ITALIANO PRIMO ANNO TESTO SEMPLIFICATO AD USO DEGLI STUDENTI STRANIERI
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- Tommasina Borrelli
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1 Ministero dell Istruzione dell Università e della Ricerca Istituto Professionale di Stato PER I SERVIZI COMMERCIALI, TURISTICI E SOCIALI "L. MILANI" di MEDA (MB) C.F MIRC010004@istruzione.it pec mirc010004@pec.istruzione.it ITALIANO PRIMO ANNO TESTO SEMPLIFICATO AD USO DEGLI STUDENTI STRANIERI A cura di Cecilia Di Bona (la fiaba) Lucia Paiusco (Il mito, la favola, analisi del testo, i generi letterari) Sede Centrale: Via Como, MEDA - Tel. 0362/ Tfax 0362/ Sede Coordinata: Via De Gasperi, Seveso Tel. 0362/ Succursale: Via G. Cantore, Meda Tel. 0362/ ipcmeda@tiscali.it Amministrazione che utilizza in modo efficace il modello CAF Pratica istruita da: Nica
2 INDICE INTRODUZIONE...3 IL MITO...4 Tipi di miti...5 I personaggi dei miti...5 II mito greco...5 L'arca di Noè...7 Il racconto di Utnapishtim...8 Deucalione e Pirra...9 VERIFICA...10 LA FIABA...11 Le funzioni (aspetti, momenti) della fiaba secondo l'interpretazione (spiegazione) di Vladimir Propp...13 L'interpretazione di Italo Calvino...17 II tempo e i luoghi...18 I personaggi...19 La struttura della narrazione e il linguaggio...20 La fiaba ci offre (dà) informazioni e insegnamenti...20 Significato psicanalitico delle fiabe...22 Le antiche radici della fiaba...24 La fiaba come "genere letterario": la storia della fiaba...25 LA FAVOLA...40 ANALISI DEL TESTO Tempo...57 II tempo della storia, il tempo del racconto, il tempo del lettore...57 Scene, pause, sommari, ellissi...61 Storia di Esa Spazio...66 TEMA, MESSAGGIO, CONTESTO...68 AUTORE, NARRATORE, PUNTO DI VISTA...70 Autore e narratore...70 II punto di vista...71 Focalizzazione zero...72 Focalizzazione interna...73 Focalizzazione esterna...74 I GENERI LETTERARI La narrazione umoristica Il romanzo d'avventura Il romanzo poliziesco La narrazione fantastica La fantascienza Il romanzo storico e di testimonianza La narrazione realistica, Il romanzo psicologico
3 INTRODUZIONE Agli insegnanti Questo lavoro è stato prodotto per facilitare lo studio dell'italiano agli studenti stranieri che frequentano le classi del biennio. Il lavoro di semplificazione è stato svolto a partire dal libro di testo in adozione in tutte le classi prime dell'istituto: Sergio Nicola, Giuliana Castellano, Ivana Ceroni - /I libri e le idee, Pettini Editore, Torino, Il testo semplificato segue la suddivisione dei capitoli del manuale. Nei capitoli riguardanti il mito, la fiaba, la favola, sono stati riportati alcuni testi originali, secondo un criterio di progressiva difficoltà: - nel capitolo sul mito sono stati riassunti alcuni dei testi originali presenti nel manuale - nel capitolo sulla fiaba e in quello sulle favole, a lato dei testi, sono state riportate le spiegazioni dei vocaboli più difficili - lo stesso lavoro di spiegazione è stato svolto per il capitolo sull'analisi del testo, là dove era necessario riportare testi originali per esemplificare concetti appena espressi. Non è stato ovviamente possibile riportare i testi originali presenti nel capitolo relativo ai generi letterari. In questo capitolo sono state riportate le caratteristiche dei generi, una breve biografia dell'autore ed alcune informazioni relative al romanzo da cui sono state tratte le pagine presentate dal manuale. Alla fine dei capitoli sul mito, la fiaba, la favola, sono presenti delle verifiche. Non è stato possibile inserire le verifiche nei capitoli sull'analisi del testo e sui Generi letterari, perché queste sono legate ad un lavoro da svolgere sui testi originali. Si rende quindi indispensabile affiancare al testo semplificato l'uso del manuale per la lettura dei testi originali. Meda, giugno
4 IL MITO Cosa è il mito? II mito è un racconto scritto tantissimo tempo fa, una storia che sembra fantastica. Tutti gli uomini, in ogni luogo e in ogni tempo, si sono domandati: - Come è nato il mondo? - Da dove vengono gli uomini? - Chi è stato il primo uomo? - Perché ci sono la vita e la morte? - Perché c'è il dolore? Rispondere a queste domande (e a molte altre ancora) non è facile. Oggi noi rispondiamo a queste domande con la religione, la filosofia, la scienza. I popoli antichi, invece, hanno dato una risposta a queste domande, inventando i miti. I miti, quindi, sono delle storie. Queste storie non sono state inventate per divertire, ma per spiegare. I miti spesso parlano della vita e della morte, del bene e del male; altre volte, invece, i miti spiegano quello che succede nella natura (i fenomeni della natura): - Come mai ci sono le stagioni? - Perché piove? - Perché ci sono il sole e la luna? - Perché ci sono temporali, tuoni e fulmini? Per esempio, gli abitanti dell'egitto vedevano che ogni anno il fiume Nilo straripava (allagava la terra). Come mai succedeva, e perché sempre nello stesso periodo dell'anno? Per spiegare questo fatto, gli Egizi raccontavano questa storia: "La dea Iside è rimasta vedova (è morto il marito Osiride). Ogni anno, quando Iside pensa alla morte del marito, piange molto. Le lacrime di Iside si mescolano all'acqua del fiume ed il fiume allaga la terra". Tantissimo tempo fa gli uomini raccontavano queste storie a voce. Poi, dopo molto tempo, queste storie sono state scritte nei libri, così anche noi possiamo leggere i miti dei tempi antichi: degli egizi, dei babilonesi, dei greci, dei persiani, dei romani... 4
