Dieci anni di storia di un Centro di Psicoterapia familiare nel Dipartimento. dipendenze patologiche della ASL Lecce

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1 Dieci anni di storia di un Centro di Psicoterapia familiare nel Dipartimento dipendenze patologiche della ASL Lecce Valerio Cortese* - Aurelio Rausa** - Patrizia Giaffreda*** - Maria Serrano**** - Giorgina Toma Zollino***** Introduzione Il Centro per la consulenza e la terapia della famiglia (CTF) è nato nel 1998 con i finanziamenti relativi alla quota regionale del Fondo Nazionale di intervento per la lotta alla droga ( T.U. 309/90), è un Servizio specialistico di Psicoterapia Familiare e Relazionale destinato principalmente alle situazione di disturbo d abuso e comportamenti voluttuari a rischio che coinvolgono coppie o famiglie residenti nell intero territorio dell Azienda U.S.L. LE. Offre inoltre una risposta sul piano preventivo a quelle situazioni di disagio non conclamato, in cui la domanda d aiuto, se non ben accolta e valutata tempestivamente può sfociare nel tempo in domanda di droga. Il modello teorico sistemico-relazionale, che è alla base del lavoro con le famiglie, vede nel rapporto stretto che intercorre tra la sofferenza della persona e il suo sistema di relazioni significative il luogo privilegiato dell intervento. L equipe attualmente è composta da 5 psicoterapeuti (4 psicologi e 1 medico) che hanno conseguito la formazione in Psicoterapia Sistemico-Relazionale. Il gruppo oltre al lavoro clinico ha espletato anche attività di ricerca finalizzata alla valutazione dell efficacia degli interventi avvalendosi anche della supervione del Dott. Francesco Colacicco. I risultati di tale ricerca sono stati raccolti in un Report dal titolo Dieci anni di storia del Centro di Terapia Familiare presentato pubblicamente in una giornata di studio presso il Palazzo del Principe di Muro Leccese. Il C.T.F. è situato a Muro Leccese in via Dante Alighieri n.20 - tel con un orario di apertura di tre giorni alla settimana (Mercoledì: mattina e pomeriggio; Venerdì e Sabato: mattina). Nascita del Servizio e procedure di accesso Il Servizio è nato dopo 10 anni dall istituzione dei Ser.T. come struttura sovrazonale che permetteva di sfruttare in modo ottimale le risorse esistenti (operatori con specifica formazione sistemico-relazionale nei Ser.T. della ex Ausl LE/2); offrendo la possibilità a tutti gli operatori dei Ser.T. di avvalersi di tale trattamento. Il Centro è un servizio di secondo livello organizzato con: una sala d attesa, una stanza di terapia e una stanza di osservazione collegate tra loro attraverso uno specchio unidirezionale e un citofono, che consentono il lavoro in coterapia, una stanza per le riunioni d équipe. Le sedute vengono videoregistrate, previo consenso da parte dei pazienti. L accesso degli utenti è curato dalla presentazione da parte degli operatori dei Servizi invianti che, a tutti gli effetti, mantengono la titolarità dei casi. L operatore che intende avvalersi di un trattamento presso la struttura contatta telefonicamente uno psicoterapeuta del Centro e cura l invio del caso.

