ANNUARIO REGIONALE DEI DATI AMBIENTALI ANNO 2011

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2 ANNUARIO REGIONALE DEI DATI AMBIENTALI ANNO Gli essere umani hanno spezzato il cerchio della vita, spinti non da necessità biologiche ma da un organizzazione sociale che hanno progettato per conquistare la natura: strumento per acquisire ricchezze governato da esigenze in conflitto con quelle che regalano la natura. Il risultato ultimo è la crisi ambientale, una crisi di sopravvivenza. Una volta ancora, per sopravvivere, dobbiamo chiudere il cerchio. Dobbiamo imparare a restituire alla natura la ricchezza che le chiediamo in prestito.. Barry Commoner (28 maggio settembre 2012) II

3 ANNUARIO REGIONALE DEI DATI AMBIENTALI ANNO 2011 Autori IDROSFERA Anna Abita, Paola Aiello, Vincenza Maria Buscaglia, Salvatore Caldara, Domenico Galvano, Giacomo Scalzo. ATMOSFERA Vincenzo Ruvolo, Fabrizio Merlo, Riccardo Antero, Giuseppe Ballarino. AGENTI FISICI Antonio Conti, Antonino Granata, Domenico Pagano. BIOSFERA Giorgio D Angelo, Giacomo Scalzo. GEOSFERA Domenico Galvano, Antonino Granata, Virginia Palumbo Giorgio D Angelo, Salvatore Caldara, Alberto Mandanici. RIFIUTI Marilù Armato, Giuseppe Madonia, Hariberth Scaffidi Abbate. RISCHIO ANTROPOGENICO Vincenzo Bartolozzi, Olga Grasso, Antonio Notaro, Giuseppina Pizzo, Salvatore Caldara, Alberto Mandanici. AMBIENTE E SALUTE Riccardo Antero, Salvatore Caldara, Roberta Calzolari, Achille Cernigliaro (1),Giorgio D Angelo, Giuseppe Madonia, Fabrizio Merlo, Salvatore Scondotto (1). ( (1) Assessorato Sanità Regione Sicilia - Dipartimento Attività Sanitarie Osservatorio Epidemiologico-DASOE Sicilia) PROMOZIONE E DIFFUSIONE DELLA CULTURA AMBIENTALE Maria Luisa Buratti, Carla Colletta, Giuseppe Cuffari, Calogero Di Chiara. Comitato redazionale e organizzativo: Anna Abita, Marilù Armato, Giuseppe Cuffari, Vincenzo Infantino Progetto grafico Carla Colletta Si esprime un particolare ringraziamento agli operatori delle Strutture territoriali di Arpa Sicilia che hanno collaborato alla raccolta e all analisi dei campioni. III

4 ANNUARIO REGIONALE DEI DATI AMBIENTALI ANNO 2011 Prefazione Questo volume costituisce la settima edizione dell Annuario regionale dei dati ambientali di Arpa Sicilia, Agenzia regionale istituzionalmente preposta al monitoraggio e al controllo ambientale, attività che si completano e trovano piena finalizzazione anche nella raccolta, elaborazione e diffusione dei dati che da queste attività derivano. Le funzioni dell Agenzia, previste dall art. 1, comma 3 del Regolamento sull'assetto Organizzativo dell'agenzia Regionale per la Protezione dell'ambiente approvato con D.A. Assessorato Regionale Territorio e Ambiente del 1/6/2005, sono esplicitate nell accordo di programma con l ARTA 1 e hanno come obiettivo la tutela dell ambiente ivi compresa la salvaguardia della salute pubblica. ARPA risponde inoltre ad altri soggetti quali la Presidenza della Regione, gli Assessorati, le Province, i Comuni e l Autorità Giudiziaria, la quale in particolare richiede sempre più spesso all Agenzia prestazioni rilevanti in termini sia di tempo che di costi. L Annuario dei Dati Ambientali 2011, arrivato alla settima edizione, conferma l attività di diffusione mirata delle informazioni sulle condizioni ambientali del nostro territorio. Come consuetudine, la presente pubblicazione è frutto di un articolato processo di messa a punto e costante affinamento dei meccanismi di reporting promosso da Arpa Sicilia. Questo lavoro espone e analizza i dati che quotidianamente su, diverse matrici, Arpa elabora sul territorio rivelandone aspetti positivi e negativi. Informare correttamente e puntualmente i cittadini e far conoscere le politiche intraprese di anno in anno per la tutela, la salvaguardia dell ambiente è un dovere per ogni amministrazione che abbia a cuore il coinvolgimento, anche in termini di partecipazione attiva, della propria popolazione, delle famiglie e delle imprese. In questo contesto l Annuario regionale dei dati ambientali di Arpa Sicilia costituisce uno degli strumenti più efficaci e completi di informazione alla cittadinanza per assolvere al mandato istituzionale sopra citato. E importante quindi in questo ambito sottolineare il difficile contesto finanziario e le esigue risorse umane a disposizione dell Agenzia, che ciononostante cerca di ottemperare ai suoi compiti di monitoraggio e controllo ambientale, non solo per la tutela dell ambiente e di riflesso della salute pubblica, ma anche per fornire informazioni e conoscenza sullo stato dell ambiente da rendere pubbliche, anche attraverso il presente volume. Mi auguro che da queste pagine traspaia quindi lo spirito e la passione che animano il lavoro quotidiano del personale di Arpa Sicilia, su cui si costruisce la redazione dell Annuario e a cui va il mio personale ringraziamento. Contesto finanziario Le entrate previste in bilancio dell Agenzia hanno come origine principale i trasferimenti correnti di fondi dal bilancio regionale, che concorrono strutturalmente in misura superiore al 80% al finanziamento corrente dell Agenzia. Il contributo erogato dall Amministrazione regionale, come evidenziato nella tabella sottostante, ha avuto il seguente flusso negli anni. 1 (Decreto 28 febbraio 2008 Approvazione dell'accordo di programma tra l'assessorato regionale del territorio e dell'ambiente e l'agenzia regionale per la protezione dell'ambiente A.R.P.A. Sicilia pubblicato nel GURS 4 aprile 2008 n. 15). IV

5 ANNUARIO REGIONALE DEI DATI AMBIENTALI ANNO , , , , , , ,00 La spesa corrente è destinata per oltre due terzi alla copertura degli oneri di personale, e ciò in ragione della specifica natura dell'agenzia e delle attività da essa assolte che sono tipiche delle aziende di servizi, cioè rese prevalentemente e sostanzialmente mediante il contributo professionale del proprio personale. E opportuno ricordare a tale proposito che non si è ancora ottemperato all impegno previsto dall art. 90 della legge 6/2001 istitutiva dell ARPA, relativamente al trasferimento dei fondi dalle ASP ad ARPA Sicilia, con ripercussioni negative sia sul piano gestionale sia sul piano economico-finanziario. Per altro ARPA Sicilia è l unica Agenzia in Italia che non percepisce finanziamenti dal fondo sanitario regionale. Risorse umane La carenza delle risorse umane costituisce uno dei principale elementi di criticità. A fronte di una previsione di dotazione organica complessiva di 957 unità, la consistenza del personale in servizio copre appena il 35% della dotazione prevista. Ciò ha comportato e comporta l impossibilità di attendere in maniera compiuta ed efficace ai mandati formali assegnati ad ARPA dalla normativa comunitaria, statale e regionale. Di seguito si riporta l andamento della copertura organica del personale anno Anno Numero dipendenti Copertura organica 28,11% 33,12% 38,14% 42,84% 42,63% 40,85% 35,21% Tale criticità affligge sia le strutture centrali che territoriali e incide sui processi di controllo, di monitoraggio e sulle prestazioni di laboratorio. Il mio personale augurio è che nei prossimi anni l Agenzia possa crescere e contare su maggiori risorse economiche ed umane al fine di poter assicurare un servizio più efficace e completo per la tutela dell ambiente. Il Direttore Generale Arpa Sicilia Dott. Francesco Licata di Baucina V

6 ANNUARIO REGIONALE DEI DATI AMBIENTALI ANNO 2011 Introduzione Nella redazione dall Annuario regionale dei dati ambientali sono state assunte a modello di riferimento le modalità di Reporting dell Annuario nazionale curato dall ISPRA. La metodologia concettuale adottata è il modello DPSIR, Determinanti Pressioni Stato Impatto Risposte, sviluppato dall Agenzia Europea dell Ambiente (AEA). In particolare, l ARPA ha ritenuto opportuno seguire le linee guida realizzate per la predisposizione dell Annuario dei dati ambientali nazionale, redatte dal Servizio Interdipartimentale Informativo Ambientale dell ISPRA, in una logica di armonizzazione dei prodotti di reporting ambientale all interno del sistema di rete ISPRA/ARPA/APPA. Gli indicatori presenti nell Annuario 2011 sono stati selezionati in funzione di quelli richiesti per la valutazione e/o il reporting ambientale, a livello sia nazionale sia regionale. Inoltre, per la selezione degli indicatori si è tenuto conto dei criteri fondati sulla qualità del dato, sulla pertinenza relativa ad una certa matrice ambientale e sulla costante disponibilità dei dati indispensabile al loro popolamento. Nell identificazione del set di indicatori per i diversi Tematismi Ambientali è stato dato rilievo alla necessità di armonizzare ed omogeneizzare l informazione ambientale con gli analoghi prodotti a livello nazionale. L Annuario dei dati ambientali 2011 è articolato in nove capitoli: Idrosfera, Atmosfera, Agenti fisici, Biosfera, Geosfera, Rifiuti, Rischio Antropogenico, Ambiente e Salute e Promozione e Diffusione della Cultura Ambientale. La produzione di questa settima edizione dell Annuario si colloca all interno di un attento e continuo percorso di revisione e sviluppo del prodotto, iniziato con l edizione Quest anno si è deciso di pubblicare i dati che derivano dalle attività di controllo e di monitoraggio di Arpa Sicilia e non quelli originati dalle attività di enti diversi, che effettuano autonomamente altre attività di reporting, per evidenziare l attività che ARPA SICILIA svolge sul territorio regionale. In ogni capitolo nella parte iniziale si è scelto di sintetizzare in semplici punti la problematica affrontata, in modo da rappresentare i dati ambientali in forma più semplice e comprensibile ai cittadini. Comitato redazionale e organizzativo VI

7 ANNUARIO REGIONALE DEI DATI AMBIENTALI ANNO 2011 INDICE GENERALE Autori Prefazione Introduzione Capitolo 1 IDROSFERA Capitolo 2 ATMOSFERA Capitolo 3 AGENTI FISICI Capitolo 4 BIOSFERA Capitolo 5 GEOSFERA Capitolo 6 RIFIUTI Capitolo 7 RISCHIO ANTROPOGENICO Capitolo 8 AMBIENTE E SALUTE Capitolo 9 PROMOZIONE E DIFFUSIONE DELLA CULTURA AMBIENTALE Nessuna copia cartacea è stata stampata VII

8 ANNUARIO REGIONALE DEI DATI AMBIENTALI ANNO 2011 L Annuario Regionale dei Dati Ambientali 2011 è dedicato alla memoria del collega Baldassare Oddo. VIII

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10 IDROSFERA 1. IDROSFERA Autori : Anna Abita, Paola Aiello, Vincenza Maria Buscaglia, Salvatore Caldara, Marta Finocchiaro(1), Domenico Galvano, Anna Maria Mauro(2), Giacomo Scalzo, Katia Tribulato (3) (1) Struttura Territoriale di Catania, (2) Struttura Territoriale di Trapani, (3) Struttura Territoriale di Messina

11 IDROSFERA Introduzione L idrosfera si distribuisce in una varietà di corpi idrici che possono essere raggruppati in alcune classi: i corsi d acqua rappresentati da fiumi e torrenti; i laghi e gli invasi; le acque di transizione rappresentate dalle zone di foce dei fiumi, dai laghi, dalle lagune e dagli stagni costieri in cui avviene un interazione tra acque dolci e salate; le acque marine e le acque sotterranee. Ognuna di queste classi di corpi idrici sostiene la vita di specie animali e vegetali e costituisce un sistema complesso ove hanno sede interscambi continui tra le acque stesse, i sedimenti, il suolo e l aria, che consentono la funzionalità di un corpo idrico come fosse un organismo vivente. Nel ciclo delle acque, la risorsa idrica è soggetta a modificazioni di composizione per cause naturali e per effetto delle attività antropiche; queste ultime spesso determinano fenomeni di inquinamento sempre più rilevanti. Il superamento di certe soglie di alterazione può compromettere queste capacità in modo irreversibile e determina uno scadere dello stato di qualità ambientale del corpo idrico, che si traduce in una minore disponibilità della risorsa per la vita degli ecosistemi associati e per gli usi necessari all uomo. Il D.Lgs n.152/06 e ss.mm.ii., che recepisce la direttiva 2000/60 CE (WFD), definendo l acqua patrimonio dell umanità, impone alle Regioni il miglioramento, la tutela e la salvaguardia del proprio patrimonio idrico dando nel contempo degli obiettivi di qualità da raggiungere in tempi prefissati. Il raggiungimento degli obiettivi di qualità deve attuarsi attraverso piani di tutela che consentono di migliorare e proteggere tutti i corpi idrici. Il Piano di tutela deve contenere quindi, oltre agli interventi volti a garantire il raggiungimento o il mantenimento degli obiettivi di cui alla parte terza del D.Lgs. 152/06, le misure necessarie alla tutela qualitativa e quantitativa del sistema idrico. Il Piano di Gestione approvato nel 2010 è invece lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni e le norme d'uso finalizzate alla conservazione, alla difesa e alla valorizzazione ed alla corretta utilizzazione della acque, sulla base delle caratteristiche fisiche ed ambientali del territorio interessato. La tutela delle acque dall inquinamento e la gestione delle risorse idriche è normata dalla Sezione II e III della Parte III del D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii, che individua ARPA come istituzione competente al monitoraggio dei corpi idrici significativi, alla verifica delle caratteristiche di qualità delle acque a specifica destinazione e al controllo dei depuratori. Pertanto il capitolo è suddiviso nei seguenti temi ambientali: 1. Qualità dei corpi idrici ai sensi del DM 260/2010; 2. Acque vulnerabili da nitrati di origine agricola e da prodotti fitosanitari ai sensi dell allegato 7 della Parte III del D.Lgs. 152/ Qualità delle acque a specifica destinazione ai sensi dell art. 79 del D.Lgs. 152/06 4. Tutela qualitativa della risorsa idrica: disciplina degli scarichi Nel seguente Quadro Sinottico vengono riassunti gli indicatori utilizzati per valutare lo stato di qualità delle acque. Si è indicato con quando lo stato nella maggioranza dei casi analizzati ha una valutazione positiva e/o il trend è positivo; quando lo stato positivo e negativo è rappresentato in egual modo e/o il trend non mostra variazioni; quando lo stato in prevalenza ha una valutazione negativa e/o il trend è negativo.

12 IDROSFERA Quadro sinottico Indicatori per Idrosfera Tema Nome Indicatore DPSIR Copertura S T Stato Rappresentazione e Trend Tabelle Figure Riferimenti Normativi Fiumi: LIMeco S Corpi Idrici Qualita dei Corpi Idrici DM 260/2010 Fiumi: stato ecologico Laghi/invasi: stato ecologico Acque di transizione: macroinvertebrat i Acque di transizione: MaQI Acque sotterranee: stato chimico S Corpi Idrici S Corpi Idrici S Corpi Idrici S Corpi Idrici S Corpi Idrici D.M. 260/2010 Rete Nitrati Fiumi: NO 3 media annua Laghi: NO 3 media annua Acque di transizione: NO 3 media annua Acque sotterranee: NO 3 media annua S S S S Stazioni Stazioni Stazioni Stazioni D.Lgs. 152/2006 in accordo con la Direttiva 91/676/CEE del Consiglio del 12/12/1991 Acque a specifica destinazione Acque idonee alla vita dei pesci Acque destinate alla vita dei molluschi Acque marino costiere: Densità di Ostreopsis spp S S Stazioni Stazioni S I Stazioni DM del 19/11/97 - D.Lgs. 152/2006 D.Lgs. 152/2006 Decreto Interministerial e del 30/3/ Circolare Regionale Interassessorial e n del 6/7/2007 Scarichi Numero controlli negli impianti di trattamento delle acque reflue urbane P Agglomerati D.Lgs. 152/2006

13 IDROSFERA QUALITA CORPI IDRICI AI SENSI DEL DM 260/2010 (allegato 1 della Parte III del D.Lgs. 152/06). Il Piano di Tutela delle Acque della Sicilia, redatto da SOGESID spa nel dicembre 2007, per conto del Commissario Delegato per l Emergenza Bonifiche e la Tutela delle Acque in Sicilia, ha individuato corpi idrici significativi e classificato lo stato ambientale ai sensi del D.Lgs. 152/99. Con il Piano di Gestione del Distretto Idrografico della Sicilia, approvato nel 2010 dalla Regione, è stato predisposto un piano di monitoraggio per lo stato ecologico e per lo stato chimico dei corpi idrici, ai sensi del DM 56/2009, successivamente sostituito dal DM 260/2010 (allegato 1 della Parte III del D.Lgs. 152/2006). Tale monitoraggio si articola in monitoraggio di sorveglianza, monitoraggio operativo e monitoraggio d indagine. I corpi idrici a rischio devono essere sottoposti ad un monitoraggio operativo, mentre in quelli non a rischio o probabilmente a rischio si dovrà effettuare un monitoraggio di sorveglianza. Il monitoraggio d indagine deve essere attuato qualora non sia nota l origine del rischio di non raggiungimento dell obiettivo ambientale buono o della variazione dello stato di qualità, oppure il monitoraggio di sorveglianza indichi un rischio di non raggiungimento degli obiettivi di qualità e non sia stato definito il monitoraggio operativo. ARPA ha come compito istituzionale di definire, attraverso attività di monitoraggio per lo stato ecologico e per lo stato chimico, lo stato di qualità dei corpi idrici superficiali e sotterranei e di fornire il supporto tecnico scientifico per la tutela, la conservazione e il raggiungimento degli obiettivi di qualità. Per la valutazione dello stato ecologico di un corpo idrico è necessario determinare le condizioni biologiche, idromorfologiche, fisico-chimiche e chimiche (tab 1/B del DM 260/2010). Lo stato chimico prevede l'analisi delle sostanze prioritarie riportate nella tab. 1/A DM 260/2010. Ad eccezione del monitoraggio idromorfologico, che il Piano di Gestione affida all Assessorato Regionale dell Energia e delle Acque, tutte le attività sono onere di ARPA. A tutt oggi, ARPA Sicilia, a causa delle esigue risorse umane e finanziarie disponibili, ha potuto effettuare solo una percentuale molto esigua delle attività di monitoraggio previste dal DM 260/2010, soprattutto per le acque superficiali. Pertanto la conoscenza dello stato di qualità delle nostre acque risulta assolutamente incompleta. Nelle tabelle seguenti sono riportate le stazioni di monitoraggio, corrispondenti con i corpi idrici significativi previsti nel Piano di Gestione, suddivise per provincia e le stazioni effettivamente monitorate dal 2010 al 2011 per la valutazione sia dello stato ecologico che dello stato chimico. Entro il 2015 dovrebbe essere effettuato un monitoraggio completo per almeno un anno di tutti i corpi idrici. Tabella 1.1 Fiumi (256 stazioni + 48 siti di riferimento) Strutture territoriali competenti Numero di corpi idrici significativi Numero di stazioni in corsi d acqua perenni Numero di stazioni in corsi d acqua temporanei % stazioni monitorate dal 2010 Numero stazioni monitorate TP PA AG* CL* RG* SR* EN* ME* CT % TOTALE % *Le Strutture di AG, CL, EN, RG, ME e SR effettuano il monitoraggio chimico di alcune sostanze in parte delle stazioni presenti sui loro territori.

14 IDROSFERA Tabella Laghi Strutture territoriali competenti Numero di corpi idrici significativi Numero di invasi artificiali Numero di laghi naturali % Stazioni monitorate dal 2010 Numero stazioni monitorate TP % PA AG CL RG* 1 1 SR* 3 3 EN ME CT TOTALE % *Le Strutture di RG e SR effettuano il monitoraggio chimico di alcune sostanze in parte delle stazioni presenti sui loro territori. Tabella 1.3 Acque di transizione Strutture territoriali Numero di stazioni Numero di stazioni monitorate % Stazioni monitorate dal 2010 TP* 8 0 ME % SR 6 0 TOTALE % *La Strutture di TP effettua il monitoraggio chimico di alcune sostanze in parte delle stazioni presenti sui loro territori. Tabella 1.4 Acque marino costiere Strutture territoriali competenti Numero di transetti Numero di transetti monitorati % Stazioni monitorate dal 2010 TP 19 0 PA 17 0 AG 13 0 CL 3 0 RG % SR* 10 0 ME 24 0 CT 4 0 TOTALE % *La Strutture di SR effettua il monitoraggio chimico di alcune sostanze in parte delle stazioni presenti sui loro territori. Tabella 1.5 Acque sotterranee Strutture territoriali competenti Numero di stazioni in totale Numero stazioni monitorate dal 2010 % stazioni monitorate dal 2010 AG % CL 1 11 CT % EN % ME % PA % RG % SR % TP % TOTALE %

15 IDROSFERA INDICATORE FIUMI: LIMeco (LIVELLO DI INQUINAMENTO DA MACRODESCRITTORI PER LO STATO ECOLOGICO) SCOPO Valutare lo stato dei corpi idrici attraverso l analisi delle caratteristiche chimico-fisiche. DESCRIZIONE L indice è calcolato, in accordo con quanto previsto dall allegato 1 del DM 260/2010, sulla base dei seguenti parametri: Ossigeno disciolto (100 - % di saturazione), Azoto ammoniacale (N-NH4), Azoto nitrico (N-NO3), Fosforo totale. Il valore dell indicatore di ciascun campionamento si ottiene calcolando la media dei punteggi attribuiti ai singoli parametri come riportati nella matrice di Tab Il punteggio di LIMeco per ogni corpo idrico è dato dalla media dei valori del LIMeco nei vari campionamenti effettuati nell arco dell anno di monitoraggio. Nel caso siano monitorati più punti di campionamento appartenenti ad un unico corpo idrico, si calcola la media ponderata dei valori dell indice in base alla relativa percentuale di rappresentatività. Tabella Valori soglia per l assegnazione dei punteggi ai diversi parametri per il calcolo del LIMeco Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 4 Livello 5 Punteggio * 1 0, Parametro (macrodescrittore) 100-O 2 % sat > 80 N-NH 4 (mg/l) < >0.24 soglie N-NO 3 (mg/l) < >4.8 Fosforo totale (µg/l) * Punteggio da attribuire al singolo parametro < >400 Le classi di qualità derivate dal LIMeco ed i rispettivi limiti superiori sono riportati nella tabella 1.7: Tabella Valori soglia e classificazione di qualità secondo i valori di LIM eco LIMeco Stato di qualità 0,66 Elevato 0,50 Buono 0,33 Sufficiente 0,17 Scarso < 0,17 Cattivo UNITÀ di MISURA Classi di qualità, da Elevato a Cattivo FONTE dei DATI Dati 2011 Arpa Sicilia (ST AG, CL, CT, ME, RG, SR, TP) NOTE TABELLE e FIGURE In 59 stazioni è stato effettuato il monitoraggio dei parametri chimici che ha permesso il calcolo del LIMeco. La tabella 1.8 riporta le stazioni monitorate e i relativi livelli risultati. La Figura 1.1 mostra

16 IDROSFERA la distribuzione delle classi di qualità del LIMeco tra le stazioni sottoposte a monitoraggio nell anno STATO e TREND Lo stato di qualità da macrodescrittori dei corsi d acqua in passato è stato valutato attraverso un indice differente, il LIM (D.Lgs. 152/99), che teneva conto anche degli aspetti microbiologici e che aveva una diversa scala di attribuzione dei punteggi. Inoltre, il monitoraggio nel 2011 ha riguardato anche dei corpi idrici individuati ai sensi della WFD, non presenti nella precedente selezione delle stazioni, pertanto per queste non è possibile valutare alcun andamento. Ciononostante, per le stazioni coincidenti, si può evidenziare un certo miglioramento rispetto al monitoraggio 2008, più evidente nelle stazioni dei bacini del Simeto e dell Alcantara. Nel 2011 si rilevano 40 corpi idrici con un LIMeco elevato o buono e 19 con un livello di LIMeco sufficiente, scarso o cattivo. TABELLE Tabella 1.8 Stazioni monitorate e i relativi livelli LIMeco provincia bacino denominazione stazione codice tratto LIMeco CATANIA Fiume Simeto-Passo Fico R CATANIA Fiume Simeto-Ponte Biscari R CATANIA Fiume Simeto-Pietrarossa R CATANIA Fiume Simeto-Troina-Serravalle R Simeto CATANIA Torrente Saracena R CATANIA Torrente Dittaino-Ponte sp 70 II R CATANIA Torrente Gornalunga-Passo Martino R CATANIA Torrente Gornalunga-Albano R CATANIA Torrente Monaci-Case Bracco R CATANIA Fiume Flascio R CATANIA Alcantara Randazzo R CATANIA Torrente Favoscuro - stazione Villanu R CATANIA/MESSINA Alcantara Torrente Roccella R MESSINA Fiume Alcantara - Mulino Cannarozzo R CATANIA Fiume Alcantara - Centrale Enel II salto R CATANIA Alcantara - San Marco R AGRIGENTO Carboj Carboj R AGRIGENTO Verdura Verdura R AGRIGENTO Verdura Sosio-S. Carlo R AGRIGENTO Magazzolo Fiume Magazzolo R AGRIGENTO Platani Platani 1 R AGRIGENTO Platani Platani 2 R AGRIGENTO Platani Platani-Passo Fonduto R AGRIGENTO Platani Platani 4 R AGRIGENTO Platani Platani-Casteltermini R AGRIGENTO S.Leone fiume S.Anna-S.Leone R AGRIGENTO Naro Fiume Naro R AGRIGENTO Imera Meridionale Imera Meridionale 1 R CALTANISSETTA Imera Meridionale Imera Meridionale 2 R CALTANISSETTA Imera Meridionale Imera Meridionale 3 R CALTANISSETTA Platani Fiume Salito R CALTANISSETTA Platani Fiume Gallodoro R CALTANISSETTA Gela Fiume Gela R RAGUSA Acate Acate 4 R RAGUSA Acate Acate 5 R RAGUSA Acate Torrente Amerillo R RAGUSA Acate Torrente Paratore R RAGUSA Ippari Ippari 2 R RAGUSA Ippari Ippari 3 R RAGUSA bacini minori tra ippari e Irminio Torrente Grassullo R RAGUSA Iriminio Iriminio 1 R RAGUSA Iriminio Iriminio 2 R RAGUSA Iriminio Iriminio 3 R RAGUSA Iriminio Iriminio 4 R RAGUSA Scicli Torrente Passo Gatta R RAGUSA bacini minori tra Scicli e Capo Passero Torrente Favara R RAGUSA Tellaro Tellaro 1 R

17 IDROSFERA provincia bacino denominazione stazione codice tratto LIMeco SIRACUSA Tellaro Tellaro 2 R SIRACUSA Cassibile Cassibile-Manghisi R SIRACUSA Bacini minori tra Cassibile e Anapo Vallone Mortellaro R SIRACUSA Anapo Anapo 1 R SIRACUSA Anapo Anapo 2 R SIRACUSA Anapo Ciane R SIRACUSA Lentini San Leonardo R TRAPANI S.Bartolomeo S.Bartolomeo 1 R TRAPANI Birgi Birgi R TRAPANI Arena Arena R TRAPANI Belice Belice 1 R TRAPANI Belice Belice 2 R stato di qualità elevato stato di qualità buono stato di qualità sufficiente stato di qualità scarso stato di qualità cattivo LIMeco 60 numero di stazioni ELEVATO BUONO SUFFICIENTE SCARSO CATTIVO totale stazioni 0 Figura 1.1. Distribuzione delle classi di qualità del LIMeco nelle stazioni monitorate nel 2011

18 IDROSFERA INDICATORE FIUMI: STATO ECOLOGICO SCOPO Valutazione dello stato ecologico dei corpi idrici fluviali attraverso l analisi delle caratteristiche biologiche, fisico-chimiche e chimiche. DESCRIZIONE Gli elementi di qualità biologica, fisico-chimica e chimica concorrono alla definizione dello Stato Ecologico del corpo idrico in accordo con quanto richiesto dal DM 260/2010. In particolare, gli elementi biologici monitorati sono le macrofite (valutati attraverso l indice IBMR), i macroinvertebrati bentonici (attraverso l indice STAR_ICMi), le diatomee (attraverso l indice ICMi); a sostegno di questi si analizzano, attraverso l applicazione del LIMeco, i parametri fisicochimici indicati nell allegato 1 del DM 260/2010 e le sostanze inquinanti non appartenenti all elenco di priorità (tab. 1/B dell All.1 DM 260/2010). Il risultato degli indici derivati da ciascuno degli elementi di qualità biologica considerato, va normalizzato sui valori di riferimento forniti dal DM 260/2010 per le differenti tipologie di corpo idrico, in attesa della definizione dei siti di riferimento specifici. Lo stato ecologico del corpo idrico è classificato in base alla classe più bassa risultante dai dati di monitoraggio degli elementi biologici, incrociando il dato con la classe derivata dal LIMeco, così come riportato nella matrice di tabella 1.9. Tabella Integrazione tra gli elementi biologici, fisico-chimici e idromorfologici (1) Lo stato elevato deve essere confermato dagli elementi idromorfologici a sostegno Le varie classi sono rappresentate da differenti colori, come riportato in Tabella 1.10.

19 IDROSFERA Tabella Schema cromatico per la presentazione delle classi dello stato ecologico Classe dello stato ecologico Elevato Buono Sufficiente Scarso Cattivo Colori associati blu verde giallo arancione rosso Al fine di ottenere una classificazione complessiva dello stato di qualità del corpo idrico, lo stato elevato, derivato come sopra descritto, deve essere confermato dall esame degli elementi idromorfologici (analisi a Cura dell Osservatorio delle Acque della Regione Siciliana) che, se negativi, declassano il corpo idrico allo stato buono. UNITÀ di MISURA Classi di qualità, da Elevato a Cattivo FONTE dei DATI Dati 2011 Arpa Sicilia (ST CT) NOTE TABELLE e FIGURE La tabella 1.11 mostra le stazioni di monitoraggio con i risultati per ciascun elemento di qualità biologica e chimica a sostegno. In tabella 1.12 sono evidenziate le criticità, se presenti, per gli elementi di qualità biologica, per i parametri chimici a sostegno (macrodescrittori ed inquinanti non appartenenti all elenco delle priorità) per il raggiungimento degli obiettivi di qualità previsti dalla WFD, nonché per lo stato chimico (inquinanti dell elenco di priorità, tab. 1/A del DM 260/2010), che concorre alla valutazione dello stato complessivo del corpo idrico. STATO e TREND Il monitoraggio completo è stato effettuato su 8 stazioni, di cui sei non a rischio e due probabilmente a rischio (Fiume Alcantara - Centrale Enel II salto, Alcantara - San Marco). Le stazioni Fiume Flascio staz. Zarbata, Torrente Saracena staz.trearie, Torrente Favoscuro staz. Villanu, Torrente Roccella - staz.roccella, che presentano le classi di qualità più elevate, sono state monitorate per verificarne l idoneità a candidati siti di riferimento. Per alcuni elementi di qualità biologica in queste stazioni sono risultati maggiori di 1 i rapporti di qualità ecologica (RQE), essendo stati calcolati sui valori teorici riportati nel DM 260/2010. Come messo in evidenza nella tabella 1.12, le criticità per il raggiungimento degli obiettivi di qualità previsti dalla Direttiva Europea 2000/60 CE (WFD), sono risultate tra gli elementi di qualità biologica, essendo invece risultati superiori al livello buono sia gli elementi chimici a sostegno che le sostanze dell elenco di priorità monitorate. Un ulteriore valutazione potrà essere effettuata quando saranno comparati i dati ottenuti da questo monitoraggio con quelli derivati dalle analisi idromorfologiche.

20 IDROSFERA TABELLE E FIGURE Tabella 1.11 Stazioni monitorate nel 2011 e classi di qualità per ciascun elemento. provincia bacino Corso d acqua stazione codice tratto RQE macrofite (IBMR) RQE diatomee (ICMi) RQE macroinvertebrati (STAR_ICMi) LIMeco tab 1/B DM 260/2010 Stato ecologico CATANIA Alcantara Flascio Fiume Flascio R CATANIA Alcantara Alcantara Torrazze R MESSINA Alcantara Favoscuro Villanu R MESSINA Alcantara Roccella Roccella R MESSINA Alcantara Alcantara CATANIA Alcantara Alcantara Mulino Cannarozzo Centrale Enel II salto R R CATANIA Alcantara Alcantara San Marco R CATANIA Simeto Saracena Trearie R stato di qualità elevato stato di qualità buono stato di qualità sufficiente stato di qualità moderato/scarso stato di qualità cattivo non valutato Tabella 1.12 Valutazione del raggiungimento degli obiettivo previsto dalla WDF provincia bacino Corso d acqua denominazione stazione codice tratto EQB criticità CATANIA Alcantara Flascio Zarbata R CATANIA Alcantara Alcantara Torrazze R MI; MF MESSINA Alcantara Favoscuro Villanu R MESSINA Alcantara Roccella Roccella R MESSINA Alcantara Alcantara Mulino Cannarozzo R MF CATANIA Alcantara Alcantara Centrale Enel II salto R D CATANIA Alcantara Alcantara San Marco R MI; MF; D CATANIA Simeto Saracena Trearie R *Sono stati determinati solo alcuni dei parametri indicati in tabella MI = macroinvertebrati MF = macrofite D = diatomee non raggiunto l obiettivo buono Direttiva Europea 2000/60EC (WFD) raggiunto l obiettivo buono Direttiva Europea 2000/60EC (WFD) LIMeco criticità tab 1B DM 260/2010 criticità* tab 1A DM 260/2010 criticità*

21 IDROSFERA INDICATORE LAGHI/INVASI: STATO ECOLOGICO SCOPO Valutare lo stato degli invasi attraverso l analisi delle caratteristiche biologiche, fisico-chimiche e chimiche. DESCRIZIONE Per la valutazione dello Stato Ecologico dei laghi secondo il DM 260/2010, sono da analizzare gli elementi di qualità biologica, fisico-chimica e chimica. In particolare, gli elementi biologici monitorati sono le macrofite, i macroinvertebrati bentonici, il fitoplancton; i parametri chimicofisici, indicati nell allegato 1 del DM 260/2010 (Fosforo totale, Ossigeno ipolimnico e trasparenza dell acqua), si valutano attraverso il calcolo del livello trofico dei laghi (LTLeco), e le sostanze inquinanti da determinare sono quelle non appartenenti all elenco di priorità (tab. 1/B dell All.1 DM 260/2010). In attesa della definizione dei siti di riferimento specifici, la normalizzazione del dato è effettuata su valori di riferimento teorici forniti dal DM 260/2010 per le differenti tipologie di corpo idrico. Nel caso degli invasi l unico elemento di qualità biologico necessario alla valutazione del corpo idrico è il fitoplancton, analizzato attraverso l applicazione dell Indice Complessivo per il Fitoplancton (ICF) determinato sulla base di un anno di campionamento e ottenuto come media di due indici componenti: 1. l indice medio di biomassa, basato a sua volta sulla concentrazione media di clorofilla a e sul biovolume medio degli organismi fitoplantonici; 2. l indice di composizione PTIot (Phytoplankton Trophic Index basato su optimum-tolerance) a partire dalla composizione specifica delle associazioni fitoplanctoniche. L indice di composizione è differente a secondo del tipo del corpo idrico, individuato ai sensi del D.M. 131/2008, e delle macrotipologie, ai sensi del D.M. 260/2010. Per le tipologie rappresentate in Sicilia, l indice da applicare è il PTIot per le tipologie Me-1, Me-2, S, comprese nelle macrotipologie I3, L3, L4. In accordo con la WFD, i limiti di classe dei rapporti di qualità ecologica (RQE) sono stati stabiliti attraverso esercizi di intercalibrazione europei effettuati mediante un apposita campagna di campionamento ed analisi. E risultato che l indice PTIot è uno strumento idoneo alla valutazione dello stato ecologico dei laghi poco profondi della regione alpina, per i quali è stato formulato, e non è stato ad oggi testato nell area mediterranea. L indice LTLeco, introdotto nella normativa italiana dal DM 260/2010, è basato su parametri chimico-fisici: il fosforo totale, riferito alla concentrazione media ottenuta come media ponderata rispetto al volume o all altezza degli strati nel periodo di piena circolazione; la trasparenza, ottenuta come media dei valori riscontrati nell arco dell anno; la concentrazione dell ossigeno ipolimnico (calcolato come percentuale di saturazione), anche questa calcolata come media ponderata rispetto al volume o all altezza degli strati, alla fine del periodo di stratificazione. A ciascuno dei valori riscontrati si attribuisce un punteggio a seconda del macrotipo del corpo idrico, sulla base del quale si esprime il giudizio di qualità in 3 classi (Elevato, Buono, Sufficiente). Lo stato ecologico del corpo idrico è classificato in base alla classe più bassa risultante dai dati di monitoraggio degli elementi biologici, incrociando il dato con la classe derivata dal LTLeco, così come riportato nella matrice di tabella 1.13.

22 IDROSFERA Tabella Integrazione tra gli elementi biologici, fisico-chimici e idromorfologici Le varie classi sono rappresentate da differenti colori, come riportato in Tabella Agli invasi non può essere attribuita la classe di qualità elevata a causa della loro non naturalità idromorfologica. Tabella Schema cromatico per la presentazione delle classi dello stato ecologico Classe dello stato ecologico Colori associati Elevato blu Buono verde Sufficiente giallo Scarso arancione Cattivo rosso In Sicilia il monitoraggio dei corpi idrici lacustri è stato avviato nel 2010 su un invaso artificiale, il Trinità, nella provincia di Trapani. Questo risulta appartenere al macrotipo lacustre I3, (invasi con profondità media inferiore ai 15 metri, non polimittici); tipologia Me-2 (laghi ed invasi mediterranei, poco profondi, con substrato calcareo). UNITÀ di MISURA Classi di qualità, da Elevato a Cattivo FONTE dei DATI Dati 2011 Arpa Sicilia (ST TP) NOTE TABELLE e FIGURE La Figura 1.2 mostra l andamento delle principali classi fitoplanctoniche durante il In Tabella 1.15 si riportano i valori dei Rapporti di Qualità Ecologica relativi ai valori degli indici componenti ottenuti nel STATO e TREND Lo stato di qualità ecologica dell invaso Trinità è risultato buono. Ciò nonostante l indice PTIot sia risultato in classe sufficiente. Come sopra descritto, quest indice è basato sulla diversa sensibilità delle specie fitoplanctoniche e un valore basso può essere anche attribuito alla abbondante presenza di Cyanophyta, che comprende specie molto tolleranti; in particolare si è verificata una persistente fioritura Planktothrix rubescens a partire dal mese di marzo.

23 IDROSFERA Una valutazione sul trend non è possibile farla in quanto in precedenza la valutazione di laghi ed invasi era effettuata attraverso indici differenti che non tenevano in considerazione gli elementi di qualità biologica. E comunque da rilevare che lo Stato Ambientale valutato ai sensi del D.Lgs. 152/99, attribuiva all invaso Trinità una classe sufficiente. TABELLE E FIGURE LAGO TRINITA' Biovolume algale mm 3 /m mag giu ago sett dic 2011 Cyanophyta Bacillariophyta Euglenophyta Cryptophyta Pirrophyta Clorophyta Figura 1.2 Andamento delle classi fitoplanctoniche nel 2011 Tabella 1.15 Valori del Rapporto di Qualità Ecologica (RQE) calcolati sui dati del 2011 Indice Media annuale RQE (ICF) Classe di Indice medio Complessivo per qualità di biomassa il Fitoplancton Classe di qualità ecologica per il fitoplancton Biovolume medio annuo (mm 3 /l) Buono* 1.86 Conc. Media Clorofilla a (g/l) Buono 1.35 BUONO Indice di composizione PTIot ,847 Sufficiente *Gli invasi non possono avere classe di qualità elevata a causa della loro non naturalità idromorfologica

24 IDROSFERA INDICATORE ACQUE DI TRANSIZIONE: MACROINVERTEBRATI SCOPO Valutare lo stato dei corpi idrici delle acque di transizione attraverso l analisi delle caratteristiche delle comunità macrobentoniche. DESCRIZIONE La normativa vigente (DM 260/2010) prevede che per l elemento di qualità biologica macroinvertebrati bentonici la classificazione dello stato di qualità sia effettuata attraverso l applicazione dell indice M-AMBI (Muxika et al., 2007) e, facoltativamente, anche l indice BITS (Mistri e Munari, 2008). M-AMBI è un indice multivariato basato sull indice AMBI (AZTI s Marine Biotic Index) integrato con l indice di diversità di Shannon-Weawer (H ) ed il numero di specie (S). L indice AMBI, basato sulla struttura della comunità presente, suddivide le specie presenti in 5 gruppi ecologici in relazione alla sensibilità ai gradienti di stress ambientali. I valori di riferimento per il calcolo del Rapporto di Qualità Ecologica (RQE) vanno indicati per i tre indici che lo compongono e sono riportate nel DM 260/2010. I limiti di classe del Rapporto di Qualità Ecologica (RQE) per l indice M-AMBI sono i seguenti: elevato/buono Buono/sufficiente Sufficiente/scarso Scarso/cattivo L indice BITS (Benthic Index based on Taxonomic Sufficiency) necessita del riconoscimento tassonomico al livello di famiglia, e tiene in considerazione le caratteristiche ecologiche delle famiglie, distinte in tre gruppi: sensibili, tolleranti e opportuniste. I valori di riferimento tipospecificio per il calcolo dell RQE sono definiti dal DM 260/2010 ed i limiti di classe per il BITS sono quelli di seguito riportati: elevato/buono Buono/sufficiente Sufficiente/scarso Scarso/cattivo UNITÀ di MISURA Classi di qualità, da Elevato a Cattivo FONTE dei DATI Arpa Sicilia (ST Messina) NOTE TABELLE e FIGURE La Tabella 1.16 riporta le classi di qualità ottenute con gli indici M-AMBI e BITS nelle due stazioni, nei differenti periodi dell anno di monitoraggio. Nella tabella 1.17 sono messe in evidenza le criticità rilevate per i vari elementi di qualità monitorati nel corso del STATO e TREND Il Lago di Ganzirri, corpo idrico di transizione monitorato nel 2011, appartiene al macrotipo M- AT1 (non tidale), l habitat prevalente, definito sulla base della natura del substrato e dall eventuale presenza di macrofite, risulta essere sabbioso con presenza di macroalghe e fanerogame. Il giudizio complessivo valutato con l indice M-AMBI si ottiene integrando i giudizi dei diversi indici componenti. Come riportato in tabella 1.16, considerando le due stagioni monitorate (primavera e autunno), la classe di qualità risulta per il periodo primaverile BUONO mentre per il periodo autunnale MODERATO.

25 IDROSFERA Tabella 1.16 Classi di qualità calcolate con i diversi indici nelle due stazioni, nei differenti periodi dell anno di monitoraggio. M-AMBI BITS ST.A primavera buono elevato ST.B primavera buono buono ST.A autunno moderato elevato ST. B autunno moderato elevato Questa prima applicazione degli indici BITS e M-AMBI per l EQB macroinvertebrati bentonici, come mostra la figura 1.16, evidenzia una differenza di valutazione del corpo idrico per i due indici, più spiccata nel periodo autunnale. La classe di qualità per i macroinvertebrati (EQB) risulta quindi moderata per indice M-AMBI e buona per il BITS, pertanto i due indici non sembrano comparabili. Inoltre, come mostrato in tabella 1.17, tra le sostanze inquinanti ricercate nei sedimenti, si è rilevata la presenza di Cadmio in concentrazioni superiori allo Standard di qualità ambientale (tabella 2/A del DM 260/2010). Tabella 1.17 Criticità rilevate per i vari elementi di qualità monitorati nel corso del 2011 provincia bacino denominazione stazione MESSINA Bacini minori fra FIUMEDINISI e Capo Peloro codice stazione EQB criticità tab 1A DM 260/2010 criticità* tab 2A DM 260/2010 criticità** Lago Ganzirri R M-AMBI Cd * Parametri analizzati: Alaclor, Aldrin, Dieldrin, Endrin, Atrazina, Benzene, Cadmio, Clorfenvinfos, Clorpirifos, DDT, 1,2-Dicloroetano, Diclorometano, Endosulfan, Esacloro-benzene, Esaclorobutadiene, Esaclorocicloesano, Fluorantene, Benzo(a)pirene, Benzo(b)fluorantene, Benzo(k)fluorantene, Benzo(g,h,i)perylene, Indeno(1,2,3-cd)pyrene, Naftalene, Nichel, Piombo, Simazina, Tetracloruro di carbonio, Tetracloroetilene, Tricloroetilene, Triclorobenzeni, Triclorometano, Trifluralin * Parametri analizzati: Cadmio, Nichel, Piombo, Benzo(a)pirene, Benzo(b)fluorantene, Benzo(k)fluorantene, Benzo(g,h,i)terilene, Indeno(1,2,3-cd)pirene, Antracene, Fluorantene, Naftalene sufficiente moderato buono mancato conseguimento dello stato buono Alla luce di tutto ciò si potrebbe ipotizzare una migliore rispondenza al reale stato di qualità del corpo idrico dell indice M-AMBI rispetto al BITS. Ulteriori considerazioni potranno essere fatte solo in seguito all acquisizione di una serie storica consistente di dati. Infine, nessuna valutazione può essere effettuata su trend in quanto si tratta di indici applicati per la prima volta nel 2011.

26 IDROSFERA INDICATORE ACQUE DI TRANSIZIONE: MACROPHYTE QUALITY INDEX (MAQI) SCOPO Valutare lo stato dei corpi idrici delle acque di transizione attraverso l analisi della comunità vegetale bentonica. DESCRIZIONE Negli ambienti di transizione dell eco-regione Mediterranea la comunità vegetale bentonica è valutata attraverso l applicazione del Macrophyte Quality Index (MaQI) composto da un indice esperto (E-MaQI), basato sulla raccolta e classificazione del maggior numero possibile di macrofite presenti nell area di studio (15 x 15m, ISPRA), e da un indice rapido (R-MaQI modificato), basato sulla dominanza, copertura e/o presenza/assenza di taxa di particolare interesse ecologico. L E- MaQI è affidabile solo in presenza di un numero minimo di 20 specie; in caso contrario è necessario applicare l indice R-MaQI modificato. Questo è un indice basato sulla determinazione delle macroalghe e fanerogame marine presenti nelle aree di studio, con precisione a livello di specie negli ambienti di qualità superiore alla moderata. Tiene conto della copertura ed abbondanza relativa delle macroalghe dominanti (maggiore o minore del 5%) e delle fanerogame presenti, con particolare attenzione alle specie di alto valore ecologico. La classificazione è effettuata attraverso un meccanismo dicotomico schematizzato nella tabella di seguito riportata, anche con un solo campionamento, purché questo venga effettuato in Maggio o inizio di Giugno. L ulteriore campionamento effettuato in Ottobre, previsto dal DM 260/2010, è utile come conferma della classificazione effettuata.

27 IDROSFERA L indice R-MaQI modificato restituisce direttamente il rapporto di qualità ecologica. In tabella 1.18 sono riportate le soglie relative alle 5 classi di qualità per la valutazione del Rapporto di Qualità Ecologica (RQE). Tabella Limiti di classe per la classificazione dello stato ecologico basato sull RMaQI (DM 260/2010) Rapporto di Qualità Ecologica Elevato/buono Buono/sufficiente Sufficiente/scarso Scarso/cattivo 0,8 0,6 0,4 0,2 UNITÀ di MISURA Classi di qualità, da Elevato a Cattivo FONTE dei DATI Dati 2011 Arpa Sicilia (ST ME) NOTE TABELLE e FIGURE La Tabella 1.19 mostra l elenco delle specie di macrofite rilevate nel Lago di Ganzirri durante l anno di monitoraggio 2011 e relative percentuali di copertura sia della stagione primaverile che autunnale. In Tabella 1.20 sono riportate le classi di qualità di R-MaQI modificato calcolate nelle 2 stazioni monitorate in ciascun periodo di campionamento. STATO e TREND Il Lago di Ganzirri, corpo idrico di transizione monitorato nel 2011, appartiene al macrotipo M- AT1 (non tidale), l habitat prevalente definito sulla base della natura del substrato e dall eventuale presenza di macrofite, risulta essere sabbioso con presenza di macroalghe e fanerogame. Per l EQB macrofite, visto il ridotto numero di specie è stato applicato l indice dell R-MaQi modificato. I risultati ottenuti sono riepilogati in tabella In base alle percentuali di copertura delle fanerogame o delle specie sensibili si ottiene un EQR elevato. Il giudizio risulta, pertanto, elevato per entrambe le stazioni ed i periodi (tabella 1.20). TABELLE E FIGURE Tabella 1.19 Specie di macrofite rilevate nel Lago di Ganzirri durante il 2011 e relative percentuali di copertura nella stagione primaverile ed autunnale. PRIMAVERA STAZIONE A % copertura STAZIONE B % copertura Cymodocea nodosa 25 Ruppia cirrhosa 10 Caulerpa prolifera 15 Chaetomorpha aerea 50 Chaetomorpha lunum 15 Ulva intestinalis 10 Ulva intestinalis 5 Altre alghe presenza molto ridotta < 5 % Altre alghe presenza molto ridotta <5% Gracilaria bursa-pastoris Gracilaria bursa-pastoris Gayliella flaccida Ulva fasciata Gayliella flaccida

28 IDROSFERA AUTUNNO STAZIONE A % copertura STAZIONE B % copertura Cymodocea nodosa 50 Ruppia cirrhosa 10 Ruppia cirrhosa 5 Chaetomorpha aerea 50 Chaetomorpha aerea 5 Ulva intestinalis 5 Altre alghe presenza molto ridotta < 5 % Altre alghe presenza molto ridotta < 5 % Gracilaria bursa-pastoris Gayliella flaccida Caulerpa prolifera Gracilaria bursa-pastoris Hypnea cornuta Ulva fasciata Gayliella flaccida Ceramium cf. diaphanum Tabella 1.20 Classi di qualità di R-MaQI calcolate nelle 2 stazioni monitorate in ciascun periodo di campionamento dell anno 2011 EQR Classe Primavera staz. A 0.9 Elevato Primavera staz. B 0.9 Elevato Autunno staz. A 1 Elevato Autunno staz. B 0.9 Elevato Si evidenzia che questo corpo idrico (lago di Ganzirri), oltre a presentare un indice R-MaQi modificato elevato, mostra l indice M-AMBI (macroinvertebrati) moderato. Inoltre la stazione di monitoraggio per la verifica dell idoneità delle acque alla vita dei molluschi, ubicata all interno del lago, è risultata non conforme nel quadriennio

29 IDROSFERA INDICATORE ACQUE SOTTERRANEE:STATO CHIMICO SCOPO Valutazione dello stato di qualità delle acque sotterranee attraverso il monitoraggio qualitativo. DESCRIZIONE L indicatore valuta la conformità delle acque sotterranee ai limiti previsti nelle tabelle 2 e 3 del D.M. 260/2010 per ogni stazione di monitoraggio (pozzo o sorgente). La classe di qualità che ne deriva, indica con BUONO i corpi idrici nei quali tutti i parametri rientrano nei limiti della norma, NON BUONO, quando uno o più parametri sono risultati con concentrazioni superiori a tali limiti. Inoltre sono indicati il numero di superamenti, i parametri per i quali si è riscontrata la non conformità e la percentuale di stazioni nel corpo idrico che hanno raggiunto il buono stato chimico rispetto al numero di stazioni monitorate. UNITÀ di MISURA Classi di qualità: BUONO o NON BUONO. FONTE dei DATI Dati 2011 Arpa Sicilia (ST AG, CL, CT, EN, ME, SR, TP) NOTE TABELLE e FIGURE La Tabella 1.21 mostra i corpi idrici con la relativa classe di qualità: Per i corpi idrici con classe non buona vengono elencati: i parametri per i quali si sono registrate concentrazioni superiori ai limiti di legge ed il numero dei superamenti per ciascuno di essi (indicato tra parentesi); la percentuale di stazioni con superamenti sul numero di stazioni monitorate nel corpo idrico. Viene inoltre riportato un fattore di ponderazione (FP) calcolato come prodotto tra numero superamenti per stazione e la percentuale di stazioni non conformi sul totale delle stazioni monitorate per ciascun corpo idrico. La figura 1.3 mostra la distribuzione dei superamenti delle stazioni siciliane monitorate nel corso del 2011 per tipologia di inquinante. In figura 1.4 è riportata la localizzazione delle stazioni di monitoraggio con la relativa classe di qualità calcolata sui dati dell anno STATO e TREND Durante l anno 2011 sono state sottoposte a monitoraggio 238 stazioni complessivamente di 39 corpi idrici. Ben 21 corpi idrici hanno evidenziato non conformità rispetto ai valori limite riportati dal DM 260/2010. Sono, invece, risultati in buono stato chimico 18 corpi idrici. Il maggior numero di superamenti ha riguardato il corpo idrico Piana di Marsala-Mazara del Vallo dove quasi il 59% delle stazioni monitorate è risultata non conforme. Segue il corpo idrico Piana di Catania dove si è registrato più del 35% di stazioni non conformi. Di contro ha presentato le migliori condizioni il bacino idrogeologico Monti Sicani nel quale tutti i corpi idrici sono risultati in classe buono. Non è possibile fare valutazioni nella zona del ragusano, altra zona a rischio agricolo, poiché i dati non sono disponibili. Si è rilevato (Fig. 1.3) che il parametro con più superamenti è il nitrato, che conferma l impatto dell agricoltura sulle acque sotterranee. Inoltre si rilevano superamenti per cloruri e conducibilità, alcuni pesticidi (simazina, ecc), sostanze clorurate volatili (tetracloroetilene, ecc) e metalli (vanadio, mercurio, ecc). TABELLE E FIGURE

30 IDROSFERA Tabella 1.21: Classe di qualità dei corpi idrici con relativa percentuale di superamento e fattore di ponderazione (FP) tra stazioni con superamenti e numero dei superamenti. Corpo Idrico Stazioni non Numero di FP Superamenti conformi/totale stazioni monitorate (%) superament i Piana di Marsala-Mazara del Vallo 58,82% 51 30,00 Benalaxil (3), Cloruri (8), Myclobutanil (3), Nitrati (25), Totale pesticidi (3), Conducibilità (3), Solfati (4), Simazina (2), Piana di Catania 35,29% 48 16,94 Cloruri (9), Mercurio, Nitrati (16), Solfati (10), Conducibilità (7), Fluoruri, Selenio (4) Etna Ovest 62,50% 13 8,125 Cloruri, Conducibilità, Vanadio (10), Piombo Siracusano nord-orientale 29,41% 14 4,41 Cloruri (5), Conducibilità (8), Simazina Piana di Augusta-Priolo 33,33% 10 3,33 Cloruri (6), Conducibilità (2), Simazina, Triclorometano Santo Stefano 100,00% 3 3,00 Antimonio, Nichel, Tetracloroetilene Piazza Armerina 33,33% 8 2,67 Antimonio (5), Mercurio, Piombo (2 superamenti), Messina-Capo Peloro 50,00% 5 2,50 Dibromoclorometano (2), Tetracloroetilene, (2), Piombo Monte Bonifato 50,00% 5 2,50 Nitrati (4), Tetracloroetilene Peloritani sud-orientali 100,00% 2 2,00 Bromodiclorometano (2) Etna Est 37,50% 4 1,50 Cloruri, Solfati, Nitrati, Mercurio Monte Ramalloro-Monte Inici 50,00% 3 1,50 Nitrati (3) Reitano-Monte Castellaci 100,00% 1 1,00 Vanadio Lentinese 18,18% 5 0,91 Cloruri, Conducibilità, Vanadio (3) Piana di Castelvetrano-Campobello 20,00% 4 0,80 Nitrati (4), di Mazara Etna Nord 33,33% 1 0,33 Cloruri Peloritani orientali 33,33% 1 0,33 Antimonio Monte Erice 25,00% 1 0,25 Nitrati Ragusano 25,00% 1 0,25 Nitrati Piana di Barcellona-Milazzo 6,67% 3 0,20 Antimonio, Arsenico, Tetracloroetilene Siracusano meridionale 14,29% 1 0,14 Triclorometano Alcantara 0 Belmonte-Pizzo Mirabella 0 Brolo 0 Gioiosa Marea 0 Menfi-Capo S. Marco 0 Monte Sparagio-Monte Monaco 0 Montevago 0 Peloritani centrali 0 Peloritani meridionali 0 Peloritani nord-orientali 0 Peloritani occidentali 0 Piana di Vittoria 0 S.Agata-Capo D'Orlando 0 Saccense meridionale 0 Sicani centrali 0 Sicani meridionali 0 Sicani orientali 0 Timeto 0

31 IDROSFERA Triclorometano Totale pesticidi Tetracloroetilene Vanadio Antimonio Arsenico Benalaxil Bromodiclorometano Solfati Cloruri Simazina Selenio Piombo Conducibilità µgs/cm a 20 C Nitrati Dibromoclorometano Fluoruri Nichel Myclobutanil Mercurio Figura 1.3 Distribuzione del numero di superamenti per tipologia di inquinante.