5 I miti ci danno tante informazioni interessanti, queste informazioni ci servono a capire la storia dei popoli che li hanno scritti, come vivevano, il luogo dove vivevano, la loro economia. Tipi di miti Ci sono diversi tipi di miti: 1. miti su come è stato creato il mondo, gli uomini, gli dei... (miti della creazione). 2. miti che parlano di fatti straordinari: il diluvio (la grande pioggia caduta migliaia di anni fa), i periodi di carestia (la mancanza di cibo), i periodi di siccità (la mancanza di acqua). 3. miti che parlano della vita dell'uomo: la nascita, la morte, la vita dopo la morte... I personaggi dei miti Dei (divinità) - Gli dei possono essere buoni o cattivi. Uomini - Gli uomini possono essere uomini normali (buoni o cattivi) o eroi che devono affrontare delle prove molto difficili. Mostri o personaggi fantastici. A volte i protagonisti (cioè le persone più importanti) hanno degli aiutanti (dei personaggi buoni che li aiutano), altre volte - invece - vengono ostacolati da qualche personaggio cattivo (antagonista). Non sempre i miti finiscono bene. I miti si svolgono in un tempo molto lontano: tanto, tanto tempo fa, spesso prima della storia. Le storie si svolgono quasi sempre all'aperto, in mezzo alla natura, ma mai in un posto preciso. II mito greco Gli dei greci sono molto simili agli uomini: possono essere buoni, cattivi, invidiosi, forti, intelligenti... Vivono insieme sulla montagna più alta della Grecia: il monte Olimpo, ma a volte scendono tra gli uomini. Il loro capo è Zeus. La moglie di Zeus è Hera. Spesso Zeus ed Hera litigano tra di loro, proprio come fanno gli uomini. Zeus ha due fratelli (Poseidone, il dio del mare e Ade, il dio dei morti) e due sorelle (Demetra, la dea dell'agricoltura ed Hestia, la dea della casa). 5
6 Zeus ha molti figli: i più importanti sono Afrodite, dea dell'amore e della bellezza; Atena, dea della sapienza; Artemide, dea della caccia; Apollo, dio delle arti; Efesto, dio del fuoco. 6
7 L'arca di Noè La storia dell'arca di Noè si trova nella Bibbia. La Bibbia è il testo sacro della religione ebraica (e poi della religione cattolica, protestante, ortodossa). La Bibbia è composta da 73 libri, scritti in tempi diversi, da autori diversi. La storia di Noè e del diluvio universale (il diluvio è una grande pioggia, questa pioggia ha coperto tutto il mondo), è nel primo libro della Bibbia, il libro della Genesi. Dio vede che l'uomo è diventato cattivo, e un giorno dice: "Voglio cancellare dalla terra quello che ho creato: uomini e bestie, rettili e uccelli del cielo, perché mi spiace di averli creati". Ma poi Dio guarda la terra e vede Noè. Noè è un uomo buono e giusto. Noè ha tre figli: Sem, Cam e Lafet. Allora Dio dice a Noè: "Io distruggerò tutti gli uomini, ma non te. Costruisci un'arca (barca) molto grande, perché io manderò una grande pioggia. Tu ti salverai, perché entrerai nell'arca insieme a tua moglie e ai tuoi figli. Prendi una coppia (un maschio e una femmina) di ogni animale che vive nel mondo, e falla salire sull'arca. Prendi anche del cibo: servirà per te e per gli animali. Io farò piovere per 40 giorni e per 40 notti e tutti quelli che vivono sulla terra moriranno". Noè fa quello che Dio gli ha ordinato: costruisce l'arca, fa salire la moglie, i figli e una coppia di ogni animale, poi chiude la porta dell'arca. Dio fa piovere per 40 giorni e 40 notti e l'acqua copre i monti più alti della terra. Tutti gli uomini e tutti gli animali che vivono sulla terra muoiono. Le acque restano alte sulla terra per 150 giorni. Poi Dio si ricorda di Noè e di tutti gli animali che sono con lui sull'arca. La pioggia finisce di cadere e le acque cominciano a scendere. Dopo molto tempo, Noè apre una finestra dell'arca e fa uscire una colomba. La colomba vola e torna indietro con una foglia di olivo. Noè scoperchia l'arca e vede che le acque si sono ritirate. Quando la terra è secca, Dio dice a Noè: "Esci dall'arca insieme a tua moglie, ai tuoi figli e a tutti gli animali". Noè esce dall'arca, costruisce un altare a Dio e offre a Dio un sacrificio. Dio allora promette: "Non colpirò più gli uomini come ho fatto". 7
8 Il racconto di Utnapishtim Anche questo mito racconta la storia di un diluvio universale. Questo racconto è stato ritrovato in una biblioteca della città di Ninive, una città della antica Mesopotamia. Questo racconto è stato scritto con la scrittura cuneiforme su tavolette di argilla. In questo mito il re Utnapishtim racconta a Gilgamesh, re di Uruk, come è sopravvissuto al diluvio che ha ucciso gli altri uomini. Utnapishtim è l'unico uomo immortale (l'immortalità è un dono dato dagli dei a Utnapishtim). Questo è il racconto di Utnapishtim: Shruppak è un'antica città. Un giorno gli dei decidono di colpire la città e i suoi abitanti con un diluvio, ma prima dicono a Utnapishtim: "Abbandona le tue ricchezze e costruisci una nave" Utnapisthim costruisce una nave e vi fa salire tutta la sua famiglia, tutte le bestie della campagna e tutti gli artigiani. Adad, il dio della tempesta, manda una pioggia molto forte: Utnapisthim chiude la porta della nave. La pioggia è così forte che anche gli altri dei si spaventano e si nascondono. Il vento soffia per sei giorni e sei notti e l'acqua copre la terra. Il settimo giorno la tempesta finisce. Utnapisthim guarda la terra e vede che tutti gli uomini sono morti e la terra coltivata sembra una palude. Così Utnapishtim si mette a piangere. Dopo sette giorni Utnapishtim fa uscire dalla nave una colomba. La colomba torna indietro perché non ha trovato un luogo dove posarsi. Poi Utnapishtim fa uscire una rondine. Anche la rondine torna indietro perché non trova un luogo dove posarsi. Poi Utnapishtim manda fuori un corvo. Il corvo non torna. Allora Utnapishtim fa uscire tutti dall'arca e offre un sacrificio in onore degli dei. 8
9 Deucalione e Pirra Questo è un mito greco. Zeus, il padre di tutti gli dei, è arrabbiato per il comportamento degli uomini,così Zeus decide di distruggerli. Zeus non è triste (diversamente dal Dio della Bibbia). Gli dei greci assomigliano molto agli uomini: Zeus qui è molto arrabbiato e scarica la sua rabbia sugli uomini con tuoni e fulmini. Il protagonista maschile è Deucalione, figlio del titano Prometeo. Zeus guarda gli uomini e vede che sono diventati cattivi. Così urla: "Sparite malvagi! Non resti nulla di voi sulla terra!" Dal ciclo comincia a cadere una forte pioggia, accompagnata da tuoni e fulmini. I fiumi fanno uscire le loro acque, il mare copre la terra. Gli uomini e gli animali gridano spaventati per la paura di morire. Quando le acque si ritirano, sul mondo c'è solo un silenzio di morte. Zeus guarda il mondo e pensa: "Forse ho esagerato", ma poi cerca di consolarsi: "Gli uomini sono così cattivi...". In quel momento sente un profumo di legno che viene dalla terra: Zeus guarda e capisce che qualcuno era sopravvissuto. Sulla terra solo due persone sono vive: Deucalione, re di Ftia, e la moglie Pirra. Deucalione e Pirra si sono salvati perché il titano Prometeo, padre