2 La Terapia Sistemico Relazionale nelle dipendenze patologiche La terapia familiare deve le proprie origini a Bateson e al gruppo di Palo Alto, che costruirono l impalcatura teorica della famiglia come sistema di relazioni interpersonali. Partendo da tali presupposti si è sviluppato, nel lavoro clinico, un approccio nuovo che tratta i disturbi psichici non in modo individuale, ma all interno del contesto interpersonale del paziente. La terapia familiare delle tossicomanie giovanili è stata avviata in Italia da Cancrini e coll. (nel 1973) e in America da Stanton e Todd (1979,1982). Cancrini insieme ai suoi collaboratori, negli anni 80, partendo dall idea che la tossicomania fosse un tentativo disperato di autoterapia, in situazioni di sofferenza individuale e familiare anche diverse, hanno messo a punto una classificazione dei diversi tipi di tossicomania e degli interventi terapeutici ritenuti più idonei, che ancora oggi risulta essere un valido strumento per la comprensione di un fenomeno così complesso. Le principali categorie di tossicomanie individuate sono: la Tossicodipendenza Traumatica (tipo A), nel caso di ricorso alle sostanze correlato ad una perdita; la Tossicodipendenza da nevrosi attuale (tipo B), dove la disfunzione delle interazioni familiari è preponderante; la Tossicodipendenza di transizione (tipo C), quando l abuso di sostanze funziona da copertura di una situazione psicotica o prepsicotica; la Tossicodipendenza sociopatica (tipo D) relativa alle situazioni in cui l abuso di sostanze è solo uno dei comportamenti devianti.. Un ulteriore contributo per la comprensione delle complesse dinamiche familiari ci viene dalla ricerca di Cirillo e coll secondo i quali la patogenesi del sintomo ha una portata trigenerazionale Secondo questa teoria, quello che segnala la tossicodipendenza è la presenza nelle tre generazioni (tossicodipendente, genitori e nonni) di carenze non riconosciute come tali. L aspetto patogeno non è rappresentato solo dalla trasmissione intergenerazionale della carenza, quanto piuttosto dalla trasmissione del misconoscimento/minimizzazione della carenza stessa. Questi autori individuano sette stadi dell eziopatogenesi familiare: I stadio- Famiglie d origine; 2 stadio- Formazione della coppia; 3 stadio- Rapporto madre-figlio nell infanzia; 4 stadio- L adolescenza; 5 stadio -La latitanza del padre; 6 stadio-l incontro con le sostanze stupefacenti; 7 stadio-le strategie basate sul sintomo. In questo modo si identifica una catena temporale che restituisce significato al ricorso del sintomo da parte del figlio. Le tecniche utilizzate con le famiglie Il quadro di intervento psicoterapeutico relativamente alle dipendenze patologiche è diventato nel tempo sempre più complesso parallelamente all evoluzione della fisionomia stessa dei pazienti. Pertanto anche l intervento terapeutico si è diversificato tra: interventi rivolti alle famiglie d origine, utili in situazioni in cui la sintomatologia riguarda un figlio in fase adolescenziale e di svincolo, ed interventi più mirati sulle coppie quando la sintomatologia riguarda l organizzazione di adulti intorno al sintomo. I modelli di terapia familiare sono numerosi, ma tale varietà è una risorsa perché permette all operatore di utilizzare il modello terapeutico più adatto e utile per un determinato contesto familiare. Infatti ogni percorso terapeutico rappresenta una storia singolare ed unica, che richiede la capacità di non fossilizzarsi dietro un unica tecnica, ma la flessibilità di utilizzare quanto oggi abbiamo a disposizione che sia utile, in quel momento specifico, per quella particolare famiglia. Orientativamente si può dire che gli interventi strutturali strategici sono quelli più utili per un rapido controllo del sintomo; gli interventi sistemico -