32 IDROSFERA Figura 1.4 Localizzazione delle stazioni di monitoraggio.

33 IDROSFERA ACQUE VULNERABILI DA NITRATI DI ORIGINE AGRICOLA E DA PRODOTTI FITOSANITARI - RETE NITRATI E FITOFARMACI L allegato 7 della Parte III del D.Lgs. 152/2006 prevede lo studio delle acque vulnerabili da nitrati di origine agricola, in accordo con la Direttiva 91/676/CEE del Consiglio del 12/12/1991 e delle acque vulnerabili da prodotti fitosanitari. Questi infatti costituiscono una delle principali cause di inquinamento delle acque.

34 IDROSFERA INDICATORE FIUMI: NO 3 MEDIA ANNUA SCOPO Verificare il rispetto della concentrazione massima dei nitrati nei fiumi pari a 50 mg/l, parametro definito come standard di qualità ambientale dalla normativa vigente. Il monitoraggio è stato effettuato in 121 stazioni ubicate su fiumi DESCRIZIONE L indicatore verifica l andamento della concentrazione media annua di NO 3 nel quadriennio rispetto al periodo precedente. UNITÀ di MISURA %. FONTE dei DATI Dati ARPA Sicilia (ST AG, CL, CT, EN, ME, PA, SR, RG, TP) NOTE TABELLE e FIGURE La tabella 1.22 riporta l andamento della concentrazione di azoto nitrico secondo la seguente classificazione prevista dal MATT: forte aumento: differenze superiori a 5 mg/l debole aumento: differenze comprese tra a 5 mg e 1 mg/l stabile: differenze comprese tra 1mg/l e -1mg/l debole diminuzione : differenze comprese tra -1 mg/l -5 mg/l forte diminuzione: differenze superiori a 5 mg/l In Figura 1.5 sono riportate le stazioni di monitoraggio nel quadriennio e le concentrazioni massime di NO 3 rilevate. STATO e TREND La Relazione dei dati sulla vulnerabilità da nitrati delle acque (superficiali e sotterranee) evidenzia un aumento dei punti di campionamento rispetto al periodo precedente. Nelle acque dei fiumi si evidenzia un ampia variabilità nell'andamento sia in aumento che in calo delle concentrazioni di nitrato determinate, anche se prevale la tendenza ad una diminuzione delle concentrazioni. Tabella Fiumi. Concentrazione di NO : andamento rispetto al periodo precedente Percentuale di punti su NO 3 max su media annua su media invernale comuni in aumento forte 26,8% 14,3% 10,8% debole 5,4% 5,4% 13,5% stabile 8,9% 23,2% 10,8% in calo forte 44,6% 32,1% 24,4% debole 14,3% 25.0% 40,5%

35 IDROSFERA Figura 1.5 Mappa delle concentrazioni massime di NO 3 rilevate nelle stazioni di monitoraggio nel quadriennio

36 IDROSFERA INDICATORE LAGHI: NO 3 MEDIA ANNUA SCOPO Verificare il rispetto della concentrazione massima dei nitrati nei laghi/invasi pari a 50 mg/l, parametro definito come standard di qualità ambientale dalla normativa vigente. Il monitoraggio è stato effettuato in 29 laghi/invasi. DESCRIZIONE L indicatore verifica l andamento della concentrazione media annua di NO 3 nel quadriennio rispetto al periodo precedente. UNITÀ di MISURA %. FONTE dei DATI Dati ARPA Sicilia (ST AG, CL, EN, ME, PA, RG, SR, TP) NOTE TABELLE e FIGURE Le tabelle 1.23 riporta l andamento della concentrazione di azoto nitrico secondo la seguente classificazione prevista dal MATT: forte aumento: differenze superiori a 5 mg/l debole aumento: differenze comprese tra a 5 mg e 1 mg/l stabile: differenze comprese tra 1mg/l e -1mg/l debole diminuzione : differenze comprese tra -1 mg/l -5 mg/l forte diminuzione: differenze superiori a 5 mg/l In Figura 1.6 sono riportate le stazioni di monitoraggio nel quadriennio e le concentrazioni massime di NO 3 rilevate. STATO e TREND La Relazione dei dati sulla vulnerabilità da nitrati delle acque (superficiali e sotterranee) evidenzia un aumento dei punti di campionamento rispetto al periodo precedente. Nelle acque dei laghi si evidenzia un ampia variabilità nell'andamento sia in aumento che in calo delle concentrazioni di nitrato determinate, anche se prevale un aumento dei valori massimi del periodo in oltre il 50% delle stazioni. Tabella Laghi. Concentrazione di NO : andamento rispetto al periodo precedente Percentuale di punti su NO 3 max su media annua su media invernale* comuni in aumento forte 20.7% 3.5% 0.00% debole 31.0% 20.7% 27.8% stabile 10.3% 31.0% 22.2% in calo forte 27.7% 24.1% 11.1% debole 10.3% 20.7% 38.9% i dati sulla media invernale sono disponibili solo su 18 stazioni

37 IDROSFERA Figura 1.6 Mappa delle concentrazioni massime di NO 3 rilevate nelle stazioni di monitoraggio nel quadriennio

38 IDROSFERA INDICATORE ACQUE DI TRANSIZIONE: NO 3 MEDIA ANNUA SCOPO Verificare il rispetto della concentrazione massima dei nitrati nelle acque di transizione, pari a 50 mg/l, parametro definito come standard di qualità ambientale dalla normativa vigente. Il monitoraggio è stato effettuato su 11 stazioni. DESCRIZIONE L indicatore verifica l andamento della concentrazione media annua di NO 3 nel quadriennio rispetto al periodo precedente. UNITÀ di MISURA %. FONTE dei DATI Dati ARPA Sicilia (ST ME, TP) NOTE TABELLE e FIGURE La tabella 1.24 riporta l andamento della concentrazione di azoto nitrico secondo la seguente classificazione prevista dal MATT: forte aumento: differenze superiori a 5 mg/l debole aumento: differenze comprese tra a 5 mg e 1 mg/l stabile: differenze comprese tra 1mg/l e -1mg/l debole diminuzione : differenze comprese tra -1 mg/l -5 mg/l forte diminuzione: differenze superiori a 5 mg/l In Figura 1.7 sono riportate le stazioni di monitoraggio nel quadriennio e le concentrazioni massime di NO 3 rilevate. STATO e TREND La Relazione dei dati sulla vulnerabilità da nitrati delle acque (superficiali e sotterranee) evidenzia un aumento dei punti di campionamento rispetto al periodo precedente. Nelle acque di transizione si rileva per la media annua una variazione in debole aumento ed un aumento dei valori massimi del periodo in oltre il 50% delle stazioni. Tabella Acque di transizione. Concentrazione di NO : andamento rispetto al periodo precedente Percentuale di punti comuni su NO 3 max su media annua in aumento forte 9.1% 0.0% debole 45.4% 27,3% stabile 36.4% 72,7% in calo forte 0.0% 0.0% debole 9.1% 0.0%

39 IDROSFERA Figura 1.7 Mappa delle concentrazioni massime di NO 3 rilevate nelle stazioni di monitoraggio nel quadriennio

40 IDROSFERA INDICATORE ACQUE SOTTERRANEE: NO 3 MEDIA ANNUA SCOPO Verificare il rispetto della concentrazione massima dei nitrati nelle acque sotterranee, pari a 50 mg/l, parametro definito come standard di qualità ambientale dalla normativa vigente. Il monitoraggio è stato effettuato in 584 stazioni di corpi idrici sotterranei. DESCRIZIONE L indicatore verifica l andamento della concentrazione media annua di NO 3 nel quadriennio rispetto al periodo precedente. UNITÀ di MISURA %. FONTE dei DATI Dati ARPA Sicilia (ST AG, CL, CT, EN, ME, PA, RG, SR, TP) NOTE TABELLE e FIGURE La tabella 1.25 riporta l andamento della concentrazione di azoto nitrico secondo la seguente classificazione prevista dal MATT: forte aumento: differenze superiori a 5 mg/l debole aumento: differenze comprese tra a 5 mg e 1 mg/l stabile: differenze comprese tra 1mg/l e -1mg/l debole diminuzione : differenze comprese tra -1 mg/l -5 mg/l forte diminuzione: differenze superiori a 5 mg/l La tabella 1.26 mostra la percentuale di stazioni che superano i valori di concentrazioni di 50 mg/l e di 40 mg/l. STATO e TREND La Relazione dei dati sulla vulnerabilità da nitrati delle acque (superficiali e sotterranee) evidenzia un aumento dei punti di campionamento rispetto al periodo precedente. Per le acque sotterranee si evidenzia un ampia variabilità nell'andamento sia in aumento che in calo delle concentrazioni di nitrato anche se prevale la tendenza di un aumento delle concentrazioni. Si rilevano per i valori massimi di nitrato 104 stazioni in cui la concentrazione è superiore a 40 mg/l e 83 in cui la concentrazione è superiore a 50 mg/l. In Figura 1.8 sono riportate le stazioni di monitoraggio nel quadriennio e le concentrazioni massime di NO 3 rilevate. Tabella Acque sotterranee. Concentrazione di NO : andamento rispetto al periodo precedente Percentuale di punti comuni su NO 3 max su media annua in aumento forte 29,2% 19.0% debole 32.0% 27,5% stabile 20,1% 26,8% in calo forte 13,4% 18,3% debole 5,3% 8,4%

41 IDROSFERA Tabella Acque sotterranee. Concentrazione di NO Percentuale di punti Periodo di riferimento precedente Periodo di riferimento in corso ( ) Superiore a 50 mg/l 16,2% su livelli max NO % su livelli medi NO % Superiore a 40 mg/l 20.00% su livelli max NO % su livelli medi NO % Figura 1.8 Mappa delle concentrazioni massime di NO 3 rilevate nelle stazioni di monitoraggio nel quadriennio

42 IDROSFERA QUALITA ACQUE A SPECIFICA DESTINAZIONE L art. 79 del D.Lgs. 152/06 definisce acque a specifica destinazione funzionale: a) le acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile; b) le acque destinate alla balneazione; c) le acque dolci che richiedono protezione e miglioramento per essere idonee alla vita dei pesci; d) le acque destinate alla vita dei molluschi. Per tali acque ad esclusione delle acque destinate alla balneazione, si applica ai fini della classificazione e del monitoraggio quanto stabilito nell allegato 2 della Parte III del D.Lgs. 152/06. Il monitoraggio deve essere effettuato ogni anno con le frequenze previste nel suddetto allegato. Le tabelle 1.27, 1.28 e 1.29 indicano il numero di stazioni riportate nel Piano di gestione, distinti per provincia, ed il numero di stazioni monitorate nel 2011 per le acque a specifica destinazione. Tabella 1.27 Acque destinate alla produzione di acqua potabile superficiali Strutture territoriali Numero stazioni % stazioni monitorate nel Numero di stazioni in totale* competenti effettivamente monitorate 2011 AG % CL 2 0 CT 1 0 EN % PA % RG % TOTALE % *Si precisa che si sta verificando con l Assessorato Regionale alla Sanità il reale utilizzo come acque da potabilizzare di alcune delle fonti citate nel PdG. Tabella 1.28 Acque idonee alla vita dei pesci Strutture territoriali Numero stazioni monitorate % stazioni monitorate nel Numero di stazioni in totale competenti 2011 AG % SR % ME % CT % TOTALE % Tabella 1.29 Acque idonee alla vita dei molluschi Strutture territoriali Numero stazioni monitorate % stazioni monitorate nel Numero di stazioni in totale competenti 2011 CL 4 0 0% SR % ME % TOTALE % ARPA Sicilia non ha l onere del controllo delle acque destinate alla balneazione. Dal 2008 ARPA effettua da giugno a settembre sulle acque marino-costiere, con almeno due campionamenti al mese, il monitoraggio dei dinoflagellati bentonici (Ostreopsis spp, ecc) su 35 stazioni di acque marino-costiere distribuite su tutto il territorio regionale, ai sensi della Decreto Interministeriale del 30/3/2010 e dalla Circolare Regionale Interassessoriale n del 6/7/2007. E bene ribadire che il Piano di Monitoraggio messo in atto da questa Agenzia è stato strutturato e

43 IDROSFERA finalizzato esclusivamente ad evidenziare eventuali contaminazioni delle componenti ambientali con l obbiettivo di individuare l origine e le cause del fenomeno.

44 IDROSFERA INDICATORE ACQUE IDONEE ALLA VITA DEI PESCI SCOPO Valutazione della conformità rispetto ai valori imperativi della tabella 1/B dell allegato 2 della Parte III del D.Lgs. 152/06. DESCRIZIONE Verifica della classificazione delle acque (ciprinicole, salmonicole) rispetto al monitoraggio del UNITÀ di MISURA Conforme, non conforme FONTE dei DATI Dati Arpa Sicilia (ST AG, CT, ME, SR) NOTE TABELLE e FIGURE Nella tabella 1.30 sono riportate le stazioni previste nel Piano di Gestione e la conformità ai valori imperativi della tabella 1/B dell allegato 2 della Parte III del D.Lgs. 152/06. STATO e TREND Solo le acque della stazione del fiume Anapo hanno presentato dal 2008 al 2011 superamenti esclusivamente dei valori guida e non di quelli imperativi. Gli altri cinque corpi idrici (Platani (170-49), Ciane, Simeto e Alcantara) non risultano conformi ai valori imperativi, secondo la classificazione attribuita dalla Regione con il DM del 19/11/97, ribadita nel Piano di Gestione delle Acque del 2010, e riportata nella tabella Tabella 1.30 Conformità nelle stazioni di monitoraggio nel periodo Idonee alla vita Conforme Codice N Provincia Corpo Idrico della specie (si/no) Stazione Parametri non conformi 170 R AG Fiume Platani Salmonicole no + BOD5, O 2, NH 4 49 R AG Fiume Platani Ciprinicole no + BOD5, NH 4 89 R SR Fiume Anapo Ciprinicole si Idrocarburi (VG*) 91 R SR Fiume Ciane Ciprinicole no + O 2, NH R CT Fiume Simeto Salmonicole no Rame 118 R ME Fiume Alcantara Salmonicole no materiali in sospensione, T max, zinco * valore guida

45 IDROSFERA INDICATORE ACQUE DESTINATE ALLA VITA DEI MOLLUSCHI SCOPO Valutazione della conformità rispetto ai valori imperativi della tabella 1/C dell allegato 2 della Parte III del D.Lgs. 152/06. DESCRIZIONE Verifica dell idoneità delle acque rispetto al monitoraggio del quadriennio UNITÀ di MISURA Conforme, non conforme FONTE dei DATI Dati Arpa Sicilia (ST ME, SR) NOTE TABELLE e FIGURE Nella tabella 1.31 sono riportate le stazioni monitorate nel 2011 tra quelle previste nel Piano di Gestione e la conformità ai valori imperativi della tabella 1/C dell allegato 2 della Parte III del D.Lgs. 152/06. STATO e TREND La stazione di Ganzirri non è risultata conforme negli anni 2008, 2009 e 2010 e La stazione del Porto Grande Molo Zanagora, monitorata solo negli anni 2010 e 2011, è risultata nel 2010 non conforme per il verificarsi di ripetuti fenomeni di anossia. Tabella 1.31 Conformità nelle stazioni di monitoraggio nell anno Codice Stazione Provincia Stazione di Campionamento Tipo di corpo idrico Conforme (si/no) Parametri non conformi R ME Ganzirri transizione no coliformi fecali, O 2 R SR Porto Grande - Molo Zanagora mare si

46 IDROSFERA INDICATORE DENSITA DI OSTREOPSIS SPP SCOPO Quantificare la presenza di microalghe potenzialmente tossiche del genere Ostreopsis e in alcuni casi della specie O. ovata nella colonna d acqua al fine di monitorare eventuali fenomeni di fioritura. DESCRIZIONE Le microalghe del genere Ostreopsis sono microalghe bentoniche che colonizzano substrati inorganici e viventi, e che si trovano naturalmente anche nella colonna d acqua. L ARPA Sicilia nel 2011 ha effettuato l attività di monitoraggio di Ostreopsis spp in 44 stazioni di 32 corpi idrici. E stato previsto un campionamento a giugno, due a luglio e agosto, ed uno a settembre. La frequenza di campionamento è stata incrementata nelle stazioni nelle quali si è verificata una densità superiore alle cell/l. UNITÀ di MISURA Cell/l FONTE dei DATI Dati 2011 Arpa Sicilia (ST AG, CL, CT, ME, PA, SR, TP) NOTE TABELLE e FIGURE I corpi idrici sono stati suddivisi in 6 classi di densità, come mostrato dalla Figura 1.9 ed 1.10 ed in Tabella 1.32, alle quali è stato attribuito un differente colore per facilità di visualizzazione. STATO e TREND In sintesi nel corso del 2011 si sono registrate fioriture già a partire dalla metà giugno lungo la costa del Palermitano (Vergine Maria e Arenella). Si sono manifestate inoltre fioriture nelle stazioni che storicamente sono risultate ripetutamente soggette al fenomeno (Isola delle Femmine-Capaci, Aspra-Bagheria, S.Giuliano-Erice), ed anche in altre stazioni dove non si erano in precedenza registrate densità elevate (S.Vito Lo Capo, Tonnara di Trabia, Finale di Pollina, Acireale - Pozzillo, Acicastello - Lungomare Scardamiano, Mazara del Vallo - Lungomare S.Vito).

47 IDROSFERA densità <20 21<densità< <densità< <densità< <densità<10000 densità >10000 Fonte: Elaborazione e dati ARPA Sicilia (2011) Figura Distribuzione percentuale dei corpi idrici siciliani in classi di densità di Ostreopsis spp. (valori medi) in acqua nel periodo giugno - settembre densità <20 21<densità< <densità< <densità< <densità<10000 densità >10000 Fonte: Elaborazione e dati ARPA Sicilia (2011) Figura Distribuzione percentuale dei corpi idrici siciliani in classi di densità di Ostreopsis spp. (valori massimi) in acqua nel periodo giugno - settembre 2011.

48 IDROSFERA Tabella 1.32 Classe di densità di Ostreopsis spp. attribuita ai corpi idrici in base ai valori medi e massimi registrati nell intero periodo di monitoraggio nell anno Ostreopsis spp. cell/l Corpo Idrico Prov. Comune Località media massimi 2 TP Marsala Capo Lilibeo TP Marausa Marausa TP Erice San Giuliano TP S. Vito Lo Capo Grotta Cavalli PA Trappeto Trappeto PA Terrasini Cala Rossa PA Isola delle Femmine Isola delle Femmine-Capaci PA Isola delle Femmine Scogliera Azzurra PA Palermo Sferracavallo PA Palermo Barcarello PA Palermo Vergine Maria PA Palermo Arenella (Spiaggia) PA Bagheria Aspra PA S. Flavia S. Elia PA Trabia Tonnara di Trabia PA Pollina Finale di Pollina_Costa Turchina ME S. Stefano di Camastra S. Stefano di Camastra Assente Assente 24 ME Capo d'orlando S.Gregorio Assente Assente 27 ME Patti Patti Marina Assente Assente 28 ME Furnari Portorosa Assente Assente 30 ME Milazzo Tono-Ngonia ME Milazzo Capo Levante-Riva Smeralda ME Taormina Lido Spisone ME Taormina Mazzarò ME Taormina Isola Bella ME Taormina Villagonia ME Giardini Naxos Giardini Naxos CT Acireale Pozzillo CT Acicastello Lungomare Scardamiano SR Augusta Brucoli SR Priolo M. di Priolo Assente Assente 43 SR Siracusa Ortigia SR Siracusa Punta della Mola SR Siracusa Ognina SR Avola Calabernardo RG Porto Palo di Capo Passero Porto Pidocchio RG Ragusa Plaja Grande Assente Assente 52 RG Ragusa Torre di mezzo Assente Assente 52 RG Ragusa Casuzze Assente Assente 55 CL Gela Ovest Porto Rifugio Assente Assente 59 AG Agrigento S. Leone AG Ribera Secca Grande AG Sciacca Capo San Marco TP Mazara del Vallo Lungomare S.Vito Fonte: Elaborazione e dati ARPA Sicilia (2011)

49 IDROSFERA TUTELA QUALITATIVA DELLA RISORSA IDRICA: DISCIPLINA DEGLI SCARICHI Si descrivono brevemente le attività svolte dalle strutture territoriali dell agenzia per quanto riguarda il controllo degli impianti di trattamento delle acque reflue urbane in termini di sopralluogo e campionamento. Mentre non sono trattati nella presente relazione i controlli documentali effettuati sugli impianti di trattamento delle acque reflue urbane, nonché i controlli espletati per quanto riguarda gli impianti di depurazione dei reflui provenienti da aree industriali e i controlli eseguiti su richiesta delle AA.GG. e di altri Enti. Impianti di trattamento delle acque reflue urbane in Sicilia In Sicilia sono stati individuati 466 agglomerati (Piano di gestione del distretto idrografico della Sicilia). Per la maggior parte si tratta di aree con un carico organico biodegradabile al di sotto di abitanti equivalenti (A.E.). n. agglomerati A.E. < A.E.< A.E.< A.E.< A.E. > Provincia AG CL CT EN ME PA RG SR TP Totali Gli agglomerati sono serviti da 398 impianti di depurazione delle acque reflue urbane, di cui 341 sono in esercizio (Piano di gestione del distretto idrografico della Sicilia). N. impianti A.E. <2000 Numero impianti per classe di agglomerato A.E. < A.E. < A.E.< A.E. > Impianti non in esercizio Impianti in esercizio Prov. AG CL CT EN ME PA RG SR TP Totali Oltre ai dati del Piano di gestione del distretto idrografico della Sicilia (Regione Siciliana, marzo 2010), si riportano nelle seguenti quattro tabelle alcune informazioni sugli impianti di trattamento delle acque reflue urbane elaborate dall ultimo questionario (UWWTD 2011) compilato dalla Regione Siciliana in attuazione della Direttiva 91/271/CEE (aggiornato all anno 2010).

50 IDROSFERA Provincia N. impianti di trattamento In esercizio Non in esercizio Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo Ragusa Siracusa Trapani Totale Provincia N. impianti per capacità di trattamento in A.E. < > Totale Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo Ragusa Siracusa Trapani Totale Provincia N. impianti in esercizio per capacità di trattamento in A.E. < > Totale Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo Ragusa Siracusa Trapani Totale Provincia N. impianti in esercizio per carico in entrata trattato in A.E. < > Totale Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo Ragusa Siracusa Trapani Totale

51 IDROSFERA Sintesi dei sopralluoghi e dei campionamenti eseguiti dalle strutture territoriali dell ARPA Sicilia per il controllo degli impianti di depurazione delle acque reflue urbane. Attività programmate L ARPA Sicilia per l anno 2011 aveva programmato - in base alle risorse disponibili - l esecuzione di 703 controlli per gli impianti di trattamento delle acque reflue urbane con potenzialità maggiore a abitanti equivalenti, ripartiti tra le nove strutture territoriali secondo la seguente tabella. Controlli tab. 1 all. 5 parte terza D. Lgs. 152/06 e s.m.i. AG CL CT EN ME PA RG SR TP TOT. Controlli impianti di depurazione di acque reflue urbane con potenzialità da a A.E. Programmati (in base alle risorse) Numero minimo previsto dalla norma (stimato rispetto agli impianti attualmente funzionanti) Controlli impianti di depurazione di acque reflue urbane con potenzialità da a A.E. Programmati (in base alle risorse) Numero minimo previsto dalla norma (stimato rispetto agli impianti attualmente funzionanti) Controlli impianti di depurazione di acque reflue urbane con potenzialità oltre A.E. Programmati (in base alle risorse) Numero minimo previsto dalla norma (stimato rispetto agli impianti attualmente funzionanti) Totale controlli programmati (in base alle risorse) Numero minimo da mandato formale (stimato rispetto agli impianti attualmente funzionanti) Percentuale di controlli programmati (in base alle risorse) rispetto al numero minimo previsto dalla norma 25% 21% 30% 52% 16% 25% 62% 100% 19% 32% Attività realizzate

52 IDROSFERA Basandosi sulle informazioni attualmente fornite da otto strutture territoriali dell agenzia, si evince che nell anno 2011 sono stati effettuati complessivamente 664 controlli in termini di sopralluogo e di campionamento. Se si prendono in considerazione gli impianti di trattamento delle acque reflue urbane con potenzialità maggiore a abitanti equivalenti, i controlli effettuati sono 625. Se a questo dato parziale si somma il numero di controlli effettuati dalla struttura territoriale di Palermo (circa 113) stimato sulla base delle note pervenute presso la direzione generale dell agenzia (dati provvisori) - si supera il numero dei controlli che era stato programmato per il 2011.

53 INDICATORE NUMERO CONTROLLI NEGLI IMPIANTI DI TRATTAMENTO DELLE ACQUE REFLUE URBANE SCOPO Verificare il rispetto dei limiti dei parametri di tabella 1, 2 e 3 dell allegato 5 alla parte terza del decreto legislativo 152/2006. DESCRIZIONE Valutazione del numero dei superamenti registrati rispetto ai valori limite dei parametri di tabella 1, 2 e 3 dell allegato 5 alla parte terza del decreto legislativo 152/2006 nei controlli eseguiti durante l anno UNITÀ di MISURA Numero FONTE dei DATI Dati 2011 Arpa Sicilia (ST AG, CL, CT, EN, ME, RG, SR, TP) NOTE TABELLE e FIGURE Per ciascuna struttura territoriale si riporta una sintesi dei controlli eseguiti durante l anno 2011, evidenziando anche il numero di eventuali superamenti registrati rispetto ai valori limite dei parametri di tabella 1, 2 e 3 dell allegato 5 alla parte terza del decreto legislativo 152/2006. Il numero minimo di controlli annui è stato stimato rispetto al numero di impianti controllati (sopralluogo e campionamento) e al numero minimo di campioni indicato nell allegato 5 alla parte terza del D.Lgs 152/ in base alla potenzialità degli stessi impianti. Per gli impianti con potenzialità compresa tra e abitanti equivalenti sono stati considerati sempre 12 campioni annui, non valutando la conformità o non conformità dell anno precedente. Pertanto il numero minimo di controlli annui riportato nelle tabelle ( ) può risultare sovrastimato se si considera che più della metà degli impianti hanno una potenzialità al di sotto dei abitanti equivalenti. Le tabelle riportano - anche se non programmati - i sopralluoghi ed i campionamenti eseguiti presso gli impianti di trattamento delle acque reflue urbane con potenzialità al di sotto di abitanti equivalenti. Il numero di controlli effettuato è stato rappresentato graficamente (istogrammi) in base alla potenzialità dell impianto di trattamento, comparandolo al numero di impianti in esercizio di pari potenzialità. Nei grafici i dati per la provincia di Palermo sono sempre stimati (dati provvisori). STATO I controlli programmati raggiungevano il 32% del numero minimo previsto dalla norma. Il numero minimo previsto dalla norma era stato stimato rispetto agli impianti funzionanti ed alla frequenza di campionamento indicata nell allegato 5 alla parte terza del decreto legislativo 152/2006. Inoltre per la programmazione dei controlli si era tenuto conto anche della diffusa assenza presso gli impianti di trattamento di campionatori in continuo per l effettuazione di campioni medi ponderati nell arco delle 24 ore e pertanto si era considerato di effettuare in alternativa almeno un campione medio prelevato nell arco delle tre ore in accordo con quanto previsto dalle norme per la verifica del rispetto dei parametri di tab. 3 del citato allegato 5. Si ritiene quindi necessario riorganizzare e potenziare in Sicilia l intero sistema dei controlli delle fonti di pressione ambientale in generale e degli impianti di depurazione in particolare attraverso il completamento e il potenziamento degli organici delle amministrazioni deputate ai controlli ambientali.

54 Tabella 1.33 Agrigento NUMERO MINIMO CONTROLLI ANNUI CONTROLLI EFFETTUATI [n] Non Conformità del parametro BOD5 [n] Non Conformità del parametro COD [n] Non Conformità del parametro Solidi Sospesi Totali [n] Non Conformità del parametro N [n] Non Conformità del parametro P [n] Non Conformità Tab. 3 [n] Abitanti equivalenti N. impianti controllati PRELIEVI TAB.1 [n] PRELIEVI TAB.2 [n] PRELIEVI TAB. 3 [n] fino a da a da a oltre totale Tabella 1.34 Caltanissetta NUMERO MINIMO CONTROLLI ANNUI CONTROLLI EFFETTUATI [n] Non Conformità del parametro BOD5 [n] Non Conformità del parametro COD [n] Non Conformità del parametro Solidi Sospesi Totali [n] Non Conformità del parametro N [n] Non Conformità del parametro P [n] Non Conformità Tab. 3 [n] Abitanti equivalenti N. impianti controllati PRELIEVI TAB.1 [n] PRELIEVI TAB.2 [n] PRELIEVI TAB. 3 [n] fino da a da a oltre totale

55 IDROSFERA Tabella 1.35 Catania Abitanti equivalenti N. impianti controllati NUMERO MINIMO CONTROLLI ANNUI CONTROLLI EFFETTUATI [n] PRELIEVI TAB.1 [n] Non Conformità del parametro BOD5 [n] Non Conformità del parametro COD [n] Non Conformità del parametro Solidi Sospesi Totali [n] PRELIEVI TAB.2 [n] Non Conformità del parametro N [n] Non Conformità del parametro P [n] PRELIEVI TAB. 3 [n] fino a da a da a oltre totale Non Conformità Tab. 3 [n] Tabella 1.36 Enna Abitanti equivalenti N. impianti controllati NUMERO MINIMO CONTROLLI ANNUI CONTROLLI EFFETTUATI [n] PRELIEVI TAB.1 [n] Non Conformità del parametro BOD5 [n] Non Conformità del parametro COD [n] Non Conformità del parametro Solidi Sospesi Totali [n] PRELIEVI TAB.2 [n] Non Conformità del parametro N [n] Non Conformità del parametro P [n] PRELIEVI TAB. 3 [n] fino a da 2000 a da a oltre totale Non Conformità Tab. 3 [n]

56 IDROSFERA Tabella 1.37 Messina Abitanti Equivalenti [A.E.] N. impianti controllati NUMERO MINIMO CONTROLLI ANNUI CONTROLLI EFFETTUATI [n] PRELIEVI TAB.1 [n] Non Conformità del parametro BOD5 [n] Non Conformità del parametro COD [n] Non Conformità del parametro Solidi Sospesi Totali [n] PRELIEVI TAB.2 [n] Non Conformità del parametro N [n] Non Conformità del parametro P [n] PRELIEVI TAB. 3 [n] fino a da a da a oltre totale Non Conformità Tab. 3 [n] Tabella 1.38 Ragusa Abitanti equivalenti N. impianti controllati NUMERO MINIMO CONTROLLI ANNUI CONTROLLI EFFETTUATI [n] PRELIEVI TAB.1 [n] Non Conformità del parametro BOD5 [n] Non Conformità del parametro COD [n] Non Conformità del parametro Solidi Sospesi Totali [n] PRELIEVI TAB.2 [n] Non Conformità del parametro N [n] PRELIEVI TAB. 3 [n] fino a da a da a oltre totale Non Conformità Tab. 3 [n]

57 IDROSFERA Tabella 1.39 Siracusa Abitanti equivalenti N. impianti controllati NUMERO MINIMO CONTROLLI ANNUI CONTROLLI EFFETTUATI [n] PRELIEVI TAB.1 [n] Non Conformità del parametro BOD5 [n] Non Conformità del parametro COD [n] Non Conformità del parametro Solidi Sospesi Totali [n] PRELIEVI TAB.2 [n] Non Conformità del parametro N [n] Non Conformità del parametro P [n] PRELIEVI TAB. 3 [n] Non Conformità Tab. 3 [n] fino a da a da a oltre totale Tabella 1.40 Trapani Abitanti equivalenti N. impianti controllati NUMERO MINIMO CONTROLLI ANNUI CONTROLLI EFFETTUATI [n] PRELIEVI TAB.1 [n] Non Conformità del parametro BOD5 [n] Non Conformità del parametro COD [n] Non Conformità del parametro Solidi Sospesi Totali [n] PRELIEVI TAB.2 [n] Non Conformità del parametro N [n] Non Conformità del parametro P [n] PRELIEVI TAB. 3 [n] Non Conformità Tab. 3 [n] fino a da a da a oltre totale

58 IDROSFERA 14 Potenzialità impianto < A.E. 12 N. impianti in esercizio N. controlli effettuati Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo (dati stimati - provvisori) Ragusa Siracusa Trapani

59 IDROSFERA 60 Potenzialità impianto da a A.E. N. impianti in esercizio N. controlli effettuati Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo (dati stimati - provvisori) Ragusa Siracusa Trapani

60 IDROSFERA Potenzialità impianto da a A.E N. impianti in esercizio N. controlli effettuati Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo (dati stimati - provvisori) Ragusa Siracusa Trapani

61 IDROSFERA Potenzialità impianto oltre A.E. N. impianti in esercizio N. controlli effettuati Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo (dati stimati - provvisori) Ragusa Siracusa Trapani

62 ATMOSFERA 2. ATMOSFERA Autori: Vincenzo Ruvolo, Fabrizio Merlo, Riccardo Antero, Giuseppe Ballarino.

63 ATMOSFERA Introduzione L atmosfera ricopre un ruolo centrale nella protezione dell ambiente; la descrizione dei fenomeni che ne determinano le alterazioni deve passare attraverso una conoscenza approfondita e definita in un dominio spazio-temporale, da un lato delle condizioni fisico-chimiche dell aria e delle sue dinamiche di tipo meteorologico, dall altro delle emissioni di sostanze che ne alterano la composizione chimica sia di origine antropica (inquinanti) che naturale. La Decisione EoI 97/101/CE modificata da 2001/752/CE instaura uno scambio reciproco delle informazioni e dei dati provenienti dalle reti e dalle singole stazioni di misurazione dell'inquinamento atmosferico negli Stati membri. Dal 2005 ARPA Sicilia svolge il ruolo di Punto Focale Regionale (PFR) del Sistema Nazionale Ambientale (SINANet) raccogliendo e agevolando il flusso di informazioni relativo alla qualità dell aria verso ISPRA che gestisce la banca dati nazionale (BRACE). I dati così trasmessi, relativi a ciascun anno di rilevazione, sono pubblicati sul sito internet ( e consultabili dagli utenti interessati, oltre ché sul sito dell Agenzia ( dal link SIRVIAnet, reti di monitoraggio) dove i dati, i relativi report annuali e la tabella riassuntiva dei superamenti registrati sono consultabili e scaricabili. Parallelamente al flusso di informazioni EoI, la normativa che regolamenta la valutazione e gestione della qualità dell'aria (D.Lgs. 351/99, D.M. 60/2002, D.Lgs. 183/2004, D. Lgs. 152/2007, dal settembre 2010 tutti abrogati dall art.21 del D.Lgs. 13 agosto 2010, n.155), stabilisce un altro flusso di informazioni che dal livello locale è trasmesso a livello nazionale ed europeo. Con D.A. A.R.T.A. n.176/gab del 9 Agosto 2007 é stato approvato il Piano Regionale di Coordinamento per la Tutela della qualità dell'aria ambiente. Il suddetto Decreto fornisce indirizzi per la predisposizione degli strumenti attuativi (piani d azione e programmi) tenendo conto della necessità di collaborazione tra i diversi livelli istituzionali. Con D.A. A.R.T.A. n.94 del 24 luglio 2008 sono stati approvati l Inventario regionale delle emissioni in aria ambiente e la valutazione della qualità dell aria e zonizzazione del territorio; la figura seguente rappresenta la zonizzazione attualmente vigente, cui il presente elaborato si riferisce. Figura 2.1: D.A. 24 luglio 2008, n Classificazione del territorio ai fini del mantenimento e risanamento della qualità dell aria per ossidi di zolfo, ossidi di azoto, particelle sospese con diametro inferiore ai 10 micron, monossido di carbonio e benzene.

64 ATMOSFERA L attuale sistema di rilevamento Regionale della Qualità dell Aria gestito da ARPA Sicilia, avviato nel 2008, costituito da 12 centraline fisse e quattro laboratori mobili di Arpa Sicilia e dalle reti pubbliche di Agrigento, Caltanissetta, Catania, Messina, Palermo, Ragusa e Siracusa, opera secondo l architettura di figura 2.2. Figura 2.2: Schema Generale Architettura del Sistema Le reti pubbliche di monitoraggio della qualità dell aria esistenti sul territorio regionale dal 2008 sono connesse al Centro regionale per realizzare un sistema integrato, con l obiettivo di mettere in rete i diversi sistemi di rilevamento della qualità dell aria presenti sul territorio Siciliano. I dati raccolti e memorizzati presso le postazioni di misura (centraline) della rete di monitoraggio ARPA vengono, con frequenza almeno giornaliera, trasferiti al CED regionale ARPA e da qui resi disponibili, utilizzando la rete informatica VPN di ARPA Sicilia, alle Strutture Territoriali Provinciali di ARPA per le successive fasi di verifica e di validazione. Il CED regionale è inoltre interconnesso ai CED delle reti pubbliche esistenti sul territorio, in modo da poter acquisire giornalmente i dati validi (la validazione dei dati è a carico del Gestore) prodotti dalle reti pubbliche esistenti sul territorio regionale. Il CED Regionale ARPA è il nodo centrale del sistema, deputato a raccogliere, immagazzinare, analizzare, valutare e trasmettere l informazione proveniente dalle diverse postazioni e reti di monitoraggio pubbliche presenti sul territorio regionale; è basato su una architettura tecnologica di tipo Server/Client costituita da Personal Computer di fascia alta. I Server, attualmente in numero di 2, operanti in parallelo in ambiente Windows NT sono dedicati alla realizzazione della funzione di Centro di raccolta, elaborazione dati e supervisione rete, per lo svolgimento delle attività di: - acquisizione automatica di dati e allarmi dalle stazioni di monitoraggio ARPA dislocate su tutto il territorio regionale, ivi compresi i laboratori mobili;

65 ATMOSFERA - validazione ed archiviazione automatica dei dati acquisiti; - esecuzione automatica di elaborazioni statistiche e di consuntivazione periodica dei dati acquisiti ed archiviazione dei dati elaborati; - esecuzione automatica di controlli sui dati acquisiti ed elaborati per l individuazione di superamenti delle soglie legali ammissibili per la qualità dell aria; - generazione ed archiviazione automatiche di allarmi; - gestione del database di sistema; - acquisizione giornaliera dei dati pre-elaborati e validati delle reti pubbliche delle aree provinciali; - Esecuzione automatica di elaborazioni statistiche e di consuntivazione periodica dei dati acquisiti; - Esecuzione automatica di controlli sui dati acquisiti ed elaborati per l individuazione di superamenti delle soglie legali ammissibili per la qualità dell aria; - Archiviazione automatica dei dati acquisiti ed elaborati; - Generazione ed archiviazione automatiche di allarmi. I Calcolatori di tipo Client, dislocati presso la competente struttura della Direzione Generale ARPA e presso le Strutture Territoriali Provinciali ARPA, operanti in rete, sono dedicati alla realizzazione dell interfaccia operatore per le attività di colloquio on-line con le postazioni di rete e con il CED Regionale per l acquisizione di dati, allarmi e configurazioni e l invio di comandi. Oltre alla realizzazione della rete fin qui illustrata, è stato realizzato il Sistema Informativo Regionale per la Valutazione Integrata della qualità dell Aria (SIRVIA).

66 ATMOSFERA Quadro sinottico Indicatori per Atmosfera Tema Nome Indicatore DPSIR Copertura S T Stato Rappresentazione e Trend Tabelle Figure Riferimenti Normativi Stazioni di rilevamento della qualità dell aria R R D.Lgs 155/2010 Superamento dei limiti di SO 2 S A 8 / D.Lgs 155/2010 QUALITÀ DELL ARIA Superamento dei limiti di NO 2 Superamento dei limiti di CO Superamento dei limiti di PM 10 S S S A 7/9 A 7 /9 A 8/ D.Lgs 155/ D.Lgs 155/ D.Lgs 155/2010 Superamento dei limiti di C 6 H 6 S A 7/ D.Lgs 155/2010 Superamento dei limiti di O 3 S A 7/ D.Lgs 155/2010 PIANIFICAZIONE TERRITORIALE SOSTENIBILE Stato di attuazione della pianificazione regionale R R D.Lgs 155/2010

67 ATMOSFERA Qualità dell aria La misurazione continua in siti fissi della concentrazione di inquinanti atmosferici costituisce uno degli strumenti di conoscenza principali del programma di valutazione della qualità dell aria. A questo occorre integrare la conoscenza relativa alle emissioni in atmosfera ed alla meteorologia. La misura della qualità dell aria è effettuata tramite analizzatori di inquinanti che funzionano in continuo, posizionati all interno di centraline, presenti negli agglomerati e nelle zone definiti ai sensi del D. Lgs. 351/99. Dal 2011 sono disponibili i dati per l intero anno delle centraline operanti nel territorio di Ragusa - Zona IT1900. La qualità dei sistemi di rilevamento della qualità dell aria esistenti, tuttavia, necessita ancora di ulteriori miglioramenti in relazione alla gestione strumentale e alla disposizione territoriale dei sistemi di misura che producono i dati. L Annuario 2011 riporta i dati relativi agli indicatori ritenuti maggiormente significativi per descrivere lo stato della qualità dell aria nel territorio siciliano. Al fine di fornire elaborazioni statisticamente significative, si sono presi in considerazione i dati validati con copertura temporale nell arco dell anno non inferiore al 75% In particolare, si è fatto riferimento alla vigente zonizzazione regionale e sono stati riportati i dati significativi ed i superamenti dei limiti di legge in grafici a barre, di immediata lettura ed interpretazione. Il controllo della qualità dell aria è effettuato mediante reti di rilevamento attualmente gestite da ARPA Sicilia e dai Comuni nelle città di Catania e Palermo e dalle Province nel caso di Agrigento, Caltanissetta, Ragusa e Siracusa. Le centraline di monitoraggio della qualità dell aria gestite da ARPA, entrate in servizio nel corso del 2008, hanno operato per l intero anno Le centraline sono in totale dodici, quattro delle quali sono di fondo urbano, due di fondo suburbano, le rimanenti sei hanno come obiettivo il monitoraggio della qualità dell aria nelle aree industriali ed a rischio di crisi ambientale delle province di Caltanissetta, Messina e Siracusa. Nel corso del 2011 sono intervenute diverse variazioni nell assetto delle reti pubbliche. In particolare: - Il Comune di Palermo, per il protrarsi dei problemi legati alla gestione finanziaria, nel corso del 2011, per quanto abbia riattivato parte della strumentazione installata presso le proprie postazioni fisse, soltanto in pochi casi raggiunge una percentuale di dati accettabile. - Il Comune di Catania ha rivisitato, in un ottica di razionalizzazione dell intera rete, il numero e la dislocazione delle postazioni di rilevamento, riducendo in modo consistente il numero delle postazioni da traffico e realizzando una nuova postazione di fondo urbano. - Le centraline della rete di Ragusa hanno assicurato nel corso del 2011 la copertura temporale nell arco dell anno superiore al 75%, e di conseguenza se ne forniscono i dati. - Le centraline della rete di Agrigento hanno assicurato nel corso del 2011 la copertura temporale nell arco dell anno superiore al 75%, e di conseguenza se ne forniscono i dati. Gli inquinanti atmosferici considerati sono di seguito elencati: Il biossido di zolfo (SO 2 ) Il biossido di zolfo è generato sia da fonti naturali, quali le eruzioni vulcaniche, sia da fonti antropiche come i processi di combustione industriali. Nel tempo la concentrazione di questo inquinante nell aria è notevolmente diminuita soprattutto nelle aree urbanizzate; ciò è dovuto soprattutto alla riduzione del tenore di zolfo nei combustibili per uso civile ed industriale.

68 ATMOSFERA Dall analisi dei dati, si evidenzia che, durante l anno 2011 nella stazione Agip Mineraria (CL) si sono verificati 30 superamenti del valore limite orario di 350 µg/m 3, un numero quindi superiore al limite di legge fissato. Si registrano anche 2 superamenti del limite giornaliero nelle stazioni di San Cusmano (SR) e Agip Mineraria (CL) e 1 superamento in quella di Contrada Gabbia (SR). Questi sono comunque al di sotto del numero limite di superamenti. Il biossido di azoto (NO 2 ) è un inquinante secondario, generato dall ossidazione del monossido di azoto (NO) in atmosfera. Il traffico veicolare rappresenta la principale fonte di emissione del biossido di azoto. Gli impianti di riscaldamento civili ed industriali, le centrali per la produzione di energia e numerosi processi industriali rappresentano altre fonti di emissione. Non sono stati rilevati in Sicilia nel 2011 superamenti del valore limite orario di NO 2. Superamenti del limite annuale di NO 2 sono stati rilevati dalle centraline da traffico urbano delle città di Catania, Palermo, Siracusa, Caltanissetta e Messina Monossido di carbonio (CO).La sorgente antropica principale è rappresentata dai gas di scarico dei veicoli durante il funzionamento a basso regime, quindi in situazioni di traffico intenso e rallentato. Il gas si forma dalla combustione incompleta degli idrocarburi presenti nei combustibili. Gli impianti di riscaldamento ed alcuni processi industriali (produzione di acciaio, di ghisa e la raffinazione del petrolio) contribuiscono se pur in minore misura all emissione di monossido di carbonio. Dall analisi dei dati si rileva che non sono stati registrati superamenti del limite orario di monossido di carbonio in alcuna delle centraline provviste dell analizzatore dell inquinante considerato. PM 10. Con il termine PM 10 si fa riferimento al materiale particellare con diametro uguale o inferiore a 10 µm. Il materiale particolato può avere origine sia antropica che naturale. Le principali sorgenti emissive antropiche in ambiente urbano sono rappresentate dagli impianti di riscaldamento civile e dal traffico veicolare. Le fonti naturali di PM 10 sono riconducibili essenzialmente ad eruzioni vulcaniche, erosione, incendi boschivi etc. Il rispetto del valore limite giornaliero si determina calcolando il numero di superamenti registrati durante l anno che, come stabilito dalla normativa, non deve essere superiore a 35. Il rispetto del valore limite annuale si valuta verificando che il valore della media annuale non superi il valore limite di riferimento pari a 40 µg/m 3. Dall analisi dei dati si evince che tutte le centraline di monitoraggio provviste di analizzatore del PM 10 hanno registrato superamenti del valore limite giornaliero di 50 µg/m 3 e che tuttavia, solo in alcune postazioni ubicate in siti ad elevata densità di traffico autoveicolare viene oltrepassato il limite di 35 superamenti nell anno; fanno eccezione le postazioni di Augusta, Priolo e Melilli, interessate anche da ricadute industriali. Il benzene (C 6 H 6 ). Il benzene è un idrocarburo aromatico volatile. È generato dai processi di combustione naturali, quali incendi ed eruzioni vulcaniche e da attività produttive inoltre è rilasciato in aria dai gas di scarico degli autoveicoli e dalle perdite che si verificano durante il ciclo produttivo della benzina (preparazione, distribuzione e l'immagazzinamento). Considerato sostanza cancerogena riveste un importanza particolare nell ottica della protezione della salute umana. Dall analisi dei dati non si riscontrano superamenti del valore limite annuale di concentrazione di benzene.

69 ATMOSFERA Ozono (O 3 ). L ozono è un inquinante secondario in quanto si forma in seguito a reazioni fotochimiche che coinvolgono i cosiddetti precursori o inquinanti primari rappresentati da ossidi di azoto (NOx) e composti organici volatili (COV). I precursori dell ozono (NOx e COV) sono indicatori d inquinamento da traffico e da attività produttive. La concentrazione di ozono in atmosfera è strettamente correlata alle condizioni meteoclimatiche, infatti, tende ad aumentare durante il periodo estivo e durante le ore di maggiore irraggiamento solare. È risaputo che l ozono ha un effetto nocivo sulla salute dell uomo soprattutto a carico delle prime vie respiratorie provocando irritazione delle mucose di naso e gola, l intensità di tali sintomi è correlata ai livelli di concentrazione ed al tempo di esposizione. I superamenti del valore limite per la protezione della salute umana sono stati rilevati nelle stazioni di Enna, Boccadifalco, Melilli e Lampedusa. Si sono invece rilevati tre superamenti della soglia di informazione dalla stazione di Librino (CT) e un superamento della soglia di allarme dalla stazione di Melilli (SR).

