I profili della gestione finanziaria
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- Rita Blasi
- 8 anni fa
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1 LA GESTIONE FINANZIARIA Definizione Nella funzione finanziaria si comprende il complesso di decisioni e di operazioni volte a reperire e ad impiegare i fondi aziendali. Anche se in alcuni casi può essere governata in regime di maggiore autonomia e può anche rappresentare un centro di profitto a sé stante, questa funzione dell'impresa ha un ruolo strumentale alla gestione caratteristica e deve, quindi, perdere qualsiasi carattere speculativo e restringere la sua azione alla scelta delle fonti di finanziamento utilizzabili ed alla programmazione degli investimenti. I profili della gestione finanziaria La gestione della funzione finanziaria deve essere inquadrata sotto diversi profili: un profilo strategico che fa riferimento alla programmazione di lungo periodo degli investimenti e della loro copertura un profilo tattico/operativo relativo alla gestione e controllo delle decisioni prese nel lungo e nel breve tempo. Gli equilibri della gestione finanziaria Gli equilibri sono interdipendenti per gli effetti che il ciclo ricavi/costi genera sul fabbisogno di capitale e sui flussi di cassa. Costi e ricavi "anticipati" o differiti" generano uno sfasamento fra la manifestazione economica e quella monetaria.
2 I compiti della gestione finanziaria Anche se esiste una netta differenza fra la programmazione, di competenza dell'alta direzione, e la relativa attuazione nella gestione finanziaria, a differenza di altre funzioni dell'impresa, è più frequente l'accentramento dei compiti di quest'area in una Direzione Finanziaria che partecipa anche alla definizione delle politiche generali di gestione di altre funzioni.
3 La previsione del Fabbisogno Finanziario L'impresa ha bisogno di capitali per finanziare i processi di investimento e per far fronte alla gestione corrente; l'ammontare di questo capitale varia di entità e genesi a seconda che l'impresa sia in fase di: costituzione: per creare la struttura aziendale e coprire le esigenze di avviamento; funzionamento: per alimentare il processo di investimento nelle immobilizzazioni e le altre esigenze di gestione. Il fabbisogno di capitale fisso L'intensità del capitale fisso di una impresa dipende sia dalle caratteristiche del settore in cui l'impresa opera, che dalle sue peculiarità gestionali. In generale il fabbisogno di capitale fisso è legato alla necessità di maggiori immobilizzazioni per lo svolgimento dei processi operativi con riferimento sia alle funzioni di produzione, che e quelle di commercializzazione e di amministrazione. Al crescere della presenza di impianti ed attrezzature aumenta anche il fabbisogno di capitale fisso.
4 La relazione fra ciclo economico e ciclo finanziario La relazione fra il ciclo economico e quello finanziario dipende dal ciclo monetario dell'impresa ed, in particolare, dalle dilazioni medie concesse a clienti ed ottenute dai fornitori. La relazione fra i due cicli è influenzata in parte dalle prassi commerciali in uso ed in parte dal potere contrattuale dell'impresa rispetto agli altri attori della filiera. Il Capitale Circolante La stima del fabbisogno finanziario netto (Attivo corrente - Passivo corrente) deve discendere da uno studio della dinamica finanziaria, considerando anche gli effetti economici della gestione, utilizzando l'analisi dei flussi di capitale circolante e l'analisi dei flussi monetari per preservare sia la solvibilità (equilibrio finanziario) dell'impresa che la sua liquidità (equilibrio monetario).