di Deucalione, ha detto al figlio di costruire un'arca e di riempirla di cibo. Deucalione costruisce l'arca e si chiude dentro con la moglie Pirra. Comincia a piovere. Deucalione e Pirra navigano per nove giorni, poi la barca si ferma vicino al monte Parnaso, un monte della Grecia. Quando scendono, Deucalione e Pirra offrono un sacrificio a Zeus, bruciando del legno che hanno portato nella barca. Dopo qualche tempo Deucalione e Pirra vanno nel santuario della città di Delfi e pregano la dea Temi: "Non lasciarci soli, chiedi a Zeus di riportare la vita sulla terra". Zeus sente la preghiera di Deucalione e Pirra e manda sulla terra la dea Temi che dice loro: "Zeus ha ascoltato la vostra preghiera e vuole che siate voi a ridare vita alla terra. Prendete le vecchie ossa dell'antica madre e gettatele alle vostre spalle". Deucalione e Pirra capiscono che l'antica madre è la terra e che le sue ossa sono i sassi. Prendono i sassi che vedono per terra e li gettano dietro alle spalle: quelli gettati da Deucalione diventano uomini, quelli gettati da Pirra diventano donne. Così la terra torna a ripopolarsi dopo il diluvio. 9
10 VERIFICA Vediamo se hai capito: 1 II mito è - Una storia vera - Una storia divertente - Una storia inventata dagli uomini antichi per spiegare i fenomeni della natura o la vita degli uomini 2 I miti sono stati inventati - ora - tantissimo tempo fa anni fa 3 I miti all'inizio - erano scritti - non erano scritti 4 I personaggi dei miti sono: Inserisci nel testo le parole corrette (scegli tra Hera /Poseidone /Zeus / Ade / Olimpo / caccia / Afro dite /fuoco /sapienza) Gli dei greci vivono insieme sulla montagna più alta della Grecia: il monte....., ma a volte scendono tra gli uomini. Il loro capo si chiama Zeus, la moglie di Zeus si chiama è il dio del mare, è il dio dei morti ha molti figli: i più importanti sono , dea dell'amore e della bellezza; Atena, dea della ; Artemide, dea della ; Apollo, dio delle arti; Efesto, dio del Racconta con le tue parole la storia dell'arca di Noè 10
11 LA FIABA a cura di Cecilia Di Bona Tutti i popoli hanno inventato (creato) miti, leggende, fiabe. Anche il tuo popolo ha creato fiabe, queste fiabe nascono dalla tua cultura. Ci sono fiabe cinesi, fiabe arabe, fiabe peruviane: ogni popolo ha le sue fiabe. La fiaba è un'espressione intensa, viva, magica della vita e della cultura di un popolo. Nella fiaba, i popoli esprimono (dicono) i loro desideri, i loro sogni, le loro speranze più grandi, anche per il futuro. Shakespeare, un famoso poeta inglese, ha scritto che noi (uomini) siamo fatti della stessa (uguale) sostanza (materia) dei sogni. Sognare, avere fantasie, fare favole è molto importante perché vuoi dire tenere viva (avere) la speranza (bella immaginazione) di un mondo più bello e più giusto. Inventare vuol dire "creare" Esprimere significa dire Le fiabe sono racconti (raccontare = dire) fantastici (fantasia, immaginazione, sogni ad occhi aperti, desideri) Questi racconti, per molti secoli (secolo = cento anni), sono stati raccontati solo a voce (oralmente, tradizione orale, sono stati solo detti e non sono stati scritti). Nel tempo passato ed ancora oggi in molti luoghi della terra (nei villaggi sotto gli alberi, nel deserto del Sahara in Africa, nei villaggi in Iran, nella penisola anatolica, in India, in Malesia, nelle campagne cinesi, tra i Lapponi e gli Esquimesi, tra gli Indios sulle Ande, ed in moltissimi altri posti) le persone anziane (vecchie) raccontano ai bambini e ai giovani delle storie misteriose (queste storie parlano di cose segrete, ma importanti della vita) e affascinanti (queste storie attraggono, stupiscono). Molto più tardi, i racconti sono stati scritti, ed infine, sono stati raccolti (uniti insieme, messi insieme) nelle raccolte (insieme) di fiabe, raccolte di fiabe così bene armonizzate (collegate) tra loro, da formare delle opere letterarie (un aspetto della letteratura). Le fiabe sono meravigliose (fanno nascere lo stupore, la meraviglia) perché nelle fiabe ci sono i maghi cattivi, le streghe cattive, le fate buone, le magie, e altre cose di fantasia, per suscitare (far nascere) lo stupore, Tenere vivo = conservare Oralmente = solo a voce e non scritto I vecchi raccontano ai giovani = Tradizione orale Raccolta = Molte fiabe messe insieme Fantasia = sogno, immaginazione, 11
12 per risvegliare (svegliare, far nascere) dentro di noi il desiderio delle cose belle, che, a volte, crediamo impossibili. II fine (lo scopo) più importante della fiaba è quello di incantare, affascinare, meravigliare, di farci guardare il mondo con occhi diversi. Tuttavia, la fiaba spesso (quasi sempre) insegna al bambino le cose della vita (realtà) ed a credere (avere fede -sperare) nei valori più importanti per l'uomo: valori grandi come l'amore, l'amicizia, la bontà. Nella fiaba, spesso, il bene vince sul male (i buoni vincono sui cattivi). Per questo motivo, spesso la fiaba finisce bene (c è un lieto fine). La fiaba insegna ad avere fiducia (fidarsi degli altri, chiedere aiuto, sperare). La fiaba è diversa dal mito per due motivi (cose - ragioni): 1) I personaggi del mito sono superiori (migliori, più forti) agli uomini comuni; sono eroi, creature quasi divine, esseri che rappresentano (ricordano) le grandi lotte e le grandi conquiste dell'uomo (ad esempio, Prometeo ruba il fuoco agli dei, per darlo agli uomini). I fatti che accadono (succedono) nelle fiabe sono strani, ma partono da situazioni reali, da fatti anche tristi (brutti) e non solo felici della vita. I personaggi delle fiabe sono più vicini (simili) a noi. 2) II finale (la fine) del racconto dei miti è quasi sempre tragico (triste - cattivo - negativo), mentre il finale delle fiabe è quasi sempre felice (buono - lieto - positivo). Anche per questo motivo, le fiabe piacciono tanto ai bambini ed ai giovani come te. creatività La fiaba insegna a vivere Parole importanti Fiaba = novella, racconto o commedia di origine popolare (creata dal popolo) e fantastica (di fantasia) Raccontare = narrare - dire Fantasia = immaginazione - una cosa molto bella, ma non reale - non vera Tramandare oralmente = i padri e le madri raccontano ai figli e alle figlie; i figli racconteranno (raccontano nel futuro) ai loro figli, attraverso le generazioni (di padre in figlio, di madre in figlia). I nonni raccontano le fiabe ai nipoti (i figli dei figli). 12