70 ATMOSFERA INDICATORE STAZIONI DI RILEVAMENTO DELLA QUALITÀ DELL ARIA SCOPO Fornire informazioni relative alle reti ed alle stazioni di monitoraggio di qualità dell aria, presenti nel territorio regionale, come richiesto nell ambito delle procedure sullo scambio di informazioni previste dalle Decisioni 97/101/CE e sue modifiche 2001/752/CE. DESCRIZIONE L indicatore descrive il sistema di monitoraggio regionale di qualità dell aria fornendo informazioni in merito ai principali inquinanti monitorati ed al numero e alla tipologia delle stazioni di rilevamento. Le centraline di monitoraggio sono classificate in base al tipo di zona: urbana, suburbana e rurale, ed in base al tipo di stazione: da traffico, industriale e di fondo, determinato dalle caratteristiche delle principali fonti di emissione. Gli inquinanti atmosferici considerati sono quelli elencati nella Direttiva 2008/50/CE, qui di seguito elencati: 1. Biossido di zolfo (SO 2 ) 2. Biossido di azoto (NO 2 ) 3. PM PM 2,5 5. Piombo (Pb) 6. Ozono (O 3 ) 7. Benzene (C 6 H 6 ) 8. Monossido di carbonio (CO) 9. Cadmio (Cd) 10. Arsenico (As) 11. Nichel (Ni) 12. Benzo(a)pirene UNITÀ di MISURA Numero (n) FONTE dei DATI ARPA Sicilia, NOTE TABELLE e FIGURE Nella tabella 2.1 sono descritte le configurazioni strumentali delle centraline delle reti di monitoraggio della qualità dell aria operanti nella regione siciliana che hanno raggiunto la copertura temporale di corretto funzionamento non inferiore al 75%. STATO e TREND Il controllo della qualità dell aria è effettuato mediante reti di rilevamento attualmente gestite da ARPA Sicilia e dai Comuni nelle città di Catania e Palermo e dalle Province nel caso di Agrigento, Caltanissetta, Ragusa e Siracusa. Le centraline di monitoraggio della qualità dell aria gestite da A.R.P.A., entrate in servizio nel corso del 2008, nel 2011 hanno operato per l intero anno. Le centraline sono in totale dodici, come descritto nella sottostante tabella, quattro delle quali sono di fondo urbano, due di fondo

71 ATMOSFERA suburbano, le rimanenti sei hanno come obiettivo il monitoraggio della qualità dell aria nelle aree industriali ed a rischio di crisi ambientale delle province di Caltanissetta, Messina e Siracusa. Nel corso del 2011 sono intervenute diverse variazioni nell assetto delle reti pubbliche. In particolare: - Il Comune di Palermo, per il protrarsi dei problemi legati alla gestione finanziaria, nel corso del 2011, per quanto abbia riattivato parte della strumentazione installata presso le proprie postazioni fisse, soltanto in pochi casi raggiunge una percentuale di dati accettabile. - Il Comune di Catania ha rivisitato, in un ottica di razionalizzazione dell intera rete, il numero e la dislocazione delle postazioni di rilevamento, riducendo in modo consistente il numero delle postazioni da traffico e realizzando una nuova postazione di fondo urbano. - Le centraline della rete di Ragusa hanno assicurato nel corso del 2011 la copertura temporale nell arco dell anno superiore al 75%, e di conseguenza se ne forniscono i dati. - Le centraline della rete di Agrigento hanno assicurato nel corso del 2011 la copertura temporale nell arco dell anno superiore al 75%, e di conseguenza se ne forniscono i dati. Zona Postazione Nome_gestore SO 2 NO NO 2 CO O 3 C 6H 6 PM 10 Cd Ar Ni Pb B(a)P IT1900 Cammarata ozono Pr Agrigento IT1900 Campo Atletica Comune Ragusa x x x IT1900 Canicattì Pr Agrigento IT1900 Centro Pr Agrigento IT1900 Enna ARPA Sicilia x x x x x x IT1900 Ibla Comune Ragusa x x x IT1900 Lampedusa Ozono Pr Agrigento x IT1900 Marina di Ragusa Comune Ragusa x x x IT1900 Monserrato Pr Agrigento x IT1900 Piazza Sturzo Comune Ragusa x x x IT1900 Trapani ARPA Sicilia x x x x x x IT1900 Valle dei Tempi Pr Agrigento IT1900 Villa Archimede Comune Ragusa x x x x x IT1901 Belgio Comune Palermo x x x IT1901 Boccadifalco Comune Palermo x x x x x x IT1901 Castelnuovo Comune Palermo x x x x x IT1901 CEP Comune Palermo x x x IT1901 Di Blasi Comune Palermo x x x x x IT1901 Giulio Cesare Comune Palermo x x x x IT1901 Indipendenza Comune Palermo x x x IT1901 Torrelunga Comune Palermo IT1901 Unità d'italia Comune Palermo x x IT1902 Librino Comune Catania x x x IT1902 Misterbianco ARPA Sicilia x x x x x x IT1902 P. Gioieni Comune Catania x x IT1902 P. Moro Comune Catania x IT1902 V.le Veneto Comune Catania x x x Segue

72 ATMOSFERA Zona Postazione Nome_gestore SO 2 NO NO 2 CO O 3 C 6H 6 PM 10 Cd Ar Ni Pb B(a)P IT1903 Acquedotto Pr Siracusa x x x x x IT1903 Augusta Pr Siracusa x x x IT1903 Belvedere Pr Siracusa x x IT1903 Bixio Pr Siracusa x x x IT1903 Ciapi Pr Siracusa x x x x IT1903 Floridia Pr Siracusa x x x IT1903 Megara (Z.I. Augusta-Priolo) ARPA Sicilia x IT1903 Melilli Pr Siracusa x x x x IT1903 OffShore (Z.I. Augusta-Priolo) ARPA Sicilia x IT1903 Priolo Pr Siracusa x x x x x x x x x IT1903 San Cusumano Pr Siracusa x x x x x IT1903 Sasol (Z.I. Augusta-Priolo) ARPA Sicilia x IT1903 Scala Greca Pr Siracusa x x x x x x x x IT1903 Specchi Pr Siracusa x x x x IT1903 Teracati Pr Siracusa x x x IT1903 Tisia Pr Siracusa x x x IT1904 Boccetta*** Pr Messina x x x x x x x x x x x IT1905 Porto Empedocle 1 IT1905 Porto Empedocle 3 Pr Agrigento Pr Agrigento IT1906 Contrada Gabbia ARPA Sicilia x x x IT1906 Termica Milazzo ARPA Sicilia x x x x x x x x x x IT1908 Agip Mineraria Pr Caltanissetta x x x IT1908 Cimitero farello Pr Caltanissetta x x IT1908 ex-autoparco Gela ARPA Sicilia x IT1908 Gela Ospedale Pr Caltanissetta x x x x x IT1908 Gela Pozz 57 Pr Caltanissetta x IT1908 Gela-Venezia Pr Caltanissetta x x x x x x x x x x IT1908 Gori - Pr Caltanissetta x x x IT1908 Macchitella Pr Caltanissetta x x IT1908 Niscemi Liceo Pr Caltanissetta x IT1908 Parcheggio Agip - Gela ARPA Sicilia x IT1909 Partinico ARPA Sicilia x x x x x x IT1909 Termini Imerese ARPA Sicilia x x x x x x Tabella 2.1: Reti di monitoraggio della qualità dell aria. Fonte: A.R.P.A. Sicilia Nota 1: La Postazione di Messina Boccetta, gestita dalla Provincia Regionale di Messina, è stata fermata insieme alle altre postazioni gestite dalla stessa. ARPA Sicilia, in considerazione dell importanza del sito in questione, dall aprile 2010 prosegue la misurazione utilizzando un proprio laboratorio mobile. Con l emanazione del Decreto Legislativo 13 agosto 2010, n. 155, - Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell aria ambiente e per un aria più pulita in Europa la Regione: - entro quattro mesi dall entrata in vigore del decreto, deve rivedere la zonizzazione in atto, e trasmetterla al Ministero dell ambiente che ne valuta la conformità alle disposizioni del decreto.

73 ATMOSFERA In caso di mancata conformità il Ministero dell ambiente, con atto motivato, indica le variazioni e le integrazioni da effettuare ai fini dell adozione del provvedimento di zonizzazione e di classificazione (art. 3). - entro otto mesi dall entrata in vigore del decreto, deve trasmettere al Ministero dell ambiente, all ISPRA e all ENEA, un progetto volto ad adeguare la propria rete di misura alle relative disposizioni, in conformità alla zonizzazione risultante dal riesame della zonizzazione previsto dall articolo 3, e alla relativa classificazione ai sensi del 6 c. dell art.4. Il Ministero dell ambiente valuta, entro i successivi sessanta giorni la conformità del progetto alle disposizioni del decreto e, in caso di mancata conformità, con atto motivato indica le variazioni e le integrazioni da effettuare. Entrambi gli adempimenti sono stati avviati e in particolare con D.A n. 97/GAB del 25 giugno 2012 è stata approvata la Zonizzazione e classificazione del territorio della Regione Siciliana ai fini della qualità dell aria per la protezione della salute umana ed è stata trasmessa al Ministero dell Ambiente per la valutazione di conformità, e relativamente al Programma di Valutazione per il monitoraggio della qualità dell aria in Sicilia, questo è stato ridefinito sulla base dell ipotesi di zonizzazione elaborata dall ARTA.

74 ATMOSFERA INDICATORE SUPERAMENTO DEI LIMITI DI BIOSSIDO DI ZOLFO (SO 2 ) SCOPO Verificare il rispetto dei valori limite orario e giornaliero per la protezione della salute umana di concentrazione di biossido di zolfo stabiliti dalla normativa vigente (D.Lgs. 155/2010). DESCRIZIONE L indicatore evidenzia il numero di superamenti dei valori limite orario e giornaliero per la protezione della salute umana di concentrazione di biossido di zolfo. Il valore limite orario della concentrazione di SO 2 è pari a 350 µg/m 3 da non superare più di 24 volte per anno civile, mentre il valore limite giornaliero è pari a 125 µg/m 3 da non superare più di 3 volte per anno civile, come descritto nello schema sottostante. I dati relativi all anno 2011 utilizzati per il popolamento dell indicatore provengono dalle reti di monitoraggio della qualità dell aria presenti nel territorio regionale. Valore limite orario Valore limite giornaliero UNITÀ di MISURA Numero (n) Periodo di mediazione 1 ora 24 ore Valore limite 350 µg/m 3 da non superare più di 24 volte per anno civile 125 µg/m 3 da non superare più 3 volte per anno civile FONTE dei DATI Elaborazione ARPA Sicilia su dati propri e su dati forniti dagli enti gestori delle reti di monitoraggio qui di seguito elencati: AMIA s.p.a. per il Comune di Palermo Comune di Catania Direzione Tutela Ambientale per la città di Catania Provincia Regionale di Caltanissetta Provincia Regionale di Agrigento Provincia Regionale di Siracusa Provincia Regionale di Ragusa NOTE TABELLE e FIGURE La tabella 2.2 mostra, in quali stazioni di monitoraggio sono stati registrati superamenti dei valori limite, orario e giornaliero, di concentrazione del biossido di zolfo, ai fini della protezione della salute umana. Il rispetto dei valori limite dipende dal numero di superamenti registrati nel corso dell anno che, come indicato nella norma, nel caso del limite orario deve essere inferiore a 24; nel caso del limite giornaliero deve essere inferiore a 3. Nella tabella sono rappresentate tutte le centraline della rete di monitoraggio in cui è rilevato validamente il parametro SO 2 Per la rappresentazione grafica (Figure 2.3 e 2.4) sono stati utilizzati grafici a barre, di evidente interpretazione, nei quale vengono forniti due tipi d informazione: una relativa alla configurazione della rete di monitoraggio considerata, l altra ai superamenti registrati dalle singole centraline di misura. Nel grafico di figura 2.3, infatti, sono rappresentate tutte le centraline della rete nelle quali è rilevato validamente il parametro SO 2 e per ognuna di queste è indicato il numero di superamenti

75 ATMOSFERA del limite orario; nel grafico di figura 2.4, per le stesse centraline è indicato il numero di superamenti del limite giornaliero. In entrambi i grafici, una linea rossa indica il numero di superamenti da non superare facendo riferimento alla norma. STATO e TREND Il biossido di zolfo è generato sia da fonti naturali, quali le eruzioni vulcaniche, sia da fonti antropiche come i processi di combustione industriali. Nel tempo la concentrazione di questo inquinante nell aria è notevolmente diminuita soprattutto nelle aree urbanizzate; ciò è dovuto soprattutto alla riduzione del tenore di zolfo nei combustibili per uso civile ed industriale. Dall analisi dei dati, riportati in tabella 2.2 e rappresentati graficamente (figure 2.3 e2.4), si evidenzia che, durante l anno 2011 nella stazione Agip Mineraria si sono verificati 30 superamenti del valore limite orario di 350 µg/m 3, un numero quindi superiore al limite di legge fissato in 24. Si registrano anche 2 superamenti del limite giornaliero nelle stazioni di San Cusmano e Agip Mineraria e 1 superamento in quella di Contrada Gabbia. Questi sono comunque al di sotto del numero limite di superamenti. Zona Nome convenzionale stazione N. di superamenti del limite orario (350 µg/m 3 ) N. di superamenti del limite giornaliero (125 µg/m 3 ) IT1900 Enna 0 0 IT1900 Ibla 0 0 IT1900 Monserrato 0 0 IT1900 Trapani 0 0 IT1900 Valle dei Tempi 0 0 IT1900 Villa Archimede 0 0 IT1901 Di Blasi 0 0 IT1902 Misterbianco 0 0 IT1903 Augusta 0 0 IT1903 Bixio 0 0 IT1903 Melilli 0 0 IT1903 Priolo 0 0 IT1903 San Cusumano 18 2 IT1903 Scala Greca 0 0 IT1904 Boccetta*** 0 0 IT1906 Contrada Gabbia (Pace del Mela) 0 1 IT1908 Agip Mineraria 30 2 IT1908 Cimitero farello 0 0 IT1908 Gela-Venezia 0 0 IT1908 Macchitella 0 0 IT1908 Niscemi Liceo 0 0 IT1909 Partinico 0 0 IT1909 Termini Imerese 0 0 Tabella 2.2: Superamenti dei valori limite orario e giornaliero di SO2 per la protezione della salute umana (2011). Fonte:Elaborazione ARPA Sicilia su dati ARPA ed enti gestori reti pubbliche (2011)

76 ATMOSFERA Figura 2.3: Numero di superamenti del valore limite della media oraria per la protezione della salute umana per SO 2 ai sensi del D. Lgs 13 agosto 2010 n. 155 (350 µg/m³ da non superare più di 24 volte per anno civile) Figura 2.4: Numero di superamenti del valore limite della media giornaliera per la protezione della salute umana per SO 2 ai sensi del D. Lgs 13 agosto 2010 n. 155 (125 µg/m³ da non superare più di 3 volte per anno civile)

77 ATMOSFERA INDICATORE SUPERAMENTO DEI LIMITI DI BIOSSIDO DI AZOTO (NO 2 ) SCOPO Verificare il rispetto dei valori limite orario e annuale di concentrazione di biossido di azoto (NO 2 ) per la protezione della salute umana stabiliti dalla normativa vigente (D.Lgs. 155/2010). DESCRIZIONE L indicatore mostra la presenza di superamenti del valore limite orario e del valore limite annuale per la protezione della salute umana della concentrazione di biossido di azoto. Come descritto nello schema sottostante il valore limite orario stabilito dal D.Lgs. 155/2010 è pari a 200 µg/m 3 da non superare più di 18 volte per anno civile, mentre il valore limite annuale è pari a 40 µg/m 3. Il rispetto del valore limite orario per la protezione della salute umana si determina calcolando il numero di superamenti registrati durante l anno che, come stabilito dalla normativa, deve essere inferiore a 18. Il rispetto del valore limite annuale si valuta verificando che il valore della media annuale non superi il valore limite di riferimento pari a 40 µg/m 3. I dati riferiti all anno2011, utilizzati per il popolamento dell indicatore, provengono dalle reti di monitoraggio della qualità dell aria presenti nel territorio regionale. Periodo di mediazione Valore limite Valore limite orario 1 ora 200 µg/m 3 da non superare più di 18 volte per anno civile Valore limite annuale anno civile 40 µg/m 3 UNITÀ di MISURA Numero (n), µg/m 3. FONTE dei DATI Elaborazione ARPA Sicilia su dati propri e su dati forniti dagli enti gestori delle reti di monitoraggio qui di seguito elencati: AMIA s.p.a. per il Comune di Palermo Comune di Catania Direzione Tutela Ambientale per la città di Catania Provincia Regionale di Caltanissetta Provincia Regionale di Agrigento Provincia Regionale di Siracusa Provincia Regionale di Ragusa NOTE TABELLE e FIGURE La tabella 2.3 mostra in quali stazioni di monitoraggio sono stati registrati superamenti dei valori limite orario ed annuale per la protezione della salute umana della concentrazione di NO 2. Il rispetto del valore limite orario è espresso come numero di superamenti che, secondo la normativa, non deve essere superiore a 18. Il rispetto del valore limite annuale si evince dal confronto del valore della media annuale con il valore limite di riferimento che è pari a 40 µg/m 3. Nella tabella sono rappresentate tutte le centraline della rete di monitoraggio in cui è rilevato validamente il parametro NO 2 Per la rappresentazione grafica (Figure 2.5 e 2.6) sono stati utilizzati grafici a barre, di evidente interpretazione, nei quale vengono forniti due tipi d informazione: una relativa alla configurazione della rete di monitoraggio considerata, l altra ai superamenti registrati dalle singole centraline di

78 ATMOSFERA misura. Nel grafico di figura 2.5, infatti, sono rappresentate tutte le centraline della rete nelle quali è rilevato validamente il parametro NO 2 e per ognuna di queste è indicato il numero di superamenti del limite orario; nel grafico di figura 2.6 per le stesse centraline è indicata la concentrazione media annuale. In entrambi i grafici, una linea rossa indica l eventuale superamento del limite di legge. STATO e TREND Il biossido di azoto è un inquinante secondario, generato dall ossidazione del monossido di azoto (NO) in atmosfera. Il traffico veicolare rappresenta la principale fonte di emissione del biossido di azoto. Gli impianti di riscaldamento civili ed industriali, le centrali per la produzione di energia e numerosi processi industriali rappresentano altre fonti di emissione. Non sono stati rilevati Superamenti del valore limite orario di NO 2. Superamenti del limite annuale di NO 2 sono stati rilevati dalle centraline da traffico urbano delle città di Catania, Palermo, Siracusa, Caltanisetta e Messina Zona Nome convenzionale stazione N. di superamenti del limite orario di 200 µg/m 3 (max 18 volte/anno) Valori delle medie annuali µg/m3 (limite annuale 40 µg/m 3 ) IT1900 Campo Atletica 0 7 IT1900 Canicattì 0 31 IT1900 Centro 0 28 IT1900 Enna 0 2 IT1900 Ibla 1 10 IT1900 Marina di Ragusa 0 10 IT1900 Monserrato 0 24 IT1900 Piazza Sturzo 1 24 IT1900 Trapani 0 17 IT1900 Valle dei Tempi 0 15 IT1900 Villa Archimede 0 18 IT1902 Librino 0 17 IT1902 Misterbianco 0 30 IT1902 V.le Veneto 3 72 IT1903 Augusta 0 27 IT1903 Bixio 0 37 IT1903 Melilli 0 14 IT1903 Priolo 7 23 IT1903 San Cusumano 0 26 IT1903 Scala Greca 8 44 IT1904 Boccetta*** 0 41 IT1905 Porto Empedocle IT1906 Contrada Gabbia (Pace del Mela) 0 14 IT1906 Termica Milazzo 0 6 IT1908 Agip Mineraria 0 9 IT1908 Cimitero farello 0 5 IT1908 Gela Ospedale 0 51 IT1908 Gela-Venezia 0 41 IT1908 Gori - Niscemi Centro storico 0 57 IT1909 Partinico 3 23 IT1909 Termini Imerese 0 15 Tabella 2.3: Superamenti dei valori limite orario e annuale di NO 2 per la protezione della salute umana (2011). Fonte:Elaborazione ARPA Sicilia su dati ARPA ed enti gestori reti pubbliche (2011)

79 ATMOSFERA Figura 2.5: Numero di superamenti del valore limite delle concentrazioni medie orarie per la protezione della salute per NO 2 ai sensi del D. Lgs 155/2010 (limite 200 µg/m³ da non superare più di 18 volte per anno civile) Figura 2.6: Valore della media annuale per la protezione della salute umana per NO 2 ai sensi del D. Lgs 155/2010 (limite 40 µg/m³).

80 ATMOSFERA INDICATORE SUPERAMENTO DEI LIMITI DI MONOSSIDO DI CARBONIO (CO) SCOPO Verificare il rispetto del valore limite orario di concentrazione di monossido di carbonio per la protezione della salute umana stabilito dalla normativa vigente (D.Lgs. 155/2010). DESCRIZIONE L indicatore mostra il numero di superamenti del valore limite orario pari a 10mg/m3 per la protezione della salute umana di concentrazione di monossido di carbonio. Il periodo di mediazione, come indicato nella sottostante tabella, è rappresentato dalla media massima giornaliera su 8 ore calcolata come stabilito dalla normativa: esaminando le medie mobili su 8 ore, calcolate in base a dati orari e aggiornate ogni ora. Ogni media su 8 ore così calcolata è assegnata al giorno nel quale finisce. In pratica, il primo periodo di 8 ore per ogni singolo giorno sarà quello compreso tra le ore del giorno precedente e le ore del giorno stesso; l ultimo periodo di 8 ore per ogni giorno sarà quello compreso tra le ore e le ore del giorno stesso. I dati riferiti all anno 2011 utilizzati per il popolamento dell indicatore provengono dalle reti di monitoraggio della qualità dell aria presenti nel territorio regionale. UNITÀ di MISURA Numero (n) Periodo di mediazione Valore limite Media massima giornaliera su 8 ore 10 mg/m 3 FONTE dei DATI Elaborazione ARPA Sicilia su dati propri e su dati forniti dagli enti gestori delle reti di monitoraggio qui di seguito elencati: AMIA s.p.a. per il Comune di Palermo Comune di Catania Direzione Tutela Ambientale per la città di Catania Provincia Regionale di Caltanissetta Provincia Regionale di Siracusa Provincia Regionale di Ragusa NOTE TABELLE e FIGURE La tabella 2.4 mostra in quali stazioni di monitoraggio è presente strumentazione per la misura dell inquinante in questione; poiché, come si può osservare, non sono stati registrati superamenti del valore limite orario per la protezione della salute umana della concentrazione di monossido di carbonio, si è omesso di rappresentare graficamente il parametro in questione. STATO e TREND La sorgente antropica principale di monossido di carbonio è rappresentata dai gas di scarico dei veicoli durante il funzionamento a basso regime, quindi in situazioni di traffico intenso e rallentato. Il gas si forma dalla combustione incompleta degli idrocarburi presenti nei combustibili. Gli impianti di riscaldamento ed alcuni processi industriali (produzione di acciaio, di ghisa e la raffinazione del petrolio) contribuiscono se pur in minore misura all emissione di monossido di carbonio.

81 ATMOSFERA Dall analisi dei dati si rileva che non sono stati registrati superamenti del limite orario di monossido di carbonio in alcuna delle centraline provviste dell analizzatore dell inquinante considerato. Zona Nome convenzionale stazione N. di superamenti IT1900 Enna 0 IT1900 Marina di Ragusa 0 IT1900 Piazza Sturzo 0 IT1900 Trapani 0 IT1900 Villa Archimede 0 IT1902 Misterbianco 0 IT1903 Teracati 0 IT1904 Boccetta*** 0 IT1906 Termica Milazzo 0 IT1908 Gela Ospedale 0 IT1908 Gela-Venezia 0 IT1908 Gori - Niscemi Centro storico 0 IT1908 Macchitella 0 IT1909 Partinico 0 IT1909 Termini Imerese 0 Tabella 2.4: Numero di superamenti della media mobile su 8 ore per la protezione della salute umana per CO ai sensi del D. Lgs 13 agosto 2010 n. 155 (limite 10mg/m 3 ) (2011). Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ARPA ed enti gestori reti pubbliche (2011)

82 ATMOSFERA INDICATORE SUPERAMENTO DEI LIMITI DI PARTICOLATO (PM 10 ) SCOPO Verificare il rispetto dei valori limite giornaliero ed annuale di concentrazione del PM 10 per la protezione della salute umana stabiliti dalla normativa vigente (D.Lgs. 155/2010). DESCRIZIONE L indicatore mostra la presenza di superamenti del valore limite giornaliero e del valore limite annuale di concentrazione di PM 10 per la protezione della salute umana. Il rispetto del valore limite giornaliero si determina calcolando il numero di superamenti registrati durante l anno che, come stabilito dalla normativa, non deve essere superiore a 35. Il rispetto del valore limite annuale si valuta verificando che il valore della media annuale non superi il valore limite di riferimento pari a 40 µg/m 3. I dati, riferiti all anno 2011, utilizzati per il popolamento dell indicatore provengono dalle reti di monitoraggio della qualità dell aria presenti nel territorio regionale. Periodo di mediazione Valore limite 50 µg/m 3 da non superare più di Valore limite giornaliero 24 ore 35 volte per anno civile Valore limite annuale anno civile 40 µg/m 3 UNITÀ di MISURA Numero (n), µg/m 3. FONTE dei DATI Elaborazione ARPA Sicilia su dati propri e su dati forniti dagli enti gestori delle reti di monitoraggio qui di seguito elencati: AMIA s.p.a. per il Comune di Palermo Comune di Catania Direzione Tutela Ambientale per la città di Catania Provincia Regionale di Caltanissetta Provincia Regionale di Agrigento Provincia Regionale di Siracusa Provincia Regionale di Ragusa NOTE TABELLE e FIGURE La tabella 2.5 mostra in quali stazioni di monitoraggio sono stati registrati superamenti dei valori limite giornaliero ed annuale per la protezione della salute umana della concentrazione di PM 10. Si fornisco anche i dati della stazione di Specchi della rete della Provincia di Siracusa, relativamente al PM10 che, per quanto abbia raggiunto una percentuale di raccolta dati del 71%, ha superato il numero di superamenti giornalieri consentiti. Il rispetto del valore limite giornaliero è espresso come numero di superamenti che, secondo la normativa, non deve essere superiore a 35 per anno. Il rispetto del valore limite annuale si evince dal confronto del valore della media annuale con il valore limite di riferimento pari a 40 µg/m 3. Per la rappresentazione grafica (Figure 2.7 e 2.8) sono stati utilizzati grafici a barre, di evidente interpretazione, nei quale vengono forniti due tipi d informazione: una relativa alla configurazione della rete di monitoraggio considerata, l altra ai superamenti registrati dalle singole centraline di misura. Nel grafico di figura 2.7, infatti, sono rappresentate tutte le centraline della rete nelle quali è rilevato il parametro PM 10 e per ognuna di queste è indicata il numero di superamenti della concentrazione media giornaliera, e nel grafico di figura 2.8 per le stesse centraline è indicata la concentrazione media annuale. In entrambi i grafici, una linea rossa indica l eventuale superamento del limite di legge.

83 ATMOSFERA STATO e TREND Con il termine PM 10 si fa riferimento al materiale particellare con diametro uguale o inferiore a 10 µm. Il materiale particolato può avere origine sia antropica che naturale. Le principali sorgenti emissive antropiche in ambiente urbano sono rappresentate dagli impianti di riscaldamento civile e dal traffico veicolare. Le fonti naturali di PM 10 sono riconducibili essenzialmente ad eruzioni vulcaniche, erosione, incendi boschivi etc. Dall analisi dei dati si evince che tutte le centraline di monitoraggio provviste di analizzatore del PM 10 hanno registrato superamenti del valore limite giornaliero di 50 µg/m 3 e che tuttavia, solo in alcune postazioni ubicate in siti ad elevata densità di traffico autoveicolare viene oltrepassato il limite di 35 superamenti nell anno; fanno eccezione le postazioni di Augusta, Priolo e Melilli, interessate anche da ricadute industriali. Analoga considerazione può farsi per le medie annuali. Zona Nome convenzionale stazione N. di superamenti del limite orario di 50 µg/m 3 (max 35 volte/anno) Valori delle medie annuali µg/m 3 (limite annuale 40 µg/m 3 ) IT1900 Campo Atletica 8 24 IT1900 Canicattì 7 22 IT1900 Centro 9 23 IT1900 Enna 9 16 IT1900 Ibla 5 22 IT1900 Marina di Ragusa 2 19 IT1900 Monserrato IT1900 Piazza Sturzo 4 24 IT1900 Trapani 8 22 IT1900 Valle dei templi IT1900 Villa Archimede IT1901 Castelnuovo IT1901 Di Blasi IT1901 Giulio Cesare IT1902 Librino 6 22 IT1902 Misterbianco IT1902 P. Moro IT1902 V.le Veneto IT1903 Acquedotto IT1903 Augusta IT1903 Bixio IT1903 Melilli 8 21 IT1903 Priolo 7 23 IT1903 San Cusumano IT1903 Specchi IT1903 Teracati IT1904 Boccetta*** 3 24 IT1905 Porto Empedocle IT1905 Porto Empedocle IT1906 Termica Milazzo 3 23 IT1908 Agip Mineraria 8 24 IT1908 Gela Ospedale IT1908 Gela-Venezia Segue

84 ATMOSFERA Zona Nome convenzionale stazione N. di superamenti del limite orario di 50 µg/m 3 (max 35 volte/anno) Valori delle medie annuali µg/m 3 (limite annuale 40 µg/m 3 ) IT1908 Gori IT1909 Partinico 9 23 IT1909 Termini Imerese 5 18 Tabella 2.5: Superamenti dei limiti giornaliero ed annuale di PM 10 per la protezione della salute umana (2011). Fonte:Elaborazione ARPA Sicilia su dati ARPA ed enti gestori reti pubbliche (2011). Figura 2.7: Numero superamenti del limite per la media giornaliera del PM 10 ai sensi del D.Lgs. 155/2010 (50 µg/m 3 da non superare più di 35 volte per anno civile) Figura 2.8: Valore della media annuale del PM 10 per la protezione della salute umana ai sensi del D.Lgs. 155/2010 (limite 40 µg/m 3 )

85 ATMOSFERA INDICATORE SUPERAMENTO DEI LIMITI DI BENZENE (C 6 H 6 ) SCOPO Verificare il rispetto del valore limite annuale della concentrazione di benzene per la protezione della salute umana stabilito dalla normativa vigente (D.Lgs. 155/2010). DESCRIZIONE L indicatore mostra la presenza di superamenti del valore limite annuale di concentrazione di C 6 H 6, per la protezione della salute umana. Il valore limite annuale stabilito dal D.Lgs. 155/2010, come riportato nella sottostante tabella, è pari a 5 µg/m 3 Il rispetto del valore limite annuale si valuta verificando che il valore della media annuale non superi il valore limite di riferimento pari a 5 µg/m 3. Valore limite annuale Periodo di mediazione Valore limite anno 2011 anno civile 5 µg/m 3 UNITÀ di MISURA µg/m 3 FONTE dei DATI Elaborazione ARPA Sicilia su dati propri e su dati forniti dagli enti gestori delle reti di monitoraggio qui di seguito elencati: AMIA s.p.a. per il Comune di Palermo Provincia Regionale di Caltanissetta Provincia Regionale di Siracusa NOTE TABELLE e FIGURE La tabella 2.6 mostra in quali stazioni di monitoraggio sono stati registrati superamenti del valore limite annuale per la protezione della salute umana della concentrazione di benzene. Il rispetto del valore limite annuale si evince dal confronto del valore della media annuale con il valore limite di riferimento pari a 5 µg/m 3 per l anno Per la rappresentazione grafica (figura 2.9) è stato utilizzato un grafico a barre, di evidente interpretazione, nel quale vengono forniti due tipi d informazione: una relativa alla configurazione della rete di monitoraggio considerata, l altra al numero di superamenti registrati dalle singole centraline di misura. Nel grafico, infatti, sono rappresentate tutte le centraline della rete nelle quali è rilevato il parametro Benzene e per ognuna di queste è indicata la concentrazione media annuale. Una linea rossa indica l eventuale superamento del limite di legge. STATO e TREND Il benzene è un idrocarburo aromatico volatile. È generato dai processi di combustione naturali, quali incendi ed eruzioni vulcaniche e da attività produttive inoltre è rilasciato in aria dai gas di scarico degli autoveicoli e dalle perdite che si verificano durante il ciclo produttivo della benzina (preparazione, distribuzione e l'immagazzinamento). Considerato sostanza cancerogena riveste un importanza particolare nell ottica della protezione della salute umana. Dall analisi dei dati non si riscontrano superamenti del valore limite annuale di concentrazione di benzene.

86 ATMOSFERA Zona Nome convenzionale stazione Media annuale (limite 5 µg/m 3 ) IT1900 Enna 0.2 IT1900 Trapani 0.4 IT1902 Misterbianco 0.7 IT1903 Megara-Giannalena (Z.I. Augusta-Priolo) 1.7 IT1903 San Cusumano 1.0 IT1903 Sasol (Z.I. Augusta-Priolo) 4.1 IT1904 Boccetta 0.7 IT1906 Contrada Gabbia (Pace del Mela) 0.6 IT1906 Termica Milazzo 0.5 IT1908 ex-autoparco Gela 0.8 IT1908 Gela Ospedale 1.5 IT1908 Parcheggio Agip - Gela 0.6 IT1909 Partinico 1.3 IT1909 Termini Imerese 0.2 Tabella 2.6: Media annuale e superamenti di C 6 H 6 per la protezione della salute umana (2011) Fonte:Elaborazione ARPA Sicilia su dati ARPA ed enti gestori reti pubbliche (2011) media annuale valore limite Enna Trapani Misterbianco Megara-Giannalena San Cusumano Sasol Boccetta Contrada Gabbia Termica Milazzo ex-autoparco Gela Gela Ospedale Parcheggio Agip - Gela Partinico Termini Imerese Figura 2.9: Valore della media annuale del C 6 H 6 per la protezione della salute umana ai sensi del D.Lgs. 155/2010 (limite 5 µg/m 3 )

87 ATMOSFERA INDICATORE SUPERAMENTO DEI LIMITI DI OZONO (O 3 ) SCOPO Verificare il rispetto del valore limite per la protezione della salute umana delle soglie d informazione e di allarme stabiliti dalla normativa vigente (D.Lgs. n.155 del 13/08/2010). DESCRIZIONE L indicatore si basa sulle disposizioni indicate dalla normativa vigente che, in materia di concentrazioni di ozono, fissa un valore bersaglio o valore obiettivo per la protezione della salute umana pari a 120 µg/m 3 corrispondente alla massima concentrazione media su 8 ore rilevata in un giorno, da non superare per più di 25 giorni per anno civile come media su 3 anni. Tale valore è determinato come stabilito dalla normativa: esaminando le medie consecutive su 8 ore, calcolate in base a dati orari e aggiornate ogni ora. Ogni media su 8 ore in tal modo calcolata è assegnata al giorno nel quale la stessa termina; conseguentemente, la prima fascia di calcolo per ogni singolo giorno è quella compresa tra le ore del giorno precedente e le ore del giorno stesso; l ultima fascia di calcolo per ogni giorno è quella compresa tra le ore e le ore del giorno stesso. È prevista, inoltre, la verifica del rispetto delle soglie di attenzione e di allarme per la protezione della salute umana, espresse come media oraria, come descritto nella tabella sottostante. I dati, riferiti all anno 2011, utilizzati per il popolamento dell indicatore provengono dalle reti di monitoraggio della qualità dell aria presenti nel territorio regionale. D.Lgs. n.155/2010 Periodo di media Livello valore obiettivo per la protezione della salute umana Media massima giornaliera su 8 ore 120 µg/m 3 (da non superare più di 25 volte per anno civile come media su tre anni,) Soglia di informazione 1 ora 180 µg/m 3 Soglia di allarme 1 ora 240 µg/m 3 UNITÀ di MISURA Numero (n) FONTE dei DATI Elaborazione ARPA Sicilia su dati propri e su dati forniti dagli enti gestori delle reti di monitoraggio qui di seguito elencati: AMIA s.p.a. per il Comune di Palermo Comune di Catania Direzione Tutela Ambientale per la città di Catania Provincia Regionale di Caltanissetta Provincia Regionale di Agrigento Provincia Regionale di Siracusa Provincia Regionale di Ragusa NOTE TABELLE e FIGURE La tabella 2.7 mostra il numero di superamenti del valore limite per la protezione della salute umana della concentrazione di ozono. delle soglie d informazione e di allarme rilevati dalle centraline di monitoraggio. Si fornisco anche i dati della stazione di Boccadifalco della rete del Comune di Palermo che, per quanto abbia raggiunto una percentuale di raccolta dati del 48%, ha superato il numero di superamenti consentiti, si riporta altresì anche il superamento della soglia di informazione della stazione di Librino per quanto abbia raggiunto una percentuale di raccolta dati del 73%.

88 ATMOSFERA Per la rappresentazione grafica (figura 2.10) è stato utilizzato un grafico a barre, di evidente interpretazione, nel quale vengono forniti due tipi d informazione: una relativa alla configurazione della rete di monitoraggio considerata, l altra al numero di superamenti registrati dalle singole centraline di misura. Nel grafico, infatti, sono rappresentate tutte le centraline della rete nelle quali è rilevato il parametro O 3 e per ognuna di queste è evidenziato il numero di superamenti. La linea rossa indica il numero di superamenti consentiti e quindi l eventuale superamento del limite di legge. STATO e TREND L ozono è un inquinante secondario in quanto si forma in seguito a reazioni fotochimiche che coinvolgono i cosiddetti precursori o inquinanti primari rappresentati da ossidi di azoto (NOx) e composti organici volatili (COV). I precursori dell ozono (NOx e COV) sono indicatori d inquinamento da traffico e da attività produttive. La concentrazione di ozono in atmosfera è strettamente correlata alle condizioni meteoclimatiche, infatti, tende ad aumentare durante il periodo estivo e durante le ore di maggiore irraggiamento solare. È risaputo che l ozono ha un effetto nocivo sulla salute dell uomo soprattutto a carico delle prime vie respiratorie provocando irritazione delle mucose di naso e gola, l intensità di tali sintomi è correlata ai livelli di concentrazione ed al tempo di esposizione. Dalla lettura della tabella 2.7 si evince che i superamenti del valore limite per la protezione della salute umana sono stati rilevati nelle stazioni di Enna, Boccadifalco, Melilli e Lampedusa. Si sono invece rilevati tre superamenti della soglia di informazione dalla stazione di Librino e un superamento della soglia di allarme dalla stazione di Melilli. Zona Nome convenzionale stazione N superamenti del livello di protezione della salute umana 120 µg/m 3 IT1900 Cammarata IT1900 Campo Atletica IT1900 Canicattì IT1900 Centro IT1900 Enna IT1900 Lampedusa IT1900 Trapani IT1900 Villa Archimede IT1902 Librino IT1901 Boccadifalco IT1902 Misterbianco IT1903 Melilli IT1903 Priolo IT1903 San Cusumano IT1903 Scala Greca IT1904 Boccetta*** IT1906 Termica Milazzo IT1908 Gela Ospedale IT1908 Gela-Venezia IT1909 Partinico IT1909 Termini Imerese Tabella 2.7: Numero di superamenti della concentrazione di O 3 per la protezione della salute (2011). * Si riportano anche le stazioni di Boccadifalco e Librino che, per quanto non abbiano raggiunto la sufficiente copertura temporale nell arco dell anno, hanno registrato dei superamenti dei limiti di legge. N superamenti della soglia di informazione 180 µg/m 3 N superamenti soglia di allarme 240 µg/m 3

89 ATMOSFERA numero giorni di superamento valore limite Cammarata Campo Atletica Canicattì Centro Enna Lampedusa Trapani Villa Archimede Librino Boccadifalco Misterbianco Melilli Priolo San Cusumano Scala Greca Boccetta*** Termica Milazzo Figura 2.10: Numero di superamenti del valore limite della media mobile di 8 ore per O 3 riferita al valore obiettivo per la protezione della salute umana ai sensi del D. lgs. n.155/2010 (120 µg/m 3 da non superare più di 25 giorni per anno civile).

90 ATMOSFERA INDICATORE STATO DI ATTUAZIONE DELLA PIANIFICAZIONE REGIONALE SCOPO Fornire una conoscenza esaustiva sullo stato di attuazione della pianificazione e programmazione, a varie scale territoriali, in modo da agevolare i soggetti pubblici e privati nella definizione delle politiche e misure di intervento, da attuare sul territorio, favorendo maggiore efficienza, efficacia e coerenza nel perseguire gli obiettivi di sostenibilità. Inoltre, la verifica dell'esistenza sul territorio nazionale di strumenti di pianificazione regionale con potenziali effetti sull'ambiente consente di monitorare il grado e le modalità di attuazione a livello locale degli indirizzi di sviluppo sostenibile dettati da norme comunitarie e nazionali. DESCRIZIONE Con proprio decreto n. 169/GAB del 18 settembre 2009 l assessore regionale al territorio e ambiente ha approvato gli Adempimenti attuativi del decreto legislativo 21 maggio 2004, n. 183 (Attuazione della direttiva 2002/3/CE relativa all ozono nell aria) - Valutazione preliminare e zonizzazione preliminare. Con proprio decreto n. 168/GAB del 18 settembre 2009 l assessore regionale al territorio e ambiente ha approvato gli Adempimenti attuativi del decreto legislativo 3 agosto 2007, n. 152 (Attuazione della direttiva 2004/107/CE concernente l'arsenico, il cadmio, il mercurio, il nichel e gli idrocarburi policiclici aromatici nell'aria ambiente) - Valutazione preliminare e zonizzazione preliminare. UNITÀ di MISURA Numero (n) FONTE dei DATI Regione Siciliana. NOTE TABELLE e FIGURE Non si riporta alcuno strumento di sintesi tabellare e/o grafica. STATO e TREND La frammentarietà delle competenze nella conduzione delle reti continua a determinare una disomogeneità nella gestione e trasmissione dei dati che si ripercuote sulla loro completezza e leggibilità. Pertanto, anche con riferimento agli obiettivi del piano regionale di coordinamento, tra il 2008 e il 2009 sono stati predisposti da parte di ARPA Sicilia una serie di documenti tecnici, tutti trasmessi all Assessorato regionale al territorio e ambiente e sottoposti all esame dell Organo tecnico Regionale istituito con decreto dell Assessore Regionale al territorio e ambiente n. 176/GAB del 09/08/2007: - Protocollo comune per la gestione delle reti di monitoraggio della qualità dell aria, avente lo scopo di definire un quadro comune di comportamenti e di procedure per la gestione delle reti pubbliche di monitoraggio della qualità dell aria operanti in Sicilia e partecipanti alla rete Regionale di monitoraggio della Qualità dell Aria. - Razionalizzazione del monitoraggio della qualità dell aria in Sicilia, col quale viene rappresentata la proposta operativa di ARPA Sicilia di ristrutturazione e riqualificazione del rilevamento della qualità dell aria in Sicilia. - Progetto di Razionalizzazione della Rete Regionale di monitoraggio e controllo della qualità dell aria e degli strumenti di informazione, che rappresenta lo sviluppo in termini tecnico-economici della proposta operativa di ARPA di ristrutturazione e riqualificazione del rilevamento della qualità dell aria

91 ATMOSFERA in Sicilia presentata all Assessorato Regionale al territorio e ambiente con rapporto n del 16/07/2009, e che è stata oggetto della riunione del 16/07/2009 dell Organo Tecnico Regionale istituito con decreto dell Assessore Regionale al territorio e ambiente n.176/gab del 09/08/2007, che ha espresso la propria condivisione in linea tecnica. Tuttavia, con la promulgazione del Decreto Legislativo 13 agosto 2010, n.155 si è reso necessario un nuovo adeguamento del progetto stesso che tenesse conto anche dell Accordo di programma finalizzato alla realizzazione in Sicilia delle azioni volte al completamento, adeguamento e potenziamento delle reti di monitoraggio della qualità dell aria ; per l attuazione integrata e coordinata di azioni previste dalla linea di intervento del PO FESR Sicilia 2007/2013 approvato con D.D.G. n.278 del 28/04/2011 del Dirigente Generale del Dipartimento regionale dell ambiente e notificato ad ARPA Sicilia con nota n del 02/05/2011. Tutte le attività di aggiornamento ed adeguamento del Sistema regionale di valutazione e gestione della qualità dell aria sono quindi, in atto, e con D.A n. 97/GAB del 25 giugno 2012 è stata approvata la nuova Zonizzazione e classificazione del territorio della Regione Siciliana ai fini della qualità dell aria per la protezione della salute umana ed è stata trasmessa al Ministero dell Ambiente per la valutazione di conformità, valutazioni ancora in corso da parte del Ministero dell ambiente a norma delle richiamate disposizioni contenute nel Decreto Legislativo 13 agosto 2010, n.155; e relativamente al Programma di Valutazione per il monitoraggio della qualità dell aria in Sicilia, questo è stato ridefinito sulla base dell ipotesi della nuova zonizzazione elaborata dall ARTA in collaborazione con. Arpa Sicilia

92 ATMOSFERA BOX - IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici) e Metalli su particolato PM10 In attuazione di quanto previsto dal Decreto dell Assessore Regionale Territorio e Ambiente n.168 del 18/09/2009 Adempimenti attuativi del decreto legislativo 3 agosto 2007, n. 152 (Attuazione della direttiva 2004/107/CE concernente l arsenico, il cadmio, il mercurio, il nichel e gli idrocarburi policiclici aromatici nell'aria ambiente) Valutazione preliminare e zonizzazione preliminare Arpa Sicilia ha avviato dal 2010 il rilevamento sistematico dei suddetti inquinanti nei siti individuati dall allegato tecnico del D.A. in oggetto. Nella fase d indagine per l anno 2011, la percentuale di campionamento di PM10 utilizzato al fine dell analisi degli IPA (benzo(a)pirene) e dei Metalli (piombo, cadmio, arsenico e nichel), così come previsto dalla normativa vigente D.Lgs 155/10 è stata tale da assicurare una copertura temporale sufficiente ad esprimere un dato con mediazione annuale, con l eccezione delle postazioni di Gela - via Venezia che risulta scarsamente rappresentata e che comunque fornisce una valutazione per la zona di riferimento. Le tabelle Tab.2.8, Tab.2.9 e Tab.2.10, allegate alla presente, esprimono in forma sintetica i risultati ottenuti. Dalle suddette tabelle si evince che, in termini di valutazione preliminare: - il Cadmio, ad eccezione del sito di Gela Via Venezia, dove è presente in concentrazione superiore al valore obiettivo, in tutti gli altri siti di misura si trova in concentrazioni inferiori alla soglia di valutazione inferiore; - L Arsenico si ritrova in concentrazioni superiori al valore obiettivo nel sito di Priolo e compreso tra il valore obbiettivo e la soglia di valutazione superiore per il sito di Scala Greca entrambe della zona di Siracusa. È inoltre presente in concentrazione compresa tra la soglia di valutazione superiore e la soglia di valutazione inferiore nel sito di Gela; nei restanti siti non supera la soglia di valutazione inferiore; - il Nichel, in tutti i siti di misura si trova in concentrazioni inferiori alla soglia di valutazione inferiore; - il Benzo(a)pirene, in tutti i siti di misura si trova in concentrazioni inferiori alla soglia di valutazione inferiore; - il Piombo in tutti i siti di misura si trova in concentrazioni inferiori alla soglia di valutazione inferiore. Postazione Siracusa - Priolo Zona IT 1903 Siracusa - Scala Greca Zona IT 1903 Messina - Boccetta Zona IT 1904 Milazzo - Termica Milazzo Zona IT 1906 Gela - Venezia Zona IT 1908 % annuale di PM 10 sottoposto a indagine % utilizzata per l'indagine dei metalli % utilizzata per Cd As Ni B(a)P Pb l'indagine degli IPA (ng/m 3 ) (ng/m 3 ) (ng/m 3 ) (ng/m 3 ) (ng/m 3 ) 90.30% 51.60% 36.02% % 31.40% 26.50% % 31.20% 12.70% % 34.70% 12.70% % 3.34% 16.92% Tabella 2.8: Percentuali di campionamento e concentrazioni degli inquinanti espresse come media annuale per il 2011

93 ATMOSFERA Inquinante Cd As Ni B(a)P Pb (ng/m 3 ) (ng/m 3 ) (ng/m 3 ) (ng/m 3 ) (µg/m 3 ) valore limite annuale 0,5 valore obiettivo annuale 5,0 6,0 20,0 1,0 soglia valutazione superiore (% del limite o del valore obiettivo) soglia valutazione inferiore (% del limite o del valore obiettivo) 3 (60%) 2 (40%) 3,6 (60%) 2,4 (40%) 14 (70%) 10 (50%) 0,6 (60%) 0,4 (40%) Tabella 2.9: Valori obiettivo, limiti e soglie di valutazione (Decreto Legislativo 13 agosto 2010, n. 155). INQUINANTE Cd ZONA Siracusa Priolo Siracusa Scala Greca Siracusa Scala Greca Milazzo Termica Milazzo 0,35 (70%) 0,25 (50%) Gela Venezia IT 1903 IT 1903 IT 1904 IT 1906 IT 1908 > valore obiettivo annuale x compreso tra valore obiettivo e soglia valutazione superiore compreso tra soglia valutazione superiore e soglia valutazione inferiore < soglia valutazione inferiore x x x x As > valore obiettivo annuale x compreso tra valore obiettivo e soglia valutazione superiore compreso tra soglia valutazione superiore e soglia valutazione inferiore < soglia valutazione inferiore x x Ni > valore obiettivo annuale compreso tra valore obiettivo e soglia valutazione superiore compreso tra soglia valutazione superiore e soglia valutazione inferiore < soglia valutazione inferiore x x x x x B(a)P > valore obiettivo annuale compreso tra valore obiettivo e soglia valutazione superiore compreso tra soglia valutazione superiore e soglia valutazione inferiore < soglia valutazione inferiore x x x x x Pb > valore limite annuale compreso tra valore limite e soglia valutazione superiore compreso tra soglia valutazione superiore e soglia valutazione inferiore < soglia valutazione inferiore x x x x x Tabella 2.10:Inquadramento dei valori riscontrati in ordine agli obiettivi di classificazione per zone. x x

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95 AGENTI FISICI 3. AGENTI FISICI Autori: Antonio Conti, Antonino Granata, Domenico Pagano 2

96 AGENTI FISICI Quadro sinottico indicatori per Agenti Fisici Tema Radiazioni ionizzanti Rumore Nome Indicatore Concentrazioni di attività di radon indoor Concentrazione di attività di radionuclidi in matrici alimentari Monitoraggio in continuo delle sorgenti DPSIR S Copertura T S R 2011 S R 2011 S P 2011 Rappresentazione Stato e Trend Tabelle Figure Riferimenti Normativi L. 230/95 e s.m.i. L. 230/95 e s.m.i. D.A. n 16 12/2/2007 D.A. n 51 23/03/2007 D.A. 11/09/2007 D.A. 10/12/2007 Radiazioni non ionizzanti Numero di interventi di controllo su sorgenti di campi RF Monitoraggio in continuo dei campi elettromagnetici ELF (ore, numero misure, siti misurati, numero superamenti) R P R P L 22/03/2001 n.36. DPCM L 22/03/2001 n.36. DPCM 8 luglio

97 AGENTI FISICI Radiazioni ionizzanti Le azioni relative al monitoraggio delle radiazioni ionizzanti vengono svolte sulla base di precisi mandati normativi europei. Infatti con il Trattato Euratom del 1957 viene stabilito che Ciascuno Stato membro provvede agli impianti necessari per effettuare il controllo permanente del grado di radioattività dell'atmosfera, delle acque e del suolo [ ] e che Le informazioni relative ai controlli contemplati dall'articolo 35 sono regolarmente comunicate dalle autorità competenti alla Commissione. L attenzione della Commissione Europea alla problematica radiazioni ionizzanti è sempre molto elevata e a tutt oggi- le azioni e il programma di monitoraggio seguito da ARPA Sicilia prende le mosse dalle indicazioni della Raccomandazione 2000/473/Euratom Al fine di garantire l'osservanza delle norme fondamentali di sicurezza è importante che, oltre alla determinazione dei livelli di radioattività dell'aria, dell'acqua e del suolo, detti livelli vengano anche determinati per campioni biologici e per derrate alimentari specifiche, e per valutare l'esposizione esterna vengano controllate le intensità di dose ambientale emanata in applicazione all art. 36 del Trattato. Dal 2008, l ARPA Sicilia in collaborazione con la Provincia Regionale di Ragusa, tramite il personale del 10 Settore Geologia e Geognostica ha avviato un Progetto Pilota per il monitoraggio delle concentrazioni di radon nel territorio della Provincia di Ragusa. Questo progetto pilota si è avviato in previsione della predisposizione del Piano Radon Regionale che prevede la mappatura delle concentrazioni di radon sull'intero territorio siciliano, con criteri omogenei a quelli del Piano Nazionale Radon e in ottemperanza a quanto stabilito dal D.Lgs. n. 241 del 26/5/2000. Dai primi risultati del Progetto Pilota si è visto che le concentrazioni di radon rivelate negli ambienti abitativi sono contenute entro valori che, solo per pochissimi punti percentuali, superano di poco i 200 Bq/m 3 (Becquerel/m 3 ), mantenendosi prevalentemente entro il valori di 100 Bq/m 3 che è il valore di cautela suggerito recentemente dall'organizzazione Mondiale della Sanità. Argomento importante è la valutazione della concentrazione di radionuclidi artificiali in matrici ambientali e/o alimentari che permette di verificare il livello della eventuale contaminazione che può avvenire o a seguito di accumulo dei radionuclidi naturali o a seguito di diffusione dei radionuclidi di origine artificiale trasferiti all ambiente in conseguenza di eventi accidentali non controllati. Risulta particolarmente indicativo il livello di concentrazione di Cs-137, concentrazione di radionuclidi artificiali, in campioni di acqua, latte vaccino pastorizzato fresco e a lunga conservazione (UHT), pasta, farina, carne, ortaggi, pesce, miele, sia perché la presenza di questo radionuclide è direttamente correlabile ad eventi di contaminazione ad ampia diffusione sia perché si tratta di un radionuclide ad elevata radiotossicità e con un tempo di dimezzamento di circa 30 anni il che contribuisce di fatto a mantenere persistente nel tempo la contaminazione. ARPA Sicilia opera nell ambito del programma nazionale predisposto da ISPRA inviando al sistema RADIA (Rete Sinanet ) i dati del monitoraggio. ISPRA ogni anno, entro il 30 giugno, invia al JRC (Joint Research Center) i dati di radioattività raccolti dagli istituti enti e organismi idoneamente attrezzati facenti capo alla Rete RESORAD. Il 2011 è stato teatro di due eventi accidentali, lo Tsunami in Giappone, con conseguenze di fughe radioattive dalla centrale di Fukushima e un altro avvenuto in Francia presso la centrale nucleare di Tricastin. A tal proposito ARPA Sicilia ha attivato la propria Rete di Monitoraggio ed ha fornito in tempo reale dati alla Rete di riferimento nazionale gestita da ISPRA. Le analisi dei dati rilevati non hanno evidenziato concentrazioni superiori alla minima concentrazione rivelabile. In particolare, sono stati analizzati, complessivamente dai due laboratori di Palermo e Catania, 87 campioni di alimenti vari (latte, ortaggi, carne, pesce, pasta) e acque di sorgente. 4

98 AGENTI FISICI In nessun caso è stato riscontrato il superamento dei limiti di cui al REGOLAMENTO EURATOM n 3954/87. Sono stati, inoltre, analizzati n. 12 campioni di acque di lago artificiale. 5

99 AGENTI FISICI INDICATORE CONCENTRAZIONE DI ATTIVITÀ DI RADON INDOOR SCOPO Ottenere informazioni sulla concentrazione di radon in ambienti confinati, nell'ambito del Piano Radon Regionale che prevede la mappatura delle concentrazioni di radon sull'intero territorio siciliano, con criteri omogenei a quelli del Piano Nazionale Radon e in ottemperanza a quanto stabilito dal D.Lgs. n. 241 del 26/5/2000. DESCRIZIONE L indicatore, qualificabile come indicatore di stato, fornisce la concentrazione di Rn-222 in aria negli ambienti abitativi come valore globale in un anno di esposizione. (NB: Allo stato attuale l unico valore limite di riferimento della normativa italiana è riferito agli ambienti di lavoro: il D.Lgs. n. 230 del 17/3/1995 integrato dal D.Lgs. n. 241 del 26/5/2000, prevede il limite di 500 Bq/m 3 per i luoghi di lavoro ma, al tempo stesso, richiede di individuare le zone del territorio a rischio di radon. La Raccomandazione 90/143/Euratom stabilisce in 200 Bq/m 3 e 400 Bq/m 3, rispettivamente per le vecchie abitazioni e per quelle in costruzione, i limiti di concentrazione da non superare). Recenti indicazioni dell OMS suggeriscono di contenere le concentrazioni entro i 100 Bq/m 3. UNITÀ di MISURA L unità di misura dell attività dei radionuclidi è il Becquerel (Bq) e, pertanto, la concentrazione di attività viene misurata in Becquerel/m 3 ( Bq/m 3 ). FONTE dei DATI ARPA Sicilia Struttura Territoriale di Catania, Struttura Territoriale di Ragusa; Provincia Regionale di Ragusa-10 Settore Geologia e Geognostica 1. In ambiente abitativo le misure sono state effettuate con dosimetri a traccia tipo CR-39. L incertezza associata alle misure è mediamente del 30%. NOTE TABELLE e FIGURE Nella Figura 3.1 sono riportate le concentrazione di radon rilevati negli ambienti abitativi in funzione del tempo di esposizione nell anno I dettagli delle analisi statistiche sono ancora in corso. In alcuni casi non è stato possibile ritirare i dosimetri entro tempi compatibili con una risposta pienamente affidabile del dosimetro stesso. Tali dosimetri, nell analisi dettagliata verranno esclusi dal contesto. STATO e TREND Sono stati complessivamente posizionati ed analizzati circa 500 dosimetri su tutto il territorio della provincia di Ragusa. Il dettaglio dei dati verrà presentato in una pubblicazione a parte. (1) dal 2008, con l'avvio del Progetto Pilota per il monitoraggio delle concentrazioni di radon nel territorio della Provincia di Ragusa, è attiva una forma di collaborazione tra ARPA Sicilia e la Provincia Regionale di Ragusa, tramite il personale del 10 Settore Geologia e Geognostica. 6