5 Obiettivi della gestione finanziaria A livello strategico la gestione finanziaria si concreta in azioni che incidono sul fabbisogno e sulle vie di copertura. La gestione finanziaria deve assicurare che la struttura finanziaria sia dotata delle seguenti caratteristiche: omogeneità; flessibilità; economicità; elasticità. Inoltre la gestione deve cercare anche di minimizzare: gli oneri; il rischio finanziario. L'omogeneità Nella scelta delle fonti di finanziamento l'impresa dovrebbe cercare di utilizzare capitali omogenei rispetto al tipo di fabbisogno da coprire. Sovente il principio dell'omogeneità è disatteso per l'eccessivo ricorso a fonti di finanziamento di breve durata a causa della maggior semplicità con cui vi si può accedere. Esempio: Per finanziare l acquisto di un impianto che si pensa di utilizzare per 5 anni si deve scegliere una fonte di finanziamento a lungo termine (es. mutuo ) La flessibilità La flessibilità è quella caratteristica della struttura finanziaria che le permette di modificarsi in rapporto all'evoluzione del fabbisogno, sia come ammontare complessivo, che come composizione delle risorse finanziarie aziendali. La flessibilità si traduce nella possibilità di migliorare il risultato finanziario liberando o attraendo fondi in funzione delle prospettive di ritorno economico. Esempio: Se aumenta l'indebitamento bancario a breve nella struttura finanziaria essa diviene più flessibile perchè questa fonte può essere modellata per seguire esattamente le necessità dell'impresa. L'elasticità Una struttura finanziaria si dice tanto più elastica tanto maggiori sono le possibilità qualiquantitative di espanderla. I responsabili della gestione finanziaria avranno più scelte disponibili per incrementare i fondi aziendali migliorando l'ottimizzazione della scelta delle fonti. Esempio: Aumentando la dotazione di capitale proprio la struttura finanziaria diviene più elastica perché aumentano le opportunità di accedere ad altre fonti di terzi (indebitamento). L'economicità Gli obiettivi precedenti devono necessariamente accompagnarsi a quello dell'economicità: le scelte di copertura finanziaria devono tendere alla massimizzazione del differenziale fra rendimenti dell'investimento e costosità del capitale. In particolare gli attributi di flessibilità ed elasticità possono generare un maggior costo che dovrà essere valutato alla luce dei vantaggi che sono in grado di apportare al complesso della struttura
6 finanziaria. In questa valutazione si deve tenere conto anche del dinamismo presente all'interno del macro-ambiente in cui opera l'impresa. La minimizzazione degli oneri finanziari La gestione finanziaria dovrebbe essere orientata alla minimizzazione degli oneri finanziari. Tuttavia, la deducibilità degli oneri finanziari per l'impresa può invece far propendere per un incremento dell indebitamento bancario. Anche gli effetti della leva finanziaria, in condizioni favorevoli di mercato finanziario e di redditività aziendale, possono far crescere ulteriormente la convenienza dell indebitamento bancario. La minimizzazione del rischio finanziario Il rischio finanziario è rappresentato dall incapacità di alimentare i processi di gestione caratteristica sotto il profilo finanziario. Si parla di rischio strutturale, o rischio di insolvenza, se le fonti finanziarie non sono in grado di coprire gli impieghi; mentre quello congiunturale, detto anche rischio di illiquidità, si collega ad occasionali carenze di cassa.
7 TIPOLOGIE DI FABBISOGNO FINANZIARIO Il fabbisogno finanziario può essere studiato come la risultante di quattro tipi differenti di esigenze: - un fabbisogno strutturale: permanente e legato caratteristiche si struttura dell'impresa; - un fabbisogno corrente: permanente e legato al volume di attività della gestione corrente; - un fabbisogno straordinario: di lungo periodo ma destinato a cessare; - un fabbisogno occasionale: collegato a fenomeni congiunturali ed imprevedibili con effetti di breve periodo. Le fonti di finanziamento Il fabbisogno finanziario globale può essere coperto: - da mezzi propri; - dal risultato economico della gestione; - dal finanziamento interno dei soci; - dal finanziamento esterno attinto presso i risparmiatori, le banche e i dipendenti. La scelta delle fonti è legata al fenomeno della "leva finanziaria Indipendenza delle scelte di copertura finanziaria Il processo di scelta delle fonti di copertura degli investimenti può essere interpretato come una variabile dipendente dal fabbisogno finanziario, considerando il fabbisogno come un dato di fatto non modificabile, oppure si può considerare una variabile indipendente e il fabbisogno stesso può modificarsi tenendo conto dei nuovi progetti di investimento a disposizione e del livello di indebitamento che si vuole raggiungere. In questo secondo caso la gestione finanziaria diviene una variabile della formulazione del piano aziendale e estende i confini delle scelte a disposizione del management.
8 La scelta del livello di indebitamento Con questo secondo approccio la scelta del livello di indebitamento che l'impresa può accettare non è più soggetta solo alla valutazione degli effetti sulle caratteristiche di una corretta gestione finanziaria (omogeneità, flessibilità, elasticità, economicità) connesse con un appesantimento della situazione debitoria, ma deve essere orientata anche dagli effetti sulla redditività del capitale proprio dovuti all'utilizzo di capitale di terzi (effetto leva finanziaria). Il funzionamento della leva finanziaria Si definisce effetto leva finanziaria quell'aumento della redditività del capitale di rischio che si manifesta in seguito ad un aumento del grado di indebitamento quando la redditività degli investimenti è superiore al costo delle fonti di finanziamento utilizzate. L'effetto si misura sulla redditività del capitale di rischio! Il ROE aumenta al crescere del debito, solo se la differenza tra ROI e i risulta positiva; in questo caso, la gestione riesce a generare una redditività operativa considerevolmente superiore al costo del debito. Là dove risulti ROI inferiore ad i, la redditività dell impresa non consente neanche la copertura del costo del debito; in questo caso al crescere dell indebitamento si assiste al calo del ROE, fino a giungere a risultati finanche negativi.