13 Le funzioni (aspetti, momenti) della fiaba secondo l'interpretazione (spiegazione) di Vladimir Propp Lo studioso (persona che studia) russo (della Russia) Vladimir Propp ( ) ha letto, studiato e compreso (capito) centinaia e centinaia (cento, cento e più) fiabe e ha scoperto (ha visto, ha capito, ha compreso) che, nelle fiabe (in tutte le fiabe) compaiono (ci sono) sempre gli stessi elementi, gli stessi (uguali - identici) aspetti ricorrenti (che ci sono sempre). Nelle fiabe cambiano (si modificano, variano) tanti particolari (elementi caratteristici-tipici di quel popolo, di quella cultura, di quella tradizione, storia letteraria), ma queste funzioni (questi elementi aspetti, passaggi) compaiono (sono) sempre nello stesso (identico, uguale) ordine (successione, cioè vi è sempre prima l'uno e poi l'altro). Ad esempio, in una fiaba marocchina, ma anche in una fiaba colombiana o cilena, così come in una fiaba italiana o russa, cambiano i particolari, ma sono uguali gli elementi più importanti della fiaba. Queste funzioni sono: 1. Allontanamento: una persona della famiglia si allontana (va via, fugge, va lontano), oppure muore (è morta, non c'è più). 2. Divieto: all'eroe e/o all'eroina (il personaggio più importante, il/la protagonista) è proibito (vietato) fare qualche cosa, oppure qualcuno (una persona) gli/le chiede di non fare qualche cosa. L'eroe o l'eroina non possono fare alcune cose, devono stare sotto un limite, obbedire ad un divieto. 3. Infrazione: l'eroe e/o l'eroina infrange (disubbidisce, va contro, si oppone, si ribella al) il divieto (la proibizione). A questo punto (in questo momento), spesso, compare (si presenta, entra in gioco, c'è) l'antagonista (il nemico, la nemica, l'oppositore, la oppositrice, la persona ostile, la persona cattiva che va contro l'eroe e/o l'eroina). 4. Investigazione (ricerca - scoperta): l'antagonista (il nemico) cerca di scoprire (conoscere, capire) cose o persone per fare del male (danneggiare) l'eroe. Il nemico usa quello che sa per fare del male all'eroe, all'eroina. Allontanamento = Andare lontano Divieto = proibizione Infrazione = disubbidire Investigazione = Cercare qualcosa 13
14 5. Delazione (fare la spia, riferire in modo malevolo, maligno, cattivo): dire cose personali e segrete su una persona per farle del male: l'antagonista (nemico) riceve (ottiene - ha) rivelazioni (gli/le sono riferiti, detti aspetti particolari, personali) sulla sua vittima (sull'eroe/eroina odiato e perseguitato/a dall'antagonista- nemico) 6. Tranello: l'antagonista tenta (cerca) di ingannare (imbrogliare -far credere cose false) la vittima, per impadronirsi (prendergli/le, impossessarsi) di lui/lei o dei suoi beni (cose) 7. Connivenza: la vittima cade (è catturato/a, è imprigionato/a) nel tranello (imbroglio), e così favorisce (aiuta) involontariamente (senza volere, senza intenzione) l'antagonista 8. Danneggiamento: la vittima (l'eroe e/o l'eroina) o una persona della sua famiglia subiscono (devono sopportare) un danno (male, sofferenza, disgrazia, perdita), come un rapimento (portare via una persona contro la sua volontà), una mutilazione (l'amputazione, la perdita di una parte importante di sé, o di qualche cosa di proprio), un'incarcerazione (mettere in carcere, in prigione), un furto (rubare a lui/lei qualcosa). 8bis. Mancanza: ad una persona della famiglia manca (non ha, e invece vorrebbe - vuole avere) qualcosa o nasce in lui/lei il desiderio (voglia) di avere qualche cosa che non ha. 9. Mediazione: all'eroe si chiede (nella forma della preghiera o nella forma dell'ordine) di reagire (di andare contro, di ribellarsi, di opporsi) alla situazione ingiusta, di porre rimedio (riparare - compensare) alla mancanza. L'eroe può essere egli (ella) stesso la persona che cerca, che affronta (vive) la situazione, che lotta per proteggere (difendere) un'altra persona, oppure può essere egli (/ella) stesso che lotta (combatte) per difendere se stesso. 10. Inizio della reazione: l'eroe acconsente (dice di sì) e comincia ad agire (a fare le cose). 11. Partenza: l'eroe lascia la casa, realmente (in realtà), o solo in forma simbolica (si allontana psicologicamente = l'eroe è presente solo con il corpo, ma la sua mente ed il suo cuore sono in un altro posto; egli è lontano nei suoi desideri: il suo cuore è lontano) 12. Prima funzione del donatore (di colui/ colei che dà): l'eroe è messo alla prova (deve superare delle prove, delle difficoltà, deve fare Delazione = Dire cose personali e segrete per fare del male Tranello = Trappola Connivenza = La vittima,ingenuament e è coinvolta nella trappola Danneggiamento = la vittima è colpita, ferita. Mancanza = non c'è qualcosa che si desidera Mediazione = All'eroe è chiesto di lottare (contro il nemico) L'eroe dice che farà quello che deve fare Partenza=l'eroe parte L'eroe deve fare cose 14
15 delle fatiche), per potere ottenere (avere) un aiuto, un aiuto che spesso è un mezzo magico(una cosa magica). 13. Reazione dell'eroe: l'eroe supera le prove, l'eroe riesce a fare cose molto difficili. 14. Conseguimento del mezzo magico: l eroe ottiene (ha, si procura) un mezzo magico come ad esempio un oggetto magico, un animale magico, un potere straordinario (superiore alla normalità, miracoloso), un talismano (portafortuna, amuleto). 15. Trasferimento nello spazio: l'eroe raggiunge (va in) un altro luogo, il luogo dove si trova l'oggetto della sua ricerca (dove c è quello che lui cerca). L'eroe segue (va dietro) delle tracce (semi che gli indicano la via), vola, viaggia per mare o per terra. 16. Lotta: l'eroe lotta (combatte) contro l'antagonista (nemico). 17. Marchiatura: l'eroe riceve (ottiene, subisce) un marchio (segno, impronta), una ferita (taglio, graffio), un anello. 18. Vittoria: l'eroe vince nella lotta (è più forte, è superiore) sull'antagonista. 19. Rimozione: il danno (male, sofferenza, disgrazia, rovina) è eliminato (è tolto) e l'eroe ottiene ciò che desidera. 20. Ritorno: l'eroe ri-torna al suo luogo di partenza (al suo luogo di origine dove è nato). 21. Persecuzione: l'eroe è inseguito (correre dietro) o perseguitato da un nemico. Il nemico non si arrende, ma gli da la caccia, lo insegue, lo minaccia. 