100 AGENTI FISICI Figura 3.1- Concentrazione di radon rilevati negli ambienti abitativi in funzione del tempo di esposizione. Anno 2011 DATI CHIARAMONTE - CONCENTRAZIONE vs Periodo di esposizione DATI COMISO - CONCENTRAZIONE vs Periodo di esposizione Concentrazione (Bq/m^3) CONCENTRAZIONE 2 periodo CONCENTRAZIONE 1 periodo Concentrazione (Bq/m^3) CONCENTRAZIONE 2 periodo CONCENTRAZIONE 1 periodo N giorni di esposizione N giorni di esposizione Concentrazione (Bq/m^3) DATI MODICA - CONCENTRAZIONE vs Periodo di esposizione N giorni di esposizione DATI RAGUSA - CONCENTRAZIONE vs Periodo di esposizione DATI POZZALLO - CONCENTRAZIONE vs Periodo di esposizione N giorni di esposizione CONCENTRAZIONE 2 per iodo CONCENTRAZIONE 1 per iodo DATI SCICLI - CONCENTRAZIONE vs Periodo di esposizione N giorni di esposizione 400 CONCENTRAZIONE 2 per i odo CONCENTRAZIONE 1 per i odo N giorni di esposizione DATI S.Croce Camerina - CONCENTRAZIONE vs Periodo di esposizione DATI VITTORIA - CONCENTRAZIONE vs Periodo di esposizione CONCENTRAZIONE 2 periodo Concentrazione (Bq/m^3) CONCENTRAZIONE 1 periodo Concentrazione (Bq/m^3) CONCENTRAZIONE 2 periodo 80 CONCENTRAZIONE 1 periodo N giorni di esposizione N giorni di esposizione Fonte: Arpa ST di Catania, ST di Ragusa, Provincia Regionale di Ragusa. Analisi concentrazioni: Arpa Sicilia, ST di Catania - elaborazione dati Arpa Sicilia ST2 7

101 AGENTI FISICI Come si può vedere dai dati sopra riportati, le concentrazioni di radon rivelate negli ambienti abitativi sono contenute entro valori che solo per pochissimi punti percentuali superano di poco i 200 Bq/m 3, mantenendosi prevalentemente entro il valori di 100 Bq/m 3 che è il valore di cautela suggerito recentemente dall'organizzazione Mondiale della Sanità. Ulteriori analisi sono ancora in corso e, quando sarà completato il piano delle misurazioni, si valuterà l'eventuale necessità di ulteriori approfondimenti conoscitivi. 8

102 AGENTI FISICI INDICATORE CONCENTRAZIONE DI ATTIVITÀ DI RADIONUCLIDI ARTIFICIALI IN MATRICI AMBIENTALI E ALIMENTARI (PARTICOLATO ATMOSFERICO, DEPOSIZIONI UMIDE E SECCHE, LATTE) SCOPO La valutazione della concentrazione di attività di radionuclidi artificiali in matrici ambientali e/o alimentari permette di verificare il livello della eventuale contaminazione che può avvenire o a seguito di accumulo dei radionuclidi naturali o a seguito di diffusione dei radionuclidi di origine artificiale trasferiti all ambiente in conseguenza di eventi accidentali non controllati (esempi tipici sono gli incidenti con ampia diffusione di radionuclidi, tipo gli incidenti di Chernobyl, o l incidente di Algeciras o incidenti di tipo locale ). La misura della concentrazione di attività di radionuclidi nelle matrici alimentari fornisce altresì un informazione utile in relazione all importanza dell alimento quale componente della dieta. In particolare, risulta particolarmente indicativo il livello di concentrazione di Cs-137, sia perché la presenza di questo radionuclide è direttamente correlabile ad eventi di contaminazione ad ampia diffusione (v.sopra) sia perché si tratta di un radionuclide ad elevata radiotossicità e con un tempo di dimezzamento di circa 30 anni il che contribuisce di fatto a mantenere persistente nel tempo la contaminazione. ARPA Sicilia, relativamente a questo indicatore, opera nell ambito del programma nazionale predisposto da ISPRA sulla base di quanto previsto dall art. 104 del D.Lgs n.230/95 (e successive modifiche e integrazioni) e dal Regolamento CEE 737/90 (e successive modifiche con il Regolamento CE n. 1661/99), inviando al sistema RADIA (Rete Sinanet ) i dati del monitoraggio. ISPRA ogni anno, entro il 30 giugno, invia al JRC (Joint Research Center) di Ispra i dati di radioattività raccolti dagli istituti enti e organismi idoneamente attrezzati facenti capo alla Rete RESORAD. DESCRIZIONE Si tratta di un indicatore di stato: concentrazione di radionuclidi artificiali in campioni di acqua, latte vaccino pastorizzato fresco e a lunga conservazione (UHT), pasta, farina, carne, ortaggi, pesce, miele. UNITÀ di MISURA L unità di misura dell attività dei radionuclidi è il Becquerel (Bq) e, pertanto, la concentrazione viene misurata in Becquerel/chilogrammo (Bq/kg) e Becquerel/litro (Bq/l). I limiti massimi ammissibili nei prodotti alimentari per il Cs-137, il Cs-134 e tutti gli altri radionuclidi il cui tempo di dimezzamento supera i 10 giorni, è definito dal REGOLAMENTO (EURATOM) n 3954/87 del Consiglio del 22 dicembre *. Tali limiti sono di 400 Bq/kg per alimenti per lattanti, 1000 Bq/kg per i prodotti caseari, 1250 Bq/kg per gli altri prodotti alimentari (escluso quelli secondari), e di 1000 Bq/kg per gli alimenti liquidi. FONTE dei DATI L Arpa Sicilia nel 2011 ha effettuato le analisi di radioattività nei campioni di alimenti presso i due laboratori di Fisica delle Radiazioni ionizzanti dei Dipartimenti di CATANIA e di PALERMO per la campagna radioattività negli alimenti relativa all anno (2*) oltre a questo, anche il Regolamento (CE) 733/08 regolamenta le concentrazioni di alimenti di importazione da paesi terzi. Ulteriori proposte di aggiornamenti e modifiche sono ancora in corso, fino alla recente proposta della Commissione delle Comunità Europee del 18-giugno

103 AGENTI FISICI NOTE TABELLE e FIGURE La tabella 3.1 riportano i risultati delle analisi di radioattività effettuate, da Arpa Sicilia, nei campioni di alimenti prelevati dopo lo Tsunami in Giappone che ha provocato le fughe radioattive dalla centrale di Fukushima. Nella tabella 3.2 invece vengono riportate le analisi di radioattività nei campioni di alimenti prelevati dopo incidente avvenuto in Francia presso la centrale nucleare di Tricastin. Nella tabella 3.3 si riportano le analisi di radioattività nei campioni di acque seguite da Arpa Sicilia e nella tabella 3.4 si riportano le misure dose gamma in aria Nella figura 3.2: sono riportati i punti di prelievo per il monitoraggio delle acque e delle stazioni di monitoraggio della dose gamma in aria. STATO e TREND Il 2011 è stato teatro di due eventi accidentali, il primo dei quali (Tsunami in Giappone, con conseguenze di fughe radioattive dalla centrale di Fukushima) di notevole portata. ARPA Sicilia ha attivato la propria Rete di Monitoraggio ed ha fornito in tempo reale dati alla Rete di riferimento nazionale gestita da ISPRA. Di seguito i dati relativi al periodo in cui ISPRA ha richiesto la massima allerta. Le analisi dei dati rilevati dalla stazione ARPA di Catania non hanno evidenziato concentrazioni superiori alla minima concentrazione rivelabile. A titolo di confronto si evidenzia che la Raccomandazione Europea CE/2000/473 del 08/06/2000 riporta come valore di "livello notificabile" (reporting level) il valore di 30 mbq/m^3 per il Cs-137. Tabella 3.1- Analisi di radioattività nei campioni di alimenti prelevati dopo lo Tsunami in Giappone, con conseguenze di fughe radioattive dalla centrale di Fukushima- Data inizio campionamento Data fine campionamento I -131 (mbq/m^3) Cs-137 (mbq/m^3) Cs-134 (mbq/m^3) 14/03/ /03/2011 < 1.1 < 1.41 < /03/ /03/2011 < < < /03/ /03/2011 < 1.51 < 0.9 < /03/ /03/2011 < < < /03/ /03/2011 < < < /03/ /03/2011 < < 0.2 < /03/ /03/2011 < < < /03/ /03/2011 < < < /03/ /03/2011 < 1.89 < 2.31 < /03/ /03/2011 < 0.95 < < /03/ /03/2011 < < < /03/ /03/2011 < < < /03/ /03/2011 < < < /03/ /03/2011 < 1.3 < < /03/ /03/2011 < 1.27 < 1.15 < /03/ /04/2011 < 0.96 < 0.76 < /04/ /04/2011 < 1.07 < < /04/ /04/2011 < 1.2 < < /04/ /04/2011 < < < /04/ /04/2011 < 1.17 < < /04/ /04/2011 < < 0.24 < /04/ /04/2011 < 1.19 < < /04/ /04/2011 < < < /04/ /04/2011 < < < Fonte: Arpa Sicilia ST di Catania. Come accennato sopra, nel corso del 2011 è stato segnalato anche un altro incidente avvenuto in Francia presso la centrale nucleare di Tricastin. Anche se il livello di gravità è stato di molto 10

104 AGENTI FISICI inferiore all incidente occorso in Giappone, la Rete Nazionale è stata avvisata e anche in questo caso Arpa Sicilia ha potuto contribuire fornendo i propri dati, che vengono riportati nella tabella sottostante: Tabella Analisi di radioattività nei campioni di alimenti prelevati dopo incidente avvenuto in Francia presso la centrale nucleare di Tricastin. Data inizio campionamento Data fine campionamento Cs-137 (mbq/m^3) Cs-134 (mbq/m^3) 13/07/ /07/2011 < < /07/ /07/2011 < < /07/ /07/2011 < < /07/ /07/2011 < < /07/ /07/2011 < < /07/ /07/2011 < 1.18 < /07/ /07/2011 < 1.47 < /07/ /08/2011 < < /08/ /08/2011 < < /08/ /08/2011 < < 1.89 Fonte: Arpa Sicilia ST di Catania. Per quanto riguarda l analisi di concentrazioni di radioattività in campioni alimentari, sono stati analizzati complessivamente dai due laboratori di Palermo e Catania- 87 campioni di alimenti vari (latte, ortaggi, carne, pesce, pasta) e acque di sorgente. In nessun caso è stato riscontrato il superamento dei limiti di cui al REGOLAMENTO EURATOM n 3954/87. Sono stati, inoltre, analizzati n. 32 campioni di acque. Anche in questo caso, i valori di concentrazione di radionuclidi sono risultati inferiori alla minima concentrazione rivelabile. Tabella Analisi di radioattività nei campioni di acque ACQUA DI LAGO ARTIFICIALE (n. 12 campioni) (Diga Castello, Diga Alessandro della Rocca) alfa beta Cs-137 Cs-134 H-3 K-40 Rn-222 totale totale (Bq/L) <0.1 < Fonte: Arpa Sicilia ST di Palermo. ACQUA superficiale (fiume) (n. 8 campioni) (Simeto, Dittaino, Gornalunga, Alcantara) Cs-137 Cs-134 (Bq/L) <0.2 <0.2 Fonte: Arpa Sicilia ST di Catania. ACQUA profonda (n. 8 campioni) (Galleria Ciapparazzo, Pozzo Falsocorrotto, Posso Masaracchio, Pozzo Torre Rossa) Cs-137 Cs-134 (Bq/L) <0.2 <0.2 Fonte: Arpa Sicilia ST di Catania. Infine, durante il mesi di dicembre 2011 sono stati rilevati dati dalla stazione di monitoraggio della dose gamma in aria. I valori sono riportati in tabella: Tabella Misure dose gamma in aria Misure dose gamma in aria Periodo media (nsv/h) max (nsv/h) min (nsv/h) Dicembre Fonte: Arpa Sicilia ST di Palermo. 11

105 AGENTI FISICI Figura 3.2: Punti di prelievo per il monitoraggio delle acque e delle stazioni di monitoraggio della dose gamma in aria. Fonte: Arpa Sicilia 12

106 AGENTI FISICI Rumore La problematica connessa all'inquinamento da rumore è certamente tra quelle maggiormente poste sotto l'attenzione della Comunità scientifica internazionale, tanto che nel novembre del 2010 l Agenzia Europea per l Ambiente (EEA) ha pubblicato una guida sull esposizione al rumore con una ricognizione degli effetti potenziali del rumore sulla salute, nella quale è illustrata anche la dinamica dose-effetto. Nel rapporto è bene illustrato come il periodo in cui l'individuo può essere maggiormente esposto agli effetti dannosi del rumore è durante il sonno. A parziale tutela della popolazione, le Direttive Comunitarie hanno introdotto, negli ultimi anni, nuovi indicatori come Lden e Lnight (direttiva 2002/49/CE) che, pur con alcuni limiti di interpretazione del dato di misura e fatte salve le differenze che -ovviamente- possono verificarsi nei diversi paesi dell'europa, possono bene descrivere lo stato di esposizione della popolazione. Si rileva che nell anno 2011 l Arpa Sicilia ha effettuati 74 monitoraggi in tutto il territorio regionale e sono stati rilevati 33 superamenti. 13

107 AGENTI FISICI INDICATORE MONITORAGGIO IN CONTINUO DELLE SORGENTI DI RUMORE (NUMERO COMUNI, SITI MISURATI, NUMERO ORE MONITORAGGIO) SCOPO Quantifica l'impatto dell'inquinamento da rumore, tramite l'attività di monitoraggio in continuo, prevalentemente nei siti ove sono presenti soprattutto infrastrutture di trasporto. DESCRIZIONE L indicatore descrive l attività svolta dalle Strutture Territoriali Arpa Sicilia in termini di monitoraggi in continuo effettuati su tutte le sorgenti di rumore. Nell ambito del modello DPSIR, l indicatore è classificabile come indicatore di risposta. UNITÀ di MISURA Numero (n), ore (h). FONTE dei DATI I dati presentati sono stati elaborati dalla Direzione Generale di ARPA Sicilia, a partire dall attività svolta dalle Strutture Territoriali ARPA Sicilia. NOTE TABELLE e FIGURE Nella tabella 3.5 vengono riportati i risultati del monitoraggio in continuo, suddivisi per Provincia, effettuati in Sicilia nel 2011; di seguito viene riportato il grafico riassuntivo Figura 3.3. STATO e TREND Nell anno 2011 l attività connessa al monitoraggio è diminuita rispetto agli anni precedenti. Tabella 3.5 Monitoraggio in continuo suddiviso per provincia anno 2011 Fonte: Arpa Sicilia Provincia n.monitoraggi n. superamenti n. sup. lim. effettuati lim assoluto Diff AG CT EN ME PA RG SR TP

108 AGENTI FISICI Figura 3.3 Monitoraggio in continuo suddiviso per provincia anno 2011 N. Monitoraggi n.monitoraggi effettuati n. giorni di monitoraggio N. totale giorni di monitoraggio 0 Fonte: Arpa Sicilia AG CT EN ME PA RG SR TP 0 15

109 AGENTI FISICI Radiazioni non ionizzanti Nel paragrafo dedicato alle radiazioni ionizzanti abbiamo specificato il significato di questo termine. Analogamente, le radiazioni non ionizzanti sono radiazioni elettromagnetiche a frequenze più basse delle frequenze delle radiazioni ionizzanti e-pertanto- non hanno energia sufficiente a produrre ionizzazione. Rientrano in tale tipologia le onde radio ( campi elettromagnetici ad alta frequenza : telecomunicazioni, telefonia cellulare, radar) e i campi elettromagnetici a bassa frequenza (es.: elettrodotti). Il monitoraggio e il controllo dei livelli di campo elettromagnetico nel corso degli anni è andato di pari passo con gli studi sugli eventuali effetti sulla salute. Nel 1996 l OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha avviato il Progetto Internazionale Campi Elettromagnetici per la valutazione di eventuali effetti sulla salute indotti da questo tipo di campi. Diversi studi sono stati condotti ipotizzando possibili correlazioni tra esposizione ai campi elettromagnetici generati da impianti a bassa frequenza e leucemia infantile cosa che ha portato la IARC a dare la classificazione nel Gruppo 2B ( possibili cancerogeni ) per i campi a bassissima frequenza. Fino al maggio 2011 i campi ad alta frequenza (radiofrequenze, microonde, telefonia cellulare) non avevano alcuna classificazione da parte della IARC. Nel maggio 2011, la IARC ha classificato anche i campi elettromagnetici a radiofrequenza come possibili cancerogeni per gli esseri umani (Gruppo 2B), basandosi sui risultati di studi che riportano un incremento del rischio di glioma, un tipo di cancro maligno al cervello, associato all uso dei telefoni senza fili (in questo ambito rientrano sia i telefonini cellulari sia i comuni cordless domestici). Si rileva che nell anno 2011 l Arpa Sicilia ha effettuati 150 monitoraggi in continuo dei campi elettromagnetici generati da radiofrequenze in tutto il territorio regionale e sono stati rilevati 33 superamenti del limite di esposizione negli ambienti di vita. 16

110 AGENTI FISICI INDICATORE MONITORAGGIO IN CONTINUO DEI CAMPI ELETTROMAGNETICI GENERATI DA SORGENTI DI RADIOFREQUENZE (NUMERO SITI MISURATI, NUMERO ORE DI MONITORAGGIO, NUMERO SUPERAMENTI) SCOPO Quantifica l'impatto dell'inquinamento da rumore, tramite l'attività di monitoraggio in continuo, prevalentemente nei siti ove sono presenti gli impianti di radiotelecomunicazione. DESCRIZIONE L indicatore descrive l attività di monitoraggio svolta dalle Strutture Territoriali sulle sorgenti di campi elettromagnetici a RF. Nell ambito del modello DPSIR, l indicatore è classificabile come indicatore di risposta. UNITÀ di MISURA Numero (n). FONTE dei DATI I dati presentati sono stati elaborati dalla Direzione Generale di ARPA Sicilia, sull attività svolta dalle Strutture Territoriali ARPA Sicilia. NOTE TABELLE e FIGURE Nella tabella 3.6 e in figura 3.4 vengono riportati i risultati del monitoraggio in continuo, per impianti RF suddivisi per Provincia effettuati nel STATO e TREND In tabella 3.6 si rappresentano i risultati del monitoraggio in continuo dei campi elettromagnetici RF, con indicazione del numero di ore totali di monitoraggio per ciascuna provincia. Tabella Risultati del monitoraggio in continuo dei campi elettromagnetici RF per ciascuna provincia. Anno Provinci a n.monitoraggi effettuati n. superamenti 6 V/m superamenti 20 n. totale giorni monit. AG CT EN (*) ME PA RG SR TP Fonte: Arpa Sicilia (*) Al momento della stesura del presente documento, i siti di Enna presso i quali sono stati riscontrati i numerosi superamenti indicati, sono stati già oggetto di attenzione da parte dell Asssessorato Territorio e Ambiente e su di essi è stato avviato il Piano di risanamento, approvato con Decreto del Dirigente Generale n. 492 del 27 settembre Di seguito il collegamento presso il quale è possibile scaricare i documenti relativi 17

111 AGENTI FISICI Figura Risultati del monitoraggio in continuo dei campi elettromagnetici RF per ciascuna provincia. Anno N. Monitoraggi -- N. superamenti n.monitoraggi effettuati n. superamenti 6 V/m n. totale giorni monit N. totale giorni di monitoraggio 0 Fonte: Arpa Sicilia AG CT EN ME PA RG SR TP 0 18

112 AGENTI FISICI INDICATORE MONITORAGGIO IN CONTINUO DEI CAMPI ELETTROMAGNETICI ELF (ORE, NUMERO MISURE, SITI MISURATI, NUMERO SUPERAMENTI) SCOPO Quantifica l'impatto dell'inquinamento da rumore, tramite l'attività di monitoraggio in continuo, prevalentemente nei siti ove sono presenti gli impianti di linee elettriche e cabine di trasformazione DESCRIZIONE L indicatore descrive l attività di monitoraggio svolta dalle Strutture Territoriali sulle sorgenti di campi elettromagnetici a frequenza estremamente bassa (la sigla ELF Extremely low frequency (ovvero frequenze estremamente basse ) identifica -in pratica- le linee elettriche e le cabine di trasformazione. Nell ambito del modello DPSIR, l indicatore è classificabile come indicatore di risposta. UNITÀ di MISURA Numero (n). FONTE dei DATI I dati presentati sono stati elaborati dalla Direzione Generale di ARPA Sicilia, sull attività svolta dalle Strutture Territoriali ARPA Sicilia. NOTE TABELLE e FIGURE Nella tabella 3.7 e la figura 3.5 vengono riportati i risultati del monitoraggio in continuo, per impianti RF suddivisi per Provincia effettuati nel STATO e TREND In tabella 3.7 si rappresentano i dati relativi alle attività di monitoraggio in continuo dei campi elettromagnetici ELF. 19

113 AGENTI FISICI Tabella 3.7 Attività di monitoraggio in continuo dei campi elettromagnetici ELF anno 2011 n. superamenti limite di esposiz_100_ mict n. superamenti limite di esposiz_5 kv_m n.monitoraggi Provincia effettuati n. totale giorni monit. AG CT EN ME PA RG SR TP Fonte: Arpa Sicilia Figura 3.5 Attività di monitoraggio in continuo dei campi elettromagnetici ELF anno 2011 N. Monitoraggi -- N. superamenti n.monitoraggi effettuati n. superamenti n. totale giorni monit N. totale giorni di monitoraggio 0 Fonte: Arpa Sicilia AG CT EN ME PA RG SR TP

114

115 BIOSFERA 4. BIOSFERA Autori: Giorgio D Angelo, Giacomo Scalzo. 4.2

116 BIOSFERA Tema Nome Indicatore DPSIR Quadro sinottico Indicatori per Biosfera Copertura Rappresentazione Stato e Riferimenti S T Tabelle Figure Trend Normativi BIODIVERSITÀ: TENDENZE E CAMBIAMENTI Status delle specie presenti nei SIC/ZPS Habitat Siti Natura 2000 S P S P Direttiva 92/43/CEE, Direttiva 79/409 CEE, 97/49/CE, 2009/147/CE, L n.157, L. 3/10/02 n.221, L. 4/06/2010 n. 96, DPR 8/9/97 n.357, DPR 12/3/03 n.120, DDMM 3/9/02, 25/3/2004, 25/3/05, 11/6/07, 17/10/07, 03/07/2008, 30/3/09, 19/06/2009, 02/08/2010, 14/03/2011, 07/03/2012, L.R. 8/5/07 n.13, DD. ARTA 21/2/05 n.46, 5/5/06, 30/3/07, 3/4/07, 22/10/07 AREE PROTETTE FORESTE Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e Zone di Protezione Speciale (ZPS) Numero e superficie delle tagliate forestali R P 2011 P R Direttive Habitat 92/43/CEE, Uccelli 79/409/CEE, 97/49/CE, 2009/147/CE, Decisione CE 28/3/08 n.335, L n.157, L.3/10/02 n.221, L. 4/06/2010 n. 96, DPR 8/9/97 n.357, DM 3/9/02, DPR 12/3/03 n.120, DDMM 25/3/04, 25/3/05, 11/6/07, 17/10/07, 03/07/2008, 30/03/09, 19/06/2009, 02/08/2010, 14/03/2011, DD ARTA 21/2/05 n.46, 5/5/06, 3/4/07, 22/10/07. Convenzione di Rio sulla diversità biologica e Dichiarazione di Principio sulle Foreste 12/6/1992, L. 14/02/1994 n.124, COM/2001/0031 CIPE 2 agosto 2002, RDL 30/12/1923 n.3267, L 25/07/1952 n.991, L.R. 05/07/1966 n.17, L.R.06/04/1996 n.16, L.R.19/08/1999 n.13, L.R. 14/04/2006 n

117 Introduzione In Sicilia sono presenti 219 SIC (Siti di Importanza Comunitaria) e 29 ZPS (Zone di Protezione Speciale), dove si rilevano circa il 50% delle specie faunistiche ed il 20% delle specie floristiche di interesse comunitario segnalate in Italia ed elencate nell allegato II della direttiva Habitat e nell allegato I della direttiva Uccelli. Il maggior numero di specie animali d interesse comunitario (direttiva habitat e direttiva uccelli ) è stato segnalato nella provincia di Trapani (72% delle specie animali d interesse comunitario presenti in Sicilia), mentre le specie vegetali ricadono prevalentemente nei territori provinciali di Messina e di Palermo (47% delle specie vegetali d interesse comunitario presenti in Sicilia). In generale è la provincia di Trapani ad avere il maggior numero di specie d interesse comunitario, con una maggiore ripartizione nelle diverse categorie tassonomiche. I SIC interessano una superficie di circa 458 mila ettari, mentre le aree designate come ZPS si estendono su una superficie di circa 388 mila ettari. In Sicilia, ai sensi del DPR 13/03/1976 n. 448, con il quale è stata recepita in Italia la Convenzione Ramsar 02/02/71, sono state istituite due aree umide di interesse internazionale aventi una superficie di ettari. Si tratta di due aree molto ricche di specie animali, importanti per la nidificazione e la migrazione dell avifauna, strategiche per la salvaguardia della biodiversità regionale ed internazionale. Fra le azioni antropiche capaci di innescare delle pressioni sull ecosistema forestale per le quali sono disponibili dati statistici troviamo il fenomeno delle tagliate forestali. Tendenzialmente, dal 1995 al 2010, le tagliate forestali sono diminuite con eccezione per l anno 2001 che presenta il massimo valore regionale in termini di numero e di superficie delle tagliate. La superficie utilizzata è molto esigua, 791 ettari, rispetto alla superficie boscata regionale che secondo i dati dell inventario forestale regionale (anno 2009) è per i boschi alti pari a circa 258 mila ettari. BIOSFERA 4.4

118 BIOSFERA INDICATORE STATUS DELLE SPECIE PRESENTI NEI SIC E NELLE ZPS SCOPO Fornire indicazioni sulle specie di interesse comunitario per la conservazione biologica presenti in Sicilia (Allegato II della Direttiva Habitat e Allegato I della Direttiva Uccelli). Individuare i territori dove vivono le specie di interesse comunitario, dando una prima indicazione del valore naturale. DESCRIZIONE L indicatore da informazioni sulle specie protette (specie a rischio di estinzione) dalla Direttiva Habitat e dalla Direttiva Uccelli, mediante l istituzione dei Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e delle Zone di Protezione Speciale (ZPS). L elaborazione dei dati evidenzia il grado di presenza delle specie d interesse comunitario nelle province rispetto a quelle segnalate nell intero territorio regionale. Il valore del numero di specie presenti in ciascuna provincia è rapportato al valore complessivo regionale, realizzando così un indicatore di presenza che ha un valore compreso tra un minimo di zero ed un massimo di cento (provincia con il massimo numero di specie d interesse comunitario). UNITÀ di MISURA Numero (n), percentuale (%). FONTE dei DATI La fonte dei dati sulle specie tutelate dalla Direttiva Habitat e dalla Direttiva Uccelli è rappresentata dal database Natura 2000 del Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) Direzione generale per la protezione della natura e del mare (agg. settembre 2011). Le informazioni sono alimentate mediante i formulari (formulario standard Natura 2000) compilati/aggiornati dalle Regioni e dalle Province Autonome. NOTE TABELLE e FIGURE Le tabelle 4.1 e 4.2 riportano rispettivamente il numero di specie animali e vegetali d interesse comunitario presenti nei 234 siti (SIC e ZPS), nonchè la percentuale di specie presenti nelle province rispetto al totale numero di specie segnalate per l intero territorio regionale (figura 4.1). Nella figura 4.2 si indica per ciascuna provincia il numero di specie protette dalla Direttiva Habitat e dalla Direttiva Uccelli rispetto al numero massimo di specie d interesse comunitario rilevato tra le nove province (grado di presenza con valore compreso tra 0 a 100%). STATO e TREND Nei 234 siti sono presenti circa il 50% delle specie faunistiche ed il 20% delle specie floristiche segnalate in Italia ed elencate nell allegato II della direttiva Habitat e nell allegato I della direttiva Uccelli (tabelle 4.1 e 4.2). Le specie animali sono presenti maggiormente nella provincia di Trapani (72% delle specie animali d interesse comunitario presenti in Sicilia), mentre le specie vegetali ricadono prevalentemente nei territori provinciali di Messina e di Palermo (47% delle specie vegetali d interesse comunitario presenti in Sicilia). In generale è la provincia di Trapani ad avere il maggior numero di specie d interesse comunitario, con una maggiore ripartizione nelle diverse categorie tassonomiche (figura 4.1 e 4.2). 4.5

119 Tabella 4.1: Consistenza e distribuzione dei taxa faunistici segnalati nella Direttiva Habitat e Uccelli presenti nei SIC e nelle ZPS (2011). BIOSFERA Provincia N. specie invertebrati N. specie pesci N. specie anfibi e rettili N. specie uccelli N. specie mammiferi Totale complessivo Percentuale di specie presenti Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo Ragusa Siracusa Trapani Sicilia Italia Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati del MATTM Direzione generale per la protezione della natura e del mare (agg. settembre 2011). Tabella 4.2: Consistenza e distribuzione dei taxa floristici segnalati nella Direttiva Habitat e presenti nei SIC e nelle ZPS (2011). Provincia Briofite Pteridofite Gimnosperme Angiosperme Totale complessivo Percentuale di specie presenti Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo Ragusa Siracusa Trapani Sicilia Italia Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati del MATTM Direzione generale per la protezione della natura e del mare (agg. settembre 2011). 4.6

120 BIOSFERA Figura 4.1: Numero di specie animali e vegetali, segnalate nella Direttiva Habitat e Uccelli, presenti nelle province rispetto al numero totale di specie d interesse comunitario registrate in Sicilia (2011). 80% 70% N. specie fauna N. specie flora N. totale specie numero specie d'interesse comunitario (%) 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo Ragusa Siracusa Trapani Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati del MATTM Direzione generale per la protezione della natura e del mare (agg. settembre 2011). 4.7

121 Figura 4.2: Grado di presenza dei diversi taxa segnalati dalla Direttiva Habitat e Uccelli nelle nove province (2011). 100 BIOSFERA grado di presenza (0-100) Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo Ragusa Siracusa Trapani Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati del MATTM Direzione generale per la protezione della natura e del mare (agg. settembre 2011). 4.8

122 BIOSFERA INDICATORE HABITAT SITI NATURA 2000 SCOPO Fornire informazioni sugli habitat di interesse comunitario (Allegato I della Direttiva Habitat 92/43/CEE) presenti in Sicilia: tipologia, estensione, distribuzione. Valutare il grado di conservazione degli habitat naturali e seminaturali presenti all interno dei SIC e delle ZPS. DESCRIZIONE L indicatore è articolato nei seguenti sub-indicatori: 1. Habitat indicati nell Allegato I della Direttiva Habitat, presenti nei SIC e nelle ZPS; 2. Stato di conservazione degli habitat tutelati dalla Direttiva Habitat e presenti nei SIC e nelle ZPS. L indicatore descrive la distribuzione degli habitat tutelati secondo la Direttiva Habitat, presenti all interno dei SITI NATURA 2000 (SIC e ZPS), ed il loro grado di conservazione. L indicatore non considera le diverse relazioni spaziali che presentano i siti della rete Natura 2000, l area di un habitat può ricadere in più siti e pertanto si ha una sovrastima nel calcolo della superficie che è stata aggregata per tipologia, per provincia e per grado di conservazione. Il grado di conservazione è espresso in tre classi: eccellente (A), buono (B), medio-ridotto (C). L informazione relativa al grado di conservazione è fornita nei formulari solo per gli habitat presenti in misura significativa. UNITÀ di MISURA Ettari (ha), percentuale (%). FONTE dei DATI La fonte dei dati è rappresentata dal database Natura 2000 del Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) Direzione generale per la protezione della natura e del mare (agg. settembre 2011). Il database riporta i dati dei formulari (formulario standard Natura 2000) compilati/aggiornati dalle Regioni e dalle Province Autonome. NOTE TABELLE e FIGURE Per la costruzione dell indicatore si sono utilizzati i dati sulle superfici degli habitat elencati nell allegato I della Direttiva Habitat e presenti nei 234 siti, ripartiti per provincia (tabella 4.3 e figura 4.3). Viene anche riportato lo stato di conservazione, per provincia e regione, degli habitat tutelati dalla Direttiva 92/43/CEE (tabella 4.4 e figura 4.4). STATO E TREND La maggiore superficie degli habitat dell allegato I della Direttiva ricade nelle province di Messina e di Palermo (tabella 4.3 e figura 4.3). Gli habitat dell allegato I della Direttiva hanno uno stato di conservazione eccellente per il 22% della loro superficie, buono per il 57%, medio-ridotto per il 15% (tabella 4.4). La provincia dove prevale uno stato di conservazione eccellente è Catania (49% della complessiva superficie provinciale di habitat elencati nella Direttiva). Le province in cui lo stato di conservazione più diffuso è quello medio-ridotto o dove sono presenti habitat di estensione non significativa sono Caltanissetta, Ragusa ed Agrigento (tabella 4.4 e figura 4.4). 4.9

123 BIOSFERA Tabella 4.3: Superficie (ettari) habitat dell'allegato I della Direttiva Habitat presenti nei SIC e nelle ZPS (2011). Habitat Allegato I Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo Ragusa Siracusa Trapani Totale Banchi di sabbia a debole copertura permanente di acqua marina *Praterie di Posidonie (Posidonion oceanicae) Estuari *Lagune costiere Grandi cale e baie poco profonde Scogliere Vegetazione annua delle linee di deposito marine Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con Limonium spp. Endemici Vegetazione annua pioniera a Salicornia e altre specie delle zone fangose e sabbiose Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi) Praterie e fruticeti mediterranee e termo-atlantici (Sarcocornetea fruticosi) Praterie e fruticeti alonitrofili (Pegano-Salsoletea) segue 4.10

124 BIOSFERA Habitat Allegato I Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo Ragusa Siracusa Trapani Totale *Steppe salate mediterranee (Limonietalia) Dune mobili embrionali Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria ("dune bianche") Depressioni umide interdunari Dune fisse del litorale del Crucianellion maritimae Dune con prati dei Malcolmietalia Dune con prati dei Brachypodietalia e vegetazione annua *Dune costiere con Juniperus spp Acque oligotrofe a bassissimo contenuto minerale su terreni eneralmente sabbiosi del Mediterraneo occidentale con Isoetes spp. Acque oligomesotrofe calcaree con vegetazione bentica di Chara spp. Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition *Stagni temporanei mediterranei segue 4.11

125 BIOSFERA Habitat Allegato I Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo Ragusa Siracusa Trapani Totale Fiumi delle pianure e montani con vegetazione del Ranunculion fluitantis e Callitricho-Batrachion Fiumi con argini melmosi con vegetazione del Chenopodion rubri p.p. e Bidention p.p. Fiumi mediterranei a flusso permanente con il Paspalo- Agrostidion e con filari ripari di Salix e Populus alba Fiumi mediterranei a flusso intermittente con il Paspalo- Agrostidion Lande oro-mediterranee endemiche a ginestre spinose Formazioni stabili xerotermofile a Buxus sempervirens sui pendii rocciosi (Berberidion p.p.) Matorral arborescenti di Juniperus spp *Matorral arborescenti di Zyziphus *Matorral arborescenti di Laurus nobilis Formazioni basse di euforbie vicino alle scogliere Arbusteti termo-mediterranei e presteppici segue 4.12

126 BIOSFERA Habitat Allegato I Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo Ragusa Siracusa Trapani Totale Phrygane di Sarcopoterium spinosum Phrygane endemiche dell'euphorbio- Verbascion *Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero- Brachypodietea Dehesas con Quercus spp. sempreverde Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del Molinio- Holoschoenion Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie idrofile Praterie magre da fieno a bassa altitudine Alopecurus pratensis, Sanguisorba officinalis Torbiere di transizione e instabili *Paludi calcaree con Cladium mariscus e specie del Caricion davallianae *Sorgenti petrificanti con formazione di travertino (Cratoneurion) segue 4.13

127 BIOSFERA Habitat Allegato I Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo Ragusa Siracusa Trapani Totale Torbiere basse alcaline Ghiaioni del Mediterraneo occidentale e termofili Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica Pareti rocciose silicee con vegetazione casmofitica Grotte non ancora sfruttate a livello turistico Campi di lava e cavità naturali Grotte marine sommerse o semisommerse Faggeti del Luzulo-Fagetum *Foreste di versanti, ghiaioni e valloni del Tilio-Acerion Frassineti termofili a Fraxinus angustifolia *Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion albae) segue 4.14

128 BIOSFERA Habitat Allegato I Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo Ragusa Siracusa Trapani Totale Foreste miste riparie di grandi fiumi a Quercus robur, Ulmus laevis e Ulmus minor, Fraxinus excelsior o Fraxinus angustifolia (Ulmenion minoris) *Faggeti degli Appennini con Taxus e Ilex *Faggeti degli Appennini con Abies alba e faggeti con Abies nebrodensis Foreste di Castanea sativa Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba Foreste di Platanus orientalis e Liquidambar orientalis (Platanion orientalis) Gallerie e forteti ripari meridionali (Nerio-Tamaricetea e Securinegion tinctoriae) Foreste di Olea e Ceratonia Foreste di Quercus suber Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia Foreste di Quercus macrolepis 4 4 Foreste di Ilex aquifolium segue 4.15

129 BIOSFERA Habitat Allegato I Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo Ragusa Siracusa Trapani Totale * Pinete (sub-)mediterranee di pini neri endemici Pinete mediterranee di pini mesogeni endemici *Foreste endemiche di Juniperus spp *Boschi mediterranei di Taxus baccata Superficie (ettari) Numero tipologie habitat Allegato I (N) Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati del MATTM Direzione generale per la protezione della natura e del mare (agg. settembre 2011). 4.16

130 BIOSFERA Tabella 4.4: Stato di conservazione degli habitat dell'allegato I della Direttiva Habitat (ettari e %) presenti nei SIC e nelle ZPS della Sicilia (2011). Provincia A B C S Superficie totale habitat allegato I C+S/sup. totale habitat allegato I (%) Agrigento ,22 Caltanissetta ,63 Catania ,95 Enna ,17 Messina ,55 Palermo ,69 Ragusa ,28 Siracusa ,28 Trapani ,13 Totale complessivo ,94 Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati del MATTM Direzione generale per la protezione della natura e del mare (agg. settembre 2011). LEGENDA: A stato di conservazione eccellente; B stato di conservazione buono; C stato di conservazione medio-ridotto; S stato di conservazione per gli habitat presenti in misura non significativa. Figura 4.3: Numero e superficie (ettari) tipologie di habitat dell allegato I della Direttiva 92/43/CEE, presenti nei SIC e nelle ZPS della Sicilia (2011) Superficie (ettari) Numero tipologie habitat Allegato I (N) superficie (ettari) numero tipologie habitat Allegato Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo Ragusa Siracusa Trapani 0 Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati del MATTM Direzione generale per la protezione della natura e del mare (agg. settembre 2011). 4.17

131 BIOSFERA Figura 4.4: Percentuale di superficie degli habitat dell allegato I con grado di conservazione medio-ridotto (C) o non significativi rispetto alla totale superficie di habitat dell allegato I (2011) percentuale superfice (%) Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo Ragusa Siracusa Trapani Sicilia Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati del MATTM Direzione generale per la protezione della natura e del mare (agg. settembre 2011). 4.18

132 BIOSFERA INDICATORE SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA (SIC) E ZONE DI PROTEZIONE SPECIALE (ZPS) SCOPO Stimare la percentuale di territorio regionale coperto dai Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e dalle Zone di Protezione Speciale (ZPS). Valutare a scala regionale il recepimento di norme comunitarie in materia di salvaguardia della biodiversità. DESCRIZIONE L indicatore di risposta descrive l attuazione di due importanti normative comunitarie: Direttiva Habitat che ha come obiettivo la conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatica ai fini della salvaguardia della biodiversità, mediante l istituzione e la gestione dei Siti di Importanza Comunitaria (SIC), nonché delle Zone Speciali di Conservazione (ZSC); Direttiva Uccelli che riguarda la tutela dell avifauna selvatica meritevole di salvaguardia in Zone di Protezione Speciale (ZPS). Le ZPS si uniranno alle ZSC per costituire la rete ecologica europea denominata Natura La Regione Siciliana, con Decreto dell Assessorato Territorio e Ambiente n. 46/GAB del 21 febbraio 2005, ha individuato i siti di importanza comunitaria e le zone di protezione speciale e, con successivo Decreto del 5 maggio del 2006, ha approvato le cartografie delle aree di interesse naturalistico (SIC e ZPS), nonché le schede aggiornate dei siti ricadenti nel territorio regionale. Il Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) ha prodotto l elenco delle ZPS (DECRETO MATTM 19 giugno 2009) e una serie di elenchi dei SIC per la regione biogeografica mediterranea in Italia. L ultimo decreto (Decreto MATTM 7 marzo 2012) conferma per la Sicilia quanto già riportato nel precedente decreto del 14 marzo UNITÀ di MISURA Numero (n), ettaro (ha). FONTE dei DATI Ministero dell ambiente e della tutela del territorio e del mare - Direzione generale per la protezione della natura e del mare. NOTE TABELLE e FIGURE Nella tabella 4.5 è riportato il numero dei SIC e delle ZPS, nonché le superfici occuppate per provincia. Si segnala che la ripartizione del numero e della superficie nelle nove province regionali è stata assegnata in funzione dei codici di ciascun sito, non prendendo in considerazione i siti e le rispettive aree che ricadono in più province. Inoltre la superficie complessiva dei siti natura 2000 (SIC e ZPS) è stata calcolata mediante il tipo di relazione spaziale indicata nel database natura 2000 del MATTM, escludendo le aree dei siti totalmente inclusi o sovrapposti ad altri SIC o ZPS. Le due figure rappresentano la distribuzione spaziale dei SIC e delle ZPS. STATO e TREND Secondo i dati presenti nel database Natura 2000 del Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) Direzione generale per la protezione della natura e del mare (agg. settembre 2011), in Sicilia sono stati individuati 219 SIC e 29 ZPS. 4.19

133 BIOSFERA I SIC interessano una superficie di circa 458 mila ettari, mentre le aree designate come ZPS si estendono su una superficie di circa 388 mila ettari. I siti (SIC e ZPS) presentano varie relazioni geografiche che possono andare dalla perfetta o parziale sovrapposizione, alla completa inclusione. Con riferimento ai SIC, 80 non presentano nessuna relazione, 14 coincidono perfettamente a delle ZPS, mentre i restanti SIC sono inclusi o parzialmente sovrapposti a delle ZPS o confinano con altri siti Natura Tutte le 29 ZPS presentano delle relazioni geografiche con i SIC: 14 sono identiche a dei SIC e 15 contengono dei SIC o parte di essi. Tabella 4.5 Numero e superficie di SIC e ZPS in Sicilia (2011). Provincia n. SIC n. ZPS Superficie SIC (ettari) Superficie ZPS (ettari) Totale siti natura 2000 (ettari) Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo Ragusa Siracusa Trapani Sicilia Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati del MATTM Direzione generale per la protezione della natura e del mare. 4.20

134 BIOSFERA Figura 4.5: Distribuzione territoriale dei SIC (2011). Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati del Ministero dell ambiente e della tutela del territorio e del mare Direzione generale per la protezione della natura e del mare. LEGENDA Figura 4.5: N. Codice Denominazione N. Codice Denominazione 1 ITA Isole dello Stagnone di Marsala 29 ITA Boschi di San Mauro Castelverde 2 ITA Isola di Marettimo 30 ITA Monte S. Salvatore, Monte Catarineci, Vallone Mandarini, ambienti umidi 3 ITA Isola di Levanzo 31 ITA Isola delle Femmine 4 ITA Isola di Favignana 32 ITA Capo Gallo 5 ITA Laghetti di Preola e Gorghi Tondi e Sciare di Mazara 33 ITA Boschi Ficuzza e Cappelliere, Vallone Cerasa, Castagneti Mezzojuso 6 ITA Paludi di Capo Feto e Margi Spanò 34 ITA Rocca Busambra e Rocche di Rao 7 ITA Saline di Trapani 35 ITA Cala Rossa e Capo Rama 8 ITA Complesso Monte Bosco e Scorace 36 ITA Isola di Ustica 9 ITA Monte Bonifato 37 ITA Rocche di Castronuovo, Pizzo Lupo, Gurghi di S. Andrea 10 ITA Monte San Giuliano 38 ITA Valle del Fiume Oreto 11 ITA Sistema dunale Capo Granitola, Porto Palo e Foce del Belice 39 ITA Lago di Piana degli Albanesi 12 ITA Marausa: Macchia a Quercus calliprinos 40 ITA Monte Pellegrino 13 ITA Bosco di Calatafimi 41 ITA Complesso Calanchivo di Castellana Sicula 14 ITA Sciare di Marsala 42 ITA Monte Quacella, Monte dei Cervi, Pizzo Carbonara, Monte Ferro, Pizzo Otiero 15 ITA Complesso Monti di Castellammare del Golfo (TP) 43 ITA Complesso Pizzo Dipilo e Querceti su calcare 16 ITA Monte Cofano e Litorale 44 ITA Foce del Fiume Pollina e Monte Tardara 17 ITA Capo San Vito, Monte Monaco, Zingaro, Faraglioni Scopello, Monte Sparacio 45 ITA Rupi di Catalfano e Capo Zafferano 18 ITA Foce del Torrente Calatubo e dune 46 ITA Querceti sempreverdi di Geraci Siculo e Castelbuono 19 ITA Isola di Pantelleria: Montagna Grande e Monte Gibele 47 ITA Montagna Longa, Pizzo Montanello 20 ITA Isola di Pantelleria - Area Costiera, Falesie e Bagno dell'acqua 48 ITA Calanchi, lembi boschivi e praterie di Riena 21 ITA Saline di Marsala 49 ITA Raffo Rosso, Monte Cuccio e Vallone Sagana 22 ITA Complesso Monti di Santa Ninfa - Gibellina e Grotta di Santa Ninfa 50 ITA Rocche di Ciminna 23 ITA Montagna Grande di Salemi 51 ITA Bosco di S. Adriano 24 ITA Fondali dell'arcipelago delle Isole Egadi 52 ITA Monte Pizzuta, Costa del Carpineto, Moarda 25 ITA Fondali del Golfo di Custonaci 53 ITA Monte Iato, Kumeta, Maganoce e Pizzo Parrino 26 ITA Fondali dell'isola dello Stagnone di Marsala 54 ITA Serra del Leone e Monte Stagnataro 27 ITA Rocca di Cefalù 55 ITA Monte Rose e Monte Pernice 28 ITA Boschi di Gibilmanna e Cefalù 56 ITA Monte Matassaro, Monte Gradara e Monte Signora 4.21

135 BIOSFERA N. Codice Denominazione N. Codice Denominazione 57 ITA Monte d'indisi, Montagna dei Cavalli, Pizzo Pontorno e Pian del Leone 129 ITA Torrente Vaccarizzo (tratto terminale) 58 ITA Boschi di Granza 130 ITA Lago Soprano 59 ITA Monte San Calogero (Termini Imerese) 131 ITA Monte Capodarso e Valle del Fiume Imera Meridionale 60 ITA Monte Carcaci, Pizzo Colobria e ambienti umidi 132 ITA Lago Sfondato 61 ITA Monte Genuardo e Santa Maria del Bosco 133 ITA Monte Conca 62 ITA Monte Triona e Monte Colomba 134 ITA Sughereta di Niscemi 63 ITA Monti Barracù, Cardelia, Pizzo Cangialosi e Gole del Torrente Corleone 135 ITA Rupe di Falconara 64 ITA Sugherete di Contrada Serradaino 136 ITA Rupe di Marianopoli 65 ITA Monte Cane, Pizzo Selva a Mare, Monte Trigna 137 ITA Pizzo Muculufa 66 ITA Monte Zimmara (Gangi) 138 ITA Torre Manfria 67 ITA Monte San Calogero (Gangi) 139 ITA Lago Ogliastro 68 ITA Rocche di Entella 140 ITA Lago di Pergusa 69 ITA Monte Rosamarina e Cozzo Famò 141 ITA Lago di Pozzillo 70 ITA Monte Grifone 142 ITA Monte Altesina 71 ITA Rocca di Sciara 143 ITA Lago di Ancipa 72 ITA Fondali dell'isola di Ustica 144 ITA Monte Sambughetti, Monte Campanito 73 ITA Fondali di Isola delle Femmine - Capo Gallo 145 ITA Vallone di Piano della Corte 74 ITA Stretta di Longi 146 ITA Contrada Giammaiano 75 ITA Torrente Fiumetto e Pizzo d'uncina 147 ITA Bosco di Sperlinga, Alto Salso 76 ITA Rupi di Taormina e Monte Veneretta 148 ITA Vallone Rossomanno 77 ITA Bacino del Torrente Letojanni 149 ITA Contrada Caprara 78 ITA Bosco di Malabotta 150 ITA Boschi di Piazza Armerina 79 ITA Rocca di Novara 151 ITA Serre di Monte Cannarella 80 ITA Affluenti del Torrente Mela 152 ITA Monte Chiapparo 81 ITA Capo Peloro - Laghi di Ganzirri 153 ITA Contrada Valanghe 82 ITA Pizzo Mualio, Montagna di Vernà 154 ITA Foce del Fiume Simeto e Lago Gornalunga 83 ITA Fiume Fiumedinisi, Monte Scuderi 155 ITA Riserva naturale Fiume Fiumefreddo 84 ITA Dorsale Curcuraci, Antennamare 156 ITA La Gurna 85 ITA Laguna di Oliveri - Tindari 157 ITA Timpa di Acireale 86 ITA Rocche di Alcara Li Fusi 158 ITA Bosco di Santo Pietro 87 ITA Pizzo Fau, Monte Pomiere, Pizzo Bidi e Serra della Testa 159 ITA Isole dei Ciclopi 88 ITA Valle del Fiume Caronia, Lago Zilio 160 ITA Bosco del Flascio 89 ITA Pizzo della Battaglia 161 ITA Complesso Immacolatelle, Micio Conti, boschi limitrofi 90 ITA Vallone Laccaretta e Urio Quattrocchi 162 ITA Fascia altomontana dell'etna 91 ITA Pizzo Michele 163 ITA Dammusi 92 ITA Tratto Montano del Bacino della Fiumara di Agrò 164 ITA Poggio S. Maria 93 ITA Fiume San Paolo 165 ITA Pineta di Adrano e Biancavilla 94 ITA Torrente San Cataldo 166 ITA Pineta di Linguaglossa 95 ITA Lecceta di S. Fratello 167 ITA Monte Baracca, Contrada Giarrita 96 ITA Isola di Alicudi 168 ITA Canalone del Tripodo 97 ITA Isola di Filicudi 169 ITA Valle del Bove 98 ITA Isola di Panarea e Scogli Viciniori 170 ITA Sciare di Roccazzo della Bandiera 99 ITA Isole di Stromboli e Strombolicchio 171 ITA Piano dei Grilli 100 ITA Isola di Vulcano 172 ITA Lago Gurrida e Sciare di S. Venera 101 ITA Isola di Salina (Monte Fossa delle Felci e dei Porri) 173 ITA Bosco di Milo 102 ITA Isola di Salina (Stagno di Lingua) 174 ITA Bosco di S. Maria La Stella 103 ITA Isola di Lipari 175 ITA Bosco di Linera 104 ITA Isola Bella, Capo Taormina e Capo S. Andrea 176 ITA Monte Minardo 105 ITA Capo Milazzo 177 ITA Monte Arso 106 ITA Capo Calavà 178 ITA Tratto di Pietralunga del Fiume Simeto 107 ITA Rocche di Roccella Valdemone 179 ITA Forre laviche del Fiume Simeto 108 ITA Alta Valle del Fiume Alcantara 180 ITA Contrada Sorbera e Contrada Gibiotti 109 ITA Riserva naturale del Fiume Alcantara 181 ITA Fondali di Acicastello (Isola Lachea - Ciclopi) 110 ITA Fiumara di Floresta 182 ITA Foce del Fiume Irmino 111 ITA Serra del Re, Monte Soro e Biviere di Cesarò 183 ITA Alto corso del Fiume Irmino 112 ITA Monte Pelato 184 ITA Vallata del Fiume Ippari (Pineta di Vittoria) 113 ITA Fondali di Taormina - Isola Bella 185 ITA Punta Braccetto, Contrada Cammarana 114 ITA Fondali dell'isola di Salina 186 ITA Isola dei Porri 115 ITA Isola di Linosa 187 ITA Cava Randello, Passo Marinaro 116 ITA Isola di Lampedusa e Lampione 188 ITA Spiaggia Maganuco 117 ITA Foce del Magazzolo, Foce del Platani, Capo Bianco, Torre Salsa 189 ITA Contrada Religione 118 ITA Foce del Fiume Verdura 190 ITA Cava d'ispica 119 ITA Monte Cammarata - Contrada Salaci 191 ITA Fondali Foce del Fiume Irminio 120 ITA Complesso Monte Telegrafo e Rocca Ficuzza 192 ITA Isola di Capo Passero 121 ITA Pizzo della Rondine, Bosco di S. Stefano Quisquina 193 ITA Vendicari 122 ITA Maccalube di Aragona 194 ITA Pantani della Sicilia sud orientale 123 ITA Monte San Calogero (Sciacca) 195 ITA Pantano Morghella 124 ITA Litorale di Palma di Montechiaro 196 ITA Pantano di Marzamemi 125 ITA La Montagnola e Acqua Fitusa 197 ITA Saline di Siracusa e Fiume Ciane 126 ITA Fondali di Capo San Marco - Sciacca 198 ITA Cava Grande del Cassibile, Cava Cinque Porte, Cava e Bosco di Bauli 127 ITA Fondali delle Isole Pelagie 199 ITA Capo Murro di Porco, Penisola della Maddalena e Grotta Pellegrino 128 ITA Biviere e Macconi di Gela 200 ITA Valle del Fiume Anapo, Cavagrande del Calcinara, Cugni di Sortino 4.22