9 Alcune considerazioni finali Anche se la leva finanziaria può avere degli effetti positivi sulla redditività del capitale proprio, la scelta del livello di indebitamento deve tener conto anche di altri fattori: al crescere dell'indebitamento vi è una compressione dell'utile netto; bisogna valutare gli effetti sul rischio finanziario dell impresa, sia come rischio di insolvenza che come rischio di illiquidità; il vantaggio fiscale legato alla deducibilità degli interessi passivi dal reddito imponibile può essere annullato, o rimandato nel tempo, da una eventuale chiusura in perdita dell'esercizio.
10 LE FONTI DI FINANZIAMENTO Il fabbisogno di mezzi finanziari delle imprese viene soddisfatto facendo ricorso a diverse forme di finanziamento. La gestione finanziaria ha pertanto un importanza strategica nell ambito aziendale. In particolare nel breve periodo, l impresa deve realizzare l equilibrio finanziario per poter operare sul mercato e per essere in grado di rispettare gli impegni assunti con i propri creditori, non deve trovarsi nella impossibilità di reperire i fattori produttivi dai fornitori e, soprattutto, non deve vedere sminuita la propria immagine sul mercato. Le diverse forme di finanziamento sono tra loro complementari e concorrenti, in quanto spesso è opportuno ricorrere a più fonti scegliendo il mix ottimale e attuando le combinazioni più vantaggiose in termini di tassi e di scadenze. Nella scelta delle forme di finanziamento occorre: considerare le caratteristiche e la forma giuridica dell azienda individuare le combinazioni più convenienti per le caratteristiche aziendali e per gli investimenti da realizzare modificare nel tempo le combinazioni per adeguarle alle mutate esigenze aziendali e alle variate condizioni del mercato economico finanziario. Occorre tenere presente che parte del fabbisogno finanziario è persistente nel tempo e dovrebbe essere coperta con finanziamenti durevoli quali il capitale proprio e le passività consolidate, mentre parte del fabbisogno finanziario è fluttuante e ad essa si dovrebbe far fronte con le passività correnti. Finanziamenti e investimenti devono essere tra loro correlati per durata e scadenza e i flussi finanziari in entrata dovrebbero risultare maggiori o uguali ai flussi finanziari in uscita. Il ricorso ad un certo tipo di finanziamento è anche condizionato dalle particolari caratteristiche dell investimento. Investimenti in terreni e fabbricati richiedono indebitamenti a lungo termine, ottenibili da finanziatori o da emissioni di prestiti obbligazionari; investimenti in impianti e macchinari richiedono mezzi finanziari ottenuti con debiti a medio termine o con capitale proprio. È compito della direzione finanziaria analizzare i flussi delle entrate e delle uscite monetarie per assicurare la liquidità aziendale e per procurare i mezzi necessari ad attuare gli investimenti programmati. L impresa ha una struttura finanziaria equilibrata quando il capitale permanente copre il valore dell attivi immobilizzato e parte dell attivo circolante, mentre le passività a breve termine risultano inferiori all attivo circolante. La struttura finanziaria può essere così schematizzata: IMPIEGHI Attivo immobilizzato Attivo circolante IMPIEGHI Attivo immobilizzato Attivo circolante FONTI Patrimonio netto Passività consolidate Passività correnti FINANZIAMENTI Patrimonio netto Passività consolidate Passività correnti Capitale permanente
11 Le fonti alle quali possono essere attinti finanziamenti sono varie ma essenzialmente si distinguono in: FONTI INTERNE, AUTOFINANZIAMENTO PROPRIO ED IMPROPRIO FONTI ESTERNE, AUMENTI DI CAPITALE Per autofinanziamento si intende il finanziamento con il quale l azienda genera i mezzi finanziari al suo interno, senza far ricorso a finanziamenti esterni. L autofinanziamento si distingue in: PROPRIO corrisponde agli utili non distribuiti IMPROPRIO corrisponde agli ammortamenti rilevati, alle quote TFR maturate e agli accantonamenti a fondo rischi e oneri medio-lungo termine. Esso è originato dal fatto che questi costi non provocano contemporaneamente uscite monetarie che avverranno solo al momento del rinnovo dei beni ammortizzati, all atto del pagamento del TFR