22. Salvataggio: l'eroe riesce a salvarsi, fuggendo o superando degli ostacoli (difficoltà). A questo punto, la fiaba può terminare con l'ultima funzione (la funzione 31), oppure possono esserci ancora queste funzioni. 23. Arrivo in incognito (di nascosto): l'eroe torna a casa e non si fa riconoscere da nessuno (non rivela, non dice a nessuno chi è lui, si nasconde). 24. Pretese infondate (richieste senza una ragione, aspettarsi qualcosa che non si è meritato): un rivale (nemico) afferma, mentendo (dicendo, raccontando bugie, menzogne) di essere stato lui a compiere le imprese (azioni coraggiose), compiute in realtà dall eroe. Il nemico vuole faticose e difficili L'eroe fa bene il suo compito (dovere) L eroe ottiene (ha) una magia Trasferimento = l'eroe va in un altro posto L'eroe combatte L'eroe è ferito, segnato L'eroe vince L eroe elimina il male L eroe torna a casa II nemico insegue l'eroe L eroe si salva L eroe arriva di nascosto I nemici vogliono il 15
16 togliere all eroe i suoi meriti. Il nemico vuole ricevere lui la ricompensa. 25. Compito difficile: all'eroe viene ri-chiesto di sostenere (fare) un'altra prova di coraggio, di forza, di pazienza, di abilità, di capacità. 26. Adempimento: la prova è superata (l'eroe vince). 27. Identificazione: finalmente, l eroe e ri-conosciuto da un segno (elemento particolare, personale, che lo caratterizza), come un anello, una ferita, una caratteristica (un aspetto del suo corpo o del suo carattere). 28. Smascheramento: Il falso (non vero) eroe è smascherato (riconosciuto come falso, si capisce che non è lui il vero eroe) perché egli non è capace di superare la prova. 29. Trasfigurazione dell'eroe: l'eroe assume, anche con la magia, assume riconosciuto (prende) un nuovo aspetto, una nuova forma, si trasforma. 30. Punizione: il falso eroe e/o l'antagonista (nemico) sono puniti. 31. Le nozze: l'eroe si sposa, oppure sale al trono (diventa re) oppure ottiene una ricompensa (premio) premio che non hanno meritato e che è dell eroe L'eroe deve fare un'altra prova L'eroe supera anche questa prova L eroe è riconosciuto Anche il nemico è riconosciuto L'eroe si trasforma Il nemico è punito L'eroe si sposa 16
17 L'interpretazione di Italo Calvino Lo scrittore italiano Italo Calvino afferma (dice) che le fiabe sono sì un passatempo (gioco - divertimento svago - intrattenimento), ma che le fiabe hanno anche un contenuto (significato - senso- messaggio) di verità (dicono una cosa vera). Le fiabe raccontano il corso (ciclo, flusso, processo, come si cresce e come si diventa grandi e forti) della vita umana, dall'inizio all'allontanamento (andare via da casa, andare lontano) dalla casa del padre, alle prove (difficoltà - sfide-imprese eroiche), al matrimonio. All'interno (dentro) di questo percorso (itinerario - cammino) vi sono aiutanti (coloro, le persone che aiutano, che proteggono) ed oppositori (coloro, le persone che sono nemiche, che sono ostili), nascono e si rafforzano (diventano più forti) i sentimenti, si mostrano (appaiono- diventano chiari- si rivelano) le condizioni (situazioni- livelli economici di vita: se sono ricchi o se sono poveri) sociali (le classi sociali: se sono contadini o mercanti, marinai o cavalieri, principesse o cameriere, eccetera), sono vissuti i valori morali (amore o odio, amicizia o lotta, eccetera) positivi e negativi, proprio come avviene nella vita. La fantasia (immaginazione- magia- meraviglioso) colora la narrazione con elementi magici e straordinari e da alla fiaba la forma di un gioco, di un divertimento. Le fiabe sono un gioco che insegna a vivere Nelle fiabe, come nella vita, ci sono amici e nemici, ci sono i sentimenti, ci sono i ricchi e i poveri 17
18 II tempo e i luoghi La fiaba è fuori (all esterno) dal tempo, che è sempre indeterminato (non definito, non de-limitato, non finito, non chiaro). Infatti, nella fiaba, ci sono alcune (un piccolo numero, qualche, delle) parole (espressioni, frasi) ricorrenti (frequenti, che compaiono sempre): "c'era una volta", "passarono tanti anni", "dopo lungo tempo". I luoghi sono raramente (poche volte) definiti (precisati, chiariti, sono generali, sono comuni e non puoi dire dove sono esattamente, ad esempio: la caverna dei quaranta ladroni delle "Mille e una notte ", la casetta dei sette nani nel bosco di "Biancaneve ") geograficamente (geografia, studio e conoscenza dei territori). Spesso si parla (si descrivono) di ambienti come castelli, boschi, mari e terre lontane e misteriose, povere capanne (case), caverne, etc. Gli ambienti rappresentano (significano) delle dimensioni della vita, dei momenti della vita (situazioni, condizioni): il bosco buio crea uno stato d'animo (emozione) di paura (tensione), la casetta (piccola casa) nella radura (punto del bosco nel quale non ci sono piante) nel bosco può essere un rifugio (posto sicuro, un nascondiglio), come in "Biancaneve e i sette nani", oppure (o)un tranello (trappola, agguato, pericolo), come in "Hansel e Gretel." Il castello può essere (è, a volte) la casa di un bel principe o (è a volte) la torre che imprigiona (racchiude, rinchiude, costringe) una povera fanciulla II tempo della fiaba è un tempo un po' reale e un po' di fantasia I luoghi sono un po' reali, un po' di fantasia 18
19 I personaggi I personaggi (le persone, i protagonisti del romanzo, del racconto, della novella, della fiaba, della favola) sono in parte reali (veri) e in parte fantastici (di fantasia). I loro caratteri (personalità, natura) sono definiti (descritti, disegnati), ed hanno dei ruoli (compiti, funzioni, scopi, finalità) definiti: l'eroe è bello, buono, coraggioso; l'antagonista (il nemico, l'oppositore) è brutto, cattivo, invidioso (che invidia, che osserva gli altri per criticarli, per portare via loro quel che hanno), sleale (falso, traditore) che fa del male in modo nascosto. Intorno ai due personaggi più importanti (protagonisti) ci sono e agiscono (fanno cose) dei personaggi ricorrenti (che compaiono spesso, che ci sono spesso). Essi (i personaggi minori, meno importanti) sono a volte buoni (che aiutano), altre volte sono cattivi (che sono contro, che si oppongono, che fanno del male). Essi sono: il patrigno (il padre non naturale, il secondo