136 BIOSFERA N. Codice Denominazione N. Codice Denominazione 201 ITA Isola Correnti, Pantani di Punta Pilieri, chiusa dell'alga e Parrino 211 ITA Monti Climiti 202 ITA Grotta Monello 212 ITA Cava Contessa - Cugno Lupo 203 ITA Grotta Palombara 213 ITA Bosco Pisano 204 ITA Saline di Priolo 214 ITA Monte Lauro 205 ITA Saline di Augusta 215 ITA Cozzo Ogliastri 206 ITA Torrente Sapillone 216 ITA Fondali di Brucoli - Agnone 207 ITA Alto corso del Fiume Asinaro, Cava Piraro e Cava Carosello 217 ITA Fondali di Vendicari 208 ITA Cava Palombieri 218 ITA Fondali dell'isola di Capo Passero 209 ITA Fiume Tellesimo 219 ITA Fondali del Plemmirio 210 ITA Cava Cardinale 4.23

137 BIOSFERA Figura 4.6: Distribuzione territoriale delle ZPS (2011). Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati del Ministero dell ambiente e della tutela del territorio e del mare Direzione generale per la protezione della natura e del mare. LEGENDA Figura 4.6: N. Codice Denominazione 1 ITA Paludi di Capo Feto e Margi Spanò 2 ITA Arcipelago delle Egadi - area marina e terrestre 3 ITA Stagnone di Marsala e Saline di Trapani - area marina e terrestre 4 ITA Monte Cofano, Capo San Vito e Monte Sparagio 5 ITA Isola di Pantelleria e area marina circostante 6 ITA Laghetti di Preola e Gorghi Tondi, Sciare di Mazara e Pantano Leone 7 ITA Isola di Ustica 8 ITA Monte Iato, Kumeta, Maganoce e Pizzo Parrino 9 ITA Monte Matassaro, Monte Gradara e Monte Signora 10 ITA Rocche di Entella 11 ITA Monti Sicani, Rocca Busambra e Bosco della Ficuzza 12 ITA Monte Pecoraro e Pizzo Cirina 13 ITA Parco delle Madonie 14 ITA Monti Peloritani, Dorsale Curcuraci, Antennamare e area marina dello stre 15 ITA Monti Nebrodi 16 ITA Arcipelago delle Eolie - area marina e terrestre 17 ITA Arcipelago delle Pelagie - area marina e terrestre 18 ITA Torre Manfria, Biviere e Piana di Gela 19 ITA Lago di Pergusa 20 ITA La Gurna 21 ITA Canalone del Tripodo 22 ITA Valle del Bove 23 ITA Sciare di Roccazzo della Bandiera 24 ITA Piano dei Grilli 25 ITA Biviere di Lentini, tratto mediano e foce del Fiume Simeto e area antistan 26 ITA Saline di Siracusa e Fiume Ciane 27 ITA Saline di Priolo 28 ITA Saline di Augusta 29 ITA Pantani della Sicilia sud-orientale,morghella,di Marzamemi,di Punta Pilier 4.24

138 BIOSFERA INDICATORE NUMERO E SUPERFICIE DELLE TAGLIATE FORESTALI SCOPO Fornire un inquadramento generale a proposito delle tagliate, cioè la superficie forestale in cui è stata eseguita un utilizzazione totale o parziale del soprassuolo. Analizzare l intensità della pressione sull ecosistema forestale generata dall utilizzazione di legname. DESCRIZIONE L indicatore riporta il numero e l estensione della superficie forestale interessata annualmente da prelievi di legname. UNITÀ di MISURA Numero (n), ettaro (ha). FONTE dei DATI ISTAT (dal 1995 al 2010). NOTE TABELLE e FIGURE La tabella 4.7 riporta il numero e la superficie delle tagliate. L analisi dell andamento temporale del fenomeno delle tagliate ricopre un periodo che va dal 1995 al 2010 (figura 4.7). STATO e TREND Fra le azioni antropiche capaci di innescare delle pressioni sull ecosistema forestale per le quali sono disponibili dati statistici troviamo il fenomeno delle tagliate forestali. Tendenzialmente, dal 1995 al 2010, le tagliate forestali sono diminuite con eccezione per l anno 2001 che presenta il massimo valore regionale in termini di numero e di superficie delle tagliate (figura 4.7). La superficie utilizzata è molto esigua, 791 ettari (tabella 4.7), rispetto alla superficie boscata regionale che secondo i dati dell inventario forestale regionale (anno 2009) è per i boschi alti pari a circa 258 mila ettari. 4.25

139 BIOSFERA Tabella 4.7: Numero e superficie delle tagliate forestali ( ). Anno Numero tagliate Superficie (ettari) Fonte: ISTAT. Figura 4.7: Andamento del numero e della superficie delle tagliate forestali dal 1995 al Numero tagliate Superficie (ettari) numero (n) superficie (ettari) Fonte: Elaborazioni ARPA Sicilia su dati ISTAT. 4.26

140

141 GEOSFERA 5.GEOSFERA Autori: Salvatore Caldara, Giorgio D Angelo, Domenico Galvano, Antonino Granata, Alberto Mandanici, Virginia Palumbo 5. 2

142 GEOSFERA Tema Nome Indicatore DPSIR Quadro sinottico Indicatori per Geosfera Copertura Stato Rappresentazione e S T Trend Tabelle Figure Riferimenti Normativi CONTAMINAZIONE DEI SUOLI DA FONTI DIFFUSE E SITI CONTAMINATI Vendita e distribuzione di fertilizzanti Vendita e distribuzione di prodotti fitosanitari P P Siti contaminati S/R P 2011 Siti contaminati di interesse nazionale P P S/R R Reg.CE 2003/03, 796/04, 1698/2005, 73/2009; Dir. 91/676/CEE CE- COM(2002)179, CE-COM (2006)231, 2008/98/CE, COM(2005) L. 748/84 e s.m.i.; D. Lgs. 252/00,D lgs. 152/06 D. Lgs. 217/06; DM MiPAF 19/4/99; 13/12/04; 6/7/05; 7/4/2006; 18/12/09, 22/12/09 n.30125; DDG. ARTA/AAFF. 121/05, Decreto interassessoriale 53/2007, DDG, n 138 del 23/2/06, D.D.G. n del Condizionalità della PAC per l anno 2009 ; D.D.G. n. 135 del Condizionalità della PAC per l anno 2010 ; Reg.CE 178/02, 852/04, 396/05, 1698/05, 1185/09, 1107/09, 65/2011, 679/2011 Direttive 79/117/CEE e 91/414/CEE, 91/676/CEE, 2009/128/CE, 2009/127/ CE, 2006/42/CE, CE-COM (2002) 179, (2002) 349, (2006)231, Dec. 2004/259/CE, COM(2006) 372, COM (2006) 373, COM (2006) 778, L. 283/62, 146/94, 362/99, 176/02, Cod. comp. prod. fitos.: FAO 1986 e s.m.i., DPR: 1255/68, 223/88, 290/01, 217/04, D.Lgs.: 194/95, 22/97, 173/98, 65/2003 (classificazione), 214/05, 152/06, D.M. Sanità: 16/7/99, 19/5/00, 22/7/03, 7/5/04, MIPAF: 17/11/04; 13/12/04, DDG AAFF 193/05, DDG ARTA/AAFF/Sanità 357/07 L. 441/87D.Lgs. 22/97 D.M. 185/89 D.M. 471/99 D.Lgs.152/06 D.Lgs. 4/08 D.Lgs. 128/10 D.Lgs. 22/97 D.M. 471/99 D.M. 468/01 L. 426/98 L. 266/05 D.Lgs.152/06 D.Lgs. 4/08 D.Lgs. 128/

143 GEOSFERA Tema Nome Indicatore DPSIR Quadro sinottico Indicatori per Geosfera Copertura Stato Rappresentazione e S T Trend Tabelle Figure Riferimenti Normativi USO DEL SUOLO Siti di estrazione di minerali di II categoria (cave) Siti di estrazione di minerali di I categoria (miniere) Siti di estrazione di risorse energetiche P P P P P R 2011; ; ; ; ; COM(2002)179 Direttiva 2006/21/CE R.D. 1443/27 DPR 2/72 DPR 616/77 L. 752/82 D.M. Ambiente 23/12/91 L.R. 54/56 D.P. Reg 7/58 D. lgs. 117/2008 LR 127/80 e ss.mm.ii. LR 24/91 LR 19/95 LR 25/99 LR 10/04 COM(2002) 179 COM (2003) 319 Direttiva 2006/21/CE Direttiva (CEE) n. 777/80 R.D. 1443/27 D. lgs. 105/92 D. lgs. 339/99 D. lgs. 117/2008 LR 54/56 RD 1443/27 Direttiva 94/22/CE D. lgs. 625/96 LR 54/56 LR 14/00 LR 35/

144 GEOSFERA Introduzione Il sistema Geosfera comprende il suolo propriamente detto, inteso come corpo naturale costituito da particelle minerali ed organiche che si forma dall alterazione fisica e chimico-fisica della roccia madre e dalla trasformazione bio-chimica dei residui organici ed il sottosuolo, vale a dire la parte di crosta terrestre che comprende il substrato pedogenetico e la roccia madre inalterata. Esso, costantemente influenzato dall ambiente esterno, va inteso come un sistema polifasico caratterizzato da specifiche proprietà fisiche, chimiche, mineralogiche, biologiche e da uno specifico dinamismo interno in grado di differenziarsi dalla nuda roccia sottostante. Il suolo può essere soggetto a processi di degradazione gravi e irreversibili che sono il risultato della domanda crescente da parte di molti settori economici: i sistemi di coltivazione intensivi nelle aree agricole, l industrializzazione e la cementificazione nelle aree urbane, gli impianti per lo smaltimento dei rifiuti, le grandi arterie stradali, ecc. Le pressioni sul suolo derivano essenzialmente dalla concentrazione della popolazione e delle attività economiche in aree localizzate, dai cambiamenti climatici e dalle variazioni dell'uso del suolo stesso. I fattori di pressione hanno contribuito ad alterare la qualità dei suoli in molte aree, a limitarne numerose ed importanti funzioni, prima fra tutte la capacità di rimuovere i contaminanti dall ambiente attraverso i processi di filtrazione e assorbimento che lo caratterizzano; né è testimonianza la sempre maggiore attenzione dedicata al sistema suolo a livello europeo attraverso una serie di documenti programmatici e strategici sulla difesa di questa risorsa: In questo senso Arpa Sicilia ha già attivato la rete regionale di monitoraggio dei suoli, attraverso la realizzazione di una rete a maglia fissa ed in siti rappresentativi di aree agricole ed industriali; inoltre saranno monitorati alcuni siti specialistici sui fenomeni di desertificazione e in aree industriali che sarà in grado, una volta in possesso dei primi risultati del monitoraggio, di fornire una buona conoscenza dello stato qualitativo ed ambientale dei suoli a livello regionale e conseguentemente di indirizzare al meglio le linee programmatiche per la protezione dei suoli. La Sicilia è la regione più estesa e più meridionale d Italia ( Km 2 ). I suoli occupano circa il 93% della superficie regionale e mostrano un ampia variabilità spaziale legata, non solo alla litologia (formazioni geologiche), dalla quale hanno ereditato moltissime caratteristiche ed alle interazioni acqua-gas-rocce, ma anche alle condizioni climatiche (alte temperature estive e lunghi periodi siccitosi, in contrasto con inverni piovosi e miti) e all azione dell Uomo che attraverso l uso continuo nel tempo ne ha influenzato, positivamente o negativamente, le caratteristiche naturali. In questo capitolo sono state valutate le principali cause che alterano la qualità dei suoli suddivise in contaminazioni diffuse (attività agricola) e puntuali (siti contaminati) e l uso del suolo (cave e miniere). Specificatamente per quanto attiene l attività agricola, i dati di vendita e distribuzione di prodotti fertilizzanti e fitosanitari in Sicilia possono fornire utili indicazioni per valutare i possibili fenomeni di contaminazione dei suoli. Per quanto concerne l impiego di fertilizzanti distribuiti in Sicilia riferito al periodo si può notare un evidente trend decrescente che è interrotto da un aumento degli impieghi nel Da tonnellate nel 2000 si è passati a tonnellate nel 2010 valore, questo, che tuttavia risulta essere in sensibile aumento (+ 29,1%) rispetto a quello del 2009 (pari a tonnellate). Per quanto concerne l utilizzo di prodotti fitosanitari, in termini di quantità vendute nel 2010, la Sicilia, con quintali, si colloca al secondo posto fra le regioni italiane, dopo il Veneto ( quintali). Rispetto al 2009 si registra una diminuzione rilevante di quintali di prodotti fitosanitari distribuiti (- 11,78%), diminuzione. Fra le categorie di prodotti fitosanitari, nel 2010 i fungicidi costituiscono la maggioranza in termini di vendite e distribuzione (71%), mentre gli erbicidi costituiscono soltanto il 4,59%. 5. 5

145 GEOSFERA Per quanto concerne le classi di pericolosità, su scala regionale nel 2010, il 76,58% dei prodotti fitosanitari distribuiti appartiene alla categoria non classificabile, mentre il 15,53% alla categoria nocivi e il restante a quella dei prodotti molto pericolosi e pericolosi. La provincia di Trapani, importante territorio viticolo regionale, è quella che presenta la percentuale maggiore in termini di prodotti fitosanitari non classificabili (95,54%) per via dell elevato impiego dello zolfo che è il prodotto in assoluto più venduto. La provincia di Ragusa, di contro, mostra la maggiore concentrazione di prodotti molto pericolosi e pericolosi e nocivi negli anni 2009 e 2010 che risultano correlati, in maniera particolare, al forte sviluppo delle colture orticole e di quelle protette. In esse, infatti, si effettua un largo uso di prodotti fitosanitari ad elevata azione tossica e disinfestante. Siti contaminanti Il Decreto Legislativo n 152 del (Testo Unico sull Ambiente, successivamente modificato ed aggiornato con il D.Lgs. n 4 del e il D.Lgs. n 128 del ), che rappresenta l attuale Legge Quadro per le norme in materia ambientale, ha modificato sia l approccio all argomento, per i siti potenzialmente contaminati, sia le procedure di bonifica, per i siti da bonificare. Nella Parte Quarta Titolo V è stata riorganizzata l intera materia relativa alla bonifica dei siti contaminati; in essa sono definite le nuove procedure, i criteri e le modalità per lo svolgimento delle operazioni necessarie per l eliminazione delle sorgenti dell inquinamento e per la riduzione delle concentrazioni di sostanze inquinanti. In Sicilia le modalità di gestione dei siti contaminati sono descritte nel Piano Regionale delle Bonifiche delle aree inquinate adottato con Ordinanza Commissariale n 1166 del I dati illustrati si riferiscono all insieme dei siti, aggregati su base provinciale, riferiti al 2011 e risultanti come potenzialmente contaminati alle Strutture Territoriali dell ARPA Sicilia, nell ambito delle proprie attività di controllo e di monitoraggio ambientale. Il numero complessivo di siti sull intero territorio regionale, individuati in seguito all attività ispettiva di ARPA Sicilia, è di 358. Il quadro che emerge è indicativo delle attività svolte sul territorio siciliano soprattutto dagli Enti preposti alla gestione del territorio. Le Province maggiormente interessate sono quelle di Palermo, Caltanissetta, Siracusa, Catania e Agrigento che presentano le maggiori concentrazioni di attività commerciali e industriali o sono sedi di siti contaminati d interesse nazionali (SIN). Dall analisi dei dati si nota un incremento generale del numero di siti potenzialmente contaminati rispetto all anno passato (da 338 a 358 siti). Per capire quale sia lo stato dell arte degli interventi di bonifica, i siti potenzialmente contaminati sono stati ordinati in funzione dello stato di avanzamento dell iter amministrativo. Oggi, infatti, a distanza di qualche anno dall entrata in vigore del D.Lgs. 152/06, è interessante osservare lo stato di avanzamento delle procedure di bonifica avviate secondo tale norma, al fine di trarre alcune considerazioni sull efficacia della norma stessa e, in particolare, su alcuni aspetti da subito ritenuti critici. Per molti siti potenzialmente contaminati, infatti, non si è ancora arrivati all approvazione dell Analisi di rischio e pertanto alla definizione delle CSR (Concentrazione Soglia di Rischio) che sono i limiti da rispettare a seguito della bonifica. Questo mostra uno dei punti deboli dell approccio basato sul rischio sito specifico, cioè quello di un rallentamento della procedura dovuta alla complessità del percorso che conduce all approvazione dello studio di analisi di rischio. Occorre osservare che, sebbene un buon numero di procedimenti sia stato avviato avvalendosi delle procedure semplificate previste per i siti di ridotte dimensioni (25 siti) soltanto in una minima percentuale di questi, si è arrivati alla presentazione e approvazione di un progetto di bonifica. Inoltre la percentuale degli iter di bonifica portati a conclusione nell anno 2011 non supera il 6 % su base regionale, con un picco massimo del 25 % per la provincia di Caltanissetta. 6 5.

146 GEOSFERA Gli eventi principali causa della contaminazione sono gli eventi contaminanti all interno dei Siti di Interesse Nazionale (27 %), quelli dovuti alla cattiva gestione d impianti e strutture, per esempio la cattiva gestione dei serbatoi interrati presenti nei punti vendita di idrocarburi (25 %), nonché quelli derivanti dalla scorretta gestione delle discariche (15 %). In particolare per i punti vendita di idrocarburi, sebbene ogni singola situazione di contaminazione sia generalmente piuttosto limitata, il fenomeno è in senso generale molto critico sia per l estrema distribuzione sul territorio, sia per la frequente ubicazione all interno di aree residenziali. Uso del suolo La Comunicazione della Commissione Europea al Consiglio ed al Parlamento Europeo, al Comitato Economico e Sociale ed al Comitato delle Regioni COM (2002) 179 Verso una strategia tematica per la protezione del suolo, nonché la Comunicazione COM (2006) 231 Strategia tematica per la protezione del suolo, evidenziano, tra le minacce per la qualità e la conservazione del suolo e delle sue funzioni, quelle legate all utilizzo antropico del territorio (agricoltura, silvicoltura, industria, urbanizzazione, ecc.). Il tema Uso del suolo prevede l analisi della situazione e della evoluzione temporale degli usi e delle coperture del suolo in Sicilia, avvalendosi dei dati prodotti dalla Corine Land Cover (APAT, 2004), nonché l analisi di minacce specifiche che insistono sul suolo regionale, quali l impermeabilizzazione e lo sfruttamento dei giacimenti minerari, i cui effetti di perdita di suolo sono spesso irreversibili. Gli indicatori selezionati per il Tema Uso del Suolo hanno la finalità di offrire un quadro conoscitivo sintetico a scala regionale sulle diverse tipologie di uso antropico del territorio siciliano Il popolamento degli indicatori suddetti per la redazione dell edizione 2011 dell Annuario ARPA, e quindi la compilazione delle relative schede, è stato effettuato solo per quegli indicatori per i quali è stato possibile effettuare l aggiornamento dei dati al 2011 ( Siti di estrazione di minerali di II categoria, Siti di estrazione di minerali di I categoria, Siti di estrazione di risorse energetiche ). Per quanto riguarda la coltivazione di minerali di II categoria, in Sicilia nel 2011 risultano in attività 532 cave, dove l attività estrattiva prevalente interessa le categorie merceologiche di calcare e marna (36% n/n) e marmo e calcari ornamentali (16% n/n). Il maggior numero di cave è presente nella provincia di Trapani (101), dove prevale l attività estrattiva di marmo e calcari ornamentali, seguita dalla provincia di Catania, dove sono presenti 89 cave dedite per il 56% all estrazione di lava. Il numero di cave in esercizio sul territorio regionale mostra una tendenza alla decrescita nel periodo , passando da 585 cave attive nel 2004 a 532 cave attive nel La produzione dei litotipi estratti in Sicilia ammonta per l anno 2011 a tonnellate, di cui il 61,6% è costituito da calcare, prodotto prevalentemente nelle province di Palermo, Agrigento e Siracusa, ed il 15,2% da lava, prodotta prevalentemente nella provincia di Catania. Per quanto riguarda la coltivazione di minerali di I categoria, in Sicilia nell anno 2011 le concessioni risultano essere 33, dove prevalgono le concessioni per acque minerali (43% n/n) e per acque termominerali (39 % n/n). Il maggior numero di concessioni si riscontra nella provincia di Messina (12), seguita dalla provincia di Catania (6). I permessi di ricerca di minerali di I categoria vigenti in Sicilia al 2011 risultano essere 5, di cui 2 per acque minerali, 1 per acque termominerali, 1 per salgemma, 1 per sali alcalini. I dati di produzione relativi al 2011, mettono in evidenza come lo sfruttamento di giacimenti minerali di I categoria in Sicilia sia dedito quali esclusivamente alle acque minerali e termali ed al salgemma. I dati disponibili, sebbene parzialmente lacunosi per effetto della mancata disponibilità dei dati di produzione relativi ad alcune concessioni vigenti, mettono in evidenza per il 2011 una produzione regionale di acque minerali pari a litri, con una tendenza all aumento registrata nel periodo

147 GEOSFERA Per quanto riguarda le risorse energetiche, le concessioni di coltivazione di idrocarburi vigenti in Sicilia nel 2011 risultano essere 14 e riguardano in totale una superficie di circa 589 km 2, pari al 2,30% della superficie regionale. I permessi di ricerca sono invece 5 per gli idrocarburi ed 1 per quanto riguarda le risorse geotermiche, quest ultima ubicata nella provincia di Trapani (Pantelleria), per una superficie totale di territorio interessato da permessi di ricerca pari a circa km 2 (11,36% della superficie regionale). La produzione di idrocarburi liquidi e gassosi per il 2011 ammonta rispettivamente a tonnellate e normal metri cubi. 5. 8

148 GEOSFERA INDICATORE VENDITA E DISTRIBUZIONE DI FERTILIZZANTI SCOPO Esaminare e paragonare nel corso del tempo le quantità dei fertilizzanti commercializzati ed i vari elementi nutritivi in essi presenti, distribuiti per unità di superficie concimabile appurando, inoltre, che il quantitativo di concimi distribuiti per ettaro sia conforme ai valori prefissati dal codice di normale e buona pratica agricola di cui al D.M. MiPAF 19/04/99 e s.m.i.. Appurare che l utilizzo per ettaro di SAU trattabile di elevate dosi di concimi (soprattutto per l azoto) sia conforme alla normativa vigente a livello nazionale ed in particolare al D. L.vo 152/06 e al D.M. MIPAF 07/04/2006, che individuano - rispettivamente - le aree sensibili al problema dei nitrati per la protezione delle falde acquifere e la disciplina dell utilizzazione agronomica degli effluenti zootecnici al fine di limitare la perdita e la diffusione dei nitrati nell ambiente. DESCRIZIONE Individuare i quantitativi di fertilizzanti venduti e distribuiti in agricoltura rappresenta un valido indicatore per valutare il grado di contaminazione dovuto alle attività agricole, visto che si va a indicare il quantitativo di concime minerale immesso nel suolo per unità di superficie. Questo indicatore mette in evidenza la quantità di fertilizzanti (ad esclusione di ammendanti e correttivi) distribuita per ettaro di SAU trattabile, intesa, quest ultima, somma delle superfici dei seminativi (al netto dei terreni a riposo), delle coltivazioni arboree agrarie (al netto dei canneti), delle coltivazioni foraggiere permanenti (al netto dei pascoli), con l esclusione delle coltivazioni orticole e delle colture protette (serre, tunnel, ecc.). Fra i maggiori responsabili di condizioni di contaminazione diffusa del suolo, imputabili alle attività agricole, si ritrovano indubbiamente i concimi minerali di origine inorganica, che, impiegati in maniera intensiva nelle aree irrigue, possono sconvolgere l ambiente, con lenti processi del suolo che producono fenomeni dannosi come la salinizzazione e la conseguente perdita di struttura. Un altro rischio di inquinamento proveniente da un eccesso di elementi nutritivi è a carico delle acque, sia superficiali che sotterranee. La conoscenza della quantità di concimi minerali distribuiti per ettaro di superficie può risultare utile, inoltre, per valutare la corretta applicazione delle norme di condizionalità. UNITÀ di MISURA Tonnellate (t) - quintali (q) di fertilizzanti venduti e distribuiti. Kg di fertilizzanti tal quali per ettaro di SAU trattabile (Kg Ha 1 SAU trattabile). Kg di principi attivi contenuti nei fertilizzanti per ettaro di SAU trattabile (Kg Ha 1 SAU trattabile). FONTE dei DATI ISTAT (vari anni) NOTE TABELLE e FIGURE Le tabelle 5.1 e 5.2 indicano rispettivamente i quantitativi di fertilizzanti riferiti al tal quale (cioè al peso del prodotto così come viene commercializzato, incluso l umidità eventualmente contenuta) distribuiti nelle province siciliane e in Sicilia nel Nelle figure 5.1 e 5.2 sono riportati i rispettivi trend dal 2000 al

149 GEOSFERA La tabella 5.3 indica la quantità di concimi tal quali distribuiti per ettaro di superficie trattabile nelle province siciliane. Nelle figure 5.3 e 5.4 sono riportati i rispettivi trend dal 2000 al 2010 in Sicilia e nelle province siciliane. Le tabelle 5.4 e 5.5 indicano le quantità di principi attivi contenuti nei fertilizzanti distribuiti nelle province siciliane ed il relativo impiego unitario; mentre le tabelle 5.6 e 5.7 mostrano le quantità di principi attivi e la relativa distribuzione per ettaro di SAU trattabile su base regionale. (figura 5.5). Infine la tabella 5.8 indica l impiego unitario di principi attivi contenuti nei fertilizzanti nelle province siciliane. La figura 5.6 mostra il trend dell impiego per ettaro di SAU trattabile dei macroelementi (N-P-K) e della sostanza organica in Sicilia e l impiego nelle province siciliane riferite al 2010 (figura 5.7). STATO e TREND Per quanto concerne l impiego di fertilizzanti distribuiti in Sicilia riferito al tal quale nel periodo si può notare un evidente trend decrescente che è interrotto da un aumento degli impieghi nel 2010 (figura 5.1). Infatti, da tonnellate nel 2000 si è passati a tonnellate nel 2010 valore, questo, che tuttavia risulta essere in sensibile aumento (+ 29,1%) rispetto a quello del 2009 (pari a tonnellate). Per quanto concerne il dato provinciale, si denota come nell anno 2010 la provincia di Catania presenta un evidente incremento (+21,1%) della distribuzione unitaria di fertilizzante. La provincia di Ragusa, poi, oltre a detenere il primato per tutto il periodo, fa registrare una media negli anni superiore a tonnellate di concime tal quale distribuito (figura 5.2). Sempre nello stesso periodo, la provincia con il più basso quantitativo di fertilizzante distribuito è quella di Enna. Riguardo all impiego unitario di fertilizzanti (KgHa 1 di SAU trattabile) è sempre la provincia di Ragusa a detenere il primato, con una media nel periodo di poco superiore a 620 Kg/Ha ed un valore massimo storico pari a 847 Kg/Ha nel Anche in questo caso Enna è la provincia con la più bassa distribuzione di fertilizzanti e con una media nello stesso periodo di soli 37,4 Kg/Ha (figura 5.4). L impiego unitario di principi attivi in Sicilia mostra, seppur con sensibili aumenti nel periodo 2002/2004, un leggero decremento, passando da 123 Kg/Ha nel 2000 a 107 Kg/Ha nel 2010, valore questo poco variabile già da quattro anni. Riguardo al dato provinciale sugli impieghi unitari, nella provincia di Ragusa si evidenzia nel 2010 un dato stimato in 377 Kg/Ha di SAU trattabile, con una media decennale ( ) pari a 383 Kg/Ha di SAU trattabile, valore questo notevolmente superiore rispetto alle restanti province siciliane. Da evidenziare, negativamente, l incremento registrato nel 2010 (+23,8%) in provincia di Catania dove si passa da un valore di impiego unitario di principi attivi nei fertilizzanti di 180 Kg/Ha di SAU trattabile nel 2009 ad un valore di 223 Kg/Ha di SAU trattabile. Anche in questo caso il valore più basso si denota nella provincia di Enna con una media nel periodo di 16,5 Kg/Ha di SAU trattabile. Da rilevare il grafico della figura 5.6 dove si riporta l andamento dei macroelementi e della sostanza organica in Sicilia dal 2000 al Si assiste, infatti, da un lato ad un valore pressoché costante da tre anni nell utilizzo di sostanza organica e, dall altro, ad una continua diminuzione dell uso di azoto, fosforo e potassio fino al 2009, ma con un leggero incremento degli stessi nel Analizzando i dati riportati nel periodo la provincia con la maggiore distribuzione unitaria di azoto è sempre quella di Ragusa. Sempre per questo elemento, nel 2010 l impiego unitario per ettaro di SAU trattabile è stato di 63,64 Kg/Ha, valore più che dimezzato rispetto a quello massimo assoluto registrato nel 2006 e pari a 134 Kg/Ha. Pur tuttavia si segnala come, sempre nel 2010, la provincia di Ragusa ha fatto registrare il maggiore utilizzo di sostanza organica per ettaro, pari a poco più di 198 Kg/Ha di SAU trattabile

150 GEOSFERA Tabella 5.1 Tonnellate di fertilizzanti (t.q.) distribuiti nelle province siciliane (2010) Minerali semplici Minerali composti PROV. Azotati Fosfatici Potassici Binari Ternari A BASE DI MESOEL. A BASE DI MICROEL. ORGAN. ORGANO- MINER. TOTALE TP PA ME AG CL EN , CT RG SR Fonte: ISTAT (2011) Tabella 5.2 Tonnellate di fertilizzanti (t.q.) distribuiti in Sicilia Minerali semplici Minerali composti Regione Anno Azotati Fosfatici Potassici Binari Ternari A BASE DI MESOEL. A BASE DI MICROEL. ORGAN. ORGANO- MINER. TOTALE Sicilia Fonte: ISTAT (2011) Tabella 5.3 Distribuzione unitaria di fertilizzanti (t.q.) nelle province siciliane nel 2010 Trapani Palermo Messina Agrigento Caltanissetta Enna Catania Ragusa Siracusa Sicilia 2010 KgHa 1 SAU trattabile Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT ( 2011) 5. 11

151 GEOSFERA Tabella 5.4: Principi attivi contenuti nei fertilizzanti distribuiti nelle province siciliane (2010) PROV. N P 2O 5 K 2O CaO MgO SO3 Microel. S.O. TOTALE Tonnellate TP PA ME AG CL EN CT RG SR Tabella 5.5: Impiego unitario di principi attivi contenuti nei fertilizzanti, per tipologia di sostanza, distribuiti nelle province siciliane (2010) SAU tratt. N P 2O 5 K 2O CaO MgO SO3 Microel. S.O. TOTALE PROV. (Ha) KgHa 1 SAU trattabile TP ,90 8,32 6,40 0,08 0,21 1,35 0,05 41,88 74,19 PA ,68 6,45 5,79 0,38 0,67 3,56 0,11 12,99 40,64 ME ,72 14,68 10,87 0,29 0,34 4,54 0,33 21,32 72,09 AG ,88 5,14 4,46 0,42 0,35 2,12 0,11 14,82 35,30 CL ,63 9,84 5,94 0,42 0,33 2,51 0,14 14,58 44,38 EN ,90 3,11 1,51 0,02 0,03 1,18 0,02 1,85 12,62 CT ,99 29,81 18,19 1,15 2,94 15,35 0,81 98,11 223,34 RG ,64 48,68 51,57 5,15 2,50 6,78 0,68 198,19 377,20 SR ,36 20,36 12,92 5,38 1,21 9,31 0,42 109,97 189,93 Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT ( 2011) Tabella 5.6: Principi attivi contenuti nei fertilizzanti distribuiti in Sicilia (2010) Fonte: ISTAT (2011) N P 2 O 5 K 2 O CaO MgO SO3 Microel. S.O. TOTALE Tonnellate , , , ,10 905, ,70 265, , ,20 Tabella 5.7: Impiego unitario di principi attivi contenuti nei fertilizzanti, per tipologia di sostanza, distribuiti in Sicilia (2010) N P2O5 K2O CaO MgO SO3 Microel. S.O. TOTALE KgHa 1 SAU trattabile 22,43 14,65 11,96 1,26 0,90 4,77 0,26 50,99 107,22 Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT (2011) 5. 12

152 GEOSFERA Tabella 5.8: Impiego unitario di principi attivi (totale) contenuti nei fertilizzanti distribuiti nelle province siciliane 2010 Trapani Palermo Messina Agrigento Caltanissetta Enna Catania Ragusa Siracusa Sicilia KgHa 1 SAU trattabile Fertilizzanti 300 tonnellate (x 1.000) Fonte: ISTAT (2001, 2002, 2003, 2004, 2005, 2006, 2007, 2008, 2009, 2010, 2011) Figura 5.1: Tonnellate di fertilizzanti (t.q.) distribuiti in Sicilia dal 2000 al

153 GEOSFERA tonnellate (x 1.000) TP PA ME AG CL EN CT RG SR Fonte: ISTAT (2001, 2002, 2003, 2004, 2005, 2006, 2007, 2008, 2009, 2010, 2011) Figura 5.2: Tonnellate di fertilizzanti (t.q.) distribuiti nelle province siciliane ( ) Fertilizza nti 250 tonnellate (x 1.000) Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT (2001, 2002, 2003, 2004, 2005, 2006, 2007, 2008, 2009, 2010, 2011) Figura 5.3: Distribuzione unitaria di fertilizzanti (t.q.) in Sicilia dal 2000 al

154 GEOSFERA Kg Ha -1 di SAU trattabile TP PA ME AG CL EN CT RG SR Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT (2001, 2002, 2003, 2004, 2005, 2006, 2007, 2008, 2009, 2010, 2011) Figura 5.4: Distribuzione unitaria di fertilizzanti (t.q.) nelle province siciliane dal 2000 al N P2O5 K2O CaO MgO SO3 Microel S.O. 500 quintali (x 1.000) Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT (2001, 2002, 2003, 2004, 2005, 2006, 2007, 2008, 2009, 2010, 2011) Figura 5.5: Principi attivi contenuti nei fertilizzanti distribuiti in Sicilia ( ) 5. 15

155 GEOSFERA 60,0 N P2O5 K2O S.O. 50,0 Kg Ha 1 SAU tratt. 40,0 30,0 20,0 10, Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT (2001, 2002, 2003, 2004, 2005, 2006, 2007, 2008, 2009, 2010, 2011) Figura 5.6: Trend dei macroelementi N-P-K e della S.O. (p.a. contenuti nei fertilizzanti) distribuiti in Sicilia (KgHa 1 SAU trattabile) dal 2000 al 2010 N P2O5 K2O S.O. 200,0 175,0 150,0 Kg Ha 1 SAU tratt. 125,0 100,0 75,0 50,0 25,0 0,0 TP PA ME AG CL EN CT RG SR Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT (2011) Figura 5.7 Impiego unitario di macroelementi (N-P-K) e sostanza organica (p.a. contenuti nei fertilizzanti) nel

156 GEOSFERA INDICATORE VENDITA E DISTRIBUZIONE DI PRODOTTI FITOSANITARI SCOPO Paragonare ed esaminare nel corso del tempo le quantità dei vari tipi di prodotti fitosanitari e dei principi attivi in essi presenti, utilizzati per la difesa delle coltivazioni da parassiti (in particolare insetti e acari) e patogeni (batteri, virus, funghi), per il controllo dello sviluppo di piante infestanti e per garantire il raggiungimento di un elevato livello di qualità dei prodotti agricoli. Riscontrare l osservanza di cui al codice comportamentale predisposto dalla FAO per l impiego dei fitofarmaci, oltre che il loro uso sostenibile: CE-COM (2006) 231 Strategia tematica per la protezione del suolo e CE-COM (2006)372 Strategia tematica per l'uso sostenibile dei pesticidi. Indicare l impiego unitario dei prodotti fitosanitari nelle aree territoriali vulnerabili a tali prodotti così come individuate dal D.lgs. 152/06, al fine di salvaguardare le falde acquifere. Valutare l intensità di utilizzo dei prodotti fitosanitari relativamente al Piano regionale per il controllo e la valutazione di eventuali effetti derivanti dall utilizzazione dei prodotti fitosanitari sui comparti ambientali vulnerabili approvato con D.D.G. interassessoriale Agr. e For. ARTA e Sanità n. 357 del 03/05/2007. DESCRIZIONE Fra gli impatti generati dall agricoltura sull ambiente, l utilizzo dei prodotti fitosanitari può essere considerato come una delle principali cause di inquinamento e di contaminazione diffusa del suolo. Attraverso l introduzione nell ambiente di elevate dosi di erbicidi, fungicidi, insetticidi, ecc., si raggiungerà una condizione di notevole modificazione degli equilibri chimici e biologici del suolo. Inoltre, con quantitativi in eccesso, si perverrà ad una delle principali cause di inquinamento delle falde acquifere. L indicatore mostra la quantità di fitofarmaci venduti e distribuiti per ettaro di SAU trattabile, quest ultima intesa come la somma delle superfici dei seminativi (al netto dei terreni a riposo), delle coltivazioni arboree agrarie (al netto dei canneti), delle coltivazioni foraggiere permanenti (al netto dei pascoli), con l'esclusione delle coltivazioni orticole e delle colture protette (serre, tunnel, ecc.). Ai fini valutativi è indicativa oltre che l analisi a scala regionale, anche quella a scala provinciale, sia per quanto attiene la tendenza all impiego, sia per definire l impatto sul suolo. Fra i determinanti di situazioni di degrado e contaminazione diffusa del suolo, in stretta relazione alle attività agricole e particolarmente gravi per la salute umana vi sono proprio i fitofarmaci che, se usati in dosi eccessive, come nel caso di colture orticole e/o sotto serra o tunnel, possono portare ad uno sconvolgimento dell ambiente chimico e biologico del suolo con conseguenti fenomeni di inquinamento delle acque, sia superficiali che sotterranee. Si riporta, a titolo di esempio, la particolarità dell area della provincia di Ragusa, quale una delle aree europee a maggiore concentrazione di fitofarmaci per ettaro di SAU. UNITÀ di MISURA Quantità di fitofarmaci (t, q, Kg); chilogrammi per ettaro di SAU trattabile (kg Ha 1 ). FONTE dei DATI Gdl ANPA-ARPA-APPA ( ), SIAN (1999), ISTAT ( )

157 GEOSFERA NOTE TABELLE e FIGURE La tabella 5.9 e la relativa figura 5.8 mostrano i quantitativi di prodotti fitosanitari, suddivisi per categoria, venduti nelle regioni italiane nel Le tabelle 5.10 e 5.11 illustrano, rispettivamente, il la quantità di prodotti fitosanitari venduti in Sicilia (figure 5.9 e 5.10) e la quantità di principi attivi utilizzati (figura 5.11). La tabella 5.12 evidenzia la stessa quantità di p.a. contenuti nei fitofarmaci suddivisi per categoria ed impiegati su scala provinciale (figure 5.12 e 5.13). La tabella 5.13 e la relativa figura 5.14 rappresentano la quantità delle prime nove tipologie di sostanze attive utilizzate in Sicilia, la relativa categoria dei prodotti fitosanitari di appartenenza e l incidenza sul totale dei prodotti fitosanitari venduti. La tabella 5.14 mostra la quantità di prodotti fitosanitari venduti nel 2010 e suddivisa per classi di pericolosità, su scala regionale (figura 5.15) e provinciale nel periodo 2009 e 2010 (figure 5.16 e 5.17). La tabella 5.15 mostra la quantità complessiva di prodotti fitosanitari distribuiti su scala provinciale ed il relativo impiego un unitario (KgHa 1 SAU trattabile) (figura 5.18). Infine, la tabella 5.16 e la relativa figura 5.19 mostrano la quantità di prodotti fitosanitari classificati come molto tossici e tossici e nocivi ed il relativo impiego per ettaro di SAU trattabile su scala provinciale nel 2009 e nel STATO e TREND Per quanto concerne l utilizzo di prodotti fitosanitari, in termini di quantità vendute nel 2010, la Sicilia, con quintali, si colloca al secondo posto fra le regioni italiane, dopo il Veneto ( quintali). Rispetto al 2009 si registra una diminuzione rilevante di quintali di prodotti fitosanitari distribuiti (- 11,78%). L andamento dei principi attivi contenuti nei prodotti fitosanitari, impiegati in Sicilia nel periodo è dapprima crescente fino al 2008 per poi diminuire nel 2009 ed ancor di più nel 2010, allorquando con quintali di p.a. si ha il 14,88% in meno rispetto al quantitativo dell anno precedente. Sempre nel 2010, la concentrazione delle sostanze attive contenute nei prodotti fitosanitari venduti è pari a una media del 72,21%, con quintali di prodotti attivi su quintali di prodotti fitosanitari venduti. Fra le categorie di prodotti fitosanitari, nel 2010 i fungicidi costituiscono la maggioranza in termini di vendite e distribuzione (71%), mentre gli erbicidi costituiscono soltanto il 4,59% (figura 5.10). Per quanto concerne le classi di pericolosità, su scala regionale nel 2010, il 76,58% dei prodotti fitosanitari distribuiti appartiene alla categoria non classificabile, mentre il 15,53% alla categoria nocivi e il restante a quella dei prodotti molto pericolosi e pericolosi. La provincia di Trapani, importante territorio viticolo regionale, è quella che presenta la percentuale maggiore in termini di prodotti fitosanitari non classificabili (95,54%) per via dell elevato impiego dello zolfo che è il prodotto in assoluto più venduto. La provincia di Ragusa, di contro, mostra la maggiore concentrazione di prodotti molto pericolosi e pericolosi e nocivi negli anni 2009 e 2010 che risultano correlati, in maniera particolare, al forte sviluppo delle colture orticole e di quelle protette. In esse, infatti, si effettua un largo uso di prodotti fitosanitari ad elevata azione tossica e disinfestante. Per quanto riguarda l impiego unitario di prodotti fitosanitari su scala regionale si assiste ad un trend pressoché costante a partire dal 2002 con una media in Sicilia, nel periodo , pari a 19,16 KgHa 1 di SAU trattabile È pur vero che nel 2010 si è registrato un valore di impiego unitario in Sicilia di 17,57 Kg/Ha di SAU trattabile corrispondente ad una diminuzione del 15% rispetto allo stesso valore dell anno precedente. Analizzando il dato provinciale nello stesso periodo le province di Ragusa e Trapani registrano il maggior impiego di prodotti fitosanitari, sia come quantità vendute sia come impieghi per ettaro di SAU trattabile. Va comunque rilevato come, per entrambi i valori, in provincia di Trapani ci sia 18 5.

158 GEOSFERA un evidente diminuzione rispetto all anno Nel periodo , inoltre, la provincia di Ragusa manifesta una media di prodotti venduti di oltre 6570 tonnellate ed una media dell impiego unitario di 61,30 Kg/Ha di SAU trattabile: entrambi i valori sono in aumento rispetto all anno precedente. La provincia con un minore utilizzo di prodotti fitosanitari è quella di Enna. Infine, analizzando i dati della tabella 5.15 (figura 5.19) alla provincia di Ragusa spetta il primato dell utilizzo di prodotti classificati molto tossici e tossici (con 12,99 Kg/Ha da SAU trattabile nel 2010 e 12,19 Kg/Ha nel 2009) e nocivi (con 24,28 Kg/Ha di SAU trattabile nel 2010 e 17,26 Kg/Ha nel 2009)

159 GEOSFERA Tabella 5.9: Quintali di prodotti fitosanitari venduti nelle regioni italiane nel 2010 Province Fungicidi Insetticidi e acaricidi Erbicidi Altri Totale Piemonte Valle d'aosta/vallée d'aoste Lombardia Trentino-Alto Adige Veneto Friuli-Venezia Giulia Liguria Emilia-Romagna Toscana Umbria , Marche Lazio Abruzzo Molise , Campania , Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna ITALIA Fonte: elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT (2011) 5. 20

160 GEOSFERA Tabella 5.10: Quintali di prodotti fitosanitari per categoria, venduti in Sicilia (2010) Fungicidi Insetticidi e acaricidi Erbicidi Altri TOTALE Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT (2011) Tabella 5.11: Quintali di p.a. contenuti nei prodotti fitosanitari, impiegati in Sicilia (2010) Fungicidi Insetticidi e acaricidi Erbicidi Altri TOTALE Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT (2011) Tabella 5.12: Quintali di p.a. contenuti nei prodotti fitosanitari, suddivisi per categoria, impiegati nelle province Siciliane (2010) Fitofarmaci TP PA ME AG CL EN CT RG SR Fungicidi Insetticidi / acaricidi Erbicidi Altri Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT (2011) Tabella 5.13: Principali tipologie di sostanze attive utilizzate in Sicilia nel 2010 Tipologia di fitofarmaci CATEG. Kg Zolfo Fungicida Fumiganti Altri Insetticida/ Olii minerali acaricida Insetticida /acaricida/ Carbammati Erbicida Rameici Fungicida Fosforganici dipiridilici Erbicidi Sulfuree imidaz. Erbicidi Insetticida/ Fosforganici acaricida Solforganici Fungicida Totale % sul totale dei prodotti utilizzati 97,59% Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT (2011) 5. 21

161 GEOSFERA Tabella 5.14: Prodotti fitosanitari distribuiti nelle province siciliane per classe di pericolosità (2010) Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT (2011) 2010 Molto tossico e tossico Nocivo Non classificabile PROV. q. % q. % q. % TP 182 0,53% ,89% ,58% PA 131 1,29% 801 7,87% ,84% ME 4 0,23% ,34% ,43% AG 614 3,45% ,00% ,55% CL ,41% ,36% ,23% EN 2 0,39% 72 12,08% ,53% CT 352 1,94% ,27% ,78% RG ,04% ,99% ,96% SR 408 6,65% 522 8,53% ,82% SICILIA ,89% ,53% ,58% Tabella 5.15: Prodotti fitosanitari distribuiti ed impiego per ettaro di SAU trattabile (2010) Fitosanitari Imp. Unit. (t) Kg/Ha Prov TP ,78 PA ,45 ME 186 2,87 AG ,97 CL 442 5,35 EN 60 0,45 CT ,53 RG ,94 SR 613 7,82 Sicilia ,57 Fonte: elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT ( 2011) 5. 22

162 GEOSFERA Tabella 5.16: Prodotti fitosanitari distribuiti nelle province siciliane in base alla classe di pericolosità e relativo impiego per ettaro di SAU trattabile nel 2010 Molto tossico e tossico Molto tossico e tossico Imp. Unit. Nocivo Imp. Unit. q. q. Kg/Ha q. Kg/Ha TP , ,16 PA , ,43 ME 9 4 0, ,33 AG , ,91 CL , ,55 EN 3 2 0, ,05 CT , ,45 RG , ,28 SR , ,67 SICILIA , ,09 Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT (2011) 5. 23

163 GEOSFERA Sardegna Sicilia Calabria Basilicata Puglia Campania Molise Abruzzo Lazio Prodotti fitosanitari Marche Umbria Toscana Emilia-Romagna Liguria Friuli-Venezia Giulia Veneto Trentino-Alto Adige Lombardia Valle d'aosta Piemonte Quintali Figura 5.8: Prodotti fitosanitari venduti in Italia nel 2010 Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT (2011) 5. 24

164 GEOSFERA 250,00 Prodotti fitosanitari 200,00 Quintali (x 1.000) 150,00 100,00 50,00 0, Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati Gdl ANPA-ARPA-APPA (96-98), SIAN (99), ISTAT ( ) Figura 5.9: Prodotti fitosanitari venduti in Sicilia dal 1996 al ,0 Erbicidi Fungicidi Insetticidi e acaricidi Altri 140,0 120,0 Quintali (x1.000) 100,0 80,0 60,0 40,0 20,0 0, Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati Gdl ANPA-ARPA-APPA (96-98), SIAN (99), ISTAT ( ) Figura 5.10: Prodotti fitosanitari, suddivisi per categoria, venduti in Sicilia ( ) 5. 25

165 GEOSFERA Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT ( ) Figura 5.11: Quintali di p.a. contenuti nei prodotti fitosanitari, impiegati in Sicilia ( ) TP PA ME AG CL EN CT RG SR quintali Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT ( ) Figura 5.12: Distribuzione di p.a. contenuti nei prodotti fitosanitari nelle province siciliane ( ) 5. 26

166 GEOSFERA Fungicidi Insett. / acar. Erbicidi Altri li ta in u q TP PA ME AG CL EN CT RG SR Fonte: elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT (2010) Figura 5.13: Impiego di p.a. contenuti nei prodotti fitosanitari (per categoria), nelle province siciliane (2010) 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% Solforga nici Fosforga nici Sulfuree imida z. Fosforg. dipirid. Rameici Carbammati Olii minerali Fumiganti Zolfo Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT ( ) Figura 5.14: Principali tipologie di prodotti fitosanitari distribuiti in Sicilia ( ) 5. 27

167 GEOSFERA quintali Molto toss./toss. Nocivo Non class. Fungicidi Insett./acar. Erbicidi Altri Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT (2011) Figura 5.15: Classi di pericolosità dei prodotti fitosanitari, per categoria di prodotti, impiegati in Sicilia nel Molto tossico e tossico Nocivo Non classificabile quintali Trapani Palermo Messina Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT (2010) Agrigento Figura 5.16: Classi di pericolosità dei prodotti fitosanitari, per categoria di prodotto, impiegati nelle province Siciliane nel 2009 altanissetta Enna Catania Ragusa 5. 28

168 GEOSFERA Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT (2011) Figura 5.17: Classi di pericolosità dei prodotti fitosanitari, per categoria di prodotto, impiegati nelle province Siciliane nel 2010 Anno 2010 Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT ( ) Figura 5.18: Prodotti fitosanitari distribuiti per uso agricolo e relativo impiego unitario per provincia (2010) 5. 29

169 GEOSFERA Fitosanitari molto tossici e tossici Fitosanitari nocivi 20,00 Imp. Unit. fitosanitari molto tossici e tossici Imp. Unit. fitosanitari nocivi 20,00 18,00 18,00 16,00 16,00 14,00 14,00 quintali (1.000) 12,00 10,00 8,00 6,00 12,00 10,00 8,00 6,00 KgHa-1 SAU tratt. 4,00 4,00 2,00 2,00 0,00 TP PA ME AG CL EN CT RG SR - Anno 2009 Anno 2010 Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT ( ) Figura 5.19: Distribuzione di prodotti fitosanitari molto tossici e tossici e nocivi e relativo impiego unitario per provincia ( ) 5. 30

170 GEOSFERA BOX LA DESERTIFICAZIONE IN SICILIA Il fenomeno della desertificazione, definito come il degrado delle terre nelle aree aride, semi-aride e sub-umide secche, attribuite a varie cause, tra le quali variazioni climatiche ed attività umane, rappresenta una delle maggiori forme di degrado del suolo in cui si verifica la riduzione o la perdita della produttività biologica ed economica della terra dovuta sia a cause naturali che antropiche. Infatti, in presenza di determinate configurazioni di fattori fisico-ambientali (aridità, siccità, elevate temperature estive, orografia, morfologia, erodibilità, presenza di suoli marginali argillosi poco evoluti e poveri di sostanza organica) ed antropici (fenomeni di urbanizzazione, pratiche agricole non idonee quali arature profonde ed effettuate a rittochino, l uso irrazionale delle risorse idriche, sovrapascolo, ecc.) i suoli sono maggiormente esposti ad ingenti pericoli di erosione idrica accelerata, che nel giro di pochi anni porta al totale degrado che si identifica con i processi di desertificazione. Il rischio di desertificazione è rilevante anche nelle aree a forte rischio di abbandono, tra le quali rientrano paesaggi seminaturali equiparabili alle aree a forte valenza ambientale. Si tratta di diverse migliaia di ettari, che svolgono un ruolo rilevante nel mantenimento del suolo, dell ambiente e del paesaggio. Altro fattore di rilevante importanza, che contribuisce al processo di desertificazione, è rappresentato dalla salinizzazione dei suoli. Tale fenomeno interessa sia le aree interne che le zone costiere della Sicilia, soprattutto nelle province di Siracusa e Ragusa, a causa dell eccessivo emungimento degli acquiferi costieri con conseguente intrusione del cuneo di acqua marina nei corpi acquiferi continentali. La pressione antropica nel processo di desertificazione assume un ruolo importante e può essere analizzata anche in termini di urbanizzazione e di densità di popolazione, che è correlata in modo direttamente proporzionale con le attività socio-economiche del territorio. Ciò deriva dal fatto che qualunque intervento edificatorio, così come qualsiasi intervento infrastrutturale, comporta il decorticamento e l impermeabilizzazione del territorio urbanizzato (Regione Siciliana, 2008). Considerato che la Sicilia è una delle regioni del Mediterraneo maggiormente soggetta al rischio di desertificazione, la Regione Siciliana ha adottato, con D.D.G. del Dipartimento Territorio ed Ambiente n. 908 del 24/07/2003, la Carta della Vulnerabilità al rischio di desertificazione in Sicilia, scala 1: Essa deriva dallo studio di tre differenti indici (indice di aridità, indice di siccità ed indice di perdita del suolo), secondo quanto riportato nella Metodologia per la redazione 5. 31