ai dipendenti che lasciano il lavoro nell azienda e all atto dell utilizzo dei fondi. I finanziamenti effettuati dai soci nelle imprese si distinguono in: Capitale sociale: apporti di capitale iniziale o di successivi aumenti di pagamenti. Finanziamenti in conto capitale o finanziamenti a fondo perduto: i soci che li effettuano rinunciano al diritto del rimborso delle somme versate. Sono finanziamenti infruttiferi. Versamenti in conto finanziamento: effettuati dai soci con l obbligo del rimborso e generalmente fruttiferi di interesse. I finanziamenti di terzi corrispondono a: Debiti di regolamento, sorti nei confronti dei fornitori dai quali si ottengono dilazioni di pagamento. Debiti di finanziamento, veri e propri prestiti ottenuti con forme e durate diverse e che producano un interesse esplicito. Le imprese possono anche raccogliere risparmio tra il pubblico nelle forme previste dalla legge: Prestiti obbligazionari, riservate alle S.P.A. e alle SAPA. Cambiali funzionarie, con scadenza compresa tra i 3 e 12 mesi. Certificati d investimento, con scadenza superiore ai 12 mesi. Si tratta di operazioni con le quali l azienda si rivolge direttamente ai risparmiatori i cui finanziamenti sono rappresentati dai titoli di credito. Le obbligazioni e i certificati di investimento consentono la raccolta di fondi a medio-lungo termine, mentre le cambiali finanziarie servono a raccogliere fondi a medio termine.
12 FONTI DI FINANZIAMENTO E TIPOLOGIE DEL CAPITALE Di seguito si riporta una panoramica sulle categorie in cui è possibile suddividere i capitali iniziali con cui avviare un'impresa, sulle fonti di finanziamento e sui riferimenti legislativi in materia di credito agevolato. La realizzazione e la conduzione di una qualsiasi impresa, necessita sia di capitali iniziali per l avviamento, sia di capitali di gestione per il mantenimento e lo sviluppo della stessa. Premesso che nella gestione del capitale, sia in fase di avviamento che in fase di gestione, è indispensabile prevedere il capitale necessario prima di lanciarsi nella realizzazione della stessa, cosa realizzabile attraverso studi di fattibilità, pianificazioni aziendali, ricerche di mercato, proiezioni di costi e ricavi dell azienda, possiamo suddividere il capitale in più categorie, in funzione della tipologia di impiego, oppure in funzione della fonte di finanziamento. In particolare: CAPITALE FISSO Il capitale fisso è il capitale richiesto per impiantare una impresa, in pratica consiste negli investimenti necessari per l acquisizione di macchinari, tecnologie, strutture, attrezzature, impianti etc. è importante specificare che mentre il costo di acquisizione viene ripartito in più esercizi, il pagamento invece deve essere contestuale o comunque avvenire in poco tempo. CAPITALE CIRCOLANTE Il capitale di esercizio o circolante è costituito di entrate e di uscite monetarie (vedere anche flussi di cassa) che si sviluppano immediatamente con la nascita e lo sviluppo dell azienda. Le voci più rilevanti nella formazione del capitale sono: Le scorte I crediti verso clienti Le cauzioni CAPITALE DI CREDITO AGEVOLATO Sono attive a livello comunitario, nazionale o regionale iniziative che si propongono di facilitare la creazione di nuove imprese produttive e di sostenere quelle già esistenti. Le agevolazioni che si possono ottenere interessano le imprese di quasi tutti i settori produttivi :commercio, turismo, servizi, industria, artigianato e agricoltura. Fondamentale per accedere a finanziamenti ed agevolazioni è presentare agli organi competenti progetti validi e convincenti, attraverso l ausilio di studi e ricerche nel settore in cui si intende operare e la presentazione di uno sviluppo dettagliato (businnes plan) del piano di fattibilità. Un altro requisito fondamentale per accedere ai finanziamenti è il punteggio in graduatoria che si raggiunge in seguito alla presentazione del progetto poiché solo i progetti migliori accederanno alla valutazione successiva. Vasto ed articolato è la metodologia con cui si applicano i parametri di punteggio, tuttavia possiamo fare riferimento ad alcune linee guida, quali ad esempio: operare all interno delle vigenti leggi a livello comunitario; possedere i requisiti oggettivi richiesti dalla legge specifica cui si fa riferimento; categoria di produzione di beni in cui si decide di operare e lavorare; ricavo ipotizzato dall impresa; quantitativo di personale a cui si offre lavoro; richiesta e consenso del prodotto o del servizio che si propone; impatto ambientale; possibilità di riciclaggio del materiale di scarto; possibilità di ampliamento e sviluppo dell impresa; precisione delle indagini di mercato relazionate e della concorrenza;