marito della madre, il padre cattivo), la matrigna (la seconda moglie del padre, la madre cattiva, la madre non naturale), i fratellastri e le sorellastre (i fratelli e le sorelle non naturali; essi sono figli di uno stesso genitore, la mamma o il papa, e del secondo marito o della seconda moglie del papa o della mamma), i maghi (i maghi possono essere sia buoni sia cattivi) e le streghe (maghe cattive), le fate (maghe buone), i folletti (piccoli uomini, ometti fantastici bizzarri, "buoni ", ma dispettosi) e gli orchi (mostro malvagio, cattivo, gigantesco, cioè molto grande, che mangia gli uomini e i bambini). Questi personaggi minori sono caratterizzati (definiti) da una qualità-importante (fondamentale): la bontà o la cattiveria, l'avarizia (tenere tutto per sé, essere attaccati ai soldi) o la generosità (condividere tutto con gli altri), l'invidia (che invidia), l'egoismo. I personaggi sono le persone (un po' reali e un po' inventate) della fiaba L'eroe è bello e buono II nemico è brutto e cattivo Anche i personaggi minori sono buoni o cattivi 19
20 La struttura della narrazione e il linguaggio La narrazione (il raccontare) fiabesca (della fiaba) procede (avanza, va avanti) per sequenze (momenti successivi, passaggi), cioè parti del racconto che segnano cambiamenti di scena o di azione (quando, ad esempio, succedono cose nuove e importanti). Il linguaggio delle fiabe è semplice, ma ricco di sfumature di colore, di espressioni vivaci; il linguaggio delle fiabe e suggestivo (che suggerisce, che evoca, che fa immaginare tante cose). Le espressioni sono quelle (le espressioni) della vita di tutti i giorni (vita quotidiana) perché sono state scritte per i bambini. I simboli (immagini) sono facili da capire: ad esempio, il lupo di Cappuccetto Rosso rappresenta, e il simbolo del pericolo per i bambini (in questo caso, costituito dagli uomini sconosciuti): la fiaba di "Cappuccetto pensiero Rosso" vuole insegnare ai bambini a non fidarsi degli uomini sconosciuti. Nella fiaba vi sono espressioni definite (caratteristiche, fisse, che sono sempre le stesse) come, ad esempio: "C'era una volta"; "E vissero felici e contenti...". I dialoghi (dialogare, parlare insieme con qualcuno) sono molto vivaci (pieni di vita) e sono frequenti (compaiono spesso). I dialoghi animano (rendono più vivo) il racconto. Il dialogo può svelare (rivelare) un mistero, riservare (preparare) sorprese (cose nuove che sorprendono, che stupiscono) o preparare un tranello (trappola, imbroglio). Spesso, nei dialoghi, vi sono filastrocche (piccole canzoni, canzoncine in rima, con delle ripetizioni) infantili, formule magiche (le formule magiche sono frasi senza senso, ripetute in una forma rituale, in una forma che si ripete più volte perché si attribuisce ad essa un valore e un senso quasi magico, simbolico). II racconto della fiaba ha dei momenti, un momento dopo l altro Le parole della fiaba sono semplici ma piene di fantasia II simbolo è una figura, una immagine che fa capire il pensiero I dialoghi sono quando le persone La fiaba ci offre (dà) informazioni e insegnamenti La fiaba, anche se non è stata scritta per questo, contiene (ha) delle informazioni sugli usi e costumi (aspetti caratteristici del modo dì sentire e di agire di un popolo). Nella fiaba ci sono anche dei messaggi come gli insegnamenti su come "cavarsela" nella vita (come fare, come affrontare la vita, come risolvere i problemi). Le fiabe hanno un 20
21 Dalle fiabe emerge (viene fuori) un messaggio positivo (buono, ottimista), un messaggio che incoraggia i giovani ad affrontare la vita: il Bene, per fortuna vince sempre, il male è sempre sconfitto. messaggio buono: il bene vince il male 21
22 Significato psicanalitico delle fiabe Le fiabe si esprimono (parlano) in un linguaggio simbolico (misterioso, ma molto significativo) per manifestare (rivelare, fare emergere) un contenuto inconscio (non consapevole, che conosciamo e non conosciamo, che dentro di noi intuiamo, pur senza esserne certi). Nel contenuto delle fiabe, sono espressi fenomeni psicologici interiori (elementi profondi, elementi inferiori, aspetti della nostra psiche, della nostra anima). Nell'infanzia (quando siamo bambini), quando il bambino non sa nulla della vita ed è insicuro (egli non sa chi è, egli non sa come fare ad affrontare la vita), la fiaba suggerisce (dice) che cosa è la lotta (guerra) per la sopravvivenza (vivere) e per la "auto-realizzazione" (diventare se stessi, essere se stessi, diventare grandi, maturare). Le fiabe calmano (danno pace, tranquillità) le ansie (paure) del bambino con il lieto fine. Le fiabe rappresentano (esprimono, dicono) le crisi (difficoltà) psicologiche (del cuore dell'uomo, dell'interiorità, dell'anima) e sociali (dell'entrare del giovane nella società) della crescita (del crescere, del diventare grandi). Nelle fiabe ci sono: la sofferenza di un bambino a causa (per colpa) della gelosia (invidia, rivalità, sentimento che prova la persona che teme di non essere ri-amata dalla persona che ama) verso i suoi fratelli, c'è la sofferenza per le ingiustizie subite, come nel caso di Cenerentola. Nella fiaba ci sono le angosce (paure) e le insicurezze (non essere sicuri di sé, non conoscere se stessi) della crescita, del passare dall'infanzia (da zero a anni, circa) all'adolescenza (da anni a anni, non è definita, non è la stessa per tutti, l'età della adolescenza si sta modificando, prolungando per molti) e dall'adolescenza alla giovinezza (da 18 a 25 anni, circa). Questo è il caso di Cappuccetto Rosso, la ragazzina (bambina, adolescente) curiosa (che vuole conoscere tutto, parlare con tutti, affrontare le persone che fare tutte non conosce perche la appaiono interessanti), monella (che disubbidisce alla mamma, per fare quello che vuole lei), temeraria (non solo coraggiosa, anche incosciente), e incosciente...(che si sente molto sicura di se, ma che in realtà non sa quello che sta facendo perché non conosce i pericoli del mondo, e pur Le fiabe sono simili ai sogni: vengono fuori i desideri e le verità Le fiabe sono come le ninnenanne: danno serenità, consolano. Le fiabe fanno crescere Cappuccetto Rosso è la bambina che vuole fare tutte le cose, di testa sua (come vuole lei), e non ascolta i consigli della mamma, che le vuole bene. 22