171 GEOSFERA di una carta in scala 1: delle aree vulnerabili al rischio di desertificazione in Sicilia, pubblicata dalla Regione Siciliana (2002) nell ambito del progetto Interreg IIC MEDOCC - Rete Lab, e successivamente modificata, secondo la nuova Carta della vulnerabilità alla desertificazione della Sicilia in scala 1: (figura seguente) redatta dal Dipartimento Territorio ed Ambiente (Regione Siciliana, 2008). In considerazione della complessità del processo di desertificazione ed in ragione del carattere multidisciplinare della lotta a tale fenomeno, l Assessorato Territorio ed Ambiente ha istituito, con D.A. n. 52/2011, un Tavolo Tecnico Permanente, di cui gestisce il coordinamento, costituito dai rappresentanti di diversi Dipartimenti Regionali: Territorio ed Ambiente, ARPA, Interventi Infrastrutturali per l Agricoltura, Acque e Rifiuti e Comando Corpo Forestale. Dall attività di tale Tavolo, che comprende l individuazione delle azioni necessarie alla previsione e mitigazione del rischio desertificazione, è scaturita la Carta delle Sensibilità alla Desertificazione, a scala 1: , decretata con D.A. 53/GAB/2011, che a differenza delle cartografie precedentemente realizzate, utilizza un numero maggiore di indicatori tra i quali alcuni sono considerati per la prima volta (come gli indici di qualità della gestione del territorio), altri risultano sostituiti (es. piovosità con la stagionalità delle precipitazioni, ecc.). Per la tipologia dei numerosi, dettagliati ed aggiornati dati utilizzati, per la scala di elaborazione e per il tipo di informazione che fornisce, la carta possiede le caratteristiche per essere utilizzata soprattutto ai fini della definizione delle politiche di indirizzo nella pianificazione regionale di uso del territorio. Il Dipartimento Regionale dell Ambiente, individuato nell ambito dell Asse 2 quale soggetto responsabile per l attuazione della mitigazione del Rischio Desertificazione attraverso la linea di intervento ( Interventi di prevenzione dei fenomeni di desertificazione anche in un ottica di complementarietà e sinergia con analoghe iniziative nell ambito della politica regionale e nazionale del POFESR 2007/2013), ha pubblicato sulla G.U.R.S. del 27/08/10 un primo avviso pubblico di invito a manifestazione di interesse per la costituzione di un parco progetti regionale, volto alla mitigazione del rischio di desertificazione

172 GEOSFERA Carta della vulnerabilità alla desertificazione della Sicilia (2011) Fonte: Assessorato Territorio e Ambiente Tabella: Aree sensibili alla desertificazione (ESA) Classe di sensibilità Percentuale di territorio regionale (%) Non affetto 1,6 Potenziale 5,8 Fragile 35,8 Critico 56,7 Fonte: Assessorato Territorio e Ambiente La rappresentazione cartografica dell applicazione della metodologia Medalus al territorio siciliano ha evidenziato una diffusa sensibilità al degrado del territorio come specificatamente di seguito riportato: 5. 33

173 GEOSFERA Le aree critiche rappresentano il 56,7% dell intero territorio, che si possono suddividere tra le aree meno critiche, aree C1 (17,7 %), e quelle a maggiore criticità, aree critiche C2 (35,0 %). Le aree a criticità C3, le più critiche, ammontano al 4,0 % dell intera superficie dell Isola. Le aree fragili, quelle in cui qualsiasi alterazione del delicato equilibrio tra fattori naturali e le attività umane può portare alla desertificazione, rappresentano una quota pari al 35,8 % del totale, che si può anche distinguere tra le aree meno fragile F1 (7,0 %) e quelle a maggiore fragilità, aree fragili F2 (12,8%). Le aree a fragilità F3, quelle prossime alla classe C3 raggiungono il 16,0 % dell intera superficie. Solo il 5,8% e l 1,8 % delle aree della Sicilia presentano una sensibilità potenziale o nulla alla desertificazione. A differenza delle precedenti cartografie realizzate, quest ultima utilizza un numero maggiore di indicatori, tra i quali alcuni sono considerati per la prima volta, mentre altri risultano sostituiti. Il database a supporto dell analisi cartografica è stato integrato da numerosi e dettagliati dati aggiornati, soprattutto per la componente suolo e vegetazione. La Carta realizzata, quindi, rappresenta un primo momento di confronto multidisciplinare nell ambito dei Dipartimenti Regionali competenti per i differenti settori maggiormente coinvolti nel fenomeno della desertificazione. Pertanto, per la tipologia dei dati utilizzati, per la scala di elaborazione e per il tipo d informazione che fornisce, la carta possiede le caratteristiche per essere utilizzata soprattutto ai fini della definizione delle politiche d indirizzo nella pianificazione regionale di uso del territorio

174 GEOSFERA Allo stato attuale delle conoscenze, in relazione alla metodologia utilizzata e alla tipologia dei dati (relativi soprattutto ad aspetti qualitativi del territorio), la carta non identifica necessariamente fenomeni di degrado in atto per le aree classificate critiche. Pertanto, nelle fasi di approfondimento, sarà necessario passare da una rappresentazione potenziale dei processi di degrado ad una nella quale questi vengono individuati, classificati e presi in considerazione al fine di calibrare correttamente i parametri utilizzati

175 GEOSFERA INDICATORE SITI CONTAMINATI SCOPO Fornire il numero delle aree che necessitano d interventi di bonifica del suolo e/o delle acque superficiali e sotterranee. DESCRIZIONE I siti contaminati comprendono quelle aree nelle quali, in seguito ad attività umane svolte o in corso, è stata accertata, sulla base della vigente normativa, un alterazione delle caratteristiche naturali del suolo da parte di un qualsiasi agente inquinante. I dati riportati derivano da informazioni raccolte dall ARPA Sicilia nell ambito delle proprie attività di controllo e monitoraggio dell ambiente. I dati riguardanti i siti inseriti nell Anagrafe Regionale dei siti contaminati sono stati acquisiti da ARPA Sicilia attraverso il Dipartimento dell Acqua e dei Rifiuti - Servizio VI - Gestione Integrata Rifiuti-Bonifiche dell Assessorato Regionale dell'energia e dei Servizi di Pubblica Utilità. UNITÀ di MISURA Numero (n ) FONTE dei DATI ARPA / ISPRA / REGIONE SICILIANA NOTE TABELLE e FIGURE I dati illustrati in Figura 5.20 si riferiscono all insieme dei siti potenzialmente contaminati segnalati dalle Strutture Territoriali dell ARPA Sicilia, nell ambito delle proprie attività di controllo e di monitoraggio ambientale il cui trend è illustrato in Figura In Figura 5.22 è riportata la rappresentazione grafica dello stato di avanzamento dell iter amministrativo in cui il valore numerico rappresenta il numero di siti potenzialmente contaminati; mentre nella Figura 5.23 i siti potenzialmente contaminati sono suddivisi in funzione dell evento causa della potenziale contaminazione. Infine in Figura 5.24 è riportato il numero di siti inseriti nell Anagrafe dei siti contaminati della Regione Siciliana, ripartiti per provincia e relativi agli anni 2008, 2009, 2011 (non è stato possibile aggiornare il dato relativo all anno 2010). STATO e TREND I dati illustrati nel presente indicatore si riferiscono all insieme dei siti, aggregati su base provinciale, riferiti al 2011 e risultanti come potenzialmente contaminati alle Strutture Territoriali dell ARPA Sicilia, nell ambito delle proprie attività di controllo e di monitoraggio ambientale. Il numero complessivo di siti sull intero territorio regionale, individuati in seguito all attività ispettiva di ARPA Sicilia, è di 358. Il quadro che emerge è indicativo delle attività svolte sul territorio siciliano soprattutto dagli Enti preposti alla gestione del territorio. Le Province maggiormente interessate sono quelle di Palermo, Caltanissetta, Siracusa, Catania e Agrigento che presentano le maggiori concentrazioni di attività commerciali e industriali o sono sedi di siti contaminati d interesse nazionali (SIN)

176 GEOSFERA Dall analisi dei dati si nota un incremento generale del numero di siti potenzialmente contaminati rispetto all anno passato (da 338 a 358 siti); nello specifico, soltanto le province di Siracusa (- 4 %) e Messina (- 70 %) hanno fatto registrare un decremento; in linea con il trend regionale invece le restanti province con incrementi che vanno dal +2 % di Palermo al +130 % circa di Trapani. (Figura 5.21) Per capire quale sia lo stato dell arte degli interventi di bonifica, i siti potenzialmente contaminati sono stati ordinati in funzione dello stato di avanzamento dell iter amministrativo. La rappresentazione grafica è riportata in Figura 5.22 in cui il valore numerico rappresenta l effettivo numero di siti. Tale ripartizione fornisce un istantanea al della situazione a livello regionale, mettendo in luce le maggiori criticità ed evidenziando le principali fasi in cui è necessario concentrare le energie per dare maggior impulso alle attività di bonifica. Oggi, infatti, a distanza di qualche anno dall entrata in vigore del D.Lgs. 152/06, è interessante osservare lo stato di avanzamento delle procedure di bonifica avviate secondo tale norma, al fine di trarre alcune considerazioni sull efficacia della norma stessa e, in particolare, su alcuni aspetti da subito ritenuti critici. Per molti siti potenzialmente contaminati, infatti, non si è ancora arrivati all approvazione dell Analisi di rischio e pertanto alla definizione delle CSR (Concentrazione Soglia di Rischio) che sono i limiti da rispettare a seguito della bonifica. Questo mostra uno dei punti deboli dell approccio basato sul rischio sito specifico, cioè quello di un rallentamento della procedura dovuta alla complessità del percorso che conduce all approvazione dello studio di analisi di rischio. Occorre osservare che, sebbene un buon numero di procedimenti sia stato avviato avvalendosi delle procedure semplificate previste per i siti di ridotte dimensioni (25 siti) soltanto in una minima percentuale di questi, si è arrivati alla presentazione e approvazione di un progetto di bonifica. Inoltre la percentuale degli iter di bonifica portati a conclusione nell anno 2011 non supera il 6 % su base regionale, con un picco massimo del 25 % per la provincia di Caltanissetta. Nella Figura 5.23 i siti sono suddivisi in funzione dell evento causa della contaminazione. Nello specifico, gli eventi principali causa della contaminazione sono gli eventi contaminanti all interno dei Siti di Interesse Nazionale (27 %), quelli dovuti alla cattiva gestione d impianti e strutture, per esempio la cattiva gestione dei serbatoi interrati presenti nei punti vendita di idrocarburi (25 %), nonché quelli derivanti dalla scorretta gestione delle discariche (15 %). In particolare per i punti vendita di idrocarburi, sebbene ogni singola situazione di contaminazione sia generalmente piuttosto limitata, il fenomeno è in senso generale molto critico sia per l estrema distribuzione sul territorio, sia per la frequente ubicazione all interno di aree residenziali. La Regione Siciliana, con Decreto dell ARTA n 19/GAB del 12 febbraio 2007, si è dotata, come previsto dalla legge, dell Anagrafe dei siti contaminati (a far data dal , in carico al Dipartimento dell Acqua e dei Rifiuti-Servizio VI- Gestione Integrata Rifiuti-Bonifiche dell Assessorato Regionale dell'energia e dei Servizi di Pubblica Utilità). Si tratta di un elenco di siti in cui sia stata già accertata la contaminazione e/o avviata la procedura di bonifica. A tal proposito si evidenzia che è stato possibile aggiornare il dato relativo ai siti inseriti nell Anagrafe dei siti contaminati per l anno 2011 (per un totale di 63 siti), ma non per l anno La situazione è pertanto quella illustrata nella Figura 5.24, con la ripartizione su base provinciale dei siti iscritti all Anagrafe dei siti contaminati per gli anni 2008, 2009 e

177 GEOSFERA Figura Ripartizione dei siti su scala provinciale - Anno 2011 ME 15 TP 14 PA 90 EN 26 CT 39 AG 41 CL 65 SR 49 RG 15 Fonte: Strutture Territoriali Arpa Sicilia. Elaborazione ARPA Sicilia (2011) Figura Ripartizione dei siti su scala provinciale (Confronto anni ) Fonte: Strutture Territoriali Arpa Sicilia. Elaborazione ARPA Sicilia (2011) 5. 38

178 GEOSFERA Figura Ripartizione dei siti potenzialmente contaminati per stato di avanzamento - Anno 2011 Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia (2011) 5. 39

179 GEOSFERA Figura Siti contaminati suddivisi per evento causa della contaminazione - Anno 2011 Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia (2011) Figura Siti inseriti nell'anagrafe dei Siti Contaminati su base provinciale per gli Anni e (Nota: Il dato 2010 NON è stato aggiornato) Fonte: Regione Siciliana. Elaborazione Arpa Sicilia (*) Il dato relativo all'anno 2010 NON è stato aggiornato

180 GEOSFERA INDICATORE SITI CONTAMINATI DI INTERESSE NAZIONALE (SIN) INDICATORE SCOPO Fornire lo stato d avanzamento negli interventi di bonifica del suolo e/o delle acque superficiali e sotterranee nei Siti riconosciuti di Interesse Nazionale. Lo stato di avanzamento degli interventi di bonifica del suolo e/o delle acque è stato ottenuto utilizzando quattro fasi: Piano di caratterizzazione, Indagini di caratterizzazione, Progetto definitivo approvato e bonificato. L avanzamento è espresso in termini di numero di aree. Il principale limite di tale analisi è che la suddivisione in fasi non distingue tra inquinamento del suolo e delle acque, mentre nella realtà alcuni progetti di bonifica riguardano una sola matrice (acque sotterranee o suolo). Si ritiene in ogni modo che ciò non infici la significatività della rappresentazione dello stato d avanzamento. DESCRIZIONE L indicatore fornisce le informazioni principali sui Siti contaminati di Interesse Nazionale. Queste aree sono definite in relazione alle caratteristiche del sito, alle quantità e pericolosità degli inquinanti presenti, al rilievo dell'impatto sull'ambiente circostante in termini di rischio sanitario ed ecologico, nonché in base al pregiudizio per i beni culturali e ambientali. I Siti di Interesse Nazionale sono individuati con decreto del Ministro dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, d intesa con le regioni interessate. Con un successivo decreto dello stesso Ministero si provvede, sentite le regioni, le province, gli enti locali e i proprietari, alla definizione del perimetro. In Sicilia sono state istituite quattro aree contaminate d interesse nazionale in particolare: con Legge n 426/98 sono state individuate le aree industriali ad elevato rischio di crisi ambientale di Gela (CL) e Priolo (SR), in seguito con Decreto Ministeriale n 468/01 è stato inserito il sito di Biancavilla (CT) per le sue criticità legate alla presenza naturale di fibre asbestiformi ascrivibile al minerale fluoroedenite e, successivamente, con Legge n 266/05 è stato inserito il sito industriale di Milazzo (ME). I Siti di Interesse Nazionale sono inseriti nell Anagrafe Regionale, quindi compaiono nell indicatore Siti Contaminati. Ciò nonostante, con quest indicatore specifico si vogliono fornire informazioni sullo stato d avanzamento delle procedure di bonifica nei Siti di Interesse Nazionale, in considerazione della loro importanza ambientale ed economica. Inoltre, per la loro rilevanza ambientale, la procedura di bonifica degli stessi è di competenza del Ministero dell'ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM), sentito il Ministero delle Attività Produttive. I dati derivano da fonti affidabili e la comparabilità spaziale è elevata perché la perimetrazione dei siti è costante nel tempo. UNITÀ di MISURA Ettaro (ha); numero (n ). FONTE dei DATI Ministero dell'ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare; ISPRA; Arpa Sicilia. NOTE TABELLE e FIGURE Nella Tabella 5.17 è riportato l elenco dei Siti di Interesse Nazionale presenti nella Regione Sicilia, con la perimetrazione totale in ettari e l indicazione delle superfici, divise in mare e terra per i siti in cui la perimetrazione comprenda anche delle aree marine

181 GEOSFERA Nella Tabella 5.18 invece è riportato lo stato di avanzamento degli interventi di bonifica del suolo e/o delle acque di falda, secondo quattro fasi: Piano di caratterizzazione, Indagini di caratterizzazione, Progetto definitivo approvato e bonificato. Nella fase preliminare sono comprese anche le aree nelle quali sono state eseguite azioni di Messa in Sicurezza d Emergenza (MISE). L avanzamento è espresso in termini di numero di aree. La tabella mostra che, dopo anni dall emanazione della prima norma, il numero di aree bonificate è ancora esiguo. L avanzamento delle attività ha riguardato essenzialmente l'approvazione di piani di caratterizzazione, misure di messa in sicurezza o indagini di caratterizzazione. STATO e TREND Nella Tabella 5.17 è riportato lo stato di avanzamento negli interventi di bonifica del suolo e/o delle acque di falda, secondo quattro fasi: 1) Piano di caratterizzazione; 2) Indagini di caratterizzazione; 3) Progetto definitivo approvato; 4) Bonifica completata. L avanzamento è espresso in termini di numero di aree. Nella fase preliminare sono comprese anche le aree nelle quali sono state eseguite azioni di Messa in Sicurezza d Emergenza. La tabella mostra che, dopo anni dall emanazione della prima norma 1, il numero di aree bonificate è ancora esiguo. Infatti l avanzamento delle attività ha riguardato essenzialmente l'approvazione di piani di caratterizzazione, le misure di messa in sicurezza o le indagini di caratterizzazione 2. Il principale limite di tale analisi è che la suddivisione in fasi non distingue tra inquinamento del suolo e delle acque, mentre nella realtà alcuni progetti di bonifica riguardano una sola matrice (acque sotterranee o suolo). Si ritiene in ogni modo che ciò non infici la significatività della rappresentazione dello stato d avanzamento. Tabella Siti contaminati di interesse nazionale presenti nella Regione Sicilia Denominazione del sito Riferimenti normativi di Perimetrazione individuazione Mare (ha) Terra (ha) Gela (CL) L. 426/ Priolo (SR) L. 426/ Biancavilla (CT) DM 468/ Milazzo (ME) L. 266/ Fonte: Elaborazione su dati ISPRA/MATTM/ARPA (2011) 1 - Le diverse norme che negli anni hanno permesso l'individuazione dei Siti d'interesse Nazionale sono comprese tra il 1998 e il In molti siti si è registrato un avanzamento delle attività scarso o assente legato anche alla complessità delle procedure previste nella normativa di riferimento

182 GEOSFERA Tabella Stato di avanzamento delle attività negli interventi di bonifica - Anno 2011 Stato di avanzamento (numero di aree) Denominazione SIN Piani di caratterizzazione approvati Indagini di caratterizzazione Progetti definitivi approvati Bonifiche completate Gela (CL) Priolo (SR) Biancavilla (CT) Milazzo (ME) Fonte: Elaborazione su dati ISPRA/MATTM/ARPA (2011) 5. 43

183 GEOSFERA INDICATORE SITI DI ESTRAZIONE DI MINERALI DI SECONDA CATEGORIA (CAVE) SCOPO Questo indicatore di pressione serve a descrivere la diffusione sul territorio di siti di estrazione di minerali di II categoria, così come classificati dalla normativa di settore, i quali sono indicativi primariamente del consumo di risorse non rinnovabili, quali sono i giacimenti minerali da cava, e della sottrazione di suolo ad altri usi, fornendo altresì indicazioni sui possibili impatti paesaggistici ed idrogeologici (interferenze con falde idriche e con le zone di ricarica di pozzi e sorgenti) dell attività estrattiva sul territorio regionale. L indicatore, inoltre, fornisce informazioni anche su impatti indiretti dell attività estrattiva, quali possono essere eventuali fenomeni di dissesto legati alle modificazioni geomorfologiche causate da scavi e sbancamenti, nonché fenomeni di degrado ambientale legati alla rumorosità, alla produzione di polveri, al peggioramento della qualità dell'aria e delle acque ed al potenziale instaurarsi di aree degradate in corrispondenza delle cave dismesse. DESCRIZIONE L'indicatore prende in considerazione le attività antropiche di estrazione di minerali di seconda categoria ad elevato impatto ambientale-paesaggistico strettamente correlate al contesto geologico e geomorfologico locale. Ai sensi della L.R. n. 54/56 appartengono alla seconda categoria i giacimenti di torbe, di materiali per costruzioni edilizie, stradali ed idrauliche, di terre coloranti, farine fossili, quarzo, sabbie silicee, pietre molari, pietre coti, pomice, degli altri materiali industrialmente utilizzabili non compresi nella prima categoria. I dati utilizzati per l aggiornamento al 2011 dell indicatore sono quelli relativi alle cave autorizzate in esercizio forniti dal Dipartimento dell Energia - Servizio X Attività tecniche e risorse minerarie dell Assessorato dell Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità della Regione Siciliana. UNITÀ di MISURA Numero (n), Percentuale (%), Tonnellate (t). FONTE dei DATI Regione Siciliana - Assessorato dell Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità - Dipartimento dell Energia - Servizio X Attività tecniche e risorse minerarie (2011; ). NOTE TABELLE e FIGURE I dati relativi al numero ed alla percentuale di cave in esercizio, aggiornati al 2011, sono riportati nella tabella 5.19 e nella figura I dati relativi alla produzione delle attività estrattive, anch essi aggiornati al 2011, sono riportati nella tabella 5.20 ed in figura 5.26; nelle figure 5.27 e 5.28 è rappresentato l andamento temporale, a scala regionale, dell indicatore complessivamente nel periodo In particolare in tabella 5.19 è riportato il numero di cave autorizzate in esercizio al 31/12/2011, suddivise per provincia e per tipologia di materiale estratto, mentre in figura 5.25 è rappresentata la ripartizione percentuale, per tipologia di materiale, del numero di cave autorizzate in esercizio nello stesso anno sul territorio regionale. In tabella 5.20 sono riportati i dati relativi alla produzione annuale delle singole categorie merceologiche, per provincia, relativamente all anno In figura 5.26 la stessa produzione è riportata in termini di ripartizione percentuale rispetto al totale regionale. Infine nelle figure 5.27 e 5.28 sono rappresentate le evoluzioni temporali rispettivamente del numero di cave autorizzate in esercizio in Sicilia dal 2004 al 2011 e della produzione annuale dei materiali di cava in Sicilia dal 2003 al STATO e TREND Sul territorio regionale nel 2011 risultano in attività 532 cave, dove prevale l estrazione di calcare e marna (36% del numero totale di cave attive in Sicilia), cui segue quella di marmo e calcari ornamentali (16%), arenaria, 5. 44

184 GEOSFERA calcarenite e tufo calcareo (11%), sabbia, ghiaia e conglomerati (11%), lava (10%), argilla (5%), quarzarenite (3%), gesso ed alabastro gessoso (3%), rosticci di zolfo (2%), tufo vulcanico (2%) e metamorfiti (1%). Il maggior numero di cave è presente nella provincia di Trapani (101), dove l attività estrattiva di marmo e calcari ornamentali costituisce il 62% (% n/n) del totale provinciale. La seconda provincia con il più alto numero di cave in esercizio è quella di Catania, dove sono presenti 89 cave dedite per il 56% all estrazione di lava. Seguono la provincia di Agrigento (65 cave), dove si estrae prevalentemente calcare e marna (64% del totale provinciale), la provincia di Enna (54 cave), dove si estraggono prevalentemente litotipi rientranti nelle categorie merceologiche di calcare e marna, sabbia ghiaia e conglomerati, arenaria calcarenite e tufo calcareo (74% complessivamente), le province di Palermo e Ragusa (entrambe con 47 cave autorizzate), dove si estrae in prevalenza calcare e marna (57% del totale provinciale a Palermo, 51% a Ragusa), la provincia di Siracusa, con 46 cave autorizzate dedite per il 65% all estrazione di calcare e marna, la provincia di Messina (42 cave), dove si estraggono prevalentemente litotipi rientranti nelle categorie merceologiche di calcare e marna, marmo e calcari ornamentali, quarzarenite, sabbia ghiaia e conglomerati (86% complessivamente) e la provincia di Caltanissetta (41 cave) con il 51% di attività estrattive di calcare e marna. Il numero di cave in esercizio sul territorio regionale mostra una tendenza alla decrescita nel periodo , passando da 585 cave attive nel 2004 a 532 cave attive nel 2011; in particolare si osserva una lieve tendenza alla decrescita, nel periodo temporale considerato, del numero di cave di sabbia ghiaia e conglomerati, marmo e calcari ornamentali, rosticci di zolfo, calcare e marna presenti sul territorio regionale. Per quanto riguarda la produzione dei litotipi estratti in Sicilia, che ammonta per l anno 2011 a tonnellate, si riscontra una netta prevalenza della produzione di calcare, che con tonnellate rappresenta il 61,6% del totale della produzione regionale; seguono la produzione di lava (15,2% del totale regionale), argilla (4,7%), sabbia calcarea, rosticci e conglomerati (3,9%), gneiss (2,8%), sabbia e ghiaia e arenaria tufo calcareo e calcarenite (ciascuna categoria con il 2,5%), sabbie silicee (2%), gesso ed alabastro gessoso (1,8%), marna (1,7%), marmo bianco, quarzarenite, marmo colorato e perlatino (ciascuna categoria con percentuali inferiori all unità). I litotipi che assieme rappresentano il 77% della produzione regionale di materiali di II categoria, cioè calcare e lava, sono così distribuiti a livello provinciale: per quanto riguarda il calcare, i più alti valori di produzione si rinvengono nelle province di Palermo, Agrigento e Siracusa, ciascuna con valori annuali superiori ai 2 milioni di tonnellate; seguono le province di Caltanissetta, Ragusa e Messina con valori di produzione superiori a 1 milione di tonnellate. La provincia di Trapani si attesta su tonnellate di calcare, Enna su tonnellate, infine Catania su tonnellate. La produzione di lava avviene principalmente nella provincia di Catania (77% della produzione regionale) e secondariamente in quella di Siracusa (23%). La serie storica dei dati di produzione dei materiali di II categoria in Sicilia relativa al periodo mostra una brusca riduzione del dato di produzione a partire dall anno 2010, in cui si registrano valori inferiori a 18 milioni di tonnellate, che permangono anche nell anno 2011, contro i valori registrati negli anni precedenti sempre superiori a 21 milioni di tonnellate. In particolare, la riduzione di produzione a partire dal 2010 si osserva in modo netto per i litotipi lava e tufo vulcanico, sabbie calcaree rosticci e conglomerati, marna, marmo bianco alabastro calcareo e perlatino, marmo colorato, calcare, sebbene per quest ultimo litotipo si osservi una tendenza all aumento nel 2011 rispetto all anno precedente. Per quanto riguarda l argilla, la decrescita del dato di produzione rispetto agli anni precedenti si osserva a partire dal Ad eccezione della pomice, la cui produzione risulta cessata a partire dal 2006, tutti gli altri materiali di II categoria estratti in Sicilia presentano o una tendenza all aumento del dato di produzione nel periodo temporale considerato (gesso e alabastro calcareo, gneiss calcescisto e scisto serpentinoso) o fluttuazioni non indicative di una chiara tendenza all aumento o alla diminuzione (sabbia ghiaia e sabbie silicee, arenaria tufo calcareo e calcarenite)

185 GEOSFERA Tabella 5.19: Numero di cave autorizzate in esercizio al 2011 suddivise per provincia e per tipologia di materiale estratto Tipologia di materiale estratto AG CL CT EN ME PA RG SR TP Sicilia Calcare e marna Argilla Marmo/Calcari ornamentali Metamorfiti Lava Tufo vulcanico Rosticci di zolfo Sabbia, ghiaia e conglomerati Arenaria, calcarenite e tufo calcareo Quarzarenite Gesso/Alabastro gessoso Totale Fonte: Regione Siciliana - Dipartimento dell Energia - Servizio X 5. 46

186 GEOSFERA Tabella 5.20: Produzione annuale dei materiali da cava al 2011 per provincia e per tipologia di materiale estratto Tipologia di materiale Marmo bianco Marmo colorato Arenaria, Tufo calcareo e Calcarenite Produzione annuale (tonnellate) AG CL CT EN ME PA RG SR TP Sicilia Calcare Gesso e Alabastro gessoso Lava Argilla Sabbie silicee Sabbia e ghiaia Sabbie calcaree, rosticci e conglomerati Quarzarenite Marna Gneiss Perlatino Totale Fonte: Regione Siciliana - Dipartimento dell Energia - Servizio X 5. 47

187 GEOSFERA 11% 11% 3% 3% 36% 2% 2% 10% 1% 16% 5% Calcare e marna Marmo/Calcari ornamentali Lava Rosticci di zolfo Arenaria, calcarenite e tufo calcareo Gesso/Alabastro gessoso Argilla Metamorfiti Tufo vulcanico Sabbia, ghiaia e conglomerati Quarzarenite Fonte: Regione Siciliana - Dipartimento dell Energia - Servizio X Figura 5.25: Ripartizione percentuale, per tipologia di materiale estratto, delle cave autorizzate in esercizio in Sicilia al 2011 (%n/n sul totale regionale) 2,5% 2,0% 0,3% 3,9% 1,7% 2,8% 0,1% 0,7% 0,1% 2,5% 4,7% 15,2% 61,6% 1,8% Marmo bianco Arenaria, Tufo calcareo e Calcarenite Gesso e Alabastro gessoso Argilla Sabbia e ghiaia Quarzarenite Gneiss Marmo colorato Calcare Lava Sabbie silicee Sabbie calcaree, rosticci e conglomerati Marna Perlatino Fonte: Regione Siciliana - Dipartimento dell Energia - Servizio X Figura 5.26: Ripartizione percentuale della produzione annuale di materiali da cava in Sicilia, per tipologia di materiale estratto, relativa all anno 2011 (%t/t sulla produzione totale regionale) 5. 48

188 GEOSFERA calcare e marna, argilla, marmo e calcari ornamentali, metamorfiti, lava, tufo vulcanico, rosticci di zolfo, sabbia ghiaia e conglomerati, arenaria calcarenite e tufo calcareo, quarzarenite, gesso e alabastro gessoso (numero) TOTALE (numero) Calcare e marna Marmo/Calcari ornamentali Lava Rosticci di zolfo Arenaria, calcarenite e tufo calcareo Gesso/Alabastro gessoso Argilla Metamorfiti Tufo vulcanico Sabbia, ghiaia e conglomerati Quarzarenite TOTALE Fonte: Regione Siciliana - Dipartimento dell Energia - Servizio X Figura 5.27: Andamento temporale del numero di cave autorizzate in esercizio in Sicilia dal 2004 al 2011, per tipologia di materiale estratto 5. 49

189 GEOSFERA Sabbia ghiaia e sabbie silicee, quarzarenite, marmo col., gneiss calcescisto e scisto serp., gesso e alabastro gess., pomice, marna, arenaria tufo calc. e calcar., marmo b. alabastro calc. e perlatino, argilla, sabbie calc.rostticci e conglom., lava e tufo vulc. (tonnellate) Calcare, TOTALE (tonnellate) Sabbia, Ghiaia e Sabbie silicee Quarzarenite Marmo colorato Gneiss, Calcescisto e Scisto Serpentinoso Gesso e Alabastro gessoso Pomice Marna Arenaria, Tufo calcareo e Calcarenite Marmo bianco, Alabastro calcareo, Perlatino Argilla Sabbie calcaree, rosticci e conglomerati Lava e Tufo vulcanico Calcare TOTALE Fonte: Regione Siciliana - Dipartimento dell Energia - Servizio X Figura 5.28: Andamento temporale della produzione annuale dei materiali da cava in Sicilia dal 2003 al 2011, per tipologia di materiale estratto 5. 50

190 GEOSFERA INDICATORE SITI DI ESTRAZIONE DI MINERALI DI PRIMA CATEGORIA (MINIERE) SCOPO Questo indicatore ha lo scopo di fornire indicazioni sulla diffusione sul territorio regionale di siti di estrazione di minerali di prima categoria, così come definiti dalla normativa di settore, e sulla tipologia e l entità della pressione da essi esercitata sull ambiente. L indicatore infatti fornisce informazioni utili per valutare l'esistenza di possibili focolai di diffusione di sostanze inquinanti derivanti dalla presenza di accumuli di materiale di scarto delle lavorazioni o da eventi inquinanti legati alle modalità stesse di conduzione del processo produttivo, che possono generare fenomeni di contaminazione del suolo, delle acque superficiali e delle risorse idriche sotterranee, determinandone il degrado qualitativo. Gli insediamenti sopra citati sono inoltre indice di degradazione del suolo, in quanto le attività antropiche ad esso collegate comportano consumo di risorse non rinnovabili, determinano perdita di suolo, possono aumentare la vulnerabilità degli acquiferi, modificano la morfologia naturale del terreno con possibili ripercussioni sulla stabilità dei versanti, creano le condizioni per l'instaurarsi di aree degradate e/o discariche abusive di rifiuti, possono innescare fenomeni di subsidenza. Le attività estrattive di I categoria dedite allo sfruttamento delle acque minerali e termali, infine, costituiscono una fonte di pressione sulle risorse idriche sotterranee, e sul sistema ambientale ad esse connesso, in quanto determinano il depauperamento quantitativo delle acque sotterranee, e talora anche il degrado qualitativo, nei casi in cui l abbassamento della falda, causato da uno sfruttamento intensivo della risorsa idrica, determina l intrusione di acqua non più pregiata, come può avvenire in particolare nelle zone costiere. DESCRIZIONE L'indicatore prende in considerazione le attività antropiche di estrazione di minerali di prima categoria (secondo la classificazione indicata dalla L.R. n. 54/56) strettamente correlate al contesto geologico locale. Nel territorio regionale le attività in questione si identificano con insediamenti estrattivi di minerali non metalliferi per utilizzi industriali e di acque minerali e termali. I dati per il popolamento di questo indicatore derivano dal Dipartimento dell Energia - Servizio X Attività tecniche e risorse minerarie dell Assessorato dell Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità della Regione Siciliana, e sono relativi alle concessioni per la coltivazione ed ai permessi per la ricerca dei minerali di I categoria vigenti in Sicilia al UNITÀ di MISURA Numero (n), Percentuale (%), Tonnellate (t), Litri (l). FONTE dei DATI Regione Siciliana - Assessorato dell Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità - Dipartimento dell Energia -Servizio X Attività tecniche e risorse minerarie (2011; ). NOTE TABELLE e FIGURE I dati relativi al numero di concessioni di coltivazione e di permessi di ricerca vigenti al 31/12/2011 in Sicilia sono riportati nelle tabelle 5.21 e 5.22, con le relative ripartizioni percentuali illustrate nelle figure 5.29 e I dati relativi alla produzione annuale dei minerali di I categoria, aggiornati al 2011, 5. 51

191 GEOSFERA sono riportati nella tabella Le figure 5.31 e 5.32 rappresentano l andamento temporale, a scala regionale, dell indicatore complessivamente nel periodo In particolare in tabella 5.21 è riportato il numero di concessioni di coltivazione vigenti, suddivise per provincia e per tipologia di minerale estratto; con la stessa suddivisione in tabella 5.22 è riportato il numero di permessi di ricerca. La figura 5.29 rappresenta la ripartizione percentuale, per tipologia di minerale estratto, delle concessioni di coltivazione di I categoria vigenti in Sicilia al 2011 ed, analogamente, la figura 5.30 riporta la ripartizione percentuale dei permessi di ricerca. Infine nelle figure 5.31 e 5.32 sono rappresentate le evoluzioni temporali rispettivamente del numero di concessioni di coltivazione nel periodo e della produzione annuale dei minerali di I categoria estratti nel periodo STATO e TREND Sul territorio regionale le concessioni di coltivazione di minerali di I categoria nell anno 2011 risultano essere 33, di cui il 43% è costituito da concessioni per acque minerali (14), il 39% per acque termominerali (13), il 9% per salgemma (3), il 6% per roccia asfaltica (2), il 3% per anidride carbonica (1). Il maggior numero di concessioni si riscontra nella provincia di Messina (12), dove sono presenti esclusivamente concessioni per lo sfruttamento delle acque termominerali (58% del totale provinciale) e di acque minerali (42% del totale provinciale). Seguono la provincia di Catania (6 concessioni, di cui 4 per acque minerali, 1 per acque termominerali, 1 per anidride carbonica), la provincia di Palermo (5 concessioni, di cui 3 per acque minerali, 1 per acque termominerali, 1 per salgemma), la provincia di Agrigento (5 concessioni, di cui 2 per acque termominerali, 2 per salgemma, 1 per acque minerali), la provincia di Ragusa (3 concessioni, di cui 2 per roccia asfaltica, 1 per acque minerali) e la provincia di Trapani (2 concessioni, entrambe per acque minerali). Le province di Caltanissetta, Enna e Siracusa non presentano concessioni di coltivazione di minerali di I categoria. Per quanto riguarda la ricerca mineraria, escludendo gli idrocarburi liquidi e gassosi, che verranno trattati successivamente, nell indicatore relativo alle attività estrattive di risorse energetiche, risultano essere vigenti nel 2011 in Sicilia 5 permessi, di cui 2 per acque minerali, ricadenti nelle province di Messina e Palermo, 1 per acque termominerali, ricadente in provincia di Messina, 1 per salgemma, che interessa il territorio della provincia di Agrigento, 1 per Sali alcalini che interessa il territorio della provincia di Enna. L andamento temporale del numero di concessioni di coltivazione mineraria in Sicilia nel periodo non mostra una chiara tendenza all aumento o alla diminuzione: nel 2011, infatti, si registra una lieve inflessione del dato relativo al numero delle concessioni (33) rispetto agli anni immediatamente precedenti, ma il valore rimane comunque al di sopra di quello registrato nel 2003 (30). In particolare la diminuzione nel 2011, rispetto agli anni immediatamente precedenti, si osserva per le concessioni di acque termominerali, di rocce asfaltiche e bituminose e di bentonite. Le concessioni per sali alcalini misti diminuiscono di un unità a partire dal 2006, mentre quella di salgemma aumentano di un unità a partire dallo stesso anno. Il dato relativo alla coltivazione di anidride carbonica appare stazionario nell intero periodo temporale analizzato, quello relativo alle acque minerali appare stazionario a partire dal I dati di produzione relativi al 2011, sebbene parzialmente lacunosi per effetto della mancata disponibilità dei dati di produzione relativi ad alcune concessioni vigenti, mettono in evidenza come lo sfruttamento di giacimenti minerali di I categoria in Sicilia sia dedito quali esclusivamente alle acque minerali e termali ed al salgemma. I dati disponibili mettono in evidenza per il 2011 una produzione regionale di acque minerali pari a litri, con una tendenza all aumento registrata nel 52 5.

192 GEOSFERA periodo La produzione di acque termominerali come quella del salgemma mostrano un andamento irregolare e lacunoso nell arco temporale , che risente dell acquisizione incompleta dei dati da parte del Servizio X del Dipartimento Regionale Energia e che non consente di effettuare delle valutazioni attendibili sulle tendenze evolutive in atto

193 GEOSFERA Tabella 5.21: Numero di concessioni di coltivazione per provincia e per tipologia di minerale estratto al 2011 Tipologia di minerale AG CL CT EN ME PA RG SR TP Sicilia Salgemma Roccia asfaltica Anidride carbonica Acque minerali Acque termominerali Totale Fonte: Regione Siciliana - Dipartimento dell Energia - Servizio X Tabella 5.22: Numero di permessi di ricerca per provincia e per tipologia di minerale estratto al 2011 Tipologia di minerale AG CL CT EN ME PA RG SR TP Sicilia Salgemma Sali alcalini Acque minerali Acque termominerali Totale Fonte: Regione Siciliana - Dipartimento dell Energia - Servizio X Tabella 5.23: Produzione annuale di minerali di I categoria per Distretto Minerario e per tipologia di minerale estratto al 2011 Tipologia di minerale D.M. Caltanissetta D.M. Catania D.M. Palermo Totale Acque Minerali (l) -(*) (1) (1) Acque Termali (l) (1) (1) Salgemma (t) (*) Bentonite (t) Anidride Carbonica (t) Roccia Asfaltica (t) (*) Dato non pervenuto (1) Dato incompleto Fonte: Regione Siciliana - Dipartimento dell Energia - Servizio X 5. 54

194 GEOSFERA 9% 6% 3% 39% 43% salgemma anidride carbonica acque termominerali roccia asfaltica acque minerali Fonte: Regione Siciliana - Dipartimento dell Energia - Servizio X Figura 5.29: Ripartizione percentuale, per tipologia di minerale, delle concessioni di coltivazione di I categoria vigenti in Sicilia al 2011 (%n/n sul totale regionale) Fonte: Regione Siciliana - Dipartimento dell Energia - Servizio X Figura 5.30: Ripartizione percentuale, per tipologia di minerale, dei permessi di ricerca di I categoria vigenti in Sicilia al 2011 (%n/n sul totale regionale) 5. 55

195 GEOSFERA n. concessioni di coltivazione Acque termominerali Rocce asfaltiche e bituminose Salgemma Totale Sali alcalini misti Bentonite Anidride carbonica Acque minerali Fonte: Regione Siciliana - Dipartimento dell Energia - Servizio X Figura 5.31: Andamento temporale del numero di concessioni di coltivazione di minerali di I categoria in Sicilia, per tipologia di minerale estratto, dal 2003 al

196 GEOSFERA litri tonnellate Acque Minerali (l) Acque Termali (l) Salgemma (t) Bentonite (t) Rocce Asfaltiche e Bituminose (t) Anidride Carbonica (t) Fonte: Regione Siciliana - Dipartimento dell Energia - Servizio X Figura 5.32: Andamento temporale della produzione annuale di minerali di I categoria in Sicilia dal 2000 al

197 GEOSFERA INDICATORE SITI DI ESTRAZIONE DI RISORSE ENERGETICHE SCOPO Questo indicatore di pressione ho lo scopo di quantificare le attività antropiche di estrazione di risorse energetiche ad elevato impatto ambientale-paesaggistico strettamente correlate al contesto geologico e geomorfologico locale. DESCRIZIONE L indicatore prende in considerazione gli insediamenti estrattivi di risorse energetiche, che in Sicilia sono rappresentate dagli idrocarburi liquidi e gassosi. Oltre a definire la diffusione sul territorio di siti estrattivi e relativi impianti di servizio (ad es. discariche di materiali di perforazione), l indicatore fornisce informazioni circa l esistenza di possibili focolai di diffusione di sostanze inquinanti. Gli insediamenti sopracitati sono indice di degradazione del suolo in quanto le attività antropiche ad esso collegate comportano consumo di risorse non rinnovabili, possono essere causa del degrado qualitativo sia del suolo che delle falde idriche sottostanti, possono aumentare la vulnerabilità degli acquiferi e possono innescare fenomeni di subsidenza. I dati utilizzati per il popolamento dell indicatore provengono dal Dipartimento dell Energia - Servizio VIII Ufficio Regionale per gli Idrocarburi e la Geotermia dell Assessorato dell Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità della Regione Siciliana, sia per quanto riguarda i titoli minerari (concessioni di coltivazione e permessi di ricerca) sia per quanto riguarda i dati di produzione degli idrocarburi. UNITÀ di MISURA Numero (n), Tonnellate (t), Normal metri cubi standard (Nmc), Ettari (Ha), Chilometri quadrati (Km 2 ). FONTE dei DATI Regione Siciliana - Assessorato dell Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità - Dipartimento dell Energia - VIII Ufficio Regionale per gli Idrocarburi e la Geotermia (2011; ). NOTE TABELLE e FIGURE In tabella 5.24 è riportato l elenco delle concessioni di coltivazione e dei permessi di ricerca in terraferma per idrocarburi liquidi e gassosi e per risorse geotermiche, con la relativa superficie interessata, vigenti in Sicilia al La tabella 5.25 riporta il dato sintetico sul numero e sulla superficie dei titoli minerari vigenti, mentre la tabella 5.26 mostra il valore di produzione annuale degli idrocarburi liquidi e gassosi estratti in Sicilia nel Nei grafici delle figure 5.33 e 5.34, infine, è riportato l andamento temporale della produzione annuale di idrocarburi per il periodo STATO e TREND Nel 2011 risultano vigenti sul territorio regionale 14 concessioni di coltivazione di idrocarburi, che riguardano in totale una superficie di circa 589 km 2, pari al 2,30% della superficie regionale; i permessi di ricerca sono invece 5 per quanto riguarda gli idrocarburi ed 1 per quanto riguarda le risorse geotermiche, per una superficie totale di territorio interessato da permessi di ricerca pari a circa km 2 (11,36% della superficie regionale). Le province interessate dall attività di coltivazione di idrocarburi sono principalmente quelle di Enna, Catania, Ragusa e Caltanissetta e secondariamente 5. 58

198 GEOSFERA quelle di Messina, Trapani e Siracusa. L attività di ricerca di idrocarburi si svolge prevalentemente nelle province di Caltanissetta, Catania, Ragusa, Enna e Siracusa, quella di energia geotermica nella provincia di Trapani e precisamente a Pantelleria. La produzione di idrocarburi liquidi e gassosi per il 2011 ammonta rispettivamente a tonnellate e normal metri cubi. L analisi della serie temporale dei dati mette in evidenza nel periodo un andamento fluttuante nella produzione di idrocarburi in Sicilia, con una leggera tendenza alla diminuzione della produzione di idrocarburi liquidi

199 GEOSFERA Tabella 5.24: Elenco delle concessioni di coltivazione e dei permessi di ricerca in terraferma per idrocarburi liquidi e gassosi e per risorse geotermiche, e relativa superficie interessata, vigenti in Sicilia al 2011 Denominazione della concessione Tipologia di concessione Superficie (Ha) N. della concessione in planimetria Province Bronte S.Nicola idrocarburi liquidi e gassosi X Catania - Messina Comiso Secondo idrocarburi liquidi e gassosi 370 XII Ragusa Fiumetto idrocarburi liquidi e gassosi XVIII Enna - Catania Gagliano idrocarburi liquidi e gassosi VIII Enna Gela-Agip idrocarburi liquidi e gassosi III Caltanissetta Giaurone idrocarburi liquidi e gassosi XVI Caltanissetta Irminio idrocarburi liquidi e gassosi XIX Ragusa Lippone-Mazara idrocarburi liquidi e gassosi VI Trapani Ragusa idrocarburi liquidi e gassosi I Ragusa Rocca Cavallo idrocarburi liquidi e gassosi XVII Catania - Enna - Messina Noto idrocarburi liquidi e gassosi XX Siracusa - Ragusa Case Schillaci idrocarburi liquidi e gassosi XXl Enna - Catania Samperi idrocarburi liquidi e gassosi XXll Enna - Messina S. Anna idrocarburi liquidi e gassosi XXIII Ragusa Denominazione del permesso Tipologia di permesso Superficie (Ha) N. del permesso in planimetria Province Tresauro idrocarburi liquidi e gassosi Ragusa Fiume Tellaro idrocarburi liquidi e gassosi Ragusa - Siracusa - Catania Paterno' idrocarburi liquidi e gassosi Catania - Enna Passo di Piazza idrocarburi liquidi e gassosi Friddani (ex Morgantina) idrocarburi liquidi e gassosi Caltanissetta - Ragusa - Enna - Catania Catania - Enna - Caltanissetta Pantelleria risorse geotermiche 649,5 - Trapani Fonte: Regione Siciliana - Dipartimento dell Energia - Servizio VIII 5. 60

200 GEOSFERA Tabella 5.25: Numero di concessioni di coltivazione e di permessi di ricerca in terraferma per idrocarburi liquidi e gassosi e per risorse geotermiche, e relativa superficie interessata, vigenti in Sicilia al 2011 Titoli minerari vigenti Numero Superficie (Km 2 ) % della superficie totale regionale Concessioni di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi ,87 2,29% Permessi di ricerca per idrocarburi liquidi e gassosi ,53 11,33% Permessi di ricerca per risorse geotermiche 1 6,50 0,03% Totale titoli ,89 13,65% Fonte: Regione Siciliana - Dipartimento dell Energia - Servizio VIII Tabella 5.26: Produzione annuale delle attività estrattive di idrocarburi liquidi e gassosi in Sicilia al 2011 Anno Produzione annuale di gas (Nmc) Produzione annuale di olio (t) Fonte: Regione Siciliana - Dipartimento dell Energia - Servizio VIII 5. 61

201 produzione annuale di olio (t) Fonte: Regione Siciliana - Dipartimento dell Energia - Servizio VIII Figura 5.33: Trend della produzione annuale di idrocarburi liquidi in Sicilia dal 2003 al produzione annuale di gas (Nmc) Fonte: Regione Siciliana - Dipartimento dell Energia - Servizio VIII Figura 5.34: Trend della produzione annuale di idrocarburi gassosi in Sicilia dal 2003 al

202

203 RIFIUTI 6. RIFIUTI Autori: Marilù Armato, Giuseppe Madonia, Hariberth Scaffidi Abbate 148

204 RIFIUTI Tema Nome Indicatore DPSIR Quadro sinottico Indicatori per Rifiuti Copertura Stato Rappresentazione e S T Trend Tabelle Figure Riferimenti Normativi PRODUZIONE E GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI Produzione di rifiuti urbani e quantità di rifiuti urbani raccolti in modo differenziato Quantità di rifiuti urbani smaltiti in discarica P P P/R P DM 372/98; Decisione n.1600/2000; D.Lgs. 152/06; D.Lgs. 4/08; L. 296/2006; D.Lgs.36/03; DM 13/03/03; D.Lgs.152/06; D.Lgs. 4/08. PRODUZIONE E GESTIONE DEI RIFIUTI SPECIALI Produzione di rifiuti speciali Sistemi di smaltimento dei rifiuti speciali P P P/R P D.Lgs.152/06; D.Lgs. 4/08; DM 372/98. D.Lgs.152/06; D.Lgs. 4/08; D.Lgs. 59/05; DM 29/1/07; DM 5/2/98; DM 161/02; D.Lgs. 36/03; DM 3/8/05; D.Lgs.133/05 ; Dir.2000/76/CE. 149

205 RIFIUTI Introduzione Il capitolo rifiuti offre un quadro sintetico sullo stato dell arte della gestione dei rifiuti urbani e speciali nella nostra regione e costituisce un fondamentale strumento di sintesi per verificare i risultati ottenuti, intervenire sui punti critici e orientare le scelte di pianificazione e programmazione. Rifiuti urbani La produzione regionale dei rifiuti urbani si attesta, nell anno 2010, a circa milioni di tonnellate. Aumenta anche la produzione pro capite in Sicilia che ha un valore di 517 kg/abitante per anno, tra le più alte delle regioni del sud superata solo dalla Puglia (525 kg/abitante). In Sicilia, nel 2010, sono operative 14 discariche per rifiuti non pericolosi (fonte Arpa Sicilia). Nel periodo si è avuto una progressiva diminuzione del numero di discariche. Ma la chiusura degli impianti non ha sempre portato ad una reale evoluzione del sistema verso soluzioni di tipo integrato, non accompagnandosi ad una corrispondente riduzione dello smaltimento in discarica in termini quantitativi. Nel 2010 il 93% dei rifiuti prodotti sono stati smaltiti in discarica e solo il 28% di questi è stato sottoposto a trattamento preliminare. Si conferma quindi il preoccupante divario che pone la Sicilia agli ultimi posti tra le altre regioni in termini di efficienza nella gestione dei rifiuti urbani, in contrasto con la normativa nazionale e comunitaria. La Sicilia, con il Molise (84%) e la Basilicata (83%) sono le regioni che presentano la percentuale maggiore di rifiuti smaltiti in discarica rispetto al totale prodotto. In queste regioni lo smaltimento in discarica rappresenta ancora l unica forma di gestione adottata e la raccolta differenziata stenta a partire. Nel 2010 la Sicilia ha raggiunto il valore di 9,24 % di raccolta differenziata, con una volume di t di rifiuti differenziati, rimanendo l unica regione che non supera la soglia del 10%. Rifiuti speciali In Sicilia la produzione dei rifiuti speciali si attesta, nell anno 2009, a circa 11 milioni di tonnellate e nel 2010 a 8 milioni di tonnellate. Il quantitativo di rifiuti speciali pericolosi prodotto nel 2009 e anche nel 2010 si attesta a circa 3 milioni di tonnellate e invece quelli speciali pericolosi sono rispettivamente nel 2009 pari a 7 milioni e nel 2010 scendono a 5 milioni. La quantità dei rifiuti speciali pericolosi si mantiene pressoché costante nel periodo La produzione dei non pericolosi registra, invece, un considerevole incremento nel 2009 con una produzione del codice CER (terre e rocce da scavo) pari a t. Nel 2010, sebbene si registri un valore sensibilmente più alto rispetto al trend degli anni precedenti, si riscontra una diminuzione del quantitativo prodotto pari a circa 2ml di tonnellate sul totale regionale, e circa 3ml di tonnellate sulla sola provincia di Palermo. La gestione dei rifiuti speciali è affidata prevalentemente a regole di mercato, in quanto, contrariamente ai rifiuti urbani, non sussiste per i produttori l obbligo di smaltimento presso l ATO; pertanto tale categoria di rifiuti è interessata da flussi interregionali ed extranazionali che si originano direttamente dai produttori o dai gestori intermedi. Si rileva che nel 2009 i rifiuti speciali in Sicilia sono gestiti per il 21,00% attraverso operazioni di trattamento intermedio, per il 66,00% attraverso il recupero (R), per il 6,00% attraverso stoccaggi, per il 7,00% attraverso lo smaltimento in discarica mentre, a meno delle approssimazioni utilizzate, una rimanente quota marginale è destinata alla termodistruzione. Nel 2010 invece i rifiuti speciali in Sicilia sono gestiti per il 12,00% attraverso operazioni di trattamento intermedio, per il 65,00% attraverso il recupero, per il 16,00% attraverso stoccaggi, per 150

206 RIFIUTI il 7,00% attraverso lo smaltimento in discarica mentre, a meno delle approssimazioni utilizzate, una rimanente quota marginale è destinata alla termodistruzione. In generale, si riscontrano sensibili incrementi nei flussi in entrate alle discariche rispetto agli anni antecedenti il 2008, da imputare alla ricezione dei rifiuti speciali che originano nell area della Campania. Controlli L articolo 197 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i., richiamato dall art. 3 della L. R. 08/04/2010 n. 9, assegna alle Province la competenza, in linea generale, delle funzioni amministrative concernenti la programmazione ed organizzazione del recupero e smaltimento dei rifiuti a livello provinciale, tra cui il controllo periodico su tutte le attività di gestione, di intermediazione e di commercio dei rifiuti, ivi compreso l accertamento delle violazioni delle disposizioni di cui alla parte quarta del citato D.Lgs. Ai fini dell esercizio delle proprie funzioni le Province possono avvalersi, mediante apposite convenzioni, del supporto tecnico-scientifico dell ARPA Sicilia o di altre strutture pubbliche o universitarie, fermo restando quanto previsto dagli artt. 214, 215 e 216 per l applicazione delle procedure semplificate. Gli addetti al controllo sono autorizzati ad effettuare ispezioni, verifiche e prelievi di campioni all interno di stabilimenti, impianti o imprese che producono o che svolgono attività di gestione dei rifiuti. Nell ambito delle proprie competenze le Province sottopongono a controlli periodici i soggetti che producono rifiuti pericolosi, le imprese che raccolgono e trasportano rifiuti a titolo professionale, gli stabilimenti e le imprese che smaltiscono o recuperano rifiuti, curando, in particolare, che vengano effettuati adeguati controlli periodici sulle attività sottoposte alle procedure semplificate di cui agli artt. 214, 215 e 216 del D.Lgs. 152/2006 e che i controlli concernenti la raccolta ed il trasporto di rifiuti pericolosi riguardino, in primo luogo, l origine e la destinazione dei rifiuti. Nel corso del 2011 sono stati avviati contatti con le Province Regionali Siciliane per la stipula di un Accordo Quadro e relative linee guida che regolamenti le modalità ed i costi per lo svolgimento dell attività di supporto da parte di ARPA Sicilia. In linea generale può affermarsi che in Sicilia, nel settore dei rifiuti, allo stato sono soggetti al controllo: - gli impianti IPPC dotati di Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) sulla base del Piano di Monitoraggio e Controllo (PMC) su cui esiste l obbligo di legge ai sensi dell art. 29 decies del D.Lgs. 152/06; - gli altri impianti di gestione rifiuti e/o nel cui ciclo produttivo si generano rifiuti su richiesta, in genere, dell Autorità Giudiziaria ed in casi di particolare rilevanza a seguito di esposti, segnalazioni, ecc. I dati sui controlli degli impianti sono riportati nel capitolo Rischio Antropogenico. 151