3 costruttivisti sono quelli più adeguati in caso di ricadute e di storie cronicizzate, mentre un lavoro trigenerazionale è più utile per elaborare una sofferenza su cui si può innestare un processo di ricaduta; L impostazione controparadossale è più efficace nelle situazioni a sfondo psicotico e per le problematiche di coppia. Le ricerche recenti hanno poi rivelato che i trattamenti e gli interventi sistemici sono efficaci nel far uscire dal consumo i pazienti e soprattutto nel mantenerli in trattamento; e l indice di ritenzione al trattamento è quello più altamente correlato col buon esito. Descrizione del campione oggetto dell attività di ricerca La cartella clinica che il diario di bordo e il DSM -IVR, hanno rappresentato, per la loro organizzazione strutturale, importanti strumenti di rilevazione ed approfondimento, sia per la diagnosi che per l intervento terapeutico e ai fini anche dell elaborazione dei dati. L adozione del software (Deda), ha rappresentato la strumentazione informatizzata per la rilevazione dei dati nello studio statistico dell utenza afferita al Centro. La popolazione generale afferita al CTF al 31 dicembre 2007 è pari a n. 100 soggetti: i sottocampioni oggetto di studio sono fondamentalmente due: Sottocampione A (n 75 pazienti tossicodipendenti trattati in terapia); Sottocampione B (n 19 pazienti non tossicodipendenti trattati in terapia). I restanti 6 sono consulenze. Va precisato che, all interno dell approccio terapeutico sistemico relazionale, i sistemi in trattamento possono comprendere o interi nuclei famigliari o sottosistemi famigliari nei quali, oltre al paziente designato, possono coesistere membri sintomatici o, in ogni modo, portatori di una richiesta d aiuto. Tutto ciò porta a ritenere, quindi, che la numerosità della popolazione trattata, è ben più ampia delle 100 unità. Per le caratteristiche dei soggetti si rimanda alle Appendici A e B. Per l analisi dei dati si rimanda ai grafici allegati. Conclusioni In relazione all utenza trattata va evidenziato che nella fase iniziale i servizi invianti sono stati i Ser.T. della ex Azienda USL LE/2, così come previsto dal progetto, ma, nel corso degli anni, tale utenza si è arricchita di richieste dirette e di invii da altri servizi. Queste ultime richieste (n. 19), che si contraddistinguevano per problematiche diverse dalla tossicomania, sono state accolte in quanto rientranti nell attività di consulenza e prevenzione. Si tratta di un campione con una popolazione decisamente più giovane, rispetto al campione dei tossicodipendenti, che si è rivolta al Centro principalmente per affrontare situazioni di difficoltà familiare nella fase adolescenziale dei figli. Lavorare in una fase adolescenziale, di iniziale insorgenza del disagio, permette non solo di operare a livello preventivo rispetto all instaurarsi della tossicodipendenza, ma anche di raggiungere migliori risultati dal punto di vista terapeutico. Tornando ai dati e, a convalida di quanto detto sinora, possiamo affermare che le situazioni di disagio trattate con psicoterapia famigliare (sottocampione B) hanno inciso, sulla percentuale di valutazione, a favore del Miglioramento 2

4 Il progetto del C.T.F. è andato oltre le finalità degli obiettivi prefissati, diventando un Servizio di Psicoterapia Familiare con una propria organizzazione ed aperta ai continui mutamenti che la tipologia di famiglie e l evoluzione della problematica ci obbliga a considerare.

5 APPENDICE A

6 APPENDICE B

7 GRAFICI Rapporto tra età d'inizio consumo vs. dipendenza tossicodipendenza consumo età inizio fino ai 21 aa. età inizio oltre 21 aa. m.d. Tipologie tossicomaniche 24% 5% 16% Tossicomania Tipo A Tossicomania Tipo B Tossicomania Tipo C 55% Tossicomania Tipo D

8 Prese in carico 12% Non presa in carico Presa in carico 88% Stato dell'intervento 23% 8% 16% 53% in corso concluso fallimento precoce drop out La valutazione clinica dei trattamenti è stata effettuata per le psicoterapie concluse e a distanza di almeno due anni dall ultimo incontro. Questo lavoro è stato possibile realizzarlo con 57 casi sui 75 complessivi, tramite contatti telefonici con i pazienti e si esprime in termini di miglioramento 0, miglioramento 1 e miglioramento 2. Il quadro emerso è il seguente:

9 Follow-up: uso di sostanze usa sostanze con frequenza giornaliera 47% 14% 9% 11% 19% usa sostanze con frequenza saltuaria ricorre alle sostanze solo raramente in situazioni particolari gli capita ormai solo raramente di usare sostanze non usa mai sostanze Follow-up: occupazione e studio 5% 76% 2% 5% 12% disoccupato, non studia altre condizioni prof.li lavoro o studio protetto cerca attivamente un'occupazione o progetta di riprendere gli studi sottoccupato o studia in modo irregolare occupato o studia Follow-up: relazioni sociali non ha amicizie o continua a frequentare gruppi non integrati 4% 12% ha scarsi contatti con pesone ben integrate 40% 26% 18% frequenta un gruppo o persone ben integrate ha amici ben integrati ed ha iniziato una relazione affettiva significativa ha amici ben integrati ed ha da tempo una relazione affettiva significativa

10 Esito 14% 44% 42% Miglioramento 0 Miglioramento 1 Miglioramento 2 * Psicologo Psicoterapeuta Ser.T. Ugento ** Medico Psicoterapeuta Ser.T. Castrano *** Psicologa Psicoterapeuta Ser.T. Castrano **** Psicologa Psicoterapeuta Ser.T.Tricase ***** Psicologa Psicoterapeuta Ser.T. Maglie

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