23 non conoscendoli non è neppure un po saggia e umile da fare quello che le consigliano di fare le persone che le vogliono bene). Cappuccetto Rosso è la bambina che attira l'attenzione perché è bella, vestita di rosso, è la bambina che, senza volerlo, affascina (suscita interesse), seduce (attrae l'attenzione su di sé), e così facendo, corre (va incontro a) un grosso pericolo. Infatti, il lupo cattivo, che nella fiaba rappresenta il seduttore (colui che seduce, attira a sé con le lusinghe, i complimenti), è in agguato (pronto a saltare addosso, ad aggredire). Il lupo cattivo divora (mangia) senza pietà Cappuccetto Rosso. Per fortuna, nella fiaba, arriva il coraggioso cacciatore a salvare Cappuccetto Rosso. Il cacciatore è il simbolo del padre (della figura paterna) che è forte, responsabile e liberatore. Nelle fiabe c'è sempre il lieto fine, ma la fiaba insegna ai giovani a non fidarsi degli sconosciuti (le persone che si pensa di conoscere e che invece non si conoscono bene). Cappuccetto Rosso è una bambina, ma la fiaba insegna qualcosa anche ai maschi: a non fidarsi degli sconosciuti (quegli adulti che vendono la droga ai ragazzi, quelli che insegnano ai ragazzi a rubare, quelli che fanno regali e complimenti per conquistarsi la fiducia dei giovani), a seguire i consigli dei genitori e degli adulti che ti vogliono bene. Così Cappuccetto Rosso si mette in pericolo 23
24 Le antiche radici della fiaba L'origine (l'inizio) delle fiabe è molto antica (vecchia, arcaica). Da sempre le persone che raccontavano le fiabe ai bambini sono persone benevole (persone che, come i genitori, i nonni, le balie, vogliono bene ai bambini) che appartenevano (erano parte) alla cultura contadina. La cultura contadina è scomparsa (non esiste più). Le fiabe sono nate nelle società primitive (antiche) e contengono la memoria (delle tracce, dei segni che fanno capire quello che erano in origine) degli antichi riti (celebrazioni collettive, momenti importanti per tutta la comunità) tribali (della tribù, antico o primitivo gruppo di persone) di iniziazione (preparazione alla vita, introduzione alla vita). I riti di iniziazione sono prove, spesso molto difficili, alle quali venivano e sono sottoposti (impegnati) i giovani. I giovani dovevano (dovere = essere obbligati) dimostrare (fare vedere) coraggio, forza, doti (virtù, capacità) importanti per fare parte della tribù. Per questa ragione (per questo motivo), molte fiabe si concludono con le nozze, cerimonia (celebrazione, rito) con la quale i giovani entravano ed entrano nel mondo degli adulti (i giovani diventano grandi). Dal mondo dei popoli primitivi e dei popoli antichi viene anche il mistero (una cosa che mi affascina, ma che non capisco fino infondo) delle forze (potenze) della natura che compare nella fiaba sotto la forma della magia. La fiaba è antica (molto vecchia) La fiaba è spesso un aspetto del mondo contadino (della campagna) Le fiabe contengono insegnamenti per fare crescere i giovani La fiaba ha ancora dentro l'anima dell'uomo primitivo che crede che la natura sia (é) una magia 24
25 La fiaba come "genere letterario": la storia della fiaba La fiaba e diventata (ha cominciato ad essere) un opera letteraria nell antica India, nel II-III secolo d.c. In Europa, le prime testimonianze (espressioni che sono il segno, il documento, la testimonianza di qualche cosa) scritte sono del XVI secolo, quando, l'italiano Giovanni Francesco Straparola compone (scrive) il primo libro dell'opera "Le piacevoli notti", una raccolta di novelle (racconti), nella quale (nella raccolta) vi sono racconti realistici (veri) vi sono anche racconti fiabeschi (di fiabe) di origine (inizio) popolare (del popolo). Sono popolari anche i racconti contenuti (dentro) all'opera "lo Cunto de li cunti" di Giovan Battista Basile. In questa opera, dieci vecchie raccontano cinquanta fiabe, in cinque giorni. In Francia, la fiaba diventa (è) un'opera letteraria importante alla fine del XVII secolo, soprattutto grazie (per mezzo di) al capolavoro (opera bellissima) di Charles Perrault: "Storie e racconti del tempo passato. I racconti di mia madre l'oca" (1697). All'inizio del secolo XVIII, è tradotta in francese la raccolta araba de "Le mille e una notte", che contiene racconti orientali antichi (XI-XVI secolo). Il periodo d'oro (più bello) della fiaba è il Romanticismo, nell'ottocento: in questo periodo (tempo), la fiaba è amata e studiata come espressione (voce) della creatività (fantasia - immaginazione) popolare. I fratelli Grimm raccolgono(mettono insieme), andando nei villaggi, nei piccoli paesi sulle montagne, tra i boscaioli e le vecchie contadine e facendosi narrare per ascoltare dalla viva voce di coloro che le raccontavano, le fiabe e le studiano (le fiabe). La loro raccolta si intitolò (si chiama): "Fiabe per bambini e famiglie". Anche altri scrittori scrivono fiabe. Questi scrittori sono: Hoffmann, Tieck, Novalis, Andersen, Carroll, etc. Nel Novecento, Vladimir Propp studia la fiaba e scrive un libro di studi sulla fiaba che si chiama "La morfologia della fiaba". Oggi, la fiaba è amata da molti; vi sono i cartoni animati (molto amati sono i cartoni animati di Walt Disney) tratti dalle fiabe e vi sono moderni scrittori di fiabe. La fiaba è antica ed e un opera bellissima della letteratura Breve storia della fiaba 25