207 RIFIUTI INDICATORE PRODUZIONE DI RIFIUTI URBANI SCOPO Determinare la quantità totale dei rifiuti urbani generati per monitorare la validità delle azioni intraprese in attuazione delle strategie di prevenzione. DESCRIZIONE L indicatore riporta il dato complessivo della quantità di rifiuti urbani prodotti. Sono classificati tra i Rifiuti urbani (art. 184, c. 2 del D.Lgs. 152/2006): i rifiuti domestici anche ingombranti; i rifiuti non pericolosi assimilati agli urbani; i rifiuti da spazzamento; i rifiuti giacenti in aree pubbliche o private ad uso pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali e sulle rive dei corsi d acqua; i rifiuti vegetali da aree verdi; i rifiuti da esumazione ed estumulazione ed altri rifiuti provenienti da aree cimiteriali. UNITÀ di MISURA Tonnellata (t), chilogrammo/abitante (kg/ab). FONTE dei DATI ISPRA Rapporto Rifiuti Urbani 2011, ARPA Sicilia Elaborazione su dati del Catasto Rifiuti. NOTE TABELLE e FIGURE Nella tabella 6.1 e nelle figure 6.1, 6,2, 6,3, e 6,4 vengono riportati i dati relativi alla produzione di rifiuti urbani in Sicilia, suddivisi per le nove province regionali, con il relativo dato di produzione pro capite espresso in kg/ab. La tabella 6.2 riporta la produzione percentuale di rifiuti per provincia nel STATO e TREND La produzione e la gestione dei rifiuti urbani in Sicilia è stata determinata sul confronto tra i dati contenuti, su scala nazionale, nei Rapporti Rifiuti pubblicati da ISPRA e quelli, su scala regionale, elaborati dalla Sezione Regionale del Catasto dei Rifiuti della Sicilia sulla base delle dichiarazioni del Modello Unico di Dichiarazione Ambientale (MUD). La produzione regionale dei rifiuti urbani si attesta, nell anno 2010, a circa milioni di tonnellate, rimanendo praticamente costante con un +0,32% circa rispetto al Tendenza che concorda con l andamento di produzione dei rifiuti urbani a livello nazionale. In Sicilia tale crescita, seppure lieve, fa seguito ai cali di produzione rilevati tra il 2007 e il 2008 (- 1,6%) e tra il 2008 e il 2009 (-1,8%) e porta ad avere, nell ultimo anno, a un valore di produzione analogo a quello del 2005 (figura 6.1). Rispetto al 2007, anno in cui la produzione regionale dei rifiuti urbani aveva raggiunto il valore massimo ( milioni di tonnellate) si osserva una contrazione complessiva dello 3,1%. Le figure 6.1 e 6.2 mostrano e raffrontano rispettivamente il trend della quantità di rifiuti urbani prodotti a livello regionale e la quantità di rifiuti urbani prodotti per provincia nel periodo A livello provinciale si osserva un leggero aumento della produzione di rifiuti, più marcato per la provincia di Caltanisetta (2,7%) e una diminuzione nelle province di Enna (-3,7%) di Catania (-0.5%), di Siracusa (-0.38 %) e di Trapani (-0.4%). 152

208 RIFIUTI Nel 2010 la provincia di Palermo, con tonnellate di rifiuti, ha prodotto circa il 25% del totale regionale seguita da Catania con il 23%. L andamento della produzione dei rifiuti urbani è legata a diverse cause, tra cui vanno annoverate la correlazione tra l andamento della produzione dei rifiuti urbani ed il trend degli indicatori socio economici per questo motivo sul dato di produzione incide in maniera sostanziale l andamento della popolazione residente pertanto risulta utile calcolare la produzione pro capite che svincola il dato dal livello di popolazione residente. Nel 2010 il dato di produzione pro capite in Sicilia si attesta a 517 kg/abitante per anno a fronte di un valore pari a 515 kg/abitante per anno rilevato nel 2009 rimanendo praticamente costante con un incremento percentuale dello 0,3% circa. La figura 6.3 evidenzia l aumento in Sicilia della produzione pro capite che segue il calo già riscontrato tra il 2006 ed il La produzione pro capite di rifiuti urbani in Sicilia si è mantenuta sotto la media nazionale, ma dal 2006 è stata tra le più alte delle regioni del sud; superata solo dalla Puglia con un valore pro capite nel 2010 paria 525 kg/abitante per anno. I dati pro capite per ciascuna provincia concordano con l andamento del dato regionale; tranne per le province di Enna, Catania e Siracusa che presentato un decremento. Tabella 6.1: Produzione di rifiuti urbani totali e pro capite in Sicilia e per provincia (t) Anno 2010 Produzione di rifiuti urbani 2010 Totale Totale Pro capite Provincia [t] [t] [kg/ab] AG ,3 CL ,3 CT ,9 EN ME ,1 PA RG ,3 SR ,9 TP ,3 SICILIA Fonte: Elaborazioni dati ISPRA e Catasto Rifiuti Tabella 6.2: Produzione percentuale di rifiuti per provincia (%) Anno 2010 Fonte: Elaborazioni dati ISPRA e Catasto Rifiuti PROVINCIA 2010 AG 8,5 CL 4,8 CT 23,6 EN 2,6 ME 12,8 PA 25,5 RG 5,8 SR 8,1 TP 8,3 153

209 RIFIUTI Figura 6.1: Trend della produzione totale di rifiuti urbani in Sicilia (t) - Anni Fonte: Elaborazioni dati ISPRA e Catasto Rifiuti Figura 6.2: Trend della Quantità pro capite di rifiuti urbani prodotti in Sicilia ( ) Fonte: Elaborazioni dati ISPRA e Catasto Rifiuti 154

210 RIFIUTI Figura 6.3: Produzione di rifiuti urbani in Sicilia per provincia (t) - Anni AG CL CT EN ME PA RG SR TP Fonte: Elaborazioni dati ISPRA e Catasto Rifiuti Figura 6.4: Trend Quantità pro capite di rifiuti urbani prodotti per provincia ( ) AG CL CT EN ME PA RG SR TP Fonte: Elaborazioni dati ISPRA e Catasto Rifiuti 155

211 RIFIUTI Di seguito considereremo l andamento della raccolta differenziata dei rifiuti nelle diverse province siciliane prendendo in considerazione anche le varie frazioni merceologiche recuperate relativamente al La tabella 6.3 riporta per ciascuna delle province della Sicilia e per l intero territorio regionale le quantità di raccolta differenziata e le relative percentuali nel Nel 2010 la Sicilia ha raggiunto il valore di 9,24 % di raccolta differenziata, con una volume di t di rifiuti differenziati, rimanendo l unica regione che non supera la soglia del 10%. A livello nazionale, nell anno 2010, si registra una percentuale pari al 35,3% circa della produzione nazionale dei rifiuti urbani, attestandosi a oltre 11,4 milioni di tonnellate, che consente di raggiungere, con quattro anni di ritardo, l obiettivo fissato dalla normativa per il 31 dicembre I target di raccolta differenziata individuati dal D.Lgs. n. 152/2006 e dalla legge 27 dicembre 2006, n. 296 sono, infatti, i seguenti: almeno il 35% entro il 31 dicembre 2006; almeno il 40% entro il 31 dicembre 2007; almeno il 45% entro il 31 dicembre 2008; almeno il 50% entro il 31 dicembre 2009; almeno il 60% entro il 31 dicembre 2011; almeno il 65% entro il 31 dicembre Per quanto riguarda la raccolta differenziata pro capite si rileva che la Sicilia mostra un valore inferiore a 50 kg/abitante per anno, pari a tale valore, o di poco superiore, risultano i quantitativi relativi a Basilicata, Molise e Calabria rispetto ad una media nazionale di circa 189 kg per abitante per anno. La figura 6.5 e la tabella 6.3 riportano le percentuali di raccolta differenziata in Sicilia suddivise per provincia. Nel 2010 tutte le province non raggiungono la soglia del 10% tranne la provincia di Trapani con il 26,70% e la provincia di Agrigento con 12.93%. Le province che hanno fatto registrare una crescita della variazione percentuale di raccolta differenziata risultano Trapani (+12%), seguita da Caltanisetta (+3,2%). Presentano un trend negativo Enna e Ragusa. Nel 2010 la provincia di Enna con il 1,17 occupa il fanalino di coda a livello nazionale della raccolta differenziata. La situazione risulta ancora più grave considerando le tre principali città della Sicilia cioè Palermo, Catania e Messina. Uniche città che non raggiungono a livello nazionale la soglia del 10% di raccolta differenziata, con tassi rispettivamente pari al 7,4%, 5,6% e 3,8% e una raccolta pro capite nel 2010 di 19 kg/abitante per anno per la città di Messina; di 42 kg/aitante per anno per Catania e di 43kg/abitante per anno per Palermo. La tabella 6.8 rappresenta la raccolta differenziata suddivisa per frazione merceologica in Sicilia negli anni L analisi dei dati evidenzia, tra il 2009 e il 2010, un incremento della composizione media della raccolta differenzia ( +2%). Nell anno 2010, il quantitativo di rifiuti organici avviati ad impianti di compostaggio e digestione anaerobica risulta, pari, complessivamente, a circa tonnellate (+19% rispetto il 2009) che fa seguito a tonnellate di carta e di tonnellate di vetro (tabella 6.4 e figura 6.6). Un ruolo di particolare importanza è costituito dalla raccolta differenziata dei beni durevoli (RAEE), che, se abbandonati nell ambiente, possono inquinare l aria, l acqua, il suolo o produrre effetti nocivi sulla salute, in quanto contengono sostanze pericolose e tossiche che devono essere opportunamente separate e trattate. I RAEE rappresentano uno dei flussi di rifiuti individuati come 156

212 RIFIUTI prioritari dalle politiche dell Unione Europea, sia per la loro complessa composizione, sia per l elevata produzione registrata negli ultimi anni con previsione di ulteriori significativi aumenti. ll DLgs 151/05, recependo le direttive UE, ha disposto l obbligo di separare e di raccogliere i RAEE in maniera differenziata dal 1 gennaio Tale decreto ha inoltre stabilito di raggiungere entro la fine del 2008, per i RAEE domestici, un obiettivo minimo di raccolta differenziata pari a 4 kg/ab. A partire da giugno 2010, con l entrata in vigore del DM 8 marzo 2010 n. 65, è stato reso operativo l obbligo del ritiro uno contro uno, già definito dall art. 6, comma 1, lettera b) del D.Lgs 151/2005, e, di conseguenza, è prevedibile una crescita ancora più rilevante della raccolta. I dati relativi alla raccolta differenziata dei RAEE di provenienza domestica indicano che, nel corso del 2010, in Sicilia sono state conferite in maniera differenziata tonnellate di tali rifiuti con incremento del 20% rispetto al Tale incremento è stato determinato anche dal passaggio, nel corso dell anno, al digitale terrestre con conseguente sostituzione di molti vecchi apparecchi televisivi, ormai obsoleti e inutilizzabili. La figura 6.7 mostra il trend della raccolta dal 2004 al 2010, evidenziando un incremento più accentuato negli ultimi anni. La raccolta differenziata dei RAEE si effettua in tutto il territorio regionale, principalmente presso i Centri di raccolta rifiuti e, in minor misura, tramite servizi di raccolta su chiamata. Tabella 6.3: Quantità (t) e percentuale (%) della raccolta differenziata in Sicilia e per provincia. Anno 2010 Fonte: Elaborazioni dati ISPRA e Catasto Rifiuti Prov Quantità % AG ,9 CL ,5 CT ,3 EN ,7 ME ,5 PA ,8 RG ,5 SR ,1 TP ,7 Sicilia ,4 Tabella Raccolta differenziata per frazione merceologica in Sicilia (t). Anno Frazione umida Carta Vetro Plastica Legno Metalli RAEE Altro Totale Fonte: Elaborazioni dati ISPRA e Catasto Rifiuti 157

213 RIFIUTI Figura 6.5 Percentuali di raccolta differenziata in Sicilia suddivise per provincia. Anno ME 7,5% TP 26,7% PA 6,8% AG 12,9% EN 1,7% CT 8,3% CL 8,5% RG 8,5% SR 6,1% Fonte: Elaborazioni ARPA Sicilia - Catasto Rifiuti Figura 6.6. Raccolta differenziata per frazione merceologica in Sicilia (t). Anno Legno 4% Metalli Plastica 3% 7% Vetro 12% RAEE 4% Frazione umida 37% Carta 33% Fonte: Elaborazioni ARPA Sicilia - Catasto Rifiuti 158

214 RIFIUTI Figura 6.7: Raccolta differenziata pro capite dei RAEE ( ) Fonte: Elaborazioni dati ISPRA e Catasto Rifiuti 159

215 RIFIUTI INDICATORE QUANTITÀ DI RIFIUTI URBANI SMALTITI IN DISCARICA INDICATORE SCOPO Controllare l effettiva diminuzione del ricorso allo smaltimento in discarica, così come previsto dal D.Lgs. 152/06, per valutare l efficacia delle politiche messe in atto. DESCRIZIONE L indicatore proposto raffigura la quantità di rifiuti urbani smaltiti in discarica. UNITÀ di MISURA Tonnellata (t). FONTE dei DATI ISPRA Rapporto Rifiuti Urbani 2011; Arpa Sicilia Elaborazione su dati del Catasto Rifiuti. NOTE TABELLE e FIGURE Le figure 6.8 e 6.9 e la tabella 6.5 mettono in relazione la quantità di RSU smaltiti in discarica rispetto alla quantità prodotta a livello regionale, evidenziando l incidenza di tale tipologia di smaltimento. La tabella 6.6 e la figura 6.10 riportano la quantità di rifiuti urbani smaltiti in discarica e il numero di impianti in esercizio relativamente alle nove province siciliane per gli anni STATO e TREND. L analisi dei dati ha riguardato le discariche per rifiuti non pericolosi, operative nell anno 2010, nelle quali sono stati smaltiti i rifiuti urbani tal quali e i rifiuti provenienti dal trattamento dei rifiuti urbani, identificati con i codici CER (parte di rifiuti urbani e simili non compostata), (compost fuori specifica), (CDR) e (materiali misti prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti). In Sicilia, nel 2010, sono operative 17 discariche per rifiuti non pericolosi secondo fonte ISPRA. Nel periodo si è rilevato una progressiva diminuzione del numero. A chiudere sono state soprattutto le discariche di piccole dimensioni a vantaggio di grandi impianti a servizio di aree geografiche più estese. Le discariche di maggiori dimensioni sono spesso dotate di sistemi di pretrattamento dei rifiuti in entrata e si configurano sempre di più come strutture complesse dotate di impianti di recupero energetico del biogas e di trattamento del percolato prodotto. Dall entrata in vigore del D.Lgs. n. 36/2003, che ha completamente ridisegnato il quadro impiantistico nazionale, recependo gli stringenti requisiti tecnici imposti dalla normativa europea, hanno chiuso, in Sicilia, 65 discariche rispetto all anno Appare evidente che la chiusura degli impianti non ha sempre portato ad una reale evoluzione del sistema verso soluzioni di tipo integrato, non accompagnandosi ad una corrispondente riduzione dello smaltimento in discarica in termini quantitativi. I rifiuti urbani smaltiti in discarica, nel 2010 in Sicilia, ammontano a circa a circa milioni di tonnellate la stessa quantità rispetto al 2004 quando il numero delle discariche in esercizio erano 93. Si registra, dunque, ancora una abitudine diffusa allo smaltimento in discarica di rifiuto tal quale. A livello nazionale, nel 2010, sono stati avviati in discarica circa il 46% dei rifiuti urbani prodotti con una riduzione di 2 punti percentuali rispetto al Tale riduzione è in parte ascrivibile all incremento della raccolta differenziata (+6,2%), in parte al maggiore utilizzo di altre forme di gestione, quali l incenerimento e il trattamento meccanico-biologico. Riduzioni che si evidenzia in tutte le regioni d Italia ad eccezione della Lombardia (+15%) anche se rimane la regione che smaltisce in discarica la percentuale inferiore di rifiuti urbani prodotti, del 160

216 RIFIUTI Trentino Alto Adige con +11%, dell Umbria (+23%) e della Basilicata (+4%) e infine della Sicilia (+3%). In Sicilia, infatti, continua il conferimento in discarica, senza alcun significativo processo di recupero e di minimizzazione del rischio di inquinamento. Nel 2010 il 93% dei rifiuti prodotti sono smaltiti in discarica e solo il 28% di questi viene sottoposto a trattamento preliminare. Rimangono residuali i quantitativi di rifiuti urbani destinati all incenerimento e/o al recupero registrando un grave ritardo rispetto ai maggiori paesi europei, dove viene consegnato alle discariche, solo dopo idoneo trattamento per ridurne la pericolosità, meno dell 8% dei rifiuti urbani. Si conferma quindi il preoccupante divario che pone la Sicilia agli ultimi posti tra le altre regioni in termini di efficienza nella gestione dei rifiuti urbani, in contrasto con la normativa nazionale e comunitaria. La Sicilia con il Molise (84%) e la Basilicata (83%) sono le regioni che presentano la percentuale maggiore di rifiuti smaltiti in discarica rispetto al totale prodotto. In queste regione lo smaltimento in discarica rappresenta ancora l unica forma di gestione adottata e la raccolta differenziata stenta a partire. La tabella 6.4 riporta per ciascuna provincia regionale la quantità di rifiuti urbani smaltiti in discarica e il numero di impianti utilizzati nel periodo Si registra come la provincia di Ragusa nel 2010 presenta una quantità smaltita in discarica che è aumentata del 97% mentre Trapani registra una diminuzione del -43% conseguenza di una raccolta differenziata che funziona. Tabella Quantità di RSU prodotti e smaltititi in discarica (t)- Anni 2010 Anno Produzione totale di rifiuti urbani (t) Smaltimento in discarica di rifiuti urbani (t) Rifiuti smaltiti in discarica rispetto al totale prodotto (%) Fonte: Elaborazioni dati ISPRA e Catasto Rifiuti Figura Smaltimento in discarica di rifiuti urbani (t) - Anni Migliaia Smaltimento in discarica di rifiuti urbani (t) Produzione totale di rifiuti urbani (t) 2010 Fonte: Elaborazioni dati ISPRA e Catasto Rifiuti 161

217 RIFIUTI Figura Andamento della percentuale di rifiuti solidi urbani smaltiti in discarica rispetto al totale prodotto (%) - Anni Fonte: Elaborazioni dati ISPRA e Catasto Rifiuti Tabella Quantità di RU smaltititi in discarica e numero di impianti a livello provinciale (t) Anno 2010 Fonte: Elaborazioni dati ISPRA e Catasto Rifiuti 2010 Prov. N Impianti Quantità RU smaltita (t) AG CL CT EN ME PA RG SR TP SICILIA

218 RIFIUTI Figura Smaltimento in discarica di rifiuti urbani a livello provinciale (t) - Anni AG CL CT EN M E PA RG SR TP Fonte: Elaborazioni dati ISPRA e Catasto Rifiuti

219 RIFIUTI BOX NUMERO DI DISCARICHE DI RSU Dall esame dei dati ricavati dai MUD ed incrociati con i dati ISPRA, si nota come il numero totale delle discariche di RSU in Sicilia è in continua diminuzione essendo passato, nel periodo , da 93 a 17. Alla chiusura degli impianti, tuttavia, non ha corrisposto una riduzione significativa del quantitativo di rifiuti smaltito in discarica che è del 93% nel La tabella riporta la situazione delle discariche in esercizio al sul territorio regionale, rilevate dalle Strutture provinciali ARPA. La situazione si discosta dal dato ISPRA rilevando un numero complessivo di discariche di RSU attive al pari a 14 con 3 impianti nella provincia di Palermo; con due 2 nelle province di Trapani, Agrigento. Catania e Caltanisetta, e infine con un solo impianto a Enna, Caltanisetta, Messina, Ragusa e Siracusa. Tabella - Discariche in esercizio rilevate da Arpa Sicilia al Prov AG CL CT Comune Siculiana Sciacca Località (C.da) Materano Salinella Autorizzazione vigente AIA n 268 del ; AIA n 1362 del AIA n 1321 del ; AIA n 532 del Gela Timpazzo AIA n 1458 del Motta Santa Anastasia Catania Tiritì Grotte S. Giorgio EN Enna Cozzo Vuturo ME Mazzarà S. Andrea Palermo AIA n 32 del ; AIA n 221 del AIA n 83 del per la parte organica AIA n 1350 del ; AIA n 209 del AIA n 646 del ; AIA n 254 del Ragione sociale Catanzaro Costruzioni S.r.l. So.Ge.I.R. ATO AG1 ATO Ambiente CL 2 S.p.A. OIKOS S.p.A. Sicula Trasporti S.p.A. Ennauno S.p.A. Gestore Natura societaria Privata Pubblica Pubblica Privata Privata Mista Zuppà AIA n 393 del Tirreno Ambiente Mista Bellolampo (V Vasca) Ordinanze del Commissario delegato nn., 49 e 50 del ; n 20 del ; n 35 del ; n 97 del AMIA Pubblica PA Partitico Baronia Ordin. Sind. n.7 del ex art. 191 del D. Lgs. 152/06 prorogata ATO PA1 S.p.A Pubblica Castellana Sicula Balza di Cetta AIA n 385 del Alte Madonne Ambiente S.p.A. Pubblica RG Ragusa Cava dei Modicani AIA n 203 del ATO Ragusa Ambiente S.p.A. Pubblica SR Augusta Coste di Gigia AIA n 1062 del Greenambiente S.r.L. Privata TP Campobello di Mazzara Campana Misiddi AIA n 366 del Belice Ambiente S.p.A. Pubblica Trapani Borranea AIA n 614 del ; AIA n 694 del ATO Terra dei Fenici S.p.A. Pubblica Fonte: Arpa Sicilia 164

220 RIFIUTI INDICATORE INDICATORE PRODUZIONE DI RIFIUTI SPECIALI SCOPO Misurare la quantità totale di rifiuti speciali prodotti in Sicilia. DESCRIZIONE L'indicatore misura la quantità totale di rifiuti speciali generati in Sicilia nel periodo La base informativa è costituita dalle dichiarazioni MUD (Modello Unico di Dichiarazione ambientale) riguardanti gli anni dal 2006 al 2010, bonificati e validati dalla Sezione regionale del Catasto Rifiuti della Sicilia (le dichiarazioni MUD sono effettuate dai soggetti individuati dall'articolo 189 del D.Lgs. 3 aprile 2006 n.152 e inviate utilizzando il circuito delle Camere di Commercio, ai sensi della Legge 70/94, entro il 30 aprile di ogni anno). Atteso che il d.lgs. n. 152/2006 prevede diverse esenzioni dall obbligo di dichiarazione, ne discende che la banca dati MUD non sia totalmente esaustiva. UNITÀ di MISURA Tonnellata (t). FONTE dei DATI ARPA Sicilia Sezione regionale del Catasto dei Rifiuti NOTE TABELLE e FIGURE La tabella 6.7 riporta la produzione dei rifiuti speciali in Sicilia in ambito regionale, nel periodo , mentre la figura 6.11 rappresenta graficamente l andamento nel trend La tabelle 6.8, riporta i dati di produzione per provincia distinguendo tra rifiuti speciali pericolosi, rifiuti speciali non pericolosi e rifiuti speciali totali. Nella figura 6.12 si riportato la produzione di rifiuti speciali per provincia nel periodo STATO e TREND In Sicilia la produzione dei rifiuti speciali si attesta, nell anno 2009, a circa 11 milioni di tonnellate e nel 2010 a 8 milioni di tonnellate. Il dato complessivo tiene conto sia dei quantitativi derivanti dalle elaborazioni MUD che di quelli stimati. Il quantitativo di rifiuti speciali pericolosi prodotto nel 2009 e anche nel 2010 si attesta a circa 3 milioni di tonnellate e invece quelli speciali pericolosi sono rispettivamente nel 2009 pari a 7 milioni e nel 2010 scendono a 5 milioni. Va evidenziato che il decreto legislativo n. 152/2006 ha apportato modifiche per quanto riguarda i soggetti tenuti all obbligo di dichiarazione; in particolare sono stati esonerati da tale obbligo i produttori di rifiuti non pericolosi. Tale esenzione si è sommata a quella strutturale del MUD che dal 1998 si applica per gli imprenditori agricoli con un volume modesto di affari (non superiore a 7.746,85 annui), per i piccoli imprenditori artigiani (con non più di tre dipendenti) limitatamente ai rifiuti non pericolosi, per i produttori di rifiuti che conferiscono al servizio pubblico di raccolta, per i rifiuti non pericolosi derivanti da attività agricole e agro-industriali, da attività di demolizione e scavo, da attività commerciali, da attività di servizio e da attività sanitarie. L entrata in vigore del decreto legislativo n. 4/2008 ha reintrodotto l obbligo di presentazione del MUD per i produttori di rifiuti speciali non pericolosi ed esentato le imprese e gli enti produttori iniziali di rifiuti con non più di dieci dipendenti limitatamente ai rifiuti non pericolosi. Per quei settori interamente esentati dall obbligo di dichiarazione e per quelli caratterizzati da un elevata presenza di piccole imprese, l elaborazione della banca dati MUD non fornisce, pertanto, 165

221 RIFIUTI un informazione completa sulla produzione dei rifiuti non pericolosi; tra questi vanno annoverati quelli afferenti al settore delle costruzioni e demolizioni. La tabella 6.7 riporta la produzione dei rifiuti speciali in Sicilia in ambito regionale, nel biennio , mentre la figura 6.11 rappresenta graficamente l andamento del trend Dall analisi dei dati e dei grafici si rileva che le quantità dei rifiuti speciali pericolosi si mantiene pressoché costante nel periodo di riferimento; la produzione dei non pericolosi registra, invece, un considerevole incremento nel 2009 con una produzione del codice CER ( terre e rocce da scavo) pari a t. Nel 2010, sebbene si registri un valore sensibilmente più alto rispetto al trend degli anni precedenti, si riscontra una diminuzione del quantitativo prodotto pari a circa 2ml di tonnellate sul totale regionale, e circa 3ml di tonnellate sulla sola provincia di Palermo. La tabelle 6.8 si riporta i dati di produzione per provincia distinguendo tra rifiuti speciali pericolosi, rifiuti speciali non pericolosi e rifiuti speciali totali. Nella figura 6.12 è riportato il grafico della produzione di rifiuti speciali per provincia nel periodo , dalla cui analisi si osserva che la produzione delle province di Agrigento, Catania, Enna, Messina, Palermo, Ragusa e Trapani è caratterizzata da una netta prevalenza dei rifiuti non pericolosi, mentre una situazione opposta si osserva nelle province di Caltanissetta e Siracusa, caratterizzate dalla presenza dei poli dell industria petrolifera. L andamento della produzione di rifiuti speciali pericolosi risulta variare poco per tutte le province salvo che per quelle di Enna e Trapani, mentre l andamento della produzione dei rifiuti speciali non pericolosi è in crescita in tutte le province siciliane, fatta eccezione per la provincia di Enna dove il valore registrato nel 2010 risulta essere inferiore del 50% rispetto a quello dell anno precedente. Nel 2010 hanno registrato le maggiori produzione di rifiuti speciali le province di Siracusa con tonnellate (27,37% della produzione regionale contro il 18,45% del 2009 e 34,69% del 2008); Caltanissetta con (25,10% della produzione regionale contro il 18,62% del 2009 e 33,98% del 2008); Catania con tonnellate (10,56% della produzione regionale contro il 5,31% del 2009 e 11,43% del 2008); Palermo con tonnellate (13,60% della produzione regionale contro il 45,48% del 2009 e 7,88% del 2008). I maggiori contributi al valore complessivo di produzione dei rifiuti speciali pericolosi è dato dai rifiuti liquidi e concentrati acquosi derivanti dal risanamento delle acque di falda (CER ) di siti industriali oggetto di attività di bonifica e dai rifiuti derivati da terra e rocce (CER ). Nel 2010 la provincia con la massima produzione di rifiuti speciali pericolosi, inclusi i CER , è stata quella di Caltanissetta ( tonnellate, pari al 49,82% del totale regionale), seguita dalla provincia di Siracusa ( tonnellate, pari al 47,25%) per la presenza dei complessi Petrolchimici di Gela e di Priolo Gargallo. 166

222 RIFIUTI Tabella Produzione dei rifiuti speciali in ambito regionale (t) Anni Anno Non pericolosi Pericolosi Totale [*] [*] [*] La provincia di Palermo registra un forte incremento verosimilmente a causa dei lavori di realizzazione di gallerie stradali in località Cefalù. Fonte Dati: MUD Elaborazione: Sezione regionale del Catasto rifiuti della Sicilia Figura Produzione dei rifiuti speciali in ambito regionale (t) Anni Fonte Dati: MUD Elaborazione: Sezione regionale del Catasto rifiuti della Sicilia Tabella 6.8- Produzione dei rifiuti speciali, per provincia (t) Anni Produzione rifiuti speciali pericolosi anni (t) Produzione rifiuti speciali non pericolosi anni (t) Produzione rifiuti speciali peri e non perc. anni (t) Prov AG CL (1) CT EN ME PA (2) RG SR (3) TP (1) Raffineria di Gela t - CER (P) (2) Cefalù 20 S.C. a R.L t - CER (3) Polimeri Europa t - CER (P) + Altri Dati: MUD Elaborazione: Sezione regionale del Catasto rifiuti della Sicilia 167

223 RIFIUTI Figura Andamento della produzione di rifiuti speciali, pericolosi e non pericolosi, per provincia (t) - Anni Fonte Dati: MUD Elaborazione: Sezione regionale del Catasto rifiuti della Sicilia 168

224 RIFIUTI INDICATORE SISTEMI DI SMALTIMENTO DEI RIFIUTI SPECIALI SCOPO Analizzare le diverse modalità di smaltimento dei rifiuti speciali per verificare l efficacia delle politiche di incentivazione del recupero di materia dai rifiuti e per verificare i progressi nell avvicinamento all obiettivo di riduzione dell utilizzo della discarica come metodo di smaltimento, fornendo un indicazione generale sull efficacia delle politiche di settore. DESCRIZIONE L indicatore raggruppa i sistemi di smaltimento dei rifiuti speciali in uso in Sicilia. Vengono riportati i dati relativi al recupero, allo smaltimento con l esclusione dei rifiuti urbani indifferenziati (CER ) ed a stoccaggio-giacenza. UNITÀ di MISURA Tonnellata (t). FONTE dei DATI ARPA Sicilia - Catasto Rifiuti NOTE TABELLE e FIGURE La tabella 6.9 riporta i quantitativi dei rifiuti speciali avviati a recupero o smaltimento con l esclusione dei rifiuti urbani indifferenziati (CER ); nella tabella 6.10 sono riportate le variazioni percentuali e nella Figura 6.13 il loro andamento. La tabella 6.11 riporta i quantitativi di rifiuti speciali avviati a recupero o smaltimento con l esclusione dei rifiuti urbani indifferenziati (CER ) per provincia nel periodo Nella Figura 6.14 e 6.15 si riportano le variazioni % rifiuti speciali in Sicilia negli anni 2009 e 2010 STATO e TREND La gestione dei rifiuti speciali è affidata prevalentemente a regole di mercato, in quanto, contrariamente ai rifiuti urbani, non sussiste per i produttori l obbligo di smaltimento presso l ATO; pertanto tale categoria di rifiuti è interessata da flussi interregionali ed extranazionali che si originano direttamente dai produttori o dai gestori intermedi. Per tale motivo, nel caso dei rifiuti speciali, non è significativo, né possibile, un bilancio tra produzione e gestione degli stessi in ambito locale. Si rileva come, mentre nel periodo di osservazione i rifiuti speciali termodistrutti siano pressoché stabili, con quantitativi sempre inferiori a t/a, nel successivo periodo le loro quantità aumentano significativamente attestandosi a volumi par a circa 3 volte i precedenti. I rifiuti avviati a recupero presentano un costante incremento fino al 2008; negli anni successivi si registra un picco ( ) legato agli ingenti quantitivi di rifiuto CER gestiti da una sola impresa che opera nel trapanese ( ,22 tonn). In generale, si riscontrano sensibili incrementi nei flussi in entrate alle discariche rispetto agli anni antecedenti il 2008, da imputare alla ricezione dei rifiuti speciali che originano nell area della Campania. Per quanto attiene i quantitativi di rifiuto stoccati, nell anno 2010 si assiste ad un forte incremento dei volumi (+61,7%). La tabella 6.9 riporta i quantitativi dei rifiuti speciali avviati a recupero o smaltimento con l esclusione dei rifiuti urbani indifferenziati (CER ); nella tabella 6.10 sono contenute le 169

225 RIFIUTI variazioni percentuali riferite agli anni 2009 e 2010; nella figura 6.13 il loro andamento nel periodo La tabella 6.11 riporta i quantitativi di rifiuti speciali avviati a recupero o smaltimento con l esclusione dei rifiuti urbani indifferenziati (CER ) per provincia nel periodo Si rileva che nel 2009 (cfr. Figura 6.14) i rifiuti speciali in Sicilia sono gestiti per il 21,00% attraverso operazioni di trattamento intermedio, per il 66,00% attraverso il recupero, per il 6,00% attraverso stoccaggi, per il 7,00% attraverso lo smaltimento in discarica mentre, a meno delle approssimazioni utilizzate, una rimanente quota marginale è destinata alla termodistruzione. Nel 2010 (cfr. Figura 6.15) i rifiuti speciali in Sicilia sono gestiti per il 12,00% attraverso operazioni di trattamento intermedio, per il 65,00% attraverso il recupero, per il 16,00% attraverso stoccaggi, per il 7,00% attraverso lo smaltimento in discarica mentre, a meno delle approssimazioni utilizzate, una rimanente quota marginale è destinata alla termodistruzione. Nell ultimo biennio la provincia in cui sono stati gestiti i quantitativi più alti è quella di Trapani con tonn (2009) e tonn (2010). Tali volumi sono in gran parte imputabili ad operazioni di gestione del tipo R3 e riferite, prevalentemente al codice CER (rifiuti biodegradabili di cucine e mensa) veicolato al livello extra-regionale. In provincia di Siracusa, nel 2009 l operazione di gestione che registra i quantitativi maggiori è quella a cui afferiscono i trattamenti intermedi ( Altro ) con tonnellate, seguita dalla provincia di Caltanisetta ( tonn); va osservato che, nel 2010, in provincia di Siracusa il valore registrato nel 2009 si contrae fortemente attingendo ad un valore finale di tonnellate. Ciò è in controtendenza rispetto a Caltanissetta che mantiene pressoché inalterato il valore del precedente anno. Dal confronto tra i flussi in discarica gestiti nella provincia di Palermo nel 2009 e 2010, si nota che è avvenuto un forte incremento del volume abbancato che è passato da t nel 2009 a t nel Analogamente, nella provincia di Messina, il valore registrato nel 2009 pari a t è passato nel 2010 a t. Tabella Rifiuti speciali avviati a recupero o smaltimento con l esclusione dei rifiuti urbani indifferenziati (CER ) Anni Anno Discarica Termodistrutti Recuperati Altro Stoccati/Giacenza Totale Fonte Dati: MUD Elaborazione: Sezione regionale del Catasto rifiuti della Sicilia Tabella Variazione percentuale gestione rifiuti speciali Anni Anno Totale gestito(t) Variazione totale gestito rispetto all anno precedente (%) , ,7 Fonte Dati: MUD Elaborazione: Sezione regionale del Catasto rifiuti della Sicilia 170

226 RIFIUTI Figura 6.13 Gestione rifiuti speciali Anni Fonte Dati: MUD Elaborazione: Sezione regionale del Catasto rifiuti della Sicilia Figura 6.14 Variazioni % rifiuti speciali in Sicilia Anno 2009 Fonte Dati: MUD - Elaborazione ARPA Sicilia - Sezione regionale del Catasto rifiuti 171

227 RIFIUTI Figura 6.15 Variazioni % rifiuti speciali in Sicilia Anno 2010 Fonte Dati: MUD - Elaborazione ARPA Sicilia - Sezione regionale del Catasto rifiuti Tabella Rifiuti speciali avviati a recupero o smaltimento con l esclusione dei rifiuti urbani indifferenziati (CER ) in ambito provinciale (t) Anni Anno Provincia Discarica Termodistrutti Recuperati Altro Stoccati/Giacenza Totale TP AG CL CT EN ME PA RG SR TP AG CL CT EN ME PA RG SR TP Fonte Dati: MUD Elaborazione: Sezione regionale del Catasto rifiuti della Sicilia 172

228 RIFIUTI BOX NUMERO DI DISCARICHE DI RIFIUTI SPECIALI Il dato illustra il numero e la localizzazione delle discariche per rifiuti speciali in Sicilia, aggiornato all anno Nel territorio regionale sono presenti 11 discariche per rifiuti inerti di cui 3 solo nella provincia di Agrigento e 2 nella provincia di Trapani. Le uniche discariche di rifiuti speciali non pericolosi si trovano ad Agrigento, Catania e Melilli. La gestione dei rifiuti speciali è affidata prevalentemente a regole di mercato, in quanto, contrariamente ai rifiuti urbani, non sussiste per i produttori l obbligo di smaltimento presso l ATO. Tabella - Discariche per rifiuti speciali Autorizzazione Prov Ragione Sociale Comune Località Tipo vigente Comune di Lucca Sicula Lucca S. C.da Salina AG Comune di Joppolo Giancaxio Joppolo Giancaxio C. da Guardiola Comune di Menfi Menfi C. da Fuedotto CL Ecosud Italia S.r.L. Niscemi C. da Serralunga CT Comune di Catagirone Caltagirone C. da Molone PA Comune di Marineo Marineo C. da Sotto Castello Inerti Decreto n 372/SRB del Inerti Decreto n 179/SRB del Inerti Inerti Inerti Inerti Decreto n 118 del ; D.D.G. n 436 del D.G. n 473 del O.P.n del RG Medi Costruzioni Ragusa C. da Buttino Inerti Decreto n 1189 del Decreto n 86/SRB del ; SR Coccimiglio Carmelo Noto C. da Pianette Decreto n 16/SRB del ; Inerti Decreto n 178 del SO.E.M. S.p.A Augusta Costa Mendola Inerti Decreto n 6/SRB del TP Comune di Partanna Partanna C. da San Martino Inerti Sirtec S.r.L. Alcamo C.da Cavaseno Inerti Decreto n 1672 del AG Sicedil S.r.L. Agrigento Monserrato Zunica RS- NP Decreto n 187 del CT Servizi Industriali S.r.L Catania C. da Grotte RS- S.Giorgio NP D.R.S. n 10 del SR Cisma S.r.L. Melilli C.da Bagali RS- AIA n 1457 del ; AIA n 996 del ; NP D.D.G. n 1447 del Fonte: Elaborazioni ARPA Sicilia - Catasto Rifiuti 173

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230 RISCHIO ANTROPOGENICO 7. RISCHIO ANTROPOGENICO Autori: Vincenzo Bartolozzi, Salvatore Caldara, Olga Grasso, Alberto Mandanici, Antonio Notaro, Giuseppina Pizzo 2

231 RISCHIO ANTROPOGENICO Tema Stabilimenti a rischio di incidente rilevante Quadro sinottico indicatori per Rischio Antropogenico Nome Copertura Rappresentazione Stato e Indicatore e S T Trend Tabelle Figure Codice DPSIR Verifiche ispettive R C 2011 Incidenti rilevanti nell industria I C Riferimenti Normativi D.M. 5/11/1997 D.Lgs 17/08/1999 n. 334 D.Lgs. 21/09/2005 n. 238 D.Lgs 17/08/1999 n. 334 D.Lgs. 21/09/2005 n. 238 Qualità ambientale di organizzazioni, imprese e prodotti Numero di registrazioni EMAS Numero di certificati UNI EN ISO R R R P R P Regolamento CE 1221/2009 Raccomandazione della Commissione (2001/ 680/CE) del 07/09/01; DPR 4/06/97, n. 335; DM 02/08/95, n. 413; DM 12/06/98, n. 236; Norme UNI serie ISO

232 RISCHIO ANTROPOGENICO Introduzione Si intende per Rischio Antropogenico il rischio, per l ambiente e la popolazione, connesso allo svolgimento di attività umane e specificatamente di attività industriali. In questo capitolo viene fornita una rappresentazione descrittiva e schematica della situazione esistente in Sicilia per l anno 2011 riguardante il rischio tecnologico, utile per approfondire alcune conoscenze necessarie per attuare un efficace sistema di prevenzione e gestione del territorio. Si riportano a tal proposito le schede di sintesi dell attività di controllo svolta nel 2011 presso gli impianti industriali effettuate dalle Strutture Territoriali ARPA Provinciali. E utile evidenziare la criticità riscontrata nello svolgimento delle attività di controllo legate alla ben nota carenza di personale dell Agenzia. 4

233 RISCHIO ANTROPOGENICO SINTESI CONTROLLI RIFIUTI 2011 Sintesi Controlli 2011 C o m u ne Lo ca lità G e store Im pian to Provincia: AGRIGENTO T ipo d i Im pian to (pe ric., no n p eric. e in erti) Documentali e Gestionali C NC C NC C NC C NC C NC C NC Siculiana C.da Materano Catanzaro.C. Non Pericoloso D.R.S.268 8/8/ Sciacca C.da Saraceno/S. So.Ge.I.R. Non Pericoloso D.D.G /7/ Camastra C.da Principe A e G S.r.l. Non Pericoloso D.R.S /2/ Agrigento C.da Zunica/M.(TeR) Sicedil S.r.l. Non Pericoloso D.D.G /4/ A u torizza zio ni prsen ti C O N TR O L LI E FF E TT U A T I [n ] DOCUMENTALI E TECNICI Agenti fisici Sciacca C.da S. Maria (compos.) So.Ge.I.R. Non Pericoloso D.D.G /9/ Sciacca C.da Siracusa/S.M. F.lli Venezia Dep.Rif.Liquidi D.R.S /11/ TOTALE TOTALE Tecnici CONTROLLI EFFETTUATI [n] (C= conformi - NC= Non conformi) Suolo, fanghi e rifiuti ANALITICI Matrici investigate Acqua e percolato Aria Sanzioni ESITO DEL CONTROLLO Segnalazione all'a.g. LEGENDA CONTROLLI TIPO DI IMPIANTO O CONTROLLO Impianti IPPC Impianti NON IPPC Richiesta delle AA. GG. ed altri Enti N

234 RISCHIO ANTROPOGENICO Conformi e Non Conformi per tipologia di matrice/controllo nella Provincia di Agrigento Non conformi 10 Conformi 5 0 Suolo, fanghi e rifiuti Acqua e percolato Aria Agenti fisici Doc. e Gest. Tecnici 6

235 RISCHIO ANTROPOGENICO Sintesi Controlli 2011 SINTESI CONTROLLI RIFIUTI 2011 Provincia: CALTANISSETTA Comune C NC C NC C NC C NC C NC C NC Gela C.da Timpazzo ATO CL 2 Discarica rif. non pericolosi A.I.A. - D.R.S. n 1458 del 16/12/ Serradifalco C.da Martino ATO CL 1 Discarica rif. non pericolosi A.I.A. - D.R.S. n 1196 del 20/12/07 (*) 0 N 4 siti su richiesta di AA.GG. o Enti Pubblici Località Gestore Impianto Tipo di Impianto (peric., non peric. e inerti) Autorizzazioni presenti CONTROLLI EFFETTUATI [n] DOCUMENTALI E TECNICI Documentali e Gestionali Attività in corso CONTROLLI EFFETTUATI [n] (C= conformi - NC= Non conformi) Tecnici Attività in corso Suolo, fanghi e rifiuti ANALITICI Matrici investigate Acqua e percolato Aria Agenti fisici ESITO DEL CONTROLLO Sanzioni Segnalazione all'a.g. TOTALE TOTALE Note: (*) - Controllo avviato nel 2011, che sarà completato nel LEGENDA CONTROLLI TIPO DI IMPIANTO O CONTROLLO Impianti IPPC Impianti NON IPPC Richiesta delle AA. GG. ed altri Enti N

236 RISCHIO ANTROPOGENICO Conformi e Non Conformi per tipologia di matrice/controllo nella Provincia di Caltanissetta Non conformi Conformi Suolo, fanghi e rifiuti Acqua e percolato Aria Agenti fisici Doc. e Gest. Tecnici 8

237 RISCHIO ANTROPOGENICO Sintesi Controlli 2011 SINTESI CONTROLLI RIFIUTI 2011 Provincia: CATANIA Comune Località Gestore Impianto Tipo di Impianto (peric., non peric. e inerti) Autorizzazioni prsenti CONTROLLI EFFETTUATI [n] DOCUMENTALI E TECNICI Documentali e Gestionali Tecnici CONTROLLI EFFETTUATI [n] (C= conformi - NC= Non conformi) Suolo, fanghi e rifiuti ANALITICI Matrici investigate Acqua e percolato Aria Agenti fisici Sanzioni ESITO DEL CONTROLLO Segnalazione all'a.g. Note Catania Grotte S. Giorgio Sicula Trasporti S.r.l. Discarica rifiuti speciali non pericolosi (ex RSU) Catania Grotte S. Giorgio Sicula Trasporti S.r.l. Discarica rifiuti speciali non pericolosi Catania Grotte S. Giorgio Servizi Industriali S.r.l. Motta S. Anastasia Discarica rifiuti speciali non pericolosi - Monomateriale "car fluff" C.da Tiritì Oikos S.p.A. Discarica rifiuti speciali non pericolosi (ex RSU) AIA D.R.S. 662/2008 AIA D.R.S /09 C NC C NC C NC C NC C NC C NC AIA D.R.S. 10/ AIA D.R.S. 562/ Le non conformità riguardano le acque sotterranee per le quali è già stata avviata la procedura amm.va dei siti potenzialmenti contaminati Le non conformità riguardano le acque sotterranee per le quali è già stata avviata la procedura amm.va dei siti potenzialmenti contaminati Le non conformità riguardano le acque sotterranee per le quali è già stata avviata la procedura amm.va dei siti potenzialmenti contaminati Le non conformità riguardano la regimazione delle acque meteoriche, sottoposta ad interventi migliorativi nel corso del secondo semestre 2011 Catania Grotte S. Giorgio Sicula Trasporti S.r.l. Discarica rifiuti industriali non pericolosi AIA D.R.S. 76/ Impianto ancora in fase di realizzazione AIA D.R.S. Catania Codavolpe Sicula Trasporti S.r.l. Impianto di trattamento e gassificazione RSU 248/2009 Motta S. AIA D.R.S. C.da Tiritì Oikos S.p.A. Impianto di pretrattamento / selezione rifiuti NP Anastasia 661/2008 AIA D.R.S. Catania Codavolpe Sicula Trasporti S.r.l. Impianto di biostabilizzazione frazione umida 1004/2009 Impianto di smaltimento rifiuti speciali liquidi P e AIA D.R.S. Catania Loc. Acquicella WISCO S.p.A. NP 1026/2010 Misterbianco C.da Lineri 1 1 Belpasso C.da Guardia Ascino attività riguardanti ante operam e collaudo impianto 1 1 attività riguardanti ante operam impianto Allevamenti Belpassesi S.r.l. Allevamento / macellazione suini Paternò C.da Petulenti Biochemical Agro Produzione fertilizzanti Catania Z.I. - Stradale Agnelli S.C. Recycling S.r.l. Compostaggio Belpasso Z.I. Piano Tavola Ekop S. coop. a r.l. Incenerimento rifiuti speciali P e NP Catania Via G. Leopardi Laboratorio analisi veterinarie Grammichele C.da Palazzotto COIS S.n.c. Mirabella Imbaccari C.da Mulinello Comune di Mirabella Imbaccari Progetto recupero ambientale art. 5 D.M. 05/02/98 Impianto di depurazione acque reflue del Comune di Mirabella Imbaccari Catania Z. I. Remedia S.r.l. Impianto di trattamento rifiuti liquidi (percolato) Adrano c.da Serra ACOSET S.p.A. Impianto di depurazione acque reflue del Comune di Adrano N. 281 Registro Provinciale procedura semplificata art. 216 D.Lgs 152/06 D.D.G. 705/ 2011 ex art. 208 D.Lgs 152/06 D.R.S. 249/2009 ex art. 208 D.Lgs 152/ esposto discarica non autorizzata - accertamenti in itinere Accertamento su richiesta Provincia Regionale -Esercizio impianto con caratteristiche IPPC in assenza della relativa autorizzazione Accertamento a supporto Provincia Regionale - delega indagini A.G. accertamento a supporto del Comando Carabinieri NOE di Catania - Comunicazione A.G. e sequestro impianto Accertamento su richiesta Ass.to Energia - Verifica conformità impianto al Decreto di autorizzazione Accertamento su esposto inoltro esito accertamenti A.G. in itinere Catania Z. I. SIDRA S.p.A. Impianto di depurazione consortile ASI di Catania Motta S. Anastasia C.da Ardizzone Comune di Motta S. Anastasia Bronte C.da Sciarotta Comune di Bronte Riposto Porto di Riposto Impresa Consorzio Stabile Infrastrutture di Vicenza Impianto di depurazione acque reflue del Comune di Motta S. Anastasia Impianto di depurazione acque reflue del Comune di Bronte Lavori edili e di manutenzione diga foranea 1 1 Accertamento a supporto Provincia Regionale - Trasmissione esito in itinere Accertamento eseguito d'ufficio, sulla scorta dell'esito controlli del depuratore Accertammento a supporto Provincia Regionale - delega indagini A.G. Accertamento eseguito d'ufficio, sulla scorta dell'esito controlli del depuratore Accertamento eseguito d'ufficio, sulla scorta dell'esito controlli del depuratore Accertamento eseguito d'ufficio, sulla scorta dell'esito controlli del depuratore Accertamento eseguito d'ufficio, sulla scorta dell'esito controlli del depuratore Accertamento su pregressa segnalazione NOE di Catania - richiesta ARTA 9

238 RISCHIO ANTROPOGENICO Ramacca C.da Cuticchi Ofelia Ambiente S.r.l. Impianto di compostaggio D.D.G. 1074/2010; D.D.G. 615/2011 ex art. 208 D.Lgs 152/ Caltagirone C.da Balchino Ortogel S.p.A. Industria trasformazione derivati agrumari Maletto C.da Roccaro Comune di Maletto Catania Z.I. III Strada Restart S.r.l. Impianto di depurazione acque reflue del Comune di Bronte Impianto di trattamento / recupero rifiuti speciali NP Belpasso C.da Perniciaro B.I.T. Service S.n.c. Trasporto e recupero rifiuti speciali NP N. 205/2005 Registro Provinciale procedura semplificata art. 216 D.Lgs 152/ Accertamento su richiesta Ass.to Energia - Verifica preliminare conformità impianto al Decreto di autorizzazione - verifica in itinere Accertamento su delega A.G. - Trasmissione esiti in itinere Accertamento eseguito d'ufficio, sulla scorta dell'esito controlli del depuratore accertamento a supporto del Comando Carabinieri NOE di Catania - Impianto sequestrato Accertamento a supporto Provincia Regionale - delega indagini A.G. - Accertamenti in itinere Catania Mascalucia Z.I. Via F- Gorgone, 71 Loc. Massannubziata Sicula Trasporti S.r.l. Randazzo C.da Ciarambella Comune di Randazzo Maniace C.da Boschetto Vaccheria Trasporto e recupero rifiuti speciali NP N. 80/R/2004 Registro Provinciale procedura semplificata art. 216 D.Lgs 152/ MOSEMA S.p.A. Centro Comunale di Raccolta rifiuti Comune di Maniace Calatabiano C.da Imperio Comune di Calatabiano Impianto di depurazione acque reflue del Comune di Randazzo Impianto di depurazione acque reflue del Comune di Maniace Impianto di depurazione acque reflue del Comune di Maniace Catania C.da Malaventano Liuzzo Scorpo Azienda zootecnica Catania Via Palermo Istituto scolastico Abbandono rifiuti 1 1 Gravina di Catania Via Coviello s.n. Abbandono rifiuti 2 2 Catania RNO - Oasi del Simeto Abbandono rifiuti 1 1 Caltagirone De Francisci Vincenzo Gestione rifiuti non autorizzata inoltro esito accertamenti A.G. in itinere TOTALE TOTALE Ispezione preliminari per la redazione del Piano di Monitoraggio e controllo (prescrizione procedura di verifica assoggettabilita a VIA) accertamento a supporto del Comando Carabinieri NOE di Catania - Impianto sequestrato Accertamento eseguito d'ufficio, sulla scorta dell'esito controlli del depuratore - Trasmissione esiti in itinere Accertamento eseguito d'ufficio, sulla scorta dell'esito controlli del depuratore Accertamento eseguito d'ufficio, sulla scorta dell'esito controlli del depuratore - Accertamentii in itinere accertamento a supporto del Comando Carabinieri NOE di Catania - Impianto sequestrato Accertamento a supporto della Polizia Municipale di Catania - Delega A.G. Accertamento a supporto della Polizia Municipale di Gravina di Catania - Delega A.G - Accertamenti in itinere. Accertamento su richiesta ARTA - A supporto Provincia Regionale Accertamento a supporto dei Carabinieri di Palagonia - Delega A.G. LEGENDA CONTROLLI TIPO DI IMPIANTO O CONTROLLO Impianti IPPC Impianti NON IPPC Richiesta delle AA. GG. ed altri Enti N