13 dualità del piano di fattibilità (businnes plan) dell iniziativa produttiva. Da quanto sovraesposto si consiglia pertanto in fase iniziale di pensare e progettare personalmente qualsiasi idea produttiva, ma di rivolgersi per quanto riguarda i dettagli tecnici ad esperti e professionisti del settore considerando che tra le voci di spesa finanziabili e rimborsabili rientrano anche le consulenze l assistenza di professionisti e tecnici. Le leggi che prevedono finanziamenti agevolati sono: - L. n /02//86 Legge de Vito - L. n /02/92 Legge sulla creazione e sullo sviluppo dell imprenditoria Femminile - Decreto legislativo n. 511/96 Prestito d onore L. 19/99 - Regione Piemonte L. 28/93 ; L. 67/94 - Regione Valle d Aosta L. 3/95 - Regione Lombardia L. 32/86 ; L. 68/86 ; L. 9/91 - Provincia autonoma di Trento L. 19/83 - Provincia autonoma di Bolzano L.1/93 - Regione Friuli Venezia Giulia L. 29/96 ; L. 32/85 - Regione Liguria L.3/93 ; L. 43/94 ; L. 41/95 - Regione Emilia Romagna L. 41/95 - Regione Toscana L. 27/93 - Regione Umbria L. 12/95 - Regione Marche L. 34/95 - Regione Lazio L. 29/96 - Regione Abruzzo L. 61/94 - Regione Molise L. 6/95 ; L. 24/95 - Regione Campania L. 28/93 - Regione Basilicata L. 32/85 modificata 45/96, 61/95 e 36/96 - Regione Calabria L. 2/88 - Regione Sicilia L. 25/88 - Regione Sardegna L. 28/84 modificata 7/93 CAPITALE PROPRIO O DI SOCI Al momento della costituzione, l impresa dovrebbe essere dotata di capitali propri adeguati alle esigenze di investimento. Tuttavia, se tale ipotesi dovesse non verificarsi l imprenditore può fare ricorso a capitali messi a disposizione da terzi che entrano a far parte dell impresa in qualità di soci finanziatori, in cambio di una ripartizione degli utili derivanti dall attività dell impresa stessa. La ricerca di Capitali Propri può essere intrapresa usufruendo di agevolazioni finanziarie proposte dalle vigenti leggi, oppure ricorrendo a istituti di credito e banche (Capitale di rischio). L individuazione e la ricerca di soci finanziatori, invece, è in funzione della capacità di convincimento dell imprenditore e dalla validità del progetto proposto. CAPITALE DI RISCHIO Se l imprenditore e/o i soci non riescono a disporre di capitali sufficienti, possono ricorrere a società finanziarie, merchant bank o società di venture capital che siano disposte a partecipare ai rischi di impresa con lo scopo di realizzare un guadagno. In realtà la partecipazione di tali organizzazioni è possibile quasi sempre solo in caso di imprese con elevate prospettive di sviluppo. CAPITALE DI CREDITO ORDINARIO Il capitale di credito ordinario, è il capitale messo a disposizione da terzi in cambio di un pagamento in percentuale che viene definito Tasso di Interesse. In funzione del quantitativo di finanziamento
14 ricevuto ed al tempo che viene messo a disposizione, il tasso di interesse varia notevolmente. Principalmente tale procedura si applica con banche, istituti di credito e finanziarie. Oltre al costo del tasso di interesse, un altro aspetto da prendere in considerazione in questa casistica riguarda le garanzie di pagamento che l imprenditore può dimostrare all ente che eroga il finanziamento. Possiamo classificare le garanzie richieste in: Garanzie Reali e Garanzie Personali. In caso di garanzie personali l impegno a rispondere delle obbligazioni assunte dall impresa, si attua con la firma di un atto legale da parte dell imprenditore, e/o dei soci, oppure di un eventuale garante. In caso di garanzie reali, invece, esse consistono in beni dati in garanzia al finanziatore; se trattasi di beni mobili chiamasi pegno, se trattasi di beni immobili chiamasi ipoteca.
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