26 Una antica fiaba celtica: Le mele d'oro Parte prima: il felice regno di Conn e di Eda Un tempo, in Irlanda vi era un regno ricco e felice (prospero, florido). La terra era (è nel passato) fertile (produce frutta e verdura), produceva (produrre = dare) molto grano (per fare il pane) e nutriva (dava da mangiare a) molte mandrie (insieme di animali, insieme di mucche e buoi), e molte greggi (insieme di pecore, insieme di capre). Il mare, i fiumi, i laghi erano limpidi (trasparenti, chiari) e pescosi (c'erano dentro molti pesci). Il sovrano (re) di queste terre si chiamava Conn ed era un valoroso (coraggioso, audace) guerriero (eroe in battaglia, in guerra). Conn era il più forte e nessuno poteva (era capace di) competere (combattere) con lui; per questo motivo tutti avevano paura di lui e nessuno osava (aveva il coraggio) di attaccarlo, di invadere il suo territorio. Per questa ragione (motivo), le terre sotto di lui prosperavano (erano ricche) e gli abitanti vivevano in pace (non in guerra, in tranquillità). Conn era un uomo saggio (che pensa e agisce con prudenza ed intelligenza) Conn aveva sposato (preso moglie e/o preso marito) una principessa inglese che si chiamava Eda. Eda era bella nel viso (volto, faccia) e buona di cuore (d'animo, nell'anima). C'era una volta un regno felice governato da un re forte e buono e da una regina buona e bella Seconda parte: nascita di Conn-eda e morte di Eda Quando la regina ebbe (ha, avere al passato) un figlio, i Druidi (antichi sacerdoti dei Celti; i Celti erano le popolazioni che anticamente abitavano gran parte dell'europa) predissero (profetizzarono = dire ciò che accadrà prima che questo accada, anticipare, pronosticare) che Conn-eda avrebbe avuto (ha, avere) le doti (qualità, virtù) dei genitori (mamma e papa). Per questa ragione (motivo) il bambino fu chiamato Conn-eda e crebbe buono, bello, generoso (che spontaneamente da agli altri, condivide la sua vita con gli altri) e coraggioso (valoroso, audace, temerario). Purtroppo, presto rimase (fu) orfano (senza madre e/o senza padre). La regina ebbe (ha, avere al passato) una malattia (stare e/o sentirsi male, soffrire) ed in pochi giorni (poco tempo) morì (morire al passato). Nasce il figlio del re, muore la regina Terza parte: Conn si ri-sposa (sposa per la seconda o più volte). La 26
27 nuova regina odia (non ama; è ostile, nemica) Conn-eda II lutto (cordoglio, sentimento di tristezza, riti dopo la morte di una persona, stringersi dei parenti, del paese, intorno ai famigliari) durò un anno ed un giorno. I consiglieri del re (gli uomini che danno consigli al re) lo spinsero (convinsero, persuasero) a risposarsi e li proposero come sposa la figlia del Grande Druida. La nuova regina all'inizio si comportò (agì) come Eda, ma quando ebbe dei figli suoi (propri) cominciò a soffrire di gelosia verso il principe Conn-eda. Conn-eda era il primo figlio (primogenito), era amato dal re e dal popolo e stimato (considerato bravo e buono) dai nobili. Conn-eda era destinato (aveva diritto a) ad essere il futuro re (il successore). La regina per favorire (dare un vantaggio a) il proprio figlio nella successione al trono, cominciò a dire malignità (cose cattive) e menzogne (bugie) sul conto del principe Conn-eda, sperando di convincere il re ad esiliarlo (allontanarlo dal regno, mandarlo via). Conneda sopportava con pazienza e restituiva (dava in cambio) bene per male. Per questo, l'affetto e la considerazione (stima) di tutti verso di lui aumentò (crescere). Questo fece crescere l'odio (ostilità) ed il furore (rabbia) della regina. La regina decise perciò di usare le arti magiche e di chiedere aiuto alla guardiana (custode) del pollaio, che era una famosa maga. Parte quarta: la regina trama (pensa a dei trucchi, degli inganni) contro Conn-eda per farlo morire All'alba, la regina andò dalla maga e le disse tutto. La maga le rispose: non posso aiutarti fino a quando non riempirai (mettere qualcosa dentro un contenitore, fino a quando è pieno), di lana, l'arco (semi - cerchio che farò con il mio braccio) del mio braccio, e di grano, il buco che farò con il mio fuso (arnese, strumento, per filare). La regina accettò. Allora la guardiana del pollaio si mise sulla porta della sua capanna con la mano appoggiata sul fianco (sull'anca, sul lato del corpo), ed ordinò ai servi della regina di gettare attraverso il suo braccio tanta lana tanto da riempire tutta la capanna fino al soffitto (tetto). Poi salì sul tetto di suo fratello, fece un buco nel punto più alto del tetto con la conocchia e da quel buco fece versare grano, fino a quando non ci fu più posto neanche per un altro chicco di grano. Soltanto allora, disse alla regina: "Prendi questa scacchiera (tavolino per il gioco degli scacchi) e chiedi al principe di giocare con te, tu vincerai ed Il re si risposa La nuova regina vuole eliminare (far morire) il principe La regina cattiva fa magie contro il principe 27
28 allora potrai dirgli di fare una penitenza (fare qualcosa per compensare il fatto di avere perso al gioco; chi vince può imporre una penitenza).tu dovrai chiedergli, entro il termine (prima di) un anno ed un giorno, di portarti le tre mele d'oro che crescono su un albero di cristallo (vetro fine) nel giardino del re dei Firbolg nel lago di Erne, ed inoltre il cavallo ed il cane magico dello stesso re. Sono cose così preziose (di valore, importanti) e bene custodite (protette, difese), che nessuno (non uno) è riuscito (è stato capace di) ad arrivarci. Tutti coloro che ci hanno provato (tentato), sono morti." Parte quinta: la regina sfida (invita a giocare, affronta in duello, provocando Conn-eda) e lo vince La regina invitò Conn-eda a giocare con lei a scacchi e vinse la prima partita. Allora, resa spavalda (orgogliosa, arrogante, sicura di sé) da questa prima vittoria (quando si vince), dimenticò le parole della maga. Invitò Conn-eda a giocare una seconda partita per ottenere un potere (autorità) maggiore (più grande) sul principe. All'inizio, la regina vince sul principe Poi il principe vince Sesta parte: Conn-eda vince la seconda partita Fecero un'altra partita e la regina perse (fu sconfitta). Allora Conn-eda le disse: "Poiché hai vinto la prima partita hai il diritto di imporre la penitenza" Parte settima: richieste (pretese, domande) della regina La regina ordinò: "Entro un anno e un giorno dovrai portarmi dal regno del lago di Erne le tre mele d'oro della salute (stare bene), il cane magico Samer e il cavallo nero del re dei Firbolg. Se non riuscirai dovrai andare in esilio (andare via, fuori dal regno). Ottava parte: richieste di Conn-eda Disse il principe alla regina: "Tu starai sul pinnacolo (guglia, cima) di quella torre (torre del castello) fino al mio ritorno, mangiando solo il grano che riuscirai a raccogliere con il tuo spillone (grosso spillo che si mette nei capelli per tenerli a posto). Dopo un anno ed un giorno, se io non sarò tornato, sarai libera. La regina cattiva costringe il principe a superare delle prove (fatiche) II principe costringe la regina ad aspettarlo II principe chiede aiuto ad un saggio 28
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