239 RISCHIO ANTROPOGENICO Conformi e Non conformi per tipologia di matrice/controllo nella Provincia di Catania Non conformi Conformi Suolo, fanghi e rifiuti Acqua e percolato Aria Agenti fisici Doc. e Gest. Tecnici 11

240 RISCHIO ANTROPOGENICO SINTESI Sintesi CONTROLLI Controlli RIFIUTI Provincia: ENNA Comune Località Gestore Impianto Tipo di Impianto (peric., non peric. e inerti) Autorizzazioni prsenti CONTROLLI EFFETTUATI [n] DOCUMENTALI E TECNICI Documentali e Gestionali CONTROLLI EFFETTUATI [n] (C= conformi - NC= Non conformi) Tecnici Suolo, fanghi e rifiuti Acqua e percolato ANALITICI Matrici investigate Aria Agenti fisici Sanzioni Segnalazione all'a.g. ESITO DEL CONTROLLO Segnalazione all'autorità Competente C NC C NC C NC C NC C NC C NC Enna C/da Cozzo Vuturo SiciliaAmbiente S.P.A. Discarica RR.NN.PP. A.I.A Sperlinga C/da Balmazzi Comune di Sperlinga Discarica dismessa RR.NN.PP. ord ex art. 12 D.P.R. 915/ Provincia, Prefettura.(Progetto di MISE in attesa di finanziamento - rif. Conferenza dei servizi del 27/07/2009). Enna C/da Cozzo Vuturo Comune di Enna Discarica dismessa RR.NN.PP. ord ex art. 12 D.P.R. 915/82 (Vasca A) Nissoria C/da Costa di Sano Galati Comune di Nissoria Discarica dismessa RR.NN.PP. Ord. Pref. sino al 31/03/ Provincia - Servizio Tutela del Territorio, Prefettura 40 Centuripe C/da Monte Serra ex art. 191 D.Lgs. 151/06 giusta ord. Campana M. Policara Comune di Centuripe Discarica dismessa RR.NN.PP. Presidente Prov. Del 30/05/ Agira C/da Scardilli ATO Enna Euno S.P.A. Discarica dismessa RR.NN.PP. aut. Pref. del 30/01/ Assoro C/da Spiga Fontana Comune di Assoro Discarica dismessa RR.NN.PP. ord ex art. 12 D.P.R. 915/ Barrafranca C/da Tardara non identificato Centuripe C/da Geofila Ditta Crimi Antonino Enna C/da Jacopo Ditta Menzo Catenanuova C/da San Piero non identificato Leonforte Enna Comune di Pietraperzia Enna Enna SS 121, pressi Km. 91,700 Via Diodoro Siculo (Pergusa) non identificato Discarica abusiva RR.NN.PP. e nessuna pericolosi (cemento amianto) 1 Discarica abusiva RR.NN.PP. e nessuna pericolosi (cemento amianto) Discarica abusiva RR.NN.PP. e nessuna pericolosi (cemento amianto) Discarica abusiva RR.NN.PP. e nessuna pericolosi (cemento amianto) Discarica abusiva RR.NN.PP. e nessuna pericolosi (cemento amianto) 1 1 Ditta Messina Paolo Discarica abusiva RR.NN.PP. nessuna C/da Favara non identificato Discarica abusiva RR.NN.PP. nessuna 1 1 C/da Scifitello C/O Polizia Stradale di Enna Assessorato alla Presidenza Discarica abusiva RR.NN.PP. e (Regione Sicilia, Comune di pericolosi (cemento amianto) Enna) Caratterizzazione RR.NN.PP. e Ditta Strazzanti Pericolosi (cemento amianto) su Camion nessuna 1 1 Via Cap. Emma Caratterizzazione RR.NN.PP. e Concessione edilizia Comune di Enna Ditta Bizzini 1 1 Marcello n.8 Pericolosi (cemento amianto) Enna Enna Dittaino SiciliaAmbiente S.P.A. Impianto di compostaggio Provincia, Prefettura. (Progetto di Messa in Sicurezza d Emergenza trasmesso con nota n del 21/05/2010, approvato in sede di conferenza dei servizi ed in fase di finanziamento) Provincia, Prefettura, Protezione Civile. (riscontro nota n.2774 del 19/11/2011 della Protezione Civile) Polizia Municipale, Provincia, Prefettura. (riscontro nota del 06/04/2011 del Corpo di Polizia Municipale) nessuna Richiesta intervento da parte della Polizia stradale TOTALE TOTALE Polizia Municipale,Provincia, Prefettura (riscontro segnalazione della Polizia Municipale) LEGENDA CONTROLLI TIPO DI IMPIANTO O CONTROLLO Impianti IPPC Impianti NON IPPC Richiesta delle AA. GG. ed altri Enti N

241 RISCHIO ANTROPOGENICO Conformi e Non conformi per tipologia di matrice/controllo nella Provincia di Enna Non conformi Conformi Suolo, fanghi e rifiuti Acqua e percolato Aria Agenti fisici Doc. e Gest. Tecnici 13

242 RISCHIO ANTROPOGENICO SINTESI Sintesi Controlli CONTROLLI 2011 RIFIUTI 2011 Provincia: MESSINA Comune Mazzarrà S.Andrea Messina Mazzarrà S.Andrea C/da Zuppà Pace Zuppà Località Gestore Impianto Tirrenoambiente S.p.A. Messinambiente S.p.A. Tirrenoambiente S.p.A. Tripi Formaggiara Tirrenoambiente S.p.A. Tipo di Impianto (peric., non peric. e inerti) Rifiuti non pericolosi Inceneritore rifiuti non pericolosi Merì S.Giuseppe Comune di Merì Ex Discarica RSU Autorizzazioni prsenti AIA D.R.S. 393 del 22/05/2009 AIA D.R.S. 447 del prescrizione punto 45 C NC C NC C NC C NC C NC C NC Ex Discarica RSU gestione post operativa Ex Discarica RSU gestione post operativa Piano di caratterizzazione per ripristino ambientale CONTROLLI EFFETTUATI [n] DOCUMENTALI E TECNICI Documentali e Gestionali Tecnici CONTROLLI EFFETTUATI [n] (C= conformi - NC= Non conformi) Suolo, fanghi e rifiuti ANALITICI Matrici investigate Acqua e percolato Aria Agenti fisici Sanzioni ESITO DEL CONTROLLO Segnalazione all'a.g. Nizza di Sicilia Ciaddo Comune di Nizza Ex Discarica RSU Piano di caratterizzazione per ripristino ambientale TOTALE TOTALE LEGENDA CONTROLLI TIPO DI IMPIANTO O CONTROLLO Impianti IPPC Impianti NON IPPC Richiesta delle AA. GG. ed altri Enti N

243 RISCHIO ANTROPOGENICO Conformi e Non conformi per tipologia di matrice/controllo nella Provincia di Messina Non conformi Conformi 5 0 Suolo, fanghi e rifiuti Acqua e percolato Aria Agenti fisici Doc. e Gest. Tecnici 15

244 RISCHIO ANTROPOGENICO SINTESI Sintesi CONTROLLI Controlli 2011 RIFIUTI 2011 Provincia: RAGUSA RAGUSA VITTORIA SCICLI RAGUSA RAGUSA Agenzia Dogane Pozzallo C/DA CAVA DEI MODICANI Ato Ragusa Ambiente SpA Ato Ragusa C/da Pozzo Bollente Ambiente SpA C/da San Biagio Ato Ragusa Ambiente SpA C/DA Buttino Ditta Medi Costruzioni C/da Mugno Ditta Fratelli Ancione Pozzallo Ditta Chiaramonte C/da Cava Coniglio SOIF SRL Comiso C/da Mastrella Autotrasporti SRL Unipersonale C NC C NC C NC C NC C NC C NC Discarica RSU AIA N. 203 del 22/4/ Discarica RSU AIA N. 234 del 24/3/ Discarica RSU Non attiva Discarica Inerti Decreto n. 208/SRB 24/06/ impianto dismesso materiali bituminosi Container rifiuti demolizioni autoveicoli rifiuti speciali non pericolosi Provincia Ragusa 32/ gestione illecita Vittoria C/da Pezza di Pupo abbandono rifiuti RAGUSA C/da Trecasuzze abbandono rifiuti Ispica Comune Località Portulisse Pozzallo C/da Fargione EKSO Gestore Impianto (Capitaneria Porto Pozzallo) Tipo di Impianto (peric., non peric. e inerti) distruzione imbarcazioni clandestine impianto di recupero non pericolosi Autorizzazioni prsenti TOTALE CONTROLLI EFFETTUATI [n] DOCUMENTALI E TECNICI Documentali e Gestionali Tecnici CONTROLLI EFFETTUATI [n] (C= conformi - NC= Non conformi) Suolo, fanghi e rifiuti ANALITICI Matrici investigate Acqua e percolato TOTALE Aria Agenti fisici ESITO DEL CONTROLLO Sanzioni Segnalazione all'a.g. LEGENDA CONTROLLI TIPO DI IMPIANTO O CONTROLLO Impianti IPPC Impianti NON IPPC Richiesta delle AA. GG. ed altri Enti N

245 RISCHIO ANTROPOGENICO Conformi e Non conformi per tipologia di matrice/controllo nella Provincia di Ragusa Non conformi Conformi Suolo, fanghi e rifiuti Acqua e percolato Aria Agenti fisici Doc. e Gest. Tecnici 17

246 RISCHIO ANTROPOGENICO SINTESI Sintesi CONTROLLI Controlli 2011 RIFIUTI 2011 Provincia: SIRACUSA Comune Rosolini / Noto C.da Costa dei Grani Comune Discarica RSU Disc. Chiusa in attesa di MISE C NC C NC C NC C NC C NC C NC Priolo Piano S. Francesco 4 4 Noto C.da Misilini 3 3 Priolo Buzzi UNICEM Cementificio 1 1 Priolo - Melilli Isab imp. Nord Raffineria 1 1 Siracusa Targia Rotocalco Impianto per stampa Mediterranea contenitori 1 1 Priolo - Melilli Isab imp. Sud Raffineria 1 1 Siracusa Località Porto Piccolo area Calafatari Gestore Impianto Tipo di Impianto (peric., non peric. e inerti) 1 1 Consorzio Prosat 1 1 Augusta Maxcom petroli Deposito carburanti 1 1 Siracusa Porto Grande Autorizzazioni prsenti CONTROLLI EFFETTUATI [n] DOCUMENTALI E TECNICI Documentali e Gestionali Tecnici CONTROLLI EFFETTUATI [n] (C= conformi - NC= Non conformi) controllo effettuato su richiesta AG per tracimazione percolato rinvenimento rifiuti - sopralluogo su richiesta Prov. Reg. controllo effettuato su richiesta AG per tracimazione percolato verifica rimozione e smaltimento rifiuti x comm. Bon. campionamento richiesto da CP Siracusa Augusta C.da Mortilletto Buonafede srl Rottamazione autoveicoli 1 1 sopralluogo x esposto residenti Augusta Esso Italiana srl Raffineria 1 1 ispezione per Augusta Esso Italiana srl Raffineria 1 1 dissequestro e sequestro big bags con catalizzatore. Sortino Costa Imprimo SAI 8 Depuratore 1 1 verifica gestione fanghi Noto Passo Abate Comune Depuratore 1 1 verifica gestione fanghi Augusta Z.A, san Cusumano CEMIND srl Recupero inerti 1 1 ispezione su richiesta A.G. Priolo G. C.da Mostringiano CON PRI Recupero inerti 1 1 ispezione su richiesta A.G. Priolo G. C.da Mostringiano SICS Recupero inerti 1 1 ispezione su richiesta A.G. Noto C.da Calabernardo Comune Depuratore 1 1 verifica gestione fanghi Francofonte Cancascì Impianto Rottamazione 1 1 su richiesta ARTA per rinnovo aut. Buccheri SAI 8 Depuratore 1 1 verifica gestione fanghi Ferla Comune Depuratore 1 1 verifica gestione fanghi Suolo, fanghi e rifiuti ANALITICI Matrici investigate Acqua e percolato Aria Agenti fisici ESITO DEL CONTROLLO Sanzioni Segnalazione all'a.g. Note 18

247 RISCHIO ANTROPOGENICO Priolo G. C.da Mostringiano LISA Priolo Recupero inerti 1 1 Cogenerazione con Melilli Isab Energy 1 1 produzione Elettricità Priolo G. Priolo Servizi Società di gestione 1 1 Lentini Albert Europa Recupero RAEE 1 1 Melilli Cisma Ambiente Augusta Coste di Gigia Green Ambiente D1, D9, D15, R13, R4, R5, miscelazione D1, D14, D15, R3 Portopalo 2 2 Augusta Porto comm. Imbarco fanghi IAS 1 1 Lentini Sicula Trasporti D1 1 1 TOTALE TOTALE verifica gestione rifiuti su richiesta Provincia verifica produzione rifiuti a seguito d'incidente verifica gestione rifiuti su richiesta Provincia verifica AIA regionale con richiesta di chiarimenti. Richiesta C.P. x demolizione imb.clandestine Richiesta C.P. Augusta per parere modalità di trasporto e imbarco ispezione per verifica su modalità costruttive nuovo bacino LEGENDA CONTROLLI TIPO DI IMPIANTO O CONTROLLO Impianti IPPC Impianti NON IPPC Richiesta delle AA. GG. ed altri Enti N

248 RISCHIO ANTROPOGENICO Conformi e Non conformi per tipologia di matrice/controllo nella Provincia di Siracusa Non conformi Conformi 5 0 Suolo, fanghi e rifiuti Acqua e percolato Aria Agenti fisici Doc. e Gest. Tecnici 20

249 RISCHIO ANTROPOGENICO Sintesi Controlli 2011 SINTESI CONTROLLI RIFIUTI 2011 Provincia: TRAPANI Comune Località Gestore Impianto Tipo di Impianto (peric., non peric. e inerti) Autorizzazioni prsenti CONTROLLI EFFETTUATI [n] DOCUMENTALI E TECNICI Documentali e Gestionali Tecnici CONTROLLI EFFETTUATI [n] (C= conformi - NC= Non conformi) Suolo, fanghi e rifiuti Acqua e percolato ANALITICI Matrici investigate Aria Agenti fisici ESITO DEL CONTROLLO Sanzioni Segnalazione all'a.g. Note C NC C NC C NC C NC C NC C NC CUSTONACI DITTA ECORIPRISTINI NON PERIC. (non IPPC) SI 1 1 Su richiesta dell'a.g. - valutazione di conformità rimandata alla competenza della Provincia di Trapani ALCAMO C\DA CITROLO DITTA D'ANGELO VINCENZO NON PERIC. (non IPPC) ALCAMO DITTA SIRTEC NON PERIC. (non IPPC) MAZARA DE VALLO DITTA DI GREGORIO VINCENZO 4 4 Su richiesta dell'a.g. MARSALA DITTA SICILFERT MARSALA DEMOLFER 2 2 Su richiesta dell'a.g. TRAPANI CAMPOBELLO DI MAZARA C\DA BORRANEA C\DA MISIDDI - CAMPANA DISCARICA NON PERIC. (IPPC) DISCARICA NON PERIC. (IPPC) SI 3 3 SI 2 2 CASTELVETRANO DI MAIO F.SCO NON PERIC. 1 1 Su richiesta dell'a.g. TOTALE TOTALE LEGENDA CONTROLLI TIPO DI IMPIANTO O CONTROLLO Impianti IPPC Impianti NON IPPC Richiesta delle AA. GG. ed altri Enti N

250 RISCHIO ANTROPOGENICO Conformi e Non Conformi per tipologia di matrice/controllo nella Provincia di Trapani Non conformi Conformi Suolo, fanghi e rifiuti Acqua e percolato Aria Agenti fisici Doc. e Gest. Tecnici

251 RISCHIO ANTROPOGENICO Controlli effettuati Conformi / Non conformi Non conformi Conformi 50 0 AG CL CT EN ME PA RG SR TP 7.23

252 RISCHIO ANTROPOGENICO Conformi e Non conformi per tipologia di matrice/controllo - Base regionale Non conformi Conformi Suolo, fanghi e rifiuti Acqua e percolato Aria Agenti fisici Doc. e Gest. Tecnici Controlli effettuati per tipo di impianto o di richiesta A.G. e ALTRI 23% IPPC 61% NON IPPC 16% 7.24

253 RISCHIO ANTROPOGENICO Nell ambito del controllo degli impianti industriali, si evidenzia l analisi della tematica Stabilimenti a rischio di incidente rilevante, che parte dall assunto introdotto dalla normativa recente, che la detenzione o l utilizzo di sostanze pericolose, oltre determinate soglie, genera un rischio potenziale di accadimento di eventi incidentali di elevata pericolosità. Il verificarsi di ulteriori gravi incidenti con perdite umane ingenti e pesanti conseguenze ambientali ha indotto la Comunità Europea ad intervenire sulla materia, mediante l emanazione della direttiva 2003/105/CE del 16 dicembre 2003 che ha modificato parzialmente la precedente e che è stata recepita in Italia con il D.Lgs. n. 238 del 21/09/2005. A partire dal 2004 l Agenzia Regionale per la Protezione dell Ambiente della Sicilia, utilizzando i parametri di riferimento previsti dal D.Lgs. n.334/99 e quelli risultanti dalla lettura del testo coordinato con le modifiche di cui al D.Lgs. 21 settembre 2005, n. 238 ha provveduto a redigere una mappatura del rischio industriale sul territorio regionale. Nel 2010 gli stabilimenti a rischio di incidente rilevante censiti in Sicilia sono risultati 70 di cui 41 pari al 58,57%, devono adempiere all obbligo di notifica (art.6 del D.Lgs.n.334/99 e s.m.i.: stabilimenti in cui vengono detenute quantità di sostanze inferiori alle soglie di cui all All. 1 parti 1 e 2 colonna 3, e superiori alle soglie di cui all All. 1 parti 1 e 2 colonna 2 del D.Lgs. n.334/1999) i restanti 29 stabilimenti, pari al 41,43%, devono predisporre, oltre alla notifica, il rapporto di sicurezza (art.8 del D.Lgs. n.334/99 e s.m.i.: stabilimenti in cui vengono detenute quantità di sostanze in misura superiore alle soglie di cui all All. 1 parti 1 e 2 colonna 3, e superiori alle soglie di cui all All. 1 parti 1 e 2 colonna 2 del D.Lgs. n.334/1999) Confrontando il dato 2010 (70 stabilimenti) con quello riferito al 2009 (68 stabilimenti) si evidenzia complessivamente, dal punto di vista numerico, un aumento del numero degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante in Sicilia situati principalmente nelle province di Siracusa, Catania, Ragusa e Palermo. In questa edizione dell annuario non è stato possibile aggiornare il dato rispetto l edizione 2010 tenuto conto che il difetto di personale della struttura ST1.3 di Arpa Sicilia non consente lo sviluppo di alcune attività. Nel 2011 il Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ha disposto n 13 ispezioni SGS, di cui sei su aziende in Art. 8 e sette su aziende in Art. 6. Per quanto riguarda l altro indicatore utilizzato nel presente rapporto, nel 2011 sono stati registrati, dalla Direzione Regionale per la Sicilia del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, 6 incidenti rilevanti Si rileva che tali eventi sono concentrati nei grandi stabilimenti industriali, coincidenti con i principali poli produttivi dell isola, e in particolar modo nelle aree ad elevato rischio di crisi ambientale di Siracusa. Per quanto riguarda la tipologia degli eventi incidentali registrati, si evidenziano principalmente esplosioni e conseguenti rilasci (2 incidenti) e incendi (4 incidenti). Questo capitolo inoltre analizza il numero di imprese che aderiscono alle certificazioni ambientali (EMAS, UNI EN ISO 14001, Ecolabel) che rappresentano il livello di attenzione che le organizzazioni/imprese hanno verso le problematiche ambientali. Esaminando la situazione in ambito nazionale, risulta che la regione Sicilia, con 31 siti produttivi registrati EMAS, si colloca per l anno 2011, tra tutte le regioni italiane, al quattordicesimo posto. Si evidenzia comunque come il trend, nell ultimo anno è in diminuzione. Per quanto riguarda il numero di certificati UNI EN ISO si registra una lieve battuta d arresto nel 2011in Sicilia. Nell ultimo anno il numero di certificazioni è calato da 966 a 942. Dal punto di vista della distribuzione in ambito regionale, le province con il numero maggiore di siti certificati sono ancora Palermo (212), Catania (140) e Siracusa (131), mentre al quarto posto si attesta Agrigento, che in controtendenza ha aumentato il numero di certificazioni da 76 a 98, come Siracusa che è passata da n. 104 a n. 131 certificazioni, mentre Trapani ha avuto un tracollo da n. 120 a n. 91 siti certificati. 7.25

254 RISCHIO ANTROPOGENICO Utilizzando come riferimento i settori merceologici di cui alla classificazione EA, si evidenzia che il settore nel quale è presente il maggior numero di certificazioni è quello del Commercio all ingrosso, al dettaglio e intermediari del commercio mente quello della Fabbricazione di coke e di prodotti petroliferi raffinati passa al secondo posto e al terzo Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco. Inoltre si distinguono il settore dei Servizi professionali d impresa, Servizi pubblici e le Imprese di costruzione, installatori di impianti e servizi. Un ottima ascesa ha avuto anche il settore del Recupero, riciclo con ben 37 siti certificati in 8 città siciliane. Al 31/12/2011 risultano rilasciate, in Italia, licenze Ecolabel riferite a beni di consumo per n. 17 gruppi di prodotto, con un grossissimo incremento rispetto al 2010 di ben nuove licenze. In Sicilia le strutture ricettive certificate Ecolabel nell anno 2011 sono aumentate da 18 a 23, in controtendenza con i dati nazionali. 7.26

255 RISCHIO ANTROPOGENICO INDICATORE VERIFICHE ISPETTIVE SCOPO Tra le diverse misure di vigilanza e controllo contemplate dal D.Lgs. n.334/99 (art.18, comma 1: vigilanza e controllo; art.21: sopralluoghi ed ispezioni durante l istruttoria; art.24, comma 3: sopralluoghi post incidente; art.25, comma 6: ispezioni ministeriali) assumono particolare rilievo le verifiche ispettive sui Sistemi di Gestione della Sicurezza (SGS), condotte ai sensi dell art.25 dello stesso decreto. Tali ispezioni sono finalizzate all accertamento dell adeguatezza della politica di prevenzione degli incidenti rilevanti posta in atto dal gestore e dei relativi sistemi di gestione della sicurezza, nella considerazione che la presenza di un SGS ben strutturato e correttamente applicato concorre alla riduzione della probabilità di accadimento degli incidenti rilevanti. Le verifiche ispettive, in Sicilia, sono state effettuate limitatamente agli stabilimenti di cui all art. 8 del D.Lgs. n. 334/99. Per le verifiche ispettive sugli stabilimenti in art. 6, di competenza dell Amministrazione Regionale Siciliana, si è ancora in attesa di apposito disposto normativo. Nel 2011 il Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ha disposto ai sensi dell art.25 comma 6 del DLGS 334/99 e s.mi, n. 7 visite ispettive SGS su impianti presenti nel territorio della Regione Siciliana (fabbriche e depositi di fuochi artificiali ed esplosivi) che ricadono nell ambito dell art.6 del DLgs 334/99. DESCRIZIONE Nella Regione Siciliana, le verifiche ispettive per gli stabilimenti a rischio di incidente rilevante soggetti agli adempimenti di cui all art. 8 sono disposte annualmente, ai sensi del D.M. 5 novembre 1997, dal Ministero dell Ambiente, avvalendosi di Commissioni Ispettive miste (MATT- ISPRA/ARPA/APPA, C.N.VV.F. e ISPESL) appositamente istituite per ciascuno stabilimento. Ricorrendo ai dati forniti dal Ministero dell Ambiente è stato possibile individuare il numero di verifiche ispettive effettuate corso del UNITÀ di MISURA Numero (n) FONTE dei DATI Elaborazioni ARPA Sicilia su dati forniti dal Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio (2011). NOTE TABELLE e FIGURE La tabella 7.1 riporta il numero di verifiche ispettive ex art.25 del D.Lgs. n.334/99 condotte in Sicilia nel corso del 2011, individuando la tipologia e l ubicazione sul territorio regionale degli stessi stabilimenti produttivi nei quali si sono svolte le attività di verifica. STATO e TREND Nel corso del 2011, sono state condotte n 13 ispezioni SGS, di cui sei su aziende in Art. 8 e sette su aziende in Art

256 RISCHIO ANTROPOGENICO Tabella 7.1: Numero di verifiche ispettive per tipologia e ubicazione degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante soggetti agli adempimenti di cui all art. 8 (sottolineati) e all art. 6 del DLGS 334/99 e smi, esistenti in Sicilia (2011) N Tipologia stabilimenti Provincia Comune di ubicazione 1 Deposito fuochi pirotecnici Palermo S. Cristina Gela 2 Deposito esplosivi Siracusa Augusta 3 Deposito esplosivi Ragusa Modica 4 Deposito e fabbrica fuochi pirotecnici Palermo Ventimiglia di Sicilia 5 Deposito di GPL Siracusa Augusta 6 Raffineria Messina Milazzo 7 Deposito e fabbrica fuochi pirotecnici Messina Barcellona P.G. 8 Deposito esplosivi Trapani Valderice 9 Deposito esplosivi Palermo Misilmeri 10 Deposito esplosivi Agrigento Sambuca di Sicilia 11 Impianto produzione energia Siracusa Priolo Gargallo 12 Deposito di GPL Enna Assoro 13 Deposito di GPL Catania Misterbianco Fonte: Elaborazioni ARPA Sicilia su dati MATTM (2010) Figura 7.1: Numero di Visite Ispettive completate in Sicilia dal 2003 al Ispezioni SGS Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati forniti dal Ministero dell Ambiente (2011) 7.28

257 RISCHIO ANTROPOGENICO INDICATORE INCIDENTI RILEVANTI NELL INDUSTRIA SCOPO L indicatore presentato è relativo al dato riferito agli eventi incidentali verificatisi nelle industrie a rischio, al fine di ampliare il quadro conoscitivo propedeutico all adozione di politiche di prevenzione. DESCRIZIONE Secondo quanto definito all art.3, comma 1, lett. f, del D.Lgs. n. 334/99 nel Testo coordinato ed aggiornato con il D.Lgs. 21 settembre 2005, n. 238 si intende per incidente rilevante un evento quale un'emissione, un incendio o un'esplosione di grande entità, dovuto a sviluppi incontrollati che si verificano durante l'attività di uno stabilimento di cui all articolo 2, comma 1, e che dia luogo ad un pericolo grave, immediato o differito, per la salute umana o per l'ambiente, all'interno o all'esterno dello stabilimento, e in cui intervengano una o più sostanze pericolose. In altre parole, le attività industriali che prevedono l utilizzo di sostanze pericolose possono generare eventi incidentali, quali i rilasci di energia e di materia (incidenti ed esplosioni) o rilasci tossici (emissioni di gas, vapori e fumi) tali da provocare danni all ambiente circostante, sia interno che esterno allo stabilimento, e alla salute umana. A tal fine sono stati utilizzati i dati forniti dalla Direzione Regionale per la Sicilia del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco riferiti all anno Da tali dati è stato possibile individuare: - il numero di incidenti rilevanti verificatisi nelle aziende a rischio di incidente rilevante; - la data dell evento incidentale; - il tipo di evento incidentale verificatosi; - la tipologia dell impianto; - lo stabilimento e la sua ubicazione; - le conseguenze. UNITÀ di MISURA Numero (n) FONTE dei DATI Elaborazioni ARPA Sicilia su dati forniti dalla Direzione Regionale per la Sicilia del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco (2011). NOTE TABELLE e FIGURE La figura 7.2 rappresenta il numero di incidenti industriali verificatisi in Sicilia nel periodo compreso tra il 1999 e il STATO e TREND Dall esame della tabella 7.2 e della figura 7.2 risulta che il numero complessivo di incidenti industriali segnalati nel corso del 2011 è pari a 6. In riferimento agli incidenti registrati nel 2011, si rileva che tali eventi sono concentrati nei grandi stabilimenti industriali, coincidenti con i principali poli produttivi dell isola, e in particolar modo nelle aree ad elevato rischio di crisi ambientale di Siracusa. Per quanto riguarda la tipologia degli eventi incidentali registrati, si evidenziano principalmente esplosioni e conseguenti rilasci (2 incidenti) e incendi (4 incidenti). 7.29

258 RISCHIO ANTROPOGENICO Tabella 7.2: Numero e tipologia di incidenti industriali rilevanti per Comuni e per impianti coinvolti - Sicilia (2011) N Data Tipologia evento Tipologia impianto Stabilimento Ubicazione Stabilimento Conseguenze Incendio Raffineria Polimeri Europa S.S Litoranea Priolese Nessuna 2 07/05/2011 Principio di incendio Raffineria Polimeri Europa S.S Litoranea Priolese Nessuna 3 09/06/2011 Incendio- esplosione- rilascio Raffineria ISAB srl Impianti Nord S.S Litoranea Priolese N.3 feriti 4 12/06/2011 Esplosione - rilascio Raffineria ISAB Energy Services S.r.l. S.S Litoranea Priolese Nessuna 5 17/06/2011 Esplosione - rilascio Raffineria ISAB srl Impianti Sud S.S Litoranea Priolese Nessuna 6 20/12/2011 Incendio Raffineria ISAB srl Impianti Nord S.S Litoranea Priolese Nessuna Fonte: Elaborazioni ARPA Sicilia su dati Dipartimento dei Vigili del Fuoco, Direzione Regionale per la Sicilia (2011)

259 RISCHIO ANTROPOGENICO Figura 7.2: Numero di incidenti rilevanti nell industria in Sicilia dal 1999 al Incidenti Fonte: Elaborazioni ARPA Sicilia su dati Dipartimento dei Vigili del Fuoco, Direzione Regionale per la Sicilia (2011)

260 RISCHIO ANTROPOGENICO INDICATORE NUMERO DI REGISTRAZIONI EMAS SCOPO Fornire un quadro della sensibilità e dell attenzione che le organizzazioni e le imprese hanno verso le problematiche ambientali. Il regolamento EMAS, difatti, rappresenta uno strumento concreto di attuazione dei principi dello sviluppo sostenibile, di elevata credibilità e incentrato sulla volontà dell organizzazione di adottare un comportamento pro-attivo che vada al di là delle norme cogenti in materia ambientale. DESCRIZIONE L indicatore analizza l evoluzione delle registrazioni EMAS in Sicilia nel tempo, rappresentando un indice per la valutazione del livello di attenzione che le organizzazioni/imprese hanno verso le problematiche ambientali. Al riguardo è opportuno rilevare come l organizzazione, operante sia nel settore privato sia nel pubblico, mediante l acquisizione della registrazione EMAS, garantisce, oltre il rispetto degli obblighi di legge, che rimane un obbligo dovuto, il proprio impegno al miglioramento continuo delle proprie prestazioni ambientali e la trasparenza dei propri comportamenti nei confronti delle parti interessate. UNITÀ di MISURA Numero (n.) FONTE dei DATI ISPRA. - Arpa Sicilia NOTE TABELLE e FIGURE La figura 7.3 descrive la situazione esistente in ambito nazionale, individuando per ogni singola regione il numero di siti registrati EMAS nel corso dell ultimo quadriennio. La figura 7.4 riporta l andamento dei siti produttivi registrati EMAS, in Sicilia, dal 1997 (che corrisponde alla prima registrazione EMAS in Italia ottenuta dalla ST Microelectronics) al STATO e TREND Esaminando la situazione in ambito nazionale, risulta che la regione Sicilia, con 31 siti produttivi registrati EMAS, si colloca per l anno 2011, tra tutte le regioni italiane, al quattordicesimo posto. Si evidenzia comunque come il trend, nell ultimo anno è in diminuzione (fig. 7.3). 7.32

261 RISCHIO ANTROPOGENICO Figura 7.3: Evoluzione del numero di registrazioni EMAS per Regioni ( ) Emilia Romagna Toscana Trentino Alto Adige Lombardia Veneto Piemonte Puglia Campania Marche Lazio Abruzzo Friuli Venezia Giulia Umbria Sicilia Sardegna Liguria Calabria Basilicata Molise Valle d'aosta Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ISPRA (2012) Figura 7.4: Evoluzione nel tempo dei siti produttivi registrati EMAS in Sicilia ( ) Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati Arpa Sicilia (2011) 7.33

262 RISCHIO ANTROPOGENICO INDICATORE NUMERO DI CERTIFICATI UNI EN ISO SCOPO L indicatore proposto fornisce un quadro della diffusione delle certificazioni UNI EN ISO sul territorio regionale e di conseguenza della sensibilità delle organizzazioni, enti pubblici ed imprese private, nei confronti delle problematiche ambientali. DESCRIZIONE La diffusione dei certificati UNI EN ISO rappresenta un indicatore di risposta. Le organizzazioni, infatti, acquisendo da un organismo indipendente accreditato il certificato di conformità alla norma ISO manifestano la volontà e l impegno concreto di migliorare le proprie prestazioni ambientali mitigando l'impatto dei propri processi, prodotti e servizi sull ambiente. In altri termini, l indicatore proposto costituisce una risposta del mondo produttivo ai fattori di pressione. Si precisa che la rappresentazione che segue fa riferimento soltanto ad organizzazioni con sistema di gestione aziendale certificato da organismi accreditati ACCREDIA. UNITÀ di MISURA Numero (n.) FONTE dei DATI ACCREDIA NOTE TABELLE e FIGURE La tabella 7.3 riporta il numero di certificati ISO rilasciati dal 2009 al 2011, nelle nove province siciliane. Ogni anno è cumulativo a quelli precedenti. Le figure 7.5 danno una rappresentazione grafica del numero di certificati ISO rilasciati in Sicilia, suddivisi per provincia. STATO e TREND Analizzando la situazione in Sicilia risulta che il numero di organizzazioni certificate ISO ha avuto una lieve battuta d arresto. Nell ultimo anno il numero di certificazioni è calato da 966 a 942. Dal punto di vista della distribuzione in ambito regionale, le province con il numero maggiore di siti certificati sono ancora Palermo (212), Catania (140) e Siracusa (131), mentre al quarto posto si attesta Agrigento, che in controtendenza ha aumentato il numero di certificazioni da 76 a 98, come Siracusa che è passata da n. 104 a n. 131 certificazioni, mentre Trapani ha avuto un tracollo da n. 120 a n. 91 siti certificati. Utilizzando come riferimento i settori merceologici di cui alla classificazione EA, si evidenzia che il settore nel quale è presente il maggior numero di certificazioni è quello del Commercio all ingrosso, al dettaglio e intermediari del commercio mente quello della Fabbricazione di coke e di prodotti petroliferi raffinati passa al secondo posto e al terzo Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco. Inoltre si distinguono il settore dei Servizi professionali d impresa, Servizi pubblici e le Imprese di costruzione, installatori di impianti e servizi. Un ottima ascesa ha avuto anche il settore del Recupero, riciclo con ben 37 siti certificati in 8 città siciliane. 7.34

263 RISCHIO ANTROPOGENICO Tabella n. 7.3 : n. di siti certificati ISO in Sicilia per province al 31/12/2011 Provincia al 31/12/2009 al 31/12/2010 al 31/12/2011 Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo Ragusa Siracusa Trapani SICILIA Fonte: Elaborazioni ARPA Sicilia su dati ACCREDIA 2012 Figura n. 7.5 : Numero di certificati ISO divisi per province nei 3 ultimi anni di riferimento Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ACCREDIA

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265 AMBIENTE E SALUTE 8. AMBIENTE E SALUTE Autori: Riccardo Antero, Salvatore Caldara, Roberta Calzolari, Achille Cernigliaro (1),Giorgio D Angelo, Giuseppe Madonia, Fabrizio Merlo, Salvatore Scondotto (1) (1) Assessorato Sanità Regione Sicilia - Dipartimento Attività Sanitarie Osservatorio Epidemiologico-DASOE Sicilia) 2

266 AMBIENTE E SALUTE Quadro sinottico indicatori per Ambiente e Salute Tema Nome Indicatore DPSIR Copertura S T Stato Rappresentazione e Trend Tabelle Figure Riferimenti Normativi Effetti sulla Salute Esposizione media della popolazione agli inquinanti atmosferici in outdoor PM 10 Esposizione dei bambini agli inquinanti atmosferici in outdoor PM 10 Esposizione della popolazione media agli inquinanti atmosferici in outdoor O 3 Esposizione dei bambini agli inquinanti atmosferici in outdoor O 3 I I I I R R R R Direttiva 2008/50/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio 21 maggio 2008 D.L. n.155 del 13/08/2010 Direttiva 2008/50/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio 21 maggio 2008 D.L. n.155 del 13/08/2010 Direttiva 2008/50/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio 21 maggio 2008 D.L. n.155 del 13/08/2010 Direttiva 2008/50/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio 21 maggio 2008 D.L. n.155 del 13/08/2010 3

267 AMBIENTE E SALUTE Introduzione L ambiente ha un ruolo cruciale per il benessere fisico, mentale e sociale delle persone. E ormai accertata l esistenza di una stretta relazione tra la salute dell uomo e la qualità dell ambiente naturale e appare chiaro che un ambiente più salubre e meno inquinato consente di ridurre i fattori di rischio per la salute dei cittadini. Nonostante i significativi miglioramenti conseguiti nel corso degli anni, si registra ancora una considerevole diversità nella qualità dell ambiente e nelle condizioni di salute umana all interno degli stati membri della comunità europea. Diversi studi hanno evidenziato che tra i fattori di stress ambientali l inquinamento dell aria ha il maggior impatto sulla salute pubblica, seguito dal fumo passivo e dal rumore derivato dal traffico. L inquinamento atmosferico influenza negativamente la salute, gli ecosistemi e contribuisce ai cambiamenti climatici ed alla degradazione dei materiali del patrimonio culturale. Nella nuova pubblicazione Eurobarometro, in cui vengono registrate le opinioni, le attitudini e i comportamenti rispetto all ambiente dei cittadini dei 27 stati della UE, è importante notare che per l 85% degli italiani lo stato dell ambiente influenza la propria qualità della vita; tale percentuale risulta di poco inferiore rispetto alla problematica aspetti economici e di poco superiore rispetto agli aspetti sociali. Inoltre, il 51% delle risposte fornite dal campione italiano di questa indagine europea, ben più alto del valore medio europeo del 39%, associa immediatamente all argomento generico ambiente proprio l inquinamento delle città. Da qui, quindi, la preoccupazione degli italiani che la propria qualità della vita possa essere messa a rischio dall inquinamento ambientale (Speciale Eurobarometer 365: Attitudes of European citizens towards the envionment, report 2011). La stessa indagine mostra che tra le problematiche ambientali che stanno più a cuore agli italiani vi sono, tra le altre, l inquinamento dell aria, l inquinamento delle acque, l aumento dei rifiuti, l impatto sulla salute derivante dai prodotti chimici presenti nei prodotti di uso quotidiano, etc 4

268 AMBIENTE E SALUTE...L inquinamento atmosferico è una seria minaccia per la salute e in particolare per i soggetti vulnerabili come i bambini e le persone che soffrono di malattie respiratorie. Informando i cittadini sull inquinamento atmosferico determinato dai trasporti, dalle case e da altre fonti presenti nell ambiente dove vivono, queste mappe danno la possibilità ai cittadini di agire e sollecitare le autorità a migliorare la situazione. Jacqueline McGlade, direttrice esecutiva dell Agenzia europea per l ambiente (2011) INDICATORE ESPOSIZIONE MEDIA DELLA POPOLAZIONE AGLI INQUINANTI ATMOSFERICI IN OUTDOOR PM 10 SCOPO e FINALITA Evidenziare l esposizione della popolazione alle concentrazioni di PM 10 nell area urbana, confrontando la situazione di diverse città e/o l esposizione generale nel tempo. Fornire informazioni sulla relazione esposizione ad inquinanti ambientali ed indicatori di salute nella popolazione; fornire informazioni sull efficacia delle politiche in atto per la riduzione dell inquinamento atmosferico per la prevenzione dell esposizione della popolazione. DESCRIZIONE L ambiente ha un ruolo cruciale per il benessere fisico, mentale e sociale delle persone. La politica ambientale dell UE, ha avviato nel 2002 un processo di policy ambiente e salute mirato e basato su un approccio integrato più moderno con l'adozione del Sesto programma d Azione Ambientale (6EAP) che definisce "ambiente e salute", come uno delle quattro principali priorità per le politiche ambientali dell'unione europea per il periodo L OMS, nella sua pubblicazione Environment and health inequities (2012), ha stimato che approssimativamente ¼ del carico globale di malattia, e più di 1/3 del carico totale di malattia tra i bambini, è causato da fattori ambientali modificabili, che includono pericoli fisici, chimici e biologici. Malattie cardiovascolari e cancro, sono i maggiori esiti di malattia non trasmissibile all interno della stima del carico di malattia dovuto all ambiente nei paesi sviluppati (Prüss-Üstün and Corvalán, 2006). Diversi studi hanno evidenziato che tra i fattori di stress ambientali l inquinamento dell aria ha il maggior impatto sulla salute pubblica, seguito dal fumo passivo e dal rumore derivato dal traffico (Hänninen and Knol, 2011). Ci sono evidenze crescenti che dimostrano che l esposizione ai fattori di rischio ambientale risulta maggiore nelle fasce socioeconomicamente più svantaggiate (Environmental Health Inequalities in Europe- WHO 2012). Studi condotti nella regione europea indicano che i gruppi di popolazione meno benestanti sono maggiormente esposti ai rischi ambientali e che gli impianti di smaltimento dei rifiuti sono molto spesso dislocati in aree in cui risiedono cittadini deprivati (Braubach and Fairburn, 2010; Martuzzi, Mitis and Forastiere, 2010). Nonostante i significativi miglioramenti conseguiti nel corso degli anni, si registra una considerevole diversità nella qualità dell ambiente e nelle condizioni di salute umana all interno degli stati membri della comunità europea. Nel 2005 il WHO ha pubblicato, sulla scorta delle più recenti conoscenze scientifiche, le linee guida della qualità dell aria per la riduzione degli impatti sulla salute determinati dall inquinamento atmosferico. Nonostante i significativi progressi fatti in Europa per ridurre le emissioni antropogeniche dei principali inquinanti aerei, quali PM10 ed ozono, la salute umana e l ambiente sono ancora influenzati negativamente dalla scarsa qualità dell aria e ancora oggi il 90% dei soggetti residenti in aree urbane è esposto a livelli di inquinanti atmosferici eccedenti quelli indicati dalle linee guida del WHO. L inquinamento atmosferico influenza negativamente la salute, gli ecosistemi e contribuisce ai cambiamenti climatici ed alla degradazione dei materiali del patrimonio culturale (Tabella 8.1). 5

269 AMBIENTE E SALUTE Tabella 8.1 Nell ultimo decennio, le concentrazioni annuali medie di PM10 nell ambiente urbano europeo non sono cambiate in maniera sostanziale. Le principali fonti sono rappresentate dal traffico stradale (sia dallo scarico, ma anche dall usura dei freni e pneumatici o da particelle provenienti dai materiali utilizzati per la pavimentazione), dalle attività industriali e dall uso di combustibili fossili per il riscaldamento e la produzione di energia. Nel settembre 2011 è stato reso noto il nuovo data-base del WHO della qualità dell aria, costituito dai dati degli inquinanti proveniente da circa 1100 città di 91 paesi, incluse capitali nazionali e città con più di abitanti. Sia a livello mondiale che europeo, la maggior parte della popolazione residente nelle aree urbane ha una media annuale di esposizione a PM10 che eccede il livello massimo raccomandato dalle linee guida del WHO (20 g/m 3 ); nel mondo solo poche città rispettano i limiti sopra ricordati ( Figura 8.1). In particolare, nella regione europea, i risultati di 357 città, localizzate in 33 paesi, evidenziano che oltre 80% della popolazione è esposta a livelli di PM10 superiori a quelli indicati dalle linee guida del WHO (20 g/m 3 ) e si stima che l esposizione al particolato determini una diminuzione delle aspettative di vita mediamente nell ordine di 8,6 mesi. 6

270 AMBIENTE E SALUTE Figura 8.1 Secondo il Centro Europeo ambiente e salute del WHO nel 2010 in Italia 48 capoluoghi di provincia hanno superato il limite giornaliero di 50 g/m 3 di polveri sottili oltre i 35 giorni consentiti dalla legge. Già nel rapporto Eurobarometro 2009, l inquinamento atmosferico viene percepito dalla popolazione come uno dei tre maggiori problemi, insieme al lavoro ed i servizi alla salute. Nella nuova pubblicazione Eurobarometro, (Speciale Eurobarometer 365: Attitudes of European citizens towards the envionment, report 2011) ha mostrato che tra le problematiche ambientali che stanno più a cuore agli italiani vi sono, tra le altre, l inquinamento dell aria, l inquinamento delle acque, l aumento dei rifiuti, l impatto sulla salute derivante dai prodotti chimici presenti nei prodotti di uso quotidiano, etc (Fig. 8.2). 7

271 AMBIENTE E SALUTE Figura 8.2 Problematiche ambientali che maggiormente preoccupano la popolazione italiana Fonte: Speciale Eurobarometer 365: Attitudes of European citizens towards the envionment, report 2011 Numerosi studi scientifici hanno attribuito all inquinamento atmosferico, costituito principalmente dapm 10, O 3 ed NO 2, effetti nocivi sulla salute, come: danni al sistema respiratorio (sviluppo o aggravamento di patologie respiratorie, diminuzione della funzione respiratoria, aumento della frequenza e severità di sintomi respiratori, aumento della suscettibilità ad infezioni respiratorie) danni al sistema cardiovascolare; danni al sistema nervoso (difficoltà di apprendimento e della memoria) danni al sistema riproduttivo; cancro. L Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha recentemente classificato gli scarichi dei motori diesel come cancerogeni per l uomo (gruppo1). Il gruppo di lavoro ha trovato che esiste una evidenza sufficiente per ritenere gli scarichi dei motori diesel causa di tumori polmonari; esiste un associazione positiva (evidenza limitata) di un aumento di rischio anche del tumore alla vescica. Il Dr. Straif, capo del programma delle monografie dello IARC, ha precisato che la maggior parte 8

272 AMBIENTE E SALUTE degli studi che hanno portato a queste conclusioni provengono dall analisi condotta su lavoratori altamente esposti. Tuttavia l esperienza su altre sostanze cancerogene, come per esempio il radon, ha mostrato che i risultati, provenienti da studi che evidenziavano un aumento del rischio, condotti sui gruppi di lavoratori altamente esposti, sono stati seguiti da una evidenza di associazione positiva anche nella popolazione generale. Una larga fetta di popolazione è esposta ogni giorno agli scarichi dei motori diesel, derivanti sia dai diversi mezzi di trasporto che dai generatori di energia, sia per esigenze occupazionali che attraverso l aria che respira. Pertanto azioni di riduzione dell esposizione dovrebbero interessare sia i lavoratori che la popolazione tutta (WHO IARC press release n.213 del 2012). Il diossido di zolfo è una delle principali sostanze chimiche responsabili della formazione di piogge acide e dell inquinamento atmosferico da polveri sottili: queste ultime sono tra i fattori di rischio delle malattie cardiovascolari e respiratorie. La modifica della direttiva 1999/32/EC del 2005 ha stabilito che dal gennaio 2010 tutte le navi ormeggiate o ancorate nei porti Europei devono usare carburanti con un contenuto di zolfo inferiore allo 0,1 % in peso. Recentemente sono stati pubblicati i risultati di studi condotti su uomini volontari o su cavie da cui sembra emergere che l esposizione all inquinamento atmosferico legato al traffico può determinare effetti nocivi sulla funzione del sistema nervoso, principalmente sulle attività cognitive (Power et al. 2011; Fonken et al. 2011). Pertanto gli inquinanti ambientali outdoor, rappresentano un importante problema di salute pubblica soprattutto nei gruppi di popolazione vulnerabile (bambini, anziani, soggetti affetti da patologie) e, in ambito urbano, con impatti principalmente sul sistema respiratorio e cardiovascolare. I risultati dello studio EpiAir Inquinamento atmosferico e salute: sorveglianza epidemiologica e interventi di prevenzione, riferiti agli anni e pubblicati nel 2009, hanno messo in luce un aumento a breve termine della mortalità naturale, cardiovascolare e respiratoria associata ad incrementi della concentrazione degli inquinanti atmosferici, sia polveri sia gas. In particolare è stato riportato che in alcune città, quali Milano, Roma e Palermo, gli effetti sulla salute del PM 10 sono evidenti nella stessa giornata in cui aumenta la sua concentrazione nell aria, ma il rischio di morte permane alto nei due giorni successivi al picco di concentrazione (Fig. 8.3). Gli effetti a breve termine del PM 10 sono particolarmente evidenti in gruppi di popolazione caratterizzati da età avanzata. Inoltre all esposizione al PM 10 sono riferibili, sia negli adulti che nei bambini, differenti esiti sanitari (bronchiti, asma, sintomi respiratori, ricoveri ospedalieri per malattie cardiache o respiratorie) o impatti di salute con riduzione delle attività e perdita di giornate lavorative. Lo studio EpiAir ha mostrato un impatto anche dell NO 2, in alcune città quali Milano, Bologna, Roma e Palermo, sulla salute nello stesso giorno in cui si registrano aumenti di concentrazione che può protrarsi nei giorni; tali effetti sono evidenti sia nell età adulta che pediatrica. Analogo andamento degli effetti sulla salute sono stati descritti anche per l O 3 nelle città di Milano, Torino e Roma (Figura 8.3). 9

273 AMBIENTE E SALUTE Figura 8.3 La sorveglianza epidemiologica, avviata con il progetto Epiair, prosegue attualmente con il progetto Epiair2, che prevede la valutazione degli effetti dell inquinamento atmosferico sulla popolazione italiana ed include un maggior numero di città rispetto al progetto precedente. Il progetto richiede una forte integrazione multidisciplinare fra tecniche epidemiologiche e di rilevazione ambientale e quindi una forte collaborazione tra servizi sanitari e le Agenzie Regionali di Protezione Ambientale (ARPA). Epiair2 vede la partecipazione anche della regione Sicilia con i dati relativi al monitoraggio della qualità dell aria ed i dati sanitari, mortalità e ricoveri ospedalieri, relativi agli anni ; i risultati dello studio in corso saranno disponibili nel 2013, annunciato come anno europeo della qualità dell aria, in cui è prevista una revisione delle politiche e della normativa comunitarie riguardanti la qualità dell aria. Proprio in occasione della presentazione della relazione sulla qualità dell aria in Europa 2012 dell Agenzia Europea dell Ambiente, riferito al periodo , il Commissario europeo per l ambiente ha annunciato per il 2013 un rilancio delle politiche per il miglioramento della qualità dell aria. La Commissione europea sta infatti preparando per il 2013 una revisione globale della politica e della normativa comunitaria sulla qualità dell aria considerando, tra le priorità chiave, anche quella della protezione della salute. Pertanto si continuerà ad attribuire a questo settore grande importanza, attraverso la cooperazione con l OMS nel rivedere le ultime prove scientifiche sugli effetti sulla salute di tutti gli inquinanti disciplinati dalla normativa comunitaria, insieme ad una valutazione dei rischi emergenti per la salute derivanti dall inquinamento atmosferico. Le conclusioni di questo lavoro porteranno ad individuare ciò che deve essere fatto per minimizzare gli impatti negativi sulla salute dell inquinamento atmosferico. La pubblicazione Prospettive ambientali dell'ocse all'orizzonte del 2050, rapporto elaborato dall organizzazione per lo sviluppo economico e la cooperazione dell Agenzia per l ambiente olandese, si concentra su quattro settori: i cambiamenti climatici, la biodiversità, le risorse idriche e gli impatti dell'inquinamento sulla salute. Nello Scenario di riferimento il livello dell'inquinamento atmosferico è tale da diventare la principale causa ambientale di mortalità prematura a livello mondiale (Fig. 8.4) 10

274 AMBIENTE E SALUTE Figura 8.4- Morti premature determinate da rischi ambientali * Mortalità dei bambini Fonte: OECD Environmental Outlook Baseline Entro il 2050, in tale scenario, il numero di decessi prematuri dovuti all'esposizione al particolato dovrebbe più che raddoppiare e aumentare fino a raggiungere un totale annuo di 3,6 milioni a livello mondiale, con una maggioranza di decessi in Cina e in India. Le proiezioni dello scenario di riferimento pongono l accento sulla necessità di agire subito con urgenza per cambiare l andamento del nostro futuro sviluppo. Dal 2004, l OMS-Europa ha previsto l implementazione del Sistema Informativo Ambiente e Salute (EHIS Environment and Health Information System) quale strumento a sostegno delle politiche di Ambiente e Salute ed ha individuato un primo core set d indicatori attraverso attività intraprese a livello della Regione Europea dell OMS e di alcuni Progetti Comunitari quali ECOEHIS, ENHIS, ENHIS II. Alcuni degli indicatori sviluppati e implementati sono stati poi inclusi nell European Community Health Indicators (ECHI), il sistema informativo sanitario europeo basato su indicatori. L indicatore ESPOSIZIONE MEDIA DELLA POPOLAZIONE AGLI INQUINANTI ATMOSFERICI IN OUTDOOR PM 10 è definito come la media annua della concentrazione di PM 10 a cui è esposta la popolazione urbana. L indicatore mostra il valore della concentrazione di PM 10 a cui è esposta la popolazione di una data area urbana, ma anche la dimensione della popolazione e quindi il potenziale rischio sulla salute. Inoltre costituisce un ottimo indice della situazione espositiva generale, permettendo di effettuare un confronto tra diverse realtà urbane. Infatti, tale indicatore, seppur di semplice interpretazione, è espressione di un informazione complessa, che tiene conto non soltanto dei livelli di inquinante, ma anche della dimensione della popolazione esposta a diverse concentrazioni. Esso consente una visione globale della popolazione esposta al PM 10 nel tempo ed è un utile strumento per la verifica di efficacia degli interventi di policy per la riduzione dell inquinamento atmosferico in relazione alla salute della popolazione. I dati, utilizzati ai fini del computo dell indicatore, sono stati trasmessi dalla Struttura responsabile del monitoraggio della qualità dell aria dell Agenzia. Sulla base della Direttiva Europea 2008/50/CE, recepita in Italia con il Decreto Legislativo n.155 del 13 agosto 2010, relativa alla qualità dell aria ambiente e per un aria più pulita in Europa, poiché gli inquinanti atmosferici provengono da molte fonti e attività diverse è opportuno predisporre piani per la qualità dell aria 11

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