'evoluzione con l'ambiente sono opere come "Contro il falso urbano (1992), Il pozzo dei desideri (1993), Struttura (1992), E così va (1993), in cui l aspetto istallativi si fa vivace. Comelli affronta problematiche nuove che lo inducono quindi a dilatare l originaria ricerca scultorea per approdare a metà degli anni Novanta a nuovi lidi e inedite esperienze. (Fonte: Associazione Olympus) Valore dell'opera e finalità dell'iniziativa: UNO SCOPO BENEFICO: Il Varrone di Comelli, ancor prima della sua creazione, era destinato alla vendita all'asta, il cui ricavato sarebbe stato devoluto ad un ente benefico. Fin da subito l'organizzazione ha identificato nella Mensa di Santa Chiara, associazione senza scopo di lucro che nutre e sostiene i meno fortunati della città di Rieti, il destinatario ideale dei proventi dell'iniziativa. Il ricavato servirà per acquistare cibo e beni di prima necessità per gli ospiti della mensa. IL VALORE DELL'OPERA: A seguito delle ricerche effettuate, ed grazie al prezioso contributo di alcuni esperti, il valore dell'opera è stato calcolato in Euro 3000 (tremila). Si è ritenuto pertanto congruo partire da una base d'asta di Euro 300 (trecento).

5 Conservazione: Contrariamente a quanto potrebbe sembrare, la scultura non deperisce con il trascorrere del tempo (eccezion fatta per una leggera opacizzazione della superficie). Affinché essa non si deteriori è necessario tuttavia avere cura di conservarla lontano dalla luce solare diretta ed al di sotto dei 21 C. A tal proposito, si consiglia di dotarsi di una teca apposita in grado di mantenere costante la temperatura interna.